Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    CITAZIONE (Zadkal @ 13/11/2016, 22:41) 
    Cosa ci può essere di meglio, del ritorno de "La Catena dell'Inesistenza"? Ovvio: Un nuovo capitolo, dove fin dalle prime righe, abbiamo Lasyrindes incazzato nero. Non posso fare a meno di godere come un lama, ogni volta che gli vengono i cinque minuti. XDXDXD Per non parlare di Nicholas: Anche dopo tutto questo tempo, mantiene perfettamente intatto il suo fascino e la sua personalità....al punto che mi domando, se fra i suoi innumerevoli lavori secondari, non vi sia anche un posto come insegnante di "trollosità applicata, e le sue varianti", e se fra i suoi eventuali studenti vi siano stati anche un certo Vector e un certo Yuri. XD

    Cos'altro dire? Oh, certo....attendo con ansia il prossimo capitolo. Non vedo l'ora di vedere in che modo contano di sconfiggere il Principe dell'Acqua.

    Zadkal! Sono davvero felice di rivederti tra i miei lettori!
    In merito a Lasyrindes, devo confessare che parte delle sue battute, in special modo proprio quelle relative alla sua distinta alterazione, provengono da alcuni capitoli di un'altra fan fiction che scrissi mesi fa: si trattava di un crossover tra i personaggi della mia storia e quelli di ZEXAL, di cui ti parlai tempo fa vagamente in MP.
    All'inizio c'erano diverse scene in cui Lasyrindes aveva a che fare con Yuma ed i suoi amici, per cui non raramente ebbi modo di dilettarmi a vederlo perdere le staffe :asd: . Quella storia poi è fallita nel momento in cui ho realizzato che unire ZEXAL ad una scena in cui Anna Kozuki veniva uccisa dallo schianto di un'astronave dell'Impero era un tantino... diciamo... poco affine allo stile dell'anime. Ma sono lieto che la sua eredità sia potuta tornare utile con "La Catena dell'Inesistenza".

    Per Nicolas posso solo dirti che se la sua "trollosità" in questo capitolo ti è piaciuta, allora impazzirai per quella che sta per arrivare nei prossimi :asd: .
     
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    CITAZIONE (Xivren @ 14/11/2016, 21:57) 
    CITAZIONE (Zadkal @ 13/11/2016, 22:41) 
    Cosa ci può essere di meglio, del ritorno de "La Catena dell'Inesistenza"? Ovvio: Un nuovo capitolo, dove fin dalle prime righe, abbiamo Lasyrindes incazzato nero. Non posso fare a meno di godere come un lama, ogni volta che gli vengono i cinque minuti. XDXDXD Per non parlare di Nicholas: Anche dopo tutto questo tempo, mantiene perfettamente intatto il suo fascino e la sua personalità....al punto che mi domando, se fra i suoi innumerevoli lavori secondari, non vi sia anche un posto come insegnante di "trollosità applicata, e le sue varianti", e se fra i suoi eventuali studenti vi siano stati anche un certo Vector e un certo Yuri. XD

    Cos'altro dire? Oh, certo....attendo con ansia il prossimo capitolo. Non vedo l'ora di vedere in che modo contano di sconfiggere il Principe dell'Acqua.

    Zadkal! Sono davvero felice di rivederti tra i miei lettori!
    In merito a Lasyrindes, devo confessare che parte delle sue battute, in special modo proprio quelle relative alla sua distinta alterazione, provengono da alcuni capitoli di un'altra fan fiction che scrissi mesi fa: si trattava di un crossover tra i personaggi della mia storia e quelli di ZEXAL, di cui ti parlai tempo fa vagamente in MP.
    All'inizio c'erano diverse scene in cui Lasyrindes aveva a che fare con Yuma ed i suoi amici, per cui non raramente ebbi modo di dilettarmi a vederlo perdere le staffe :asd: . Quella storia poi è fallita nel momento in cui ho realizzato che unire ZEXAL ad una scena in cui Anna Kozuki veniva uccisa dallo schianto di un'astronave dell'Impero era un tantino... diciamo... poco affine allo stile dell'anime. Ma sono lieto che la sua eredità sia potuta tornare utile con "La Catena dell'Inesistenza".

    Per Nicolas posso solo dirti che se la sua "trollosità" in questo capitolo ti è piaciuta, allora impazzirai per quella che sta per arrivare nei prossimi :asd: .

    O_O....non riesco minimamente ad immaginare un dialogo fra Yuma e Lasyrindes, sinceramente. Non pensavo neppure che fosse una cosa fattibile: Voglio dire, dai....è come mettere a confronto un dodicesimo intelletto (vedere DC Wikia per il significato), con un'ameba malformata. XD Altro che Anna e l'astronave....QUELLA è stata la vera ragione, per cui quella tua storia ha fallito. Lasyrindes e Yuma che parlano insieme....pfffff.
     
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    Chiedo scusa per il ritardo nel commentare, ma il punto è che sostanzialmente tuttora non ho ancora deciso cosa dire.
    Le due cose più ovvie sono la donna che ha parlato con Icero e il tizio che ha detto a Lasyrindes quella strana frase; per quanto riguarda quest'ultima si tratta sicuramente di qualcosa avvenuto nel Dunyakat (o comunque al di fuori di questo universo), eventualmente alla "nascita" di Lasyrindes. O di Sovrano della Vanità, che credo sarebbe più corretto. Ma sarebbe più interessante chiedersi chi gliela abbia detta, quella frase; se effettivamente gli è stato detto ciò alla nascita, si deve necessariamente trattare di qualcuno di antecedente a lui.
    E a questo punto mi sono ricordato di una cosa, e mi sono andato a rileggere il Prologo. Nel quale due particolari hanno catturato la mia attenzione:
    - Qualcuno ha dato a Zhakia dei fogli con su scritto "Usa questo potere per liberarci". Data la prima persona plurale probabilmente arriva da Lasyrindes e Dinef, ma chi ha fisicamente messo quei fogli sulla sua scrivania? In teoria nessuno di loro due sarebbe dovuto essere in grado di farlo.
    - Zhakia riceve complessivamente due lettere, numerate "II" e "III" rispettivamente. Ergo ne ha ricevuta un'altra ancora prima?
    Mi sono anche andato a rivedere l'elenco delle carte di CDIP, ma senza trovare nulla di significativo.
    Ah, e anche se non riguarda strettamente il Prologo in quell'occasione ho notato anche che tutti i Capitoli postati finora appartengono alla "I Parte - Immortalità e Dolore". Ed essendone già usciti una sessantina, se le Parti dovessero essere più di due potrei leggere la fine di questa Fic direttamente ai miei figli.

    Per quanto riguarda la donna misteriosa, la prima cosa che ho pensato è che appartenga ad uno degli stati che non fanno parte né dell'Impero, né dell'Other. Ma in realtà potrebbe essere qualsiasi cosa, e fare ipotesi ora significa sparare nel vuoto. Quel che è probabile è che si tratti di un gruppo con un preciso intento politico, e che la loro presenza nell'intreccio narrativo mi fa parecchio piacere.

    Altro riferimento degno di nota è quello di Icero ad Arcidemone Re del Terrore; se il bambino alla nascita era effettivamente un essere umano normale, allora il loro incontro dovrebbe essere avvenuto dopo l'incidente che ha quasi distrutto una parte di mondo. Quello in cui Gren e Louis si sono incontrati, per intenderci (mi perdonerai se non ricordo tutti i nomi dei vari eventi).

    Poi va beh, non starò al elencare tutti i dettagli che ho apprezzato, come la sfuriata di Lasyrindes o il riferimento alla Sirenetta. Quindi dico solo che aspetto il prossimo capitolo (che è tipo la cosa più generica possibile da dire alla fine di un commento, ma tant'è).
     
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    CITAZIONE (Zadkal @ 15/11/2016, 15:25)
    O_O....non riesco minimamente ad immaginare un dialogo fra Yuma e Lasyrindes, sinceramente. Non pensavo neppure che fosse una cosa fattibile: Voglio dire, dai....è come mettere a confronto un dodicesimo intelletto (vedere DC Wikia per il significato), con un'ameba malformata. XD Altro che Anna e l'astronave....QUELLA è stata la vera ragione, per cui quella tua storia ha fallito. Lasyrindes e Yuma che parlano insieme....pfffff.

    Non temere Zadkal, essendo io un grande fan della Marvel e della DC capisco perfettamente cosa intendevi dire :asd: .
    Eppure, e spero di non farti inorridire più del dovuto, Lasyrindes e Yuma effettivamente interagivano, seppur per un tempo molto limitato. In particolare dovevano essere i Principi quelli più "portati" a gironzolare con Yuma & Friends, dato che neppure loro sono del tutto seri in quello che fanno. Il tutto doveva però essere soltanto una prima ed introduttiva "infiltrazione" delle forze dell'Impero sulla Terra, per poi seguire l'invasione di quest'ultima e la comparsa sulla scena di E'Rah con i suoi Crociati (cosa che non scrissi mai, ma se l'avessi fatto ti avrei chiesto il permesso di usare tale fazione).
    Se ci tieni, qui sotto puoi trovare il primo dialogo effettivo tra Lasyrindes e Yuma che scrissi, dopo che il ragazzino gli finì addosso con... uhm, le polpette di riso finite sulla faccia dell'Imperatore:

    ---


    - Ah! Ah! Signore! Mi scusi tanto! Sono desolato! - commentò il nuovo arrivato, esibendosi in una serie di inchini rapidissimi.
    Ad una prima occhiata, per essere un umano era un esemplare decisamente insolito: aveva un fisico stranamente mingherlino per un ragazzo di quell'età, quasi insospettabile rispetto al salto che era riuscito a compiere, e decisamente inadatto a reggere l'impatto della caduta sulla strada in cemento. Tuttavia, il suo fisico riusciva a sorreggere una testa caratterizzata da una capigliatura così bizzarra che neppure i parrucchieri più folli del suo Impero, ed ancora meno Aion nelle sue fantasie più sfrenate, potevano anche soltanto sognare. Due ciocche modellate a forma di sciabole riuscivano, in qualche modo, ad allungarsi fino al retro della nuca senza cadergli in avanti, ed erano di un color cremisi talmente forte da infrangere ogni tintura che conoscesse. Allo stesso modo, e forse ancora più sovrannaturali, erano le quattro sezioni di capelli posteriori che, quasi ad angolo retto, si alzavano verso l'alto fendendo ogni studio sulla gravità conosciuto dall'uomo. Al constatare che erano effettivamente di un blu simile all'inchiostro, Lasyrindes si disse: "Poveretto, con tutti questi tratti chissà quali altri malformazioni genetiche nasconde! Devo portare pazienza, probabilmente non era padrone delle sue capacità!".
    Passandosi un'ultima volta il fazzoletto sulla fronte, Lasyrindes osservò i chicchi di riso raccolti e dichiarò, benevolmente: - Non temere, mio giovane amico, sono anzi lieto che tu l'abbia fatto! Nonostante tutte le limitazioni di cui sfortunatamente ti fai carico, vederti così arzillo ed attivo mi riempe di gioia! Dovresti essere un esempio per tutti, Yuma... Tsukumo, giusto? -.
    Alle loro spalle, la ragazza di nome Kotori commentò sottovoce: - Limitazioni... In che senso? -, ma la sua voce venne immediatamente sovrastata da quella del ragazzo dai capelli aguzzi, che allegramente ridacchiò: - Eh eh eh! La ringrazio! Sì, sono Yuma Tsukumo! Forse mi ha visto qualche volta in televisione: sa, da queste parti sono una star dei duelli! E lei, invece, chi è? Uno del circo, a giudicare dal vestito? -.
    "GIURO su tutto ciò che esiste in questo universo che lo giustizierò schiacciandogli quella nocciolina al posto del cervello fino a farlo diventare fango di essere umano!" urlò dentro di sé Lasyrindes cercando di mantenere quanta più compostezza possibile nei tratti facciali, strappando però inavvertitamente il fazzoletto in brandelli.

    ---


    Col senno di poi, era una storia molto bizzarra :asd:

    CITAZIONE (Ipercubo @ 16/11/2016, 23:08)
    Chiedo scusa per il ritardo nel commentare, ma il punto è che sostanzialmente tuttora non ho ancora deciso cosa dire.
    Le due cose più ovvie sono la donna che ha parlato con Icero e il tizio che ha detto a Lasyrindes quella strana frase; per quanto riguarda quest'ultima si tratta sicuramente di qualcosa avvenuto nel Dunyakat (o comunque al di fuori di questo universo), eventualmente alla "nascita" di Lasyrindes. O di Sovrano della Vanità, che credo sarebbe più corretto. Ma sarebbe più interessante chiedersi chi gliela abbia detta, quella frase; se effettivamente gli è stato detto ciò alla nascita, si deve necessariamente trattare di qualcuno di antecedente a lui.

    Analisi molto interessante, Iper-kun! In effetti, mi rendo conto che per ora non ho detto alcunché del passato di Lasyrindes, né prima della creazione dell'Impero né durante quest'ultima... di conseguenza, ci sono cinque e più secoli nei quali quell'osservazione potrebbe essergli stata fatta. Ma non temere, il passato dell'Imperatore non resterà oscuro ancora per molto.

    CITAZIONE
    E a questo punto mi sono ricordato di una cosa, e mi sono andato a rileggere il Prologo. Nel quale due particolari hanno catturato la mia attenzione:
    - Qualcuno ha dato a Zhakia dei fogli con su scritto "Usa questo potere per liberarci". Data la prima persona plurale probabilmente arriva da Lasyrindes e Dinef, ma chi ha fisicamente messo quei fogli sulla sua scrivania? In teoria nessuno di loro due sarebbe dovuto essere in grado di farlo.

    Giusta osservazione, in effetti Lasyrindes e Dinef avrebbero avuto tutto l'interesse a far sì che Zhakia li "evocasse" anche sul nostro pianeta, considerando le mire espansionistiche che caratterizzano il primo ed il fatto che il secondo lo segue in ogni dove. Senza contare che è proprio dagli abitanti della Terra che Lasyrindes trae il "nutrimento" per la sua Catena.

    CITAZIONE
    - Zhakia riceve complessivamente due lettere, numerate "II" e "III" rispettivamente. Ergo ne ha ricevuta un'altra ancora prima?

    Ah, su questo posso dirti subito di no. Non sono stato effettivamente chiaro, ma i numeri "II" e "III" vennero messi per comodità per Delver, il mittente del messaggio di Zhakia. Il numero "I" è infatti la lettera stessa, che funge da testo principale mentre i due fogli, su cui sono riportati i messaggi in Enochiano, sarebbero "allegati".

    CITAZIONE
    Mi sono anche andato a rivedere l'elenco delle carte di CDIP, ma senza trovare nulla di significativo.
    Ah, e anche se non riguarda strettamente il Prologo in quell'occasione ho notato anche che tutti i Capitoli postati finora appartengono alla "I Parte - Immortalità e Dolore". Ed essendone già usciti una sessantina, se le Parti dovessero essere più di due potrei leggere la fine di questa Fic direttamente ai miei figli.

    Non negherò nel dire che LCDI stia diventando più lunga di quanto io stesso inizialmente immaginassi :asd: .
    Ma se questo può tranquillizzare te ed eventualmente altri lettori, allora posso dirvi fin da subito che le parti della mia fanfiction sono, fin dal primo momento in cui la visualizzai nella mia testa, "soltanto" due. "Immortalità e Dolore" è il nome della prima, e per il momento siamo giunti circa al 50% di questa. Non posso invece dire, ancor meno immaginare, quanto invece sarà lunga la seconda parte, ma credo che in essa potrò procedere più spedito che nella prima, la quale per forza di cose ha dovuto contenere l'introduzione alla storia.

    CITAZIONE
    Per quanto riguarda la donna misteriosa, la prima cosa che ho pensato è che appartenga ad uno degli stati che non fanno parte né dell'Impero, né dell'Other. Ma in realtà potrebbe essere qualsiasi cosa, e fare ipotesi ora significa sparare nel vuoto. Quel che è probabile è che si tratti di un gruppo con un preciso intento politico, e che la loro presenza nell'intreccio narrativo mi fa parecchio piacere.

    Non posso rivelarti, ovviamente, chi in realtà sia la donna in questione, Iper-kun, ma posso correggerti immediatamente su una cosa. A questo punto nella storia, non vi è un solo stato nel mondo che non faccia parte dell'Impero o dell'Other.
    L'ho fatta molto, ma molto velocemente, per cui dovrò modificarla quanto prima, ma questo è grossomodo il mondo di LCDI:


    CITAZIONE
    Altro riferimento degno di nota è quello di Icero ad Arcidemone Re del Terrore; se il bambino alla nascita era effettivamente un essere umano normale, allora il loro incontro dovrebbe essere avvenuto dopo l'incidente che ha quasi distrutto una parte di mondo. Quello in cui Gren e Louis si sono incontrati, per intenderci (mi perdonerai se non ricordo tutti i nomi dei vari eventi).

    Oh oh oh, Iper-kun, ovvio che ti perdono una cosa del genere. Dopo una sessantina di capitoli e soprattutto con i miei ritmi di pubblicazione molto altalenanti, per dire poco, è normale che succeda :asd: .
    Ciò non di meno, il fatto che Icero abbia avuto rapporti poco... "piacevoli" in passato non è una novità, come scrissi già nel capitolo 29:
    CITAZIONE (Xivren @ 8/6/2014, 23:08)
    "Dovrei essere morto, dice? Sono stato travolto dagli eserciti degli Arcidemoni, sono sopravvissuto alle fiamme dello Spirito delle Fiamme, ed ho anche gustato il metallo del Re delle Macchine! Cosa le fa credere che una tecnica del genere possa fermarmi, od uccidermi?" gli chiese di rimando Diell, voltandosi verso l'Imperatore e fissandolo immobile, mentre il suo sangue macchiava il pavimento.

    CITAZIONE
    Poi va beh, non starò al elencare tutti i dettagli che ho apprezzato, come la sfuriata di Lasyrindes o il riferimento alla Sirenetta. Quindi dico solo che aspetto il prossimo capitolo (che è tipo la cosa più generica possibile da dire alla fine di un commento, ma tant'è).

    Sono lieto che tu abbia apprezzato il capitolo, Iper-kun! Grazie mille, è un piacere sapere che nonostante il tempo trascorso riesco ancora a sfornare un prodotto appetibile per i miei lettori.
     
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    Buonasera cari lettori!
    Sono lieto di rivedervi! Dunque, andiamo avanti con la storia, già che ci siamo (insomma, per cos'altro sarei qui altrimenti? :asd: ). Nel precedente capitolo abbiamo visto tre differenti reazioni all'attacco del Principe: la prima, quella di Lasyrindes, che dopo un'iniziale sfuriata poco gentile si è convinto che il fine (ovvero riuscire a rubare Rayshin dall'Ordine) valga decisamente il mezzo (ovvero la distruzione della metropoli); quella di Icero, che invece è apparso estremamente divertito dal corso che le cose stanno prendendo, come ha commentato assieme ad una misteriosa compagna che, al contrario, ha mostrato alcuni dubbi sul successo della missione; quella infine di Nicolas, che stata amabilmente ciarlando con Louis mentre i suoi compagni venivano maciullati dal Principe (ognuno sceglie le sue priorità, eh).
    Oggi invece vedremo come hanno reagito all'arrivo del Principe chi all'interno della metropoli c'è.Vi auguro buona lettura!



