Le Ceneri della Nebbia

[AVVENTURA][SERIO]

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  1. Dark Jedi
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    Dopo mille indecisioni mi metto a postare la ma FF formato libro ispirata al mondo di Naruto. Non vi anticipo nulla, vi dico solo: leggete e commentate. Grazie a tutti quelli che lo faranno :gogo2:

    Premessa

    Questa Fan Fiction nasce dall’amore e dalla passione verso il mondo incantato del manga “Naruto”, ideato e scritto da Masashi Kishimoto. In nessun modo vuole ledere il copyright dell’autore e il racconto che qui si vuole narrare è di pura fantasia. Alcuni dei fatti ricalcano l’originale storia di Masashi Kishimoto, altri sono frutto della mia immaginazione, questo non è un racconto parallelo alla vera storia di “Naruto”. Quest’opera è destinata a tutti i fan del manga “Naruto” e a chi, comunque, è aggiornato sulle ultime vicende dello stesso manga, in quanto quest’opera non vuole essere fonte di spoiler o di anticipazioni. Lo scopo è quello di immaginare una storia nel mondo di “Naruto” dove il protagonista non sia Naruto, ma una ragazza di nome Kerura, frutto della mia immaginazione. Purtroppo, per chi non conosce il mondo di “Naruto”, sarà difficile comprendere molti passaggi, in primis i personaggi presentati, perché già si suppone che il lettore possieda una conoscenza basilare, almeno del personaggi principali del manga “Naruto”. Se così non fosse, invito tutti i lettori di leggere il manga oppure di consultare tramite il web, siti specializzati su questo manga. Per quanto ho potuto ho cercato di spiegare i jutsu usati con chiarezza, immaginandomi proprio i combattimenti, e immedesimandomi proprio nel lettore. Confido in voi, miei cari, che quest’opera vi spinga ad amare ancora di più il magico mondo dei ninja di Kishimoto. Non mi resta che augurarvi buona lettura.




    Prologo

    Era un giorno piovoso su Kirin quando tutto cominciò. Un giorno piovoso di un tempo non meglio precisato. Anche se pioveva a dirotto, la tipica nebbia non si diradava mai. Sarà per questa, che i clan hanno sempre avuto diffidenza dei forestieri e anche l’uno dell’altro? Questo non lo sapremo mai. Sappiamo solo che pioveva, e che c’era molta nebbia, forse più del solito.
    Una fioca luce proveniva dalle candele in quella stanza così spoglia. Poteva essere sera o mattina, ma questo non si poteva sapere, a meno che non si fosse stati propri di quel villaggio sperduto, quale era quello delle Nebbie: le condizioni del tempo avverse non permettevano di distinguere ormai più in quale momento della giornata ci si fosse trovati. Noi però sappiamo che era sera, di certo tarda, perché sul registro delle nascite venne segnata un’ora precisa: 23.54
    “Si, possiamo provare con lei, sembra essere abbastanza forte ”-“Non sono sicuro che sia la scelta giusta, in fondo è l’ultima del suo clan ”-“penultima, ti ricordo.” – “In effetti si, però è come se fosse morto Ki..”- “ non pronunciare quel nome, alla fine cosa ci importa di lui? Inoltre ci va anche bene, perché anche lei ha la stessa Abilità Innata, quindi il modo più facile per distruggerla sarà impiantarle la Reliquia” – “non possiamo ucciderla immediatamente senza tante spiegazioni?” –“e secondo te poi che ce ne facciamo del Gatto? Lo sai, non possiamo tenerlo sigillato per sempre! Dobbiamo agire e in fretta”-

    Il destino di una persona viene scelto sempre da altri, nessuno è fautore del proprio, soprattutto quando si è rampolli di una casata millenaria ormai scomparsa, o quasi.

