Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    Cari lettori, potete farmi un piacere? Sì? Grazie. Andate a cercare un direttore di un albergo in montagna che sostiene di avere il wi-fi e dategli un pugno. Non spiegategli nulla, non presentatevi nemmeno. Ma sappiate che è la cosa giusta da fare.

    Ora, a parte gli scherzi, finalmente sono tornato a casa dopo settimane di assenza dal forum, ed oltre al terrore di vedere quante discussioni devo riprendere, posso finalmente pubblicare il cinquantesimo capitolo della fan fiction dopo tanta assenza (il prossimo anno a Natale mare, mai più montagna).
    Riassunto veloce delle ultime cose per ricollegare voi (ma soprattutto me :asd: ): abbiamo lasciato Rayshin alle prese con Sirius, famigerato Ibrido dell'ancor più famigerato Dottor Gren, che lo ha creato come vera e propria antitesi del ragazzo. Nel duello, infatti, Sirius è riuscito con le sue Fiamme Chimeriche a neutralizzare gli effetti delle Virtù Angeliche, ed ha rivelato che grazie alle informazioni di Sola e Mane ha potuto migliorare il suo Deck in vista del duello.
    Come finirà questo duello apparentemente impossibile per Rayshin? Riuscirà a vincere come Esteban? O perderà oltre al duello anche la vita? La risposta in questo capitolo, buona lettura.


    CAPITOLO 50 – LA SECONDA VIRTU' CARDINALE

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 19:15 - New York, Other

    Rayshin era appena stato travolto dall'attacco di Manticora Fiamma Chimerica, ma prima che la sua Virtù Angelica venisse distrutta il ragazzo esclamò: "Attivo dalla mia mano l'effetto di Virtù Angelica – Humanitas! Quando un mostro "Virtù Angelica" sul mio terreno sta per essere distrutto, posso Evocare Specialmente questa carta, in posizione di Difesa, negando tale distruzione, e fintanto che Humanitas resterà scoperta sul mio terreno io non ricevo alcun danno, né da battaglia né da effetto!".
    In quello stesso istante le fiamme generate dall'attacco di Sirius vennero risucchiate all'interno di due giare dorate, sospese e levitanti in aria, che accompagnavano la nuova creatura di Rayshin: si trattava anch'essa di una donna angelica inchiodata ed incatenata ad una croce d'argento, con i capelli color rame che le ricadevano in trecce sparse sul viso (ATK 100 DEF 100 LV 8).
    "Quando si dice essere baciati dalla fortuna, che sempre restando in tema con il duello è la Virtù più imprevedibile tra tutte quelle che baciano l'uomo! Ma in ogni caso non ho nulla da temere, al prossimo turno mi sbarazzerò anche di Humanitas ed allora sì che patirai, soffrendo atrocemente, tutti i danni che invece avresti potuto subire in questo turno! Posso ritenermi comunque soddisfatto, e per ciò ti cedo il turno!" borbottò Sirius, guardando con astio la nuova creatura di Rayshin mentre terminava il suo turno e la Manticora tornava al suo posto.

    SIRIUS: 4000
    RAYSHIN: 3000

    Il ragazzo guardò ansimando le due creature sul suo terreno, per poi posare lo sguardo su quelle di Sirius riflettendo: "Assurdo... E' come nel duello contro Louis, anche contro questo qui gli attacchi mi causano dolore reale... Eppure il fuoco delle sue creature non sembra tanto bruciare quanto semmai scaldare fino a diventere insopportabile! Devo stare attento, molto attento!".
    "Allora tocca a me, pesco!" dichiarò quindi il ragazzo pescando dal suo Deck, per poi aggiungere: "Siccome tutti i mostri che controllo sono di Attributo Oscurità, posso Evocare Specialmente Virtù Angelica – Castitas in posizione di difesa!". Al fianco di Humanitas ed Industria apparve quindi una terza croce d'argento con inchiodata sopra un'altra donna angelica, mentre due spade argentee apparvero levitanti davanti alla creatura (ATK 100 DEF 100 LV 8).
    "Attivo quindi l'effetto di Castitas, che mi permette di Evocare Normalmente un'altra "Virtù Angelica" con nome diverso dalla mia mano o dal mio Deck, ed io scelgo Virtù Angelica – Patientia in posizione di Difesa!" aggiunse quindi il ragazzo, giocando una seconda carta prendendola direttamente dal suo Deck. Patientia comparve quindi in campo alla sinistra di Industria, mentre due sottili nastri rossastri con decorazioni circolari poco più scure presero a volteggiarle attorno (ATK 100 DEF 100 LV 8).
    Sirius guardò con attenzione tutte e quattro le creature di Rayshin, assumendo un'espressione di orrore ogni volta che i suoi occhi si posavano sui chiodi che martoriavano i polsi ed i piedi degli angeli, per poi commentare: "A quale pro aumenti in misura sempre maggiore le tue schiere di mostri? L'effetto di Industria che permette di potenziare le tue Virtù Angeliche a scapito della potenza dei miei mostri è inservibile!".
    Il ragazzo allora gli sorrise e spavaldamente gli rispose: "Non preoccuparti, le tue Fiamme Chimeriche sono sì carte ostiche, ma ciò non significa che io non possa spegnerle! Quando Patientia scende in campo tutti i mostri attualmente sul terreno del mio avversario non possono né cambiare posizione né dichiarare un attacco!". Ciò a cui mirava però Rayshin era tutt'altro, mentre si ripeteva tra se e se: "Non posso distruggere le sue creature con le Virtù Angeliche... L'unica scappatoia che mi resta è quella di usare Virtù Cardinale – Prudentia, ma per Evocarla devo prima avere cinque mostri! Fino ad allora mi conviene temporeggiare il più possibile!".
    L'Ibrido allora lo guardò immobile per qualche secondo, per poi schioccare le dita dichiarando: “Se speri di potertela cavare contro di me giocando la tua Virtù Cardinale, sappi che non sarà così semplice! Sono più che preparato a resistere ad ogni tuo assalto, per cui ogni tua resistenza è inutile!”.
    "Ma... Ma come fai a sapere di Prudentia!? Contro Sola e Mane non l'ho utilizzata!" osservò agitato Rayshin, mentre una goccia di sudore gli scendeva lungo la fronte. Solo ora si rendeva conto di quanto la situazione fosse peggiore di quanto avesse immaginato e di quanto avesse sperato.
    Sirius si batté con forza la mano sul petto, esclamando: "Per chi ci hai presi? Noi siamo esseri superiori, l'apoteosi della catena evolutiva! Nulla può nascondersi alla nostra vista, neppure i più reconditi segreti del Deck dell'avversario! Come hai giustamente notato tu Sola e Mane non hanno affrontato la tua Virtù Cardinale, per cui io non conosco i suoi effetti... Ma ciò non toglie che conosco la sua esistenza, e stai pur certo che farò tutto il possibile per impedirti di Evocarla!".
    "Dannazione!" esclamò Rayshin stringendo entrambe le mani dalla rabbia. "Se al suo prossimo turno riuscirà ad attaccare anche una sola delle mie Virtù sarò costretto a sprecare le mie due Evocazioni per tornare ad averne cinque in campo... Se solo mi fossi preparato con altri Xyz!" comprese affranto il ragazzo, ma piuttosto che dimostrare all'avversario i suoi problemi preferì ricavare quanto più possibile dalla sua attuale situazione, e per tanto continuò: "In ogni caso attivo l'effetto di Castitas, che mi permette di pescare dal Deck un numero di carte pari al numero di mostri "Virtù Angelica" sul mio terreno... E se tra le carte pescate ve ne sono alcune con "Virtù Angelica" nel nome, guadagno 700 Life Points per ognuna di esse!".
    Il ragazzo quindi pescò in un colpo solo le prime quattro carte dal suo Deck, e dopo averle guardate per qualche secondo le mostrò all'avversario, dichiarando: "Ho pescato la Carta Trappola Devozione alle Virtù, la Carta Magia Giara della Dualità, Virtù Angelica – Temperantia e la Carta Magia Fascino dell'Oscurità! Guadagno quindi 700 Life Points!". Mentre il ragazzo aggiungeva alla mano le carte appena pescate il suo corpo venne temporaneamente avvolto da una luce biancastra, mentre i suoi Life Points salivano (LIFE POINTS RAYSHIN: 3700).
    "Attivo quindi Fascino dell'Oscurità appena pescato, con cui pesco altre due carte dal mio Deck al prezzo di Bandire dalla mia mano un mostro Oscurità, in questo caso Virtù Angelica – Patientia!" dichiarò Rayshin, mentre pescava altre due carte dal suo Deck e ne toglieva una dalla mano.
    "Concludo quindi posizionando due carte coperte, e ti cedo il turno!" dichiarò infine Rayshin.

    RAYSHIN: 3700
    SIRIUS: 4000

    "Molto bene, questo spettacolo è durato anche troppo! Non ho più interesse né divertimento nel perdere tempo con te, per cui finiamola in fretta! Pesco!" gridò con rabbia l'Ibrido mentre pescava dal suo Deck.
    "Sfruttando l'effetto di Colonna Chimerica, Evoco Normalmente Peryton Fiamma Chimetica senza offrire Tributi!" dichiarò Sirius, mentre dalla voragine sottostante i suoi mostri una nuova creatura emerse dalle fiamme. Si trattava di una bestia quadrupede dal corpo simile a quello di un cervo, con sulla testa un paio di magnifiche corna fiammeggianti di color cremisi, e dai fianchi gli si allungavano per circa un metro e mezzo due ali costituite interamente da fiamme accese, simili a quelle che costituivano la sua coda (ATK 1600 DEF 1700 LV 6).
    Sirius quindi schioccò le dita con forza, e Peryton si coprì tutto il corpo avvolgendosi nelle ali. A fronte di quello strano comportamento Rayshin fece per chiedere spiegazioni, ma l'Ibridò esclamò immediatamente: "Sacrificati Peryton, e che dalla tua sofferta dipartita nascano due nuove speranze per la mia vittoria finale! Offro come Tributo la mia creatura assieme ad un mostro Fuoco nella mia mano per poter Evocare Specialmente dal mio Deck due mostri "Fiamma Chimerica"! Venite in campo sotto il mio comando, Idra Fiamma Chimerica e Sfynge Fiamma Chimerica!".
    Le fiamme delle ali di Peryton quindi avvolsero tutto il mostro trasformandolo in un'unica, grande palla di fuoco, che dopo pochi secondi si scisse in due sfere più piccole: all'interno di ciascuna di esse si formarono due sagome nere, che con ruggito emersero dal fuoco. La prima creatura era un enorme drago dal corpo rossiccio con otto sottili teste, ognuna delle quali aveva una cresta di fiamme dorate sul collo (ATK 2300 DEF 200 LV 6); la seconda creature invece era una bestia dal corpo leonino coperto per metà da un folta criniera di fiamme dorate, mentre il volto umano era adornato con un diadema ed una collana bluastri in stile vagamente egizio (ATK 1900 DEF 1900 LV 6).
    Rayshin guardò con sospetto le creature appena Evocate da Sirius, mentre un pensiero orribile si faceva strada nella sua testa: "Se sta Evocando così tanti mostri, e tutti di Livello 6, può mirare solo ad una cosa...", mentre a sua volta l'Ibrido continuava: "Attivo quindi l'effetto di Sfynge! Una volta per turno mi è permesso dichiarare un tipo di carta (Mostro, Magia o Trappola), e poi mandare la prima carta dal mio Deck al Cimitero: se il tipo di carta corrisponde a quanto dichiarato, mi è permesso Evocare Specialmente un mostro "Fiamma Chimerica" dal mio Cimitero o dalla mia mano! Andiamo, carta Mostro!".
    Detto ciò Sirius estrasse con forza la prima carta dal suo Deck, sollevando verso l'alto il suo mantello di fiamme in un gesto teatrale con entrambe le braccia. Dopo qualche secondo di silenzio in cui trattenne in fiato l'Ibrido guardò la carta appena pescata, e con un ghigno la mostrò a Rayshin aggiungendo: "Ho mandato al Cimitero Idra Fiamma Chimerica, una carta Mostro! L'effetto di Sfynge quindi mi permette di Evocare Specialmente la stessa Idra appena perduta!". Nel mentre la punta fiammeggiante della coda di Sfynge si era ingrossata talmente tanto da raggiungere l'altezza delle altre creature di fuoco, per poi esplodere rivelando un altro drago a otto teste, in tutto e per tutto simile a quello appena Evocato pochi minuti prima (ATK 2300 DEF 200 LV 6).
    "Adesso sovrappongo la prima Idra Fiamma Chimerica con Cerbero Fiamma Chimerica! Evocazione Xyz! Leggendaria bestia di cui si parla nelle leggende, il tuo sguardo pietrifica ogni avversario... Spalanca le ali, e che le tue fiamme raggiungano il Sole! Basitrice Fiamma Chimerica!" cantò l'Ibrido, mentre le due creature da lui nominate sparivano all'interno di un portale dimensionale al centro del pavimento. Dalla sua esplosione ne emerse quindi una creatura persino più grande delle altre Fiamme Chimeriche: aveva un corpo serpentino protetto sul dorso da scaglie verdastre, mentre il petto era coperto da una folta pelliccia rossa. Quattro zampe avvolte da fiamme ardenti si allungavano in avanti continuando a divincolarsi, muovendo la folta criniera di piume verde scuro che copriva il collo della creatura, che terminava con una testa da gallo munita di due occhi bianchi talmente inquietanti che Rayshin dovette abbassare la vista intimorito. Infine due enormi ali si aprirono sulla schiena della creatura, costituite entrambe da un cinque sottili ossa verdi orizzontali e da due fasci di fiamme, entrambi compresi tra le ossa a partire dall'alto (ATK 2500 DEF 1800 RANK 6).
    "Mio caro Risebell, ormai per te è arrivato il momento di soffrire e di perdere questa battaglia! Innanzitutto devi sapere che un mostro Xyz Evocato usando Idra Fiamma Chimerica guadagna l'effetto di poter selezionare un mostro "Fiamma Chimerica" dal mio Cimitero ed attaccarselo come Materiale Xyz! Di certo ti ricorderai di Ippogrifo Fiamma Chimerica che sacrificai per effetto di Manticora, giusto? Ebbene, grazie a lui Basitrice può attivare il suo effetto che le consente di guadagnare 200 punti di Attacco e Difesa per ogni Materiale Xyz!". Non appena l'Ibrido finì di parlare le ali di Basitrice vennero occupate da un altro fascio di fiamme, diventando così sei in totale (ATK 2500 --> 3100 DEF 1800 --> 2400 RANK 6).
    Sirius allora sorrise ed alzò la mano destra, dichiarando solennemente: "Peccato che io non abbia intenzione di sfruttare questo enorme potere per attaccarti! Attivo l'effetto di Basitrice: una volta per turno posso rinunciare ad un Materiale Xyz per Bandire una carta sul tuo terreno o nel tuo Cimitero... Ed indovina, scelgo Virtù Angelica – Humanitas!". In quel momento due fasce di fiamme di Basitrice si staccarono dalle sue ali ad avvolsero completamente Humanitas, facendola sparire una volta che anche esse sparirono.
    "No! Non è possibile!" esclamò esterefatto Rayshin mentre riprendeva la carta dal suo Duel Disk, ma continuando a guardare fisso il posto dove prima c'era Humanitas.
    Nel mentre la forza con cui le fiamme di Basitrice bruciavano diminuì un po' d'intensità, mentre Sirius con amarezza constatava: "Essendo tonata a due Materiali Xyz Basitrice perde l'effetto che le permette di aumentare la sua forza..." (ATK 3100 --> 2400 DEF 2400 --> 1800 RANK 6), ma immediatamente cambiò tono gridando: "... Ciò nonostante non ci fermeremo! Adesso sovrappongo l'altra Idra con Manticora Fiamma Chimerica sul mio Terreno, per poter Evocare così una seconda Basitrice Fiamma Chimerica!". Le due creature di Sirius quindi sparirono similmente ad Idra e a Cerbero in un portale dimensionale, permettendo così un'altra Evocazione dell'enorme basilisco comparso pochi istanti prima (ATK 2400 DEF 1800 RANK 6).
    "Attivo quindi l'effetto della seconda Idra Fiamma Chimerica, con cui la seconda Basitrice si attacca come Materiale Xyz Ippogrifo Fiamma Chimerica scartato dalla precedente! E, come ho fatto prima, rinuncio subito a questo nuovo Materiale per poter Bandire Virtù Angelica – Castitas!" spiegò con calma Sirius, rifacendo in tutto e per tutto la stessa mossa di prima. Un terzo fascio di fiamme comparve nelle ali di Basilitrice (ATK 2400 --> 3100 DEF 1800 --> 2400 RANK 6), ma non ebbe neppure il tempo di stabilizzarsi che subito avvolse la creatura di Rayshin, facendola sparire senza lasciare traccia (ATK 3100 --> 2400 DEF 2400 --> 1800 RANK 6).
    "Adesso, mie Basitrici Fiamme Chimeriche, preparatevi all'assalto definitivo! Attaccate Virtù Angelica – Industria e Patientia fino a ridurle in cenere! Andate vincitrici!" ordinò gridando l'Ibrido, e le sue due creature spiccarono il volo verso l'alto. Arrivate in alto si avvolsero nelle fiamme delle loro ali, per poi lasciarsi cadere verso il basso come fiammeggianti meteoriti dorati. "Adesso cosa farai, Risebell? Se attivi l'effetto delle tue Virtù Angeliche Brutta Reazione a Simochi ti farà perdere, ma se non lo fai resterai senza mostri!".
    "Nulla di tutto ciò! Attivo la mia carta coperta Forza Riflessa! Con essa distruggo le tue due Basitrici, e così sarai tu a restare senza mostri!" ribatté con forza Rayshin, attivando la sua carta: immediatamente un enorme muro di cristallo trasparente cominciò a materializzarsi davanti alle sue creature, ma prontamente Sirius contrattaccò: "Illuso! Attivo la mia carta coperta Contatore Flamvell: essa mi permette di negare l'attivazione di una tua Carta Magia o Trappola e distruggerla Bandendo dal mio Cimitero un mostro Fuoco con 200 punti di Difesa, ovvero Ippogrifo Fiamma Chimerica!".
    Dalla voragine davanti a Sirius un potentissimo getto di fiamme fuoriuscì con forza travolgendo il muro di cristallo, distruggendolo in una pioggia di frammenti trasparenti. Le due Basitrici dunque non ebbero più alcun ostacolo a portare a termine il loro attacco: con il loro corpo si schiantarono sulle due creature di Rayshin distruggendole completamente in un'enorme esplosione di fuoco e fiamme, che travolse in pieno il ragazzo. Rayshin urlò dal dolore perso in un inferno ardente, mentre le due creature tornavano davanti all'Ibrido.
    "Molto bene, posiziono quindi una carta coperta e ti concedo l'onore di giocare il tuo ultimo turno, Risebell!" concesse Sirius, finendo il suo turno.