    CAPITOLO 59 – DESIDERIO RISOLUTO

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 22:34 - New York, Other

    Nizlar ammirò in silenzio lo spettacolo dell'acqua che, in un fragore di vetri, cemento e metallo polverizzati, si stava riversando per le vie della metropoli. "Ho fatto bene a calibrare con attenzione l'onda, altrimenti a quest'ora questo grattacielo e gli altri sarebbero già crollati... Non che mi interessi, ma ho bisogno di stanare l'Ordine, prima di distruggerlo" si disse, per poi rivolgere lo sguardo verso est.
    Un gruppo di soggetti stava risalendo, con una serie di balzi, il palazzo sul quale si trovava. Arrivati in cima si rivelarono essere quattro membri dell'Ordine, ognuno con una bizzarra lama bronzea fuoriuscente dalla manica, di cui uno con una fascia rossa al braccio e gli altri tre dorata. Il primo vibrò un fendente dall'alto verso il basso, che il Principe schivò voltandosi di centottanta gradi. Mentre il fendente tagliò, a giudicare dal tonfo sommesso proveniente dal fondo del mare, l'intero palazzo, il membro dell'Ordine vibrò un successivo calcio verso il Principe torcendo il busto: incrociando entrambe le pistole Nizlar fermò il colpo e bloccò i movimenti dell'avversario, puntandogli poi contro la canna dell'arma di sinistra. «Ottimi movimenti, ma inutili» commentò pigramente, per poi premere il grilletto.
    Prima che il proiettile d'acqua colpisse il membro dell'Ordine, che sorrise, una lama lo tagliò a metà: una donna con la fascia dorata aveva portato la propria arma tra i due e, con uno schiocco di dita, questa si espanse perpendicolarmente verso il Principe ancor prima che il suono del movimento fosse scomparso nell'aria.
    Nizlar indietreggiò con una capriola, atterrando ad una decina di metri di distanza: «Potete modificare la loro conformazione? Che idea carina» commentò. Sicuramente era stato Icero a sviluppare quelle lame, il che significava sicuramente una quantità di sorprese a non finire.
    Appena appoggiò i piedi a terra i restanti due membri dell'Ordine gli comparvero rispettivamente davanti al petto ed alle spalle, le loro lame sollevate e lanciati in un attacco a tenaglia. Il Principe si piegò a terra, facendo sì che le due lame gli passassero sopra senza sfiorarlo, e, mentre i membri dell'Ordine erano ancora nello slancio dell'attacco, ruotando verso l'alto sferrò un calcio nel tratto in cui le due lame si incontravano, appoggiando la pianta del piede al loro piatto.
    I due membri dell'Ordine persero l'equilibrio mentre, a causa del calcio, le loro armi ed i loro corpi venivano spinti di lato: in quello stesso momento il Principe si drizzò e, puntando le due pistole al volto degli avversari, sparò. Nonostante la velocità dell'attacco i due trovarono però sufficiente forza per darsi una spinta da terra con l'altra mano: spiccando così un balzo verso l'alto, evitarono i proiettili, che vennero tagliati a metà dalle lame mentre salivano. In questo modo, evitando l'attacco, poterono allontanarsi dal Principe e raggiungere i loro compagni, per quanto le dita della mano con cui si diedero la spinta fossero diventate livide.
    «Non male come soldatini, ma ho visto di meglio» dichiarò Nizlar, rialzandosi tranquillamente da terra. Si pulì il vestito dalla polvere depositatasi sopra: odiava indossare indumenti sporchi, poiché era una mancanza di cura sia verso sé stessi sia verso l'avversario. Presentare un aspetto elegante e distinto, invece, significava avere coscienza dell'importanza dell'imminente morte dell'altro.
    Sistematosi, tornò a guardare il gruppo che lo aveva attaccato. Tutto sommato, si erano lanciati con coraggio in una battaglia che chiaramente non potevano vincere. Stupidi senza dubbio, ma meritevoli di una certa stima. «Vorrei che mi diceste dove i vostri superiori hanno portato Rayshin ed Esteban. Se collaborerete, vi lascerò andare senza farvi alcun male» propose.
    I membri dell'Ordine si scambiarono una veloce occhiata l'uno con l'altro, e quello con la fascia rossa al braccio gli puntò contro la lama, sfoggiando un sorriso irriverente. «Credi davvero che venderem...» cominciò a dire, ma la sua voce si interruppe pressoché subito: una nave da crociera travolse il gruppo, portando con sé più di metà del tetto e gli ultimi cinque piani del palazzo.
    Il Principe abbassò la mano destra appena sollevata, e la nave seguì il movimento, tornando con un fragore tremendo nel mare sottostante. «Non è la risposta che volevo, peccato» borbottò Nizlar mentre, balzando sui detriti in caduta del palazzo, i membri dell'Ordine tornavano all'attacco: a giudicare dai rumori che provenivano dal basso, quella struttura non sarebbe rimasta in piedi ancora per molto, ed in buona parte era già collassata. "Sono coriacei senza dubbio... Icero ha scelto bene i suoi schiavi" pensò tra sé e sé, voltandosi.
    In quel momento un altro gruppo gli era comparso alle spalle, costituito da sei persone con la lama sguainata. I detriti impedirono a Nizlar di distinguere le fasce sui loro bracci, ma infondo le loro figure erano perfettamente distinguibili: sollevando la mano destra un'altra nave, questa volta un mercantile, emerse dalle acque e si schiantò contro quei nuovi arrivati. Poi, abbassando il polso, Nizlar fece compiere al mercantile una traiettoria a parabola, investendo così nuovamente il primo gruppo dell'Ordine.
    Questa volta l'impatto con l'acqua fu troppo forte e, con ultimo scassone, il palazzo cedette definitivamente. Con uno sbuffo Nizlar saltò, allontanandosi dai resti del grattacielo su cui fino a poco prima era rimasto, mirando a quello posto ad una ventina di metri di distanza. Allo stesso momento dal mercantile quasi inabbassato fuoriuscirono i membri dell'Ordine: alcuni avevano delle ferite sul viso e la divisa strappata, ma sembravano ancora tutti perfettamente interi.
    «Oh...» sussurrò Nizlar per la sopresa, non tanto dovuta al il ritorno di quei soggetti quanto a ciò che avevano portato con loro. «Una notevole sincronia» ammise, bloccando tra l'indice ed il medio della mano destra un fendente apparso all'improvviso a pochi centimetri dal suo volto. «Da impavido dominatore delle ombre adesso servi gli esseri umani? Ne deduco che l'essere sconfitto da noi sia stato un brutto colpo per te, Dislau» osservò il Principe, mentre l'ombra che lo aveva attaccato si era materializzata.
    Aveva lo stesso aspetto di quanto Lasyrindes lo aveva detronizzato, reclamando a sé la dimensione dominata da quelle creature della notte: un'armatura violastra sul corpo, le cui placce presentavano vistose decorazioni simili a zanne affilate, sopra una divisa in tessuto nero con una fascia di pura oscurità attorno alla vita. Le rune rosse sull'armatura brillavano nella notte come lingue di fuoco, ma erano nulla al confronto della luce sovrannaturale proveniente dai suoi occhi dorati, che lo stavano fissando con un odio spropositato. Dislau aveva sempre la sua lunga flamberga in pietra nera, la cui elsa era decorata a forma di ali di pipistrello: un'arma di squisita fattura, la cui costituzione era stata scoperta trattarsi della manifestazione concreta di paura e terrore, in modo tale che attaccando questi sentimenti potessero paralizzare completamente l'avversario e renderlo inerme. Una tattica efficace, ma inutile. Funzionava unicamente contro esseri capaci di provare emozioni e desideri, cosa che al momento lui non aveva.
    "Non che ne abbia mai avuti, a conti fatti" osservò il Principe, mentre con l'altra mano bloccava il colpo che Dislau gli aveva sferrato usando lo scudo come mazza. «Ti abbiamo già ucciso una volta, non ci servi più» dichiarò, per poi afferrare la pistola precedentemente lanciata in aria e sparare all'essere. «Torna a servire gli esseri umani come "Cavaliere Vampiro Scarlatto Bram", Dislau, e divertiti» aggiunse, mentre il corpo di Dislau sparì nel vuoto del cielo notturno, da cui si era originato.
    Ponendo nuovamente lo sguardo verso il basso, il Principe notò che i membri dell'Ordine erano nuovamente spariti dalla vista, probabilmente nascosti all'interno di quale palazzo o, più probabilmente, in fuga dalla metropoli. Sbuffando stancamente, atterrò sull'antenna di un grattacielo sottostante e, con un cenno di capo, sollevò ancora una volta dai flutti marini il mercantile e la nave da crociera.
    Emettendo striduli cigolii, le due imbarcazioni raggiunsero la postazione del Principe riversando colonne d'acqua dai loro ponti principali, assieme a lastre e placche metalliche distrutte. Il Principe allora sollevò la mano destra e lasciò cadere il mercantile: afferrandolo per la chiglia notò che, nonostante si fosse piegato di circa trenta gradi rispetto all'aspetto originario, il mezzo era ancora utilizzabile.
    Annuendo, il Principe spostò lo sguardo sui grattacieli che gli restavano davanti. Molti erano crollati a causa dell'onda evocata pochi minuti prima, mentre altri avevano subito lo stesso destino a causa dello scontro con i membri dell'Ordine, ed i loro resti erano ancora attraversati da costanti esplosioni e cedimenti interni. Tuttavia, più che delle condizioni delle costruzioni, il Principe si interessava della reale estensione della metropoli: era indubbiamente vasta, coprendo più di novecento chilometri quadrati ora sommersi.
    "Nel peggiore dei casi ordinerò la ricostruzione di questa metropoli a guerra vinta... L'importante adesso è stanare i topi, ma devo limitare lo spazio in cui possono nascondersi" si disse, e puntò l'indice della mano destra davanti a sé. In quello stesso momento, un gigantesco muro d'acqua avvolse l'intero perimetro della metropoli: sollevandosi dall'onda appena evocata, circa un chilometro di flutti si mosse verso il cielo, trascinando con sé tutto quanto fosse stato sommerso nelle vicinanze. Il livello generale di acqua calò di diverse decine di metri, ma a causa della forza con cui il muro si alzò diverse strade e palazzi vennero risucchiati al suo interno, sbriciolandosi.
    «Ottimo. Adesso giochiamo a "schiaccia la talpa"» commentò Nizlar, e lanciò il mercantile in avanti. L'imbarcazione si schiantò contro una fila orizzontale di grattacieli, distruggendo sé stessa e questi in una nuvola di polvere e di fuoco, per poi cadere in acqua ed inabissarsi definitivamente. Dai resti di quei palazzi, che dovevano essere almeno cinque, nessun membro dell'Ordine fuoriuscì.
    "Uhm... Se non vengono vuol dire che si trovano da qualche altra parte. Proviamo di là..." riflettè il Principe, afferrando con la mano sinistra la chiglia della nave da crociera e voltandosi di novanta gradi a destra. Questa volta il lancio della nave colpì tre palazzi in verticale, ma non fu più fortunato del precedente.
    «In effetti “schiaccia la talpa” è un gioco noioso. Meglio cambiare con qualcos'altro» borbottò Nizlar, scurendosi in viso mentre il mercantile e la nave da crociera tornavano al loro posto.
    Aveva sempre avuto orrore della noia, eppure questa continuava a tormentarlo senza sosta. Nonostante fosse finito in un'altra realtà, assieme ai suoi fratelli ed ai loro sottoposti, in cinque secoli non riuscì mai a trovare qualcosa di davvero piacevole: la flebile speranza che la sfida lanciatagli da quei criminali potesse rivelarsi eccitante era già morta.
    Sospirando, il Principe spostò lo sguardo su quanto rimaneva della metropoli: in lontananza, a pochi metri prima del muro d'acqua, notò l'enorme torre realizzata all'estremità dell'area che, se ben ricordava, veniva chiamata “Bronx”. Una costruzione dorata alta circa seicento metri, che fungeva da principale centro comunicativo in quell'area costiera e collegata ad altre sparse lungo il continente. Era stata eretta dalla Presidentessa Seref dieci anni prima, per simboleggiare la rinascita di uno dei quartieri più malfamati della metropoli nei secoli passati.
    Dato che necessitava dei membri dell'Ordine vivi per trovare i due fratelli, decise di non esagerare. «Andiamo col freesbee» disse, per poi piegare all'indietro il braccio sinistro soltanto per distenderlo l'istante successivo. Il mercantile si scagliò in avanti, ruotando su sé stesso, per poi impattare contro il quartiere Bronx: a causa del movimento con cui era stato lanciata, l'imbarcazione proseguì in avanti il suo tratto per diversi chilometri, prima che le macerie accumulatesi la bloccassero.
    Per quanto un terzo della zona designata fosse stato cancellato, nessun membro dell'Ordine comparve all'orizzonte, ed il Principe sospirò stancamente.