    La storia del clan è stata breve quanto gloriosa e ora c’era un nuovo pericolo, un nuovo Kaguya che minacciava la pace e la tranquillità così oscura di quello sperduto villaggio. Non ne bastava uno solo, oltretutto maschio. Ora c’era anche una femmina, soprattutto sana, che dava del filo da torcere ai grandi del villaggio. La cosa migliore sarebbe stata ucciderla senza tante spiegazioni, ma non era solo il Mizukage a sapere di quella nascita. Qualcun altro aveva seguito la gravidanza da lontano, molto lontano, nonostante tutti gli sforzi per tenerla segreta e nascosta tra quelle nebbie. Quel qualcuno era intenzionato a saperne di più di questa piccola creatura, e sarebbe scesa ad ogni compromesso pur di scoprire se anche lei era un’ereditaria di quella maledetta abilità innata, che ha plasmato la storia di quel clan. Il bambino, l’altro, era troppo debole per poterci provare. Ma lei? Come sarebbe stata lei? Inoltre, si era deciso che dovesse diventare forza portante, così da prendere due piccioni con una fava, come si dice. Una forza portante con un’abilità innata così devastante. Si, era lei quella che cercava da tanto tempo. Bisognava solo aspettare, e giocare con i sentimenti.

    Una nascita così importante suscitava interesse da parte anche degli altri villaggi, naturalmente. Il clan Kaguya ha sempre suscitato paura e ammirazione da parte degli altri clan. Oltretutto, dopo la morte dell’ultima forza portante, gli altri villaggi erano preoccupati e ansiosi di sapere il destino della Bicoda. In particolare, Konoha stava seguendo con particolare interesse la vicenda. Dalla disfatta del Clan Kaguya, Kirin non si era più ripresa e si isolò ancora di più. Ma qui la faccenda era un’altra: non si trattava solo di una bambina comune, ma ben si della forza portante del Gatto a Due code.

    “E’ proprio sicuro che ne sia in possesso?” – “certamente, come il fratello, anche lei ne è in possesso. Ha perfino ucciso la madre durante il parto, quindi è ovvio che ce l’ha. E poi l’abbiamo visto tutti”- “allora dobbiamo rinchiuderla, come suo fratello.” –“suo fratello è innocuo a causa della malattia che ha, e perciò non possiamo nemmeno utilizzarlo come arma. Ma lei invece… si direi che possiamo volgere la situazione a nostro vantaggio” –“ non intenderà per caso…” –“perché no? Con una forza portante di questo livello, chi si azzarderebbe ad attaccarci? Possiamo benissimo attaccare noi invece, e far finire il dominio del Fuoco una volta per tutte” –“non dimentichiamo che Konoha ha la Volpe” –“si lo so” –“E che qualcuno da un po’ di tempo bazzica in questi luoghi, qualcuno di molto pericoloso” – “infatti lascerò fare a lui, ma alle mie condizioni” – un brivido percorse la schiena del consigliere del Mizukage. All’idea che il destino del suo villaggio venisse messo nelle mani di una bambina e di uno squilibrato quale era quell’uomo, gli si accapponava la pelle. –“E se fosse instabile? Se il Gatto uccidesse anche lei?” –“non credo proprio, in tal caso punteremo su qualcun altro”.

    Il destino di quella neonata era già segnato… o forse verrà un giorno, che il Clan Kaguya plasmerà il destino di tutti.


