Mia Light Novel!

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    Se ho sbagliato discussione, chiedo ai mod di spostare la discussione.

    Vi è mai capitato di voler scrivere una light novel?
    Ecco, io non ho ancora preparato la parte grafica, ma ho steso giù un primo possibile capitolo.

    Non so come intitolare la novel, ma avevo pensato a qualcosa del tipo "The another world".

    Ho buttato giu il primo capitolo, vorrei delle critiche.



    Capitolo 1: Genesi


    Avete mai desiderato di provare in prima persona una di quelle storie, che di solito si vedono solo negli anime e nei manga, o magari nei film di fantascienza?
    Io personalmente ho sempre sognato di poter essere un eroe di un qualche shonen (non uno di quelli stupidi, si intende) o un qualche protagonista di qualche manga figo.
    Ed è con questi pensieri che portavo avanti la mia vita, minuto per minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno…
    Quel giorno era uno come tanti, ancora oggi mi chiedo perché il fato avesse scelto quel momento specifico per scegliere…per scegliere me.
    Era un pomeriggio caldo, il sole splendeva alto nel cielo.
    Tutto ciò portava me ed il mio amico a soffrire il caldo in modo abbastanza forte.
    “Che palle, non ce la faccio più, potete dire quello che vi pare, ma preferisco il fresco dell’inverno! Scuola o non scuola!” esclamò, quasi lamentandosi, un ragazzo alla mia destra, i quali folti capelli tirati verso l’alto davano la possibilità solo a qualche ciuffo di ricadere sui suoi occhi verde marino.
    “Dovresti smetterla di lamentarti Kaoru, non è che se ti lamenti fa piu fresco” gli dissi con un tono quasi demoralizzante.
    “Devi sempre stare a puntualizzare, eh brutto cazzone?!” mi disse dandomi un lieve pugno sulla spalla.
    Anche se non sembra dal modo in cui ci parliamo, Kaoru è il mio migliore amico.
    Ne abbiamo passate tante insieme, e tutt’ora trascorriamo tutto il nostro tempo libero insieme.
    Ci trovavamo presso un campo di calcio, ed oltre a lamentarci del caldo, stavamo anche osservando tanti ragazzi nostri coetanei che si scambiavano la palla e che tentavano di infilarla in rete.
    “Guarda che lo sanno come si gioca a calcio, eh. Ti ricordo che siamo in Italia. Mi stavo giusto domandando come mai mi ritrovo con un nome giapponese…”
    Dopo aver rifilato un pugno in testa al mio amico, tornai a vedere la partita.
    A dir la verità, non è che amassi molto quello sport, ma non c’era molto da fare nella cittadina dove vivevamo, quindi i pomeriggi dovevamo arrangiarci.
    Dopotutto, non è che io sapessi poi molto sull’argomento “Cose da fare con gli amici” dato che, per gran parte della mia vita, ero sempre stato solo.
    Non è che le persone non provassero a essermi amiche, era solo che io non sapevo mai cosa dire, mi sentivo sempre fuori luogo.
    Poi ho conosciuto Kaoru, e tutto è cambiato nella mia vita.
    Con lui non avevo bisogno di sapere cosa dire, era sempre lui a dire la cosa giusta, al momento giusto.
    E piano piano, ho scoperto che anche io posso aprirmi agli altri, se mi impegno.
    E cosi più o meno è iniziata la nostra rocambolesca amicizia.
    Sono davvero felice di avere un amico adesso.