    ---


    «Siamo, per utilizzare un eufemismo, nella cacca fino al collo» commentò Emas, appoggiando pigramente la fronte sul vetro.
    Il Dadoducco ed i suoi compagni si erano nascosti dentro un palazzo della metropoli non appena l'onda marina l'aveva superato; ora che l'acqua si era ritirata per formare quel muro di contenimento la struttura era tornata vuota, eccezione fatta per i piani inferiori. Trattandosi di un grande centro commerciale, il gruppo aveva trovato rifugio in un ristorante al momento chiuso, in modo tale da poter trovare anche soltanto una minima fonte di nutrimento per riprendere le forze.
    «Merda!» sbottò Delver, seduto su un tavolino lì vicino, al che Emas gli rispose immediatamente: «Sì, Delver, è quello che ho detto io... Solo meno volgarmente».
    «Perché né Elsmay né il Sommo Ierofante rispondono!?» continuò Delver, ignorando l'osservazione del compagno, mentre tentava di collegarsi con i suoi superiori. Lo schermo olografico sul suo polso, tuttavia, non presentava alcuna immagine: nulla più che una serie di strisce di colori disturbate ed instabili, nonché accompagnate da un fastidioso brusio di sottofondo.
    «E' probabile che il Principe abbia modificato la conformazione fisica e gravitazionale dell'intera area. A quanto ho visto nei piani sottostanti, l'acqua evocata ha fatto da compressore per tutti gli esseri viventi colpiti: dall'esterno i loro corpi non hanno alcuna ferita, ma penetrando al loro interno il liquido ha disintegrato ogni cosa, dagli organi ai tessuti. Non è normale acqua marina, per cui non escludo che possa avere effetti che non conosciamo... Per esempio, ho provato a versarci dentro due bicchieri di acqua del rubinetto: uno è evaporato e l'altro si è congelato, ma in nessun modo si sono mischiati» illustrò Emas, picchiettando la testa ripetutamente contro il vetro.
    «Uhm... Fortunatamente nessuno dei nostri compagni è caduto vittima di tale attacco, altrimenti avremmo avuto tremende complicazioni. Ma allo stesso tempo siamo come topi in trappola! Una grande, grossa, grondante ed umida trappola!» borbottò Delver, sollevando le gambe verso l'alto per poi scendere a terra con un salto. «Dobbiamo inventarci qualcosa o non ne usciremo vivi. Non siamo pronti per affrontare un Principe: ci siamo separati in piccoli gruppi per poter fuggire senza dare nell'occhio, ma allo stesso tempo abbiamo disperso il nostro potere bellico e lui ne ha approfittato per tenerci separati. Non dimentichiamoci poi, Emas, che i nostri corpi sono ancora rovinati a causa di quel dannato Ibrido. Siamo anche senza l'equipaggiamento adatto e senza indicazioni dettagliate sui poteri del Principe...» aggiunse, chiudendo le mani per batterle leggermente contro le labbra.
    Che depressione questi due! E Rayshin è riuscito a resistere con loro per mesi interi? Incredibile!” commentò tra sé e sé Esteban, guardando i Dadoducchi.
    Dal tavolino al quale era seduto, sul fondo della sala, il bambino vedeva l'Ordine di Yeni Aci ragionare disperatamente su come salvarsi. Quei due, Delver ed Emas, si erano posizionati in prossimità della fila di finestre del piano, senza esporsi chiaramente ed allo stesso tempo cercando di controllare i movimenti provenienti dall'esterno; con i volti pallidi e madidi di sudore, parlottavano di varie stupidaggini: l'incolumità dei loro compagni e la loro sopravvivenza, come fare breccia nel muro d'acqua ed altri argomenti noiosi.
    Dal canto suo, Esteban stava facendo qualcosa di incredibilmente più utile ed intelligente rispetto a quel branco di sanguinari terroristi. Dato che era stato portato in quel posto, così volgare e gocciolante, per rispetto delle norme sociali aveva preso da un congelatore una coppetta di gelato alla vaniglia e, una volta recuperato un cucchiaino, aveva cominciato a mangiarlo.
    Per celebrare l'occasione del tanto a lungo desiderato ritrovamento di Rayshin, Esteban aveva anche scelto una tortina alla panna ed una bottiglia di vino bianco per quest'ultimo. Sarebbe stato fantastico brindare con gioia alla fine di una separazione così lunga e dolorosa, e tentare di ricostruire la vita improvvisamente devastata dagli eventi...
    ... ma mamma e papà non ci sono più”. Come se gli avessero gettato sulle spalle una palla chiodata pesante tonnellate, ad Esteban tremarono le braccia e dalla bocca gli uscì quali un singhiozzo. Lasciò cadere il cucchiaino sul tavolo e strizzò l'occhio, sforzandosi di dimenticare l'orrenda immagine dei cadaveri dei suoi genitori che, dopo ore di ricerche, venivano ritrovati tra le macerie della loro villa in montagna.
    Allora con lui c'era soltanto il Principe Rael, in una fredda notte tormentata da una tempesta di neve di impressionanti dimensioni. Ricordava perfettamente la scena: lui tremante e coperto dal mantello del Principe; un soldato che faceva rapporto, mostrando due corpi rimasti integri soltanto dalle spalle in su e sfigurati; lui che si accasciava poi a terra in preda alle convulsioni.
    Rael lo aveva preso in braccio, cercando di tranquillizzarlo, ma le sue parole erano state coperte da grida disperate e lamenti orribili che si erano mescolati all'oscurità del cielo, avvolgendo l'intero spazio e tutti i presenti. Aveva sbattuto continuamente la testa sulla spalla del Principe con cieco furore, chiamando il nome di suo fratello maggiore, fino ad oscurarsi la vista a causa delle lacrime e del sangue.
    Mordendosi le labbra, Esteban si forzò a svegliarsi da quel ricordo. Aveva già pianto a lungo la scomparsa dei suoi genitori, ma adesso con lui c'era Rayshin, e pertanto non poteva permettersi di rovinare il momento. Prese in mano la bottiglia di vino e ne versò un po' nel bicchiere del fratello, esclamando: «Fratellone, questo è uno dei tuoi preferiti! Vorresti brindare alla nostra ritrovata felicità?»
    Rayshin non rispose, continuando a fissare immobile un punto indistinto sul tavolino, probabilmente tra il vaso di fiori e la saliera.
    «Fratellone, credo che bere un sorso ti farebbe bene! Hai riportato seri danni dai colpi di quell'uomo-piovra-robot, e hai bisogno di riprenderti!» continuò imperterrito Esteban, avvicinando il bicchiere al mento del fratello.
    Rayshin, ancora, non rispose, e per qualche strano motivo aveva preso a respirare con più intensità. “Strano... Questo posto è ben ventilato, e non fa neppure caldo. Che stamattina si sia stretto troppo il fazzoletto al collo?” rifletté il bambino, piegando la testa di lato mentre fissava il fratello.
    «E-uhm... Signorino Esteban, temo che il Signorino Rayshin non si senta molto bene. Se posso permettermi, le consiglierei di non disturbarlo al momento, anche perché l'assunzione di alcool potrebbe comportare più svantaggi che vantaggi» intervenne Irene, in piedi dietro la sedia del ragazzo. Da quando erano arrivati in quel locale la giovane era rimasta costantemente nelle vicinanze di Rayshin, aiutandolo anche a sedersi mentre Esteban recuperava il suo gelato, e non gli aveva tolto gli occhi di dosso: nel suo sguardo sembrava esserci una strana espressione, come se stesse soffrendo per qualche motivo.
    Dannata sgualdrina, come osi parlarmi così!? Io, disturbare Rayshin! Io, tra tutte le persone! Io, che gli sono sempre stato vicino e l'ho sempre amato! Che vuoi capirne tu, donnaccia da quattro soldi!? La sola cosa che ti interessa è portarti a letto mio fratello: è sempre stato così, fin da quando eravamo bambini! Sgualdrina! Per aver anche solo pensato simili situazioni con Rayshin dovrei sventrarti e riempirti la testa con le tue stesse budella! Tanto non è che il cervello ti serva granché, potrei anche fartelo mangiare per quel che vale. Vedremmo se poi avresti ancora tempo per fingerti preoccupata per Rayshin!” urlò dentro di sé Esteban, mordendosi la lingua fin quasi a sanguinare. Era un sistema che il caro Diell... o meglio, Icero, stando a come le cose dovevano essere... gli aveva insegnato a scuola anni fa per controllare la rabbia, anche se al momento aveva molta più voglia di strappare la lingua di Irene a morsi.
    No, no no no no no. Calma e tranquillità. Rayshin non ha bisogno di macchiarsi di sangue. No, oggi è un gran giorno! Un giorno splendido! Non posso permettermi di rovinare il tutto facendo del male alla sua cameriera personale: infondo, lui le vuole bene. Non stanno neppure male assieme. No, devo fare di tutto per assicurarmi che Rayshin stia bene. E poi Irene non ha ancora avuto modo di fare... cose con mio fratello, per cui non sono ancora in svantaggio” si corresse immediatamente, rilassando la mascella. Era un'occasione troppo bella per mandarla a monte, e lui lo sapeva benissimo. Dopo mesi di chissà quali torture, adesso Rayshin doveva essere lasciato in pace, e lui non gli avrebbe di certo portato scompiglio in alcun modo.
    E poi, il Principe li avrebbe trovati da lì a poco e tutto sarebbe finito nel migliore dei modi, con lui e suo fratello finalmente riuniti in viaggio verso la Capitale e l'Imperatore
    Per questi motivi, Esteban si sforzò di sorridere ad Irene e lasciò perdere il bicchiere, appoggiando allora la mano sulla spalla del fratello. Doveva ammettere che vedere quella pelle blu scuro, in opposizione alla sua così pallida, era davvero una sensazione magnifica. «Fratellone, scusami. Non volevo essere ossessivo. Questa festa non è poi così importante, possiamo lasciarla perdere» gli disse con un caloroso sorriso, e con la coda nell'occhio vide Irene sorridere.
    Rayshin rimase immobile per diversi secondi, poi il suo corpo fu attraversato da una serie di brividi. A quella reazione Esteban staccò istantaneamente la mano dalla sua spalla, temendo di averlo infastidito, ma non cambiò nulla, ed anzi le cose peggiorarono. Il ragazzo iniziò a singhiozzare sommessamente, poi sempre più forte fino a che, stringendosi la testa tra le mani, iniziò a piangere.
    «Persa... Tutta quella gente... persa per sempre... morta... l'onda... l'onda...» Rayshin lamentò con una voce simile ad un sussurro, ed Esteban vide che, a causa dei movimenti tramanti, si stava piantando le unghie sotto la pelle della nuca. Gocce di sangue si mischiarono a quelle delle lacrime già cadute sul tavolino, e forse fu proprio uno sguardo a quella miscela rossa che lo fece gridare. Il suo urlo riecheggiò per tutto il locale, perdendosi nell'eco del palazzo vuoto, finché non si spezzò in una serie di spasmi agonizzanti.
    «F... fratellone, che cos'hai?» domandò immediatamente Esteban, balzando in piedi con una tale forza da far cadere all'indietro la sedia. Era una scena orribile, spaventosa oltre ogni livello mai affrontato dall'umanità: Esteban non aveva mai visto suo fratello in quello stato, e soltanto ora ne era riconoscente. Non poteva assolutamente tollerare che un dolore simile attanagliasse l'animo di una persona così pura, così dolce, così perfetta come Rayshin... E poi, per cosa? Per qualche persona uccisa nell'attacco del Principe?
    Dannati idioti! Non sono stati neppure capaci di morire in pace! No, hanno dovuto gettare tutta questa pressione su mio fratello! Sapevo che gli abitanti dell'Other non avessero la benché minima forma di dignità ed onore, ma stavolta hanno oltrepassato ogni limite!” si disse mentre cercava di abbassare la braccia di Rayshin dalla sua testa: nel grido il ragazzo aveva, probabilmente involontariamente, aggravato le ferite causate dalle unghie, ed ora il sangue usciva con maggior intensità. “Perché non si taglia le unghie? Rischia di graffiarsi e di ferirsi! Certo, non mi dispiacerebbe se lo facesse con me, ma non posso tollerare che rovini il suo corpo così! Povero Rayshin!”.
    «Signorino Rayshin! Si calmi! Ci siamo noi a proteggerla!» accorse immediatamente Irene, afferrandolo con delicatezza per le spalle. L'espressione della giovane ora era ancora più accigliata, e le occhiaie dovute alla fatica attorno agli occhi sembravano essere diventate più scure.
    Oh, fantastico! Come se potessimo contare sulla tua protezione! Prima non sei riuscita a proteggerlo da quello scienziato-calamaro: come pensi di farlo con il Principe dell'Acqua? Siete tutti completamente inutili per mio fratello, tutti!” commentò tra sé e sé Esteban, lanciando un'occhiataccia alle mani di Irene sul corpo di Rayshin. Se suo fratello stava soffrendo, per chissà quale motivo poi, di certo non spettava certo ad una donna del genere assisterlo, non dopo averlo consegnato ad un gruppo di terroristi sanguinari per mesi e mesi al posto di proteggerlo. Soltanto lui, rimasto costantemente fedele a Rayshin nella vicinanza e nella lontananza, nella buona e nella cattiva sorte, nel bene e nel male, aveva questo privilegio: era suo dovere aiutare e capire Rayshin, Irene non doveva intromettersi.
    Da lontano i due Dadoducchi si voltarono verso di loro, e Delver domandò con una certa apprensione nella voce: «Che succede, Irene? Rayshin, non ti senti bene?», e dopo di lui intervenne anche Emas: «Quanta sofferenza nella sua voce... Ma non devi temere, Rayshin, faremo di tutto per assicurare la tua sopravvivenza: questi sono gli ordini del Sommo Ierofante».
    Oh, grandioso! Come se a questi due mostri contasse minimamente dello stato di mio fratello! A quanto ho capito sono tra i gradi più alti dell'Ordine, e sulle loro coscienze hanno milioni di morti! Dovrebbero vergognarsi anche soltanto di proferire simili parole! Io solo posso confortare mio fratello!” borbottò Esteban, stringendo i denti. Com'era possibile che così tante persone si fossero legate a Rayshin in così poco tempo? Certo, l'avevano fatto soltanto per sfruttarlo, come gli aveva spiegato Lasyrindes, ma vedere un tal numero di mosche ronzare attorno ad un diamante... “Che spettacolo disgustoso! Devo portare via Rayshin il prima possibile!” sentenziò.
    «NO! Tutte le persone morte! Erano innocenti, e sono morte! Uccise dal Principe! L'Impero nel quale sono cresciuto... che ho sempre amato... ha ucciso milioni di persone! E per cosa? Perché vogliono me! Io sono il responsabile di quelle morti, soltanto io! Se io non fossi stato presente, tutto questo non sarebbe successo! Invece ho distrutto tutte quelle vite, ho fatto sì che Irene venisse ferita e, peggio ancora, che Esteban fosse in pericolo!» gridò Rayshin, battendo i pugni sul tavolo con una tale forza da ferirsi il dorso delle mani. A quella reazione, Esteban ed Irene si staccarono immediatamente da lui, fissandolo sbigottiti.
    «Prima quel pazzo che ci insegue per mezza città, aiutato dai miei migliori amici! Adesso invece il Principe dell'Acqua che decide di distruggere la città! Perché!? PERCHE'!? Che cosa ho fatto di male per causare tutto ciò? Che cosa sono di così mostruoso da essere braccato da Gren, da Icero e dall'Imperatore? Non lo so, e non vorrei neppure esserlo! Io volevo una vita tranquilla e felice con la mia famiglia, i miei amici, i miei affetti... Perché adesso mi ritrovo in questo inferno? Ho già rischiato di morire più volte, sono finito nelle mani di un'organizzazione criminale, tutti coloro a cui volevo bene non ci sono più, il mio corpo è diventato orribile... Non volevo... non voglio subire tutto questo! Io sono solo un ragazzo! Non sono né un Principe come quello là fuori né un combattente come quelli qui dentro! Non sono così, eppure tutto si concentra su di me! E così milioni di persone hanno sofferto a causa mia! Perché devo essere la causa di tutta questa sofferenza!? Perché!? Non ho nessun diritto di rovinare delle vite!» pianse Rayshin, abbassando poi la testa sul tavolo per sbattercela sopra ripetutamente.
    «Bah! Va bene!» esclamò Delver sollevando entrambe le braccia, per poi avanzare verso il tavolo presso cui Esteban e Rayshin si trovavano. «Ora, mio “sono solo un ragazzo”, è tempo per te di tirare fuori le palle e cominciare a fare qualcosa di utile. Ne abbiamo già discusso giorni fa, ricordi? Spetta a te il compito di distruggere il Principe!» dichiarò, indicando con decisione il maggiore dei due fratelli.



    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Allora, le tattiche di attacco dei membri dell'Ordine si sono rivelate inefficaci: nonostante tutti i loro sforzi, l'esperienza e la velocità del Principe si sono rivelate ostacoli decisamente insormontabili, specie se poi uniti a proiettili letali come quelli a sua disposizione. Neppure mandando contro di lui un Mostro, ovvero il Cavaliere Vampiro Scarlatto Bram (il cui nome "Dislau" è tratto dal nome rumeno "Ladislau"), come diversivo per permettere la loro fuga è riuscito, ma anzi ha peggiorato la situazione: adesso la metropoli è circondata da un muro acquatico, che come una prigione ha sigillato la libertà di tutti coloro che si trovano al suo interno. Intanto, il Principe giustamente ha deciso di giocare al freesbee con delle navi :asd: .
    Ciò non di meno, nonostante la situazione sia un tantinello tragica Esteban non ha problemi a gustarsi un gelato, ed a osservare interessato la situazione in cui si è ritrovato. Non si può non apprezzare il suo innocente candore, no? :asd:
    Al contrario, Rayshin ha avuto un crollo nervoso non indifferente quando ha realizzato tutto il peso di quanto sta succedendo. Fin dalla comparsa dell'Ibrido Sirius, tutto ciò che è accaduto lo ha investito come un tempesta: un duello mortale, l'attacco del Dottor Gren, l'intervento dell'Ordine, la tensione dello scontro tra le due parti, l'improvvisa entrata in scena del Principe ed adesso l'onda marina sono troppo da digerire in una volta sola per un ragazzo nel suo primo momento di "calma".
    Per contro, Esteban non sembra minimamente scosso dalle cose, ma soltanto dal benessere di Rayshin. Ah, l'amore fraterno...
    Bene, che cosa accadrà adesso? A cosa si riferiva Delver quando diceva che Rayshin dovrà affrontare il Principe? Ed Esteban, come reagirà a questa sorpresa? E che fine hanno fatto gli Ibridi?
    Restate connessi per il prossimo capitolo de "La Catena dell'Inesistenza", cari lettori: un nuovo piano d'azione prenderà piede ed un molto poco serio ambasciatore realizzerà un'alleanza sorprendente! Alla prossima, dunque, e buona serata :ciao: .
     
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    Ok....non me ne frega niente di come stiano realmente le cose: Ora pretendo un capitolo futuro dove Esteban si faccia un film mentale, dove Irene cerca di sc#####i Rayshin, con tanto di dialoghi a luci rosse e scene censurate (....ma anche no. XD), e con lui (Esteban intendo) che sclera come un selvaggio, in perfetto "Lasyrindes style". XDXDXD

    A parte questo....non vedo l'ora di scoprire in che dannata maniera, Rayshin dovrebbe riuscire a vincere contro Nizlar. Ora come ora, mi sembra un'impresa oltre l'impossibile....ma è chiaro che Icero abbia un piano ben specifico in mente.
     
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    CITAZIONE (Zadkal @ 12/12/2016, 23:33) 
    Ok....non me ne frega niente di come stiano realmente le cose: Ora pretendo un capitolo futuro dove Esteban si faccia un film mentale, dove Irene cerca di sc#####i Rayshin, con tanto di dialoghi a luci rosse e scene censurate (....ma anche no. XD), e con lui (Esteban intendo) che sclera come un selvaggio, in perfetto "Lasyrindes style". XDXDXD

    A parte questo....non vedo l'ora di scoprire in che dannata maniera, Rayshin dovrebbe riuscire a vincere contro Nizlar. Ora come ora, mi sembra un'impresa oltre l'impossibile....ma è chiaro che Icero abbia un piano ben specifico in mente.

    Oh oh oh oh, non desiderare cose che potresti ricevere davvero, caro Zadkal :asd: .
    Dato che questa fanfiction è tarata sul VM 13 non mi sarebbe possibile mostrare scene e/o linguaggi fin troppo espliciti, pena essere sonoramente richiamato da Slovah caro, ma ciò non toglie che situazioni adulte potrebbero succedersi tra i due. Infondo, me la sono cavata egregiamente con le allusioni alla vita sessuale sadomasochista tra Lyedar ed Ofelia nella prima parte della storia: chi mi impedisce di tentare nuovamente il successo?
    C'è però da dire che al momento soltanto Esteban crede che possano succedere situazioni tra i due. Rayshin non è innamorato di Irene, per quanto veda in lei una figura di profondo affetto e comprensione, essendo cresciuti assieme fin dall'infanzia. Non è un sentimento amoroso, ed ancor meno carnale sotto quel punto di vista. Irene, invece, pur provando sentimenti per il ragazzo, ha alcuni problemi ad esternarli per motivi che verranno fuori più avanti, senza contare che suo padre Elsmay odia profondamente Rayshin.
    E, non ultimo, non dimentichiamo che Irene ha 19 anni mentre Rayshin (ufficialmente) 16: né lei né io vogliamo finire in prigione per aver rappresentato pedofilia :asd: .
     
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    CITAZIONE (Xivren @ 14/12/2016, 01:11) 
    E, non ultimo, non dimentichiamo che Irene ha 19 anni mentre Rayshin (ufficialmente) 16: né lei né io vogliamo finire in prigione per aver rappresentato pedofilia :asd: .

    Se rappresentare scene a sfondo - anche implicitamente - sessuale che coinvolgono soggetti minorenni fosse illegale, le FanFiction a tema Pokémon non esisterebbero*.

    Per il resto, ho trovato questo Capitolo un po' più sottotono.
    Che non è una critica, ma solo la constatazione del fatto che oggettivamente sono successe meno cose se paragonato ai precedenti.
    Nel merito di quel poco che è successo, il crollo psicologico di Rayshin potrebbe essere... interessante. In generale questo genere di cose non mi piace, ma dipenderà tutto da come verrà gestito nei prossimi Capitoli. Solo un dubbio mi viene a tal proposito: ma Rayshin non dovrebbe sapere ormai che Lasyrindes è in grado di resuscitare i morti? Dovrebbe averlo visto quando Icero gli ha mostrato la città di Pechino, se non erro.

    L'altra cosa che ha attirato la mia attenzione è stata Cavaliere Scarlatto Bram; a parte il fatto che è stato oneshottato con estrema facilità da Nizlar, mi chiedo come possa avere anche lui una propria carta di Dual Monsters. Nel senso, Zhakia ha continuato a disegnare carte su basi preesistenti dopo gli avvenimenti del Prologo? Non gli sono bastate le prima due volte? Oppure sta cercando di creare un esercito ostile a Lasyrindes?

    Ah, e come Zadkal-san sono interessato ad eventuali risvolti dell'ossessione di Esteban nei confronti del fratello.
    Diversamente da Zadkal, voglio vedere Rayshin non con Irene, ma con Esteban stesso.

    *Preciso che la mia era solo una battuta. Eventuali scrittori e/o lettori di FanFic Pokémon non si sentano offesi, e i primi sono pregati di non denunciarmi per diffamazione.
     
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    CITAZIONE (Ipercubo @ 14/12/2016, 19:22) 
    Se rappresentare scene a sfondo - anche implicitamente - sessuale che coinvolgono soggetti minorenni fosse illegale, le FanFiction a tema Pokémon non esisterebbero*.

    ... No comment.

    CITAZIONE
    Per il resto, ho trovato questo Capitolo un po' più sottotono.
    Che non è una critica, ma solo la constatazione del fatto che oggettivamente sono successe meno cose se paragonato ai precedenti.
    Nel merito di quel poco che è successo, il crollo psicologico di Rayshin potrebbe essere... interessante. In generale questo genere di cose non mi piace, ma dipenderà tutto da come verrà gestito nei prossimi Capitoli. Solo un dubbio mi viene a tal proposito: ma Rayshin non dovrebbe sapere ormai che Lasyrindes è in grado di resuscitare i morti? Dovrebbe averlo visto quando Icero gli ha mostrato la città di Pechino, se non erro.

    A costo di sembrarti superbo, Iper-kun, sono felice che il capitolo ti abbia suscitato questo effetto.
    Fondamentalmente volevo che da esso le due sensazioni che potessero essere recepite fossero due: la noia del Principe, la sua placida pigrizia anche in una situazione nella quale gli è stata affidata una missione importante, e l'insofferenza di Esteban nei confronti di tutto ciò che gli accade attorno che non sia Rayshin. Siccome il capitolo è diviso tra i loro punti di vista, sono lieto che il modo con cui entrambi hanno preso sottotono quanto sta succedendo abbia avuto una certa forma di successo, siccome per entrambi nulla di quanto accaduto è fuori dall'ordinario o, quantomeno, così notevole da impressionarli.

    In merito a Rayshin sì, hai ragione: lui sa che l'Imperatore non ha problemi a resuscitare i morti, compresi anche coloro che sono periti a causa dei danni alla metropoli. Questo, almeno, quanto il suo cervello in una condizione lucida conosce. Ma, data la condizione in cui si ritrova, ciò che gli impedisce di ragionare a mente fredda e che lo spinge a ferirsi da solo, in quest'attacco di panico, è che tutto ciò è successo per colpa sua: non gli interessa che tutto possa essere cancellato con una passata di spugna dai poteri di Lasyrindes, dato che lui non può dimenticarlo poiché l'ha vissuto in prima persona.
    E l'essere stato l'epicentro di un evento del genere, più che i danni effettivi causati, è stato la goccia che l'ha fatto scoppiare.