    Capitolo I

    Capitolo I
    La prigione di Chakra


    “Non correre così!”- “e se no dove sta il divertimento?!” –“Kerura ti prego fermati! Lo sai che non ce la faccio” – come sempre, Kimimaro non ce la faceva mai a correre più veloce di me, del resto era malato e quindi non riusciva a muoversi molto –“Va bene, mi fermo. Ma perché stai sempre male?!”- “purtroppo sono nato così, beata te che non hai problemi” – avevamo 15 io e 16 anni lui. Eravamo ragazzini ma le cose non andavano già bene a quel tempo. Io e mio fratello Kimimaro, siamo cresciuti all’interno di un grande giardino chiuso, una prigione di chakra fatta per noi due. Non potevamo mai uscire da quel giardino, ma almeno potevamo correre. All’interno del giardino c’era una piccola casa, con delle porte scorrevoli: lì c’era un’anziana signora cieca, che si prendeva cura di noi. Era l’unica a non avere paura di noi, anche se a quel tempo non capivamo il perché di quel timore. Nostro padre lo vedevamo di rado, una volta ogni anno circa, e anche quando veniva a trovarci non ci degnava di molta attenzione. Chiedeva solo alla vecchia come stavamo e se riuscivamo a trattenere la nostra spaventosa forza. La manipolazione delle ossa non era cosa semplice, benché per noi fosse un’abilità innata. Nessuno ci aveva insegnato le danze, o a padroneggiare il nostro potere, ne tanto meno il potere che io nascondevo e nascondo ancora dentro. Assolutamente no, quello era da tenere nascosto. Ogni volta che io o Kimimaro cercavamo di tirarci fuori un omero o una scapola, o anche una semplice falange scattava un allarme e noi finivamo in quella casa chiusi, almeno per un mese senza poter uscire. Per farci stare sereni, avevano ricreati un’illusione che faceva in modo che nella nostra prigione ci fosse sempre il sole, mai la nebbia. Questa era anche una forma di controllo: con un sole accecante potevano sempre vedere dove eravamo esattamente, anche se non potevamo muoverci così tanto alla fine. Ogni giorno mio fratello doveva stare a letto almeno sei ore, per fare alcune terapie di ricambio di sangue, uno strazio mortale per me. Mi faceva così pena, Kimimaro. Eppure, lui non perdeva mai il sorriso, mai la gentilezza. Era sempre pronto a farmi ridere, conscio della mia situazione. A quel tempo, con Matatabi, il Gatto a due code, non potevo fare molto. Nessuno sa ancora come, ma a volte, tra Reliquia e Forza Portante, si veniva a creare un rapporto di complicità e amicizia, e quello era proprio il nostro caso. Non potevo naturalmente fare uscire Matatabi, non ne ero capace e poteva uccidermi senza volerlo: il suo chakra era troppo potente per me. In compenso ci facevamo delle profonde e lunghe chiacchierate. Anche lui rinchiuso in una prigione, il mio corpo, e insieme ci sentivamo accomunati dalla stessa sorte: “oggi fa veramente caldo, vero Matatabi?” –“veramente Keru, oggi qui dentro sto scoppiando, poi già io sono fatto di fuoco in gran parte, quindi direi che ho sempre caldo” – oltrepassai le sbarre del sigillo, ormai lo facevo abitualmente e mi misi ad accarezzare quell’enorme gattone con due code, incandescente come lava. Io però non mi scottavo, io e lui eravamo una cosa sola –“Matatabi, perché non possiamo uscire io e Kimimaro?” – era una domanda che ponevo spesso al micione, sia a lui che alla vecchia –“perché avete un potere troppo grande, e il villaggio vi teme, quindi ve ne dovete stare qui. In più tu hai me, e questo complica le cose” – essere una forza portante per me era una cosa assolutamente normale. Non era di nessun peso o disturbo avere una Reliquia nel mio corpo e non riuscivo a comprendere come il villaggio avesse paura di un gattone così buono –“perché, Matatabi, io e mio fratello possiamo usare la manipolazione delle ossa mentre gli altri no?” –“non è una