| 8 ore avanti.
Prima di raccontare ciò che è successo: visto che so che alcune persone mi prendono per un troll, o comunque pensano che l'intera vicenda sia frutto dell'immaginazione, ci terrei a chiarire che i fatti sono veri dal primo all'ultimo. Davvero, non sono cosi immaturo da voler trollare tutti (e anche se volessi, non con una storia, appunto, cosi "incredibile" secondo molti) e se volessi attenzioni non andrei a scrivere su un forum di Yu Gi Oh. Concordo sul fatto che, per la sua singolarità, il fatto possa sembrare impossibile; ma anch'io credevo che LoreFra non avrebbe mai ricaricato. Eppure...
Passiamo agli avvenimenti. Prima di tutto c'è da dire che dopo aver parlato di nuovo via telefono ( ) qualche giorno fa, ci siamo rimessi insieme. Alle ore 17:30 ora locale (ore 9:30 italiane) mi sono recato a casa di questa ragazza, che per comodità chiamerò con un nome di fantasia. Facciamo Emilia. È da un po' che non ci vediamo perché a scuola ci sono le vacanze. Ci abbracciamo e baciamo, poi andiamo in camera sua, lei chiude a chiave e ci raccontiamo un po' cosa abbiamo fatto nei giorni precedenti. Lei era stata con il suo ragazzo (l'altro) in una località sul mare, io tra allenamenti e qualche sporadico torneo (di cui però le ho taciuto) ho passato abbastanza tranquillamente le vacanze. Cominciamo a parlare del suo ragazzo, di quanto lei ami lui ma ami moltissimo anche me, che non riesce a decidersi fra noi due e che ha una voglia matta di farsi "fare cose" da me, li e in quel preciso momento. Mi pianta lo sguardo addosso, e io ho il cuore che salta un battito quando lei mi guarda con quegli occhi che già raccontano ciò che vedranno tra poco, e poi il mio battito accelera vertiginosamente quando poggia le sue labbra sulle mie. Ci baciamo per un po', io credo di essere migliorato dalle prime volte e ci prendo gusto. Da quel momento, badate, perdo totalmente il controllo di me stesso (cosa che mi successe altre volte, per rabbia però). Ci baciamo con sempre più passione, e io metto le mani dove non le ho mai messe prima, ed è una cosa che normalmente non farei. Non capisco più nulla. So solo che stiamo avendo un rapporto orale: che sensazione strana... ho la pelle d'oca, e davanti a me passano le immagini di qualche ora prima, il risveglio, la colazione, il playtesting su Tdoane... A un certo punto sento qualcosa di freddo. Non saprei fornire un'indicazione su dove avvertissi questa sensazione di gelo, ma la sentivo. Mi raggela le membra e il volto (fino a quel momento ardenti) e io, ecco, per un momento è come se uscissi dal mio corpo, e potessi osservare la scena dall'esterno. E cosa vedo? Vedo un ragazzo con la testa fra le gambe di una ragazza che in quel momento capisce di non amare, e da lì l'assurdità, l'imbarazzo, e la gravità della situazione gli precipitano addosso. Torno in me. Sono di nuovo lucido. Mi viene da piangere e ho la nausea. Guardo quel corpo nudo e fremente che appartiene a Emilia, e mentre lei mi guarda con occhi preoccupati, io afferro la mia maglietta. Allarmata, lei chiama il mio nome, mi chiede che succede, le dico che non voglio. E probabilmente, lì, il sottile vincolo che ci legava si è rotto. Abbassa il capo dicendo "capisco". "Capisco". Solo quello. Sentiamo entrambi che qualcosa si è ormai lacerato. Le lacrime mi risalgono agli occhi, ma non voglio piangere davanti a lei. Esco da casa sua, la cui vista mi è odiosa in quel momento, sulla porta faccio per baciarla. Ma lei si scosta e mi sibila: "Non voglio più vederti".
Me l'aspettavo. Chiamo un amico, non voglio tornare a casa, mentre aspetto ascolto "Let her go" di Passenger e "Okuribito", tratta da uno dei miei film preferiti. Sono scoppiato a piangere come un bambino.
Il mio amico è arrivato, andiamo in giro, lui torna a casa dopo un po'. È notte, io dovrei tornare a casa col treno ma non voglio. Avverto la mia host mother che farò tardi, e rimango sul treno. Arrivo al capolinea, e di nuovo il treno torna indietro, velocemente. Ancora, è notte fonda, e il treno viaggia. Corre, il treno, mi porta avanti e indietro, sempre uguale il tragitto. Mi decido a scendere dopo la terza tratta completa.
E così è andata. Se lo stile del racconto vi sembra strano è perché l'ho scritto sul treno, mentre nella mia testa turbinavano tutti i tipi di pensieri possibili, vedevo la scena, ormai in loop, una, due, tre, infinite volte. Con la musica nelle orecchie i miei sentimenti si sono sbizzarriti.
Adesso ditemi ciò che volete. Ridete a questo racconto, se lo bollate come assurdità, o rifletteteci sopra, se ci credete. Sempre se ci credete, non insultate perché "avevi la figa a due passi e non hai sfruttato l'occasione". Non fatelo, non sapete come sono io e come ragiono. Non fatelo.
Ringrazio bestiari93, Mitch., Coin-operated Boy, Ayman96, MisterCrowley, Heady, Gepius, Ipercubo, LOMB3Z e aSvy, sono tutti quelli che hanno seguito la vicenda fornendomi consigli su cosa fare. Grazie di cuore, anche se non ho seguito il consiglio dei più, mi avete comunque aiutato, e da questa esperienza ne sono uscito più maturo di prima. |
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