    CITAZIONE
    L'altra cosa che ha attirato la mia attenzione è stata Cavaliere Scarlatto Bram; a parte il fatto che è stato oneshottato con estrema facilità da Nizlar, mi chiedo come possa avere anche lui una propria carta di Dual Monsters. Nel senso, Zhakia ha continuato a disegnare carte su basi preesistenti dopo gli avvenimenti del Prologo? Non gli sono bastate le prima due volte? Oppure sta cercando di creare un esercito ostile a Lasyrindes?

    S-S-S-S-Spoiler!
    Che tuttavia, proprio questo punto sulla presenza o meno di Mostri realizzati su basi "preesistenti", sarà il punto focale di quanto accadrà tra due-tre capitoli. Dunque devi pazientare solo un poco per avere la risposta.

    CITAZIONE
    Ah, e come Zadkal-san sono interessato ad eventuali risvolti dell'ossessione di Esteban nei confronti del fratello.
    Diversamente da Zadkal, voglio vedere Rayshin non con Irene, ma con Esteban stesso.

    Ehm... uhm... Quello... è un po' complicato, Iper-kun.
    Non che Rayshin possa rinnegare i sentimenti del fratello, no no: come già più volte detto dallo stesso in passato, lui non sarebbe mai in grado di odiare suo fratello minore o di non amarlo, ma come, appunto, fratello minore.
    Il problema è che Rayshin non ha alcuna intenzione di avere rapporti così affettivi con lui, o con qualunque altro maschio. L'eterosessualità di Rayshin è un'ostacolo non da poco per Esteban, che invece a sua volta è... uhm. Beh, direi che Esteban, data la sua giovane età e la sua generale spensieratezza, non ha un'idea precisa della sessualità e neppure si interessa a quella. Però i suoi sentimenti verso Rayshin sono innegabili, a prescindere dal sesso di quest'ultimo: direi che potrei definirlo strettamente ed unicamente "rayshinsessuale" :asd: .
    Ah, ma se vuoi comunque vedere come un'ossessione preoccupante possa giungere a risvolti inaspettati non devi temere, Icero è apertamente omosessuale ed innamorato (più o meno, diciamo impazzito) per i due fratelli... dunque, se vuoi, posso concerti lui ed Esteban assieme.
     
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    Buonasera cari lettori!
    Sono lieto di ritrovarvi nuovamente alla pubblicazione del nuovo capitolo della Catena dell'Inesistenza. Come ben ricorderete, nello scorso abbiamo assistito al tentativo dell'Ordine di Yeni Aci di sviluppare una strategia offensiva nei confronti del Principe Nizlar, che ha sigillato la metropoli per recuperare Rayshin ed Esteban. I loro tentativi si sono però rivelati completamente infruttuosi, venendo così costretti a nascondersi di nuovo per sfuggire agli attacchi del Principe che, al contrario, ha cominciato a sbriciolare grattacielo e grattacielo, e quartiere per quartiere, per portare a termine il suo incarico... seppur con tutta calma, come suo solito.
    Per contro, Esteban ha osservato incuriosito le reazioni di Delver e di Emas di fronte alla crisi. Il suo divertimento però è durato ben poco quando Rayshin ha avuto un collasso nervoso dovuto al sovraccarico di terrore e di stress delle ultime ore, raggiungendo quasi l'isteria nel ritenersi responsabile per tutto ciò che ha colpito New York. Proprio in quel momento di debolezza, Delver rivela, con grande sorpresa di Esteban, che Rayshin dovrà alzarsi in piedi ed affrontare a viso aperto il Principe.
    Che cosa avrà voluto dire il Dadoducco con quest'affermazione? Ed i bambini apprezzano il ghiacciolo alla fragola? A voi il capitolo con la risposta di una di queste scottanti domande! Buona lettura.


    CAPITOLO 60 - CHE COS'E' L'INTRATTENIMENTO?

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 22:58 - New York, Other

    «Bah! Va bene!» esclamò Delver sollevando entrambe le braccia, per poi avanzare verso il tavolo presso cui Esteban e Rayshin si trovavano. «Ora, mio “sono solo un ragazzo”, è tempo per te di tirare fuori le palle e cominciare a fare qualcosa di utile. Ne abbiamo già discusso giorni fa, ricordi? Spetta a te il compito di distruggere il Principe!» dichiarò, indicando con decisione il maggiore dei due fratelli.
    A quell'affermazione Rayshin rimase immobile, la testa sempre abbassata, come paralizzato. I suoi singhiozzi, tuttavia, si arrestarono pressoché all'istante. Dal canto suo, Esteban sbottò prontamente: «COSA!? Siete impazziti!? Perché mai Rayshin dovrebbe fare una cosa del genere? Il Principe dell'Acqua non ha alcuna cattiva intenzione verso di noi... o almeno, verso me e mio fratello. Spiegami perché dovremmo attaccarlo!».
    L'idea di quel tizio era assurda e folle. Non c'era alcuna ragione per la quale Rayshin dovesse anche soltanto alzare un dito nei confronti del Principe: in primo luogo perché era una delle massime autorità dell'Impero, che lui e la sua famiglia avevano sempre servito e verso la quale avevano giurato fedeltà, per quanto conoscendolo direttamente aveva scoperto essere di una noia mortale; in secondo luogo una decisione del genere, considerando quel poco che sapeva delle capacità del Principe, sarebbe risultata nell'avere Rayshin fermo sul letto di un'ospedale per tutto il resto della sua vita o, nel caso recondito in cui si fosse fatto sul serio, nel trovarsi tutti assieme sotto tre metri di terra.
    «Ho ragione, Esteban. Se non contrattacchiamo il Principe, presto di noi non resterà nulla! E né tu né tuo fratello vi ritrovereste in condizioni migliori! E poi tuo fratello sa anche che-» intervenne di nuovo Delver, avvicinandosi ancora verso di loro.
    «Non credere di ingannarmi, bastardo! Io e mio fratello ci ritroveremmo protetti dal Principe e dall'Imperatore... che per quanto possano essere individui bizzarri, sono un milione di volte più gentili ed affidabili di voi mostri! Ecco quello che succederebbe! Tu hai solo paura di affrontare la pena che ti spetta per i crimini che hai compiuto!» ribatté immediatamente Esteban, guardandolo in cagnesco.
    Memore della cortesia con cui Lasyrindes lo aveva accolto nelle settimane scorse, aiutandolo ad usare i suoi poteri in modo tale da non ferirsi da solo, Esteban era sempre certo che tornare nell'Impero fosse la scelta migliore per lui e per il fratello.
    Certo, per qualche motivo né l'Imperatore, né Dinef, né i Principi e né i Ministri gli avevano permesso di sviluppare il suo attuale Deck, e mai avevano fatto cenni a quell'essere di nome Zhakia od al fatto che in realtà i primi fossero carte di un gioco, ma infondo non doveva essere nulla di importante. “Ognuno ha diritto ai suoi segreti personali, anche se riguardano altre persone” aveva sentenziato.
    «Temo tu abbia frainteso, caro Esteban: la cosa non riguarda noi... o meglio, ci riguarda eccome, ma non siamo noi quelli per cui il Principe è sceso in campo. Lui sta seguendo te e tuo fratello, e non per gentilezza o dolce amore verso i suoi sudditi... No, quello che lui e l'Imperatore desiderano è catturarvi come docili prede per poi manovrarvi come più desiderano! E non credere che vi tratteranno con i guanti: ciò che vogliono fare con voi due, in sintesi, è-» cominciò a spiegare Delver, ma venne bloccato da Emas che gli coprì la bocca con la mano sinistra.
    Facendo un passo avanti, il secondo Dadoducco dichiarò: «Quello che Delver vorrebbe dirti, Esteban, è che l'unico modo per uscire da questa situazione vivi, e soprattutto liberi,è affrontare il Principe e sconfiggerlo. Non serve che tu mi dica quanta tristezza questo piano porta nel tuo cuore, ma non possiamo fare altrimenti. Purtroppo Irene non è abbastanza forte, quindi restiamo soltanto noi cinque, ed anche così le nostre possibilità sono minime... Ma tu, a differenza di tuo fratello, non sei ancora abituato al tuo nuovo potere e potresti non reggere. E poi, per quanto tu non lo voglia dare a vedere, lo scontro con Gren di poco fa ha danneggiato molto più te che Rayshin, ed uno sforzo ulteriore rischierebbe di distruggere il tuo fisico».
    Esteban restò per un momento in silenzio. “Come ha fatto ad accorgersene!?” si domandò immediatamente, mentre abbassò gli occhi sul suo petto. Sotto la camicia vedeva chiaramente enormi lividi decorargli la pelle: pulsavano in continuazione di dolore, di secondo in secondo, e probabilmente avevano cominciato a lacerarsi, dato che avvertiva qualcosa di umido scorrergli fino al ventre. Anche le costole erano rotte, mentre le altre ossa del corpo gli dolevano regolarmente.
    Sicuramente la causa di quei danni erano stati quei tentacoli di quel tizio. Non riusciva tuttavia a comprenderne il perché: se fossero stati di un qualsivoglia tipo di materiale non gli avrebbero causato che una botta immediata e del tutto innocua, come aveva appurato con l'Imperatore; se invece erano composti di Kesin sintetico, come la lancia di Abegaila, lo avrebbero sì ferito, ma a quest'ora avrebbe già dovuto guarire completamente.
    Gaap gli aveva spiegato che tutte le riserve di vero e puro Kesin erano in mano all'Impero, eppure... che gli avesse mentito? “Tipico di Gaap, fingersi in comando delle cose quando non lo è... Ma giuro che una volta tornato a casa lo prenderò a sberle sulle caviglie!” si disse, continuando ad ignorare il dolore per tornare a fissare Emas.
    «Sciocchezze! Io sono in perfetta forma! Caso mai non ve ne foste accorti, è mio fratello quello che sta peggio, e tutto per colpa vostra! Non avete sentito prima cosa ha detto? Eh? Non pensate minimamente a cosa mio fratello possa volere!? Eh? Vi preoccupate anche soltanto un po' della sua volontà, del suo stato, dei suoi desideri!? Ma ovvio che no, voi pretendete di usarlo come se fosse un oggetto!» ribatté Esteban, allungando il braccio sinistro davanti a Rayshin.
    «IO sono l'unico che si preoccupa davvero di lui, per cui scordatevi pure che acconsenta ai vostri folli propositi! Non permetterò che mio fratello finisca schiavo della volontà di qualcun al... ehm, di qualcuno!» aggiunse a gran voce. Non avrebbe mai permesso a quei terroristi di mandare suo fratello in una missione così suicida, mai.
    Per tutta risposta Emas sbuffò e, alzando le spalle, ribatté: «Allora per quale motivo tu non stai facendo altro che imporgli la tua volontà, a prescindere da ciò che Rayshin voglia effettivamente fare o non fare?». Si portò la mano sinistra sulla frangia di capelli per sistemarsela, mentre commentò: «Io non ho mai avuto fratelli... il che è molto triste, non lo nego... eppure mi sembri fin troppo possessivo-ossessivo nei confronti di Rayshin, quasi folle nel vostro rapporto. Sei sicuro, Esteban, di non starlo parassitando lentamente?».
    “Che affronto da questo miserabile! Osa addirittura rispondermi così! Pezzente!” tremò dalla rabbia Esteban, stringendo così tanto i denti dal piantarsi la punta dei canini nel labbro inferiore. «Ma tu cosa vuoi capirne!? IO, soltanto IO, sono l'unico che si preoccup...» cominciò a gridare, ma la sua esclamazione venne interrotta immediatamente quando Emas gli afferrò la nuca e, con un colpo deciso, gliela sbatté sul tavolo.
    L'impatto non fu nulla di eccezionale, dato che evidentemente era stato calibrato per non sbriciolare il tavolo, ed infatti nessun livido e nessuna ferita si formarono sul volto del bambino. Ciò che tuttavia sconvolse Esteban non fu l'assenza voluta di forza, quanto la velocità con cui Emas si era portato davanti a lui e lo aveva afferrato senza che lui potesse fare nulla per contrattaccare, od anche soltanto difendersi.
    «Non osare mai più prendermi in giro, bimbo. Non osare mai più ripetermi due volte di fila le stesse stupidaggini sperando di impressionarmi o robe simili. Non osare mai più dire che non capisco nulla di rapporti. Se proverai un'altra volta a fare una cosa del genere, ti posso assicurare che neppure un'ordine del Sommo Ierofante in persona potrà proteggerti» gli sibillò Emas in un orecchio, senza neppure guardarlo negli occhi.
    Per la prima volta da quando lo aveva incontrato, Esteban vide nell'unico occhio scoperto di Emas un cambiamento. Dalla malinconia senza fondo in cui la sua pupilla nera si perdeva, adesso era emerso un fiume di rabbia sfrenata che, soltanto a percepirla, mandò un brivido lungo la schiena del bambino. Era una forza che mai aveva visto prima, degna di un terrorista di scala mondiale.
    Tale sensazione, tuttavia, svanì nel momento stesso in cui Emas lo afferrò per i capelli e, drizzandolo, tornò a dirgli: «Ti ho chiesto come puoi pretendere di sapere cosa è meglio per un'altra persona. Vedi di darmi una risposta articolata, ammesso che il tuo cervello ne sia capace», e con ciò lo lasciò andare per tornare al fianco di Delver, il quale gli mostrò entrambi i pollici.
    «Ohibò ohibò ohibò... Qui non si riesce a cavare il bimbo dal buco. Posso consigliarti questo buon tè freddo, Esteban? Ti aiuterà a calmare i nervi e ad idratare le cellule del tuo corpo!» commentò il cameriere avvicinandosi a lui, porgendogli un vassoio con sopra un alto bicchiere in vetro bluastro.
    Esteban sbuffò e, portandosi alla bocca la cannuccia mentre si sistemava i capelli, commentò: «Uff... La ringrazio, cameriere... no, un momento, cosa?».
    Solo in quel momento realizzò che in quella sala non c'era mai stato un inserviente, e se anche ci fosse stato di certo non poteva sapere il suo nome, ed ancor meno essere così sfrontato da dargli del “tu”. Eppure all'arrivo di quel tizio non aveva avvertito la minima variazione nell'atmosfera della sala, quasi fosse già presente.
    Con Esteban tutti, tranne Rayshin, si voltarono verso il cameriere ed il bambino, dopo aver bevuto un lungo sorso del tè, esclamò: «Il prestigiatore!». Era lui, quell'Ibrido che aveva affrontato poche ore prima! “Qual è il suo nome... uhm.... oh, andiamo... Ah, Nicolas!” ricordò immediatamente, schioccando le dita. «Nicolas, mi devi un duello! Torniamo in quello schifoso gazebo e finiamola!» esclamò, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
    L'Ibrido sollevò l'indice destro per rispondere, ma non ne ebbe modo in quanto il suo corpo venne avvolto interamente, con l'eccezione della bocca, da un fascio dei fili di Delver, diventando così un bozzolo di dimensioni umane. Stranamente, notò Esteban, i fili utilizzati in quel momento dal Dadoducco erano diversi da quelli precedenti: se gli altri erano talmente microscopici da non poter essere singolarmente visti da occhio umano, questi avevano un diametro di circa due centimetri, e risplendevano di una soffusa luce violetta.
    La mano destra di Delver, tuttavia, non fu l'unica a muoversi prima che Nicolas potesse proferire parola. A pochi centimetri dalla fronte del ragazzo Irene aveva puntato una lama metallica di colore bronzeo che, Esteban notò, era stata generata da un curioso braccialetto attaccato al suo polso. Allo stesso modo, la seconda lama era appoggiata di piatto in prossimità del cuore del nemico.
    «Mi piacerebbe sentire un motivo valido per cui non dovrei farti a pezzi in questo momento, Ibrido. Andiamo, sono tutto orecchi!» esordì Delver sollevando il capo, per poi portare la mano sinistra dietro l'orecchio e sollevarlo.
    «Un motivo? Semplice! Non ho mai amato il bondage, per cui preferirei morire senza essere legato dalle corde di qualche mania-» cominciò a spiegare Nicolas, ma prima che potesse finire Delver piegò leggermente le dita della mano. In risposta, Esteban notò come i fili si strinsero ancora di più su sé stessi e che, quella che prima era stata una soffusa fosforescenza violastra, adesso stava diventando rossastra.
    «Ahi! Ahi! Scotta! D'accordo, non c'è bisogno di essere così stringenti! Una buona ragione? Sono l'unico che sa dove si trovi il vostro compagno Louis!» farfugliò velocemente Nicolas. «Per cui, se volete sperare di rivederlo, vi consiglio di lasciarmi andare immediatamente!» aggiunse, e dai movimenti provenienti all'interno del bozzolo si poteva dedurre che stesse cercando di voltare il capo verso Delver.
    Il Dadoducco, a quella dichiarazione, ebbe un sussulto, ed Esteban notò come le estremità della sua bocca avessero cominciato a tremare. Fu, tuttavia, nulla più che un momento di esitazione, dato che l'uomo ribatté immediatamente: «Al contrario, quello è un motivo per tenerti. Una volta finita questa storia, avrò tutto il tempo per farti raccontare dove state tenendo Louis... ed allora il dolore del bondage ti sembrerà la carezza di un bambino!».
    «Delver... Non vorrei offenderti, ma da come l'hai detto sembri un masochista con tendenze pedofile... Ed hai davanti a te due minorenni, per giunta» osservò Emas quasi tra sé e sé, indicando poi con la testa sia Rayshin che Esteban.
    Nessuno, tuttavia, si degnò di rispondergli, poiché all'interno del bozzolo Nicolas esclamò: «Oh, al diavolo 'sta roba! Esco senza permesso!», sovrastando ogni altro rumore proveniente dall'edificio. Il bozzolo tremò ed i fili che lo costituivano, seppur opponendo visibilmente resistenza, cominciarono ad allentarsi formando fessure verticali sempre più grandi.
    A quanto ne so, soltanto il Sommo Lasyrindes ed il Principe sono riusciti a strappare quei fili! Persino io non ci riuscirei... Cos'ha in mente Nicolas?” si domandò Esteban, in un misto di sorpresa e curiosità. La fosforescenza rossastra dei fili adesso veniva proiettata verso l'esterno in raggi più o meno grandi, causando un fantastico gioco di luci e di colori nel momento in cui veniva riflessa sui vetri del ristorante.
    «Uh?» borbottò Delver, ed in quello stesso momento Nicolas fuoriuscì dal bozzolo a braccia spalancate. Dal colletto della giacca fuoriuscivano due protuberanze composte da diversi fazzoletti colorati legati assieme che, attorcigliandosi attorno alle braccia dalle spalle al polso, scendevano curve fino a sparire sotto i lembi della giacca. I fazzoletti, a loro volta, erano intrecciati secondo un motivo concentrico costituito da due ellissi, il cui centro era dello stesso magenta della coda di rondine di Nicolas.
    Wow! E' una farfalla! Fantastico!” osservò estasiato Esteban, guardando Nicolas illuminato dalla fosforescenza dei fili mentre si librava in alto. Era una scena magica, per quanto non fosse mai stato un amante dei giochi di prestigio o le esibizioni di magia. Solo successivamente notò che, dalla fascia attorno al cilindro dell'Ibrido, pendevano due antenne in plastica giallastra terminanti con due sfere ricoperte di brillantini, che nella loro vistosità stonavano ridicolmente con l'espressione di massima serietà di Nicolas. “Magari dopo gli chiederò come funziona il trucco di tagliare in due una persona: se riuscissi a farlo con Rayshin, alla fine ne avrei due al posto di uno!” pensò, tutto entusiasta.
    «Ah... Questo sì che è essere un vero Duellante di Intrattenimento!» commentò Nicolas mentre, terminando la spinta, afferrò l'asta di un vistoso lampadario posto nelle vicinanze. Ruotando su sé stesso, Nicolas si sedette sul bordo in metallo verdastro e si rivolse al gruppo sottostante: «Scusatemi, ma preferisco discutere con voi così! La posizione precedente era davvero scomoda!».
    «Uhm... Come hai fatto a liberarti dai miei fili?» domandò incuriosito Delver, mentre disfava il bozzolo richiamando i fili, ora privi di luminosità, all'interno delle maniche della sua camicia.
    Nicolas ridacchiò e cominciò a tirare calci ai cristalli che decoravano il lampadario, rompendoli con il tacco delle scarpe e causando così un fastidiosissimo scricchiolio in tutta la sala. Schioccò le dita della mano destra, ed Esteban vide materializzarsi un enorme tomo dalla copertina completamente nera e decorata da intagli luccicanti.
    Un momento... Ma quello è Kesin! Vero Kesin!” notò Esteban, guardando meglio le decorazioni lungo il dorso del volume. A differenza del materiale sintetico che aveva visto brandito dagli altri Ibridi, quello che adesso aveva davanti agli occhi risplendeva della stessa luce dei tentacoli del Dottor Gren, una luce inquietante che lo fece rabbrividire un istante.
    Le pagine del tomo cominciarono a scorrere, e Nicolas spiegò: «Questo piccolo gioiellino mi consente di sapere, con tutto l'anticipo di cui ho bisogno, ciò che accadrà nell'immediato futuro! Per quanto, onestamente, avrei preferito una sfera di cristallo: insomma, se doveste scegliere cosa tirare in testa ad un vostro nemico, cosa scegliereste? In ogni caso, dovevo ancora arrivare qui e già sapevo che tu mi avresti attaccato, così mi sono premunito! Prima che i tuoi fili mi avvolgessero completamente, ho inserito i lembi dei mie fazzoletti tra di loro, creando così minuscole aperture che, allargandole successivamente, mi hanno permesso di uscire!». Mentre parlava, l'Ibrido mimò il tutto usando il fazzoletto che teneva nel taschino della giacca.
    «E' un potere davvero bizzarro, il tuo! Se avessi scelto i fili per distruggermi subito, avresti avvertito immediatamente l'intromissione dei miei fazzoletti... Ma allo stesso tempo, cosa sarebbe rimasto di me per essere interrogato? Al contrario, impostando il tuo calibro su un sistema mirato alla cattura per intero, hai allentato il tuo controllo! Hai capito la mia spiegazione sui tuoi poteri che già conoscevi?» aggiunse successivamente Nicolas, per poi riporre il fazzoletto nel taschino ed incrociare le mani davanti al volto, «Ma basta con queste stupidaggini e parliamo invece di altre sciocchezze! In particolare, di affari!».
    Emas si fece avanti e, incrociando le braccia al petto, domandò: «Di che affari dovremmo discutere con un Ibrido, esattamente?». Esteban notò che lanciò anche una rapidissima occhiata a Delver, il quale si limitò ad annuire per cedergli il posto. “Beh, non so quanto possa essere diplomatico un tizio che sbatte le teste dei bambini sui tavoli, ma tutto sommato la cosa sembra essere interessante! Chissà di cosa parleranno!”.
    «Dunque... Suppongo abbiate notato che, a qualche chilometro da qui, c'è un tizio che sta giocando con... uhm, modellini a grandezza naturali di navi. Tutti, dal primo all'ultimo, sfortunatamente si trovano dentro la sua sala giochi, ed a quanto pare non ha la minima intenzione di lasciarli uscire. Ora, a giudicare da come sia gli altri Ibridi che i membri dell'Ordine di Yeni Aci sono fuggiti al suo arrivo, penso di poter affermare che nessuno, sempre tra i miei simili ed i vostri compagni, abbia la possibilità di vincerlo! Ed il vostro piano di far combattere il ragazzo lì seduto, che ho avuto modo di ascoltare con vivo interesse, è ostacolato dal piccolo Esteban! Detto in una sintesi di tre parole, siete nei pasticci!» iniziò Nicolas, arrivando a contare le ultime tre parole sulle dita della mano sinistra.
    «Da come stai parlando, vorresti farci credere di essere la soluzione a questo problema? Con il tuo poter prevedere il futuro?» domandò istantaneamente Emas, lanciando un'occhiata incuriosita all'Ibrido.
    Nicolas drizzò il cilindro e strinse il farfallino al collo con estrema cura, e dopo un profondo inspiro rispose tranquillamente: «Assolutamente no!».
    «Aspetta... cosa? Se hai fatto tutto questo discorso conscio della tua impotenza... allora perché farlo fin dal principio? Non ha alcun senso!» intervenne Delver, aggrottando le sopracciglia.
    «Perché mi piace far perdere tempo alla gente con stupidaggini! Cosa credete, che fare il mestiere di prestigiatore sia tanto diverso? E' ovvio che io non faccio la differenza in campo: le mie capacità offensive sono limitate quanto quelle di un unicorno: letali, se almeno esistessero! No, io fungo da supporto in battaglia, ed è esattamente quello che voglio proporvi! Anzi, non riguarda unicamente me, ma tutti gli altri miei compagni! Che ne dite, vorreste avere dalla vostra un gruppo di millequarantadue unità di assistenza?» ribatté l'Ibrido, esibendo infine un largo sorriso al pubblico sottostante.
    Wow! Un'alleanza tra gli Ibridi e quelli di Yeni Aci! Quest'idea è fantastica! Così il Principe dell'Acqua potrà eliminarli in un colpo solo!” pensò Esteban, iniziando a saltellare da un piede all'altro. Con un piano del genere, tutti i problemi suoi e di Rayshin sarebbero stati cancellati: senza la presenza degli Ibridi il Dottor Gren avrebbe perso le sue possibilità di catturarli; dall'altro lato l'Ordine di Yeni Aci sarebbe stato spazzato via, con l'eccezione del suo amico Diell! E, ciliegina sulla torta, sarebbero tornati nell'Impero sotto la sicura custodia del Principe.
    «Ovviamente, questo piano potrebbe anche rivelarsi controproducente per tutti, ed il Principe potrebbe usarci come tiro al bersaglio! In particolare, non è detto che riusciremo a trattenerlo abbastanza a lungo! Chissà, magari ci polverizzerà con una seconda onda, facendoci fare la fine che avrebbe fatto il Titanic se al posto dell'iceberg ci fosse stata un'onda anomala! In effetti credo ci sia una storia simile... In ogni caso, ci sono mille problemi e mille difficoltà con questo mio piano, ma ehi: almeno ci sarà da divertirsi!» continuò allegramente Nicolas, dipingendo un grande arco con le braccia.
    Esattamente! Il divertimento sarà assicurato, ma per me e mio fratello! Alla fine saremo noi i vincitori, e tutti gli altri perderanno... Com'è giusto che sia, per aver osato tanto nei confronti della mia famiglia!” si disse Esteban, mentre annuiva tra sé e sé. Il piano di Nicolas lo convinceva sempre di più, e francamente si meravigliava dell'intelligenza dell'Ibrido nei loro confronti. Forse, tutto sommato, l'aveva giudicato male al momento del loro incontro.
    «Senza contare che, anche se riuscissimo nel nostro intento, sicuramente il Principe non accetterebbe mai di affrontare Rayshin! Anzi, tutto il contrario! E' più probabile che, dopo aver sterminato noi ed aver preso voi a calci, se ne vada con i due fratelli verso lidi più allegri e soleggiati, il che è anche tecnicamente vero, dato che nell'Impero ora splende il Sole! Per cui presentargli davanti Rayshin, alla fine dei conti, non farebbe altro che segnare il nostro destino, piuttosto che salvarci!» aggiunse Nicolas, per poi concludere disegnando in aria una croce sul suo petto.
    Seguì un momento di silenzio generale, nel quale gli schianti delle navi manovrate dal Principe riecheggiarono più forti che mai e, forse, anche più vicini.
    Il primo a trovare la parola fu Emas, che borbottò: «Io... io credo di non avere ben capito lo scopo del tuo discorso. Perché stai spiegando tutte le sue f-», ma fu interrotto pressoché subito.
    «Questo sì che è un piano geniale! Complimenti a Nicolas per averlo sviluppato! E voi due che pensavate di cavarvela mandando Rayshin ad affrontare il Principe... Pff, quanto siete ridicoli» esclamò Esteban, avanzando verso l'Ibrido. Arrivato in prossimità, si voltò verso i due Dadoducchi e continuò: «La vostra era una missione suicida: chissà cosa sarebbe successo a mio fratello! Ma io non ho ceduto ai vostri disgustosi inganni, ed adesso Nicolas ha escogitato una strategia vincente!».
    «Dunque fammi capire bene... Tu sei d'accordo con la strategia elaborata da questo tizio?» domandò Delver, massaggiandosi le tempie con la mano destra. Emas, al suo fianco, lo stava fissando con un'espressione curiosamente accigliata.
    Esteban annuì: “Diamine, quanto sono lenti. Bisogna sempre spiegargli tutto... Per fortuna che Nicolas ha capito al volo!”. Sollevò il braccio destro ed indicò l'Ibrido sopra la sua testa, per poi spiegare: «Sono d'accordissimo! Preparatevi come volete e fate ciò che credete più giusto: non sarà certo un mio problema! E quando sarete sistemati, mettete pure il mio fratellone davanti al Principe! Vedrete come resterete delusi! Non ci sarà alcuno scontro, ah ah!».
    Nicolas balzò a terra, schiacciando alcuni dei frammenti del lampadario che aveva rotto con i suoi calci, ed appoggiò la mano sulla spalla di Esteban, mentre con l'altra afferrò il suo tomo. «Questo sì che è parlare, mio caro Esteban! Vedo che ci siamo perfettamente capiti, miei cari signori, e questa è già una gran bella cosa: significa che d'ora in avanti potrò dire che siete voi ad aver frainteso!» annunciò, per poi dargli due pacche sulla schiena. Saltellò fino alla finestra più vicina e, voltandosi, lanciò un cellulare in direzione di Emas, che lo afferrò al volo.
    «Io ed i miei soci lo tratteremo il più a lungo possibile. Voi cercate di preparare il vostro “campione” il più in fretta possibile, e fatecelo sapere! Anche perché, se non doveste collaborare, saremmo i primi ad attaccarvi! Ed ora io conosco pure la vostra posizione, dunque non avete modo di sfuggirmi... Oh oh oh, che predatore nato che sono!» dichiarò Nicolas abbassando la maniglia della finestra, per poi saltare sul bordo di quella una volta completamente aperta.
    «Aspetta! Dove avete portato Louis!? L'avevi detto!» intervenne Delver, puntando entrambe le mani verso l'Ibrido.
    Nicolas si grattò le antenne del cappello con fare pensieroso, per poi rispondergli: «Ah! Oh... Beh, io avevo detto che, se volevate sperare di rivederlo, vi conveniva lasciarmi libero. Ed in effetti questa mia dichiarazione ti ha dato un po' di speranza, no? Però io non ho mai detto che io avrei voluto dirvelo... Caspita, sei stato così presuntuoso da mettere i tuoi desideri sopra quelli di qualcun altro! Per cui, insomma... attaccati a questo e succhiarlo». Detto ciò, frugò nelle tasche frontali dei pantaloni ed estrasse una busta contenente un ghiacciolo alla fragola, che lanciò a Delver. Si voltò quindi di novanta gradi per evitare il flusso di fili che il Dadoducco gli scagliò immediatamente contro, e con una risata sparì nell'oscurità della notte.
    Come prima nessuno parlò, e passarono diversi secondi di silenzio assoluto.
    «Beh, che dire: è un tipo davvero simpatico!» commentò all'improvviso Esteban allegramente, per poi lanciare un'occhiata di traverso ai due membri dell'Ordine ed a Irene. «Adesso tocca a voi fare il vostro lavoro, no? Infondo era questo che volevate, per cui è meglio che il vostro piano fallisca nel migliore dei modi, altrimenti non vi perdonerò mai per avermi fatto perdere così tanto tempo!» disse ringhiando tra i denti, per poi stringersi le spalle con noncuranza e voltarsi.
    Emas inspirò con calma, e Delver commentò: «Seppur con un forte mal di testa, almeno abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Beh... suppongo che solo un pazzo possa far ragionare un pazzo».
    Esteban, nel mentre, aveva raccolto il gelato di Nicolas. Dopo aver aperto la confezione, lo leccò e, con un sorriso in volto, dichiarò: «Uhm... Gustoso!».