cosa così strana alla fine, è l’abilità innata del vostro clan. Il problema che da molti anni è temuta e ritenuta incontrollabile. Tuo fratello senza volerlo, a due anni ha ucciso una guardia del clan, per questo vi temono” – In quel momento tirai fuori la mia tibia, quando ero con Matatabi potevo fare qualunque cosa con le ossa, senza che nessuno se ne accorgesse –“eppure, io non vedo come queste ossa possano fare del male” – non riuscivo a capire, chi mai avrebbe usato queste ossa per combattere o fare del male? Io e mio fratello eravamo due ragazzi pacifici – “sai Matatabi, la vecchia Neru mi ha detto che tutti i nostri coetanei hanno già fatto l’esame per diventare Chunin, al Villaggio della Foglia, già da almeno un anno. Perché non lo possiamo fare anche noi?!” – il pensiero di non poter vedere nessuno e di non poter uscire mi rendeva nervosa e triste – “non credo che voi possiate mai avere una vita normale, anche se so che il ragazzo della Volpe e quello del Tasso stanno facendo l’esame” – l’unica finestra sul mondo esterno, a parte Teru, era Matatabi. Tramite alcuni dei suoi poteri poteva dirci cosa stesse succedendo fuori da quella prigione idilliaca. Sentiva il chakra delle altre forze portanti e delle altre Reliquie quindi poteva dirci esattamente i loro spostamenti. La prigione non poteva impedire questo a Matatabi –“Kimimaro sta facendo la terapia? “ –“ si Matatabi, è a letto. Poverino..” –“già, speriamo che guarisca.” – temevo per la salute di mio fratello. C’erano delle notti veramente tremende, in cui si svegliava tossendo sangue. Quella maledizione gli ha imposto questa malattia: nel tentativo di trattenere il suo potere, gli hanno lanciato quel sigillo che non gli dà tregua, come un countdown, a mio fratello non rimaneva molto da vivere.
    Cercavo sempre di distrarlo mio fratello, anche se lui, più di tutti, in silenzio, pativa quella prigionia. Gli pesava il fatto che anche io fossi rinchiusa, a suo pensare, per causa sua: se non avesse ucciso quella guardia per sbaglio, non saremmo stati rinchiusi. Ma io sapevo che la principale causa eravamo io e Matatabi. L’abilità innata era solo un pretesto, Matatabi una volta mi disse che c’era anche qualcuno intenzionato a liberarci da quella prigione, ma non a fin di bene –“non permetterò a quel mostro di farvi del male. Piuttosto rimaniamo rinchiusi qua dentro, ma lui non potrà portarvi via da me!” – Non sapevo a chi si riferisse a quel tempo, ma qualche idea ce l’avevo. Pensavo fosse mio padre, che era invidioso e bramoso del nostro potere. Più tardi scoprii che non era lui, purtroppo. Quando mio fratello faceva la terapia, parlavo con Matatabi e giocavo anche con lui: dentro al sigillo mi lanciavo nel suo pelo infuocato, che era stranamente morbido e non mi scottava, non era così caldo, anzi, era tiepido come il tepore di una coperta. Lui invece si lamentava che aveva sempre caldo, non lo capivo. Soprattutto non capivo come mai la gente avesse paura di lui –“in passato ho fatto delle cose orrende, ma poi ho conosciuto te, e sono cambiato” – mi diceva sempre, ma io non potevo pensare che Matatabi avesse ucciso qualcuno: era così tenero e soffice che non potevo nemmeno immaginare la sua furia. In realtà, Matatabi era una vera arma di distruzione, se voleva.
