L'Ombra Bianca

[SERIO][COMICO][AVVENTURA][VM13]

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    CITAZIONE (OmegaMega @ 6/2/2012, 16:09) 
    Aspetta... non è che in ogni OAV che farai appariranno tutta la GX e co.? (Se ho ragione spero che la prossima sia di Step... non riuscirei a vivere ancora a lungo senza i danni irreversibili ai suoi pantaloni.)

    Finalmente hai centrato! :asd:

    CITAZIONE (OmegaMega @ 6/2/2012, 16:09) 
    I capitoli iniziano a diventare noiosi (e siamo solo al terzo): dopo il primo ll'azione si è ridotta a 0.

    Tranquillo, non ci tengo proprio a inserire filler in questa serie, che sarà ridotta proprio all'osso. I Capitoli non hanno azione (per adesso) perchè Endaron non può tornare a far caciara subito dopo essere quasi morto :NO:
     
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  2. Sommo Albi
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    Finalmente ho trovato il tempo di commentare!
    Beh, ormai ti sei abbonato ai miei commenti ammirati, quindi è inutile ripetere sempre le stesse cose (che per giunta ti dico anche su FB :asd: )
    Quindi mi limito a un ... aspetto domani per il prossimo!

    Sarà che anche la mia fic sta attraversando un periodo particolare, ma a me non dispiace questa assenza di azione. Inoltre mi alletta molto l'idea di vedere Endaron ad Hoenn!

    P.S.Mh ... Step ... non è che lo farai apparire nel mondo di Naruto? Ho il ricordo di una sua fan-fic ambientata in quell'universo, quindi non mi stupirei!
     
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    «Allora, Numel».
    Nunu!
    «Vedi quelle sterpaglie che ho piazzato al centro della radura?»
    Nu.
    «Fammi vedere come le incenerisci».
    La palla di pelo gialla e il suo nuovo allenatore si trovavano in una zona fuori percorso, a metà strada fra Cuordilava e Mentania. Le alture prossime al Monte Camino già digradavano verso le piane di Ciclamipoli e più a valle una lussureggiante foresta segnava probabilmente il confine con il Percorso 117. Il Numel soffiò con alito di fuoco verso il bersaglio indicatogli da Endaron, che valutava la sua mossa accovacciato affianco a lui.
    «Uhm, si tratta di un semplice Braciere. Adesso invece vedi quella pila di massi che ho messo sulla destra?»
    Nu!
    «Falli cadere con un attacco Magnitudo».
    Una lieve scossa sismica fece oscillare le fronde tutt’intorno, causando anche il crollo della piccola torre di sassi che il ragazzo aveva preparato.
    «Ottimo», fece lui, alzandosi e andando a rimettere a posto le pietre, aggiungendone di più grandi alla base, «adesso fammi vedere se riesci a buttare giù questa».
    Seconda scossa sismica, seconda torre crollata.
    Endaron costruì una torre ancora più stabile: «Ancora».
    Numel!
    Demolita.
    «Ancora».
    Demolita.
    «Ancora!»
    Demolita.
    «Ancora».
    Nu…mel…
    La sesta torre non crollò.
    «Uhm, allora sei in grado di generare al massimo un Magnitudo forza 5», fece lui, strofinandosi il mento.
    Attirati da tutto quel trambusto, parecchi Pokémon selvatici si erano radunati al limitare della foresta. Alcuni, via via che le scosse si facevano sempre più forti, si erano rintanati daccapo nel cuore della vegetazione, mentre altri, i più intrepidi e forti, stavano seriamente pensando di attaccare quei due guastafeste in giallo e nero.
    «Numel, quella gentaglia laggiù ci sta guardando storto. Fagli un Fulmisguardo come si deve».
    Il Pokémon girò il muso e fissò storto tutti quelli che stavano per avvicinarsi, facendoli disperdere immediatamente con la coda fra le gambe.
    «Ottimo, davvero ottimo. Adesso andiamo a cercare qualcosa da mettere sotto i denti».
    I due si addentrarono nella macchia, a caccia di bacche o funghi commestibili. Al loro passaggio tutti i Pokémon tremavano di paura e tentavano di occultarsi nel sottobosco, rendendo la ricerca di vettovaglie priva di seccature improvvise.
    «Adesso accovacciamoci qui», fece Endaron a Numel, «e guardiamo cosa fa quel Beautyfly. Non sappiamo quali bacche sono buone e quali sono addirittura velenose. Vediamo cosa fa lui».


    Senza troppo sforzo, il giovane seppe stare in guardia dai pericoli della zona fuori percorso per tutta la giornata, finchè al tramontar del sole non giunse in vista delle luci di Mentania. Il terreno era ormai pianeggiante e gli alberi ancora giovani non raggiungevano le altezze di quelli al centro della foresta. Mentre camminava con passo tranquillo chiacchierando con il suo compagno, Endaron ebbe un sussulto e si arrestò di colpo.
    «Nel cespuglio!»
    Si tuffò tra le fronde e tirò Numel con sé. Una volta celato nell’ombra, scostò un paio di foglie per vedere cosa stesse succedendo: nei dintorni iniziavano ad accendersi dei bagliori a mezz’aria.
    «Fuoco fatuo? Torce? Pokémon selvatici?»
    Nunu?
    «Mi pare troppo strano che ci siano dei lampioni fuori percorso. E poi i lampioni non fluttuano».
    Le luci misteriose diventavano sempre più e iniziavano a muoversi tutte all’unisono.
    «Sta’ pronto: al mio comando accendi tutto e ce la filiamo».
    Numel!
    Un bagliore identico agli altri si accese proprio davanti al naso di Endaron, rivelando la propria natura: era l’addome di un Volbeat!
    «Ah, lucciole over-sized, è vero».
    Tutti i Volbeat si radunarono in cerchio e presero a danzare lentamente; con la loro luce rischiaravano gli Illumise che svolazzavano al centro del circolo.
    «Lucciole over-sized sul punto di accoppiarsi. Smontiamo le tende, Numel, questo profumo sta iniziando a darmi alla testa».
    Numel.
    Mentre tentavano di allontanarsi facendo meno rumore possibile, Endaron inciampò in un Oddish assonnato, finendo di faccia a terra con un’imprecazione. Il povero piccolo Oddish iniziò a piangere, interrompendo la danza dei Volbeat e attirando l’attenzione di tutti.
    «Cazzo, il mio naso!»
    Mentre la palla di pelo gialla controllava che fosse tutto a posto col naso del suo allenatore, i Volbeat li circondarono e li illuminarono con Codadiluce. Il più grande e grosso di loro si fece avanti, con espressione minacciosa, mentre le Illumise rimanevano dietro, protette dalla penombra.
    «Adesso basta, mi sono rotto le palle di fare la persona rispettosa della natura e tutto il resto! TURBOFUOCO!»
    Numel ghignò e iniziò a soffiare fuoco contro lo sciame di Volbeat: le fiamme vorticavano veloci verso l’alto e in breve dispersero le lucciole. Ma il leader era rimasto sul posto, sprezzante del pericolo, e rispose all’attacco con un Segnoraggio, che centrò in pieno Endaron.
    In preda ai conati di vomito, l’allenatore biascicò: «Usa Braciere…o Turbofuoco…l’importante è che carbonizzi…WHOOOOPPSS…quella pulce alogena!»
    Il Pokémon Torpore non ci andò tanto alla leggera con il secondo attacco: mandò in fiamme non solo il bersaglio svolazzante ma anche buona parte delle fronde circostanti, appiccando un vero e proprio incendio.
    «Sììììì! Muahah- WHOOOPPS…ben vi sta, lucciolette di ‘sta ceppa…»
    Barcollando barcollando, Endaron riprese il cammino verso il limitare della foresta. Il sole era tramontato da circa un’ora e Numel rischiarava i dintorni mantenendo accesa una fiammella sulla sua gobba.


