Yu-Gi-Oh Planet's

Votes taken by ElHombre

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    CITAZIONE (FiltroFiore @ 22/12/2020, 17:32) 
    Chi si iscriverà di voi al torneo di goatformat.com?

    Penso io
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    Credo che il Sagreras sia un libro perfetto per le basi (chitarra classica), accompagnato man mano dai dovuti testi all'aumentare della manualità (120 Arpeggi di Giuliani, Studi di Carcassi op. 60)... Per quanto riguarda la classica.
    Per la chitarra moderna i testi di Massimo Varini sono una manna dal cielo.
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    Tutte le puntate che non hanno come protagonista BoJ o Princess Carolyne sono di una piattezza disarmante.
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    C'è da dire che la quarta stagione è stata una delusione imho.
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    Lo sto seguendo ora, è una di quelle serie che in realtà ti prende dentro e che ha un suo metalinguaggio che adoro.
    E BoJack e Diane sono due personaggi davvero fantastici.
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    Room e Rooms sono le mie preferite.
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    Insomma, è un gioco che come unico pregio ha il titolo, visto che di per sé è indegno.
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    Ho ascoltato qualche traccia, ed è pienamente il mio genere :asd: bravo il rapper e buoni i beat.
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    5D's si è dimostrato il miglior cartone animato a tema Yu-Gi-Oh! tra quelli apparsi per ora, secondo me: la trama è complessa e rivolta a un pubblico più maturo che nelle precedenti serie, i duelli sono più cervellotici (passatemi il termine "tecnici") che in precedenza (uno su tutti, quello tra Yusei e il Team Unicorn); i personaggi sono ottimamente caratterizzati, tra eroi carismatici - anche se un po' stereotipati (Yusei su tutti) e villain cazzuti e con buone motivazioni (Godwin anyone?).
    I duelli in moto sono semplicemente un'aggiunta che non modifica in alcun modo la qualità della serie, rendendo semplicemente più complessi (ma nemmeno) i duelli. Non capisco come così tanta gente abbia potuto trovarla una cosa orribile.
  10. .
    Dopo attente riflessioni sull’argomento, sono giusto alla conclusione di non poter semplicemente continuare scrivendo un nuovo, ennesimo capitolo a Yu-Gi-Oh! Links Beyond the Magic (fanfiction iniziata nel 2014 e che ha tirato avanti fino al 2015 inoltrato) perché il progetto presentava alcune lacune di fondo che, andando avanti, parevano incolmabili: motivazioni mancanti, incoerenze nella caratterizzazione dei personaggi eccetera. Questo perché il racconto, iniziato in un momento di svago attingendo alle più disparate fonti di ispirazione (i più accorti avranno notato ingenti riferimenti alla saga di Deltora o al franchise di Rockman), era diventato il mio progetto principale a cui volevo (e voglio) dare un carattere decisamente più ambizioso. Ecco il perché della nascita di questo Yu-Gi-Oh! Gods, in altre parole il rifacimento in chiave perfezionata e più coerente della fanfiction sopracitata. Be’, credo sia tutto. Un ringraziamento speciale va a Xivren che, nel corso di questa lunga pausa, mi ha sempre incoraggiato a riprendere la scrittura.

    Lista capitoli:
    Capitolo 1 (Pagina 1)

    Personaggi (Lista aggiornata all’ultimo capitolo uscito; contiene spoiler sulla storia.)
    Dake
    Fazione: Resistenza.
    Deck: Galil – Archetipo di attributo FUOCO basato sulla distruzione dei propri mostri per l’attivazione dei propri effetti.
    Arma: Un pugnale di piccole dimensioni.
    Capacità peculiari: Può infondere energia nel pugnale, rendendone la lama estremamente affilata.

    Alicia Aldebaran
    Fazione: Resistenza.
    Deck: Fedele della Luce.
    Arma: Nessuna.
    Capacità peculiari: Possiede una pirocinesi di media potenza.

    Jack
    Fazione:
    Nessuna.
    Deck: Favoloso.
    Arma: Una falce.
    Capacità peculiari: Nessuna.



