Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Buonasera cari lettori!
    Sono lieto di ritrovarvi nuovamente alla pubblicazione del nuovo capitolo della Catena dell'Inesistenza. Come ben ricorderete, nello scorso abbiamo assistito al tentativo dell'Ordine di Yeni Aci di sviluppare una strategia offensiva nei confronti del Principe Nizlar, che ha sigillato la metropoli per recuperare Rayshin ed Esteban. I loro tentativi si sono però rivelati completamente infruttuosi, venendo così costretti a nascondersi di nuovo per sfuggire agli attacchi del Principe che, al contrario, ha cominciato a sbriciolare grattacielo e grattacielo, e quartiere per quartiere, per portare a termine il suo incarico... seppur con tutta calma, come suo solito.
    Per contro, Esteban ha osservato incuriosito le reazioni di Delver e di Emas di fronte alla crisi. Il suo divertimento però è durato ben poco quando Rayshin ha avuto un collasso nervoso dovuto al sovraccarico di terrore e di stress delle ultime ore, raggiungendo quasi l'isteria nel ritenersi responsabile per tutto ciò che ha colpito New York. Proprio in quel momento di debolezza, Delver rivela, con grande sorpresa di Esteban, che Rayshin dovrà alzarsi in piedi ed affrontare a viso aperto il Principe.
    Che cosa avrà voluto dire il Dadoducco con quest'affermazione? Ed i bambini apprezzano il ghiacciolo alla fragola? A voi il capitolo con la risposta di una di queste scottanti domande! Buona lettura.


    CAPITOLO 60 - CHE COS'E' L'INTRATTENIMENTO?

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 22:58 - New York, Other

    «Bah! Va bene!» esclamò Delver sollevando entrambe le braccia, per poi avanzare verso il tavolo presso cui Esteban e Rayshin si trovavano. «Ora, mio “sono solo un ragazzo”, è tempo per te di tirare fuori le palle e cominciare a fare qualcosa di utile. Ne abbiamo già discusso giorni fa, ricordi? Spetta a te il compito di distruggere il Principe!» dichiarò, indicando con decisione il maggiore dei due fratelli.
    A quell'affermazione Rayshin rimase immobile, la testa sempre abbassata, come paralizzato. I suoi singhiozzi, tuttavia, si arrestarono pressoché all'istante. Dal canto suo, Esteban sbottò prontamente: «COSA!? Siete impazziti!? Perché mai Rayshin dovrebbe fare una cosa del genere? Il Principe dell'Acqua non ha alcuna cattiva intenzione verso di noi... o almeno, verso me e mio fratello. Spiegami perché dovremmo attaccarlo!».
    L'idea di quel tizio era assurda e folle. Non c'era alcuna ragione per la quale Rayshin dovesse anche soltanto alzare un dito nei confronti del Principe: in primo luogo perché era una delle massime autorità dell'Impero, che lui e la sua famiglia avevano sempre servito e verso la quale avevano giurato fedeltà, per quanto conoscendolo direttamente aveva scoperto essere di una noia mortale; in secondo luogo una decisione del genere, considerando quel poco che sapeva delle capacità del Principe, sarebbe risultata nell'avere Rayshin fermo sul letto di un'ospedale per tutto il resto della sua vita o, nel caso recondito in cui si fosse fatto sul serio, nel trovarsi tutti assieme sotto tre metri di terra.
    «Ho ragione, Esteban. Se non contrattacchiamo il Principe, presto di noi non resterà nulla! E né tu né tuo fratello vi ritrovereste in condizioni migliori! E poi tuo fratello sa anche che-» intervenne di nuovo Delver, avvicinandosi ancora verso di loro.
    «Non credere di ingannarmi, bastardo! Io e mio fratello ci ritroveremmo protetti dal Principe e dall'Imperatore... che per quanto possano essere individui bizzarri, sono un milione di volte più gentili ed affidabili di voi mostri! Ecco quello che succederebbe! Tu hai solo paura di affrontare la pena che ti spetta per i crimini che hai compiuto!» ribatté immediatamente Esteban, guardandolo in cagnesco.