    RAYSHIN: 3700
    SIRIUS: 4000

    Il fuoco causato dall'attacco delle due Basitrici si era nel mentre espanso su tutto il resto della sala, incendiando il tappeto ed i mobili sistemati ai lati del muro di base. Le fiamme salirono anche sul soffitto e raggiunsero lo stesso Sirius ai piedi, ma l'Ibrido sembrò rinvigorito dal loro contatto più che ferito, e chiese a voce alta: "Orsù, Risebell? Non hai perso neppure un Life Points, eppure il mio attacco ti ha sfiancato così tanto? Eh, l'inesperienza a volte può essere fatale... E questa è una di quelle volte! Ma se continui a non volerti alzare, allora mi ritrovo costretto a doverti dare un piccolo aiuto...", e detto ciò frugò all'interno della sua giacca. Sirius prese quindi in mano una frusta arrotolata su sé stessa più volta, costituita da una base interamente in Kesin nero he si estendeva, in due sottili strisce ai lati, lungo tutta la lunghezza dell'arma fino a ricoprire di nuovo tutta la punta. L'Ibrido lasciò cadere con calma la frusta a terra, per poi sollevarla rapidamente con il braccio e sferrare un colpo in avanti: al suo velocissimo passaggio la frusta sferzava l'aria e spegneva le fiamme, liberando così tutto il campo del duello e permettendo finalmente all'uomo di vedere il suo avversario: Rayshin giaceva a terra sul lato destro, immobile e con i vestiti bruciacchiati alle estremità. Il suo respiro era debole, ed aveva il viso madido di sudore.
    Sirius allora sorrise e piegò leggermente la mano: come mossa da una forza invisibile la frusta si strinse attorno alla gola di Rayshin in una presa strettissima, e quando l'Ibrido mosse di poco la mano la frusta fece alzare il ragazzo da terra, ma il suo corpo pendeva immobile dal collo in giù.
    L'Ibrido lo guardò in silenzio per qualche istante, per poi borbottare con un ghigno sadico in viso: "Uffa, che disgrazia, è già partito... Ed io che volevo vincere come si deve e poi ucciderlo... Beh, peccato! In ogni caso penso che anche Abegaila abbia sistemato il tuo fratellino ora: non ti andrebbe di sapere come sta?".
    Detto ciò l'Ibrido mise la mano sul display del suo Duel Disk e vi compose sopra silenziosamente una combinazione di tasti digitali: attese qualche secondo, e poi uno schermo digitale gli si aprì a mezz'aria davanti al viso. Lo schermo del Duel Disk di Abegaila riportava l'immagine da terra di una strada di metallo, con in lontananza gli alberi di Central Park ormai diventati oscure sagome nere.
    Sirius chiamò con calma: "Allora, Abegaila? Hai già finito?", ed attese la risposta con un sorriso in viso. Ciò che però non si aspettava è che la risposta non arrivò: tutto ciò che si sentiva erano dei suoni sottili nell'aria e di passi che si avvicinavano sempre più velocemente. L'Ibridò aggrottò la fronte confuso, chiedendo questa volta a voce alta: "Abegaila! Rispondimi subito, non ho tempo per le tue marachelle infantili!".
    "Ma io sono un bambino... Come posso non essere infantile, signor Sconosciuto?" gli rispose allegra una voce proveniente dallo schermo. Prima che l'Ibrido potesse formulare una frase di senso compiuto in mezzo a tutti i suoi versi confusi l'immagine dello schermo oscillò e si alzò fino ad inquadrare il viso di un bambino: Esteban.
    L'orrore e la rabbia presero contemporaneamente il dominio del viso di Sirius, che gridò: "Tu! Come puoi essere ancora vivo!? Abegaila doveva ucciderti!".
    Per tutta risposta Esteban gli strizzò l'occhio e girò il Duel Disk dell'Ibrida, inquadrando un'altra scena completamente diversa: ciò che Sirius vide fu uno spettacolo talmente rivoltante che l'uomo dovette mettersi la mano destra davanti la bocca (tirando così la frusta e sballottando Rayshin facendogli uscire del sangue dalla bocca) e rimandare giù un conato di vomito, mentre la voce del bambino spiegava: "Le mie amate bestiole si sono divertite così tanto a gustarsi la tua amica, che ne hanno lasciato solo le parti più cattive! Ti ringraziano, signor Sconosciuto, per avergli mandato una bistecca al sangue così gustosa!".
    Esteban allora girò di nuovo il Duel Disk di Abegaila verso il suo volto, aggiungendo con lo stesso sorriso che fino a poco prima Sirius aveva in volto: "Ed io stesso ti ringrazio per avermi chiamato! In questo modo per me sarà uno scherzo tracciare il segnale di questa comunicazione e venire a trovarti... Ma mi raccomando di una cosa, fai in modo che io trovi il mio fratellone in perfette condizioni, altrimenti... Beh, diciamo che fare il bis di un pasto non ucciderà nessuno, eccetto te!".
    Sirius urlò dalla furia e battè il pugno sul suo Duel Disk: l'oggetto resse il colpo senza alcun danno, ma lo schermo si chiuse immediatamente troncando la conversazione, mentre l'Ibrido gridava: "Accidenti! Risebell è riuscito ad uccidere Abegaila... Ma se spera di trovarmi qui ad aspettarlo si sbaglia di grosso! Devo prepararmi per poterlo...", ma non riuscì a finire il discorso che un'altra voce lo interruppe: "Oh, e così adesso vuoi fuggire? Che atto da codardo...".
    L'Ibrido si guardò intorno e si accorse con grande sorprese che Rayshin aveva alzato la testa e lo fissava, il viso privo di emozioni. Il ragazzo allora afferrò con entrambe le mani la frusta che gli cingeva il collo: dandogli uno strattone sollevò da terra lo stesso Sirius che, incredulo, non aveva ancora lasciato la prese, e con una spinta lo gettò con forza contro l'enorme vetrata alle sue spalle. Sirius soffocò un gemito di dolore mentre scendeva a terra, il vetro dietro di lui incrinato per metri e metri ma ancora intero, e liberò dalla presa il collo di Rayshin richiamando la frusta a sé.
    Il ragazzo però, con sua stessa grande sorpresa, non cadde violentemente nelle fiamme di sotto, ma continuò a restare sospeso in aria levitando. "Wow! E' meraviglioso!" esclamò con largo sorriso Rayshin, cominciando a muoversi lentamente: come se avesse avuto una superficie invisibile ad un metro circa da terra i suoi piedi restavano sospesi senza alcuno sforzo, ma ciò non gli impediva di compiere ogni altro movimento. Anzi, notò ora di muoversi con più scioltezza rispetto a prima.
    "E' una bella sensazione, concorda Padroncino?" gli chiese allora una nuova voce, ma che il ragazzo conosceva bene: ancora prima che potesse pronunciare i loro nomi Kibir e Hamset apparvero appoggiandosi con tutte e quattro le zampe sulle sue spalle, mentre la loro evanescente coda spariva in lontananza.
    "Voi due! Dov'eravate quando vi ho chiamato in questi giorni? Solo ora che sono quasi morto comparite?" domandò sarcastico Rayshin alle due creature, ma tutto sommato contento di rivederle al suo fianco.
    Kibir ridacchiò tra i denti, mentre Hamset rispondeva più composto: "Abbiamo avuto le nostre ragioni, Padroncino, per non comparire... Ragioni che solo un animale fedele può capire! Ma siccome abbiamo constatato che la sua dipartita potrebbe causarci qualche problema, abbiamo deciso di correre in suo soccorso!".
    Rayshin sbuffò, ma allegro dichiarò: "Come si dice, meglio tardi che mai! Ma non crucciatevi troppo, sconfiggerò comunque questo pagliaccio vestito di fiamme: mio fratello sta venendo da me, e non posso assolutamente farlo aspettare! Non ora che ho sentito di nuovo la sua voce dopo tanto tempo!". Alle sue parole le due creature annuirono e si staccarono dal loro padrone, volteggiandogli così attorno e preparandosi alla battaglia.
    Sotto di loro Sirius si rialzò dalle fiamme e commentò: "E così anche i due Demiurghi sono comparsi... Ma ciò non cambia nulla nel nostro duello, Risebell! Il tuo terreno è stato privato da ogni mostro, e sul mio ci sono due Basitrici pronte e ribattere ad ogni tuo assalto con la forza di queste stesse fiamme!".
    "Lo vedremo immediatamente! E' il mio turno, pesco!" esclamò Rayshin, iniziando così il suo turno.
    In quello stesso momento l'Extra Deck del ragazzo brillò all'interno del Duel Disk di una luce dorata, e con sorpresa lo stesso Rayshin lo aprì: adesso assieme a Virtù Cardinale – Prudentia vi era un altro mostro Xyz, che si rivelò essere la fonte di quella luce.
    Rayshin, vedendo la nuova carta, sorrise ed esclamò: "Avrai anche "privato il mio terreno di ogni mostro", ma ciò non è un problema! Posso Evocare questa carta anche utilizzando due o più mostri di Livello 8 dal mio Cimitero o dalla mia mano: sovrappongo quindi Virtù Angelica – Industria e Virtù Angelica – Caritas dal mio Cimitero, insieme alle due Virtù Angelica – Temperantia dalla mia mano! Evocazione Xyz! Il mio cuore vacilla, dammi la forza di affrontare ogni avversità lungo il mio cammino... Cancella ogni paura e guidaci verso la perfezione, Virtù Cardinale – Fortitudo!".
    Mentre il ragazzo cantava un portale dimensionale si formò sul soffitto della stanza, e due globi di luce nera dal Cimitero di Rayshin vennero risucchiati al suo interno. Quando il portale esplose, il nuovo mostro di Rayshin scese il campo: si trattava di una donna angelica, dall'aspetto bellissimo ed estremamente delicato nelle sue fattezze, con la pelle candida e pura. Indossava una lunga veste rossa stretta in vita da una cordicella dorata terminante in due punte di metallo che ondulavano lentamente, ed il petto e le spalle erano coperti dal busto di una sottile ed aderente armatura argentea decorata con decorazioni in diamante simili a nuvole. Una piccola corona dorata le sovrastava la fronte e le cingeva i capelli castani sistemati con estrema cura, mentre nella mano destra stringeva uno scettro di media lunghezza nero e decorato d'oro, con la punta coperta da diverse lamine sottili a forma di ottaedro (ATK 1000 DEF 1000 RANK 8).
    Dal canto suo l'Ibrido, inizialmente sbigottito per la nuova carta di Rayshin, con aria spavalda fece notare: "Come, tutto qui? Miseri 1000 punti di Attacco? Sei uno sciocco se speravi di potermi battere con quella carta! Attivo la mia carta coperta Sparizione a Catena: se il mio avversario Evoca un mostro con 1000 o meno punti di Attacco, posso Bandire quel mostro e tutte le altre copie in suo possesso! Saluta quindi la tua Fortitudo, Risebell!".
    Ma nulla successe. Sirius guardò la sua carta coperta, che non si era attivata in alcun modo, ed esclamò stupefatto: "Cosa sta succedendo!? Il tuo mostro dovrebbe essere sparito!".
    Il ragazzo sorrise mentre le sue due creature ridacchiarono, e spiegò con calma: "Nel turno in cui Virtù Cardinale – Fortitudo viene Evocata, nessuno di noi due può attivare alcuna altra carta né dal Terreno, né dal Cimitero né dalla mano! Per cui la tua carta coperta è quantomeno inutile, ora!".
    Sirius strinse i pugni, ma obiettò con vigore: "In ogni caso non è un mostro che possa impensierirmi... Anche se resta sul terreno non è un pericolo!".
    "Dici davvero? Forse non ti piacerà sapere che, al prezzo di un Materiale Xyz, Virtù Cardinale – Fortitudo mi permette di Bandire fino alla fine del turno una carta scoperta sul Terreno del mio Avversario, ed infliggergli un danno di 1000 punti! Ora, dimmi, con la tua grande eloquenza, quante sono le carte scoperte sul tuo Terreno e quanti i Materiali Xyz di Fortitudo..." gli spiegò con calma Rayshin, indicando poi l'intero terreno di Sirius.
    Il volto dell'Ibrido sbiancò, mentre balbettava: "D-due Basitrice... Brutta Reazione a Simochi... e C-Colonna Chimerica... Contro quattro Materiali Xyz...".
    Rayshin schioccò le dita, per poi ordinare: "Rinuncio a tutti i materiali di Virtù Cardinale – Fortitudo, in modo tale da poter far tornare nella tua mano tutte le carte che hai nominato... Ed essendo quattro ti aspettano 4000 punti di danno!". Detto ciò Fortitudo alzò con grazia il suo scettro nero e gli passò davanti la mano sinistra: quattro scettri simili, ma di colore bianco, apparvero sospesi in aria sopra la creatura, e si diressero tutti come frecce contro le carte di Sirius.
    Le due Basitrici trafitte al petto, Brutta Reazione a Simochi trafitta nel nome e Colonna Chimerica, in cui uno scettro era sprofondato fino al fondo della voragine, sparirono dal terreno di Sirius mentre questo gridava: "NO! Non è possibile! Io sono stato creato per sconfiggerti! Io posso solo ed esclusivamente sconfiggerti! Non posso perdere! NON IO!".
    Ma i suoi lamenti vennero spenti quanto un raggio di luce partito dallo scettro nero di Fortitudo, che nel frattempo lo aveva abbassato, gli trafisse il petto con una precisione e forza spaventose. Sirius vomitò una notevole quantità di sangue mentre si portava con gli occhi sgranati la mano al petto ferito, ed i suoi Life Points si azzeravano (LIFE POINTS SIRIUS: 0).

    SIRIUS: 0
    RAYSHIN: 3700
    WINNER: RAYSHIN

    Virtù Angelica – Fortitudo sparì in una pioggia di luce bianca, mentre Rayshin commentava: "Ecco cosa succede a mettersi contro l'affetto di due fratelli...", per poi perdere temporaneamente i sensi. Rischiò di cadere di sotto nelle fiamme che ora dominavano tutta la stanza se non fosse stato per Kibir ed Hamset, che girandogli attorno lo bloccarono con una forza invisibile.
    Il ragazzo, mentre tossiva per il fumo ora divenuto insopportabile, annui come ringraziamento alle due creature per poi vedere l'Ibrido cadere ancora contro la vetrata della stanza: il vetro andò in frantumi mentre Sirius cadde di sotto, a più di cento metri da terra.
    Ma con le sue ultime forze l'Ibridò sussurrò: "Se non ho potuto ucciderti nel duello... Muori con me, Risebell!", e con quell'ultimo grido lanciò la sua frusta contro il ragazzo, afferrandolo al braccio destro. Prima ancora che Kibir e Hamset potessero fare qualcosa Rayshin venne trascinato dall'Ibrido verso la morte, attraversando tutta la stanza ed uscendo dal grattacielo.
    Rayshin, con lo sguardo che tremava, vide solo più il mondo scorrergli davanti ad estrema velocità mentre Sirius e la sua frusta si disintegravano in una nube di polvere nera, per poi chiudere gli occhi e sussurrare: "Esteban... Scusami...".
    Ma con sua grande sorpresa non impattò mai contro il terreno sottostante, anzi: avvertì una superficie morbida sotto di lui, come se si trattasse di piume estremamente curate. Il vento gli soffiava contro ed i capelli spettinati gli pizzicavano il viso, e dal suono capì di essere in movimento. Riaprendo leggermente gli occhi vide prima una sagoma confusa al suo fianco, ma quando la mise a fuoco la voce gli si strozzò in gola.
    "Signorino Rayshin, come si sente?" gli chiese Irene, con un sorriso caloroso in viso.


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Ordunque, come avete visto Rayshin è riuscito a trionfare contro Sirius: con la sua precedente forza non ne sarebbe stato capace, ma grazie alle parole di suo fratello ed all'arrivo di Kibir e Hamset ha potuto riprendersi e sviluppare un'altra Virtù Cardinale, che a differenza di Prudentia non richiede uno specifico numero di mostri.
    Sirius quindi è morto (che riposi in pace) ma, cercando di adempiere fino alla fine alla sua missione, ha trascinato con sé anche Rayshin cercando di ucciderlo, ma senza poterlo sapere un imprevisto è arrivato a mettergli i bastoni tra le ruote: Irene, nel caso specifico. L'ex-cameriera di Rayshin è arrivata in suo soccorso a cavallo di un Alanera, ed è pronta ad aiutare nella battaglia i suoi compagni dell'Ordine.
    A tal proposito, vi ricordate di Delver contro Fari? Louis contro Nicola? Eve e Zyan contro i gemelli? Ebbene, ora che abbiamo risolto il problema di Rayshin e Esteban nel prossimo capitolo andremo da loro a vedere cosa hanno fatto nel frattempo.
    Vi do appuntamento quindi al prossimo capitolo (che in questo tempo passato davanti ad un wi-fi che non andava ho potuto scrivere :asd: ), dal titolo "LA RICERCA SUL CAMPO DEL DOTTOR GREN".
    Non mancate dunque, e buona serata :ciao:
     
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    Beh, è finita come avevo supposto io: Ha usato una Virtu Cardinale. Una nuova, ma l'ha usata. XD

    Oh, bene....ora quindi vedremo come se la stanno cavando gli altri, eh. Sono particolarmente curioso sullo scontro Delver vs Fari, visto l'enorme potere dei due personaggi....ma quello che attendo di più, è Louis vs Nicolas: Primo, perché ci sarà possibilità di scoprire qualcosa sul passato di Louis come Ibrido....e secondo perché ogni volta che appare Nicolas, c'è da divertirsi. XDXD

    P.S. Ho postato anch'io il mio nuovo capitolo, se ti interessa. Giusto per fartelo sapere, eh.
     
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    CITAZIONE (Zadkal @ 4/1/2015, 23:31) 
    Beh, è finita come avevo supposto io: Ha usato una Virtu Cardinale. Una nuova, ma l'ha usata. XD

    Oh, bene....ora quindi vedremo come se la stanno cavando gli altri, eh. Sono particolarmente curioso sullo scontro Delver vs Fari, visto l'enorme potere dei due personaggi....ma quello che attendo di più, è Louis vs Nicolas: Primo, perché ci sarà possibilità di scoprire qualcosa sul passato di Louis come Ibrido....e secondo perché ogni volta che appare Nicolas, c'è da divertirsi. XDXD

    P.S. Ho postato anch'io il mio nuovo capitolo, se ti interessa. Giusto per fartelo sapere, eh.

    Già, Zadkal: ci avevi visto giusto :asd: . Ma il fatto che ne abbia usata una nuova non è casuale: l'ordine con cui Rayshin matura le Virtù Cardinali segue l'ordine del suo sviluppo come carattere e come personaggio.
    Ovvero, la prima Virtù, Prudentia, maturò quando Rayshin decise di "unirsi" all'Ordine di Yeni Aci, ma restando comunque guardingo da Icero e dai suoi scopi: divenne quindi "prudente", sapendo però che quello era il solo modo con cui avrebbe potuto ritrovare il fratello. La nuova Virtù, Fortitudo, si è invece sviluppata ora che Rayshin, a fronte della forza di Sirius, ha maturato i suoi poteri raggiungendo quindi Esteban (che dal canto suo nel duello contro l'Ibrida ha raggiunto Rayshin sul piano del Deck) ed ottenendo la forza di vincere un duello apparentemente impossibile.

    Sono contento che anche gli altri scontri ti interesseranno, e posso dirti sul primo che sì, li vedrai combattere usando i loro poteri senza restrizioni; sul secondo in compenso devo dirti che non potrò ancora dire tutto sul passato di Louis: per quello ci sarà un capitolo su di lui e sul suo rapporto con Gren, ma in ogni caso nel prossimo potrete comunque farvi un'idea.
     
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    Buonasera cari lettori, rieccoci al capitolo della settimana. O meglio, che doveva essere della settimana scorsa, ma siccome ho una vita sociale talmente tranquilla che devo occupare tutta la domenica sera per ragioni personale, purtroppo posso pubblicare solo oggi.
    Allora, come vi avevo detto in questo vedremo in azione i combattimenti che si sono tenuti mentre noi eravamo concentrati su Rayshin ed Esteban. Cominceremo da Delver VS Fari per poi passare momentaneamente a quello Louis VS Nicolas: gli scontri non finiranno nel capitolo di oggi ma nel prossimo, in cui farà la sua comparsa anche il vero antagonista di questa saga.
    In effetti a tal proposito la volta scorsa vi avevo detto che oggi il capitolo sarebbe dovuto essere “LA RICERCA SUL CAMPO DEL DOTTOR GREN”, ma mentre scrivevo il successivo mi sono accorto che, per pura questione di ordine e di chiarezza, era meglio mettere l'ultima parte sul Dottor Gren nel prossimo capitolo, in modo tale che fosse effettivamente incentrato su di lui.
    Per cui in questo assisteremo solo agli scontri, che per quanto non abbiano una funzione strettamente legata alla trama come gli sviluppi dei due fratelli penso siano comunque interessanti almeno per rendere l'idea che gli altri personaggi non si sono girati i pollici nel mentre :asd:
    Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 51 – L'ASSALTO DEGLI IBRIDI