    “Si è fatto tardi, devo tornare in istituto” mi disse, rammaricandosi.
    E’ vero, non ve lo ancora detto, ma Kaoru è un orfano.
    L’istituto dove si trova, gli permette, dati i suoi 16 anni di età(eravamo coetanei), di uscire il pomeriggio, ma ha un coprifuoco che non supera le 20:00.
    Una volta mi ha raccontato della morte dei suoi genitori, avvenuta per cause inspiegabili.
    Sei anni fa, la casa dove vivevano prese improvvisamente fuoco, i genitori fecero appena in tempo a buttare il loro materasso matrimoniale giù dal balcone, per poi lasciar cadere il proprio figlio su di esso.
    Vivevano al secondo piano, quindi ciò funzionò.
    Ma quando tocco a loro di buttarsi, la caldaia esplose, avvolgendo in un turbine di fuoco ancora più massiccio, l’intero edificio.
    Kaoru, che guardò la scena dal basso fece appena in tempo a vedere un sorriso e alcune lacrime sul volto dei suoi genitori, prima che tutto ciò accadesse.
    Per lo shock inizialmente non capii, ma dopo si rese conto che era perché erano riusciti a mettere il loro tesoro più grande in salvo, prima delle loro stesse vite.
    Quando me lo raccontò la prima volta, mi vennero i brividi.
    Decisi di stargli vicino ancora di più, perché non volevo che si facesse prendere dallo sconforto per nessuna ragione.
    Aveva detto che tutto sommato si trovava bene all’istituto, e che i suoi compagni non erano male, anzi, alcuni erano pure simpatici.
    Era capitato comunque in passato che alcune coppie avessero voluto adottarlo, ma lui rifiutò sempre.
    Mi aveva detto che i bambini dell’orfanotrofio lo vedevano come un fratello maggiore, e che non avrebbe mai potuto abbandonarli.
    Con questi pensieri in testa, presi il sentiero che portava a casa.
    Accadde in quel momento.
    Era il tramonto, e la luce arancione del sole che calava illuminava il viale alberato che stavo attraversando, quando improvvisamente il cielo divenne scuro.
    “Ma andiamo, è impossibile che faccia notte cosi di botto!” pensai.
    A quel punto mi venne un dubbio, e alzai lo sguardo al cielo.
    I miei sospetti erano fondati, era in corso un eclissi di sole.
    Sapevo che il fenomeno non poteva essere osservato direttamente, quindi abbassai subito lo sguardo.
    Decisi di aspettare la fine dell’eclissi, dato che non ci vedevo nulla, e i lampioni per le strade erano ancora spenti.
    Passarono 5 minuti, ma la luce non tornava.
    “Che diavolo sta succedendo?” mi chiesi.
    “Via di li!”
    Mi voltai per sapere chi mi avesse urlato contro, ma prima che potessi accorgermene una figura esile si lanciò verso di me, mi finii addosso, e, probabilmente perché per colpa dell’impatto misi il piede nel posto sbagliato, finimmo entrambi per terra.
    Un enorme colonna oscura si era innalzata, nel punto dove mi trovavo prima.
    “Che male…” dissi dolorante.
    In quel momento sentii qualcosa di soffice premermi contro il petto.
    Ero un fan di manga e anime, quindi non ci misi molto a fare due più due, e capire, nonostante il buio, di cosa si trattasse.
    “Aia…”
    Stavolta non ero stato io a lamentarmi.
    La figura avvolta nell’oscurità, si trovava ancora su di me, e portò le mani sulla nuca.
    Probabilmente realizzò di essermi finita sopra, perché con uno scatto si tirò su, dopodiché, mi prese la mano, e mi aiutò ad alzarmi.
    “Scusa se ti sono finita sopra…” disse una tenera voce femminile.
    A quel punto penso che chiunque, che segue manga e anime, non avesse pensato a quella parolina di 3 lettere con la M.
    Dovevo diavolo ero finito? Sembrava l’inizio di uno di quei manga pseudo-ecchi.
    Ei, ho intenzione di essere un protagonista di qualcosa che abbia una trama, eh!
    Improvvisamente, una luce discretamente forte, ci avvolse.
    Notai che la ragazza aveva tirato fuori da non so dove, una piccola lanterna.
    A quel punto potei vederla in volto.
    Aveva dei lunghi capelli castani, che le ricadevano mossi sulle spalle, e una frangetta, davvero carina, sulla parte destra della fronte.
    Aveva due grandi occhi neri, con una piccola bocca sottile.
    Aveva anche delle piccole mani candide, e un seno che sarebbe potuto tranquillamente essere una terza.
    Stavo quasi per arrendermi sul fatto di avere una trama, quando la ragazza mi rivolse la parola.