    Memore della cortesia con cui Lasyrindes lo aveva accolto nelle settimane scorse, aiutandolo ad usare i suoi poteri in modo tale da non ferirsi da solo, Esteban era sempre certo che tornare nell'Impero fosse la scelta migliore per lui e per il fratello.
    Certo, per qualche motivo né l'Imperatore, né Dinef, né i Principi e né i Ministri gli avevano permesso di sviluppare il suo attuale Deck, e mai avevano fatto cenni a quell'essere di nome Zhakia od al fatto che in realtà i primi fossero carte di un gioco, ma infondo non doveva essere nulla di importante. “Ognuno ha diritto ai suoi segreti personali, anche se riguardano altre persone” aveva sentenziato.
    «Temo tu abbia frainteso, caro Esteban: la cosa non riguarda noi... o meglio, ci riguarda eccome, ma non siamo noi quelli per cui il Principe è sceso in campo. Lui sta seguendo te e tuo fratello, e non per gentilezza o dolce amore verso i suoi sudditi... No, quello che lui e l'Imperatore desiderano è catturarvi come docili prede per poi manovrarvi come più desiderano! E non credere che vi tratteranno con i guanti: ciò che vogliono fare con voi due, in sintesi, è-» cominciò a spiegare Delver, ma venne bloccato da Emas che gli coprì la bocca con la mano sinistra.
    Facendo un passo avanti, il secondo Dadoducco dichiarò: «Quello che Delver vorrebbe dirti, Esteban, è che l'unico modo per uscire da questa situazione vivi, e soprattutto liberi,è affrontare il Principe e sconfiggerlo. Non serve che tu mi dica quanta tristezza questo piano porta nel tuo cuore, ma non possiamo fare altrimenti. Purtroppo Irene non è abbastanza forte, quindi restiamo soltanto noi cinque, ed anche così le nostre possibilità sono minime... Ma tu, a differenza di tuo fratello, non sei ancora abituato al tuo nuovo potere e potresti non reggere. E poi, per quanto tu non lo voglia dare a vedere, lo scontro con Gren di poco fa ha danneggiato molto più te che Rayshin, ed uno sforzo ulteriore rischierebbe di distruggere il tuo fisico».
    Esteban restò per un momento in silenzio. “Come ha fatto ad accorgersene!?” si domandò immediatamente, mentre abbassò gli occhi sul suo petto. Sotto la camicia vedeva chiaramente enormi lividi decorargli la pelle: pulsavano in continuazione di dolore, di secondo in secondo, e probabilmente avevano cominciato a lacerarsi, dato che avvertiva qualcosa di umido scorrergli fino al ventre. Anche le costole erano rotte, mentre le altre ossa del corpo gli dolevano regolarmente.
    Sicuramente la causa di quei danni erano stati quei tentacoli di quel tizio. Non riusciva tuttavia a comprenderne il perché: se fossero stati di un qualsivoglia tipo di materiale non gli avrebbero causato che una botta immediata e del tutto innocua, come aveva appurato con l'Imperatore; se invece erano composti di Kesin sintetico, come la lancia di Abegaila, lo avrebbero sì ferito, ma a quest'ora avrebbe già dovuto guarire completamente.
    Gaap gli aveva spiegato che tutte le riserve di vero e puro Kesin erano in mano all'Impero, eppure... che gli avesse mentito? “Tipico di Gaap, fingersi in comando delle cose quando non lo è... Ma giuro che una volta tornato a casa lo prenderò a sberle sulle caviglie!” si disse, continuando ad ignorare il dolore per tornare a fissare Emas.
    «Sciocchezze! Io sono in perfetta forma! Caso mai non ve ne foste accorti, è mio fratello quello che sta peggio, e tutto per colpa vostra! Non avete sentito prima cosa ha detto? Eh? Non pensate minimamente a cosa mio fratello possa volere!? Eh? Vi preoccupate anche soltanto un po' della sua volontà, del suo stato, dei suoi desideri!? Ma ovvio che no, voi pretendete di usarlo come se fosse un oggetto!» ribatté Esteban, allungando il braccio sinistro davanti a Rayshin.