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 18:30 - New York, Other

    "Ah ah ah! Che spasso!" esclamò divertito Delver, con un sorriso estasiato in volto.
    Il Dadoducco dell'Ordine di Yeni Aci si trovava in quel momento a qualche metro da terra, ed aprendo entrambe le braccia una moltitudine dei suoi fili fuoriuscì dalle sue maniche emettendo un forte sibilo nell'aria. Delver scagliò i suoi fili, raccolti in fasci più o meno spessi, come proiettili verso il basso, ed ogni volta che questi impattavano con il terreno emettevano un rumore simile a quello di uno sparo, spaccando la terra e le pietre con enorme precisione.
    L'attacco dell'uomo però era mirato, e concentrato, su Fari, l'Ibrido del Dottor Gren. Il ragazzo allora abbassò il busto e, facendo pressione sulle gambe, spiccò un balzo verso l'alto: in questo modo riuscì ad evitare i fili diretti al suo petto, ma immediatamente vide altri fili staccarsi dai fasci ai suoi lati e mirare di nuovo a lui. L'Ibrido dunque balzò da un fascio di fili all'altro in modo tale da cambiare continuamente la sua posizione ed impedire ai fili di raggiungerlo.
    In pochi secondi Fari raggiunse Delver, e compiendo una piroetta su sé stesso sferrò un calcio verso il collo del Dadoducco, sfruttando anche la velocità che aveva ottenuto in quel percorso ad ostacoli. Ciò che però non aveva previsto fu che la sua gamba impattò contro un reticolato di fili apparso al fianco di Delver, che così facendo riuscì a proteggersi dal colpo di Fari. L'uomo sghignazzò e schioccò le dita della mano destra: immediatamente i fili che costituivano il reticolato si aprirono avvolgendo completamente la gamba di Fari.
    L'Ibrido guardò impassibile la mossa di Delver, ma i suoi occhi ebbero un tremito quando Delver sollevò velocemente il braccio destro per poi riabbassarlo subito dietro di sé: in quel momento i fili che bloccavano il ragazzo si mossero con il braccio, con il risultato che Fari si ritrovò a precipitare a terra venendo scaraventato con forza in mezzo agli alberi del parco. Il Dadoducco, mentre ricadeva a terra con eleganza, staccò i fili che avevano imprigionato Fari, mentre ammirava la nuvola di polvere ed il cigolio del crollo degli alberi causati dal suo attacco.
    La sua contemplazione però fu bruscamente interrotta quando un pino, precedentemente caduto a seguito dell'impatto, fu sbalzato con forza di lato, crollando con un sonoro tonfo mentre da sotto di esso Fari si rialzava: il ragazzo si pulì la tuta nera dalla terra che l'aveva macchiata, ma non presentava alcun danno sul corpo. "Umpf... Sei un marionettista interessante, ma non sei ancora degno di meritare un burattino come me!" osservò non senza ironia l'Ibrido, mentre piegando la testa sia a sinistra che a destra fece scricchiolare le ossa.
    "Modera i termini, caro mio "Ibrido perfetto"... Io miro a marionette interessanti, non volgari burattini con solo metà del corpo: c'è una notevole differenza tra i due e ci tengo a sottolinearla! Anche se devo proprio ammettere che tagliarti il corpo a metà non mi dispiacerebbe!" gli rispose offeso Delver, mentre allungava le braccia ai lati sollevando i suoi fili da terra.
    Fari lo guardò confuso per un istante, come se non capisse i discorsi su burattini e marionette dell'avversario, ma poi con uno sbuffo imitò il movimento di Delver. L'uomo vide qualcosa muoversi verso il basso sotto le maniche dell'Ibrido per un istante, e l'istante dopo Fari brandiva due asce da battaglia, entrambe con un manico di media lunghezza interamente in Kesin nero. La lama, anch'essa nello stesso materiale, era curva e rivolta verso il basso, ma estremamente affilata ed incisa verso il manico con motivi a forma di rombo.
    L'Ibrido sollevò entrambe le asce facendole roteare lungo i fianchi, per poi scattare in avanti: Delver ebbe appena in tempo di indietreggiare prima che Fari calasse entrambe le armi verso il basso, spaccando con forza la roccia senza problemi. Successivamente l'uomo, stringendo i denti, chiuse la mano sinistra portandola indietro: immediatamente un gruppo di fili si sollevò da terra e, come lame sottilissime, si mossero per colpire Fari alle spalle. Il ragazzo però, con i suoi riflessi, si abbassò a terra compiendo una giravolta sul fianco sinistro, ed evitò i fili che gli passarono sopra; un secondo dopo Fari scattò di nuovo in piedi e sferrò un colpo, usando il rilievo del cuneo di una delle sue asce.
    L'attacco di Fari colpì il braccio destro di Delver all'altezza della spalla: nell'aria si udì il rumore di ossa spezzate ed un mugolo di dolore dell'uomo, che chiuse per qualche secondo l'occhio destro imprecando tra i denti.
    Fari però non perse tempo e sollevò la seconda ascia senza ritirare la prima, continuando a premere contro il danno inferto, e con un luccichio negli occhi si apprestò a calarla: Delver però si riprese e, muovendo con evidente dolore le dita del braccio destro avvolse con alcuni suoi fili il braccio in movimento dell'Ibrido: questi si aspettava che l'uomo bloccasse di nuovo il suo attacco, come avvenuto poco prima, ma con sua stessa grande sorpresa Delver sfruttò a suo favore la forza e la velocità del suo colpo semplicemente costringendolo a girarsi di centoottanta gradi, dandogli così le spalle.
    Mentre Fari era incapace di fermare il suo colpo, che ora avrebbe colpito il vuoto, Delver alle sue spalle sollevò la gamba e gli sferrò un calcio sul gomito, tirando il braccio con i fili usati poco prima: stavolta furono le ossa dell'Ibrido a rompersi con un sonoro schiocco, e per quanto egli non emise alcun suono il suo corpo venne attraversato da un brivido. Nel momento in cui Delver richiamò i fili che serravano il braccio rotto di Fari, quest'ultimo subì la forza del colpo e venne scagliato a diversi metri di distanza, sparendo dalla vista in mezzo agli alberi e rumori di legno e roccia che si spezzavano.
    L'uomo allora guardò il suo braccio e, con un sorriso di sfida, sussurrò: "Meglio prendere qualche precauzione, prima di passare al secondo atto dello spettacolo!", e detto ciò indietreggiò con balzi nell'oscurità del parco, nascondendosi.
    Sul luogo dove Fari era stato scagliato il suo corpo giaceva appoggiato di schiena su una grande roccia grigio-azzurra posta come decorazione: la testa era stata fracassata dall'impatto, e giaceva piegata immobile innaturalmente sul fianco sinistro. Il braccio rotto, piegato verso l'esterno, si mosse e, contorcendosi in un rumore di carne e muscoli che si riparavano, tornò al suo posto come nuovo. Il ragazzo allora si portò entrambe le mani alla testa e, sollevandola, con un sonoro "crac" se la rimise a posto. "Uhm... Sto cominciando ad annoiarmi..." mormorò quasi con tristezza mentre, rialzandosi, prendeva in mano le sue asce e si dirigeva al seguito di Delver.

    ---


    Ore 19:15 - New York, Other

    Nicolas si ergeva in piedi, in perfette condizioni, in mezzo a decine di lance d'ossa piantate nel terreno attorno a lui, e si portò al naso un fazzoletto rosa decorato con girasoli dorati. "Accidenti, non sono propriamente sicuro che queste cose siano pulite! Infondo le hai espulse tu dal tuo corpo... Non è che provi piacere nello spargere i tuoi escrementi?" chiese l'Ibrido con visibile disgusto negli occhi.
    Davanti a lui vi era invece Louis: il membro dell'Ordine, che aveva circa la stessa età ed costituzione del suo avversario, per quanto privo di danni ansimava con fatica, la fronte ed il viso madidi di sudore. Alle sue spalle il parco era caratterizzato da molti alberi tagliati a metà e quindi caduti a terra, alcuni ancora con lame d'ossa piantante nella corteccia, mentre altri invece erano scomparsi per metà lasciando solo sagoma fumante.
    "Anf... Come... Come fai a schivare sempre i miei attacchi?" chiese Louis, passandosi una manica dell'uniforme dell'Ordine sulla fronte.
    Nicolas gli sorrise e frugò dentro la sua giacca da prestigiatore: ne uscì con una decina di buste di carta strette tra le dita di ciascuna mano, ed esclamò: "Oh, ma che gusto ci sarebbe nel dirti la verità? E' invece il momento di un bel quiz a premi chiamato "Indovina il potere che non riesci ad indovinare!": funziona così, scegli una delle seguenti buste ed io l'aprirò... Se la risposta sarà...", ma non riuscì a finire la frase.
    Louis aveva gonfiato le guance e, soffiando, rilasciò un getto di uno strano liquido giallastro, diretto verso Nicolas: l'Ibrido con uno sbuffo lanciò in aria le buste e si mosse con estrema precisione da un lato all'altro, talvolta abbassandosi o saltando, evitando così il getto dell'avversario. Il liquido giallastro colpì le lance d'ossa senza causare danni, ma quando toccava il terreno o un albero lo sciolse in pochi secondi, riducendoli in un solco fumante mentre venivano corrosi.
    Louis interruppe l'attacco inefficace, mentre Nicolas dal canto suo con un movimento di spalle fece scendere il suo cilindro dal braccio fino alla mano, sollevandolo per raccogliere tutte le buste mentre ricadevano a terra. L'Ibrido dunque vi frugò all'interno e vi estrasse un cartellino bianco contrassegnato da una "X" rossa, mentre spiegava: "Ahi ahi ahi, signor Louis, mi è caduto sui succhi gastrici!".
    "Basta prendermi per il culo! Pensi di essere divertente con questo comportamento da buffone?" sbottò con i nervi a pezzi Louis, inveendo contro il suo avversario con rabbia.
    "Sì!" gli rispose con un largo sorriso Nicolas, girando il cartellino che teneva in mano e mostrando la scritta a caratteri verdi "YES!".
    A quel punto Louis con un grido di esasperazione si avventò con un salto su di lui, mentre qualcosa sotto la sua uniforme, all'altezza delle spalle, cominciò a contorcersi: cominciando dalle semplici falangi due braccia ossee spuntarono dal suo corpo, per poi essere subito ricoperti da muscoli, tessuti, cellule ed infine dalla pelle.
    L'impatto causò un cratere che sollevò una gran nube di polvere, nella quale Louis si voltò subito verso Nicolas cercando di colpirlo con quattro differenti pugni: nessuno dei suoi colpi andò a segno, mentre l'avversario li schivava tenendo tranquillamente gli occhi chiusi. Neppure quando Louis creò da ogni mano una lama d'ossa riuscì a colpire Nicolas, che continuò a schivare senza problemi. Anzi, il prestigiatore balzò con un salto sopra le lame di Louis e, una volta arrivato in alto, con un colpo di tallone colpì la nuca di Louis, facendo perdere a questi l'equilibro e causandone la caduta in avanti.
    "Merda!" esclamò Louis cadendo a terra, per poi subito rialzarsi spingendosi con le quattro braccia ed allontanandosi, guardingo, da Nicolas. "Assurdo! Non solo non riesco a colpirlo, non cerca neppure di guardare i miei attacchi! E' come se riuscisse a prevedere le mie mosse... Ma uno come lui non può avere una tale predisposizione per lo scontro!" ragionò in fretta Louis, mentre le braccia supplementari gli rientravano nel corpo attraverso i fori dell'uniforme.
    Nicolas si voltò verso di lui e, dopo averlo guardato per qualche secondo, sbuffò affranto: "Uffa, uffa e ancora uffa! Detesto quando le persone con cui interagisco assumono quell'espressione confusa e stupita in volto... Mi fa quasi sembrare perfettamente sano di mente! Per togliertela ti spiegherò tutto...". Detto ciò disegnò con il braccio sinistro un arco nell'aria, e dal nulla gli apparve davanti al volto un tomo aperto, con la copertina nera priva di titoli e decorata con incastri di Kesin nero.
    "Vedi anche tu questo libro volante? Sì? Bene, allora non ho le allucinazioni, non ancora almeno... Comunque, questo simpatico libro mi fornisce tutte le informazioni che desidero sul futuro, vedi?", e detto ciò mosse con il braccio il tomo verso Louis.
    Il membro dell'Ordine guardò il libro e notò che la pagina di sinistra era l'unica scritta, ed aguzzando lo sguardo vi lesse in successione: "FACCIO APPARIRE A MEZZ'ARIA IL LIBRO, TEMENDO DI ESSERE PREDA DA ALLUCINAZIONI – SPIEGO AL TIZIO QUI DAVANTI COME FUNZIONA IL SUO POTERE E GLIELO MOSTRO – LUI LEGGE E SI CONFONDE ANCORA DI PIU'", per poi fermarsi all'improvviso a mezza pagina.
    Nicolas allora schioccò le dita ed il tomo si chiuse con un tonfo, sparendo poi di nuovo, mentre continuava: "Ho una visione a trecentosessanta gradi su ogni avvenimento futuro, e tutte le informazioni che desidero appaiono su questo libro, che le trasmette con largo anticipo al mio cervellino... Per esempio, se volessi sapere quale sarà il tuo prossimo attacco, o quale sarà il tuo prossimo discorso, o chi sarà il prossimo in questa metropoli a starnutire: tutto questo può comparire secondo la mia volontà sul libro, adesso!".
    Louis ascoltò allibito quel potere, per poi riprendersi dopo un momento iniziale di scena muta e ribattere: "Ma... Ma gli Ibridi possono far sfogo dei loro poteri soltanto dalla Liberazione del Primo Sigillo in poi! Tu non hai fatto niente di tutto questo, durante il nostro incontro!".
    L'Ibrido scoppiò a ridere a crepapelle, piegandosi persino in due in avanti con le braccia sullo stomaco, per poi rispondergli: "AH AH AH! Ohi ohi ohi, non sono pronto per tali frasi comiche, devo prepararmi a dovere! Suvvia, mio caro Louis, io e te siamo Ibridi particolari, diversi dagli altri: nel mio caso, siccome non sono propriamente uscito con il marchio di fabbrica certificato al 100%, la forma non alcuna importanza! I miei poteri non richiedono necessariamente di trasformarmi per attivarsi: posso anche usarli nel mio aspetto normale, anche perché non voglio diventare un brutto mostro coperto da una tunica nera con scheletri... Eccetto che ad Halloween e vincere, oltre al premio per il miglior costume, anche un sacco di dolci! Capisci, cosa voglio dire? Neppure tu, che sei un Ibrido, ti trasformi...".
    "Non osare mai più paragonarmi a voi! Io non sono un Ibrido, non sono come voi che vi fate manovrare da quel bastardo di Gren! Tu e tutti gli altri siete solo pupazzi nelle sue mani, fantocci senza nome che verranno sostituiti alla prima occasione... Io invece sono Louis, Maestro dell'Ordine di Yeni Aci, e sottoposto del Sommo Delver!" gridò infuriato il membro dell'Ordine, ritornando all'attacco con più vigore e furia di prima.
    Nicolas sospirò sconsolato mentre schivava, come prima, gli affondi dell'avversario, mentre commentava: "Suvvia, non ti sembra di esagerare un pochetto? Ok, forse Gren sarà un fanfarone pieno di sé con la puzza sotto il naso pieno di complessi di inferiorità nei confronti del resto del mondo, ma ti posso garantire che... Nah, scherzo, hai ragione: è un gigantesco bastardo, ma non è questo il punto! Specie detto poi da te, che sei stato il suo primo pupazzo!". Sottolineando in particolare quell'ultima parte del discorso sul volto di Nicolas si fece largo un sorriso estremamente sadico, mentre i suoi occhi violetti brillarono.
    "Zitto! Zitto! Io non sono mai stato il suo pupazzo! Io ero... io ero..." cominciò a dire Louis, per poi bloccarsi all'improvviso. In quel momento gli ritornarono alla mente alcune parole, parole lontane e risalenti ad anni e anni fa dette da un individuo con il volto nascosto da folti capelli castani ma che lasciavano vedere un caldo sorriso: "Ti ringrazio, Louis... Tu sei la persona più cara che io abbia mai avuto: sei come un figlio, un figlio che mi ha salvato la vita più volte...".
    Immediatamente però quella scena calorosa e famigliare svanì dalla sua mente, lasciando posto ad una porta aperta su una stanza nell'oscurità, e la stessa voce di prima che ora gridava infuriata: "Chi se ne importa di lui! Louis ormai mi serve solo per il suo corpo e le sue abilità... Non mi è più di alcuna utilità: per cui portatemelo immediatamente, ora!".
    Il ricordo però svanì quando Nicolas, sfruttando l'attimo di debolezza del suo avversario, afferrò il braccio di Louis e lo sollevò in aria, facendogli pressione da sotto e facendolo cadere con forza a terra di schiena. Il membro dell'Ordine tossì, mentre Nicolas gli schiacciò il ginocchio destro sullo stomaco e gli bloccava le braccia, avvicinandosi sussurrante: "Eri soltanto un pezzo di ricambio, sfruttabile fino a quando potevi essere sfruttato e poi, quando inutile, sostituito! E' questo che volevi dirmi, vero? E' per questo motivo che sei fuggito da Gren, vero? E' per questo motivo che sei caduto nella disperazione più nera, vero? Vero? ".
    "NO! Non è andata così... Io... io me ne andai perché non potevo più seguire una persona del genere! Chi mai resterebbe con un essere che è pronto ad ucciderti nel letto, nemico o amico che sia?" tentò di difendersi Louis, evidentemente agitato e tremante, ma non si accorse neppure di aver dato involontariamente ragione a Nicolas.
    L'Ibrido, infatti, sempre sorridendo, si avvicinò sempre di più e gli chiese semplicemente: "Te ne sei andato perché non potevi più seguirlo, o perché infondo non avresti mai voluto seguirlo?".