    «Sia sempre lodato», fece il giovane una mezz’ora dopo appoggiandosi ad un tronco, in vista di una panchina con un lampione affianco, «finalmente quel mortorio di foresta è finito».
    Solitamente le foreste sono tutt’altro che mortori. Però il suo raid punitivo doveva aver messo bene in guardia qualsiasi forma di vita dall’intralciargli il passo.
    Nunu!
    «Che c’è, palla di pelo?»
    Il Pokémon gli toccava insistentemente la gamba col muso giallo.
    «Sono qui, esprimiti!»
    Numel voltò il capo e indico un cespuglio con un cenno.
    «Sì Numel, se vuoi possiamo bruciare anche quello».
    Numel!
    «La tua espressione mi sembra contrariata».
    Numel numel!
    La palla di pelo gli addentò i pantaloni e lo trascinò verso il cespuglio.
    «No Numel, non ho bisogno di orinare!»
    Il Pokémon alzò il muso e fissò il suo nuovo allenatore contraendo innaturalmente i muscoli della mascella.
    «Uhm…vuoi dirmi di stare zitto?»
    Nu.
    «…»
    A quel punto, anche Endaron lo sentì.
    «Chi è che sta singhiozzando?»
    Il ragazzo si piegò e immerse le braccia nel cespuglio, incontrando al tatto una palla.
    «Le palle non piangono».
    Prese la palla con entrambe le mani e la tirò fuori.
    «Ma è…un Oddish!»
    Il povero piccolo Pokémon aveva i lacrimoni agli occhi, disperato.
    «E questa fogliolina è completamente bruciata! Povero ciccio…»
    Quando la malerba lo fissò parve riconoscerlo. E si dimenò così forte che improvvisamente cadde daccapo di sotto, rimanendo immobile al suolo. Numel si avvicinò e lo sfiorò col muso, ma il Pokémon non reagì.
    «Uh. Dev’essere esausto. O nel peggiore dei casi completamente morto. Beh, pace all’anima sua» fece Endaron, già voltato di spalle e diretto verso il viale in chianche che distava un centinaio di metri, appena fuori dalla vegetazione.
    NUMEL!
    «Ehi, perché mi ringhi contro? Dovremmo forse occuparci di tutti gli sciagurati che incontriamo? E che siamo, la casa del buon Gesù?»
    L’ultima frase lasciò il Pokémon interdetto, con un’espressione interrogativa, ma poi la palla di pelo gialla si sedette vicino all’Oddish e voltò il muso, offesa.
    «Mi sembra di capire che o raccattiamo l’erbaccia o tu rimani qui a fare il toro seduto».
    Il dromedario annuì, mantenendo un cipiglio di sdegno.
    «Eh va bene», sospirò Endaron, «lo sbaracchiamo al Centro Pokémon e lasciamo che se la vedano loro».
    Numel saltò di nuovo in piedi mentre l’allenatore prese fra le braccia l’Oddish inerme.


    I due continuarono in silenzio fino all’ingresso di Mentania, dove una guardia li accolse giuliva: «Benvenuto figliolo! Non ti ho mai visto da queste parti, che ci fai in giro a quest’ora?»
    «Agente, avrei bisogno di una mano con questo Oddish. Sembra sia ustionato gravemente».
    «Oh no», fece l’uomo, cambiando bruscamente tono, «vi accompagno subito al Centro».
    La tranquilla cittadina ai piedi delle propaggini del Monte Camino era piccola e raccolta, mai popolata da torme di gente. Alle dieci della sera la pace regnava sovrana, e per le strade si poteva sentire solo l’incessante frinire dei Kriketot che trasmetteva un’atmosfera dolcemente estiva. Soffiava una leggera brezza da Ponente, che diffondeva per tutta la zona il delicato odore dei fiori che coloravano i campi circostanti Mentania.
    Con lo sguardo perso fuori dalla finestra, Endaron rimaneva appoggiato al davanzale mentre l’Infermiera di turno si occupava del Pokémon ferito che aveva portato con sé. Numel sonnecchiava in un angolino.
    Gli era sempre piaciuto rimanere sveglio fino a tardi, per lasciare che la profondità della notte abbracciasse e conciliasse i suoi pensieri. Solitamente lo faceva dalla finestra della sua camera, quando i suoi fratelli dormivano e nessuno poteva disturbarlo. Nell’ultimo periodo invece aveva fissato l’orizzonte marino dall’ariosa vetrata della sua camera all’hotel di Città di Domino. Adesso stava lasciando che le sue pupille danzassero nel nuovo paesaggio, facendosi attirare dalle luci moleste e senza sonno della vicina Ciclamipoli, dai lampioni che illuminavano a giorno la pista ciclabile, dalla guida ritmica e tranquillizzante del faro del Porto di Selcepoli… Quello di cui i suoi occhi si saziavano era un’isola felice, un posto senza fame e senza guerre, un posto dove chiunque era libero di sognare, libero dalla paura dell’insuccesso e del fallimento. Non perché fosse un paese della Cuccagna, pensò, né perché i cittadini di Hoenn possedessero la ricetta di una pozione della felicità eterna. Da quel poco che aveva saggiato, la gente di quel posto sapeva vivere in armonia con la natura e con gli altri, forse perché passioni come l’avidità e l’egoismo erano vizio di pochi. Ma probabilmente una situazione del genere poteva mantenersi stabile solo perché Hoenn era una regione piccola e limitata. Il modello dell’isola felice non poteva essere esportato ai grandi Stati del suo Mondo, pensò.
    Il suo Mondo. Quello in cui si trovava adesso non era il suo Mondo. Doveva trovare una maniera di tornarci, nel suo Mondo, era scontato. Ma mentre era lì cosa avrebbe dovuto fare? Anzi, come avrebbe dovuto farlo? Non era il suo, di Mondo, quindi poteva tranquillamente trattarlo come un quadratino di carta igienica con cui soffiarsi il naso – tanto poi sarebbe tornato a casa e chi s’è visto s’è visto. Oppure avrebbe dovuto lasciarla intatta, quell’isola felice? O magari renderla ancora più felice? Sarebbe stato capace di sopportare pesi e responsabilità che di solito la società del suo Mondo gli avrebbe affidato quando sarebbe stato più grande di un paio d’anni ancora? Oppure avrebbe dovuto conservare le forze e concentrarle solo per guadagnarsi di nuovo la via di casa?
    «Il tuo Oddish ha ripreso conoscenza, caro».
    «Sì, arrivo subito».
    Si girò e distolse lo sguardo dalla volta celeste, ma il suo pensare era tutt’altro che finito.
     
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  4. Sommo Albi
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    Non avevo commentato? Molto strano!
    Beh, mi piace questo aspetto di Endaron, chissà che non gli spunti fuori durante un combattimento così da distrarlo :asd:
     
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    «Capitoli corti e attese lunghe...quel lazzarone da due soldi!» vi starete lamentando voi, cari lettori...e avete ragione :asd:
    Purtoppo ho avuto un blocco intestinale di ispirazione, e quando certe cose arrivano si sa, è tragico.
    Ma adesso tranquilli, potrete godere di qualche mese di continuità nelle pubblicazioni, visto che...come dire...ho già pronta in garage roba che basta per i prossimi due mesi! :malv:

    Comunque sia bando alle ciance, acco a voi il...

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    «Allora infermiera, come sta il piccino?»
    «Ho curato la scottatura con un estratto di Baccafrago e l’ho revitalizzato. Era un semplice esaurimento, caro».
    «Bene, meglio così».
    «Fallo rientrare nella Ball e lascialo riposare, domattina sarà in forma smagliante!»
    «Veramente…non ce l’ha una Ball».
    «Ah, allora puoi portarlo in stanza con te…mi sembra che abbia bisogno di un alloggio per passare la notte».
    «Sì, beh…»
    «Sali le scale e accomodati nell’ultima stanza, dovrebbe essere libera!»
    «Grazie mille infermiera».
    «Buona notte caro».
    Con la malerba fra le braccia salì i gradini senza far rumore ed entrò nella stanza che gli era stata indicata. Numel lo aveva seguito, ancora tutto assonnato, e appena Endaron chiuse la porta dietro di sé la palla di pelo gialla cadde di nuovo sul pavimento, dormendo come un sasso.
    Endaron non era mai stato un tipo affettuoso. Anzi, era freddo con tutti e solo i suoi compagni della Generation Next conoscevano il suo lato buono e affabile. Con quell’Oddish non seppe fare meglio che adagiarlo sul materasso e rimboccargli la coperta. Si sedette ai piedi del letto, cercò con gli occhi la finestra di quella camera e riprese a meditare.