    «IO sono l'unico che si preoccupa davvero di lui, per cui scordatevi pure che acconsenta ai vostri folli propositi! Non permetterò che mio fratello finisca schiavo della volontà di qualcun al... ehm, di qualcuno!» aggiunse a gran voce. Non avrebbe mai permesso a quei terroristi di mandare suo fratello in una missione così suicida, mai.
    Per tutta risposta Emas sbuffò e, alzando le spalle, ribatté: «Allora per quale motivo tu non stai facendo altro che imporgli la tua volontà, a prescindere da ciò che Rayshin voglia effettivamente fare o non fare?». Si portò la mano sinistra sulla frangia di capelli per sistemarsela, mentre commentò: «Io non ho mai avuto fratelli... il che è molto triste, non lo nego... eppure mi sembri fin troppo possessivo-ossessivo nei confronti di Rayshin, quasi folle nel vostro rapporto. Sei sicuro, Esteban, di non starlo parassitando lentamente?».
    “Che affronto da questo miserabile! Osa addirittura rispondermi così! Pezzente!” tremò dalla rabbia Esteban, stringendo così tanto i denti dal piantarsi la punta dei canini nel labbro inferiore. «Ma tu cosa vuoi capirne!? IO, soltanto IO, sono l'unico che si preoccup...» cominciò a gridare, ma la sua esclamazione venne interrotta immediatamente quando Emas gli afferrò la nuca e, con un colpo deciso, gliela sbatté sul tavolo.
    L'impatto non fu nulla di eccezionale, dato che evidentemente era stato calibrato per non sbriciolare il tavolo, ed infatti nessun livido e nessuna ferita si formarono sul volto del bambino. Ciò che tuttavia sconvolse Esteban non fu l'assenza voluta di forza, quanto la velocità con cui Emas si era portato davanti a lui e lo aveva afferrato senza che lui potesse fare nulla per contrattaccare, od anche soltanto difendersi.
    «Non osare mai più prendermi in giro, bimbo. Non osare mai più ripetermi due volte di fila le stesse stupidaggini sperando di impressionarmi o robe simili. Non osare mai più dire che non capisco nulla di rapporti. Se proverai un'altra volta a fare una cosa del genere, ti posso assicurare che neppure un'ordine del Sommo Ierofante in persona potrà proteggerti» gli sibillò Emas in un orecchio, senza neppure guardarlo negli occhi.
    Per la prima volta da quando lo aveva incontrato, Esteban vide nell'unico occhio scoperto di Emas un cambiamento. Dalla malinconia senza fondo in cui la sua pupilla nera si perdeva, adesso era emerso un fiume di rabbia sfrenata che, soltanto a percepirla, mandò un brivido lungo la schiena del bambino. Era una forza che mai aveva visto prima, degna di un terrorista di scala mondiale.
    Tale sensazione, tuttavia, svanì nel momento stesso in cui Emas lo afferrò per i capelli e, drizzandolo, tornò a dirgli: «Ti ho chiesto come puoi pretendere di sapere cosa è meglio per un'altra persona. Vedi di darmi una risposta articolata, ammesso che il tuo cervello ne sia capace», e con ciò lo lasciò andare per tornare al fianco di Delver, il quale gli mostrò entrambi i pollici.
    «Ohibò ohibò ohibò... Qui non si riesce a cavare il bimbo dal buco. Posso consigliarti questo buon tè freddo, Esteban? Ti aiuterà a calmare i nervi e ad idratare le cellule del tuo corpo!» commentò il cameriere avvicinandosi a lui, porgendogli un vassoio con sopra un alto bicchiere in vetro bluastro.
    Esteban sbuffò e, portandosi alla bocca la cannuccia mentre si sistemava i capelli, commentò: «Uff... La ringrazio, cameriere... no, un momento, cosa?».
    Solo in quel momento realizzò che in quella sala non c'era mai stato un inserviente, e se anche ci fosse stato di certo non poteva sapere il suo nome, ed ancor meno essere così sfrontato da dargli del “tu”. Eppure all'arrivo di quel tizio non aveva avvertito la minima variazione nell'atmosfera della sala, quasi fosse già presente.