    ---


    Ore 19:22 - New York, Other

    "Uff... Nient'altro da offrirmi, marionettista?" borbottò Fari, mentre con un rapidissimo movimento della sua ascia destra tagliava al petto l'uomo davanti a lui.
    Alle sue spalle vi era una scia di cadaveri di esseri umani, tutti stesi a terra con il corpo finito sempre con un solo colpo di ascia al petto o sulla schiena. Davanti a lui invece centinaia di uomini e donne avanzavano armati di mazze, tubi, coltellini e quant'altro: non si muovevano di volontà propria, ma camminavano immobili con lo sguardo fisso nel vuoto e regolarmente come macchine.
    "Non ti piacciano le marionette che ti ho mandato contro? Infondo siete stati voi a rendere così gli abitanti di New York, no? Grazie a voi mi è ancora più facile controllarne non solo i muscoli ma anche i nervi!" esordì allegra la voce di Delver, proveniente da qualche parte.
    I due avversari erano giunti nel parcheggio sotterraneo di un grattacielo ai margini di Central Park, dopo che lì Delver si era rifugiato per ripararsi la ferita al braccio e Fari lo aveva inseguito. La zona era illuminata da pallide luci provenienti dai neon sul soffitto, ma non vi era anima viva, eccezion fatta per Fari e per le persone davanti a lui, per quanto queste ultime risentivano ancora dell'attacco causato dagli Ibridi per invadere la metropoli.
    L'Ibrido sbuffò ancora e, con un balzo, schivò l'affondo di un pompiere armato di accetta ed, atterrandovi alle spalle, compiendo una giravolta su sé stesso uccise lui più altre cinque persone attorno senza alcuna difficoltà abbassando e rialzando velocemente entrambe le asce.
    Fatto ciò appoggiò momentaneamente le asce a terra e chiudendo gli occhi mormorò: "Liberazione del Primo Sigillo: Sigillo di Enoch!". In quello stesso istante tutte le persone attorno a lui vennero scaraventate all'indietro da una spaventosa onda d'urto, mentre dai piedi di Fari una disgustosa poltiglia ribollente nera si espanse assorbendo al suo interno tutti i cadaveri lasciati alle sue spalle.
    "Direi che possiamo giocare in due a questo gioco, se permetti!" esclamò l'Ibrido, riaprendo con decisione gli occhi che ora avevano la sclera completamente nera. La poltiglia nera allora si appiattì a terra rivelando di nuovo i cadaveri: la loro pelle era diventata bianca, con attorno alle mani, agli occhi, alla bocca e alla ferita inferta un reticolo di vene pulsanti nerastre.
    La poltiglia allora si alzò da terra e si attaccò alla schiena di Fari, suddividendosi in tanti tentacoli quante erano i cadaveri a cui era attaccata. L'Ibrido li squadrò con superbia e fece cenno verso le persone controllate da Delver, che nel mentre si stavano rialzando: immediatamente i cadaveri, emettendo versi disumani, attaccarono le persone usando le unghie ed i denti, strappando e lacerando loro carne. A nulla valsero i colpi contro di loro: persino i proiettili delle pistole che li colpivano non bloccavano la loro avanzata, quale che fosse l'entità del danno.
    "Oh, che spettacolo... Dunque è questo l'Ibrido che incarna la Morte! Notevole, non c'è che dire, ma per quanto tu possa manovrare quelle persone non sarai mai un marionettista come me!" commentò estasiata la voce di Delver, rivelando però alla fine quasi una nota di disgusto.
    Fari riprese silenziosamente in mano le asce, e commentò esausto: "Lo sai, mi ricordi molto Nicolas: sempre spensierati, allegri, felici e stupidi anche in battaglia... Ma che ne diresti di smetterla con queste cazzate? Sei fuggito via come un cagnolino, e non ci vuole certo un genio per capire che sono più forte di te! Non hai né le capacità né le tattiche per sconfiggermi, quindi perché non esci allo scoperto e ti lasci uccidere?".
    Dopo qualche istante di silenzio la voce di Delver commentò divertito: "Wow... Non pensavo di incontrare nella mia vita una persona che facesse così schifo a nascondino come te! Che delusione, sei una vera delusione!".
    L'Ibrido strinse i denti dalla rabbia e, sgranando gli occhi con il viso rosso, gridò: "NON PRENDERTI GIOCO DI ME!", mentre balzando vicino ad una delle persone controllate da Delver vi afferrò con entrambe le mani i fili che ne controllavano i movimenti tirandoli a sé.
    Il Dadoducco emerse dalla vetrata di una stanza di servizio sulla sinistra, incapace di liberarsi dai fili che ora avevano permesso a Fari di trovarlo: l'Ibrido, con uno sguardo folle in viso, vi balzò contro con una tale forza da spezzare l'asfalto ai suoi piedi, e girando su sé stesso tagliò con entrambe le asce il corpo dell'uomo in tre pezzi.
    "Chi è adesso la delusione, eh!? EH!?" chiese furioso Fari, ma la voce gli si strozzò in gola quando abbassò lo sguardo verso l'uomo che aveva appena ucciso: per quando indossasse la divisa di Delver, non era lui. Quell'uomo aveva i capelli rossicci di media lunghezza, stretti alla buona maniera in una treccia improvvisata, per questo da lontano Fari lo aveva scambiato per Delver.
    "Ma cosa..." borbottò confuso mentre scendeva a terra insieme ai tonfi dei resti del corpo dell'uomo, per poi udire un rumore di passi alle sue spalle e voltarsi.
    Il vero Delver adesso si trovava oltre l'entrata del parcheggio sotterraneo, sopra una piccola salita all'esterno del grattacielo: indossava una camicia bianca con una cravatta nera, assieme a dei pantaloni dello stesso colore con tanto di bretelle. Ciò che però notò immediatamente Fari fu la mano destra di Delver aperta verso di lui, e sollevando lo sguardo vide che tutte le colonne di cemento ed il soffitto del parcheggio erano stretti dai fili dell'uomo.
    "Come ho detto, la delusione sei tu!" dichiarò con un sorriso Delver, per poi abbassare il braccio: in quel momento i fili fecero a pezzettini le colonne ed il soffitto, mentre all'esterno altri fili facevano lo stesso con il grattacielo. Fari non fece in tempo a correre verso l'uscita imprecando un: "Dannaz..." che duecento e più piani di cemento, pietra e metallo caddero addosso a lui ed ai suoi cadaveri, mentre il grattacielo crollava su sé stesso. Nessun detrito, per quanto grande, colpì Delver, che si protesse con una cupola di fili che tagliarono apposta ogni possibile pericolo.
    "Uff... Per ora dovrei averlo bloccato almeno il tempo di raggiungere Rayshin... E pensare che ho dovuto persino indossare gli abiti di quel tizio là! Che mestiere duro, il mio!" borbottò seccato il Dadoducco massaggiandosi le spalle, mentre voltandosi se ne andava con calma dall'edificio ormai ridotto ad un cumulo di macerie.
    Non ebbe il tempo a svoltare l'isolato che proprio le macerie del grattacielo esplosero verso l'alto: danneggiando i grattacieli vicini le macerie causarono una pioggia di vetri trasparenti che si infransero sul terreno, mentre una voce al limite della furia esclamava: "Liberazione Secondo Sigillo: Sigillo di Qumran!".
    Con una velocità spaventosa Fari emerse come un missile dalla nube sollevata dal suo ritorno, con un aspetto completamente nuovo: adesso la pelle del suo corpo era diventata nera, le dita delle mani trasformate in tentacoli mediamente lunghi che avvolgevano completamente l'asta delle sue sua asce. Aveva perso la maglia della tuta, restando a petto scoperto e rivelando così quattro enormi tentacoli ognuno dei quali con un occhio rosso in prossimità della punta, mentre due lunghi corni biancastri gli scendevano dalla fronte dietro la testa. Infine, ora la sclera dei suoi occhi era completamente bianca e priva di pupille.
    L'Ibrido si fiondò su Delver lasciando a questi solo il tempo di pensare: "Ma certo! Se si definisce l'Ibrido più forte di certo è di Grado XXX! Quindi vuol dire che può contare su almeno due Sigilli!", ma l'uomo non fece in tempo ad incrociare le braccia al petto che l'ombra delle due asce di Fari gli fu sulla testa.
    "Quanta tristezza vederti in questo stato Delver... Spero tu non abbia sofferto troppo..." mormorò una voce triste, quando le lame di Fari impattarono contro una superficie invisibile generando una marea di scintille rossastre. Il Dadoducco vide davanti a sé quattro sfere brillanti disposte a quadrato tra lui e Fari, e nell'area delimitata da esse vi era proprio il muro invisibile che lo aveva protetto dall'attacco dell'Ibrido.
    Fari guardò confuso quello strano fenomeno e, per non rischiare eventuali altre sorprese, facendo leva su due dei suoi tentacoli sulle spalle si allontanò di qualche metro dal suo avversario, il quale si lamentò: "Certo che ce ne hai messo di tempo, tu! Ancora un po' e ci restavo secco: dovresti vergognarti, Emas!".
    Al suo fianco infatti era appena arrivato Emas, l'altro Dadoducco dell'Ordine di Yeni Aci che era inizialmente stato mandato da Icero ad organizzare l'attacco contro la Parata. Emas si pettinò il ciuffo di capelli neri che gli copriva l'occhio destro, scusandosi affranto verso il compagno: "Perdonami Delver... Ho fatto più in fretta che ho potuto, affidando ai miei sottoposti l'incarico di preparare il tutto... Ma dimmi, con chi abbiamo a che fare?".
    Delver ridacchiò verso il nuovo arrivato, per poi indicargli Fari dichiarando sorridendo: "Abbiamo a che fare con qualcuno che già ora è più forte di noi due messi assieme! Ti basta, come informazione?".
    Emas fischiò dalla sorpresa, per poi richiamare con un gesto della mano le sue quattro sfere commentando: "Allora penso dovremo fare sul serio, dopo tanto tempo... Che ne dici di affrontarlo assieme, Delver?".
    "Umpf! Vedi di non starmi troppo tra i piedi!" commentò Delver, incrociando le braccia al petto: a quel gesto lo stemma dell'Ordine di Yeni Aci apparve brillante di una luce rossastra per qualche secondo. Lo stesso gesto fece Emas con calma, guardando con sospetto e tristezza il suo avversario.
    Le sfere di Emas cominciarono ad ingrossarsi a dismisura mentre la loro luminosità calava, rivelando essere di metallo e formate da diverse placche divise tra di loro da sottili venature nere: le sfere si aprirono, rivelando al loro interno il corpo di un drago in posizione fetale, mentre le placche metalliche si sistemavano sul loro corpo formandone un'armatura a piastre sulle ali e sulla coda. Il petto in particolare era però occupato da una placca più grande delle altre su cui era dipinto un occhio rosso in stile vagamente egizio.
    Nel mentre davanti a Delver erano apparse inizialmente due fiammelle violastre, che però si erano subito concretizzate in altrettante creature dal corpo meccanico, coperto interamente da un'armatura spessa e scura. La prima creatura era una bestia simile ad una tigre dai denti a sciabola, la seconda invece dalle ali che aveva sulla schiena sembrava un drago. Dalla punta delle dita di Delver partirono spessi fili color violetto che si attaccarono al corpo delle creature, illuminando loro gli occhi.
    Emas balzò sulle spalle di un enorme drago dorato dall'armatura arancio chiaro e con gli artigli nerastri, che si librò in volo, mentre Delver cominciò a muovere i fili delle sue creature commentando con un sorriso ironico: "Ebbene, vediamo chi la spunta!".


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Come avete letto lo scontro tra Delver e Fari si è inizialmente svolto con un'apparente parità tra i due, in quanto entrambi sono riusciti ad infliggere qualche danno all'altro. Dico apparente perché Delver manca del fattore rigenerativo di cui l'Ibrido è dotato, ragione che l'ha portato a nascondersi momentaneamente per riprendersi. Allora, nascosto in un parcheggio, con un trucco ha tentato di intrappolare momentaneamente Fari sotto le macerie del palazzo con lo scopo di mettere al sicuro Rayshin, ma purtroppo l'Ibrido ha spezzato il Secondo Sigillo (rendendosi il primo a farlo in scena) e lo ha attaccato. Per fortuna però Emas dell'Ordine è giunto in soccorso di Delver in extremis, ed i due Dadoducchi hanno svelato i loro assi nella manica come per altro fece Irene nel suo scontro contro Ofelia: i draghi Ieratici per Emas ed i Bambolaombra per Delver.
    Dall'altra parte il duello tra Louis e Nicolas si è svolto a senso unico per il secondo, completamente umiliando il membro dell'Ordine con la sua capacità di avere una visione chiara del futuro. Nessun attacco di Louis infatti ha colpito l'Ibrido, che l'ha atterrato ed ha cominciato a tormentarlo psicologicamente con il suo passato come Ibrido.
    Come finiranno questi scontri? Delver ed Emas riusciranno a resistere contro un avversario del genere? Louis cosa dovrà sopportare da Nicolas? E cosa farà ora il Dottor Gren?
    La risposta a queste domande nel prossimo capitolo cari lettori, e vi do dunque appuntamento a domenica.
    Buona serata :ciao:

    Edited by Xivren - 12/10/2015, 19:56
     
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    EDIT: mi ero scordato di mettere l'ora in cui i vari combattimenti si svolgono. Chiedo scusa per questa dimenticanza, specie perché tutto deve trascorrere durante i duelli di Esteban e Rayshin, per poi finire più o meno assieme.
     
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    Ah ah ah! Lo dicevo che ogni volta che appare Nicolas c'è da divertirsi: E' sicuramente nella mia personale Top 5 dei migliori personaggi della storia, assieme a Lasyrindes e Icero. Gli altri due? Ehm....li devo ancora decidere. XDXD

    Delver usa Bambolaombra? Ma guarda: Non l'avrei mai detto, sai? XDXDXD Ora sarebbe curioso scoprire le carte che usa Fari: Di sicuro un deck Zombie, ma bisogna capire se adopera un'archetipo o uno Zombie generico.

    Interessante la storia di Louis: La persona del passato era indubbiamente un Dottor Gren più giovane, e considerando i poteri di Louis (creazione di ossa, arti aggiuntivi e tutte cose relative al corpo umano) e il fatto che Gren sembra essere gravemente malato, mi viene da sospettare che questa affezione potesse essere presente in lui fin da quando era più giovane, e che avesse creato Louis come primo Ibrido, con lo scopo aggiuntivo di sfruttare il suo corpo per trapianti di organi, ossa, e altre possibili parti del corpo, al probabile scopo di rallentare o curare la sua malattia. Questo potrebbe spiegare come mai ha dichiarato che Louis gli ha "salvato la vita più volte". Poi quando successivamente non gli tornava più utile per svolgere le missioni e altre robe simili, decise di scartarlo e di preservarlo solo per continuare a sfruttare il suo corpo e i suoi poteri, per curare se stesso....motivo per il quale, Louis è poi scappato. Bella teoria, vero? PALESEMENTE falsa, ma bella, dai...XD
     
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    Orbene, con quale locuzione descriviamo la mia entrata in scena? "Alla fine"? "Con un leggerissimo ritardo"? "Finalmente"?
    Lascio scegliere voi.

    Ciò che è più importante, ormai mi sono rimesso in pari, e non credo né spero di rimanere più indietro. Ero rimasto alla prima apparizione di Nicolas, e sono più che contento del suo sviluppo durante la mia assenza.
    In questi ultimi Capitoli, però, la mia attenzione non si è concentrata tanto sulla trama (ben scritta e ben diretta, in ogni caso), quanto più sulla caratterizzazione dei personaggi.
    Rayshin e Esteban sono fratelli, Delver è un burattinaio, Nicolas è un prestigiatore e Lasyrindes è, uhm, un Lasyrindes. Sembrano fesserie, e in effetti lo sono, ma è da frivolezze come queste che i personaggi smettono di somigliare a una sagoma di cartone ficcata a forza in una trama che non ha niente a che vedere con la loro personalità. Mi prende un senso di sconforto quando penso che sia i protagonisti che gli antagonisti della mia Fic sono sostanzialmente dei personaggi delle favole Disney. Mi conforta solo il fatto che questa mancanza sia condivisa dal 95% delle Fan Fiction esistenti (escluse quelle a carattere erotico. Persino lì i personaggi hanno più spessore dei miei).

    A questo punto potrei e dovrei fare considerazioni sulla trama, ma invece dico solo una cosa: Voglio il prossimo Capitolo, ora.
     
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    CITAZIONE (Ipercubo @ 17/3/2015, 00:36) 
    Orbene, con quale locuzione descriviamo la mia entrata in scena? "Alla fine"? "Con un leggerissimo ritardo"? "Finalmente"?
    Lascio scegliere voi.

    Ciò che è più importante, ormai mi sono rimesso in pari, e non credo né spero di rimanere più indietro. Ero rimasto alla prima apparizione di Nicolas, e sono più che contento del suo sviluppo durante la mia assenza.
    In questi ultimi Capitoli, però, la mia attenzione non si è concentrata tanto sulla trama (ben scritta e ben diretta, in ogni caso), quanto più sulla caratterizzazione dei personaggi.
    Rayshin e Esteban sono fratelli, Delver è un burattinaio, Nicolas è un prestigiatore e Lasyrindes è, uhm, un Lasyrindes. Sembrano fesserie, e in effetti lo sono, ma è da frivolezze come queste che i personaggi smettono di somigliare a una sagoma di cartone ficcata a forza in una trama che non ha niente a che vedere con la loro personalità. Mi prende un senso di sconforto quando penso che sia i protagonisti che gli antagonisti della mia Fic sono sostanzialmente dei personaggi delle favole Disney. Mi conforta solo il fatto che questa mancanza sia condivisa dal 95% delle Fan Fiction esistenti (escluse quelle a carattere erotico. Persino lì i personaggi hanno più spessore dei miei).

    A questo punto potrei e dovrei fare considerazioni sulla trama, ma invece dico solo una cosa: Voglio il prossimo Capitolo, ora.

    Sono così contento che tu, mio caro Iper-kun, sia tornato a leggere LCDI (ed ovviamente anche per i complimenti che hai fatto alla fanfiction, per quanto abbia molto da ridire su come hai definito la tua (ma lo farò bene al tuo prossimo capitolo)) che mi permetto di pubblicare non il prossimo capitolo (la cui pubblicazione sarà, come di consueto, questa domenica), quanto più un "mini-capitolo" a me molto importante per la trama ma che, se messo da altre parti, non avrebbe avuto di certo lo stesso effetto. Dunque pubblico quindi questa piccola anticipazione del capitolo vero e proprio, con la speranza di non disorientare nessuno dei miei cari lettori dopo il mio periodo di lunga assenza (eh sì, un periodo di meditazione serve a tutti).
    Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 52 - I PARTE – LE TRAME DI DINEF

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 19:00 - New York, Other

    "Uhm... Esteban non è ancora tornato! Per quanto sia irruento, non è da lui non rispettare gli impegni presi!" commentò a mezza voce Isroth.
    L'anziano Ministro dell'Impero si era appena alzato dalla scrivania posta al centro del suo studio, appositamente realizzato in una stanza del sontuosissimo appartamento in cui alloggiava. Fino a poco prima l'uomo aveva continuato a svolgere con estrema cura le sue funzioni ed i suoi compiti in quanto Ministro, ma solo quando notò il tramontare del sole al di sotto del davanzale dell'enorme finestra davanti a lui decise di smettere.
    Appoggiandosi al suo bastone da passeggio Isroth uscì dallo studio, spegnendo con uno schiocco di dita la luce all'interno, e si diresse verso il centro dell'atrio riflettendo: "In effetti sapevo che l'idea di mandarlo libero in mezzo al Torneo si sarebbe rivelata pericolosa! E' vero che la sua presenza deve attirare quella di Rayshin, ma l'Imperatore sembra essersi dimenticato che è vero anche l'inverso: se mai Esteban venisse catturato da mio fratello... Non voglio neppure pensare a questa eventualità!".
    Isroth si fermò al centro dell'enorme tappeto dorato, rotondo e che copriva l'intero atrio terminando a contatto con le colonne in pietra blu che, con una forma a spirale, salivano fino al soffitto a cupola. Sette lampadari a forma di sole nascente illuminavano la stanza ma, per un curioso effetto di luce e oscurità, facevano sì che le colonne gettassero lunghe ed inquietanti ombre ai muri della stanza oltre i pilastri.
    Il Ministro si voltò apparentemente senza motivo verso una di quelle ombre, che però come mossa da vita propria prese ad allargarsi sempre di più attirando a sé anche le restanti ombre, per quanto la posizione dei lampadari e quindi la fonte della luce non fosse cambiata. Sì udì un suono nell'aria che, per quanto flebile, risuonò chiaramente negli appartamenti vuoti ed immersi nel silenzio del Ministro, e poi tutto tornò come prima. La sola differenza è che ora davanti all'uomo vi era un'altra persona.
    "I miei omaggi, Principe Dinef... Posso domandare cosa vi porta qui, in questo momento?" domandò formalmente Isroth, inchinandosi rispettosamente nei confronti del suo interlocutore.
    Il Principe dai capelli color cremisi gli rispose, il volto indecifrabile come suo solito: "Isroth, vengo qui per volontà dell'Imperatore! Abbiamo avuto... qualche piccolo imprevisto, e dobbiamo porvici rimedio io e te!".
    "Oh, questo sì che è strano! Considerando che già nella sua natura odia gli imprevisti, il fatto che abbia mandato voi qui significa che la situazione è molto critica! E sospetto che l'assenza di Esteban non sia del tutto casuale, mi sbaglio?" osservò il Ministro rialzandosi. Lisciandosi i baffi Isroth notò curiosamente che sul labbro inferiore del Principe vi era un piccolo taglio, e che la pelle attorno sembrava essere stata rossa fino a pochi istanti prima. Conoscendo Dinef e soprattutto Lasyrindes Isroth non ci mise molto a capire cosa fosse accaduto, e quindi aggiunse accigliato, a bassa voce: "Cosa ha fatto perdere le staffe all'Imperatore, questa volta?".
    Dinef lo fissò immobile per qualche secondo, per poi rispondere: "A quanto pare Esteban ha iniziato il suo processo di Perfezionamento prima del tempo, e soprattutto in nostra assenza... Se le cose stanno ciò tutto fa presupporre che lo stesso sia accaduto al fratello maggiore! L'Imperatore è dunque preoccupato che i due possano interferire con i quattro Principi in maniera, diciamo, ostile ai nostri piani!".
    Isroth si grattò il mento ispirando profondamente, mentre rifletteva in silenzio. In cuor suo aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato. Finalmente i sogni dell'Imperatore erano a un passo dall'essere raggiunti, ma allo stesso tempo ciò significava che Icero era ancora più vicino a distruggere il mondo per lui. Le cose da lì in poi si sarebbero fatte sempre più difficili, e proprio per questo avevano cercato di preparare Esteban a dovere per proteggerlo dall'Ordine di Yeni Aci.
    Quando espirò domandò: "Non poteva che succedere, prima o poi... Sfortunatamente è successo solo troppo "prima" che "poi"... Dunque dobbiamo cominciare il vostro piano, Principe?".
    "Certamente, Isroth! Come ti ho già spiegato questo è l'unico modo per realizzare pienamente le ambizioni del Sommo Lasryndes e proteggerlo da ogni altro possibile rischio... Immagino che per te possa essere un po' difficile da affrontare, ma non vi è altro modo! Se i quattro Principi devono affrontare i due fratelli, allora il modo più elegante per farlo è seguire il mio piano..." gli confermò Dinef, il viso sempre impenetrabile. I lati della sua bocca però ebbero un breve fremito, e per un istante sembrarono quasi assumere la forma di un ghigno orripilante.
    Il Ministro non si accorse di nulla però, ed annuendo con riluttanza commentò: "Quindi finalmente vedremo se tutti i nostri sforzi con Iolos saranno ripagati oppure no... Ovviamente l'Imperatore non sa nulla di tutto ciò, giusto? Io continuo a sostenere che dovremmo come minimo spiegargli il vostro piano, onde evitare dopo di vedere le nostre teste ruzzolare a terra accusate di tradimento!".
    Il Principe gli passò accanto senza emettere alcun suono, eccetto il frusciare del suo mantello nero, e fissando i lampadari al soffitto ribatté: "Non ho tendenze suicide, Isroth! Non preoccuparti, tutto si svolgerà secondo il mio copione, ed il Sommo Lasyrindes otterrà il miglior risultato con il minimo sforzo... Del quale però dovremo farci carico noi tre! D'altronde non è forse questo il nostro scopo? La nostra esistenza è indissolubilmente legata a quella dell'Imperatore, così come i nostri sogni e la nostra felicità... E se per raggiungerli dovremo schiacciare migliaia, o milioni, o miliardi di vite, lo faremo!". Detto ciò schioccò le dita ed i lampadari nell'atrio esplosero tutti in una pioggia scintillante di frammenti, eccetto uno posto esattamente sopra i due uomini che rimase l'unica fonte d'illuminazione.
    "Il Principe dell'Acqua è già in azione dopo che gli ho parlato, e per quanto pigro non tarderà di certo a fare la sua mossa! Tu invece occupati di Iolos ed andate a recuperare Rayshin ed Esteban: uccidete chiunque vi ostacoli, indiscriminatamente da alleati o nemici! Il fine deve avere la priorità sul mezzo!" aggiunse quindi Dinef, scuro in viso, per poi riprendere ad avanzare.
    Isroth si voltò rigidamente verso di lui rivolgendogli un ultimo inchino, dichiarando: "Come desiderate, Principe Dinef! E voi, nel mentre cosa farete?".
    "Oh, se le cose vanno come ho previsto ritengo che per questa missione dovrò scomodare un vecchi amico... A presto e buona fortuna, Isroth!" gli spiegò il Principe con una voce che sembrava tradire un velo di ironia, per poi perdersi nell'oscurità che ora dominava quasi interamente l'atrio, sparendo completamente.
    Il Ministro allora sbuffò, per poi battere a terra il suo bastone da passeggio gridando: "Iolos, vieni qui!".
    Dal nulla appare il cavaliere dall'armatura violastra, il volto come di consueto coperto interamente dall'elmo cornuto. Iolos era inginocchiato a terra con il capo chino, il braccio destro appoggiato sul ginocchio corrispondente mentre tutto il resto del corpo e dell'armatura erano coperti dal mantello. Nel vederlo davanti a lui Isroth non seppe cosa provare in quel momento: se pietà per ciò che attendeva quel povero essere o estrema ripugnanza per ciò che si sarebbe rivelato essere. Tali sentimenti contrastanti avevano dimorato in lui per anni e anni ogni volta che si trovava in presenza del cavaliere in armatura, ma solo ora più che mai gli laceravano l'animo. Tornò però nella compostenza quando Iolos gli domandò, con voce sommessa e rispettosa: "Desiderate, Padrone?".
    Deglutendo Isroth gli rispose: "Iolos, dobbiamo andare... Abbiamo molte cose da fare, e di certo non mancheranno i problemi!".


