Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Nonnetta
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    La volevo questa fic, tanto tanto la volevo.
    E tu volevi ancor più ch'io la commentassi, ammettiamolo. :rotfl:
    Comunque, mi sono preso la briga di sottolineare alcuni errori/orrori che ho rintracciato, e sono sorpreso che Nossy il fantomatico grammar nazi non li abbia ancora evidenziati, quasi allibito.
    Ho sottolineato in rosso gli errori da bricconcello screanzato, mentre in blu il satanismo degli errori grammaticali.
    Ah, e hai fatto anche un po' di confusione mentre Zhakia si riferiva a ser Delver, un po' del Lei e un po' del Voi gli dava. Quello non l'ho contato perché faccio questo lavoro alle due del mattino e ci terrei tanto a dormire quanto a correggerti.


    CITAZIONE (Xivren @ 1/11/2013, 14:37) 
    PROLOGO – UNA LETTERA, CARTE MISTERIOSE -

    In una stanza un uomo era seduto su un divanetto di velluto nero. La stanza, ben illuminata, vantava un arredamento piuttosto semplice, in quanto oltre al divanetto prima citato, in essa non c'era nient'altro che un tavolo, di marmo, dalla forma circolare.
    Non si udiva alcun rumore, tranne il tranquillo respiro dell'uomo, sui vent'anni, con i capelli castani mossi, portati corti all'altezza della spalle ma con una treccia che gli arrivava fino al bacino, e occhi neri.
    Aveva in mano un pacco, una semplice busta marrone. La aprì, e da essa prese in mano tre fogli: il primo sembrava una lettera, mentre gli altri due, più piccoli, presentavano iscrizioni in una lingua che al momento l'uomo non conosceva.
    Mise sul tavolo i due foglietti, e cominciò a leggere la lettera.

    ------------
    "Dal momento che, durante il nostro ultimo incontro, Lei mi ha chiesto di illustrarvi le loro origini non posso fare a meno di soddisfare la Sua curiosità. Signor Delver, La pregherei di evitate che le informazioni contenute in questo messaggio finiscano in mani sbagliate, riferitele solo a persone di Sua fiducia. Anzi, dopo che Le avrete lette, Le suggerisco di distruggerle.