    Con Esteban tutti, tranne Rayshin, si voltarono verso il cameriere ed il bambino, dopo aver bevuto un lungo sorso del tè, esclamò: «Il prestigiatore!». Era lui, quell'Ibrido che aveva affrontato poche ore prima! “Qual è il suo nome... uhm.... oh, andiamo... Ah, Nicolas!” ricordò immediatamente, schioccando le dita. «Nicolas, mi devi un duello! Torniamo in quello schifoso gazebo e finiamola!» esclamò, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
    L'Ibrido sollevò l'indice destro per rispondere, ma non ne ebbe modo in quanto il suo corpo venne avvolto interamente, con l'eccezione della bocca, da un fascio dei fili di Delver, diventando così un bozzolo di dimensioni umane. Stranamente, notò Esteban, i fili utilizzati in quel momento dal Dadoducco erano diversi da quelli precedenti: se gli altri erano talmente microscopici da non poter essere singolarmente visti da occhio umano, questi avevano un diametro di circa due centimetri, e risplendevano di una soffusa luce violetta.
    La mano destra di Delver, tuttavia, non fu l'unica a muoversi prima che Nicolas potesse proferire parola. A pochi centimetri dalla fronte del ragazzo Irene aveva puntato una lama metallica di colore bronzeo che, Esteban notò, era stata generata da un curioso braccialetto attaccato al suo polso. Allo stesso modo, la seconda lama era appoggiata di piatto in prossimità del cuore del nemico.
    «Mi piacerebbe sentire un motivo valido per cui non dovrei farti a pezzi in questo momento, Ibrido. Andiamo, sono tutto orecchi!» esordì Delver sollevando il capo, per poi portare la mano sinistra dietro l'orecchio e sollevarlo.
    «Un motivo? Semplice! Non ho mai amato il bondage, per cui preferirei morire senza essere legato dalle corde di qualche mania-» cominciò a spiegare Nicolas, ma prima che potesse finire Delver piegò leggermente le dita della mano. In risposta, Esteban notò come i fili si strinsero ancora di più su sé stessi e che, quella che prima era stata una soffusa fosforescenza violastra, adesso stava diventando rossastra.
    «Ahi! Ahi! Scotta! D'accordo, non c'è bisogno di essere così stringenti! Una buona ragione? Sono l'unico che sa dove si trovi il vostro compagno Louis!» farfugliò velocemente Nicolas. «Per cui, se volete sperare di rivederlo, vi consiglio di lasciarmi andare immediatamente!» aggiunse, e dai movimenti provenienti all'interno del bozzolo si poteva dedurre che stesse cercando di voltare il capo verso Delver.
    Il Dadoducco, a quella dichiarazione, ebbe un sussulto, ed Esteban notò come le estremità della sua bocca avessero cominciato a tremare. Fu, tuttavia, nulla più che un momento di esitazione, dato che l'uomo ribatté immediatamente: «Al contrario, quello è un motivo per tenerti. Una volta finita questa storia, avrò tutto il tempo per farti raccontare dove state tenendo Louis... ed allora il dolore del bondage ti sembrerà la carezza di un bambino!».
    «Delver... Non vorrei offenderti, ma da come l'hai detto sembri un masochista con tendenze pedofile... Ed hai davanti a te due minorenni, per giunta» osservò Emas quasi tra sé e sé, indicando poi con la testa sia Rayshin che Esteban.
    Nessuno, tuttavia, si degnò di rispondergli, poiché all'interno del bozzolo Nicolas esclamò: «Oh, al diavolo 'sta roba! Esco senza permesso!», sovrastando ogni altro rumore proveniente dall'edificio. Il bozzolo tremò ed i fili che lo costituivano, seppur opponendo visibilmente resistenza, cominciarono ad allentarsi formando fessure verticali sempre più grandi.