    E così finisce l'anticipazione, cari lettori.
    Spero che questo "mini-capitolo" sia stato di vostro gradimento: era da un po' che desideravo mostrare meglio la psicologia di Isroth, in quanto uno dei personaggi più importanti della trama, e di Dinef, che finora era stato piuttosto freddo e quasi "inutile" :asd: . Ed invece questi due signori, dall'emotività completamente opposta, sono invece in accordo segreto per il bene di Lasyrindes, almeno secondo il Principe. Isroth però sembra mostrare ancora qualche dubbio, non ultimo sul fatto che il loro accordo sembra riguardare Iolos, il cavaliere del Ministro, per qualcosa di particolare... Qualcosa per cui lo avrebbero preparato da lungo tempo.
    Cosa succederà con la discesa in campo delle forze dell'Impero, dopo l'Ordine e gli Ibridi del Dottor Gren? E come la presenza di Iolos e del Principe dell'Acqua influirà sulla battaglia a New York?
    La risposta nei prossimi capitoli, cari lettori, non mancate. Buona serata, dunque :ciao: .
     
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    Mmm....forse è presto per dirlo, ma NON sono completamente convinto che il piano di Dinef, abbia esattamente come scopo il "bene di Lasyrindes". Le sue parole sono state un pò tradite dall'apparente ghigno che ha eseguito ad un certo punto, e che NON è stato notato da Isroth (dettaglio da tenere in considerazione, perché potrebbe significare qualcosa). Inoltre considerando il modo non esattamente "raffinato" in cui Lasyrindes l'ha trattato nell'ultimo capitolo, non sarebbe così assurdo che Dinef possa ambire segretamente a rovesciare Lasyrindes, e a diventare Imperatore al suo posto (o comunque a volersi sbarazzare di Lasyrindes, e prendere il potere per se stesso), utilizzando Isroth a sua insaputa, per la realizzazione dei suoi piani. Dopotutto dobbiamo pur sempre ricordare che Demone della Vanità è considerato una "controparte oscura inferiore" di Sovrano della Vanità: Se anche solo volesse togliere di mezzo Lasyrindes, per una pura questione di invidia e gelosia, ci starebbe benissimo. Oh, beh....ovviamente le mie sono solo congetture: Magari vuole aiutarlo davvero....ma il fatto che stia facendo tutto "sottobanco", mi puzza un pochettino. XD
     
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    CITAZIONE (Zadkal @ 18/3/2015, 23:31) 
    Mmm....forse è presto per dirlo, ma NON sono completamente convinto che il piano di Dinef, abbia esattamente come scopo il "bene di Lasyrindes". Le sue parole sono state un pò tradite dall'apparente ghigno che ha eseguito ad un certo punto, e che NON è stato notato da Isroth (dettaglio da tenere in considerazione, perché potrebbe significare qualcosa). Inoltre considerando il modo non esattamente "raffinato" in cui Lasyrindes l'ha trattato nell'ultimo capitolo, non sarebbe così assurdo che Dinef possa ambire segretamente a rovesciare Lasyrindes, e a diventare Imperatore al suo posto (o comunque a volersi sbarazzare di Lasyrindes, e prendere il potere per se stesso), utilizzando Isroth a sua insaputa, per la realizzazione dei suoi piani. Dopotutto dobbiamo pur sempre ricordare che Demone della Vanità è considerato una "controparte oscura inferiore" di Sovrano della Vanità: Se anche solo volesse togliere di mezzo Lasyrindes, per una pura questione di invidia e gelosia, ci starebbe benissimo. Oh, beh....ovviamente le mie sono solo congetture: Magari vuole aiutarlo davvero....ma il fatto che stia facendo tutto "sottobanco", mi puzza un pochettino. XD

    Perbacco Zadkal, un essere dall'aspetto oscuro e malvagio che controlla le ombre, che abusa del suo potere, distruttore degli altrui lampadari e che si chiama "Demone" deve per forza essere cattivo? Questo è razzismo! (credo)

    Seriamente adesso, in effetti i metodi con cui Dinef si è posto nei confronti di Isroth non lasciano certo ben sperare nei suoi confronti: se è effettivamente così ben volenteroso di aiutare Lasyrindes avrebbe potuto farlo in una maniera più, diciamo, "alla luce del sole". Ed anche il precedente discorso che lui ed Isroth ebbero ai tempi della rivelazione di Icero è piuttosto ambiguo.
    Ciò nondimeno, bisogna anche considerare il fatto che in quanto Numero 2 dell'Impero, subito dopo Lasyrindes, sia giustificato a prendere decisioni che all'apparenza possono sembrare viscide e riprovevoli: vediamola come una "ragione di stato", per restare in termini politici.
    Chiaramente adesso non posso sbilanciarmi troppo tra confermare o sconfessare una teoria, per quanto interessante e ben strutturata: il tutto dipenderà da come Dinef si "comporterà" nei prossimi capitoli, solo che non sarà tanto lui quanto lo stesso Iolos. A sua insaputa o con sua approvazione, chissà.
     
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    Buonasera a voi, cari lettori.
    Dunque, spero che l'introduzione che ho postato qualche giorno fa vi sia piaciuta, mi accingo a pubblicare la restante parte.
    Come ricorderete Rayshin ha vinto nel suo duello contro l'Ibrido Sirius, ma la vittoria e l'inganno dell'altro lo hanno sfinito talmente tanto che ha rischiato di precipitare dal grattacielo verso la morte. Per sua fortuna però Irene l'ha salvato, arrivando all'ultimo momento ed evitandogli di trasformarsi in una macedonia sull'asfalto.
    Ora che i due Ibridi sono stati sconfitti dai due fratelli, e con ancora in circolazioni esseri come Nicolas e Fari, cosa accadrà? La risposta in questo capitolo dal titolo tanto atteso.
    Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 52 - II PARTE - LA RICERCA SUL CAMPO DEL DOTTOR GREN

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 19:30 - New York, Other

    Rayshin non aveva la più pallida idea di come comportarsi, in quel momento. Una parte di lui avrebbe voluto crollare a dormire per giorni e giorni dopo lo stancante duello contro l'Ibrido, e un'altra invece avrebbe voluto zittire Kibir e Hamset che, volteggiandogli attorno, continuavano ad ironizzare su quanto stavano vedendo.
    Alla fine optò per la terza parte, e domandò: "Ma... Irene? Sei... sei davvero tu?" alla persona sopra di lui.
    La donna dell'Ordine gli sorrise calorosamente, come faceva fin da quando il ragazzo ne avesse memoria, e battendo un colpetto sul dorso della creatura le ordinò di scendere a terra, dopo che i due si erano allontanati di diversi isolati dal grattacielo dove Rayshin aveva duellato. Questa si appoggiò con delicatezza sulle zampe da rapace ed Irene aiutò Rayshin a scendere (con sua grande gratitudine, siccome i suoi sensi erano così scombussolati che, da solo sarebbe caduto sui suoi stessi piedi), permettendogli così di vedere per la prima volta ciò che gli aveva impedito di schiantarsi a terra: il volatile, dal manto nerissimo, presentava ben sei ali ognuna più lunga persino del suo stesso corpo, ed una coda color arancione divisa in tre lunghissime piume che continuavano a contorcersi come mosse da una brezza sottilissima, per quanto Rayshin non avvertisse il più piccolo alito di vento nelle vicinanze. La creatura aveva poi una folta criniera rossa dietro la testa, e quando sollevò d'istinto un paio di ali sinistre il ragazzo potè notare che piume del medesimo colore ne occupavano la parte superiore. Aveva già visto quella creatura, ma al momento il suo cervello stanco non ne ricordava il nome.
    "Ghibli, adesso puoi anche andare, grazie dell'aiuto!" commentò Irene alla creatura, accarezzandole il collo e la criniera. Il volatile emise un verso dal becco dorato che, seppur stridulo, era alquanto felice, per poi cominciare a brillare di una luce rossa fino a dissolversi senza lasciare alcuna traccia.
    La donna si voltò dunque verso Rayshin, ed accennando lo stesso inchino che gli rivolgeva quando era ancora la sua cameriera dichiarò amichevolmente: "E' un piacere rivederla, signorino Rayshin! Sono felice di essere arrivata prima che fosse troppo tardi: purtroppo mio pa... volevo dire, il Sommo Elsmay non mi ha permesso di intervenire prima!".
    Rayshin non potè domandarle cosa ci facevano lei e suo padre a New York, in quanto la sarcastica voce di Kibir domandò: "Oh, adesso non fare tanto l'eroina, tu cagnolina di Icero! Se eri così volenterosa di aiutare il Padroncino, dov'eri mentre duellava contro quel tizio tutto fumo e niente arrosto?", mentre assieme al compagno Hamset si era messo a mezz'aria tra i due interlocutori con le fauci rivolte verso la donna.
    Irene abbassò lo sguardo per un'istante, ma intenzionata a non dimostrare debolezze alle due creature affermò subito con fierezza: "Dubito che animali come voi possano dare della "cagnolina" a me... Mamma cane non vi ha insegnato che bisogna guardare se stessi, prima di giudicare gli estranei?", sorridendogli anche spavaldamente.
    "Ma brutta piccola...!" ringhiò infuriato Hamset, per poi spiccare un balzo verso Irene aprendo le fauci: Rayshin, ancora fortemente stordito, si accorse solo allora di quanto stava accadendo, e fece per ordinare alla creatura canina di fermarsi.
    La donna però allungò il braccio destro, facendo così uscire la lama in color bronzo che ogni membro dell'Ordine aveva in dotazione, e trafisse senza problemi l'essere da una parte all'altra della testa. Hamset, che per qualche motivo non aveva minimamente schivato la lama, si immobilizzò senza emettere un gemito, ma immediatamente il suo corpo si dissolse in una nube di fumo violastro, dalla quale balzò fuori all'improvviso Kibir, allungando le unghie nerastre verso gli occhi della donna. Irene però non si fece trovare impreparata e, piegando il busto all'indietro, schivò l'attacco e, sollevando le gambe, bloccò il fianchi di Kibir in una presa strettissima. Spingendosi con le mani Irene dunque coprì un angolo di 180 gradi e finì di nuovo con i piedi per terra, tenendo sempre stretto Kibir per poi infilzargli il muso come il compagno.
    Kibir si dissolse come Hamset, ma prima che Irene potesse tirare un sospiro di sollievo una luce azzurra brillò sull'asfalto attorno a lei: un enorme sigillo di luce, con complicate ed intricate rune disposte a vortice e dal diametro di circa tre metri, la circondava completamente.
    "Acc..." gridò Irene mentre, con un balzo, cercò di uscire dal sigillo nel più breve tempo possibile, ma la voce le si strozzò in gola nello stesso momento in cui cadde a terra. Tentò di avanzare con le braccia, ma il suo corpo era preda da scosse e gemiti sempre di maggior frequenza ed intensità, mentre il volto rosso dalla fatica era impregnato da sudore. Inspiegabilmente la donna si portò le mani alla gola, come se avesse difficoltà a respirare, ma stranamente il suo respiro era presente, per quanto affannoso. Attorno a lei, però, tutti i fasci d'erba che spuntavano dall'asfalto entro i confini del sigillo seccarono e morirono all'istante.
    "Avanti! Dimenati ancora di più... Ti piace, il Sakin? Fintanto che resterai al suo interno, proverai un nuovo significato della parola "dolore": un vero e proprio inferno, fisico e mentale, percettibile soltanto da te ed inespugnabile!" commentò estasiata la voce Kibir nell'aria, per poi apparire a mezz'aria sopra Irene assieme a Hamset: come due ologrammi quegli esseri si erano materializzati dal nulla assumendo poi una forma fisica, per quanto "fisici" potessero essere loro e le loro code evanescenti.
    Hamset rise con garbo, per poi commentare: "Povera cagnolina, tutta preda di dolori e allucinazioni... Ritengo sia più opportuno porre direttamente fine alle tue sofferenze, come atto di pietà!", e detto ciò si scagliò sul corpo, sempre più agitato e tremante, della donna. Kibir lo seguì, entrambi con le lunghe zanne brillanti e pronte e chiudersi sul corpo della loro vittima.
    "FERMI!" gridò con forza una voce nell'aria, talmente forte da coprire anche l'ardore delle fiamme che stavano consumando il grattacielo dove Sirius aveva rilasciato il suo calore. Le due creature si bloccarono in quello stesso momento, ed il sigillo che tormentava Irene si spezzò come se fosse stato realizzato in vetro, per poi dissolversi in polvere azzurra nell'aria.
    Kibir e Hamset si voltarono, e trovarono come fonte di quella voce Rayshin stesso. Il ragazzo si era rialzato ed aveva compiuto qualche passo in avanti, ma da come il suo corpo ondeggiava da un lato all'altro era chiaro che anche quei semplici movimenti lo stavano provando molto. Ciò nonostante aveva allungato il braccio verso le due creature, ed il suo sguardo era carico di determinazione: non avrebbe mai permesso che Kibir e Hamset facessero del male a colei che lo aveva salvato, per nessuna ragione al mondo. "Allontanatevi... allontanatevi subito da lei!" aggiunse, ansimando, mentre si faceva strada tra i due esseri e si piegava su Irene.
    Con sua grande sorpresa, scoprì che il dolore provato da lei non era dovuto ad alcun danno esterno, in quanto ad una prima e sommaria occhiata il fisico di Irene non presentava nessuna ferita. "Mi chiedo cosa abbia patito per finire in queste condizioni..." rifletté affranto Rayshin, mentre l'aiutava a rialzarsi.
    "Ma Padroncino, non dovrebbe avvicinarsi a lei! Quella donna è una serva di Icero, non dovete soccorrerla ma distruggerla, ora!" dichiarò con forza Hamset, avvicinandosi all'orecchio di Rayshin, per essere seguito da Kibir che aggiunse: "Esattamente! Come può fidarsi di lei? Ogni cosa legata a quell'ignobile essere deve essere distrutta, altrimenti per voi, Padroncino, la situazione diventerà sempre più grave!".
    Rayshin, però, non prestava loro attenzione. Irene aveva ripreso un colorito sano in volto, e gli ultimi spasmi di tosse si stavano facendo sempre più deboli e lontani: frugando nella tasca dei suoi pantaloni prese in mano il suo fazzoletto ed asciugò il sudore dal volto della donna, che disse con qualche incertezza: "La ringrazio, Signorino...".
    "Sono io che dovrei ringraziare te, invece!" si affrettò ad aggiungere il ragazzo, per poi continuare: "Senza il tuo aiuto, a quest'ora non so cosa sarebbe rimasto di me! Solo grazie al tuo intervento non sono prepicitato a terra... E mi scuso per cosa quei due ti hanno fatto, sono stati ingiusti nei tuoi confronti, siccome a differenza tua loro non mi hanno aiutato...", e detto ciò lanciò un'occhiata di rimprovero alle due creature.
    I due rimasero a fissarsi dritti negli occhi per qualche istante in silenzio, con Kibir ed Hamset che volteggiavano sbadigliando dalla noia, quando una terza voce commentò: "Oh... Ma che scena commovente! Spero non vi dispiaccia, se mi faccio un po' di spazio!".
    Le due creature canine furono le prime a voltarsi verso la voce ringhiando, ma Rayshin ed Irene non furono altrettanto veloci. Ciò che il primo vide fu solo una rapidissima sagoma nera che si avvicinò verso di loro e, con un impatto fortissimo, colpì alla vita Irene lanciandola contro la parete del palazzo dietro di loro. La donna emise un grido di dolore quando il suo corpo impattò contro il cemento, incrinando completamente la parete e causando la caduta di qualche detrito su di lei.
    La sagoma nera che aveva colpito Irene era però sparita in un guizzo, ed a qualche metro da Rayshin vi era una persona. Si trattava di un uomo adulto, tra i trenta ed i quarant'anni, dai folti capelli castani che, sulla fronte, assumevano la forma di un curioso ciuffo con ciocche rivolte anche verso l'alto, come un vortice. Il volto era sorridente e affascinante, ma per qualche ragione Rayshin lo trovò ripugnante, come qualcosa di innaturale e che trasudava disgusto da ogni singola cellula. Il corpo, dritto e composto, era coperto da una lunga tunica bianca, divisa in due parti: la prima, a mantellina che andava dal colletto rialzato fino alla vita, era decorata da una striscia centrale marroncina che, alla fine, si alzava ai lati finendo a punta. La parte bassa, che gli copriva il resto del corpo fino ai piedi, presentava due strisce ai lati marroni come le precedenti, solo che queste terminavano qualche centimetri prima dell'orlo.
    L'uomo avanzò con calma, e Rayshin notò che ad ogni passo emetteva un suono metallico, simile ad uno scatto: il ragazzo non sapeva se trovare più strano quel suono o l'ipotesi che quel tizio indossasse scarpe di metallo. "Un appuntamento privato tra giovani... Come mi sento vecchio, pensandoci!" aggiunse l'uomo sghignazzando divertito, come se la sola idea gli sembrasse ridicola.
    I suoi sghignazzamenti non si interruppero neanche quando Kibir ed Hamset, sorprendendo lo stesso Rayshin per l'enorme velocità cui colpirono, gli si fiondarono contro ululando. Il loro attacco fu però ben presto interrotto da un muro invisibile contro il quale andarono letteralmente a sbattere: l'impatto produsse un tonfo sordo che si perse subito dopo, mentre le due creature vennero sbalzate ai lati con un guaito lamentoso.
    "Umpf, come se esseri tanto selvaggi potessero anche solo toccarmi!" commentò con disprezzo l'uomo gettando un'occhiataccia a Kibir e Hamset che, ripresosi subito dal colpo, continuarono a fiondarsi su di lui. I loro colpi vennero respinti similmente da quella che, a giudicare da come i due venivano sbalzati, era una cupola apparentemente invisibile che, con un raggio di circa due metri, aveva come centro l'uomo.
    Rayshin, dal canto suo, non era nelle condizioni fisiche né per aiutare le due creature né per poter fuggire o raggiungere Irene: la vista gli era ancora appannata, ed ogni muscolo del suo corpo nella migliore delle ipotesi gli doleva ancora, nella peggiore soffriva ancora delle fiamme e degli attacchi di Sirius. Si ritrovò così, tremante e con un equilibrio precario, ad assistere inerme all'arrivo dell'uomo, che sembrava mirare proprio a lui.
    Questi gli fu davanti in pochi secondi, e piegò il busto in avanti avvicinando pericolosamente il suo volto a quello del ragazzo. L'uomo studiò dall'alto al basso, da destra a sinistra il volto ed il fisico di Rayshin, commentando mentre compiva quell'ispezione: "Uhm, affascinante... La corpuratura è eccellente... La forma del cranio proporzionata ed elegante... Nessuna malattia genetica o cutanea rilevabile... In condizioni umane di gruppo sanguigno 0... Nessuna intolleranza alimentare... Valori di proteine e carboidrati nella norma, anche se in queste condizioni presentano chiaramente degli sbalzi... Una sola insufficienza renale da bambino, direi tra i dieci ed i dodici anni umani... Non rilevo né carie né tartaro né altri problemi dentali... Circolazione sanguigna pressoché perfetta... Che soggetto affascinante! Ora capisco perché il mio Maestro è sempre stato così attratto da te, oltre a corrispondere ad i suoi gusti hai anche un fisico privo di difetti sostanziali! Non perfetto, certo, ma non meno apprezzabile e soprattutto lavorabile!".
    Mentre quell'uomo, giurò Rayshin, lo stava annusando con insistenza, l'ispezionato domandò confuso: "Maestro? Ma voi... voi chi siete? E di cosa parlate?", cercando di scansarsi da quel tizio inquietante.
    "Oh, le formalità! Quanto odio le comuni usanze umane... Davvero, mio prezioso Risebell, Icero non ti ha mai parlato di me? D'accordo che né io né l'altro suo apprendista l'abbiamo mai colpito od interessato, ma un minimo di educazione... Che diamine!" gli rispose l'uomo alzandosi di colpo ed interrompendo la sua "visita medica".
    Rayshin trovò quantomeno ironico il fatto che un tizio che non si era neppure presentato ed aveva invaso così tanto il suo spazio vitale parlasse di educazione, ma decise di sorvolare. Piuttosto comprese immediatamente, gridando: "Risebell... E' lo stesso nome con cui Sirius mi ha continuamente chiamato! Ma allora... allora anche voi siete uno di quegli esseri... un Ibrido!".
    Capito ciò il ragazzo fece appello a tutte le forze che ancora restavano nel suo corpo e si voltò di scatto, cominciando ad arrancare zoppicando da quell'Ibrido. "Che stupido sono stato a non pensarci subito! Se anche lui è un Ibrido è chiaro che ci ha raggiunti subito, attratto dall'incendio del grattacielo dove ho duellato! Devo andarmene... subito!" pensò in fretta e furia Rayshin, cercando di reggersi in piedi usando anche le braccia.
    Ma la sua avanzata fu ben presto interrotta: come un macigno pesante tonnellate qualcosa di duro e freddo si abbatté sulla sua schiena, rompendogli diverse ossa a giudicare dal suono emesso. Con un verso strozzato Rayshin tossì una discreta quantità di sangue, mentre cadeva a terra.
    Dietro di lui l'uomo aveva ripreso a camminare, a giudicare dal cigolio metallico che si udiva nell'aria, e dichiarò: "Mio prezioso Risebell, non saltare a conclusioni affrettate! Prima di formulare una tesi bisogna sempre verificare quanto si sta affermando, e non mi sembra proprio che tu l'abbia fatto! Io non sono un Ibrido come Sirius, il mio povero figliuolo che hai brutalmente eliminato... Ma sono, per il momento, un essere umano, come tu eri un tempo! Per la precisione sono il geniale e brillante...".
    "GREN!" urlò la voce di Irene, richiamando l'attenzione di Rayshin ancora dolorante a terra. Il ragazzo la vide emergere con un balzo dal cumulo di detriti che la seppelliva, assieme a due altre figure alate. La prima di questa era Alanera - Bora la Lancia, mostro che Rayshin riconobbe subito, avendolo visto nelle riprese dell'Ordine in merito al duello tra lei ed il Principe Rael; il secondo era invece un essere umanoide come Bora e con le ali nerastre, mentre una folta chioma di piume blu gli contornava la testa e la maschera gialla a forma di becco aguzzo sul viso. Il corpo era coperto da una leggera armatura marrone che gli copriva il busto e la spalle, scendendo poi dal gomito fino alle dita: entrambe le mani, in particolare, erano avvolte da quella che sembrava una corrente d'aria verdastra. Nonostante il dolore lancinante alla schiena, che tuttavia stava passando, Rayshin ricordò che quel mostro doveva essere Alanera - Zephyros l'Elite.
    Irene e le sue creature attaccarono violentemente l'uomo. Bora allungò la sua lancia colpendo la cupola: l'impatto sprigionò una turbine d'aria così potente da investire con forza lo stesso Rayshin, ma né la lancia né la cupola davano segni di cedimento. Zephyros, dietro la donna, disegnò nell'aria un cerchio ed immediatamente un vortice d'aria verdastra investì Irene, la quale allungò entrambe le braccia rilasciando le lame bronzee. Il vortice aumentò esponenzialmente la velocità d'Irene, la quale però non sembrava esserne né ferita né danneggiata in alcun modo, ma anzi puntò entrambe le armi bianche alla gola dell'uomo.
    Rayshin fece per gridarle di stare attenta allo scudo che proteggeva il suo avversario, ma due cose lo sorpresero al punto da lasciarlo senza parole. La prima sorpresa in positivo fu che, per quanto Irene fosse diventata veloce sfruttando l'attacco di Zephyros, egli la vide chiaramente oltrepassare il "confine" della cupola senza problemi, a differenza di Kibir, Hamset o Bora.
    La seconda, in negativo, fu che l'uomo si piegò di lato senza problemi evitando l'attacco di Irene, e reagendo immediatamente sollevò il ginocchio colpendola violentemente al fianco sinistro. La donna, con un verso di sorpresa, tossì per il colpo subito, ma prima che potesse reagire l'uomo saltò con l'altra gamba e le sferrò un calcio sul viso: il colpo fu così forte da lanciarla diversi metri lontano, in una nube di polvere sull'asfalto.
    Ciò che però Rayshin non si aspettava era l'arrivo di una terza sorpresa. Dopo ciò che vide, comprese chiaramente cosa aveva colpito Irene all'inizio e cosa aveva colpito lui da dietro, e si sentì mancare. Da sotto il primo strato della tunica dell'uomo erano fuoriusciti, al posto della braccia, due enormi bracci tentacolari neri all'apparenza metallici che, come saette, avevano afferrato Bora la Lancia e Zephyros l'Elite per il viso e li avevano schiacciati contro il quarto piano di un grattacielo lì vicino. Un istante dopo i due bracci, con un orribile suono metallico simile ad un lamento umano, si erano fiondati su Kibir e Hamset che, probabilmente sottovalutandoli, non li avevano scansati: le due creature vennero schiacciate con forza contro l'asfalto ma, con loro immediato e grande stupore, il loro corpo non poté dissolversi come facevano ogni volta colpiti. Intrappolati in un cratere di circa un metro di profondità i due esseri si ritrovarono intrappolati da due mostruosità meccaniche che, nonostante gli impatti subiti, non si erano neppure scalfite.
    L'uomo si voltò verso Irene, che sanguinante stava cercando di rialzarsi da terra, e le gridò contro: "Per te è DOTTOR Gren, razza di ignorante sgualdrina da quattro soldi!".
    Detto ciò l'uomo si ricompose, inspirando ed espirando con calma, e notando l'espressione che Rayshin aveva in quel momento in volto commentò con un ghigno: "Oh... questi? Non devi avere paura, mio prezioso Risebell! Vedi, ottant'anni fa a causa del mio Maestro ebbi un insignificante incidente in laboratorio, e da allora questi sono diventati le mie braccia! Certo, non è stato facile realizzarli... Bracci meccanici che rispondono agli impulsi mentali in puro Kesin al 100%, e quindi indistruttibili! L'unico inconveniente è che purtroppo non ho più avuto materiale per armare i miei amati figlioli, e quindi sono costretto ad usare un inferiore Kesin sintetico... Ma adesso con te, le cose andranno molto diversamente!".
    Con un sorriso calmo e rilassato il Dottor Gren avanzò verso Rayshin, ignorando il fatto che Bora e Zephyros si erano ripresi dal colpo ed erano tornati all'attacco. Poi, con un sospiro sconsolato, sollevò di nuovo Kibir e Hamset e li lanciò contro i due Alanera, per poi colpire tutti e quattro con un colpo di frusta usando entrambi i tentacoli.
    Mentre i mostri si schiantavano contro un gigantesco schermo televisivo soprastante, i due bracci tornarono davanti al Dottore, e Rayshin poté vedere che entrambi avevano cinque dita appuntite disposte a cerchio sulle estremità, dalla forma vagamente assottigliata sulla parte bassa e che si dimenavano come le dita di un bambino davanti ad un dolce.
    Tale era l'estasi del Dottor Gren che, ormai ad un metro da Rayshin, commentò con la voce tremolante: "Ah... Ah! Non ti dispiace se comincio l'autopsia su di te qui, vero Risebell? Prima però permettimi di renderti un vero cadavere!", e detto ciò i due bracci lo attaccarono.

