Digimon Apocalypse

[SERIO][AVVENTURA][VM14]

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  1. R. Giskard Reventlov
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    Salve, creo questo fan fict sui digimon in attesa che mi vengano nuove idee per Operazione abbandono, che naturalmente nessuno legge/caga/guarda/clicca per sbaglio poichè non si addice allo stile dei bambini che ridono come caimani quando leggono bestemmie e altre volgarità sparate a caso in contesti inappropriati.
    Fatta questa premessa, leggete i sottotioli, SERIO AVVENTURA, quindi se non vi piace e vi passa per il cervello di scrivere:metti battute e bestemmie datevi una botta in testa e dimenticate di farlo.

    Capitolo 1-Il giorno in cui tutto cambiò.
    La professoressa d'inglese dettava un brano da tradurre in classe come esercitazione.
    Essendo di madre lingue era difficile stargli al passo, per tutti tranne che per Giskard, che continuava a scrivere ad occhi fissi sulle labbra della professoressa per coglierne il labbiale oltre che i suoni. Altri scrivevano quel che riuscivano a capire, altri ancora neanche ci provavano e Vittorio, il compagno di banco di Giskard copiava dall'amico senza fretta.
    Ad un certo punto la professoressa smise di parlare, segno che il brano era finito e che l'esercitazione era iniziata, tutti si affrettarono a tradurre quel che avevano scritto.
    Un ragazzo, Alberto, invece dormiva ripensando all'episodio accaduto il giorno prima che tutti ormai sembravano aver dimenticato, persino Giskard e Vittorio che erano con lui quella sera...

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    Un enorme cervo volante rosso magenta ruggiva nel bel mezzo della città di Napoli, ad ogni movimento distruggeva qualcosa. Gli spari di alcuni agenti di polizia non sembravano scalfire la sua dura corazza e molti venivano eliminati nel tentativo di fermarlo o semplicemente di scappare.
    Tre ragazzi invece erano particolarmente coraggiosi da riuscire a pensare anche in un occasione così difficile. Giskard, alto molto magro e con i capelli di particolare biondo cenere, gli occhi grigi intonati con il colore pallido della faccia su cui spiccava un piccolo neo sulla guancia destra. Indossava un giubotto imbottito e dei pantaloni marrone chiaro, il suo abbigliamento era come al solito vecchio stile, le sue scarpe fatte su misura di colore nero si intonavano benissimo con il resto dell'abbigliamento.
    Albero, mediamente alto, occhi azzurri e capelli castano chiaro, seguiva la moda giovanile, jeans a vita bassa, felpa con cappuccio e scarpe da ginnastica.
    E Vittorio, alto un metro e ottantacinque, più di Giskard, aveva i capelli nero corvini coperti di gel per capelli in modo da formare una cresta, maglietta molto elegante che stonava parecchio con i jeans e le scarpe da ginnastica bianche.
    Mentre il mostro continuava a distruggere palazzi e la gente che poteva scappava, il trio di ragazzi cominciò ad accendere macchine parcheggiate e mandarle a tutta velocità contro il mostro che non subiva comunque danni. Alberto si separò dal gruppo mentre Vittorio cercava invano di danneggiare il mostro con quello che trovava e Giskard grazie al suo talento organizzativo coordinava i soccorsi. Su un tetto si vide una sagoma che nell'oscurità della notte non era facilmente riconoscibile, era Alberto.
    Il mostro si girò verso di lui, con le sei zampe aveva gia distrutto involontariamente una buona parte del quartiere. Alberto si lanciò senza esitare dal tetto di un palazzo a sette piani, leggermente più in alto del mostro e, planando, gli tirò un pugno destro sulla fronte che fece apparire un bagliore che squarciò le ombre notturne.
    Giskard e Vittorio si girarono di colpo mentre la gente continuava a scappare, Alberto, contro tutte le leggi di gravità, fu sbalzato di nuovo sul tetto senza riportare ferite apparte qualche graffio superficiale.
    Alberto, dopo il salto si alzò anche se a fatica, notando che la sua mano era circondata da un'aura blu composta di cifre binarie, non sapendo cosa fare mosse freneticamente la mano come una lama, ad un certo punto si aprì un portale blu chiaro.
    Apparve una sorta di animale simile ad un cane, con gli occhi rossi, la parte inferiore del corpo era giallo chiaro ed aveva una sorta di pelliccia bianco pallido con strisce azzurre, sulla testa aveva un corno giallo decorato.
    Il cane disse ad Alberto, ancora sconcertato per l'accaduto:"Ciao, mi chiamo Gabumon dove siamo?"
    Alberto degluttì, il cane parlava... :"Cia--ciao, mi chiam...mi chiamo Alberto, siamo a Napoli"
    Gabumon fece un'espressione interrogativa e si girò verso il mostro dicendo:"Kuwagamon... come diamine faccio ora!?"
    Vittorio aveva assistito a tutta la scena, sconcertato. Era il più razionale del trio, per lui l'attacco del mostro era stato un duro colpo, ma l'apparizione di un secondo mostro era troppo per la sua mente razionale, urlò contro il mostro insetto sbracciandosi dallo sforzo. Apparve un altro portale da cui uscì un insetto alto meno di un metro, anche lui di colore rosso ma più somigliante ad uno scarabeo.
    "Oio, dove sono finito?" Poi si girò verso Vittorio:"Ciao, io sono tentomon, che digimon sei?". Il ragazzo vacillò, ormai aveva la certezza dell'esistenza di un altro mondo abitato da creature diverse dagli esseri umani, quindi rispose solennemente:"Non so cosa sia un digimon, mi chiamo Vittorio, questa è la Terra". Tentomon si girò di scatto verso Kuwagamon e disse:"Kuwagamon... Non posso batterlo, è troppo forte!"
    Giskard sospirò poi disse ad alta voce:"Oramai nascondersi è inutile, Vittorio indietro"
    L'altro non ebbe il tempo di fare domande che vide l'amico estrarre uno strano apparecchio e puntarlo verso Kuwagamon.