    Il cielo si era da poco illuminato delle luci dell’alba quando Endaron – che ancora continuava a fissare le stelle – fu richiamato da un brontolio lungo e grave.
    «Eh?»
    Si girò verso il giaciglio di Numel e lo vide con un’espressione imbarazzata dipinta sul muso.
    «E così abbiamo fame?»
    Nel frattempo anche l’Oddish iniziava a rigirarsi sul cuscino, prossimo a svegliarsi.
    «Chiederò all’infermiera se ha qualcosa da darvi», continuò il ragazzo, mentre si tastava le tasche dei pantaloni e constatava mesto di non avere assolutamente nulla con sé.
    Oddish aprì gli occhi, si guardò intorno e si lasciò accarezzare il ciuffetto verde da Endaron, che poi lo prese in braccio e uscì dalla stanza, accompagnato dal piccolo dromedario. Incontrarono l’infaticabile infermiera che girava per i corridoi e chiesero qualcosa con cui fare colazione. Mentre ella li guidava in una stanzetta con un tavolo, dei banconi contro il muro e un frigorifero, Endaron pensò che quella donna doveva imbottirsi di caffeina o forse che sniffava coca abitualmente, per poter gestire una clinica medica praticamente da sola.
    «È rimasta un po’ di torta alle bacche, caro. Spero che ti piacciano le Bacchemora».
    «Bacche…bacche…»
    Numel aveva già ficcato il muso nella sua porzione e aveva iniziato a sbafarsela, mentre Oddish mangiava una briciola alla volta la sua fettina.
    «Sì, bacche!»
    «BACCHE, MA CERTO!»
    «Non capisco».
    «Grazie infermiera», iniziò lui a stringerle forte entrambe le mani, «la ringrazio davvero».
    «Ahah, per una fetta di torta, è eccessivo!»
    La donna se ne andò e riprese a vagare senza sonno per i corridoi del Centro, mentre Endaron si sedette, iniziò anche lui a fare colazione e poco dopo annunciò ai suoi due compagni di squadra: «Gente, ho un piano!»
    I due Pokémon alzarono lo sguardo curiosi.
    «Ma prima finiamo di mangiare».

    Lucidarono i piatti con la torta, salutarono l’infermiera, uscirono dalla clinica, salutarono il vigilante dell’altra sera che ancora andava in giro per le strade sonnacchiose di Mentania.
    «Cazzo, ma qua non dorme mai nessuno…»
    Si incamminarono per la cittadina, svoltarono un po’ a destra, un po’ a sinistra, si sgranchirono le gambe (o almeno così si ripeteva Endaron, per non ammettere di non sapere dove stava andando) finchè non arrivarono difronte a un edificio in mattoni rossi, con grandi vetrate su tutti i lati e un tetto verde acqua, spiovente ai bordi, che lo copriva.
    «Gente, ecco il nostro piano».
    Endaron indicò il Salone delle Gare di Livello Normale che svettava in tutta la sua altezza davanti a loro.
    Con Oddish in groppa, Numel spalancò il muso sorpreso: Nuuuuu…
    «È tempo di rimpinguare il portafogli», fece il ragazzo, mentre procedeva spedito verso la porta d’ingresso scorrevole, «e di guadagnare la fama che a me, Endaron, il Campione del Mon-»
    Sbattè violentemente contro la porta – che non si aprì – e finì per terra.
    «Cazzzzzz…»
    Numel si avvicinò cauto alla porta – che non voleva saperne di aprirsi – e appurarono che il Salone era ancora chiuso. Mentre si massaggiava il naso, Endaron diede un’occhiata all’orologio: erano le cinque della mattina del cinque agosto.
    «E adesso che facciamo finchè non arriva l’orario di apertura?»

    * * *



    «Trallalà, trallalà, ma che bella giornata in questa città! ♪»
    Se ne andava giulivo come ogni mattina, facendo girare vorticosamente attorno all’indice l’anello con tutte le sue chiavi.
    «Oggi un’altra Gara si terrà, e tutto il salone brillerà! ♫»
    Era quasi arrivato all’entrata sul retro dell’edificio. Doveva soltanto girare l’angolo.
    «Trallalà, trall-»
    Un’esplosione improvvisa lo terrorizzò: il custode del Salone Gare schizzò sotto una panchina alla velocità della luce, tremando come una foglia.
    «Chi va là? Qualunque bullo…con il custode se la vedrà!»
    Da dietro l’angolo rotolò una sfera color ocra, brillante e levigata, che a giudicare dal fumo che emanava doveva essere incandescente. Il custode strisciò fino alla parete e tese le orecchie: «…ottimo lavoro con la Fangosberla! Però la prossima volta cerca di controllare meglio la Fuocobomba, o rischiamo di accendere tutto qua intorno».
    «CHI VA LA’?»
    «Eh? Ah, salve signor guardiano!»
    «Come hai fatto a riconoscermi, ragazzo?»
    «È vestito esattamente come la guardia all’entrata della città, signore».
    «Uhm», fece il guardiano, abbandonando il suo nascondiglio sicuro e avvicinandosi a Endaron, «che stai combinando?»
    «Mi esercito con i Pokémon, signore».
    «Vuoi appiccare un incendio alla bella e rigogliosa Mentania?»
    «No signore, stavo semplicemente tentando di cuocere del fango con una Fuocobomba».
    «…per farci cosa, esattamente?»
    «Mi sembra una cosa abbastanza bella. E grintosa, pure».
    «Buon allenamento allora! ♪»
    «Grazie signore!»
    Il guardiano si sistemò il berretto, riprese a fischiettare e iniziò ad armeggiare col mazzo di chiavi per aprire la serratura. Endaron si girò di nuovo verso di lui e gli chiese se poteva farlo entrare nel Salone.
    «Ma certo ragazzo mio, entra pure! ♫»
    All’interno la luce filtrava abbondante dalle grandi vetrate, ed Endaron potè fiondarsi nella sala d’ingresso, dove sapeva già cosa avrebbe trovato.
    «Come mai tanta fretta?»
    Si guardò qualche secondo nei dintorni. Ne vide uno. Lo raggiunse a grandi passi e vi si fermò affianco. Immerse le mani nelle tasche dei jeans e ne cavò fuori il contenuto: Bacchecedro, Baccarance, Bacchelampon, Bacchefrago, Baccastagne… Ne prese quattro, le gettò nel cestello e lo richiuse. Premette il bottone di avvio e partì prima un debole ronzio. Poi il rumore rinforzò, finchè non divenne chiaramente il rombo di una centrifuga ad alto regime.
    Il custode si avvicinò, basito, e vide Endaron che premeva come un assatanato tutti e quattro i bottoni di un Mixer Bacche, da solo. La preparazione stava riuscendo così bene che il centrifugare era assordante.
    Dopo un minuto abbondante la macchina si fermò ed Endaron si acquietò con essa. Si aggiustò i capelli completamente arruffati e aprì il cestello: ne pescò fuori quattro cubetti dorati, di consistenza gommosa.
    «Uhm, si può fare molto meglio di così» commentò il ragazzo, saggiandone uno al tatto.
    «Figliolo…», biascicò il custode, «…non ho mai visto niente del genere in quarant’anni che lavoro qui…»
    «Signore», si girò Endaron, guardandolo negli occhi, «non è che avrebbe un Porta Pokémelle?»
    «Sì, ce ne sono a decine dietro il banco di accettazione. Te ne prendo subito uno…»
    L’uomo si allontanò e il giovane si stiracchiò, fece scricchiolare le nocche e versò altre quattro bacche nel Mixer.
     
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  6. Sommo Albi
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    L'hai pubblicato... :uuuu: L'hai pubblicato veramente! :ocb:
    Beh, ottimo come sempre. Anche se secondo me Endaron alle Gare da Lucindina sfigura un po'. Cioè, è un Campione del Mondo sfonda-culi russi! :asd:

    P.S.Avviso ai gentili lettori che non fanno parte della GX o che non hanno la mia fortuna di importunarlo parlargli quasi tutti i giorni: questa volta non scherza, ha veramente un garage pronto di capitoli! :sbav:
     
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    Gliel'ho detto anche io che le gare sono da personaggini di scarso calibro, ma il vero Endaron non ha voluto sentire storie. :crazy:
     
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  8. Sommo Albi
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    Così hai dovuto esaudire per la prima volta il desiderio di uno dei tuoi compagni. :asd:
     