    Capitolo 1
    Chi sei, città… non città? Un uomo si arrampica da una trave all’altra, tra i tetti delle piccole case per poi gettarsi nel vuoto, così d’improvviso. O mi sbaglio? Probabile: la mia vista non è più la stessa da molto, molto tempo.
    Il coprifuoco era scattato da diverse ore: era notte inoltrata nella Capitale e, come sempre succedeva, automi dalle fattezze umane si muovevano rapidamente per le vie, pattugliando per essere sicuri che nessuno fosse fuori dalla propria abitazione. Pena era la morte.
    Eppure un uomo, un temerario, si spostava rapidamente, a ogni passo che calcava leggero sentiva il vento passare tra i capelli scompigliati mentre raggiungeva un tetto, e da lì un altro e un altro ancora. Fermarsi significava la morte, essere scoperto anche. Poggiava una mano sulla tasca destra dei pantaloni mentre fuggiva: lì era nascosto il suo pugnale, anche se sperava di non doverlo utilizzare – più perché ciò avrebbe comportato trovarsi in una situazione di pericolo che per meri scrupoli personali.
    La visione della figura era impedita dall’oscurità.
    Erano molte le motivazioni per cui sfidava in tal modo la sorte, e nemmeno per la prima volta: l’uomo era libero, e da tale si doveva comportare; era temerario ed era ribelle, e voleva dimostrarlo; infine, non accettava di sottostare al volere di colui che definiva “un pazzo”.
    Mentre formulava quest’ultima riflessione, lo sguardo del fuggitivo si posò lontano, su un castello a qualche chilometro dalla città: era quella la dimora del sopracitato pazzo, Gulldor l’Imperatore, che regnava su ogni terra nei dintorni.
    Era giunto nel paese un giorno di molti anni fa, e subito era salito al potere. A nulla era valsa la resistenza contro un uomo dal simile potere: chi gli si opponeva era un uomo morto. Eppure, non aveva incontrato grosse difficoltà nel farsi accettare: il popolo aveva rapidamente accolto ogni violazione della libertà che gli era stata imposta, in cambio di una vita pacifica. Da quando l’Imperatore era salito al potere, effettivamente, gli unici moti violenti provenivano da chi gli si opponeva.
    La figura nell’ombra scese con un balzo dal tetto in cui stava per atterrare silenziosamente a terra e prendere a correre: doveva raggiungere la sua abitazione, unico posto in cui sarebbe stato al sicuro per quella nottata, senza farsi vedere. Si lanciò con un balzo in avanti, per poi slanciarsi in un angolo, ma cozzò subito contro un qualcosa di metallico. Illuminato dalla luce di un lampione, la figura (che si rivelò essere un giovane di circa diciassette anni) concepì con orrore di essersi appena imbattuto in uno degli automi dell’Impero: alto circa due metri, dal corpo antropomorfo di un acciaio brillante e bianco e con due luci rossastre al posto degli occhi. Un Bioniploid, membro del corpo di guardia creato apposta dall’Imperatore. E, ovviamente, non pareva avere buone intenzioni. Alzò infatti il braccio destro, l’automa, rivelando una bocca da fuoco che si illuminò per qualche secondo di una luce giallastra, per poi sparare un globo d’energia che si diresse ad alta velocità contro il giovane.
    Ma il ragazzo – Dake era il suo nome – non era un giovane come tutti gli altri, ed evitò il colpo con relativa facilità gettandosi di lato, per poi soppesare rapidamente la situazione: non poteva fuggire, in quanto si sarebbe poi trovato con un mandato di cattura e l’intero corpo di guardia contro; d’altro canto, tentare di distruggere il Bioniploid che ora gli si parava davanti era un’impresa che prospettava di essere davvero ardua. Dovette infine scegliere il minore tra i due mali, e sfoderò il pugnale che teneva in tasca, gettandosi poi in un affondo contro il suo nemico.
    La macchina tentò di intercettare il proprio bersaglio con un altro proiettile, ma nuovamente Dake lo schivò, per poi piantare nel petto dell’automa la propria arma: l’attacco inizialmente non ebbe alcun effetto visibile, ma dopo qualche istante la lama del pugnale si illuminò di luce propria e causò un’esplosione tra i circuiti del Bioniploid, lasciandolo a terra immobile.
    Dake non si ricordava come ciò fosse possibile, eppure aveva sempre saputo della sua capacità peculiare di infondere energia nel suo pugnale, e solo in quell’oggetto. L’arma era stato un regalo del padre prima che egli morisse di una malattia incurabile; poco tempo dopo la madre, persa la voglia di vivere, aveva seguito il suo amato, lasciando il ragazzo da solo. Aveva ricordi confusi di quei momenti, erano passati solo due anni dalla morte dei genitori, eppure solo da quei due anni aveva ricordi lucidi della sua vita; eccezion fatta, ovviamente, per l’arrivo di Gulldor quando il ragazzo aveva solo otto anni, e già da allora lo odiava. Odiava la sicurezza in cambio della libertà. Le terre unite dalla paura, così la vedeva lui.
    Grandi grattacieli si stagliavano ora dinanzi a lui, mentre i veicoli stavano parcheggiati placidamente: nessuno, a parte lui e i Bioniploid, era in giro a quell’ora.
    Rapidamente raggiunse casa sua senza ulteriori intoppi. Nessuno lo avrebbe più disturbato per quella nottata, o almeno sperava.

    Edited by Nossi! - 27/8/2016, 22:16
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    Andrò controcorrente, ma a parte per la comodità delle chat (ovviabili con i più datati SMS) uno smartphone non è certamente insostituibile.
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    Ringrazio Antinea per i canali Youtube, che non conoscevo direttamente (sebbene abbia già ascoltato qualcosa dall'uno e dall'altro).
    Vorrei porre alla vostra attenzione questo video, in cui viene mostrato come Bach componeva: essendo egli un cortigiano doveva infatti comporre anche una suite a settimana: non potendo inventare tutto usava dei pratici trucchi quali i canoni (anche a partire dal levare del primo movimento), le imitazioni delle voci e il prendere una melodia, porla al contrario e usarla come seconda voce dopo una battuta della prima.
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    Non riesco a credere che esistano persone così disilluse da credere in un ordine simile e pensarlo come verità assoluta.
    Ci sono tanti, tanti ragazzi che non sono belli ma hanno una ragazza, anche senza avere "mascelle alte, zigomi ticchette tacchette e sguardo da furbetto". Mi sembrano più frasi da dodicenne queste.
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    King Crimson - Starless
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    Vai di solfeggi cantati, aiutano un sacco, specie se a cappella; Allenano l'orecchio e tutto il resto.
    Oltre a questo tenta vocalizzi andando ogni volta un tono più in alto, se lo fai giornalmente dovresti aumentare la tua estensione verso l'alto (su quella verso il basso sono ignorante invece).
123 replies since 30/3/2013
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