    Poi Giskard urlò:"Hagurumon, Realize"
    Apparve un digimon costituito da un ingranaggio, fluttuava e aveva due manopole al posto delle braccia.
    Vittorio rimase a bocca aperta mentre Alberto era appena arrivato al piano terra insieme a Gabumon evitando di essere colpito da Kuwagamon, anche un colpo semplice avrebbe potuto ucciderlo.
    Il nuovo arrivato diede uno sguardo a Kuwagamon e poi guardò di nuovo Giskard dicendo:"Cosa devo fare Giskard?"
    La risposta non si fece attendere, Giskard si tolse un guanto con i denti rivelando la sua mano destra adornata da un'aura bianca composta di cifre binarie, poi disse:"Digisoul!" alzò la mano verso l'alto e poi la mise sull'apparecchio preso con la mano sinistra:"Charge"

    Un bagliore investì Hagurumon.
    "Hagurumon, shinkaaa"
    Poi cominciò a cambiare forma, crescevano la braccia e le gambe, apperve un robot del colore del rame.
    "Guardromon!"
    Poi cominciò a librarsi in aria con dei razzi e puntando entrambe le braccia verso Kuwagamon disse:"Guardian Barrage"
    Subito partirono tanti missili forniti di mani, occhi e con un fischietto i bocca che, scontrandosi contro Kuwagamon esplosero.
    Kuwagamon aveva parato il colpo con le sue tenaglie, poi le sbattè contro Guardromon provocando un onda d'urto che il digimon parò agilmente.
    "Sfrutta la sua mole contro di lui" Urlò Giskard, ma dovette sbracciarsi per farsi sentire nel pieno del combattimento.
    Guardromon si lanciò contro Kuwagamon e gli diede un pugno poderoso dall'alto verso il basso. Quest'ultimo indietreggiò ma Guardromon non gli diede il tempo di iniziare un offensiva.
    "Warning Laser"
    Disse, lanciando un raggio laser di colore rosso da un occhio contro le gambe di Kuwagamon, che cadde rovinosamente al suolo distruggendo molte automobili parcheggiate. Guardromon ne approfittò subito:"Guardian Barrage" altri missili colpirono Kuwagamon ormai a terra, alzando una nuvola di fumo.
    Quando il fumo si diradò al posto del possente digimon insetto c'era solo un Uovo molto più grande anche di un uovo di struzzo, bianco e con macchie rosse.
    Guardromon abbassò di quota e ritornò Hagurumon, subito dopo scomparve all'interno dell'apparecchio di Giskard, che si affrettò a recuperare l'uovo dicendo:"Alberto, Vittorio venite con me, alla sede della Dats"
    I due lo guardarono con aria interrogativa e dissero quasi all'unisono:"Non ci muoviamo finchè non ci spieghi tutto!"
    Giskard sospirò e tendendo l'uovo con una mano sola estrasse un distintivo dalla tasca del giubbotto:"Sono l'agente Giskard Reventlov della DATS, Digital Accident Tactical Squad, Come agente del ministero della sicurezza vi arresto in quanto testimoni di accaduto di sicurezza nazionale, se opporrete resistenza dovrò arrestarvi con la forza"
    I due, che all'inizio pensarono scherzasse, si resero conto dal tono solenne di comando dell'amico che non si trattava di una burla, e lo seguirono senza fare storie...
    Dopo aver attraversato Napoli, deserta per via dell'evaquazione, si trovarono di fronte al palazzo del municipio, sorvegliato solo da due poliziotti sull'attenti.
    "Prego, sono l'agente investigativo della DATS" disse mostrando il distintivo:"vi spiace aprire la "botola?"
    I due agenti controllarono scrupolosamente il distintivo e squadrarono Giskard e i suoi accompagnatori da capo a piedi con occhi furtivi.