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    Dopo aver imbottito di Pokémelle di fattura quasi perfetta i suoi Numel e Oddish e dopo essersi esercitato con loro nelle combinazioni più assurde per stupire il pubblico delle Gare a cui era intenzionato a partecipare, la mattina del 12 agosto Endaron si presentò al banco di accettazione del Salone.
    «Buongiorno signorina, vorrei iscrivere i miei Pokémon alle Gare».
    «Ciao caro, disponi già di un Pass Gare della regione di Hoenn?»
    «No, ne vorrei uno, cortesemente».
    «Perfetto, non ci vorrà molto! Mi servono solo il tuo nome e la tua città natale!»
    «Mi chiamo…Endaron!»
    «E vieni da…?»
    «…da Bari».
    «Come scusa?»
    Non poteva rivelare a chiunque incontrasse che in realtà lui proveniva da una differente dimensione! Doveva inventarsi una balla all’istante.
    «Bari! Non è mai stata a Unima, signorina?»
    «Unima? No, ma quest’estate ci andrò insieme al mio ragazzo! Sai consigliarmi qualche posto che vale la pena visitare?»
    «Beh, di posti pittoreschi nella mia regione ce ne sono tanti, però se proprio dobbiamo scegliere i migliori allora…»
    Iniziò ad ammucchiare un sacco di balle a proposito della regione di Unima, perdendo un abbondante quarto d’ora con la tipa dell’accettazione e dando davvero l’impressione di essere un forestiero venuto ad Hoenn per aggiungere ulteriore lustro alla già lunga storia dei suoi traguardi personali. Alla fine della chiacchierata si fece consegnare la tessera ed iscrisse Numel alla gara di Bellezza e Oddish a quella di Acume.
    Il dromedario giallo fu il primo a dover competere per conquistare il Fiocco: già dalla prima fase in cui non fece altro che rimanere fermo immobile sul podio a farsi ammirare dagli spettatori ottenne un successo impressionante, ammaliando tutti con le sue lunghe sopracciglia e con il suo pelo reso splendente dalle tonnellate di Pokémelle che Endaron gli aveva rifilato.
    Dopo una breve pausa, la Gara di Bellezza entrò nella seconda fase, in cui la sentenza spettava ai Giudici. Endaron e Numel erano gli ultimi a doversi esibire, così aspettarono pazienti e completamente rilassati seduti sulla panchina al bordo del palco delle esibizioni.
    «Ho già disputato almeno mezzo migliaio di Gare, l’ansia del principiante non mi appartiene più da anni!» commentò Endaron, chiacchierando con gli altri concorrenti che come lui aspettavano di entrare in scena, stupendoli tutti e suscitando la loro ammirazione.
    Arrivato finalmente il suo momento, si alzò lento, si sgranchì la schiena e avanzò con nonchalance fin davanti ai giudici, quindi iniziò a impartire ordini a Numel: «Facciamo sentire a questi signori che siamo in pieno agosto!»
    Le nuvole si diradarono immediatamente e dal grande lucernario del Salone Gare iniziò a filtrare una luce intensa.
    «Giudici, avete mai giocato a cricket?»
    «…eh?»
    «Come scusa?»
    «Ma che sta dicendo?»
    In quella dimensione sembrava non esistere il britannico gioco del cricket: perché non si era stato zitto? Una battuta così superflua poteva benissimo risparmiarsela, tanto il fiocco lo vinceva comunque!
    «Aehm…» passò rapidamente in rassegna le espressioni interrogative dei tre giudici, quindi continuò con la solita storiella: «Si vede che non siete mai stati a Unima…»
    «Unima!»
    «Gran bel posto!»
    «Bello bello!»
    «Sì, ecco, Numel, continua con l’esibizione…che è meglio».
    La palla di pelo iniziò a sputare dalla bocca anelli di fuoco fatuo, che si allargarono fino a raggiungere una notevole dimensione e rimasero fermi, sospesi rasoterra sfrigolanti. Il Pokémon, eseguita la mossa, si arrotolò su sé stesso e, trovata una posizione stabile, iniziò a seguire rotolando il percorso tracciato dagli anelli creati pochi secondi prima. Completato il circuito ad otto, Numel tornò con le quattro zampe per terra, si voltò e sparò una potente fiammata nell’anello dal quale era appena uscito. Il getto di fuoco seguì anch’esso il tracciato e via via che attraversava un anello lo faceva esplodere, lasciando fiammelle e scintille dietro di sé.
    «Questo è tutto, signori!» concluse Endaron, con un inchino.
    «Davvero…»
    «Davvero fuori dalla norma…»
    «Ha usato cinque mosse in rapida successione!»
    «Se ci ho visto bene erano Giornodisole, Turbofuoco, Ricciolscudo, Rotolamento e per ultimo Lanciafiamme…»
    «Non solo è stata una gioia per gli occhi, ma dietro vi era celata una complessa struttura di simmetrie!»
    «Hai ragione! Il Giornodisole iniziale in abbinamento al Lanciafiamme finale, il Ricciolscudo accoppiato con il Rotolamento…»
    Mentre i giudici confabulavano il pubblico era ammutolito, sbalordito da un’esibizione di così elevato tasso tecnico che probabilmente non si era mai vista in una Gara di Livello Normale.
    Endaron riprese la parola e, rivoltosi al pubblico con un gesto preconfezionato del braccio, fece: «Signori, avete appena visto…Numel!»
    A quel punto, la standing ovation se l’era cercata. Il pubblico esplose in applausi, urla e fischi e le maschere spesero parecchio tempo prima di ripristinare l’ordine fra la platea.
    Il ragazzo si ritirò dietro le quinte del palco e subito dopo tutti i quattro concorrenti fecero insieme la loro ultima entrata in scena, per ricevere il verdetto dei giudici.
    «Il vincitore del Fiocco Bellezza di Livello Normale in palio oggi è…»
    Rullo di tamburi…
    «Endaron!»
    «Ahah, non c’erano dubbi!» fece il vincitore, prima di fare un passo avanti ed essere effettivamente insignito del primo fiocco della sua carriera. Infiocchettato anche Numel, tutto contento, la cerimonia continuò con l’elenco delle posizioni ottenute dagli altri partecipanti.
    Seguì una pausa di un solo quarto d’ora e poi iniziò la Gara del secondo segmento a cui si era iscritto Endaron: quello Acume. Anche Oddish fece faville nel primo turno dell’esibizione, mostrando a tutti il suo ciuffetto di un verde così intenso da sembrare quasi fatto da uranio radioattivo. I Giudici erano gli stessi, ma il coordinatore non si risparmiò nemmeno la seconda volta di fare un commento a contorno dell’esibizione del suo Pokémon: «Giudici, non ditemi che non avete visto uno spettacolo di fuochi d’artificio, almeno…»
    «Fuochi d’artificio!»
    «Gran bello spettacolo!»
    «Bello bello!»
    Endaron si voltò verso Oddish e borbottò fra sé: «Ma funzionano a battute preregistrate questi cosi..?»
    Ricevuto cenno di incominciare, la malerba iniziò a sparare per aria delle foglioline verdi, che in alcuni momenti pareva si tingessero per qualche istante di un altro colore. Le foglie caddero velocemente per terra, così Oddish potè proseguire liberando nell’aria spore e polveri di colore oro, viola e verde, che si depositarono concentrate nelle foglie sul palco, immobili e apparentemente prive di vita. Così riempite di colori polverizzati, le foglie si arrotolarono su se stesse formando tante palline di cellulosa, che Oddish fece levitare fino ad un’altezza considerevole sprigionando una lieve brezza con un soffio. Mentre tutti rimanevano incantati dal buon profumo che la brezza aveva diffuso nel Salone, il Pokémon colpì le sfere levitanti con degli spruzzi di liquido violaceo, facendole esplodere all’istante e generando un vero e proprio spettacolo di fuochi pirotecnici grazie alle reazioni chimiche fra i colori polverizzati e il liquido che li innescava.
    Il pubblico e i Giudici rimasero ad ammirare lo spettacolo con il naso all’insù per parecchi minuti, finchè le sfere di cellulosa non esplosero tutte.
    «Ma è davvero…»
    «Davvero…»
    «…un gran spettacolo!»
    «Ha usato addirittura sei mosse in combinazione!»
    «Hai ragione! Prima Fogliamagica, poi Velenpolvere, Paralizzante e Sonnifero, poi Profumino e infine Acido!»
    «Ma non solo! Ha anche dimostrato di avere un’ottima conoscenza in campo chimico! Chi di voi sapeva che le spore rilasciate dagli Oddish reagiscono con l’acido gastrico, infiammandosi?»
    «Io no di certo!»
    «Nemmeno io!»
    Dopo la solita manfrina, il solito rullo di tamburi eccetera, Endaron fu dichiarato vincitore della Gara con un netto vantaggio sugli altri concorrenti e potè così scendere dal palco con il secondo Fiocco tra le mani.
    Mentre si dirigeva al banco di accettazione per farsi aggiornare il Pass Gare e notificare le due vittorie appena ottenute, si fermò nel corridoio a guardare due disegni affissi alle pareti.
    «Ah già, quasi dimenticavo».
    «Heeeeey amico!» Un tipo con un basco in testa e i pantaloni spropositatamente larghi lo chiamò dall’altro lato del Salone e lo avvicinò: «Amico, ti piacciono i miei disegni? I tuoi Pokémon mi hanno davvero ispirato, oggi!»
    «Amico, hai fatto davvero un ottimo lavoro» si complimentò il coordinatore dandogli una pacca sulla spalla e mostrando un’espressione di apprezzamento, mentre pensava che i ritrattisti di Porto Alghepoli erano tutta un’altra storia, proprio niente a che vedere con quegli scarabocchi laggiù.
    «Grazie, grazie! Se passi domani ti regalo una copia di questi disegni!»
    «Splendido, amico mio! Allora a domani, non vedo l’ora!»
    Si allontanò con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e poi concluse, fra sé: «Sì e come no…»
     