    Mi ricordo ancora bene quando, quella mattina di luglio, li creai.
    Mancavano ormai pochi giorni alla scadenza che mi era stata imposta, e per il set completo dovevo ancora creare tre carte su quelle che dovevano essere 60.
    Non sapevo assolutamente come avrei realizzato l'Artwork, il livello, l'effetto e tutti gli altri valori. Non sapevo neppure se sarebbero stati Mostri, Magie o Trappole. Insomma, non sapevo più da che parte sbattere la testa.
    Cominciai ad infuriarmi, ad agitarmi, ad andare su e giù per il mio ufficio, privo di qualunque idea. Poi, guardando le innumerevoli carte sulla mia scrivania, guardai una delle mie carte preferite: "Mostro Resuscitato", quella importantissima carta che permetteva di evocare Specialmente un mostro dal proprio Cimitero, o da quello avversario. Quando la creai non la reputai così influente, sarà perchè le mie prime carte erano tutti Mostri dai valori irrisori, però con l'evoluzione del gioco, e l'arrivo di carte sempre più versatili, avevamo deciso di bandirla.
    Ma ecco che quella carta mi aveva dato l'ispirazione.
    Come avevo fatto a non pensarci prima? Avrei creato tre carte che avrebbero potuto contrastare l'effetto di carte come "Mostro Resuscitato"!
    Mi misi subito al lavoro: volevo creare due creature che avessero la peculiarità di essere esteticamente molto belle, e scelsi due colori in eterna contrapposizione: bianco e nero.
    Così decisi di crearne uno Oscurità e uno Luce, ma il primo avrebbe dovuto avere qualche limitazione, magari nell'effetto o nei punti di Attacco e Difesa: insomma per simboleggiare la superiorità della Luce, colei che rappresentava la pace e la giustizia, sull'Oscurità, colei che invece portava a morte e tristezza.
    Anche qui mi sbagliai: è incredibile come certi valori, così radicati nell'animo e nella mente umana possano rivelarsi completamente opposti alla realtà, una realtà che purtroppo oggi tutto il mondo conosce, non crede?
    Dalla mia matita finalmente nacque il primo mostro, di Attributo Luce, più potente e esteticamente forse anche migliore, e a seguito il secondo mostro, di Attributo Oscurità, con qualche minore limitazione ma esteticamente bello quanto il primo, o poco meno. Dovetti quindi creare i loro nomi, ma volevo stare sul generico. Pensandoci bene, i due mostri erano molto belli, e le persone belle, o che comunque hanno qualcosa in più rispetto alle altre in genere si comportano con superiorità, tendendo a deridere gli altri.
    Questa caratteristica, invece, abbiamo imparato che corrisponde alla realtà, specialmente se queste persone con quel "qualcosa" di speciale occupano una posizione di comando, o comunque se essi sono in grado di influenzare le decisioni altrui.
    Sapevo quindi quali nomi dare loro. Con i due Mostri completati, passai alla terza e ultima carta.
    Prima di crearla, decisi di proporre le altre due carte ai miei collaboratori, così uscì dal mio ufficio. Le due carte ottennero grande successo tra i miei colleghi, per cui, colmo di gioia perché finalmente avrei avuto un po' più di tempo libero, ritornai al mio ufficio, deciso di creare la terza e ultima carta sulla stessa scia delle precedenti due.
    Fu allora che il destino di tutti noi cambiò irreversibilmente, anche se allora non me ne resi subito conto.
    Il foglio sul quale avrei dovuto disegnare la terza e ultima carta era già stato usato e su di esso figurava il nome, l'effetto e l'Artwork della stessa, con una precisione e accuratezza tali che persino io stesso rimasi senza parole.
    Subito rimasi un attimo a guardarla, non capendo come l'inchiostro fosse finito su quel foglio. Pensai subito che qualche mio collaboratore avesse voluto farmi uno scherzo, e che forse era entrato nel mio ufficio e avesse creato quella carta. Mi accorsi però che l'Artwork era troppo elaborato: essendo stato via per circa dieci minuti, nessuno dei miei collaboratori, per quanto ne sapessi, era capace di disegnare così bene in così poco tempo.
    Quando mi avvicinai per prendere in mano il foglio, da sotto di esso cadde sul pavimento un biglietto.
    Mi chinai a raccoglierlo, mentre capivo ancora meno di ciò che stava succedendo. Quando lo presi in mano, mi accorsi che era anche più soffice e liscio degli altri miei fogli.
    Lo aprì, e questo è ciò che vi trovai scritto, che trovate anche sul foglio che sul retro porta il numero II.