    "Certo signor Reventlov" disse uno di loro contro voglia, poi estrasse un comando manuale dalla tasca e premette uno dei due bottoni.
    In disparte, una piccola parte di scale esterne di marmo si squarciò e si vide l'interno di gelido metallo.
    Giskard entrò dicendo:"Sbrigatevi", i due ragazzi ubbedirono, cosa che li sconcertò parecchio.
    Dopo aver attraversato un tunnel di acciaio illuminato da qualche pannello posto sul soffitto, si arrivò ad un ascensore, all'interno c'erano solo tre tasti
    1
    0
    -1
    Giskard entrò velocemente seguito dagli altri due, poi premette il tasto: 1
    L'ascensore si chiuse e salì molto rapidamente.
    Sbucarono in una stanza molto grande dove c'erano tre uomini al computer e una donna seduta dietro una scrivania intenta a lavorare su dei documenti, aveva i capelli rossi, portava degli occhiali da vista e aveva gli occhi marroni. per quello che si poteva vedere indossava un camice da laboratorio bianco e semiaperto, si poteva intravedere l'abito nero con una generosa scollatura. Sembrava giovanissima ma il suo sguardo tradiva la sua età intorno ai 40 anni.
    Giskard sospirò, poi diede l'uovo all'uomo che era venuto ad accoglierlo e, avvicinandosi alla scrivania seguito dai due ragazzi disse con tono dolce:"Sera Rosy"
    La donna non alzò gli occhi ma sorrise:"Quando mi chiami per nome significa che vuoi qualcosa, Giskard.", Il ragazzo sorrise dicendo:"Sono così prevedibile?" La donna sbuffò e disse dolcemente:"Tutti gli uomini lo sono, voi giovani siete anche peggio".
    Giskard si grattò la nuca e continuò con lo stesso tono:"Oh Oh, incasso il colpo, comunque volevo presentarti..."
    Il ragazzo non finì la frase che la donna si alzò sbattendo le mani sulla scrivania, cambiando radicalmente tono di voce:"No, Giskard NO!" Alzò gli occhi e squadrò velocemente gli altri due ragazzi, seguiti silenziosamente da Gabumon e Tentomon.
    "Giskard, ho saputo di quello che è successo con Kuwagamon, ma non mi aspettavo questo!"
    Giskard rispose con una prontezza di riflessi incredibile senza dare il tempo alla donna di formulare un'accusa:"Ho dovuto, questi due come sospettavo possiedono le emozioni necessarie per far apparire digimon nella nostra dimensione, in un primo caso il coraggio mentre in un altro la convinzione. E sai meglio di me che non potevo cancellargli la memoria senza provocare un trauma ai digimon!"
    La donna sospirò, e riprese l'espressione dolce:"Ragazzi, non avete scelta, dovete entrare a far parte della DATS"
    E gli spiegarono tutto, i digimon, la loro provenienza, lo scopo della DATS...

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    Alberto udì una voce che lo chiamava:"Ehi, svegliati, hai tradotto il brano?" Era la professoressa. Alberto era gia pronto ad inventarsi qualche scusa ma si trovò sul banco un foglio con il brano tradotto, subito si guardò intorno e vide Giskard girato verso di lui, che gli strizzò l'occhio.
    Alberto prese il foglio e lo consegnò alla professoressa che, dopo una rapida occhiata disse:"Tutto giusto, sono colpita, allora hai finalmente cominciato a studiare!" e si allontanò incredula. Alberto bestemmiò in silenzio contro Giskard, adesso la prof si sarebbe aspettata di più da lui...
    Suonò la campanella dell'ultima ora, Alberto non vedeva l'ora di iniziare a combattere, mentre Vittorio voleva solo studiare il comportamento dei Digimon sulla Terra...

    To be continued...
     
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