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    Passò il resto della giornata del 12 Agosto a capire come avrebbe dovuto spendere il premio in denaro ottenuto al Salone Gare. Si risolse con il pagarsi l’alloggio per la notte in una pensioncina di Mentania e con l’acquistare uno zaino blu e due Balls per Oddish e Numel.
    Il giorno dopo rimase egli stesso stupito del fatto che stesse tornando al Salone per farsi consegnare seriamente le copie dei disegni dei suoi Pokémon vincenti. Erano le undici del mattino e si rese conto che non sapeva più che fare per il resto della giornata, così entrò nel settore della platea per assistere alla Gara in corso. Credeva che si sarebbe annoiato a morte, ma almeno avrebbe potuto rimanere al fresco mentre fuori il sole spaccava le pietre.
    «Mimi, attacco Idropulsar!»
    Un Feebas sguazzava in una vaschetta circolare e trasparente, mentre si accingeva ad esibirsi durante la seconda fase di quella che pareva essere una Gara del segmento Bellezza.
    «Ahah, un Feebas. Non potevo mica aspettarmi qualcosa di serio qui a Mentania» commentò caustico Endaron.
    Il Pokèmon saltò fuori dall’acqua e mostrò al pubblico la sua mossa, facendo credere a tutti di star udendo un diapason suonare mentre uno spruzzo si alzò dalla vasca.
    «Aspetta un attimo…»
    Il pubblico pareva stregato da quel pesciolino più di quanto fosse attirato dall’Altaria, dal Camerupt e dal Medicham degli altri concorrenti. Anche i Giudici iniziarono a confabulare tra loro, con espressioni di ammirazione, mentre lo speaker commentava con enfasi: «Ooooohhh, signori, che grande mossa! Davvero un’esibizione bla bla bla bla…»
    «…ma quello con il cappellino grigio in testa e gli occhiali…lo conosco!»
    Nel frattempo, il coordinatore del Feebas si accorse dal palco che nella platea era seduto qualcuno di sua conoscenza. Appena lo vide la sua espressione mutò immediatamente e balbettò: «Ma…ma…quello è…»

    * * *



    «Permesso, permesso…fate passare…permesso! Dannazione, di questo passo lo perderò ancora!»
    Si faceva largo a fatica tra la folla che in quel momento abbandonava il Salone Gare, appena finita l’ultima esibizione della mattinata. Una corriera aspettava ferma vicino alla pensilina, con una fila chilometrica di passeggeri in attesa di salire.
    «Fate passare, fate passare, sono un medico!»
    Vedeva il suo ciuffo verde svettare nella fila dei passeggeri della corriera. Doveva spicciarsi, ma nessuno voleva saperne di dargli strada.
    «Non funziona nemmeno così. E allora...vai Mimi! Gelorag-!»
    Qualcuno gli mise una mano sulla spalla e fece: «Tranquillo, non c’è bisogno di trattare la gente come tesserine del domino».
    «Come scusa?»
    Il suo interlocutore, ancora alle sue spalle, gridò a squarciagola: «OMMIODDIO, MA QUELLO È ALEX SHWARZER!!!»
    Tutti si girarono all’istante, chi a destra chi a sinistra, rimanendo fermi sul posto. Il ragazzo che aveva fretta di passare così sfruttò l’occasione al volo per raggiungere il tipo con il ciuffo verde.
    «Wally! Wally!»
    Lo prese per il braccio e lo fece girare, ma rimase sbigottito: «W-wally?»
    «Sono Wallene, la cugina di Wally! Ma tu chi diavolo sei?!»
    «Aehm…io…sono un amico di Wally…»
    «Toglimi le mani di dosso prima che chiami le guardie!»
    «Sì, subito, scusa…»
    «SIGNORINA, FERMA LÁ! Non muova nemmeno un muscolo!»
    Wallene si irrigidì e fece, con i denti stretti: «Ma chi altro è..?»
    Endaron si avvicinò con passi lunghi e lenti, leggermente piegato sulle ginocchia e con le braccia stese in avanti, i palmi aperti bene in vista, mentre tutti iniziavano a fissarlo.
    «Un’attimo ancora…lei è in grave pericolo…»
    «Questo tizio sta cercando di derubarmi?»
    «No, peggio», Endaron arrivò vicino alla ragazza e portò cautamente la mano destra dietro l’orecchio sinistro di lei. Con un gesto fulmineo, tirò fuori una monetina. «Questa monetina stava tentando di ucciderla».
    Wallene mutò la propria espressione da tesa in attonita, profondamente attonita, sull’orlo di mandare entrambi i disturbatori a farsi fottere, ma poi scoppiò a ridere, chiedendo al nostro eroe: «Si può sapere che volete voi due?»
    «Voi due? Io non conosco affatto quest-»
    Endaron zittì il ragazzo che gli stava affianco, gli fece passare il braccio sinistro oltre la spalla e lo abbracciò, continuando con un sorriso stampato in faccia: «Pensavamo che fossi Wally, ma evidentemente abbiamo fatto un piccolo errore».
    «Tranquilli, ci confondono sempre tutti!»
    «Sai dirci se Wally è in città?»
    «No, il mio cuginetto è partito pochi giorni fa».
    «PARTITO? E PER DOVE??» fece disperato il ragazzo che Endaron teneva ancora abbracciato.
    «È andato a Iridopoli per rimettersi completamente in sesto! Sapete, lì l’aria è ancora più pulita e incontaminata che qui a Mentania…»
    «Ma che scalogna…»
    «Aspetta un momento…ma adesso che ci penso, tu devi essere Ruby!»
    «Sì, sono io…»
    «Wally effettivamente moriva dalla voglia di incontrarti di nuovo, dopo l’incidente che capitò quella notte nel bosco…»
    Il ragazzo di nome Ruby annuì mestamente, mentre Wallene si rivolse a Endaron: «Tu invece chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti, ma sembra che tu e Ruby siate grandi amici!»
    «Piacere, io sono Endaron! Io e Ruby…»
    «…non ci siamo mai incontrati prima d’ora» finì l’altro.
    «Beh, tecnicamente è vero…»
    «Quindi mollami subito prima che chiami IO le guardie!»
    «Hey hey manteniamo la calma…»
    In quel momento, altre due persone si aggiunsero alla conversazione. Una aveva un microfono in mano, l’altro una telecamera sulla spalla.
    «Vieni Tyler, questo ragazzo ieri ha letteralmente fatto i fuochi d’artificio al Salone Gare!»
    «Arrivo arrivo!»

    «Ciao Endaron! Io sono Maryanne, di Hoenn TV».
    Iniziò la rituale intervista ai vincitori delle Gare al Salone e, dopo Endaron, la reporter colse la palla al balzo e fece anche quattro chiacchiere con Ruby – che aveva sbaragliato gli avversari di tutti e cinque i Segmenti in quella sola giornata.
    «E così vi conoscete?» chiese sorpreso il coordinatore con il cappellino.
    «Tecnicamente è la prima volta che lo guardo in faccia» fece Maryanne «ma da quanto ho sentito, ieri i suoi Numel e Oddish hanno dato lezione a tutto il Salone su come ci si esibisce in Gara».
    «E così…» Ruby si voltò e squadrò Endaron di sottecchi «anche tu sei un coordinatore?»
    «Amico mio», Endaron gli mise una mano sulla spalla, «ne devi fare di strada per arrivare al mio livello».
    «Ma davvero? E dimmi, quanti fiocchi hai vinto fin’ora?»
    «Beh…Fiocco Bellezza Normale e Fiocco Acume Normale, ma ho lasciato tutti i miei Super Fiocchi nell’altro paio di pantaloni».
    «Super Fiocchi? Ma di che stai parlando?»
    «Amico, io ho vinto i Gran Festival di Sinnoh e Unima».
    Con gli occhi luccicanti Maryanne fece riaccendere la telecamera al suo collega e riprese: «Endaron ti prego continua a parlare ai telespettatori delle tue grandi imprese!!»
    «Beh, che dire: ho affrontato grandi rivali, famosi in tutto il mondo…come Madame Fannie di Cuoripoli, o anche…»
    Ruby si girò infuriato e iniziò a fare l’imitazione del nostro eroe, aspettando che finisse di ciarlare nel teleobiettivo mentre Maryanne andava sempre più in brodo di giuggiole.
    Dopo aver narrato con soddisfacente verosimiglianza le sue encomiabili gesta in terre straniere (mai compiute da nessuna parte), Endaron salutò il pubblico dell’emittente televisiva e Maryanne stava per svenire perché aveva trovato un grande avventuriero da poter seguire ventiquattr’ore su ventiquattro e che le avrebbe fatto produrre tonnellate di materiale avvincente da mandare in onda.
    «Non credo a una singola parola che hai detto, Endaron» lo schernì Ruby. «Per il momento conta quello che mi puoi mostrare, e fino a prova contraria io ho più del doppio dei fiocchi che hai vinto tu».
    «Calmo amico, sono arrivato da poco a Hoenn e non ho ancora avuto il tempo di ambientarmi…»
    «Vale lo stesso per me! Sono qui da qualche mese, trasferitomi da Yotho!»
    «Bene allora, che ne dici di farmi vedere di che pasta sei fatto?»
    «È una lotta Pokémon quella che vuoi?»
    «Ho solo due Pokémon con me, quindi un 2VS2 andrà benissimo per rompere il ghiaccio».
    Il ragazzo con il cappellino grigio e rosso si mostrava piuttosto tentennante, con il capo chino, incerto se accettare la sfida o tirarsi indietro.
    «Hai fifa, Ruby?»
    «…»
    «Uhm, di solito in queste situazioni si risponde “No, io gioco a PES”…»
    «…»
    «Avanti, qual è il problema?»
    «…e va bene…ci sto».
    «Allora io mando in campo i miei Numel e Oddish!»
    «Io invece opto per Zuzu, il mio Marshtomp, e Popo, il mio Castform…»
    «Tsk, parti già in vantaggio…ma non sarà di certo un problema. Non per me, almeno! Ahah!»
    «Vedremo» sibilò Ruby.