    E con questo finisce il capitolo, cari lettori.
    Siamo dunque in procinto di una straordinaria collaborazione tra l'Ordine e gli Ibridi per fronteggiare il Principe! E tutto per merito di Nicolas: quanti potenti e celebri diplomatici sarebbero riusciti a realizzare una simile alleanza? O, per meglio dire, in quanti ce l'avrebbero fatta dovendo convincere Esteban a collaborare? Soltanto una... mente come Nicolas avrebbe potuto sviluppare un piano d'azione tale da sembrare credibile anche ad Esteban.
    Adesso il bambino non ha che gustarsi il suo amato gelato mentre assiste alla realizzazione del suo piano (che poi sarebbe quello di Delver copiato e capovolto da Nicolas, ma lui è stato più che felice di farlo passare per suo) che comporterà la possibile distruzione di entrambi gli schieramenti. Ma andrà davvero così?
    Vi dico subito che dal prossimo capitolo entreremo nell'effettiva e diretta battaglia contro il Principe, per cui non avrete più tediosi capitoli di pianificazione ma capitoli di duelli che non sono bravo a strutturare! Spero dunque di rivedervi in questo climax della saga che, nel suo svolgimento e nella sua conclusione, svelerà molteplici misteri e verità sul passato di alcuni personaggi. Al prossimo capitolo, mi raccomando: buona serata :ciao: .
     
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    Signore delle notti senza luna

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    Nicolas ed Esteban, in un'unico capitolo....ora posso finalmente morire felice. XD

    No, sul serio eh: Stavolta non saprei proprio dire chi fra i due, sia stato più epico. Uno è ormai consacrato allo "yanderismo" più totale e sfrenato....e l'altro mi ha fatto gridare di giubilo, quando ha prima fatto il "verso" a Yuya e a Yusho Sakaki, per poi mettere totalmente in ridicolo Delver, i suoi poteri e il suo stesso rapporto con Louise (quel "attaccati a questo e succhialo" finale, era da premio Oscar....anche perché di primo impatto, pensavo parlasse di tutt'altra cosa. LOL). Ti prego Xivren....ti supplico....io non conosco i tuoi piani futuri, né cosa avessi originariamente in mente, quando hai concepito Nicolas....ma che tu lo volessi o meno, hai finito per creare uno dei migliori personaggi che io abbia mai visto in una fanfiction (e NON solo di Yu-Gi-Oh....proprio in generale). Uno come Nicolas NON PUO' e NON DEVE essere relegato a ruoli di seconda importanza....lui è una stella di PRIMA grandezza, che merita e DEVE avere assolutamente le luci della ribalta. Altro che "fallimento"....altro che "imperfetto"....lui è la PERFEZIONE PIU' PRIMORDIALE!!! Solo sul piano della personalità, lui la sua cosiddetta "versione perfetta" Fari, la seppellisce venti metri sottoterra....quindi spero veramente in un futuro "power-up" per lui, così che lo sorpassi anche sul piano del potere. Se lo meriterebbe tutto....è il miglior personaggio dell'intera storia, assieme ad Esteban in modalità "Yandere", e a Lasyrindes in modalità "sclerante". XDXDXD
     
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    Non sono in ritardo. Cosa vuoi che siano dieci giorni in confronto alle ere geologiche?

    Dunque, non è che io non abbia capito il piano di Nicolas o il perché si stia comportando in questo modo; e non è nemmeno che io non abbia compreso l'enorme guaio in cui si trovano i nostri protagonisti (anche se quest'ultima cosa mi spinge a chiedermi come abbiano potuto anche solo pensare l'Ordine e Gren di combattere l'Impero se insieme non riescono nemmeno a tenere occupato un singolo Principe, o come abbia fatto l'Other a tenere testa all'Impero finora).
    Però, ecco, nonostante questo c'è un enorme dubbio che mi affligge: Cos'è il Kesin?
    E non mi riferisco tanto alle sue origini o alle sue funzioni, ma al modo in cui viene utilizzato: gli Ibridi hanno armi di Kesin sintetico, giusto? Già qui ci sarebbe da chiedersi come venga prodotto, il Kesin sintetico, ma al di là di questo io ho dato sempre per scontato che questa cosa fosse dovuta alla scarsa disponibilità da parte di Gren di Kesin puro. Ma se le cose stanno così come mai quel poco Kesin disponibile viene utilizzato come decorazione per i libri? E il Kesin che dà al libro il potere di leggere il futuro?
    E, oltre a questo, mi pare di ricordare che il laboratorio di Gren avesse una porta d'ingresso fatta in puro Kesin. Anche in questo caso, perché mandi i tuoi Ibridi a combattere con armi di Kesin tarocco e poi ti costruisci un'intera porta in Kesin originale? Non è un po' come spendere tutti i propri soldi per un auto di lusso o un quadro rinascimentale e poi ritrovarsi senza il denaro per mangiare?

    Anche se il dubbio più grande resta quello su Nicolas: durante il prossimo Duello, si rivolgerà anche lui agli spettatori gridando "Ladies and Gentlemen"? Sarebbe uno sviluppo... interessante. Per il resto, anch'io come Zadkal apprezzo molto il carattere del suddetto prestigiatore, anche se probabilmente in misura minore a giudicare dall'entusiasmo del suo commento.

    Infine, un'ultima domanda, stavolta non legata alla trama ma alla sua struttura: è da un bel po' di tempo che Gaap non si fa vedere, e ho il presentimento che si farà vedere a breve. Ma, cosa più importante, è passato un po' dall'ultimo Capitolo "d'azione": gli ultimi sono stati tutti quanti incentrati sul rapporto fra i personaggi e la preparazione di strategie di battaglia. Per questo motivo, mi aspetto che tutto queste strategie possano concretizzarsi, nel bene o nel male, fra relativamente poco tempo, e inoltre sarebbe anche la prima volta che abbiamo modo di vedere le tre potenze combattere fra di loro su larga scala (se escludiamo l'entrata in scena di Nizlar, che fatico molto a definire un vero e proprio combattimento). Si preannuncia uno scontro parecchio interessante: staremo a vedere.
     