    Subito non ebbi la più pallida idea di ciò che ci fosse scritto: non corrispondeva a nessuna lingua che in quel momento mi venisse in mente. Ma, guardandola meglio, mi sembrò di ricordare qualcosa... Avevo già visto quelle lettere, in passato... Anzi, le avevo usate per qualche motivo... Forse... Poteva essere...
    Mi catapultai sul mio PC, aprendo la cartella in cui avevo salvate tutte le carte che avevamo creato per la serie televisiva, ma che non erano mai state pubblicate.
    Non tutte, per la precisione.
    Comunque, questa mia piccola indagine diede subito i sui frutti: quella lingua era la stessa con cui avevamo creato le carte dell' Archetipo "Orichalcos": l'NIENTESPAZIO Enochiano.
    Decisi di cercare su Internet una tabella, una guida o quant'altro potesse aiutarmi a tradurre l'Enochiano in una frase che io potessi comprendere. Trovai finalmente un modo per tradurlo, non in giapponese, ma nell'alfabeto latino.
    Quando tradussi anche l'ultimo carattere, scoprì che il foglio recitava questa frase: "Usa questo potere per liberarci".
    Ora sapevo il significato di quelle parole, ma non capivo ancora a cosa si riferissero: chi dovevo liberare, e come? Inoltre non mi capacitavo di come fosse finito sotto quel foglio su cui era disegnata la carta, di cui non capivo ancora la provenienza, e infine di come le mie ultime due carte fossero finite sopra di esso.
    Perché in quel momento non stracciai i due fogli, quello con il messaggio senza senso e quella terza carta che non era uscita dalla mia mano, ma che probabilmente non apparteneva al cervello di nessuno dei mie collaboratori ?
    Invece decisi di lasciar perdere la questione. Sentivo una vocina: "Ma che t'importa? Ha la terza carta, consegnala assieme alle altre due e domani sarai a casa, in giardino, con le pantofole e una bella limonata!". Incredibilmente convenni che non serviva a nulla sapere chi e come avesse organizzato tutta quella messa in scena. Mi bastava colorare la terza carta, e poi basta.
    Se solo avessi saputo che la mia stanchezza ci avrebbe reso tutti schiavi, mi sarei tirato un pugno sui denti.
    Fu solo allora che mi accorsi, al di là della sua provenienza, la carta rappresentata sul terzo foglio vantava di un effetto troppo vantaggioso e, come dire, troppo utile. Decisi quindi di limitarlo, togliendo alcuni degli aspetti più vantaggiosi e rendendo la carta più difficile da usare.
    Questa fu probabilmente l'idea migliore che mi venne in quella sciagurata giornata, ed è grazie ad essa se oggi abbiamo ancora un po' di tempo prima che il loro piano si realizzi.
    Quindi colorai l'ultima carta, e una volta fatto ciò, posai la matita e uscì dal mio ufficio.
    Comunicai ai miei colleghi che le ultime tre carte erano sulla mia scrivania, ed erano pronte per essere stampate e pubblicate assieme alle altre già create.
    Allora tornai a casa, dal momento che erano quasi le 7:30 e dovevo ancora prepararmi cena.
    Quella sera scoppiò anche un violento temporale, che continuò per diversi giorni, e di cui i meteorologi non riuscivano a darsi una spiegazione, dal momento che fino a quel pomeriggio il tempo era stato piuttosto soleggiato. Notai che i lampi sembravano diversi, brllavano di una luce più scura, e la pioggia cadeva davvero molto forte, come se il cielo stesso stesse piangendo per qualche motivo.
    Solo oggi capisco che il cielo è stato il primo ad accorgersi di ciò a cui andavamo in contro.
    Questo diluvio terminò lo stesso giorno in cui il mio assistente mi comunicò per telefono che era stata rilasciata l'ultima espansione. Mi dichiarai soddisfatto di ciò, ma prima di poter continuare il mio assistente mi chiese per quale motivo avessi lasciato i miei ultimi tre disegni sulla finestra del mio ufficio, con alcune altre carte sopra. Io gli dissi che l'ultima volta che avevo visto i tre foglio erano sulla mia scrivania, ma lui, scherzando mi rimproverò perché avrei potuto esporre i disegni alla pioggia, e anche le carte sopra essi, che secondo lui erano molto belle.
    Allora gli chiesi quali fossero queste carte in questione, e dopo che lui me lo rivelò, non capì (chi non capisce?) perché proprio quelle carte: avevano Attributi differenti, come i loro Tipi.
    Terminai poco dopo la chiamata, non capendo niente di quello che era successo in questi pochi giorni.
    La mia vita, da allora, si svolse assolutamente tranquilla. Continuavo a creare carte, a scartarne altre, insomma il mio solito lavoro.
    O almeno così pensavo, perché quando lavorai al set successivo, accadde lo stesso fatto: stavo prendendo visione di alcune carte proposte dai miei collaboratori, per organizzarne la pubblicazione. Quando però distolsi lo sguardo dai loro progetti, trovai sulla mia scrivania, in bella vista, un foglio di carta come quello della terza carta del set precedente: su di esso vi erano riportate le informazioni su ben quattro carte, e leggendolo scoprii che queste cinque carte avevano molte caratteristiche in comune, come valori, effetto o Livello. Quattro, cinque, deciditi! :asd:
    Subito guardai il foglio: come potevano essermi sfuggito di vista? Avevo guardato e riguardato i progetti, eppure fino a quel momento non lo avevo visto.
    Non ci pensai molto, e presi subito in considerazione le carte in questione. Mi piacevano, o per lo meno non mi dispiacevano, però per dare loro un senso avrei dovuto completarle con altri due mostri, che ispirandomi alle carte appena viste creai io stesso.
    Subito non accadde nulla, ma la mattina successiva al rilascio dell'espansione io stesso trovai le sei carte disposte in perfetto ordine sul davanzale della mia finestra, ma qualcosa di strano era accaduto: le sei carte, create sulla base di quanto scritto sul foglio, erano in perfette condizioni, ma le due che aveva creato io erano invece state fatte a pezzi.
    Raccogliendo i frammenti e gettandoli nella spazzatura, mi sedetti, e sulla mia scrivania trovai lo stesso biglietto in Enochiano, ovvero l'ultimo che Le ho spedito, il numero III:

    che significa "Grazie".
    Pensai che questa volta fosse uno scherzo di uno dei miei collaboratori, e nonostante il fatto che lo stesso caso si ripeteva per la seconda volta stracciai la lettera e mi misi al lavoro, come tutte le mattine, e così poi per molti anni a venire.

    Ecco, questo è tutto ciò che posso dirLe. Come mi avete chiesto nel Suo ultimo messaggio, ora sapete come li ho creati e come sono nati. Spero che queste informazioni possono permettere una reciproca collaborazione, pur essendo io conscio della riluttanza del Suo Ierofante, e di conseguenza del vostro caro Ordine, al supporto di fonti esterne.
    Se posso permettermi, vorrei esprimere il mio dissenso circa il vostro probabile attacco di sabato 2 Novembre, ovvero quandoSPAZIOci sarà il loro consueto incontro nella capitale europea di Finoma, in Italia. Sono conscio del fatto che è l'occasione perfetta, dal momento che è vicina alla vostra attuale sede e sicuramente non è protetta come La Capitale, e che attualmente l'Impero di Sonsuza e gli Stati facenti parte dell'Other sono attualmente in una situazione di relativa quiete (che è esattamente ciò che voi volete scongiurare), ma non pensiate che sia possibile eliminarlo semplicemente con qualche proiettile, lama o quant'altro: gli avvenimenti del 5 dicembre di due anni fa ne sono un esempio.
    Se ripenso a quelle povere vite...
    Comunque sono consapevole che Lei ignorerà il mio consiglio, dal momento che la vostra azione potrebbe rivelarsi una causus belli per ricominciare la guerra tra l'Impero e l'Other, ma non deve interpretarlo per un perdono dei suoi assassini, ma semplicemente rischiate di aggiungere i vostri alla lista delle sue vittime.
    Ricordatevi che abbiamo ancora tempo prima che la Catena sia completata.
    In compenso, Le posso assicurare che, nel caso Le succeda qualcosa, cercherò di fare il possibile per vendicarLa.
    Io non mi fermerò, non posso, benchè il tempo concessomi da questo corpo stia ormai arrivando agli sgoccioli.. .

    Zhakia
    ------------

    L'uomo alzò lo sguardo dalla lettera.
    Tanti erano i pensieri che in quel momento gli passavano per la testa.
    Fissò un'ultima volta la lettera e poi si alzò. Mentre camminava verso il tavolo, il foglio, nella sua mano destra, cominciò ad accartocciarsi, poi divenne marrone, ed infine si sbriciolò come polvere. Lo stesso fenomeno accadde anche quando prese in mano i due foglietti che aveva lasciato precedentemente sul tavolo. Dopo di che, sospirando commentò: “Uff, come sempre le sue lettere sono piene di divagazioni, però almeno abbiamo le informazioni che ci servono... Ora posso fare rapporto allo Ierofante, anche se so che gli avvertimenti di Zhakia gli entreranno da un orecchio e gli usciranno dall'altro... Sarà anche un genio, ma è un tale testardo verso chi non è un nostro membro...”.
    L'uomo aprì la porta della stanza, giocherellando con la punta della sua treccia, concludendo: “Ma, infondo, non c'è da preoccuparsi: se tutto va come lo Ierofante ha previsto, il 2 novembre potremo salvare loro la vita, includendo anche lui: così potremo tenere in scacco tutti i sistemi di difesa dell'Impero, oltre che a causare una faida interna tra Lasyrindes ed il suo Ministro più amato... Inoltre, se anche quella persona parteciperà all'evento, allora la sua cattura farà la felicità del nostro Ierofante...”, e la chiuse alle sue spalle. Qui sembra che Delver chiuda la treccia, e non la porta, se vogliamo essere precisissimi.

    Sappi che mi sono divertito tanto. Ma sopratutto, l'ho fatto perché tu DEVI fixarli.
     
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