    Nella piazza antistante il Salone Gare erano già parecchi minuti che la gente aveva capito che aria tirava, e così tutti si fecero da parte e formarono un cerchio, per assistere all’imminente battaglia. Qualche agente di polizia sonnacchioso controllava che tutto si svolgesse con ordine. La corriera era partita e Wallene si era dimenticata di salirvi.
    «Pronto, novellino?»
    «Ti raccoglieranno col cucchiaino quando avremo finito, Endaron».
    Zuzu guardava bieco Numel mentre gli colava un rivolo di moccio dal naso. Le foglie di Oddish vibravano tese, mentre la Malerba aveva lo sguardo fisso su Popo. I quattro Pokémon erano schierati in campo e pronti per la battaglia.
     
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  11. Protenix
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    No.

    Non sono morto. Ecco che commento, tranquilli.
    Spettacolare come sempre. Ebbene si, ho scelto le gare. Secondo me saranno sempre più fighe e raffinate delle lotte, e poi le lotte sono troppo mainstream, diciamolo... ù.ù

    Ottima la storia fin'ora, non mi pento affatto di non averla voluta sapere in anticipo. Piccoli i capitoli, peccato, ma non si può avere tutto (l'avrò ripetuto un centinaio di volte). Aspetto con ansia il prossimo :sisi:
     
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  12. Sommo Albi
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    Non capirò mai cosa ci trovi nelle Gare, almeno credo. Ma poiché non sfigurano la storia e, anzi, le danno un tocco di originalità, non vedo perché contestarle.
    Quello che contesto è... ma perchè diamine non me l'hai detto prima che avevi postato il capitolo?! :bad: Non so se perdonarti per la consueta qualità e per il tabellone che hai fatto di là o se vendicarmi anche di questo quando ci demenzieremo face to face, ma per ora scelgo la prima opzione. Per ora.

    P.S.Posta il prossimo. :asd:
     
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    «Inizia il più veloce! Vai Popo, attacco Grand-»
    «FERMI!!» Maryanne si gettò al centro del campo di battaglia e interruppe il combattimento. «C’è un’emergenza! Mi hanno appena telefonato: una sezione del Tunnel Menferro è crollata! Dobbiamo andare subito sul posto per prestare soccorso – e per filmare in diretta le operazioni!!»
    «Tunnel Menferro? Oh Dio…RILEY!!»
    Wallene trasalì e si infilò nel furgoncino di Hoenn TV assieme ai due reporter, a Ruby e ad Endaron: il suo ragazzo lavorava proprio in quel cantiere! Poteva essere rimasto ferito…o disperso! Doveva salvarlo a tutti i costi! Riley!
    Nel giro di qualche minuto il veicolo arrivò sul posto: i suoi passeggeri erano fra i primi ad essere arrivati all’ingresso del tunnel. Nell’aria era ancora in sospensione la coltre di polvere che proveniva dall’interno del cantiere, dove si lavorava per aprire una breccia nei rilievi che circondavano la vallata di Mentania. Una simile opera avrebbe facilitato notevolmente il tragitto dei pendolari da un lato all’altro della regione: il Tunnel Menferro avrebbe ridotto del 70% i tempi di percorrenza Ciclamipoli-Ferrugipoli, come dicevano i cartelloni pubblicitari qua e là. Le macchine da lavoro erano parcheggiate all’esterno della galleria, ferme. Nessun mezzo di soccorso era ancora sul posto.
    «Andiamo a vedere! Dove sono i dispersi? E i feriti? Com’è la situazione? Oh, ma perché questo postaccio è crollato? Come farò? Come farò? Ril-»
    Maryanne prese per le spalle la ragazza in iperventilazione, la spinse contro una delle massicce colonne in cemento armato all’ingresso del tunnel, la fissò negli occhi e le scandì bene di rimanere calma e di aspettare che arrivassero le squadre di recupero. Loro potevano farsi male e peggiorare la situazione. Invece i professionisti avrebbero fatto il loro mestiere con sicurezza e rapidità, e avrebbero risolto la crisi in men che non si dica.
    «COLPODIFANGO!»
    Mentre la reporter faceva quel bel discorso politicamente corretto a Wallene, Ruby si era già attivato autonomamente per sgomberare le macerie crollate dal soffitto con l’aiuto del suo Zuzu. La pressione dell’acqua sparata da Marshtomp ridusse i macigni in pietruzze e le mescolò fino ad amalgamarle in fanghiglia, che fluì via in brevissimo tempo. Nel frattempo, il Numel di Endaron rischiarava i dintorni mantenendo acceso un braciere sulla sua gobba. Il ragazzo si guardava intorno con le mani nelle tasche: analizzati il soffitto ancora integro e i piloni rinforzati ancora in piedi, concluse che non si era trattato di un cedimento strutturale.
    «ATTACCO FORZA!»
    Sgomberato l’impedimento più grande, il Pokémon si addentrò nel cumulo franato e ne tirò fuori un sopravvissuto, portandolo al sicuro con le sue forti braccia pinnate.
    La ragazza ormai era degenerata in un pianto isterico, ma appena vide il superstite si illuminò e lo abbracciò: «RILEY!!»
    Annusò l’aria per vederci più chiaro in quel che era successo: l’odore di fango umido non fu l’unico che sentì. Mentre continuava a guardarsi intorno, notò un frammento di roccia che ruzzolava giù dal cumulo di macerie infondo che ancora ostruiva il passaggio.
    «Ehi novellino», fece Endaron con noncuranza, «sta per crollarti un masso sulla zucca».
    «Come?!»
    Ruby ebbe un sussulto e si abbassò istintivamente, mentre alzò lo sguardo. Il detrito fu fermato da Numel ancora prima che abbandonasse il cumulo da cui ruzzolava: un preciso attacco Fuocobomba lo liquefò, sprigionando un’intensa vampata di calore nel punto dell’impatto.
    «Siamo uno a zero per me».
    «Pfui» fece Ruby, asciugandosi la fronte.