    “finalmente ho finito quella cavolo di flebo, non riesco a pensare di dover stare tutti i giorni sei ore sdraiato su un letto” – in effetti stentavo a credere come mio fratello fosse ancora vivo con tutto il sangue che perdeva. Era magro, le ossa delle gambe e delle braccia gli si potevano contare. I suoi occhi erano di un verde brillante, segno distintivo del nostro clan, anche se a causa della malattia erano sempre sbiaditi. I capelli erano argentei, al contrario dei miei, biondi molto chiaro. Sulla fronte aveva il segno distintivo del nostro clan, impresso come un marchio: due cerchi rossi ravvicinati. Anche io li avevo, anche se più piccoli: i suoi erano più grandi perché indicavano che era il primogenito e quindi l’erede del nostro clan. Le sue mani erano scarne, sembravano quelle di un anziano, rovinate dopo ogni ciclo di terapia: era come se ogni volta che la vecchia gli metteva quelle flebo le sue ossa di decalcificassero e quando finiva si calcificassero ancora, per questo aveva la pelle così rovinata. Mi chiedevo spesso cosa ci fosse in quella maledetta flebo –“non ne ho idea, ma secondo me non mi fa per niente bene se mi sento sempre così ogni volta, cioè stanco e difatto”- volevo davvero aiutarlo, e volevo soprattutto uscire da quella gabbia, con lui e Matatabi.
    Il giorno dopo feci una domanda alla vecchia Teru: “Teru, ma cosa c’è nella flebo di mio fratello?” –“ una medicina contro la sua malattia” – rispose tranquilla mentre si arrotolava i pollici –“e cioè? Cosa gli fa?” – “cerca di guarirlo, te l’ho detto” – “e allora perché lui si sente sempre così stanco e sopraffatto?” –“è un effetto collaterale, ma poi gli passa” – chi rifornisse le flebo alla vecchia non lo sapevamo. Veniva sempre un uomo incappucciato, con un mantello nero. L’ho scorto solo una volta, ma era abbastanza inquietante. Mi ricordo che quando lo vidi quella sola volta mi pervase una rabbia assurda, era la rabbia del Gatto, lui percepiva un chakra negativo. Per questo quando quell’uomo veniva noi venivamo chiusi a chiave in camera dalla nonnina. La cosa non mi convinceva. Secondo il mio parere c’era qualcosa in quella flebo che faceva male a mio fratello, altrimenti non si spiegava sempre quella sensazione di malessere, e sempre dopo la flebo. No. C’era qualcosa che non andava. Kimimaro doveva smettere di curarsi, e noi dovevamo fuggire da lì.
    “E’ una follia, non possiamo fuggire da qui, siamo al sicuro anche se apparentemente” – mi diceva Matatabi –“no Mata, non siamo al sicuro, Kimimaro continua a peggiorare, non possiamo stare qui, lo stanno avvelenando!” – io sapevo che Matatabi sospettava qualcosa, ma non potevamo provarlo, non così -“e una volta fuggiti dove andiamo? Cosa mangeremo? E poi è troppo pericoloso, il Villaggio della Nebbia non si lascia così facilmente, i ninja sono ovunque, e poi c’è quell’essere viscido che si aggira qua attorno. Con tuo fratello in quelle condizioni non possiamo viaggiare!” – “e invece ce la faremo. Lo sai benissimo che io conosco un sacco di tecniche ninja grazie a te” –“ ma non le hai mai usate a causa della barriera, e poi non sai ancora controllare il mio chakra”-“non mi interessa. Per questa volta farai come dico io, non possiamo rimanere qui, siamo schiavi di questa prigione e io voglio salvarci! Sono io la tua forza portante e per una volta mi asseconderai!”- “veramente lo faccio sempre, se non quando il tuo piano prevede il suicidio” – Mata miagolò scocciato .”va bene, ti aiuterò, tanto qui dentro siamo morti comunque” – “sta notte scapperemo da questa gabbia!” – “e dopo che facciamo?!” –“fuggiamo dal villaggio e andiamo a Konoha” –“ a Konoha?! E a fare che cosa?! Con lì il Tasso e la Volpe! No no, mi rifiuto, quei due li odio, e poi prevedo che Konoha non sarà più un luogo sicuro da qui a momenti” – “bhe, noi andremo li e basta, è il villaggio più importante di tutte le Terre dei Ninja, l’Hokage ci darà una mano” – “si, ci darà il colpo di grazia! Sai in quanti bramano la vostra abilità innata? E quanti bramano me? Va bhe, tanto hai deciso, quindi non ci resta che buttarci in questo piano suicida” – una caratteristica di Mata era quello di essere troppo prevenuto, troppo prudente, ma in realtà aveva ragione. La mia decisione cambiò la vita di tutti noi, sia in bene, che in male.