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    CITAZIONE (Zadkal @ 18/1/2017, 00:00)
    Nicolas ed Esteban, in un'unico capitolo....ora posso finalmente morire felice. XD

    No, sul serio eh: Stavolta non saprei proprio dire chi fra i due, sia stato più epico. Uno è ormai consacrato allo "yanderismo" più totale e sfrenato....e l'altro mi ha fatto gridare di giubilo, quando ha prima fatto il "verso" a Yuya e a Yusho Sakaki, per poi mettere totalmente in ridicolo Delver, i suoi poteri e il suo stesso rapporto con Louise (quel "attaccati a questo e succhialo" finale, era da premio Oscar....anche perché di primo impatto, pensavo parlasse di tutt'altra cosa. LOL). Ti prego Xivren....ti supplico....io non conosco i tuoi piani futuri, né cosa avessi originariamente in mente, quando hai concepito Nicolas....ma che tu lo volessi o meno, hai finito per creare uno dei migliori personaggi che io abbia mai visto in una fanfiction (e NON solo di Yu-Gi-Oh....proprio in generale). Uno come Nicolas NON PUO' e NON DEVE essere relegato a ruoli di seconda importanza....lui è una stella di PRIMA grandezza, che merita e DEVE avere assolutamente le luci della ribalta. Altro che "fallimento"....altro che "imperfetto"....lui è la PERFEZIONE PIU' PRIMORDIALE!!! Solo sul piano della personalità, lui la sua cosiddetta "versione perfetta" Fari, la seppellisce venti metri sottoterra....quindi spero veramente in un futuro "power-up" per lui, così che lo sorpassi anche sul piano del potere. Se lo meriterebbe tutto....è il miglior personaggio dell'intera storia, assieme ad Esteban in modalità "Yandere", e a Lasyrindes in modalità "sclerante". XDXDXD

    Oh oh, caro Zadkal, se per te l'attuale Esteban si è consacrato allo yanderismo "più totale e sfrenato", temo allora che resterai sconvolto da ciò che ho in serbo per lui nel prossimo futuro. Anche se la pericolosità di Icero, sotto questo aspetto, è infinitamente più grande e depravata :asd: .
    Ciò detto, sono davvero contento che Nicolas continui a piacerti come personaggio! In effetti ho dovuto affidargli più "spazio" rispetto ad altri personaggi dato che, non solo conterà al massimo cinque o sei apparizioni in una storia di sessanta capitoli, costringendomi così a sfruttare al meglio ciascuna occasione, ma anche perché a differenza di quasi tutti gli altri non ha bisogno di particolari analisi su motivazioni, piani, ragionamenti o scopi: con lui semplicemente si tratta di "fare" e di "agire", in un'ottica di illogicità pura e semplice, e devo dire che mi diverto moltissimo a scrivere su di lui.
    E' però anche vero che determinati personaggi hanno, almeno nella mia scaletta, una "costruzione" più lenta, e tra questi per esempio c'è Fari. So che al momento quest'ultimo, come magari i due Dadoducchi, appaiono distanti ed impenetrabili, ma ciò è anche dovuto al fatto che bene o male tutti sono legati a come Rayshin ed Esteban li vedono. Ecco perché, ad esempio, Delver ed Emas appaiono come terroristi freddi e cinici agli occhi del fratello minore e, allo stesso tempo, come nemici dai quali trarre reciproci vantaggi agli occhi del maggiore. Tanto più la storia andrà avanti, dunque, tanto più le loro personalità verranno realizzate a fondo, ma io stesso posso dirti che oggettivamente Fari è molto più morigerato e calmo di Nicolas: un po' come accostare un poliziotto ad un anarchico :asd: .

    CITAZIONE (Ipercubo @ 25/1/2017, 22:29)
    Non sono in ritardo. Cosa vuoi che siano dieci giorni in confronto alle ere geologiche?

    Dunque, non è che io non abbia capito il piano di Nicolas o il perché si stia comportando in questo modo; e non è nemmeno che io non abbia compreso l'enorme guaio in cui si trovano i nostri protagonisti (anche se quest'ultima cosa mi spinge a chiedermi come abbiano potuto anche solo pensare l'Ordine e Gren di combattere l'Impero se insieme non riescono nemmeno a tenere occupato un singolo Principe, o come abbia fatto l'Other a tenere testa all'Impero finora).
    Però, ecco, nonostante questo c'è un enorme dubbio che mi affligge: Cos'è il Kesin?
    E non mi riferisco tanto alle sue origini o alle sue funzioni, ma al modo in cui viene utilizzato: gli Ibridi hanno armi di Kesin sintetico, giusto? Già qui ci sarebbe da chiedersi come venga prodotto, il Kesin sintetico, ma al di là di questo io ho dato sempre per scontato che questa cosa fosse dovuta alla scarsa disponibilità da parte di Gren di Kesin puro. Ma se le cose stanno così come mai quel poco Kesin disponibile viene utilizzato come decorazione per i libri? E il Kesin che dà al libro il potere di leggere il futuro?
    E, oltre a questo, mi pare di ricordare che il laboratorio di Gren avesse una porta d'ingresso fatta in puro Kesin. Anche in questo caso, perché mandi i tuoi Ibridi a combattere con armi di Kesin tarocco e poi ti costruisci un'intera porta in Kesin originale? Non è un po' come spendere tutti i propri soldi per un auto di lusso o un quadro rinascimentale e poi ritrovarsi senza il denaro per mangiare?

    Non temere Iper-kun, anch'io sono decisamente in ritardo con le mie risposte: cose che capitano, che ci vuoi fare :silook: .
    Dunque, andando con ordine:
    1) L'Other ha tenuto testa all'Impero per due motivi. Il primo, ovvero che Lasyrindes, come ha detto pochi capitoli fa, ha sempre e comunque vietato ai Principi di combattere: in tutte le guerre combattute dall'Impero, lui non ha mai fatto utilizzo dei poteri che provengono dal Dunyakat per scopi offensivi o difensivi. Si è limitato ad utilizzare esclusivamente le risorse di questo pianeta, con tutti i rischi e barriere che tale decisione comporta per un essere che ha dalla sua esseri capaci di distruggere il pianeta con un gesto della mano. Il secondo, è che l'Other non ha avuto, a differenza dell'Impero, quasi trecentomila chilometri quadrati al cuore dell'Europa spazzati via da un esperimento di un Ministro di nome Icero.
    2) Per quanto riguarda il Kesin, posso dirti che scoprirai a breve di cosa si tratta e come è formato e lavorato. Almeno, per quanto riguarda quello puro: per quello sintetico, tuttavia, alla luce di tali rivelazioni non dovrebbero esserci particolari problemi a capirlo od a trovare quantomeno la strada giusta. Inoltre, ti correggo sul fatto che, come ho scritto nel capitolo 33, il Kesin che costituisce le porte del laboratorio di Gren è costituita dallo stesso materiale delle armi di Lyedar e di Ofelia, ovvero Kesin sintetico. All'epoca non lo specificai poiché non era ancora stata scoperta la differenza tra puro e sintetico.

    CITAZIONE
    Anche se il dubbio più grande resta quello su Nicolas: durante il prossimo Duello, si rivolgerà anche lui agli spettatori gridando "Ladies and Gentlemen"? Sarebbe uno sviluppo... interessante. Per il resto, anch'io come Zadkal apprezzo molto il carattere del suddetto prestigiatore, anche se probabilmente in misura minore a giudicare dall'entusiasmo del suo commento.

    Uhm... tendenzialmente è Gaap ad esordire con espressioni in lingue straniere, ma terrò conto di questo tuo fantastico suggerimento, Iper-kun.

    CITAZIONE
    Infine, un'ultima domanda, stavolta non legata alla trama ma alla sua struttura: è da un bel po' di tempo che Gaap non si fa vedere, e ho il presentimento che si farà vedere a breve. Ma, cosa più importante, è passato un po' dall'ultimo Capitolo "d'azione": gli ultimi sono stati tutti quanti incentrati sul rapporto fra i personaggi e la preparazione di strategie di battaglia. Per questo motivo, mi aspetto che tutto queste strategie possano concretizzarsi, nel bene o nel male, fra relativamente poco tempo, e inoltre sarebbe anche la prima volta che abbiamo modo di vedere le tre potenze combattere fra di loro su larga scala (se escludiamo l'entrata in scena di Nizlar, che fatico molto a definire un vero e proprio combattimento). Si preannuncia uno scontro parecchio interessante: staremo a vedere.

    Perdinci! Mi hai scoperto! Effettivamente il ritorno di Gaap in scena è prossimo, e per quanto non possa ovviamente rivelarti di che portata sarà il suo ruolo, posso dirti che sicuramente non avrei lasciato né lui né Gren nel bel mezzo di un duello mentre il Principe devasta la metropoli.
    Spero inoltre che i prossimi capitoli più d'azione riusciranno a reggere le tue aspettative, o quantomeno ad intrattenerti piacevolmente. E poi, gli schieramenti sono già stati disposti, le alleanze sono già state strette, le poste in palio già dichiarate e conosciute! Adesso non resta che la resa dei conti definitiva tra un uomo che preferirebbe dormire piuttosto che lanciare navi, un'organizzazione di criminali guidata da un bambino particolarmente deviato ed un gruppo di incroci intradimensionali con seri complessi d'Edipo. E solo uno, alla fine, si ergerà vincitore!
     
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    Buonasera, miei cari lettori!
    Perdinci, sono passati esattamente sei mesi dall'ultima volta che ho pubblicato un capitolo in questo topic. Mai mi era successo di concedermi "tempi d'attesa" così lunghi, e me ne rammarico molto. Il fatto è che questo capitolo, originariamente, lo scrissi in brutta sul quaderno durante le ore di Linguistica Generale all'università: l'idea era di sfruttare lezioni in cui mi annoiavo a morte per portarmi avanti con la scrittura dei capitoli. All'inizio questo sistema funzionò egregiamente, ma non avevo considerato un dettaglio che ho, a miei tragiche e terribili spese, appurato. Trascrivere da carta a computer è la cosa più noiosa, stancante e scoraggiante che si possa immaginare.
    Pertanto, questo capitolo ha passato la maggior parte del suo tempo in buono stato sigillato però su un vecchio quaderno poiché io ero troppo pigro per sedermi e copiarlo parola per parola. Non temete, faccio il mea culpa e comunico che è un'esperienza che non ripeterò mai più :asd: . Guardate il lato positivo: è più lungo di quelli consueti ed è pressoché costituito interamente d'azione, dunque dovrebbe intrattenervi piacevolmente. Se vi siete persi in quest'enorme attesa, ricordate che c'è sempre il fidato riassunto per rinfrescarvi le idee.

    Oltre alla mia volontà di continuare questa storia, che col senno di poi sono ben quattro anni che sto portando avanti senza neppure aver concluso la prima Saga (che vergogna), c'è anche un altro fattore che vorrei accennare. Il mio caro amico Ipercubo ha recentemente completato con grande successo il suo esame di Maturità, ed siccome lui è sempre stato uno dei primi a seguire la mia storia e ad incoraggiarmi a continuarla in questo momento di "vuoto", vorrei "regalargli" questo mio capitolo dopo così tanto tempo. Pertanto, grazie a te Ipercubo e le mie felicitazioni per il tuo risultato!

    Tolti di mezzo i convenevoli, passiamo direttamente agli affari. Come ricorderete, nei precedenti episodi Nicolas è riuscito a realizzare in inusuale accordo con l'Ordine di Yeni Aci dato che né questi ultimi né gli Ibridi posseggono la forza di opporsi al Principe Nizlar. Nel tentativo di difendersi dagli attacchi di quest'ultimo, intento (a modo suo) a prendere a navate e mercantilate la metropoli di New York, Nicolas ha proposto all'Ordine di far guadagnare loro il tempo necessario per permettere a Rayshin di prepararsi ad affrontare il Principe.
    Con Esteban stranamente d'accordo con il prestigiatore, l'Ordine rintracciato dagli Ibridi ed un Principe che si diletta a giocare a "Schiaccia la talpa" con una città da milioni di abitanti, riusciranno Lyedar ed Ofelia a risolvere la situazione?
    Scopriamolo subito!



    CAPITOLO 61 – L'INUTILITA' DI UNO SFORZO

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 23:26 - New York, Other

    «Dunque che ne pensate del mio piano? Geniale, eh?» domandò Nicolas, incrociando le braccia al petto e drizzando allegramente il capo.
    Lyedar dovette convincersi con tutta la forza di volontà possibile a trattenere il pugno che voleva sferrare sulla faccia di quell'idiota. Strinse dunque la mano all'interno di quella meccanica e si sforzò di sorridere, mordendosi il labbro. «Per cui, Nicolas, il tuo piano prevede che noi facciamo da bersaglio al Principe in modo tale che, forse, più tardi l'Ordine esca fuori e che, per qualche ragione, lui non decida di sterminare anche loro ma che, eventualmente, affronti Rayshin a duello per... un non meglio specificato progetto di Icero del quale tu hai soltanto origliato qualcosa?» ripeté, cercando di suonare il più calmo possibile.
    Nicolas strinse la tesa del suo cilindro e, spostandola di qualche centimetro verso destra, annuì compiaciuto: «Esattamente! Un piano davvero brillante, non trovi?».
    «E tutto questo perché quelli dell'Ordine non riuscivano a convincere Esteban a lasciare combattere Rayshin, giusto?» continuò Lyedar, ora piegando leggermente la testa di lato e chiudendo gli occhi.
    «Aveva bisogno di essere spronato, e chi meglio di me riesce a trattare con i bambini? Esteban non permetterebbe mai ad anima viva di usare suo fratello: l'unica soluzione, applicando la sua logica, è stata averle lui ad usare Rayshin! Per fare ciò, ho dovuto mostrargli come il mio piano sarà in realtà un fallimento... probabilmente. In questo modo, esprimendone l'irrazionalità, ne ho realizzato la genialità!» illustrò Nicolas, annuendo a sé stesso mentre parlava.
    Lyedar, a sua volta, annuì alla spiegazione del compagno, ma gli sferrò comunque un pugno direttamente in mezzo agli occhi. «Pezzo d'imbecille! E noi dovremmo morire per realizzare questo tuo assurdo piano!?» sbottò, successivamente afferrando con la mano meccanica il bavero di Nicolas. «Hai idea di quanti ne abbia già eliminati di noi?!»
    «Il vero problema, Nicolas, è che anche con il tuo supporto difficilmente potremmo attaccare il Principe. Ed una battaglia nella quale non hai alcun potere offensivo è da considerarsi persa in partenza» intervenne Ofelia, appoggiando la mano sul braccio teso di Lyedar e facendogli cenno, con un sorriso, di abbassarlo.
    Il ragazzo la guardò un momento e, sospirando, si ritrasse. Chiaramente quello non era il momento di litigare tra loro, soprattutto non con Nicolas, arrivato lì per aiutarli dopo aver superato il muro del Principe ed aver incontrato i membri dell'Ordine. A modo suo aveva cercato di rendersi utile, seppur pensando ad un piano completamente assurdo. Nondimeno, aveva confermato che la prigione nella quale si trovavano impediva d'uscire, ma non d'entrare.
    «Tuttavia... Dovremmo mettere in pratica l'idea di Nicolas...» aggiunse pensierosa Ofelia, battendosi l'indice destro sulle labbra, «... o per lo meno dovremmo provarci, considerando che non c'è molto altro che possiamo fare». Si voltò dunque verso il prestigiatore, e continuò: «Sei sicuro che l'Ordine abbia davvero intenzione di far combattere Rayshin contro il Principe?».
    Nicolas, nel mentre, era intento a tapparsi la perdita di sangue dal naso e, con le lacrime agli occhi, cercava di restare in piedi il più composto possibile. «Già già! Ed a quanto ho sentito anche Rayshin doveva saperlo da tempo... Certo, non so proprio a cosa possano mirare ma, a meno che il loro Ierofante non sia pazzo come tutti lo dipingono, sono pronto a giocarmi i testicoli di Lyedar che non perderanno una risorsa come Rayshin in una banale missione suicida! Persino io non lo farei!».
    Ofelia annuì, ma prima che potesse rispondergli Lyedar le poggiò le mani sulle spalle e, con gentilezza, la presa in disparte. «Ofelia... Tesoro mio, che stai dicendo? Stai scherzando, vero?» le chiese, abbozzando un tentativo di sorriso in viso. Non poteva essere seria, non per un'idea così pericolosa che avrebbe messo a repentaglio la vita di tutti loro.
    «Temo proprio di no, Lyedar: non c'è nient'altro che possiamo fare. Non possiamo ricorrere a Rayshin od Esteban perché sono con l'Ordine; non possiamo contare su Fari, che non riusciamo a trovare o contattare; non possiamo neppure fuggire, dato che il muro è a senso unico. Dobbiamo combattere!» dichiarò la ragazza, serissima in viso.
    «E coinvolgere tutti gli altri in questo suicidio? Qui non si tratta solo di te o di me, ma anche dei nostri compagni! Non possiamo mandarli incontro alla morte come se non lo sapessimo!» ribatté Lyedar, chiudendo le dita attorno alle spalle dell'Ibrida. «Nostro Padre ci ha assegnato il comando della situazione... e finora cosa abbiamo fatto? Non siamo riusciti a farci seguire dai due fratelli, ed abbiamo subito delle perdite! Non possiamo fallire ancora, altrimenti per noi è finita: saremo scartati!» aggiunse, stringendo a sé Ofelia fino ad abbracciarla.
    Ciò che lo terrorizzava davvero, forse ancora più che il Principe, era la reazione che il Dottor Gren avrebbe avuto al momento della scoperta dei loro risultati. Se avesse deciso di scartarli, come già li aveva minacciati qualche settimana prima, l'idea che Ofelia potesse venire eliminata per colpa dei suoi errori era insostenibile. Immaginare il corpo di lei dissolversi in una nuvola di polvere, assieme alla sua splendida voce, gli mandava i brividi lungo la schiena, di certo molto più che subire tale fine egli stesso.
    La ragazza gli appoggiò la mano destra sulla guancia e, facendo attenzione a non sfregiarlo con le unghie, gli sorrise. «Proprio per questo abbiamo un dovere verso i nostri compagni caduti. Non possiamo tornare indietro, ed ecco perché dobbiamo sforzarci di sistemare la situazione anche a costo di sacrificarci! Se cerchiamo la vittoria, come l'Ordine, sai anche tu che gli unici capaci di eliminare il Principe sono i due fratelli! E, se proprio saremo eliminati da nostro Padre, non vorrai negarmi di prendere parte alla caduta di uno dei vertici dell'Impero, mi auguro!».
    Detto ciò, abbassò la mano sul suo collo e gli conficcò le unghie nere nell'arteria carotide, bagnandole con un sangue dello stesso colore. «Mi arrabbierei molto, e tu sai come divento quando sono arrabbiata» gli sussurrò avvicinandosi al suo volto, per poi portare la mano davanti alla bocca e leccarne via le macchie di sangue.
    Lyedar avrebbe voluto risponderle, ma anche lui capiva che ormai, per essere eliminati in un modo o nell'altro, tanto valeva andare fino in fondo. Starsene nascosti là, come conigli terrorizzati in attesa del passaggio della volpe sopra di loro, sarebbe stato indegno della loro condizione di Ibridi ed irrispettoso dei loro compagni caduti sul campo di battaglia. Ma, soprattutto, pensò a quanto fosse meravigliosa Ofelia con le labbra sporche di sangue. Il suo sangue. "Oh, che vada tutto al diavolo!" si disse e, poggiandole la mano sinistra dietro la nuca, la baciò con vigore. Ofelia, per contro, gli avvolse entrambe le mani al collo e ricambiò con la stessa energia.
    Sarebbero rimasti così ancora a lungo, ma un lampo di luce richiamò le loro attenzioni al mondo esterno e li costrinse a separarsi. Davanti a loro vi era una vecchia macchina fotografica sorretta da una mano che, piegandosi, videro essere quella di Nicolas, la cui faccia era ad un paio di centimetri dalle loro. Lui sorrideva e reggeva con l'altra mano una bandierina di plastica sopra scritto "Verso la prima base ed oltre!!!". Ai loro sguardi eloquenti Nicolas rispose: «... Ecco, volevo condividere anch'io la vostra felicità! Se mi lasciate partecipare posso fare una foto celebrativa ancora migliore!».
    «Bene! E' ora di mettersi in moto!» sentenziò ufficialmente Lyedar, per poi avanzare seguito da Ofelia. Dietro di loro rimaneva soltanto Nicolas, che cercava contemporaneamente di togliersi l'asta della bandierina piantatagli nella fronte e di far passare aria nella gola ostruita dalla macchina fotografica.
    Di fronte a loro, invece, si snodava l'enorme tratto delle Gallerie Sotterranee di New York, nelle quali si erano temporaneamente rifugiati. Pienamente completate circa un secolo fa, esse erano state originariamente progettate per offrire riparo, nonché una via di fuga, per i civili della metropoli quando la Tanrinisi-Lo, l'aviazione dell'Impero, iniziò gli attacchi lungo le coste dell'Other. Per quanto la guerra si spostò rapidamente verso altre aree, la mega-struttura venne modificata in uno dei più importanti centri per impedire l'invasione terrestre, subendo un rapidissimo processo di riarmo atto a respingere le forze dell'Impero prima che queste potessero navigare nell'Oceano. Con la tregua siglata alla bene e meglio tra le due superpotenze le gallerie erano state interdette al pubblico, se non per piccolissimi tratti trasformati in musei della storia dell'Other, ed erano fino a quel momento in "stand-by".
    Non vi era, dunque, alcunché che potesse tornare utile agli Ibridi in tale situazione, ma ciò nonostante Lyedar aveva portato lì i suoi compagni dopo aver trovato un'entrata sigillata pochi istanti prima dell'arrivo dell'onda evocata dal Principe. Come aveva sospettato la struttura aveva resistito senza problemi all'impatto ed alla successiva stabilizzazione del livello marino, ed al momento l'urto delle navi non giungeva che sotto forma di tonfo sommesso. Si trattava di un ottimo rifugio, seppur temporaneo, per quel genere di disastri.
    I difetti, però, non mancavano. Come il gruppo mandato in ricognizione gli aveva comunicato, il muro acquatico aveva sfondato senza problemi tutti i livelli delle Gallerie, per proseguire ancora più in profondità nelle tenebre. Era pertanto evidente che se il loro nemico avesse voluto attaccarli, la struttura non sarebbe stata in grado né di proteggerli né di ritardare la sua discesa.
    "Ecco perché non possiamo limitarci a restare qui, in attesa di un qualche miracolo!" si disse un'ultima volta, per poi urlare a voce alta: «ATTENZIONE! Ascoltatemi tutti!». Più di cinquecento facce si voltarono, o si alzarono, nello stesso momento per fissarlo.
    «Dobbiamo contrattaccare, fratelli e sorelle miei. Non soltanto dovremo farci trovare pronti quando il Principe si muoverà verso di noi, ma al contrario prenderemo in mano l'iniziativa! Proprio per questo abbiamo pensato ad una strategia con il supporto di Nicolas» cominciò ad illustrare Ofelia con serietà, indicando con la mano l'Ibrido che, nel mentre, aveva smesso di sanguinare ed aveva ripreso una respirazione abbastanza regolare. Sentendosi chiamare in causa Nicolas strinse le spalle e salutò i presenti con una mano, esibendo un cordiale sorriso.
    Per tutta risposta centinaia di mormorii e commenti di disapprovazione, nonché di sospetto, cominciarono ad inondare la Galleria. La scontentezza dei presenti divenne, nel giro di pochi secondi, sempre più palpabile al punto da sfociare in versi di scherno e di offesa nei confronti del chiamato in causa.
    Sermane, che aveva sempre avuto il grande pregio di essere diretta anche quanto un pugno sulle gengive, sollevò la mano e domandò: «Lyedar, Ofelia, tutti noi siamo pronti a seguirvi senza alcuna esitazione in qualunque piano abbiate in mente, perché abbiamo completa fiducia in voi. Ma come potete di chiederci di fare altrettanto nei confronti di uno scarto come quello? Piuttosto che aiutarci, quello lì ci getterà in pasto al Principe soltanto per ferire nostro Padre! E' completamente inaffidabile, nonché un fallimento!».
    Lyedar lanciò un'occhiata di traverso a Nicolas, che nonostante la quantità di insulti che stava ricevendo continuava a sorridere come se nulla stesse accadendo. Lyedar sapeva per esperienza che il loro compagno non era nuovo ad essere deriso dagli altri Ibridi: essendo più vecchio di lui e di Ofelia, aveva imparato a convivere con gli sguardi di sospetto, e probabilmente anche di disprezzo, che gli venivano lanciati. Per quanto loro due cercassero, ogni volta che ne avevano occasione, di difendere il valore che Nicolas aveva come loro fratello, a prescindere da tutte le imperfezioni che manifestava, l'insofferenza verso ciò che tutti gli altri consideravano un insetto nella brillante carriera del loro Padre era un'immagine troppo forte d'abbattere. Senza contare che anche Fari, a causa del suo rapporto con Nicolas, non faceva alcunché per cambiare la tendenza.
    Sospirando sconsolato e scuotendo la testa, Lyedar ribatté: «Nicolas è il migliore aiuto che possiamo avere, e voglio che tutti voi collaboriate al meglio con lui. Adesso però ascoltatemi bene, poiché il tempo non è dalla nostra. Per cominciare, tu, Sermane, dovrai...»