    «Ahahahaha!»
    Ruby si girò di scatto: «Chi c’è?»
    «Volevamo radere al suolo il Tunnel in segreto, ma a quanto pare dovremo buttarlo giù assieme a qualche curiosone di troppo!»
    «Ah, dannazione, è vero…»
    «Endaron! Riesci a riconoscere questa voce?»
    «Guardati le spalle Ruby: da un momento all’altro spunterà il Team Magma…»
    «Il…Team Magma?»
    Cinque uomini vestiti di rosso e nero, con un cappuccio sulla testa e una mantellina scura sulle spalle, si fecero avanti, sulla cima del cumulo di macerie.
    «Preparatevi a essere sepolti vivi!» «I terremoti accrescono il vantaggio della terra sui mari!» «Presto la terra vincerà la propria battaglia!» «Non ci faremo fermare da voi!»
    «Avete finito di dire cazzate, uomini?»
    «Sì, signora» risposero piccati in coro.
    Si fece viva anche una sesta figura femminile alle spalle degli incappucciati, che sotto il copricapo cornuto mostrava un volto giovane e aggraziato, e iniziò a parlare: «Le condizioni sono semplici: o sparite all’istante o morite».
    «Piuttosto, preparati a combattere!!»
    Tyler e Maryanne schierarono i loro Magnemite e Skitty, pronti a dare filo da torcere ai Poochyena e Zubat che le Reclute Magma avevano appena sguinzagliato giù dal pendio.
    Dopo pochi secondi, le calamite del Pokémon Magnete iniziarono a vibrare: tutti i pipistrelli in volo verso di esso iniziarono a perdere l’orientamento, a sbattere l’uno contro l’altro e a cozzare violentemente contro le pareti del tunnel. Le Reclute, contrariate, imprecavano, mentre Endaron constatava, impassibile e con le mani ancora in tasca: «Uhm, ottima mossa, l’attacco Supersuono di Magnemite dà parecchio fastidio a dei Pokémon che per natura si orientano con gli ultrasuoni…»
    Nel frattempo, diversi Poochyena si erano radunati tutti intorno a Skitty, con la lingua di fuori. Il Pokémon Micio non sembrava avere intenzione di attaccare, ma scuoteva semplicemente la coda e si leccava le zampine.
    Endaron continuava ad osservare la battaglia, sfilò una mano dalla tasca e iniziò a strofinarsi il mento: «Interessante…l’attacco Attrazione di Skitty ha un effetto ancora più potente sui Poochyena perché appartengono entrambi allo stesso Gruppo Uova…»
    Vedendo che i due amici stavano avendo la meglio sugli avversari, Ruby esitò a schierare in campo i propri Pokémon, ma prima che potesse decidersi a farlo la Magmatenente scese in picchiata su di lui, in groppa ad uno Swellow, e lo afferrò per il collo della maglietta, tenendolo saldo nella sua presa e portandolo via. A nulla servirono i suoi tentativi di dimenarsi: i guanti della ragazza erano cosparsi di resina vegetale – il miglior collante che la natura possa offrire, come si vantò lei durante il poco ortodosso trasporto.
    Superato agilmente il cumulo di macerie che bloccavano il tunnel, lo Swellow proseguì il volo per diversi minuti. I lavori nei mesi precedenti erano andati parecchio avanti: la sezione sgombra e già scavata proseguiva per decine e decine di metri più avanti, senza alcun segno di cedimento sulle colonne o sugli architravi. Il crollo appena superato doveva essere stato provocato da qualche carica esplosiva piazzata intenzionalmente, appurò Ruby, mentre rimaneva in silenzio ancora trattenuto per lo zaino dalla ragazza.
    Dopo aver deciso di essersi allontanata abbastanza dal teatro degli scontri, la Magmatenente atterrò nuovamente e lasciò che Ruby ruzzolasse sul pavimento roccioso della galleria.
    «Ouch…ma che vuoi da me? Chi sei?»
    «Non ti ricordi, tesoro?» fece lei, mielosa, mentre accarezzava lo Swellow e gli dava una Pokémella, «Ci siamo già incontrati sul relitto del Percorso 107…»
    «…»
    «Noi del Team Magma ricordiamo tutto, ogni cosa» continuò tranquilla, mentre applicando una leggera pressione staccò dal suo copricapo uno dei due corni che lo adornavano. Da esso salì rapida una cortina di fumo, in cui iniziarono a formarsi delle vaghe immagini di quel posto e di quell’incontro: lei, il suo compagno Mitch, Ruby, Sapphire, Minun, Plusle, il detector…
    «Da quando ho capito che mi avresti messo i bastoni fra le ruote ho iniziato a seguirti, ad osservare le tue mosse, a prevedere i tuoi spostamenti. Adesso sappiamo tutto di te, Ruby».
    «..!»
    «Prima di dirti addio, però, voglio vedere cosa sei in grado di fare! ATTACCA, NINETALES!»
    Dalla sua Pokéball schizzò fuori il Pokémon a nove code, che si lanciò immediatamente all’attacco dell’allenatore indifeso, sfoderando gli artigli. Ruby parò come meglio potè i colpi che gli vennero inferti dalle unghiate della volpe, finchè non rovinò per terra supino.
    «Beh, non ti difendi?»
    Il ragazzo si rimise in piedi e lanciò tutte le sue Ball: Zuzu, Nana, Coco, Mimi e Popo scesero in campo. Prima che potessero organizzare il contrattacco, Ninetales si bloccò qualche istante per concentrarsi: i suoi muscoli si contrassero tutti all’unisono e le sue pupille si ridussero a un paio di fessure.
    «Colpodifango! Riduttore! Schianto! Bollaraggio! Polneve!»
    Il Pokémon della Magmatenente evitò agilmente tutti gli attacchi, sgusciando da una parte all’altra a velocità impressionante.
    «Continuate! Fangosberla! Sgranocchio! Assistente!»
    Niente. Ninetales eluse ancora tutti gli attacchi e iniziò a fare terra bruciata con un poderoso attacco Lanciafiamme. Mentre Ruby focalizzava tutta la sua attenzione unicamente nell’impartire comandi ai suoi Pokémon, la donna riprese, divertita: «Sai, noi tenenti del Team Magma abbiamo modi differenti di usare il fuoco, come hai potuto sperimentare in prima persona…Mitch usa le cortine di fumo del suo Torkoal per asfissiare e addormentare il suo avversario. Mack usa le fiamme del suo Slugma per confondere e disorientare il bersaglio. Io, Marge…USO IL FUOCO PER CARBONIZZARE OGNI COSA!!»
    «E ti pareva…»
    La battaglia non durò molto: dopo pochi altri assalti, Ruby fu costretto a ritirate tutta la sua squadra, eccetto Zuzu, che non voleva mollare seppur gravemente ustionato.
    «Falla finita, attacco Ondacalda!»
    Il Pokémon volpe piantò bene le zampe nel terreno e soffiò una vampata di aria bollente contro Marshtomp e il suo allenatore, mandandoli entrambi al tappeto.
    Richiamato da parte Ninetales, la tenente si avvicinò a Ruby, che ancora in ginocchio ansimava, con la fronte imperlata di sudore e il volto scottato dalle fiammate che lo avevano investito, gli prese con dolcezza il mento e gli alzò la testa, in modo che potesse fissarlo negli occhi: «Non voglio che tu muoia così: sei ancora un bambino e ti sei immischiato in una faccenda cento volte più grossa di te. Però non sembri niente male nell’addestrare Pokémon, quindi…»
    «..?»
    «…vuoi unirti a noi, Ruby? Vuoi entrare nel Team Magma?»
     
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  14. Nightdrake
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    Senza offesa, come allenatore di pkmn Ruby è una pippa; non vince neanche uno scontro 5 vs 1!
     
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    «SONICBOOM!»
    «ATTACCO MORSO!»
    «ATTRAZIONE!»
    «VELENODENTI!»
    La battaglia proseguiva, ma Endaron sembrava esserne completamente disinteressato, finchè non ruppe il suo silenzio squillando: «Ehi, un Whismur!»
    «Endaron», lo ghiacciò Maryanne da parecchi metri di distanza, «ti sembra il momento di perderti a guardare gli Whismur? Vieni a darci una mano, invece!»
    «Non ce n’è più bisogno! Piuttosto, trovate tutti un riparo!!» fece lui, andando a ripararsi di corsa dietro una colonna sporgente che sorreggeva il tunnel.
    «Ma perché..?!»
    I piccoli Pokémon Sussuro frignavano da parecchio tempo per via di tutti i rumoracci che si stavano scatenando nel tunnel. Era questione di minuti che arrivassero le mamme e i papà a consolarli, aveva pensato Endaron. E infatti ci aveva visto giusto: dal cunicolo dove si erano rifugiati gli Whismur fecero capolino una decina di Loudred e anche un Exploud. La loro comparsa nella galleria principale fece calare il silenzio: gli scontri si fermarono e le facce dei contendenti si tinsero d’orrore.
    «GIU’!!»
    Le onde sonore ad altissima potenza sparate dalle fauci dei Pokémon scossero tutto il Tunnel Menferro, spazzando via completamente le macerie che ancora ostruivano il passaggio e mandando in pezzi anche i vetri del furgoncino di Hoenn TV. Le reclute del Team Magma, che fino a quel momento avevano battagliato aggrappate alle rocce del cumulo franato, caddero al suolo come sacchi di patate, mentre i loro appigli finivano polverizzati. Tyler e Maryanne si gettarono per terra e si coprirono le orecchie.
    Dopo svariati minuti passati in quella posizione, con le orecchie che ancora fischiavano, il cameraman riprese a fiatare: «Oooww…il petto…stava per implodermi…»
    La reporter si alzò, ancora un po’ barcollante, e scosse per le spalle il suo collega: «Riprenditi Tyler! Dov’è Endaron?»
    «Endaron…è qui affianco a me…»
    «No che non è affianco a te!»
    «Ah…allora…è stato spazzato via dall’attacco! Lo vedevo un po’ troppo gracile, quel ragazzo…»
    «Muoviti, dobbiamo cercarlo! E dobbiamo anche andare a salvare Ruby dalle grinfie di quella tipa in rosso!»
    «Eh…ma a me gira la testa…e le orecchie mi fanno iiiiiiii…»
    Maryanne lo sollevò di peso e lo buttò disteso nel furgoncino, sui sedili posteriori. Riley e Wallene erano già a bordo, pronti a partire. La reporter fu l’ultima a salire e appena chiuse lo sportello dietro di sé ingranò la marcia e sgommarono via, addentrandosi sempre più nel tunnel.