    Edited by Dark Jedi - 9/2/2014, 21:32
     
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    Nel complesso non è scritta male ma dovresti descrivere un po' di più scenari e personaggi. In più non è facile da capire per chi non conosce Naruto. Dovresti almeno dare qualche breve spiegazione altrimenti sarà letta e seguita solo da chi conosce Naruto
     
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    Beh Jeduccia, me lo avevi fatto leggere tempo fa, ma visto che commentare nel topic è sempre la cosa migliore, lo faccio.
    Cercando di non farmi trascinare dal mio innato favoritismo verso Kimimaro ed il suo Clan, il bello di questo prologo è la tragicità che lascia trasparire: ovviamente conosciamo il destino tragico del Clan Kaguya, ma ciò non di meno, il destino che si prospetta davanti ad i due fratelli è tutt'altro che felice: verranno rinchiusi per un tempo non indifferente, ma...
    Ok, mi fermo perché conosco anche i successivi capitoli :asd: .
    Comunque sia, adoro il tuo stile di scrittura, carico di sentimenti e drammaticità, ma anche chiaro e conciso. Infatti è una fan fiction che ho letto molto volentieri, davvero scorrevole.
    Ma per dirlo, dovrò aspettare qui i prossimi capitoli.
     
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    CITAZIONE (†Hachi @ 7/2/2014, 16:22) 
    Nel complesso non è scritta male ma dovresti descrivere un po' di più scenari e personaggi. In più non è facile da capire per chi non conosce Naruto. Dovresti almeno dare qualche breve spiegazione altrimenti sarà letta e seguita solo da chi conosce Naruto

    Cara Hachi, effettivamente il tutto è scritto nella premessa che non ho postato e che adesso posto modificando il post. Inoltre, la storia verrà spegata capitolo per capitolo. Il mio stile di scrittura è molto particolare perchè adoro soffermarmi sui dialoghi più che sulle spiegazioni, ma ti ringrazio delle critiche, sono costruttive. Prova a leggere la premessa e se ti convince aspetta che carico capitolo per capitolo, tengo all'opinione di tutti.

    CITAZIONE (Xivren @ 7/2/2014, 19:21) 
    Beh Jeduccia, me lo avevi fatto leggere tempo fa, ma visto che commentare nel topic è sempre la cosa migliore, lo faccio.
    Cercando di non farmi trascinare dal mio innato favoritismo verso Kimimaro ed il suo Clan, il bello di questo prologo è la tragicità che lascia trasparire: ovviamente conosciamo il destino tragico del Clan Kaguya, ma ciò non di meno, il destino che si prospetta davanti ad i due fratelli è tutt'altro che felice: verranno rinchiusi per un tempo non indifferente, ma...
    Ok, mi fermo perché conosco anche i successivi capitoli :asd: .
    Comunque sia, adoro il tuo stile di scrittura, carico di sentimenti e drammaticità, ma anche chiaro e conciso. Infatti è una fan fiction che ho letto molto volentieri, davvero scorrevole.
    Ma per dirlo, dovrò aspettare qui i prossimi capitoli.

    Xivino, aspettavo con ansia il tuo commento, lo devo proprio dire, inoltre se vuoi trovare tutta la serie lo sai che l'ho già postata ^_^ Grazie mille dei tuoi piacevolissimi complimenti :wub:
     
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    QUOTE (Dark Jedi @ 7/2/2014, 20:12) 
    QUOTE (†Hachi @ 7/2/2014, 16:22) 
    Nel complesso non è scritta male ma dovresti descrivere un po' di più scenari e personaggi. In più non è facile da capire per chi non conosce Naruto. Dovresti almeno dare qualche breve spiegazione altrimenti sarà letta e seguita solo da chi conosce Naruto

    Cara Hachi, effettivamente il tutto è scritto nella premessa che non ho postato e che adesso posto modificando il post. Inoltre, la storia verrà spegata capitolo per capitolo. Il mio stile di scrittura è molto particolare perchè adoro soffermarmi sui dialoghi più che sulle spiegazioni, ma ti ringrazio delle critiche, sono costruttive. Prova a leggere la premessa e se ti convince aspetta che carico capitolo per capitolo, tengo all'opinione di tutti.

    Sì con la premessa è tutto più chiaro xD
    Lo stile di scrittura infatti non è brutto, la mia abitudine al gdr mi fa soffermare molto anche sulle descrizioni visto che lì sono fondamentali xD ma in una ff non sono necessarie grandi spiegazioni del paesaggio e di cosa c'è su uno scaffale. Più che critiche al modo di scrivere erano mie abitudini di lettura. Io sono dello stesso pensiero di jiraiya. Non si giudica una storia senza conoscerne la fine xD le mie critiche le avrai alla fine. Anche se la premessa non mi sembra male quindi non è detto che ce siano xD
    SPOILER (click to view)
    Solo una cosa però xD non prenderla come un'offesa, ma non chiamarmi "cara".
     
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    CITAZIONE (Dark Jedi @ 7/2/2014, 20:12) 
    Xivino, aspettavo con ansia il tuo commento, lo devo proprio dire, inoltre se vuoi trovare tutta la serie lo sai che l'ho già postata ^_^ Grazie mille dei tuoi piacevolissimi complimenti :wub:

    Di nulla, Jeduccia :flower: . Sono anche andato avanti nei successivi capitoli, che diventano sempre migliori, per cui i complimenti te li meriti assolutamente.
     
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  7. Dark Jedi
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    Capitolo 1 postato :)
     
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