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    Ore 19:50 - New York, Other

    "Merda!" esclamò Delver, mentre si toglieva un frammento appuntito di una lamina di ferro dalla spalla. Il Dadoducco si trovava sul dorso di Drago Bambolaombra, che stava volando silenziosamente tra un grattacielo e l'altro.
    Dietro di lui spuntò fuori da un'enorme nube di polvere Emas, a cavallo di Drago Ieratico di Sutekh: la sua creatura era impegnata a rilasciare un tremendo fascio di fiamme dorate dalle fauci, mentre dalle ali spalancate una pioggia di "gocce" dello stesso colore cadeva come proiettili al centro della nube.
    "Tutto a posto, Delver?" domandò Emas non appena raggiunse la stessa altezza del compagno, mentre con un gesto della mano destra materializzava altre sfere luminose. Le braccia scoperte erano coperte di graffi, ed a giudicare dalle condizioni in cui versava la sua spalla destra sembrava che sulla pelle in quella zona gli avessero versato dell'acido.
    "Ti sembro a posto, Emas? Non dire s... VIA!" si affrettò a rispondere Delver, per poi interrompersi all'improvviso ed andarsene a sinistra, seguito da Emas.
    La ragione del suo spavento fu molto semplice quando anche l'altro la vide: un sottile tentacolo nero aveva avvolto un grattacielo lì vicino dalla base fino al tetto, e lungo tutta la sua enorme estensione sottili filamenti uncinati si erano piantati nel cemento e nel vetro. Con un rumore tremendo il grattacielo si sollevò da terra, spezzandosi alla base in un'esplosione di frammenti e polveri da invadere per buona parte tutta la strada sottostante.
    Nonostante la velocità dei due membri dell'Ordine il tentacolo sollevò il grattacielo senza problemi ed, usandolo come mazza, lo fece schiantare sopra i due. Delver ed Emas, nonostante tutti gli sforzi fatti per sfuggirgli, finirono sotto quelle tonnellate che, oltre a schiacciali, si abbatterono su tutti gli altri edifici vicini, causando un disastro urbanistico ed un fracasso senza paragoni. Metri e metri di polvere e fumo si alzarono in aria come in seguito allo scoppio di una bomba, mentre interi palazzi o fiancate di alcuni finivano a pezzi a seguito di quell'impatto fortissimo. Milioni di vetri e finestre si infransero e caddero a terra in un diluvio scintillante, assieme a centinaia di tubature che rilasciavano getti d'acqua verso l'alto attraverso le varie impalcature e travi di metallo conficcatesi a terra. Tutte le persone sottostanti o all'interno dei palazzi coinvolti non si accorsero di nulla né si mossero, ancora drogate dall'attacco degli Ibridi e del Dottor Gren, finendone travolte ed uccise.
    Il tentacolo nero, dal canto suo, tornò al centro dell'originaria nube di polvere: la sua velocità fu tale da dissipiare senza problemi tutta la nube lì attorno, permettendo così di vedere un Fari assolutamente inattaccato e senza il benchéminimo danno, che avanzava silenzioso mentre i quattro tentacoli neri sulla sua schiena fissavano l'attacco con i quattro occhi rossastri.
    Arrivato in un certo punto l'Ibrido si fermò, ed i due tentacoli anteriori si lanciarono sotto le macerie accumulate, per poi risalire tentendo afferrati per le gambe Delver ed Emas capovolti e privi di sensi: il semplice contatto con il corpo dei due uomini delle vene che attraversavano i tentacoli attorno agli occhi sembrava avere proprietà acide, tant'è che le loro gambe fumavano e bollivano emettendo un disgustoso odore di carne bruciata.
    L'Ibrido li fissò per qualche istante senza parlare, mentre con le lunghissime dita nerastre ticchettava un motivello sull'asta delle due asce. Afferrandole poi in una frazione di secondo Fari sollevò entrambe le armi e si accinse a decapitare i suoi due avversari dall'esterno all'interno.
    Delver ed Emas però erano ben svegli, ed afferrando i resti di un'impalcatura di ferro sotto di loro si tirarono verso il basso: Fari, che chiaramente non si aspettava che i due fossero ancora lucidi, non oppose la dovuta resistenza, con il risultato che le lame delle sue asce non colpirono la testa dei membri dell'Ordine ma i suoi stessi tentacoli. Con un gemito l'Ibrido aprì la sua stretta attorno alle gambe dei due, lasciandoli cadere a terra.
    Allora il marionettista sollevò la mano destra, ed una ragnatela di fili violastri eruppe dalle macerie sotto di loro ed avvolse completamente Fari, immobilizzandolo dalla testa ai piedi. "Tsk... Se fosse stato un altro adesso il suo corpo sarebbe già a fette!" osservò tra l'amarezza e l'interessamento Delver, il sorriso di prima adesso velato da una certa nota di difficoltà e stanchezza.
    Una cinquantina circa di bizzarre bambole a forma di falco comparvero attaccate alla "gabbia" di Fari, ognuna collegata tramite un filo alla mano sinistra di Delver: tali bambole avevano un corpo quasi sferico, di metallo violaceo con un'armatura nerastra decorata da alcune sfere più chiare contornate da anelli d'oro. L'uomo, dunque, lasciò andare i fili che lo collegavano a quelle piccole bambole non appena Fari cominciò a rompere la gabbia: le varie sfere sul corpo dei falchi cominciarono a brillare di luce sempre più forte, attirando l'attenzione dell'Ibrido, per poi spegnersi improvvisamente.
    L'esplosione che ne seguì, innescata dallo scoppio delle varie bambole di Delver, fu tale da polverizzare qualunque cosa fosse presente nel raggio di circa 200 metri. Tale esplosione però, dopo aver raggiunto la sua massima estensione, non spazzò verso l'esterno detriti o macerie, ma anzi tornò velocemente suoi passi compattando tutto quanto aveva travolto, o che ancora si trovava al suo interno, in un unico punto di iper-densità, che infine si dissolse nel nulla come se niente fosse. Il risultato di tale attacco fu un cratere perfettamente liscio e livellato, che aveva al suo interno aveva cancellato completamente l'esistenza di tutto ciò che fino agli istanti precedenti vi era.
    Sopra di esso, volando lentamente, Delver ed Emas si trovavano sulle spalle delle loro creature volanti, Drago Ieratico di Sutekh e Drago Bambolaombra, illesi dall'esplosione ma ancora gravemente feriti per l'attacco di Fari. Le loro gambe erano in condizioni anche peggiori della spalla di Emas: i pantaloni e gli stivali si erano completamente disciolti fino al ginocchio, assieme alla pelle lasciando quindi scoperti i muscoli sanguinanti e coperti da vesciche che continuavano a dimenarsi. Emas materializzò in silenzio quattro delle sue sfere di luce e, comandandole con un gesto della mano, le portò a contatto delle loro gambe: le sfere spronfondarono al loro interno senza difficoltà, per quanto Delver avesse stretto i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi della mano.
    "Uhhh... Non potresti metterci più impegno, Emas!? Quasi mi fai più male tu che i tentacoli di quell'Ibrido!" sbottò offeso Delver, per poi cercare di muoversi: adesso poteva allungare e ritrarre senza problemi le gambe, ed il fremito delle vesciche e dei bubboni si era arrestato.
    Il suo compagno, dal canto suo, nonostante le ferite riportate non aveva minimamente battutto ciglio, e si limitava a guardare con tristezza lo spettacolo sottostante. "Mi dispiace, Delver, ma non è così semplice... Il suo principio è il tuo stesso, ovvero distruggere la materia con la quale il suo corpo viene in contatto! Ma quell'Ibrido è strano, sembra spingersi ancora oltre verso una morte ed una distruzione pressoché assolute: per ricostruire ciò che ci ha distrutto ho bisogno di molto più tempo rispetto a te..." spiegò, massaggiandosi poi la spalla ferita che, rispetto a prima, aveva perso quegli orribili rigonfiamenti pur restando ancora fortemente arrossata.
    Delver sbuffò, commentando: "Bah... Fatto sta che non possiamo toccarlo, altrimenti rischiamo di restarci secchi! Lui però è più forte di entrambi, quindi sconfiggerlo è fuori discussione... Dobbiamo almeno immobilizzarlo il tempo necessario per recuperare gli altri e poi battere in ritirata!".
    "Ciò che però mi chiedo è se questa capacità di far morire ogni cosa sia davvero sotto il suo controllo... Quanta sofferenza deve patire, quel povero essere, sapendo che può uccidere anche se stesso ed i suoi cari!" ribattè con voce sofferente Emas, triste in viso e con l'unico occhio scoperto dai capelli quasi socchiuso.
    Prima che Delver potesse ribattere a quell'affermazione, le due asce di Fari emersero con forza dal cretere sottostante e, ruotando circolamente su se stesse, colpirono le creature dei membri dell'Ordine. La bambola di Delver venne tagliato in due, sparendo con un lamento meccanico in una luce rossastra, e lo stesso accadde per il drago di Emas.
    I due allora si ritrovano a precipitare verso il basso, mentre i quattro tentacoli di Fari emersero dal cratere allungandosi smisuramente verso di loro ad una velocità spaventosa: alle estremità dei tentacoli le vene che li attaversavano si allungarono formando quelle estensioni che prima avevano stretto il grattacielo sollevato da Fari. Vedendole, e soprattutto notando che adesso i tentacoli avevano delle zanne bianche lungo tutta la loro estensione, Delver imprecò: "Maledizione!".
    Prima che però i due finissero disciolti, o divorati, o stritolati da quelle abominazioni qualcosa recise nello stesso istante tutte le estensioni dell'Ibrido, colpendo poi gli occhi posti sulla cima dei tentacoli. Feriti, i tentacoli si ritirarono verso il basso con un innaturale grido umano, mentre Fari emergeva al centro del cratere: eccezion fatta per le ferite dei tentacoli, che rimpicciolendosi le cancellarono pressoché subito, il suo corpo era ancora illeso.
    Delver ed Emas, ancora confusi da quanto successo, riuscirono appena in tempo ad atterrare senza schiantarsi, grazie anche alla costante guarigione delle loro gambe per merito del secondo. Davanti a loro adesso vi era una terza figura, che si stava togliendo con calma il mantello nero che copriva tutto il suo corpo. Nella mano destra stringeva un fioretto affilatissimo, macchiato di sangue fresco che ancora cadeva a terra formando piccoli buchi.
    "Dunque? Vi siete rammoliti a tal punto, da non poter neppure contrastare un Ibrido di Gren? Devo per forza intervenire io?" domandò loro con voce inquisitoria Elsmay, girando la testa verso di loro e squadrandoli con un'espressione che, tutto sommato, rivelava una certa preoccupazione nei confronti dei compagni.


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Dunque, finalmente fa la sua comparsa il temibile Dottor Gren, e quale occasione migliora trova che pestare a sangue una donna (specifico qui che le azioni del Dottore non rappresentano minimamente le idee dell'autore, che non le approva in ogni caso) e Rayshin? Rivelando un paio di bracci meccanici al posto di quelli originali, è riuscito senza problemi a sconfiggere due Alanera e Kibir e Hamset, a stendere Irene ed aver traumatizzato il ragazzo. Bel risultato per la sua prima apparizione, no?
    Dall'altra parte della metropoli Fari prende a mazzate Delver e Emas usando grattacieli interi... Tutto nella norma, no? I due membri dell'Ordine chiaramente non hanno possibilità di vincere in uno scontro fisico contro l'Ibrido, che non ha fatto altro che ricevere tutti i loro colpi senza riportare alcun danno. Ed anzi li ha pestati selvaggiamente, finendo quasi per divorarli usando i suoi quattro tentacoli.
    Ma, per loro fortuna, è arrivo lo stesso Elsmay in persona, facendo a fettine in pochi istanti le appendici di Fari e preparandosi a combattere.
    Cosa succederà ora a New York, dopo tutta la distruzione che ha già subito? Delver ed Emas riusciranno ad arrivare da Rayshin per dargli man forte contro Gren? Elsmay riuscirà a spuntarla contro Fari? E cosa faranno il Principe dell'Acqua, Isroth e Iolos?
    Per saperlo vi aspetto al prossimo capitolo la prossima settimana, cari lettori.
    Buona serata :flower: .
     
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    Ordunque, cominciamo dal Capitolo 52.
    La prima e più importante domanda è: Chi o cosa è Iolos?
    Appena l'avevo visto pensai subito a un Duel Monsters, in maniera analoga a Lasyrindes e i Principi, ma non sono riuscito a trovare assolutamente nessuna carta che corrispondesse a quella descrizione. Tuttavia, intuitivamente continua a credere che sia una carta.
    Oltre a ciò, appare evidente che questi è gerarchicamente sotto Ishroth, e di conseguenza sotto i Ministri.
    In terzo ma non per importanza luogo, non so se voglio sapere a quale terribile fine si riferiva Ishroth, il ché però mi fa presupporre che questo Iolos abbia un background più interessante di quanto non sembrasse, tesi presumibilmente avvalorata dal quella specie di repulsione provata dal Ministro.
    La teoria di Zadkal, infine, è come sempre molto interessante. Non so se sia vera, ma a pensarci bene non mi stupirei se lo fosse.

    E ora passiamo al... ehm... all'altro Capitolo 52.
    Avevo riconosciuto subito Gren, ma mi stupisce che sia fuori dalla cupola. Se può uscirne, perché non lo fa sempre?
    (a meno che non abbia, per così dire, un autonomia limitata al di fuori di essa)
    Interessante il fato che, se non erro, la barriera che lo proteggeva ha forma e dimensioni identiche alla suddetta cupola di vetro, anche se questa potrebbe essere una coincidenza. Ma il fatto che Irene l'abbia superata mi fa escludere la comunque improbabile ipotesi che la cupola ci fosse ancora, ma che fosse invisibile.
    Concludo dicendo che stanno morendo troppe persone e che Elsmay è mooolto interessante, ben più di quanto non credessi. Fa abbastanza strano pensare che il numero 2 dell'Ordine abbia permesso per anni a due bambini di prendersi gioco di lui, ma poi penso che il numero 1 si è fatto asfaltare come un idiota da Lyedar e mi passa il senso di stranezza.