    A quanto ne so, soltanto il Sommo Lasyrindes ed il Principe sono riusciti a strappare quei fili! Persino io non ci riuscirei... Cos'ha in mente Nicolas?” si domandò Esteban, in un misto di sorpresa e curiosità. La fosforescenza rossastra dei fili adesso veniva proiettata verso l'esterno in raggi più o meno grandi, causando un fantastico gioco di luci e di colori nel momento in cui veniva riflessa sui vetri del ristorante.
    «Uh?» borbottò Delver, ed in quello stesso momento Nicolas fuoriuscì dal bozzolo a braccia spalancate. Dal colletto della giacca fuoriuscivano due protuberanze composte da diversi fazzoletti colorati legati assieme che, attorcigliandosi attorno alle braccia dalle spalle al polso, scendevano curve fino a sparire sotto i lembi della giacca. I fazzoletti, a loro volta, erano intrecciati secondo un motivo concentrico costituito da due ellissi, il cui centro era dello stesso magenta della coda di rondine di Nicolas.
    Wow! E' una farfalla! Fantastico!” osservò estasiato Esteban, guardando Nicolas illuminato dalla fosforescenza dei fili mentre si librava in alto. Era una scena magica, per quanto non fosse mai stato un amante dei giochi di prestigio o le esibizioni di magia. Solo successivamente notò che, dalla fascia attorno al cilindro dell'Ibrido, pendevano due antenne in plastica giallastra terminanti con due sfere ricoperte di brillantini, che nella loro vistosità stonavano ridicolmente con l'espressione di massima serietà di Nicolas. “Magari dopo gli chiederò come funziona il trucco di tagliare in due una persona: se riuscissi a farlo con Rayshin, alla fine ne avrei due al posto di uno!” pensò, tutto entusiasta.
    «Ah... Questo sì che è essere un vero Duellante di Intrattenimento!» commentò Nicolas mentre, terminando la spinta, afferrò l'asta di un vistoso lampadario posto nelle vicinanze. Ruotando su sé stesso, Nicolas si sedette sul bordo in metallo verdastro e si rivolse al gruppo sottostante: «Scusatemi, ma preferisco discutere con voi così! La posizione precedente era davvero scomoda!».
    «Uhm... Come hai fatto a liberarti dai miei fili?» domandò incuriosito Delver, mentre disfava il bozzolo richiamando i fili, ora privi di luminosità, all'interno delle maniche della sua camicia.
    Nicolas ridacchiò e cominciò a tirare calci ai cristalli che decoravano il lampadario, rompendoli con il tacco delle scarpe e causando così un fastidiosissimo scricchiolio in tutta la sala. Schioccò le dita della mano destra, ed Esteban vide materializzarsi un enorme tomo dalla copertina completamente nera e decorata da intagli luccicanti.
    Un momento... Ma quello è Kesin! Vero Kesin!” notò Esteban, guardando meglio le decorazioni lungo il dorso del volume. A differenza del materiale sintetico che aveva visto brandito dagli altri Ibridi, quello che adesso aveva davanti agli occhi risplendeva della stessa luce dei tentacoli del Dottor Gren, una luce inquietante che lo fece rabbrividire un istante.
    Le pagine del tomo cominciarono a scorrere, e Nicolas spiegò: «Questo piccolo gioiellino mi consente di sapere, con tutto l'anticipo di cui ho bisogno, ciò che accadrà nell'immediato futuro! Per quanto, onestamente, avrei preferito una sfera di cristallo: insomma, se doveste scegliere cosa tirare in testa ad un vostro nemico, cosa scegliereste? In ogni caso, dovevo ancora arrivare qui e già sapevo che tu mi avresti attaccato, così mi sono premunito! Prima che i tuoi fili mi avvolgessero completamente, ho inserito i lembi dei mie fazzoletti tra di loro, creando così minuscole aperture che, allargandole successivamente, mi hanno permesso di uscire!». Mentre parlava, l'Ibrido mimò il tutto usando il fazzoletto che teneva nel taschino della giacca.