    “Hai rischiato grosso, se quel raggio energetico ti avesse colpito non saresti più qui” mi disse in tono serio.
    “Potresti spiegarmi che diavolo succede?” le chiesi.
    “Adesso non posso, ho un affare urgente da sbrigare, scusami!” mi disse mettendosi a correre.
    La mossa che feci successivamente mi sembrò più che logica, dopotutto, chi mai l’avrebbe lasciata andare via cosi?
    Quindi decisi di seguirla senza farmi notare.
    Notai che si stava dirigendo verso l’orfanotrofio.
    Un brivido mi percosse la schiena, sperai con tutto il mio cuore che andasse tutto bene.
    Giungemmo infine all’istituto.
    Notai, con orrore, delle cose che mai un ragazzo della mia età avrebbe immaginato di vedere con i propri occhi.
    Per terra, vicino al cancello…c’erano dei corpi, su delle pozze di sangue.
    Riconobbi qualcuno dei ragazzi che facevano parte dell’orfanotrofio, e mi tappai la bocca con le mani, per impedirmi di urlare.
    Mi accasciai per terra in ginocchio.
    Stava accadendo…tutto ciò che avevo sempre desiderato stava accadendo, li davanti ai miei occhi, era un puro scenario da manga!
    Ma non era come me lo aspettavo…non volevo che succedessero quelle cose…capii quanto fossi stato stupido a volere che cose del genere potessero accadere davvero.
    Ma, purtroppo, tutto ciò stava accadendo davvero.
    Mi alzai.
    Camminando lentamente mi feci forza e notai che la ragazza di prima aveva appena aperto il cancello ed era entrata nell’edificio.
    Preoccupato e terrorizzato all’idea di vedere anche il cadavere di Kaoru li dentro, esitai.
    Ma poi decisi di farmi forza, e con una certa titubanza mi diressi verso l’interno della struttura.
    Fu allora che il terrore comincio a farmi tremare le gambe.
    Per terra era pieno di cadaveri, e stavolta si trattava del personale dell’istituto.
    La disperazione stava per assalirmi, quando un esplosione nelle vicinanze distrusse alcuni muri, generando una forte cortina di fumo.
    Quando la nube si diradò, notai due figure che si erigevano dinanzi a me.
    Una delle due, quella più vicina a me, era la ragazza dai lunghi capelli castani.
    Sembrava affaticata, avrei voluto chiederle come mai, ma l’altra persona prese la parola.
    “Speri davvero di fermarmi?! Da sola?!”
    Aveva una voce maschile alterata, una maschera, ed una ingombrante armatura nera.
    “Ti riporterò indietro, non ti permetterò di nuocere agli abitanti di questo pianeta!” urlò la ragazza.
    Detto ciò, si lanciò verso quel grosso cavaliere nero.
    Quello che sembrava essere il nemico della situazione, evitò l’attacco, e colpi con un pugno nello stomaco la ragazza.
    “Il fatto che tu sia riuscita ad arrivare qui tutta intera, dimostra che mi sei inferiore” disse il cavaliere.
    La ragazza, inizialmente si accasciò a terra, ma poi materializzò, quasi per magia, una lancia nella sua mano destra.
    La afferrò con tutte le sue forze, e la scagliò contro il suo nemico.
    Quest’ultimo, dopo una breve risatina, prese al volo la lancia con una mano, e la lanciò per terra.
    Notai che la lancia era finita vicino a me.
    La ragazza esegui un balzo verso il suo nemico, il quale però la afferrò per la gola.
    A quel punto non sapevo cosa fare…
    Sarebbe morta se non avessi fatto nulla…
    Afferrai la lancia, mi avvicinai silenziosamente alle spalle del cavaliere, e con tutta la forza che avevo in corpo, lo trafissi nella schiena.
    L’essere cacciò un urlo, e lasciò cadere per terra la ragazza.
    Mi domandai come mai fosse bastata una lancia per trafiggere un armatura cosi spessa, ma questo pensiero svanì subito dalla mia testa, dato che la lancia si smaterializzò, lasciando il corpo del cavaliere in una pozza di sangue.
    Ero nervoso, mi tremava la mano…
    Quella stessa mano che aveva appena tolto una vita.
    Ricaddi di nuovo sulle ginocchia, quando accadde…
    Non dimenticherò mai quel momento.
    L’armatura, e la maschera dell’essere si diradarono.
    Sbiancai.
    Alzai lo sguardo e al cielo, e urlai più forte che potevo.
    L’avevo visto…
    Quei folti capelli tirati all’insù, quel viso pacato e simpatico.
    Comincia a sudare freddo, e mi accasciai totalmente a terra.
    “Keisuke…”