    * * *



    «…vuoi unirti a noi, Ruby? Vuoi entrare nel Team Magma?»
    «…dovrei unirmi ad un branco di farabutti che hanno tentato di affondarmi con un relitto, di annegarmi in un sottomarino e di seppellirmi sotto un tunnel?»
    Immaginando già la risposta che stava per ricevere, la ragazza si rialzò in piedi, ancora di fronte al giovane. La sua espressione si fece dura: occhi stretti e sopracciglia aggrottate. Continuava a fissare Ruby, che l’aveva seguita con lo sguardo.
    «Allora?»
    «Vai a farti fottere!»
    Lo prese per il collo della maglietta e lo tirò su con la forza, lui la prese per gli avambracci. Dopo averlo afferrato con entrambe le mani gli assestò una violenta ginocchiata nello stomaco, che gli tagliò il respiro e gli fece abbandonare mollemente la presa. Si allontanò e lasciò che si accasciasse nuovamente per terra.
    «Finiscilo, Ninetal-»
    PLOOOUUUD!!
    Marge digrignò i denti e si portò una mano al petto, scosso all’improvviso dall’eco profondo dell’attacco Granvoce che gli Exploud avevano lanciato poco prima all’inizio del tunnel. Ninetales rintanò il muso fra il pelo delle sue code e se lo coprì con le zampe. Ruby approfittò di quella distrazione per affidare tutte le sue Ball a Zuzu e ordinargli: «Vai via e porta i tuoi compagni in salvo!»
    Il Pokémon, con un’espressione desolata sul volto e il moccio che gli colava dal naso, prese le Ball fra le braccia pinnate e iniziò a correre più veloce che poteva verso l’ingresso del tunnel.
    «Mettere in salvo i tuoi Pokémon non salverà te, Ruby! Ninetales, LANCIAFIAMME!»
    Sfruttando le ultime briciole di forza che gli erano rimaste in corpo, il ragazzo rotolò di lato e si riparò dietro la colonna sporgente di cemento armato più vicina. La fiammata si infranse contro il calcestruzzo, dissipandosi senza ulteriori danni.
    «LANCIAFIAMME!»
    Il Pokémon volpe lo aveva aggirato e stava per arrostirlo, ma Ruby si tuffò di lato ancora una volta ed evitò il colpo.
    «TURBOFUOCO!»
    Con un particolare movimento del muso, Ninetales riuscì a generare una fiammata che avvolse il ragazzo in un vortice di fuoco. Ormai non aveva più scampo.
    «Preparati a morire, tesoro».
    Ruby era in ginocchio, aveva lo sguardo basso, tossiva per il fumo e per l’aria arroventata che lo asfissiavano, tremava.
    «LANCIAFIAM-»
    «NON OGGIII!!!»
    Spesso nei film di guerra i soldati stremati al fronte gioiscono quando si suona la cavalleria, quando “arrivano i nostri”. Aeroplani che scaricano le mitragliatrici sul nemico, carri armati che bombardano le fortificazioni, corazzate che hanno iniziato a far cantare i cannoni e via discorrendo. In quel momento, quando alzò lo sguardo, Ruby si sentiva alla stessa maniera, era una Pasqua, contento di non dover dire ancora addio ai suoi amici, ai suoi Pokémon, di non dover dire addio anche a lei… Però ciò che si trovo difronte non era esattamente un cavaliere impavido, alla carica con la sua lancia e il suo scudo. Era…era un Endaron che procedeva a velocità folle contro Ninetales in groppa al suo Numel, tenendosi aggrappato alle orecchie del suo Pokémon e urlando come un invasato.
    «FUCKEEEEEE-»
    Quando l’attacco Riduttore andò a segno, Ninetales fu sbalzato via di parecchi metri, Endaron fu disarcionato e fece la stessa fine, e Numel stesso rimase inchiodato per terra, rintronato dalla capocciata che aveva appena preso. Non appena il contatto tra il Pokémon volpe e il suo bersaglio fu interrotto, il vortice di Turbofuoco svanì, lasciando che Ruby prendesse una boccata d’aria.
    «Ninetales! Fai fuori anche questo scocciatore! Attacco Ondacalda!!»
    Endaron si rialzò prontamente e, mentre si massaggiava la tempia con la mano sinistra, con la destra puntò l’indice e sentenziò: «NON CREDO!»
    Numel si riprese all’istante e girò la testa verso il proprio allenatore, in attesa di ordini.
    «ATTACCO MAGNITUDO!»
    Il dromedario giallo tirò una seconda capocciata, ma questa volta direttamente contro il terreno. L’esito della veemente mossa fu un fenomeno tellurico istantaneo e paurosamente forte: un masso si staccò dal soffitto e rovinò di sotto, centrando Ninetales in pieno.
    La donna urlò spaventata e corse verso la volpe: «NO! Ninetales!!»
    Endaron nel frattempo si era avvicinato a Ruby e lo aveva aiutato a tirarsi su. Dopo essersi assicurato che riuscisse a muoversi con le proprie gambe, richiamò Numel nella Ball, girò i tacchi e iniziò a seguire il compagno nella fuga.
    «DOVE CREDETE DI ANDARE?!» strillò infuriata Marge, mettendo già mano alla cintura per chiamare in campo il suo Swellow.
    Anche Endaron mise mano alla cintura: sganciò la sua seconda Pokéball e la lanciò per aria, lasciandone uscire Oddish. Lo prese al volo con la mano destra, mentre con la sinistra riagganciava la Ball al suo posto. Non appena potè, sempre continuando a scappare a gambe levate, si assicurò il Pokémon Malerba fra i palmi di entrambe le mani e, tenendolo sospeso sulla testa, gli urlò eccitato: «COPRICI LA RITIRATA!!»
    Oddish, che a differenza del suo allenatore stava guardando in volto il nemico all’inseguimento, iniziò a scuotere il ciuffo verde e a rilasciare una fitta coltre di polveri e spore. Swellow, che già quasi li aveva raggiunti, iniziò prima a rallentare il suo volo e poi si fermò del tutto, piombando a terra inerme. Anche la Magmatenente fu costretta a demordere dall’inseguimento, in preda a spasmi e conati per via delle polveri tossiche che stava inalando.
    Sulla via del ritorno Endaron e Ruby incrociarono Maryanne e Tyler, che li caricarono sul furgoncino di Hoenn TV e li portarono fuori da quell’inferno: le ripetute fiammate e le sostanze velenose in sospensione avevano reso l’aria irrespirabile.
    «La Polizia sta arrivando? Quella criminale deve essere assicurata al lungo braccio della Legge!»
    Maryanne, alla guida, indicò diritto davanti a sé: «Non temere Endaron, stanno arrivando! Eccoli, guarda».
    Il ragazzo si sporse dal finestrino, ma rimase un po’ deluso nel guardare una manciata di agenti di polizia in groppa a dei Mightyena e uno in groppa ad un Arcanine che procedevano al galoppo in senso contrario. «Tsk, certo, non potevo mica aspettarmi i cellulari della S.W.A.T. come a Città di Domino…» commentò sottovoce.
    Qualche minuto ancora e finalmente tutti poterono tornare a vedere la luce del sole: usciti dal tunnel, videro le squadre di soccorso che si stavano coordinando, pronte ad entrare per sgomberare il tunnel. Vigili del fuoco accompagnati da Blastoise e Swampert, squadre di genieri con Machamp al seguito e diversi agenti di polizia che sorvegliavano il perimetro tenendo alla larga la folla.
    «Alla buon ora! Fermiamoci e diamo una mano!»
    «Endaron», fece Wallene preoccupata, «dobbiamo portarvi in ospedale».
    «Ospedale? Ma scherzi?! Io sto benone e il pivello qui affianco si è solo bruciato le sopracciglia!»
    Mentre Ruby rantolava rannicchiato sul sedile, la ragazza sfiorò la fronte di Endaron e poi gli mostrò i polpastrelli unti di sangue: «Hai la testa rotta, altro che benone».
    «Uhm, dev’essere stato il rinculo di Riduttore. Beh, ma almeno dobbiamo avvisarli del pericolo batteriologico all’interno del tunnel! Devono usare attrezzature specifiche!»
    Maryanne mise fine alla conversazione: «Niente storie, giovane! Vi parcheggiamo in ospedale e ve ne rimanete buoni laggiù!»
    «Fuck that, sono ancora abituato a essere preso a botte da Mostri Synchro di Livello 8 e a uscire praticamente illeso dai Duelli…»
     
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