    «E' un potere davvero bizzarro, il tuo! Se avessi scelto i fili per distruggermi subito, avresti avvertito immediatamente l'intromissione dei miei fazzoletti... Ma allo stesso tempo, cosa sarebbe rimasto di me per essere interrogato? Al contrario, impostando il tuo calibro su un sistema mirato alla cattura per intero, hai allentato il tuo controllo! Hai capito la mia spiegazione sui tuoi poteri che già conoscevi?» aggiunse successivamente Nicolas, per poi riporre il fazzoletto nel taschino ed incrociare le mani davanti al volto, «Ma basta con queste stupidaggini e parliamo invece di altre sciocchezze! In particolare, di affari!».
    Emas si fece avanti e, incrociando le braccia al petto, domandò: «Di che affari dovremmo discutere con un Ibrido, esattamente?». Esteban notò che lanciò anche una rapidissima occhiata a Delver, il quale si limitò ad annuire per cedergli il posto. “Beh, non so quanto possa essere diplomatico un tizio che sbatte le teste dei bambini sui tavoli, ma tutto sommato la cosa sembra essere interessante! Chissà di cosa parleranno!”.
    «Dunque... Suppongo abbiate notato che, a qualche chilometro da qui, c'è un tizio che sta giocando con... uhm, modellini a grandezza naturali di navi. Tutti, dal primo all'ultimo, sfortunatamente si trovano dentro la sua sala giochi, ed a quanto pare non ha la minima intenzione di lasciarli uscire. Ora, a giudicare da come sia gli altri Ibridi che i membri dell'Ordine di Yeni Aci sono fuggiti al suo arrivo, penso di poter affermare che nessuno, sempre tra i miei simili ed i vostri compagni, abbia la possibilità di vincerlo! Ed il vostro piano di far combattere il ragazzo lì seduto, che ho avuto modo di ascoltare con vivo interesse, è ostacolato dal piccolo Esteban! Detto in una sintesi di tre parole, siete nei pasticci!» iniziò Nicolas, arrivando a contare le ultime tre parole sulle dita della mano sinistra.
    «Da come stai parlando, vorresti farci credere di essere la soluzione a questo problema? Con il tuo poter prevedere il futuro?» domandò istantaneamente Emas, lanciando un'occhiata incuriosita all'Ibrido.
    Nicolas drizzò il cilindro e strinse il farfallino al collo con estrema cura, e dopo un profondo inspiro rispose tranquillamente: «Assolutamente no!».
    «Aspetta... cosa? Se hai fatto tutto questo discorso conscio della tua impotenza... allora perché farlo fin dal principio? Non ha alcun senso!» intervenne Delver, aggrottando le sopracciglia.
    «Perché mi piace far perdere tempo alla gente con stupidaggini! Cosa credete, che fare il mestiere di prestigiatore sia tanto diverso? E' ovvio che io non faccio la differenza in campo: le mie capacità offensive sono limitate quanto quelle di un unicorno: letali, se almeno esistessero! No, io fungo da supporto in battaglia, ed è esattamente quello che voglio proporvi! Anzi, non riguarda unicamente me, ma tutti gli altri miei compagni! Che ne dite, vorreste avere dalla vostra un gruppo di millequarantadue unità di assistenza?» ribatté l'Ibrido, esibendo infine un largo sorriso al pubblico sottostante.
    Wow! Un'alleanza tra gli Ibridi e quelli di Yeni Aci! Quest'idea è fantastica! Così il Principe dell'Acqua potrà eliminarli in un colpo solo!” pensò Esteban, iniziando a saltellare da un piede all'altro. Con un piano del genere, tutti i problemi suoi e di Rayshin sarebbero stati cancellati: senza la presenza degli Ibridi il Dottor Gren avrebbe perso le sue possibilità di catturarli; dall'altro lato l'Ordine di Yeni Aci sarebbe stato spazzato via, con l'eccezione del suo amico Diell! E, ciliegina sulla torta, sarebbero tornati nell'Impero sotto la sicura custodia del Principe.
    «Ovviamente, questo piano potrebbe anche rivelarsi controproducente per tutti, ed il Principe potrebbe usarci come tiro al bersaglio! In particolare, non è detto che riusciremo a trattenerlo abbastanza a lungo! Chissà, magari ci polverizzerà con una seconda onda, facendoci fare la fine che avrebbe fatto il Titanic se al posto dell'iceberg ci fosse stata un'onda anomala! In effetti credo ci sia una storia simile... In ogni caso, ci sono mille problemi e mille difficoltà con questo mio piano, ma ehi: almeno ci sarà da divertirsi!» continuò allegramente Nicolas, dipingendo un grande arco con le braccia.