    ---


    "Stiamo per agire. Sbrigatevi. Quanto vi manca?"



    Lyedar inviò tale messaggio nel momento stesso in cui un'ulteriore esplosione di fiamme investì la zona che il Principe, scagliando il mercantile, aveva appena travolto. Voltandosi verso tale zona storse il labbro superiore, mentre la luce del fuoco in lontananza gli illuminava il volto. "Di tutti i mezzi per scovare il proprio bersaglio, questo è sicuramente il più rumoroso e banale che io abbia mai visto...".
    Ripensando poi a tutto ciò che aveva visto il Principe fare, osservò con una certa curiosità: "E' strano che se la prenda sempre così comoda: se io fossi al suo posto, a quest'ora avrei già ispezionato ogni angolo della metropoli senza distruggere nulla. Perché si sta comportando così... pigramente?". C'era decisamente qualcosa di strano nel loro avversario, qualcosa che lo rendeva ancora più pericoloso. Agendo così lentamente, senza alcuna decisione, il Principe gli impediva di capire quale potesse essere il suo schema generale d'attacco e, soprattutto, la sua costanza.
    Venne distratto dai suoi pensieri quando lo schermo olografico che aveva davanti si illuminò, ed abbassando il capo lesse la nuova comunicazione dei loro improvvisati "alleati":

    "Abbiamo ancora bisogno di un paio di minuti per preparare Rayshin ed un nuovo arrivato! Dovreste trattenerlo fino ad allora! Se poi riusciste a tenerlo lontano dal Cinema Brando tra Broadway e la Centotrentacinquesima Strada sareste molto, molto apprezzati! Tanti auguri e baci! Delver. Ah, dite a quel mago di tenere pronto Louis, altrimenti giuro che gli farò a fette il..."



    Lyedar sbuffò dalla rabbia. Un messaggio esageratamente lungo, per di più incompleto, in una situazione d'emergenza: quelli dell'Ordine di Yeni Aci non avevano alcun senso di responsabilità, e quel Delver sembrava mancare anche quello della serietà. Senza contare che l'area che gli aveva indicato era già tra le loro informazioni: Nicolas doveva già aver detto loro che sarebbero stati capaci di tracciare i loro spostamenti, per cui comunicargli dove in cui si erano sistemati era completamente, assolutamente, indiscutibilmente inutile.
    "Perché diavolo non si decidono a collaborare seriamente!? Eppure abbiamo deciso di aiutarli!" tremò di rabbia.
    A calmarlo ci pensò un nuovo messaggio che comparve sopra quello di pochi istanti prima:

    "Scusatelo. Due minuti al massimo. Vi raggiungeremo al più presto. Buona fortuna. Emas."


