InFine

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    Fissò il vuoto.
    Affascinante.
    Più della sua vita, sicuramente.
    Il nulla.
    Come quello che provava. Quando non soffriva.
    Scese lentamente le scale, il tempo non aveva più importanza, il suo scorrere non pareva altro che una punizione.
    Fece forzatamente avanzare il suo corpo attraverso quegli ambienti fin troppo noti; ogni angolo, ogni oggetto, ogni muro risvegliava in lui ricordi che avrebbe preferito non avere.
    Quelli della sua intera vita.
    Si diresse in cucina, muovendosi in maniera meccanica, come se tutto fosse già stato deciso... e in effetti forse quella era la prima vera decisione che prendeva, in tutta la sua esistenza. Dopo settimane spese a tormentarcisi, alla fine si era deciso.
    Si fermò davanti ai fornelli, li fissò apatico.
    Restò immobile per un tempo indefinito -secondi, ore, eoni?-, infine mosse la mano verso la manopola del gas per poi fermarsi di colpo.
    S'era dimenticato una cosa importante.
    Chiuse la porta dell'angusta stanza.
    Tornò ai fornelli e aprì al massimo il gas. Dopo pochi attimi ne sentì il penetrante odore.
    Ridacchiò fra sé. Era consapevole che quello che sentiva non era l'odore di metano, bensì di un additivo aggiunto proprio per permettere di percepire un eccesso di quel gas infiammabile e inodore. Infiammabile e asfissiante, pensò con un raro, rarissimo sorriso.
    Innescò la scintilla e la fiamma divampò fragorosa dagli ugelli. La fissò ipnotizzato, quindi avvicinò la mano al fuoco, sempre più, sempre più... fino a che il calore non divenne doloroso. Ritrasse la mano e spense il fornello.
    La mano stava cessando di pulsargli.
    Con una risolutezza a lui aliena aprì il cassetto delle posate e impugnò un coltello dalla lama terribilmente affilata.
    Ammirò l'accurata lavorazione del metallo, i riflessi opachi, il filo sottilissimo, la punta acuminata.
    Avvicinò quella lama che avrebbe fatto concorrenza ad un bisturi al suo corpo.
    Percepì un segmento di freddo pungergli il polso.
    Esercitò una piccola forza che andò a distribuirsi su una superficie infinitesima. La lama affondò di mezzo millimetro nella carne.
    'Fallo' pensò.
    'Fallo ora' si ripeté.
    Sentiva il cuore urlargli nel petto. Si sentì vivo come mai si era sentito. Sentì la sua sicurezza vacillare.
    Poi fece scattare il coltello.
    Il tintinnio metallico risuonò un paio di volte nella stanza chiusa, una prima goccia di sangue macchiò il pavimento.
    Prima e ultima, da quel piccolo graffio non ne sarebbero sgorgate altre.
    Si accasciò a terra rannicchiandosi in posizione fetale. Lanciò un'occhiata tremebonda a quella... cosa dalla quale era stato improvvisamente terrorizzato.
    Esplose in un pianto disperato, l'ennesimo di troppi.
    Neppure di quello era stato capace...
     
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