    In ogni caso sto provando una certa nostalgia dei primi Capitoli, quando tutto era bello e buono e Diell era l'amico di Esteban.
    A questo proposito, che legame c'è fra la coppia Rayshin-Esteban e quella Icero-Ishroth? Tutte le similitudini fra Esteban e lo Ierofante sono state abbandonate dopo la rivelazione dell'identità di quest'ultimo, ergo esse servivano solo a farci pensare che le due figure coincidessero?
     
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    CITAZIONE (Ipercubo @ 22/3/2015, 22:39) 
    Ordunque, cominciamo dal Capitolo 52.
    La prima e più importante domanda è: Chi o cosa è Iolos?
    Appena l'avevo visto pensai subito a un Duel Monsters, in maniera analoga a Lasyrindes e i Principi, ma non sono riuscito a trovare assolutamente nessuna carta che corrispondesse a quella descrizione. Tuttavia, intuitivamente continua a credere che sia una carta.
    Oltre a ciò, appare evidente che questi è gerarchicamente sotto Ishroth, e di conseguenza sotto i Ministri.
    In terzo ma non per importanza luogo, non so se voglio sapere a quale terribile fine si riferiva Ishroth, il ché però mi fa presupporre che questo Iolos abbia un background più interessante di quanto non sembrasse, tesi presumibilmente avvalorata dal quella specie di repulsione provata dal Ministro.
    La teoria di Zadkal, infine, è come sempre molto interessante. Non so se sia vera, ma a pensarci bene non mi stupirei se lo fosse.

    Posso subito dirti una cosa, Iper-kun: per quanto Iolos abbia effettivamente come padrone Isroth ed obbedisca ai suoi ordini, non è "gerarchicamente sotto i Ministri", per il semplice fatto che neppure loro sanno della sua esistenza. Infondo, se Dinef ed Isroth si premurano tanto che l'Imperatore non lo scopra, parlarne agli altri Ministri sarebbe l'ultima cosa immaginabile... Ci pensi, riferire a Lasyrindes un complotto ordito alle sue spalle? Comporterebbe immediata nomina a Principe o peggio ancora :asd: .

    CITAZIONE
    E ora passiamo al... ehm... all'altro Capitolo 52.
    Avevo riconosciuto subito Gren, ma mi stupisce che sia fuori dalla cupola. Se può uscirne, perché non lo fa sempre?
    (a meno che non abbia, per così dire, un autonomia limitata al di fuori di essa)
    Interessante il fato che, se non erro, la barriera che lo proteggeva ha forma e dimensioni identiche alla suddetta cupola di vetro, anche se questa potrebbe essere una coincidenza. Ma il fatto che Irene l'abbia superata mi fa escludere la comunque improbabile ipotesi che la cupola ci fosse ancora, ma che fosse invisibile.

    In effetti Gren se la cava anche fuori dalla capsula, ma come si è già appurato è gravemente malato, tant'è che per stare in vita deve costantemente ricorrere ad un liquido semplicemente chiamato "Sintesi", ovvero lo stesso liquido bluastro con cui riempe la sua capsula. La cupola che lo protegge invece ha una forma vagamente diversa: è una vera e propria cupola, e vista da davanti ha il perimetro di un mezzocerchio, mentre la capsula è un ovale sostenuto alla base da un macchinario levitante.
    Su come Irene l'abbia superata e Kibir ed Hamset, o gli Alanera, no... Beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo.

    CITAZIONE
    Concludo dicendo che stanno morendo troppe persone e che Elsmay è mooolto interessante, ben più di quanto non credessi. Fa abbastanza strano pensare che il numero 2 dell'Ordine abbia permesso per anni a due bambini di prendersi gioco di lui, ma poi penso che il numero 1 si è fatto asfaltare come un idiota da Lyedar e mi passa il senso di stranezza.

    Se pensi che ora siano morte troppe persone, vorrei farti notare una piccola cosa: tutti i danni causati attualmente sono ad opera del Dottor Gren e degli Ibridi... Ma l'Ordine di Yeni Aci non ha ancora fatto il suo attacco alla Parata della Pace (ok, quest'ultima si è arenata, ma i piani di Icero di certo non cambiano). Per cui, aspetta e spera :asd: .

    CITAZIONE
    In ogni caso sto provando una certa nostalgia dei primi Capitoli, quando tutto era bello e buono e Diell era l'amico di Esteban.
    A questo proposito, che legame c'è fra la coppia Rayshin-Esteban e quella Icero-Ishroth? Tutte le similitudini fra Esteban e lo Ierofante sono state abbandonate dopo la rivelazione dell'identità di quest'ultimo, ergo esse servivano solo a farci pensare che le due figure coincidessero?

    Non nego che tali similitudini le ho disposte nei capitoli affinché vi facessero effettivamente pensare che lo Ierofante fosse Esteban, ma non significa che me le sia inventate.
    Pensa soltanto a questo: Esteban è ossessionato da suo fratello maggiore al punto tale da essere disposto, come disse tempo fa, a distruggere tutto ciò che gli è attorno (come infatti maturò prima una gelosia e poi un odio verso i due vecchi amici di Rayshin, Lyedar e Ofelia), insomma prova un affetto smisurato verso di lui; Icero, invece, come sottolinea lo stesso Gren nella frase del capitolo:
    CITAZIONE (Dottor Gren @ 22/3/2015, 20:58) 
    Ora capisco perché il mio Maestro è sempre stato così attratto da te, oltre a corrispondere ad i suoi gusti hai anche un fisico privo di difetti sostanziali!

    e ciò significa, detto esplicitamente, che Icero, nella sua ossessione per i due fratelli per usarli per realizzare il suo piano, è innamorato di Rayshin e, per estensione, anche ad Esteban.
     
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    Buonasera cari lettori.
    Dunque, proseguiamo. Nel precedente capitolo abbiamo incontrato per la prima volta il Dottor Gren fuori dalla sua capsula che, con l'aiuto di due temibili bracci meccanici in Kesin, si è messo all'inseguimento di Rayshin. Infatti dopo il fallimento e la morte di Sirius e di Abegaila contro i due fratelli lo stesso Gren ha deciso di scendere in campo per risolvere, una volta per tutte, la faccenda. E bisogna riconoscergli che non ha avuto il minimo problema a resistere alle offensive di Irene e dei suoi Alanera, bloccando anche gli attacchi di Kibir ed Hamset.
    Dall'altra parte della metropoli lo scontro tra Delver e Emas contro Fari è giunto alla fine. I due membri dell'Ordine non hanno potuto fare niente nel combattimento fisico contro la guardia del corpo del Dottor Gren, che li ha sconfitti. Prima che i due però potessero essere uccisi dai tentacoli dell'Ibridi è intervenuto Elsmay, che ha "dato il cambio" ai due Dadoducchi.
    Cosa accadrà con il Dottor Gren, adesso? La risposta, più o meno, in questo capitolo.
    Buona lettura.


    CAPITOLO 53 – RENDEZ-VOUS TRA VECCHI COMPAGNI DI STUDI

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 20:12 - New York, Other

    Nel vedere quei due bracci meccanici Rayshin avrebbe voluto fare diverse cose: gridare, scappare, respingerli... Ma dato lo stato attuale in cui si trovava, la sola cosa che riuscì a fare fu tremare immobile a terra, sollevando leggermente il busto appoggiandosi sui gomiti e gli avambracci. Ansimando per la fatica e per l'agitazione, il ragazzo non poté che spostare lo sguardo da quelle mostruosità tecnologiche sul Dottor Gren, ma non fu un cambiamento molto migliore: il sadico sorriso sul suo volto gli ricordava vagamente quello di Icero, seppur in una vena più "razionale" che "disturbata".
    Quando i due bracci si mossero verso di lui, dispiegando le cinque lunghe ed affilate dita in uno scatto fulmineo, il ragazzo chiuse gli occhi, aspettando la fine. Solo due cose gli dispiacevano, in quel momento: la prima, aver coinvolto Irene in uno scontro disperato contro quel mostro; la seconda, ancora più straziante, l'aver perso di nuovo la possibilità di ritrovare Esteban. Si augurò solo che suo fratello minore non si imbattesse nello scienziato, per il suo bene. Non era riuscito né a ritrovarlo né a proteggerlo: come fratello maggiore, realizzò in quel momento, era stato un fallimento, e sperò che un giorno Esteban lo avrebbe perdonato per tale mancanza.
    Ma i bracci non lo toccarono mai. Udì un sibilo nell'aria seguito da un grido inconfondibile, per poi percepire qualcosa di molto veloce che si scontrava contro qualcosa di molto duro. Riaprendo immediatamente gli occhi, la scena che si trovò davanti fu di un'assurdità tale da sconvolgergli completamente la mente, tant'è che la sola cosa che riuscì a dire fu una serie di vocali senza senso nella confusione più totale. D'altro canto, una parte di lui avrebbe voluto urlare dalla gioia.
    Il Dottor Gren adesso si trovava a circa una decina di metri di distanza, i bracci che si muovevano lentamente ai lati in posizione guardinga: sul petto si vedeva chiaramente uno strappo sulla veste bianca, per quanto non particolarmente largo o profondo. "Oh, una vera fortuna nella disgrazia... Ho perso due miei figlioli, ma in compenso ho guadagnato due magnifiche cavie!" commentò il Dottore con voce spaventosamente alterata dalla gioia.
    La persona con cui stava parlando si trovava davanti a Rayshin, in piedi: inizialmente il ragazzo non comprese subito la lunga giacca nera, in contrasto con quella candida come la neve che di solito indossava, ed anche i lunghi capelli che, per quanto più corti dei suoi, lo sorpresero non poco. Ma anche in tali condizioni il profilo di quella persona era inconfondibile, il profilo di suo fratello minore. "E... Esteban?" domandò Rayshin, riuscendo anche a sedersi seppur con qualche difficoltà.
    Quando questi si voltò, sul volto di entrambi si formò un largo sorriso, con le lacrime negli occhi scoperti. Nonostante il viso diventato più pallido, l'occhio sinistro dall'iride rossa e la placca sull'altro occhio, il volto di Esteban si illuminò come suo solito nel sentire il fratello maggiore chiamarlo per nome, annuendogli poi, silenziosamente per la gioia, in risposta.
    Rayshin allungò istintivamente la mano destra verso il fratello: dopo tutto quel tempo passato senza di lui, anche il semplice sfiorarlo gli avrebbe fugato dalla testa l'ipotesi di trovarsi davanti un'illusione, un sogno magnifico. Finalmente si erano rincontrati, e ciò aveva all'istante riattaccato i pezzi del suo cuore che, fino ad allora, era distrutto dalla tristezza e dalla malinconia. Nonostante tutti i problemi che aveva avuto fino a quel momento ed il fatto di trovarsi tuttora in pericolo, la sola presenza di suo fratello minore riuscì a fargli scordare tutto. Non si preoccupò neppure di farsi vedere da Esteban dolorante a terra, il viso sudato e sporco dalla polvere, il vestito strappato e bruciacchiato in alcuni punti, tale era la gioia nel rivederlo.
    Il fratello minore fece per prendere la mano di Rayshin, ma qualcosa lo costrinse ad afferrarla con forza per spostare entrambi: il Dottor Gren aveva attaccato con il braccio destro, e Rayshin notò che la zona dove fino a pochi istanti prima era seduto venne completamente distrutta nell'impatto.
    "Quel bastardo... Come se gli permettessi di trasformarti in un cadavere, fratellone!" imprecò a mezza voce Esteban, mentre sempre reggendo per la mano Rayshin continuava a schivare, non senza difficoltà, i colpi del Dottore. Quando un braccio però tentò di prenderlo di sorpresa alle spalle, Esteban prontamente disegnò un cerchio con polso nell'aria per poi schioccare le dita: Rayshin vide realizzarsi all'istante a mezz'aria un sigillo formato da quella che sembrava elettricità verdastra, dai motivi circolari collegati tra di loro. Dal sigillo partirono decine lampi di energia dello stesso colore, che con un sibilo nell'aria vennero sparati verso il braccio di Gren. Non appena però questi entrava in contatto con i lampi li deviava senza problemi all'esterno come se gli scivolassero addosso, distruggendo senza difficoltà i palazzi che invece colpirono. "Maledizione!" esclamò il bambino, che non si aspettava una reazione del genere. Nel vedere il suo attacco fallire ebbe a malapena il tempo di alzarsi verso l'alto, mentre il braccio gli rasentava di poco i tacchi degli stivali.
    Nel vedere che anche suo fratello riusciva a levitare come aveva fatto anche lui nel duello contro Sirius, a Rayshin venne in mente l'idea di provarci di nuovo. Non volendo restare appeso per sempre inutilmente alla mano di suo fratello il ragazzo cercò di focalizzare nella mente la sensazione che aveva provato in quel momento, nello stesso istante in cui il braccio meccanico di prima rispuntava con forza dal grattacielo dietro di loro, avendolo sicuramente attraversato verso l'alto. Questa volta Esteban non sarebbe stato capace di reagire per tempo, ma Rayshin riuscì a portarlo via da quel posto a grande velocità, il più possibile lontano dal Dottor Gren.
    "Fratellone... Ma tu voli! Che bellezza!" esclamò stupefatto Esteban, ora che si ritrovava ad essere lui strattonato dal fratello verso un posto, preferibilmente, più sicuro di quello.
    Il ragazzo non poté fare a meno di soffocare una risata, commentando: "Eh già, Esteban... Non sono ancora esattamente ferrato con questa capacità, ma spero lo stesso di esserti più utile di quanto ti sia stato negli ultimi tempi!".
    "Ma è strepitoso! Sei come un bellissimo principe azzurro che arriva a cavallo del vento da me, una cosa magnifica! Non potrei essere più felice!" gridò Esteban ancora più contento, per poi lasciare la mano del fratello e seguirlo in volo. Avrebbe continuato a contemplare suo fratello maggiore, che ora si muoveva senza problemi passando da un isolato all'altro della metropoli con il vento che gli muoveva elegantemente i capelli neri, quanto qualcosa attirò l'attenzione di entrambi.
    Con una serie di tonfi mostruosi da lontano, i due fratelli videro il Dottor Gren saltare da un palazzo all'altro afferrando con i bracci meccanici cemento, vetri o quanto potesse servirgli per darsi la spinta. Di tanto in tanto avanzava a grandi passi, o per meglio dire a grandi "bracciate", con i due bracci che si piantavano senza problemi sui tetti dei grattacieli.
    Esteban strinse i denti, per poi allungare le braccia mentre commentava: "Quanto è insistente quel tizio! E come se non bastasse le sue neuro-protesi motorie respingono anche i miei attacchi... In altri casi basterebbe attaccargli il sistema nervoso per impedirgli, anche solo momentaneamente, di dare gli impulsi ai due bracci... A meno che non riesca a staccare od interrompere il flusso di alimentazione al loro interno... Eppure c'è qualcosa che non mi torna...".
    "Uhm, mi pare che prima quell'uomo, Gren, abbia detto qualcosa su quei bracci: dovrebbero essere fatti di un certo materiale chiamato Kesin, che a detta sua li rende indistruttibili! Non per niente non ho mai visto nulla così resistente da uscire indenne, senza il più piccolo graffio, da tutti i colpi che ci sta sferrando contro!" cercò di spiegargli velocemente Rayshin, mentre sorpassava di lato un'enorme cisterna d'acqua sul tetto di un palazzo di medie dimensioni. Dal canto suo non era minimamente sorpreso del fatto che suo fratello minore avesse compreso subito, a differenza sua, cosa erano davvero quelle che per lui erano mostruosità tecnologiche ed, eventualmente, come disattivarle.
    Alla notizia, unita al fatto che il Dottor Gren acquistava sempre maggior terreno, Esteban esclamò arrabbiato: "Dannazione! Se ha ragione allora tutto ciò che è legato al Dunyakat non può scalfirlo... Il che rende la grande maggioranza dei nostri poteri completamente inutili! Ed al momento non ho sufficiente forza fisica per difenderti...".
    "Cosa intendi dire con Dunyakat, Esteban?" domando perplesso Rayshin, piegando la testa verso il fratello minore. Non era la prima volta che sentiva quella bizzarra parola, eppure mai nessuno gli aveva spiegato in cosa consistesse esattamente. In cuor suo quel suono gli generava dentro uno strano senso di nostalgia e di tristezza, per motivi però sconosciuti e che non riusciva neppure a comprendere nonostante gli sforzi.
    Esteban sbatté velocemente l'occhio, come agitato da qualcosa, per poi rispondere frettolosamente: "Oh, non è niente di importante, Fratellone! E'... materiale scientifico, ecco! Dicasi Dunyakat quando si vuole dire... AHHHH!!!". Il bambino non riuscì a finire la frase in quanto il braccio destro del Dottor Gren lo afferrò per la caviglia corrispondente, bloccandolo a mezz'aria.
    "Finalmente! Sapete, è scortesia andarsene così in mezzo ad un pacifico scambio di idee! Soprattutto, è maleducazione nei MIEI confronti: dovreste essere estasiati di poter interagire con un genio del mio calibro!"gridò loro lo scienziato dal tetto del palazzo sottostante, per poi ritrarre il braccio sotto il mantello bianco: Esteban cominciò a venire trascinato ad altissima velocità verso il basso, cercando di aggrapparsi inutilmente a qualcosa.
    "Fratellino!" gridò Rayshin, per poi scattare verso l'avversario: non aveva idea di come poterlo colpire o costringerlo a lasciare la presa, ma non poteva di certo starsene con le mani in mano mentre Esteban era in pericolo.
    Prima però che il ragazzo potesse fare qualsiasi cosa un'ombra comparve alle spalle del Dottor Gren, per poi abbattersi su quest'ultimo con una forza tale da schiacciarlo contro il tetto in cemento senza possibilità di reagire. L'uomo gridò, ed istintivamente lasciò la caviglia di Esteban proprio il momento prima che il bambino finisse impalato su un'antenna televisiva.
    "Ma che diamine...!?" commentò a voce alta Esteban mentre, con un balzo, evitò l'antenna metallica. Tornado dal fratello maggiore levitando a grande velocità si voltò indietro a vedere cos'era accaduto, proprio mentre la polvere sollevata dall'impatto cominciava a diradarsi e si udivano suoni simili a colpi.
    Quando i due ebbero la visuale abbastanza chiara videro Irene con le ginocchia sullo stomaco del Dottor Gren, mentre lo prendeva a pugni sul viso: la donna era coperta di graffi e tagli che andavano dal superficiale al decisamente grave, come quello che aveva all'altezza delle costole destre, ma tutti quei danni non sembravano impedirle di ridurre ad un colabrodo il volto dell'avversario. La divisa dell'Ordine era lacerata alle estremità, ed i capelli generalmente raccolti con cura in una coda dietro la tesa adesso le ricadevano a ciocche sparse sul viso, ma lei non ci faceva minimamente caso.
    "Ci abbiamo messo un po' a ripristinare il più possibile le sue energie, ma i danni di quei oggetti metallici non sono una passeggiata! Non per nulla Bora e Zephyrus sono momentaneamente fuori uso..." commentò Kibir apparendo all'improvviso sulla spalla destra di Rayshin, mentre Hamset apparve sull'altra. Le due creature non avevano alcun danno apparente, a differenza di Irene, ma apparivano piuttosto stanche a giudicare dal loro ansimare.
    "Voi! Allora Gren non vi ha uccisi, per fortuna!" commentò Rayshin, sorprendendo persino se stesso: da quando provava simpatia verso quei due esseri? A conti fatti però più erano maggiori sarebbero state le possibilità di vincere contro Gren, quindi la loro comparsa non era poi così indesiderata, rifletté il ragazzo. La reazione di Esteban davanti a quelle due creature fu invece più entusiasta, paragonabile a quella di un bambino portato per la prima volta davanti ad un animale: "Ma che cani carini! Sono tuoi, fratellone? Come si chiamano? Di che razza sono?".
    Prima che Rayshin potesse rispondergli che quelle erano informazioni di secondaria importanza, e che infondo neppure lui le conosceva né se curava, un rumore attirò l'attenzione dei quattro a guardare verso il basso. Il Dottor Gren, inizialmente sorpreso dal ritorno di Irene, solo allora si decise a reagire ai colpi della donna: il braccio meccanico destro avvolse la testa di Irene, prima che questa potesse calare la lama bronzea sul collo dello scienziato, e la scagliò contro l'entrata in cemento del tetto del palazzo dove i due stavano combattendo. "Schifosa sgualdrina di fogna! Come hai osato ferire me!?" gridò infuriato il Dottore rialzandosi, mentre il sangue gli colava da un taglio sulla fronte per tutto il viso.
    "Irene!" gridò d'istinto Rayshin, per poi lanciarsi contro lo scienziato infuriato come non mai: non poteva più sopportare di vedere la donna con la quale aveva condiviso tutta la sua vita venire ferita in maniera così brutale. "Ti farò vedere io, bastardo!" gridò a se stesso mentre si avvicinava sempre di più a Gren, con Esteban che lo seguì in contro voglia.
    "Umpf!" sbuffò quasi schifato il Dottor Gren, per poi ri-afferrare Irene per la caviglia con il braccio destro: usandola come mazza si voltò di scatto, allungando il braccio meccanico e travolgendo così con il suo corpo i due fratelli. Subito dopo Gren la lasciò andare e, serrando le dita meccaniche di entrambi i bracci, sferrò due pugni micidiali all'altezza degli stomaci dei fratelli.
    Kibir ed Hamset non fecero in tempo a bloccare il colpo e, quindi, a proteggere Rayshin, in quanto in quel momento stranamente avevano disegnato un cerchio nell'aria, seppur senza causare alcunché. Ma a giudicare dai loro guaiti quando videro il loro Padroncino incassare un colpo del genere, perdendo i sensi e precipitano verso il basso con Esteban, non avevano previsto una simile eventualità.
    Si precipitarono immediatamente sotto di loro, rasentando a gran velocità l'asfalto e disegnando anche in quell'occasione un cerchio con le loro code: quando i corpi delle tre persone sconfitte dal Dottor Gren arrivarono a circa due metri da terra un sigillo, composto da luce color porpora e dalle rune intrecciate secondo motivi simili a triangoli, bloccò la loro caduta e li fece discendere a terra con delicatezza, annullando così completamente ogni possibile rischio di impatto. Dopo di ché, il sigillo si dissolse senza lasciare traccia.
    Dall'alto del grattacielo il Dottor Gren osservò la scena impassibile, e quando vide i due fratelli ed Irene appoggiarsi con delicatezza sull'asfalto grazie all'aiuto delle due creature sospirò di nuovo, quasi stanco. Sollevando lo sguardo inspiegabilmente scagliò il braccio destro in avanti, allungandolo per circa cinque metri: quando superò il punto in cui pochi istanti prima Kibir ed Hamset avevano disegnato un cerchio apparve lo stesso sigillo usato dai due contro Irene, che si dissolse subito. "Ridicolo, credevano davvero che sarei caduto in una trappola del genere? Che ingenui..." commentò l'uomo con disprezzo, per poi lanciarsi giù dal tetto del palazzo. Nessun uomo sarebbe sopravvissuto cadendo da quell'altezza, ma il Dottor Gren usò i suoi bracci meccanici come appoggio quando toccò terra, spezzando l'asfalto senza problemi ma uscendone completamente indenne.
    Davanti a lui adesso vi erano le due creature di Rayshin, in posizione guardinga e con i denti scoperti. Ringhiavano per intimorire lo scienziato, ma sapevano benissimo di non poter fare nulla per fermarlo, non contro quei due bracci in Kesin. Dietro i due vi erano i corpi dei tre: Irene, per i colpi subiti, era immobile in posizione prona, e sembrava essere svenuta; Rayshin aveva lo sguardo spento rivolto verso il cielo notturno, immobile e con la mano sul petto dov'era appena stato colpito; Esteban gemeva di dolore riverso sul fianco destro, imprecando tra i denti contro lo scienziato.
    "I dati in mio possesso mi comunicano che... Avete perso! Quanti problemi mi avete causato... Ed avete anche ucciso Abegaila e Sirius! Uccisi! I miei amati Ibridi! Ammetto di avervi sottovalutati, miei cari Risebell..." commentò il Dottor Gren, scuro in viso. L'istante dopo un colpo di frusta con il braccio sinistro spostò violentemente di lato Kibir ed Hamset, liberando così la via che separava i tre inermi a terra e l'uno, trionfante, in piedi.
    "Adesso posso anche divertirmi non solo con il maggiore, ma anche con il minore! Oggi... sì, oggi sarà il giorno di maggior trionfo della storia della Scienza! E sarò io, il Dottor Gren, a scriverlo!" esclamò l'uomo al limite del fanatismo, e riprendendo debolmente i sensi Rayshin vide ripetersi la stessa scena di prima: i due bracci meccanici che, cigolando come se anch'essi stessero esultando, avvicinarsi a loro con le dita affilate. Alla fine a nulla era servito combatterli: non aveva fatto altro che mettere in pericolo con lui Irene ed Esteban, le due uniche persone rimaste in vita a lui care e che gli erano rimaste vicino senza abbandonarlo, e che adesso erano condannate con lui.
    Improvvisamente però avvertì un flebile suono nell'aria, che stonava decisamente rispetto al silenzio che aleggiava in quel momento nella metropoli. Probabilmente fu quello stesso suono che fece voltare di scatto il Dottor Gren, e Rayshin lo vide letteralmente aprire in due uno dei vagoni della metropolitana, che si ricordava aver preso quella mattina con Delver e gli altri dell'Ordine, senza problemi. Il vagone era comparso all'improvviso dietro lo scienziato, dandogli a malapena il tempo di distruggerlo per non esserne travolto: Gren, notò di striscio il ragazzo, sorrise allora trionfante, ma poi il suo sorriso si spense in una frazione di secondo quando un'automobile apparve dietro il vagone della metropolitana.
    L'uomo non era chiaramente pronto a ciò e, sommando il fatto che i due bracci meccanici adesso erano ancora in fase di apertura dopo aver diviso il vagone, non poté difendersi. Emettendo un grido di dolore lui e le sue estremità meccaniche volarono a gran velocità sopra Rayshin travolti dall'auto, schiantandosi poi con un rumore assordante contro la vetrata del negozio dietro di loro.
    "Ma... Cosa...?" domandò confuso il ragazzo, voltandosi su se stesso e cercando quindi di rialzarsi, seppur senza successo. La sua confusione non venne di certo aiutata quando la terra sotto di loro cominciò a tremare a ritmo regolare, come se calpestata da due piedi enormi.
    Esteban, in condizioni migliori del fratello, si era ormai quasi ripreso dal precedente colpo ed era riuscito a sedersi, seppur portandosi una mano sullo stomaco, commentando tra il divertito e l'indispettito: "Tsk... Ci mancava solo lui, adesso...".
    "PARBLEAU, Gren! Cadere sotto un simile trucchetto... Non è certo qualcosa da te!" commentò allegramente Gaap, arrivando da dietro l'isolato davanti ai due fratelli. Lo scienziato dell'Impero camminava sulle sue due braccia posteriori, con i lunghi ed affilatissimi artigli che fendevano e facevano tremare l'asfalto.
    "Tu... Che cosa ci fai qui, adesso? Non avevi un negozio messicano da gestire?" domandò sarcastico Esteban, sollevando il volto verso l'uomo e sfoggiando un sorriso sarcastico. Udendo tale domanda per Rayshin fu naturale domandare al fratello: "Esteban, tu conosci questa persona? Chi è?".
    Prima che l'interpellato potesse rispondere Gaap appoggiò i piedi a terra, compiendo così gli ultimi quattro passi verso i tre, e sollevando le due enormi braccia. "Bonsoir, egregio Rayshin! Mi permetta di presentarmi come si deve: il mio nome è Gaap, conosciuto anche come "il Soldato Divino", e sono nient'altro che un semplice scienziato dell'Impero di Sonsuza! Per servirla..." illustrò lo scienziato con eleganza, rivolgendo persino un inchino ironico al ragazzo mentre frugava nella tasca destra del suo camice.
    Dopo qualche istante di ricerca sporse una schedina di plastica a Rayshin, ed il ragazzo vi lesse:

    CITAZIONE

    - DOTTOR GAAP -
    Specialista nella realizzazione di trapianti provenienti da differenti specie o regni,
    pluripremitato medico nel campo di battaglia (quest'ultima eventualmente causata),
    Primo Dottore del Reparto Ricerca e Sviluppo Scientifico dell'Impero di Sonsuza,
    maniaco omicida nel tempo libero.

    Si offrono anche corsi di lingua straniera per tutti i livelli. Contattare preferibilmente
    ad ore pasti, diventando così anche direttamente il pasto.


    Esteban afferrò la scheda dal fratello e la gettò via con disgusto, per poi tornare a rivolgersi all'uomo: "Parla, Gaap... Tu non fai mai niente, se non per guadagnare qualcosa per le tue ricerche! Dunque, che ci fai qui?".
    "C'est vrai, Esteban! Ma vedi, purtroppo questa volta neppure io ho potuto dire di no... L'ordine veniva dall'alto, ed ho dovuto venire qui a risolvere il problema di questi "Ibridi" permettendo invece a te ed a tuo fratello di... Uhm, fare altro!" illustrò Gaap alzando le spalle, come se la cosa non gli importasse più di tanto. Da quando era comparso il sorriso sul volto non era vacillato di un istante.
    Nel sentire quelle parole, un brivido attraversò la schiena di Esteban, che chiese quasi con agitazione: "Cosa intendi dire con "dall'alto", Gaap?".
    Questi, allora, abbassò il busto verso di lui, scurendosi in volto mentre sussurrava con voce divertita, senza più tanti giri di parole come prima: "Tu le sais, Esteban... Dinef non è mai stato un tipo molto paziente, vero?".
    Prima che Esteban potesse esclamare dalla paura il nome del Principe, un frastuono assordante attirò l'attenzione dei tre: da quello che un tempo era stata la vetrina di un elegante boutique di cristalli il Dottor Gren si rialzò con un ruggito di rabbia, sollevando con entrambi i bracci l'automobile e spostandola senza problemi di lato.
    "GAAP! Come hai osato farmi questo!?" sbottò Gren, avanzando a grandi passi verso di loro. Vedendolo adesso in quelle condizioni il colpo ricevuto gli aveva strappato la mantellina alta che gli copriva il busto, ed adesso rivelava quello che c'era sotto. Vedendo impianti meccanici nerastri, dalla forma di placche saldate l'una con l'altra su, sicuramente, la carne e lungo i fianchi tubi neri che ricordavano la forma delle costole mossi da ingranaggi che giravano con regolarità, Rayshin restò profondamente disgustato da una visione così rivoltante.
    "Allons, Gren! Ti ho solo lanciato contro un'auto! A parità di danni, tu ne hai fatti molti di più maltrattando queste due persone così care a me ed all'Imperatore!" lo canzonò beffardamente l'altro scienziato, indicando mentre parlava i due fratelli a terra. Ciò nonostante Gaap preferì superarli e mettersi tra loro ed il Dottor Gren, quasi a volerli effettivamente proteggere. "Et en plus, non hai quei due tuoi bracci che dovrebbero proteggerti? Guarda i miei, funzionano meglio dei tuoi e sono anche di più!" continuò ironico lo scienziato, portando in bella mostra tutte e quattro le sue braccia.
    La risposta del Dottor Gren però sorprese lo stesso lo Gaap, per la sicurezza con la quale egli la pronunciò: "Oh, ne sei sicuro?". Detto ciò il Dottore piegò in avanti il busto, rivelando sulla schiena tre "bubboni" di metallo nero che, dividendosi in quattro parti che rientrarono nell'armatura, fecero fuoriuscire altrettanti bracci meccanici come i primi due. Con adesso un totale di cinque bracci scoperti, Gren continuò: "Ho sempre detestato il fatto che, anche quando studiavamo, tu ti vantassi di avere più braccia di me... Beh, adesso direi che le cose sono cambiate, il tutto grazie al mio genio ed alle mie capacità scientifiche! Controllandone ben cinque, adesso ti ho superato, Gaap!".
    Vedendo tale scena, Rayshin sussurrò sconvolto: "Assurdo...". Lui, suo fratello ed Irene non avevano potuto fare nulla contro due di quei tentacoli, ed adesso ce ne erano ben tre in più. Per quanto avesse sperato che l'arrivo del nuovo compagno di Esteban potesse aiutarli, davanti a quello spettacolo orrendo tutte le sue speranze di vittoria svanirono come una nuvola di fumo.
    Gaap fischiò, notevolmente impressionato, mentre appoggiava entrambe le mani suoi fianchi ed osserva i risultati tecnologici del suo vecchio compagno. Dopo qualche istante di studio commentò: "Ce sont magnifiques, Gren! Ma dimmi, dovendo dare sufficienti impulsi a tutti e cinque per poterli manovrare, come te la cavi con i tuoi problemi fisici?.
    A quella osservazione Gran sbuffò divertito: "Pff! Credi davvero che simili bazzecole possano causare problemi ad una mente del mio calibro? Adesso che ho i due Risebell con me non solo potrò realizzare il mio "Gotterdammerung", ma anche vendicarmi di Lasyrindes! Così vedrai davvero chi dei due è...", ma si dovette interrompere. Violenti colpi di tosse lo costrinsero e piegarsi su se stesso dal dolore, portandosi una mano meccanica sulla bocca per fermare l'uscita di sangue dalla gola. Rayshin, osservando la scena tra l'incuriosito e lo spavento, notò che la pelle ai lati del volto del Dottor Gren cominciò ad avvizzire ed a cadere a terra come polvere, mentre ciocche di capelli diventavano bianche con sempre maggior frequenza.
    Mentre il ragazzo si portava una mano sulla bocca per tale orrore e decadimento fisico, Gaap invece con tranquillità commentò: "Pauvre Gren! Dopo l'esplosione del laboratorio del nostro Maestro il tuo fisico a malapena si tiene ancora insieme... Come dev'essere stato difficile vivere, per te, sapendo di poter marcire in un istante come la forma di vita più bassa e patetica!".
    Nell'udire quelle parole il Dottor Gren riuscì a ricomporsi, smettendo anche momentaneamente di tossire. Il suo aspetto, però, era l'ombra di quanto era stato: la pelle adesso giallognola e coperta di crepe e rughe, gli occhi iniettati di sangue ed i capelli ormai quasi completamente bianchi non avevano lasciato alcuna traccia dell'uomo dall'aspetto affascinante di poco prima. "Prima... prima di dover immergermi di nuovo nella Sintesi... Devo prendere i due Risebell... Assolutamente!" dichiarò il Dottore, la voce ormai roca e debole e che necessitava di grandi e frequenti pause.
    "Vecchio mio, dovresti riguardarti! Se ti muovi rischi di romperti la schiena!" commentò divertita una voce che non apparteneva a nessuno dei presenti. Sollevando lo sguardo in cerca di chi avesse parlato Rayshin vide una sagoma lanciarsi dal tetto del grattacielo davanti a loro, ed atterrare senza problemi al fianco del Dottor Gren. Notandola, lui e suo fratello minore ebbero la stessa reazione, tant'è che esclamarono nello stesso momento: "Ma tu... tu sei Nicolas!".
    L'Ibrido, rialzandosi da terra, sollevò il suo cilindro e confesso: "Ma dai? Guardate che anch'io so chi sono, dunque non serve che mi ricordiate il mio nome! Per quanto apprezzi la vostra gentilezza...", e detto ciò rivolse loro un caloroso saluto.
    "Tu! Si può sapere cosa fai qui? Vuoi... vuoi continuare a farmi perdere tempo?" sbottò in quel momento il Dottor Gren voltandosi verso l'Ibrido, rivolgendogli uno sguardo di sufficienza e di disprezzo puro.
    "A dire il vero vorrei tanto, vecchio mio! Ma siccome in queste condizioni rischi di venire preso sonoramente a calci in culo da queste persone, mi sono chiesto: cosa farebbe un bravo "figlio" verso il "Padre"? Così ho pensato di godermi lo spettacolo aprendolo con un piccolo numero di magia! Purtroppo devo dire che i popcorn sono finiti, ma spero possiate ugualmente divertirvi, signori e signore! Voilà!" illustrò con un ghigno Nicolas, per poi schioccare le dita.
    Dietro l'Ibrido ed il Dottore qualcosa esplose, rilasciando del fumo grigiastro ed una enorme quantità di coriandoli e stelle filanti verdi, che andarono a depositarsi sui bracci dello sbigottito Dottor Gren trasformandolo in quello che sembrava un pino raggrinzito.
    Una volta che il fumo si diradò tutti i presenti notarono che adesso vi era una bara verticale realizzata in legno nerastro, grossomodo a grandezza d'uomo. Nicolas allora vi si avvicinò commentando con disprezzo verso il Dottore: "Ringraziami, vecchio, che ti porto il dono che hai desiderato da così tanto tempo...", e l'aprì.
    In quel momento Rayshin ed il Dottor Gren, vedendo cosa c'era all'interno della bara, esclamarono: "Louis!", mentre il membro dell'Ordine riapriva debolmente gli occhi.


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Dunque... Come avete visto finalmente, dopo 33 capitoli in cui sono rimasti separati, Rayshin ed Esteban si sono ritrovati. L'incontro è stato toccante e profondo per entrambi, ma ancora più toccanti e profondi sono stati gli attacchi del Dottor Gren. Si è infatti scoperto che i suoi tentacoli, essendo realizzati in Kesin, respingono qualsiasi attacco od entità legata al Dunyakat: ecco perché né gli Alanera né i due cani di Rayshin lo hanno potuto attaccare, a differenza di Irene che è una semplice umana. Il Dottore è riuscito a sconfiggerli nonostante le trappole di Kibir e Hamset ed il ritorno di Irene, riportando minime ferite.
    Ma, proprio quando era prossimo alla vittoria finale, ecco arrivare nientemeno che il buon vecchio Gaap! Lo scienziato poliglotta, su ordine di Dinef (come questi aveva accennato ad Isroth nella prima parte del precedente capitolo) è intervenuto contro in vecchio compagno per "proteggere" i due fratelli dalla minaccia degli Ibridi.
    Il suo arrivo è stato provvidenziale, non solo perché Gren si è guardato bene dall'attaccarlo direttamente, sia perché ha permesso ai problemi fisici del creatore degli Ibridi di cominciare a farsi sentire: a quanto pare la prolungata esposizione del suo corpo fuori dalla capsula, e quindi dalla Sintesi, ne causa il veloce invecchiamento e decomposizione. Beh, infondo ha i suoi bei annetti sulle spalle Gren :asd: .
    Ma, a dargli manforte, ecco tornare Nicolas, che non solo si rivela vittorioso dal suo scontro con Louis, ma che ha anche catturato il membro dell'Ordine senza problemi per consegnarlo a Gren.
    Nel prossimo capitolo, come accennato tempo fa, verranno rivelate le informazioni sul rapporto tra lo scienziato e Louis, quando questi ai tempi era il suo caro ed amato "Ibrido 001". Oh, suvvia, non sbuffate così tanto, dovete anche sapere i background dei personaggi, per una volta che ve ne parlo :asd: .
    Al prossimo capitolo cari lettori, buona serata :flower: .
     
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    Come possiamo definire questo Capitolo?
    ...
    Diciamo solo che è stato uno dei Capitoli migliori finora, a causa dei molteplici eventi accaduti in esso.

    Ipotesi per il futuro:
    Rayshin ed Esteban non possono essere catturati adesso e con tanta facilità. Inoltre, avere Gaap e Gren insieme potrebbe far supporre l'imminente arrivo del loro maestro, seguito magari da Delver, Emas, Elsmay e Fari, giusto per completare l'opera. Cosa comunque non poi così improbabile, considerando che tutti (Ordine, Impero e Gren) sembrano desiderare ardentemente i due fratelli uniti per non si sa bene cosa, ma sicuramente nulla di piacevole né per loro, né per il resto del mondo.

    P.S.: Piccolo ed insignificante dettaglio che non ho mai esplicitato, ma che ho notato praticamente da un anno, durante i primi Capitoli della Fic:
    Mi pare di capire che, in qualche modo, i Duel Monsters siano non sono reali, ma anche degli esseri viventi a sé stanti, con alle spalle una storia in stile Duel Terminal, per intenderci. Mi riferisco al fatto che, nel suo Duello contro Irene, Rael abbia dichiarato di aver combatutto contro gli Alanera in passato in una maniera alquanto "militare", come se questi fossero un "popolo" al pari degli altri conquistati da Sonsuza. O a quando, non mi ricordo di preciso in che occasione, Icero ha detto di essere sopravvissuto al Re delle Macchine e ad altri Duel Monsters. In pratica, sembrerebbe che questi ultimi abbiano vissuto autonomamente sulla Terra, in un periodo passato.
    Seguendo la logica, questo periodo dovrebbe collocarsi dopo l'arrivo di Lasiryndes sulla terra, ergo dopo gli eventi narrati nel Prologo e aventi come protagonista Zhakia/Kazuki (e, per inciso, penso che al vero Kazuki Takahashi farebbe piacere sapere di essere la reincarnazione di Galilei, ma sto divagando), ma prima della fine dell'espansione geografica dell'Impero, che attualmente dovrebbe essersi stabilizzato sul suo apogeo da secoli.
    O in alternativa i Duel Monsters e i vari personaggi si sono combattuti nel Dunyakat, a cui Lasyrindes e Principi non dovrebbero avere difficoltà ad accedere, Icero forse sì.
     
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407 replies since 1/11/2013, 14:37   8634 views
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