    "Per fortuna qualcuno con un po' di buon senso! Ma due minuti sono un'enormità... Non so se ce la faremo..." rifletté Lyedar, passandosi la mano metallica sulla fronte. Ancor prima dell'inizio dell'attacco cominciava già a sudare.
    Inspirando profondamente, ripensò alle parole di Ofelia di pochi minuti prima. Con un ritrovato sangue freddo, si portò l'indice della mano sinistra sulla tempia e comunicò mentalmente: «Dobbiamo trattenerlo per cinque minuti al massimo dopo il mio segnale. Evitiamo di coinvolgere l'area attorno al Cinema Brando il più possibile. Attenetevi tutti al piano: in caso di emergenza, ognuno si allontani singolarmente!».
    «Ricevuto, tesoro mio. Mi raccomando, non essere troppo avventato quando gli sarai davanti!» gli rispose, allo stesso modo, Ofelia. Subito dopo di lei Nicolas commentò sarcastico: «Però andiamo, cinque minuti è troppo poco per un appuntamento con la morte: non si combina niente!».
    Stringendo la falce tra le mani, Lyedar non ebbe interesse nel rispondergli per le rime quando, al nuovo impatto della nave da crociera contro un quartiere limitrofo, gridò: «ORA!», iniziando così l'attacco.
    Con un salto, Lyedar si portò dalla piazza ad una decina di metri sopra il livello del Principe, il quale si trovava sulla cima del grattacielo su cui si era appena spostato. In contemporanea a lui si mosse un gruppo di duecentoventidue Ibridi disposti in uno spiegamento circolare organizzati per la prima fase dell'offensiva.
    «Mazzata in arrivo! Lyedar, avanti di due metri e cinque centimetri per scontrarti contro una finestra!» gli comunicò immediatamente Nicolas. Lyedar annuì e, spiegando le ali metalliche, tutti i suoi compagni attivarono i loro poteri.
    Sotto di loro, il Principe li studiò per un momento e commentò: «A questa distanza avreste dovuto mandare persone più portate per il corto raggio. Queste sono sprecate: molto disdicevole». Detto ciò, fece un piccolo balzo sul posto e le fondamenta del grattacielo si sbriciolarono. Toccata nuovamente terra, diede un colpo di tacco con il piede destro, portando avanti il sinistro: la struttura si inclinò in avanti, abbassandosi di circa un metro, mentre la base, al contrario, venne sollevata per centinaia. Una fila di palazzi più piccoli rimase polverizzata durante il movimento ma, ancor prima che si potessero formare nuvole di polvere e detriti, il Principe compì un movimento circolare con la gamba sinistra. Il grattacielo si mosse automaticamente con lui, diventando così una mazza lunga più di mezzo chilometro diretta verso di loro.
    A quella mossa, Lyedar sorrise. Come aveva previsto, il Principe li stava attaccando utilizzo un oggetto esterno e non tramite uno scontro fisico. Da quanto aveva potuto osservare quando il Principe aveva attaccato i suoi compagni ed i membri dell'Ordine, non si trattava un avversario predisposto a combattere direttamente, né a mani nude né utilizzando armi bianche. Non che ciò lo rendesse meno letale o che aumentasse incisivamente le loro speranze di vittoria, ma il fatto che preferisse utilizzare pistole, armi automatiche con lo scopo di infliggere il massimo danno all'avversario a fronte del minimo sforzo dell'utilizzatore, significava che, in condizioni normali, avrebbe agito ed attaccato utilizzando le risorse a sua disposizione piuttosto che ricorrere alle sue forze. E se tutto andava come doveva...
    «Proiettile in arrivo! Lyedar, spalla destra!» gli comunicò Nicolas proprio mentre, nel suo movimento circolare, il grattacielo sollevato li colpì. Fermandosi dov'era, Lyedar impattò contro un corridoio a vetri già infranto da altri suoi compagni, udendo anche quello che con ogni probabilità era in debole scatto del grilletto.
    In virtù del fatto che il Principe li avrebbe attaccati utilizzando qualcos'altro, Ofelia aveva sottolineato come una tattica basilare per coloro che, come lei, utilizzano armi da fuoco per combattere prevedeva di bloccare la visuale dell'avversario per poter, in quell'istante, sparare il colpo. Per questo motivo sarebbe stato molto probabile che il loro avversario avrebbe usato qualcosa come diversivo per celare il suo vero attacco.
    La loro vista doveva pertanto restare il più possibile libera per non perdere i movimenti del nemico, e fortuna voleva che la struttura dei palazzi di quella zona venisse in loro aiuto. Secondo l'ordine del Governatore dell'area quei grattacieli erano stati realizzati con le facciate esterne in vetro perfettamente simmetriche ed uguali l'una con l'altra. Consci di questo, e sapendo che un impatto del genere non avrebbe potuto in alcun modo causare loro danni, la cosa migliore da fare era sfruttare le vetrate dei piani per evitare di avere polveri tra di loro ed il nemico.
    Lyedar, pertanto, riuscì a vedere il proiettile d'acqua del Principe avvicinarsi ad una velocità tale da non essere nulla più che una sfocata scia di luce nell'aria, per quanto superasse di gran lunga qualunque tratto di luce lui avesse mai visto in vita sua. L'attacco cambiava continuamente percorso, piegandosi ad angoli differenti ed irregolari, risultando così in un movimento talmente casuale e veloce che, senza l'aiuto di Nicolas, non avrebbe minimamente potuto contrastare. Stringendo gli occhi, Lyedar capì che il movimento imprevedibile del proiettile era dovuto ad un continuo trasferimento dei due atomi di idrogeno ad uno nuovo di ossigeno presente nelle vicinanze.
    "Attento... attento..." cercò di tranquillizzarsi.
    Quello era il momento di avvolgere le lame della sua falce in fiamme. Si trattava di un flusso rossastro che andava dalla base in prossimità dell'asta fino alla punta della lama, dalla quale una seconda striscia di fiamme si sollevava verso l'alto per tornare all'indietro, terminando così in lingue più lunghe rispetto alle altre.
    Vibrando un colpo verso l'alto Lyedar portò tra il proiettile ed il fianco destro la lama inferiore dell'arma. L'impatto avvenne con una forza tale da essere paragonabile soltanto alla sua velocità: in una frazione d'istante sentì, nell'ordine, tutti i muscoli del suo corpo bruciare il uno sforzo titanico, che mai aveva provato; poi la lama rischiare di inclinarsi verso di lui, lasciando così passare il proiettile; successivamente la pressione allentarsi, permettendogli così un certo sollievo a cui però si aggiunse il rischio di non riuscire a seguire il movimento del colpo; quest'ultimo infine venire respinto oltre la sua testa, mentre lui completava un movimento circolare con il braccio.
    In quello stesso momento Lyedar uscì dal grattacielo e, a cielo scoperto, vide che non tutti i suoi compagni ce l'avevano fatta. Dei duecentoventidue che si erano lanciati all'attacco, alla sua destra adesso ne contava soltanto cinquantadue, e quando gli altri sarebbero riemersi dal palazzo alla sua sinistra le cose probabilmente non sarebbero state molto differenti.
    Di fronte ad un simile orrore strinse i denti dalla rabbia. Avevano già perso metà della squadra soltanto per avvicinarsi al Principe, il tutto per una manovra dal risultato più che incerto! Avrebbe voluto mettersi a piangere per la fine prematura di così tanti suoi compagni, ma in loro onore sapeva di dover proseguire: si erano fidati di lui, e si erano sacrificati pienamente consapevoli del rischio che pesava su tutti. La sua volontà era assoluta, anche se davanti a lui c'era un individuo con l'espressione di chi assiste ad una cavia da laboratorio che sopravvive un paio di giorni in più rispetto alla sua compagna. Un vero e proprio insulto, ma che lasciava trapelare una certa dose di curiosità.
    "La distrazione perfetta!" gioì dentro di sé.
    Con un ruggito lanciò in aria la sua falce aprendone l'asta. Senza perdere un solo secondo unì la catena in Kesin con l'enorme disco metallico che aveva alle spalle: quest'ultimo passò da dorato lungo i bordi esterni a nero assoluto, con diverse venature simili a graffi che si allungavano all'interno del motivo rossastro. Allo stesso tempo le dieci punte assunsero la forma delle lame della sua falce, mantenendo l'orbita multicolore vicino alla base, ed una volta materializzate completamente venivano puntualmente rivestite di fiamme.
    Allungando le braccia verso l'esterno, ordinò alle sue lame di agire. In un fascio fulmineo di colori scuri e rossicci, le falci trafissero al petto, in un solo attacco, tutti i suoi restanti compagni.
    L'espressione del Principe, che aveva già riportato l'indice sul grilletto della pistola, si trasformò in una forma di perplessità e, per quel momento, evitò di sparare. Probabilmente vedere un tizio ferire brutalmente i corpi dei suoi stessi alleati senza degnarlo della minima attenzione, lui che rivestiva il ruolo di nemico, non rientrava nei suoi piani di battaglia. Od in quelli ordinari, per lo meno.
    "Perfetto!" urlò dalla contentenza.
    Il loro avversario dovette subito ricredersi quando i corpi dei feriti esplosero in centinaia di scaglie multicolore di cristallo plasmatico e, al loro posto, comparvero nuovi personaggi i cui poteri, già al suo primo sguardo, erano chiaramente portati per il combattimento diretto. Adesso soltanto ad un paio di centinaia di metri da lui.
    Tutto sommato, Lyedar non poté che sorridere: la seconda fase era riuscita. I varchi spaziali che Sermane aveva attaccato ai loro corpi avevano permesso, una volta distrutti, il trasferimento istantaneo di tutti i loro compagni rimanenti che, prima dell'attacco, avevano stabilito con loro il medesimo collegamento. Per quanto la morte degli altri avesse dimezzato la forza dell'impatto, Lyedar si sentì leggermente più tranquillo quando il primo schieramento riuscì ad entrare a contatto con il Principe.
    La scena adesso era talmente caotica e rapida da non sembrare neppure paragonabile ai precedenti istanti di gelida chiarezza. Tutti stavano sferrando attacchi al bersaglio, cercando di tenerlo costantemente impegnato a schivarli e di ritardare così la sua discesa verso il terreno.
    E, a giudicare dall'assenza di spari nell'aria, sembravano pure riuscirci. Lyedar riusciva a vedere con chiarezza il Principe costantemente sotto tiro da ogni direzione: girava su sé stesso spostandosi a seconda del lato più comodo, parava attacchi utilizzando le gambe e le piante degli stivali alternativamente, sfruttava gli scontri per darsi spinte verso l'alto o verso il basso a seconda della necessità, ed il suo corpo si trovava in uno stato di continuo movimento piegandosi più volte nelle posizioni più improbabili. Nonostante fosse però il centro di un uragano di lame, pugni, calci, fuoco, elettricità, vuoto, vortici e quant'altro gli stavano lanciando addosso, nulla di tutto ciò riusciva a colpirlo. Neppure gli attacchi alle spalle da persone che avevano piegato il loro movimento all'indietro e gli erano tornati appresso.
    Con un brivido lungo la schiena Lyedar lo sentì commentare con chiarezza e, ancor peggio, con un tono di sufficienza: «Ah. Adesso capisco. La prima offensiva era soltanto una farsa, un'esca per farvi liberare le truppe d'assalto dopo un mio attacco. Una mossa noiosa, oltre che rischiosa, dato che siete arrivati fin qui perdendo più di metà dei vostri».
    Lyedar non poté più prestagli attenzione perché, dopo tutti i suoi compagni, era arrivato il suo turno. «Lyedar! Attaccalo verso il basso con il pugno destro ad un angolo di trenta gradi! Parerà con le pistole!» gli comunicò allora Nicolas, la voce tesissima anche a quella distanza.
    Trasferendo tutte le fiamme al momento accese all'interno delle strisce nerastre che avvolgevano il suo corpo, caricò il pugno destro verso la nuca del Principe. Il colpo si infiammò di una luce più forte ed accesa di quanto fosse mai stato prima, mentre si avvicinava ad un avversario che gli stava dando le spalle dopo aver parato un calcio alla gola.
    Ciò non di meno, e come tuttavia aveva previsto, a pochi centimetri dai capelli neri del Principe la sua mano metallica venne fermata dalla superficie delle canne delle pistole, che né si spezzarono né vennero minimamente surriscaldate. Piegando il capo all'indietro, in modo tale da poterlo vedere dal basso, il Principe lo guardò per la prima volta dritto negli occhi, e Lyedar soffocò un gemito.
    Mai aveva visto due occhi scuri così vuoti e spenti. L'assenza di ogni sentimento, dalla gioia alla rabbia, e di vita che esprimevano era sovrumana, poiché nessun essere remotamente umano avrebbe potuto essere così vuoto al suo interno. Quella non era neppure paragonabile al guardare gli occhi di un essere artificiale meccanici ed inespressivi: era una sensazione che proveniva da una creatura viva proprio come lui. Eppure, una presenza simile poteva difficilmente dirsi viva: sembrava realizzata a dovere soltanto per tenere viva l'apparenza, quasi celando la sua vera natura artificiale.
    Con una certa nota di disappunto, il Principe gli disse: «Hai avuto coraggio ad organizzare un attacco del genere, comandante. Vorrei tanto vedere fino a che punto vi sareste spinti, ma sfortunatamente il tuo coraggio da debole non può nulla contro un vincitore. Ed è l'ora di vincere». Detto ciò, piegò leggermente le mani e gli puntò in mezzo agli occhi entrambe le pistole.
    «Adesso, Lyedar!» gli comunicò Nicolas, e Lyedar annuì. «Ha ragione, Principe. Ma questa è la nostra ora, non la sua» disse con orgoglio, per poi avere la testa trafitta da una delle lame fiammeggianti che aveva alle spalle.
    Prima che il sangue potesse anche soltanto raggiungere il volto del Principe, tutto ciò che era stato "Lyedar" si frantumò com'era successo soltanto alcuni istanti prima con i suoi compagni. In quest'occasione non comparve tuttavia un nuovo Ibrido, bensì un enorme fascio grigiastro che travolse in pieno il Principe. Costituito interamente da enormi catene realizzate da anelli metallici rettangolari, decorati con punte metalliche disposte sui vertici, questo attacco si disperse in un'intricatissima "ragnatela" con, al centro, il loro avversario racchiuso in un largo bozzolo. La sua struttura non era uniforme: in prossimità di alcune parti del suo corpo, come ad esempio le gambe, le catene si concentravano in un numero maggiore di strati, mentre presso altre, come il collo e le braccia, ve ne erano soltanto un paio. Soltanto il viso restava completamente scoperto, per quanto avesse a pochi centimetri entrambe le mani sigillate dalle catene.
    Nonostante la disposizione anomala, i movimenti del Principe erano tuttavia bloccati: Lyedar ne era piuttosto convinto, osservando la scena a circa un centinaio di metri di distanza. Al suo fianco, Marcus reggeva con entrambe le mani due tesissimi tratti di catene che, sparendo al disotto del tetto su cui entrambi si trovavano, andavano a mischiarsi alle centinaia di altri che, dal bozzolo del Principe, si lanciavano verso tutte le direzioni circostanti.
    «E' il massimo che posso fare, purtroppo!» comunicò mentalmente Marcus, staccandosi dalle catene con estrema rapidità. Lyedar esibì un sorriso soddisfatto, ed afferrò il compagno per la spalla destra. Adesso che anche quarta parte del loro piano era stata completata, la sua funzione era, per il momento, pienamente raggiunta. Non restava loro che allontanarsi il più in fretta possibile.
    Dopo aver portato l'attacco degli altri Ibridi direttamente sotto il naso del Principe, Lyedar aveva l'incarico di attivare la combinazione dei poteri di Sermane e Marcus organizzata ben prima dell'inizio dell'attacco.
    La prima aveva impresso un varco dimensionale anche su di lui, ma piuttosto che connetterlo ad un'altra persona, come invece aveva fatto con tutti gli altri, l'aveva stabilito con le Catene di Ferro del secondo.
    Marcus, per l'appunto, seguendo il tratto dei loro movimenti durante lo scontro, avrebbe quindi tracciato il reticolo tramite il quale concretizzare le sue Catene, ma piuttosto che farlo singolarmente ogni volta, facendosi così scoprire immediatamente dal Principe, era stato incaricato di trattenersi fintanto che Lyedar non avrebbe sferrato l'ultimo colpo.
    Certo, il loro schema originale prevedeva di tempestare il nemico con così tanti attacchi da costringerlo ad utilizzare ogni parte del suo corpo per evitarli, o quantomeno per muoversi, e sfortunatamente c'erano riusciti solo in parte. Marcus non poteva bloccare le aree che non erano state toccate o segnate dagli attacchi, d'altronde.
    "Pazienza! Ci aggiusteremo anche così!" si disse Lyedar mentre, tenendo a sé l'altro Ibrido, si lasciava alle spalle il Principe stretto in una morsa di metallo. Marcus, essendo ancora giovane ed in fase di sviluppo, non aveva ancora capacità fisiche paragonabili ai suoi simili, pertanto Lyedar si era incaricato di aiutarlo a fuggire il più velocemente possibile. E dato che adesso l'attacco era nelle mani di Ofelia, occorreva essere quanto più veloci possibili.
    Proprio in quel momento, infatti, Lyedar percepì che l'Ibrida aveva attaccato. Lo sparo che provenne dal quartiere presso il quale la sua compagna si era posizionata, assieme agli altri Ibridi spariti dopo l'attivazione del potere di Sermane, gli risuonò vagamente nelle orecchie. Con la coda nell'occhio vide un proiettile costituito da energia violastra evanescente, che si sviluppava attorno ad un sfera di luce argentea, compiere un arco nel cielo a pochi metri dal Principe per poi, nel momento della discesa, separarsi in milioni di colpi più piccoli.
    Ognuno di essi finì esattamente nel centro di ciascun anello delle Catene di Ferro, che si trasformarono immediatamente in figure di luce simili a pipistrelli con le ali spalancate, quasi trasparenti all'esterno e con un nucleo costituito da un nucleo nerissimo. Tali pipistrelli continuarono a crescere in modo esponenziale poiché, subito dopo essersi formati, venivano assorbiti da quello successivo che, così facendo, si espandeva sia nelle dimensioni complessive che nella struttura del nucleo.
    In una frazione di secondo tutti quelle creature di luce ed oscurità sparirono, sviluppandosi tanto più si avvicinavo verso il centro, ovvero il bozzolo in cui il Principe era avvolto, il quale Lyedar sentì commentare con sorpresa: «Oh?» nel momento in cui i pipistrelli chiusero le loro zanne.
    «CENTRATO!» ebbe appena tempo a dichiarare Nicolas, e poi tutta l'area venne travolta da un fragore talmente immenso da annullare ogni altro suono.
    Quando i colpi d'energia creati da Ofelia raggiunsero lo stadio finale, ovvero figure larghe decine di metri, e si toccarono l'un l'altro, l'esplosione che ne seguì generò un bagliore di luce che costrinse sia Lyedar che Marcus a chiudere gli occhi, per quanto le stessero dando le spalle. Lo spostamento d'aria ed il boato immediatamente successivi li costrinsero, per di più, ad evitare tutti i detriti, macerie ed oggetti che vennero scagliati verso di loro, così come la pioggia di vetri frantumati che, ad una prima impressione, doveva riguardare l'intera metropoli.
    Per loro fortuna l'esplosione era stata calibrata in modo tale da concentrarsi in un ambiente circoscritto, ovvero nel quartiere sopra il quale il Principe si trovava, con le opportune distanze rispetto alla terra ed al cielo. Ciò permise di loro, nonostante si fossero allontanati di diversi chilometri, di restare immuni alle ripercussioni di quell'attacco. Lo stesso poteva dirsi per il pianeta su cui risiedevano: dato che Ofelia aveva sfruttato in quell'attacco tutta l'energia che i loro compagni le avevano fornito, se avessero deciso per un'esplosione pura e semplice non avrebbero più avuto né un posto dove poggiare i piedi né un qualcosa da vedere sopra le loro teste. Seppur con uno sforzo enorme, agendo in quel modo avevano potuto concentrare tutta la pressione e tutto l'impatto in un'unica zona senza distruggere alcunché.
    O meglio, quasi alcunché: le Catene di Marcus erano state disintegrate così come il quartiere in questione, ed attorno ad esso si stavano susseguendo i crolli e le esplosioni delle strutture circostanti. Una perdita inevitabile.
    «Bene! Il primo attacco è concluso! Ognuno si sposti adesso verso le posizioni indicatevi per quello successivo!» ordinò Lyedar non appena incontrò un gruppo di Ibridi che avevano attaccato il Principe. Affidando a loro Marcus, e vedendoli tutti rispondere con un cenno d'intesa per poi andare a destra, si spostò subito in direzione opposta. Balzando sui tetti dei grattacieli limitrofi, prese in mano lo schermo con cui potevano comunicare con l'Ordine: non vi erano nuove comunicazioni, e controllò quanto tempo gli resta davanti.
    Dal momento in cui aveva dato il comando era passato un minuto e due secondi. "Ottimo! Ancora cinquantotto secondi circa... Possiamo farcela, se continuiamo così! Adesso che abbiamo colpito in pieno il Principe, i suoi attacchi saranno meno efficaci: è la nostra grande occasione!" si disse, con una certa confidenza che gli cresceva nel petto. Si voltò quindi in direzione dell'esplosione, per assicurarsi che Ofelia ed il suo gruppo si fossero spostati, fiducioso di vederli muoversi nonostante il polverone che occupava la zona.
    Prima ancora che i suoi occhi potessero posarsi su un qualsiasi elemento del paesaggio, un suono terrificante giunse alle sue orecchie. Non giungeva da un luogo che avrebbe potuto identificare con precisione: sembrava essere onnipresente e, al tempo stesso, risuonare esclusivamente nella sua testa, alternandosi tra un sussurro ed un grido per risultare in una sentenza stranamente chiara, per quanto ignota, e tremenda.

    «Talgon Fammedvanur gonfam gisgnagraph Talgondonmeddon medor NAGONFAM Urgonorgraph. Aldaraia!»



    Sparito il suono dell'ultima lettera, tutta la polvere che si stava riversando attraverso le strade della metropoli sparì all'istante, risucchiata e vanificata in un punto preciso. Quello dove si trovava il Principe, tranquillamente sospeso in aria.
    Non un solo graffio segnava il suo corpo. Non un solo strappo segnava i suoi vestiti. Dal suo stato si sarebbe potuto facilmente supporre che l'enorme attacco di pochi istanti prima non avesse proprio avuto luogo, talmente ne era rimasto indenne. O, per essere più precisi, vi erano soltanto due significative differenze rispetto al suo stato precedente.
    La prima era che, mentre abbassava le mani che si era portato di fronte al volto, entrambe le sue pistole si dissolsero in bolle d'acqua. La seconda, molto più evidente, era il suo aspetto.
    Sollevando il capo, il Principe rivelò che la pelle del suo volto era adesso solcata da sottili strisce dirette verso i suoi occhi, dalle quali si staccavano costantemente piccole gocce d'acqua risucchiate verso l'alto. L'occhio destro, sul quale in precedenza aveva quel bizzarro simbolo somigliante a delle onde, era ora rivestito da una riproduzione molto più grande di tale effige costituita da un'inquietante luce azzurra, che come una maschera si allungava ben oltre il suo capo e si fletteva come mossa di vita propria. Attorno al suo corpo si era sviluppato un fascio di quella che sembrava essere acqua che, a partire dai suoi piedi, arrivava fin sopra alla sua testa seguendo un flusso continuo, tanto da staccarsi spesso dal corso principale e disperdersi in spirali di gocce nell'aria. Esse andavano a raccogliersi sulle spalle del Principe, dove l'acqua prendeva chiaramente la forma della rosa alata simbolo dell'Impero di Sonsuza. Sulla cima del flusso d'acqua, che aveva un aspetto più tondeggiante rispetto al resto cilindrico, si trovavano due piccole luci dorate che, come le fiamme di una candela, oscillavano costantemente nel cielo notturno. Queste, sull'estremità più alta, si allungano in due sottili strisce che, ricadendo in basso come due archi, si andavano progressivamente a trasformare in due grandi sezioni a forma vagamente romboide sopra gli avambracci, incrementando così il loro effetto ad evanescenza lungo i bordi.
    Ma a prescindere da tutto ciò, che già sarebbe bastato a far gelare il sangue nelle vede di Lyedar, la trasformazione più tremenda che il Principe aveva mostrato era costituita da bizzarre colonne di simboli simili a lettere sconosciute che, per circa tre metri, si alzavano dalle sue caviglie ed oscillavano in un sinistro sibilo verso l'alto. Lyedar non era certo di sapere esattamente cosa ci fosse di così spaventoso in quei simboli sconosciuti, scritti con un inchiostro più scuro della notte che marcavano e brillanti della stessa luce del simbolo del Principe, ma in essi percepì qualcosa che mai avrebbe sperato di sentire: l'essenza dell'Imperatore Lasyrindes. Era la stessa forza schiacciante, solenne ed incommensurabile che aveva incontrato all'Istituto di Finoma ed alla Villa del Ministro Elger.
    In quel momento avrebbe voluto fare tante cose. Piangere disperatamente, poiché era evidente che il loro attacco non era servito a niente se non a far morire centinaia dei loro compagni; fuggire il più velocemente possibile, in quanto era altrettanto chiaro che il potere che adesso il Principe emanava era infinitamente più grande di quello precedente; paralizzarsi sul luogo, dato che il suo istinto e la sua esperienza gli dicevano che ormai non c'era più alcunché che potessero fare per rallentare soltanto di una frazione di secondo il loro avversario. La lotta, se così si poté chiamare dal principio, era ormai completamente, assolutamente, indiscutibilmente persa.
    Nulla di tutto ciò fu però possibile, poiché Lyedar vide il Principe piegare il capo verso l'area in cui Ofelia, Nicolas ed i loro compagni si trovavano. Prima ancora che se ne potesse rendere conto, il Principe non era più nel luogo dove stava guardando, bensì davanti all'enorme struttura su cui gli altri si erano stanziati. Non un solo capello si era spostato, non un solo muscolo si era flesso, non un solo istante era passato. Il suo avversario era adesso di fronte ai suoi fratelli ed alle sue sorelle, ed alla donna che amava, con il braccio destro sollevato e chiuso a pugno.
    Gridando assieme per rabbia, paura, disperazione, impotenza e rancore, Lyedar si scagliò con tutta la forza che aveva in corpo verso di lui.



    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Dunque, direi che l'offensiva degli Ibridi è completamente fallita ancor prima di completarsi. Non solo tutto ciò che hanno fatto fino a questo momento si è rivelato completamente inutile, ma hanno davanti a loro quasi un minuto in completa balia del Principe che, per qualche motivo, oltre ad aver mutato d'aspetto ha manifestato anche un qualcosa simile alla Catena dell'Inesistenza dell'Imperatore. Nonché la stessa aura di quest'ultimo, per di più.
    Vi confesso che, nonostante questo capitolo sia più lungo di quelli normali, nei miei piani originali doveva prevedere anche la parte finale dello scontro il cui il Principe passa all'offensiva... ma ho preferito evitarla. In primis, perché non voglio darvi una montagna di parole stancanti da leggere in un colpo solo; in secundis, perché in questo modo potrò unire quella parte alla conclusione del duello tra Gaap e Gren iniziato capitoli e capitoli fa. In questo modo otterrò che tutte le questioni in sospeso verranno "risolte" prima del grande duello contro il Principe Nizlar, che dunque non inizierà nel prossimo capitolo ma in quello successivo.
    Non ci saranno più attese così lunghe tra un capitolo e l'altro, questo posso garantirvelo. Nonostante l'università talvolta mi prenda più tempo di quanto avevo inizialmente previsto, dato che voglio concentrarmi su questa storia e sulla mia scrittura, cercherò di essere il più costante possibile con i prossimi.
    Pertanto, restate sintonizzati su questo canal... ehm, su questo topic per scoprire quante mazzate si prenderà Nicolas, quante pedate si prenderanno Lyedar ed Ofelia, chi vincerà nel duello tra due Dottori dalle morali discutibili e, in ultimo luogo, se il mondo esterno si è anche soltanto minimamente accorto di quanto sta succedendo a New York.
    Fino al prossimo capitolo, vi auguro buona serata :ciao: .

    P.S. La frase pseudo-impronunciabile detta dal Principe non è frutto della mia testa che sbatte a caso sulla tastiera, tranquilli. E' in realtà la trascrizione di una frase in lingua inglese usando la pronuncia delle lettere dell'alfabeto enochiano. Per chi avesse tempo ed interesse a scoprirla, buon divertimento!
    Per contro, il nome dell'aviazione dell'Impero, "Tanrinisi-Lo", è basata sulla lingua turca (come altri nomi legati all'Impero) e sta per "Flotta dei Messaggeri di Dio".
    Sì. L'Imperatore Lasyrindes è molto egocentrico, anche con i nomi.
     
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    Signore delle notti senza luna

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    Okay....direi che a questo punto, le ipotesi sono tre: La prima....muore Ofelia. La seconda....muore Lyedar. La terza, e secondo me più probabile....muoiono tutti e due. Penso sia quasi impossibile che se la cavino in una situazione del genere: Il Principe dell'Acqua ha le palle veramente girate stavolta. XD

    Nicholas un pò sottotono rispetto ai capitoli precedenti, ma ci sta: Non può mica sempre vincere il premio di miglior personaggio, in ogni capitolo no? XD Comunque è buffo come i suoi compagni Ibridi continuino a definirlo "fallimento", "mal riuscito" e tutte robe del genere, quando almeno fino a questo momento, sia apparso essere più potente di molti di loro (anche se gran parte delle sue "prestazioni" sono state perlopiù trucchetti magici, e parziale chiaroveggenza grazie a quel suo libro): Finora ha messo in ridicolo il 90% dei personaggi di questa storia, e solo persone come Rayshin, Esteban, Lasyrindes e Icero, sono riuscite finora a reggere il confronto di "status" con lui. XD

    Beh, che altro dire....vediamo come proseguirà.
     
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