    Qualcuno mi stava chiamando.
    Alzai la testa, e vidi che Kaoru era ancora vivo.
    Mi precipitai su di lui.
    “Kaoru, Kaoru! Perché? Che ci facevi dentro quell’armatura?!” gli dissi, singhiozzando.
    Lui, molto debole, mi rispose in modo flebile.
    “Non lo so… mi ricordo ben poco…
    Qualcosa ha preso il controllo del mio corpo…non ero io quello.”
    Mentre parlava, notai che ogni tanto tossiva sangue.
    “Devo assolutamente chiamare un ambulanza!” esclamai.
    Feci per alzarmi, quando, molto debolmente, Kaoru mi prese la mano.
    “No fermo…è tutto inutile…”
    Delle lacrime cominciarono a scendere sul mio volto.
    “Mi dispiace…io non…”
    Mi zittii.
    “No, hai fatto la cosa giusta…hai punito l’artefice di questo massacro.”
    Mi guardò con gli occhi lucidi, poi mi disse:
    “Dispiace anche a me…mi ero ripromesso, un giorno…di ricreare quella famiglia che avevo perso…trovarmi una moglie carina, ed avere dei figli…”
    “Insomma, speravo di poter dare un senso a questa mia vita, cosi vuota…”
    Cominciai a singhiozzare.
    Poi gli dissi:
    “Anche la mia vita era vuota prima, ma tu sei riuscito a riempirla…ho passato i miei momenti più belli con te…”
    Mi sorrise.
    “Bè’, ora che mi ci fai pensare, neanche la mia vita è stata tanto inutile…ho conosciuto un amico come te…”
    “Avrei soltanto voluto un po’ di felicità…non mi sembrava di chiedere molto…ma a quanto pare non ero destinato ad essere davvero felice…”
    “Forse però, Keisuke, tu puoi riuscirci…guarda li, quella ragazza è piuttosto carina…” mi disse, girando lo sguardo verso la ragazza con i capelli castani, che stava assistendo alla scena in silenzio.
    “Cerca di essere felice…anche per me.”
    “So che ce la…puoi fare…dopotutto…sei il mio…..migliore ami…”
    Il suo volto si girò verso destra…e chiuse gli occhi, per sempre.
    Lanciai un grido, più forte che potevo.
    Mi alzai e comincia a prendere a pugni il terreno.
    “Perché?! Perché proprio lui?!?! La vita gli aveva già tolto cosi tanto, ed adesso anche questo!”
    “Perché quell’essere non ha preso il mio di corpo! Perché non sono morto io al suo posto?!”
    Piangevo e singhiozzavo.
    “Perché questo destino mi ha fatto uccidere il mio migliore amico?!”
    Le mani cominciavano a perdere sangue, ma non avevo intenzione di fermarmi.
    A quel punto sentii un calore.
    Qualcuno mi stava abbracciando.
    Alzai lo sguardo, e notai che la ragazza con i capello castani mi stava stringendo forte a lei.
    “Su…cerca di non essere triste…il tuo amico ti ha chiesto di essere felice anche per lui, se vuoi onorare la sua memoria, devi sforzarti per esserlo.”
    A quel punto mi abbandonai al suo abbraccio.
    La rabbia era ancora forte dentro di me, ma quel calore mi faceva sentire al sicuro.
    A quel punto, la lasciai andare.
    Mi alzai in piedi, con lo sguardo basso.
    La ragazza mi guardò.
    “Quegli occhi…sono cosi spenti…” disse in tono flebile.
    “Dov’è lui? Sono sicuro che è ancora vivo, da qualche parte”
    “Di chi parli?”
    “Di colui che si è impossessato di Kaoru…portami da lui.
    Io lo troverò…e lo ucciderò con le mie stesse mani.”
    La ragazza ebbe un fremito.
    “Qual è il tuo nome?” le chiesi.
    “Io sono Misako, e da come credo tu abbia capito, non sono di questo mondo”
    “Lui è tornato sul tuo pianeta d’origine, vero?”
    La ragazza annui.
    “Portami sul tuo pianeta…” le dissi.
    La ragazza acconsenti, e comincio ad incamminarsi verso l’esterno.
    La seguii.
    “Kaoru, prometto che sarò felice anche per te…”
    “Ma prima…io ti giuro…che avrò la mia vendetta.”
    E con questi pensieri, ci avviammo fuori dall’istituto.

    TO BE CONTINUED.
     
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  2. Dark Alchemist94
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    C'è la sezione Art, nello specifico la sottosezione Testi, per questo genere di cose.
     
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  3. X~Burner
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    Prego i mod di spostare, non riuscivo a trovare la sottosezione testi.
     
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2 replies since 6/9/2012, 20:25   198 views
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