    Esattamente! Il divertimento sarà assicurato, ma per me e mio fratello! Alla fine saremo noi i vincitori, e tutti gli altri perderanno... Com'è giusto che sia, per aver osato tanto nei confronti della mia famiglia!” si disse Esteban, mentre annuiva tra sé e sé. Il piano di Nicolas lo convinceva sempre di più, e francamente si meravigliava dell'intelligenza dell'Ibrido nei loro confronti. Forse, tutto sommato, l'aveva giudicato male al momento del loro incontro.
    «Senza contare che, anche se riuscissimo nel nostro intento, sicuramente il Principe non accetterebbe mai di affrontare Rayshin! Anzi, tutto il contrario! E' più probabile che, dopo aver sterminato noi ed aver preso voi a calci, se ne vada con i due fratelli verso lidi più allegri e soleggiati, il che è anche tecnicamente vero, dato che nell'Impero ora splende il Sole! Per cui presentargli davanti Rayshin, alla fine dei conti, non farebbe altro che segnare il nostro destino, piuttosto che salvarci!» aggiunse Nicolas, per poi concludere disegnando in aria una croce sul suo petto.
    Seguì un momento di silenzio generale, nel quale gli schianti delle navi manovrate dal Principe riecheggiarono più forti che mai e, forse, anche più vicini.
    Il primo a trovare la parola fu Emas, che borbottò: «Io... io credo di non avere ben capito lo scopo del tuo discorso. Perché stai spiegando tutte le sue f-», ma fu interrotto pressoché subito.
    «Questo sì che è un piano geniale! Complimenti a Nicolas per averlo sviluppato! E voi due che pensavate di cavarvela mandando Rayshin ad affrontare il Principe... Pff, quanto siete ridicoli» esclamò Esteban, avanzando verso l'Ibrido. Arrivato in prossimità, si voltò verso i due Dadoducchi e continuò: «La vostra era una missione suicida: chissà cosa sarebbe successo a mio fratello! Ma io non ho ceduto ai vostri disgustosi inganni, ed adesso Nicolas ha escogitato una strategia vincente!».
    «Dunque fammi capire bene... Tu sei d'accordo con la strategia elaborata da questo tizio?» domandò Delver, massaggiandosi le tempie con la mano destra. Emas, al suo fianco, lo stava fissando con un'espressione curiosamente accigliata.
    Esteban annuì: “Diamine, quanto sono lenti. Bisogna sempre spiegargli tutto... Per fortuna che Nicolas ha capito al volo!”. Sollevò il braccio destro ed indicò l'Ibrido sopra la sua testa, per poi spiegare: «Sono d'accordissimo! Preparatevi come volete e fate ciò che credete più giusto: non sarà certo un mio problema! E quando sarete sistemati, mettete pure il mio fratellone davanti al Principe! Vedrete come resterete delusi! Non ci sarà alcuno scontro, ah ah!».
    Nicolas balzò a terra, schiacciando alcuni dei frammenti del lampadario che aveva rotto con i suoi calci, ed appoggiò la mano sulla spalla di Esteban, mentre con l'altra afferrò il suo tomo. «Questo sì che è parlare, mio caro Esteban! Vedo che ci siamo perfettamente capiti, miei cari signori, e questa è già una gran bella cosa: significa che d'ora in avanti potrò dire che siete voi ad aver frainteso!» annunciò, per poi dargli due pacche sulla schiena. Saltellò fino alla finestra più vicina e, voltandosi, lanciò un cellulare in direzione di Emas, che lo afferrò al volo.
    «Io ed i miei soci lo tratteremo il più a lungo possibile. Voi cercate di preparare il vostro “campione” il più in fretta possibile, e fatecelo sapere! Anche perché, se non doveste collaborare, saremmo i primi ad attaccarvi! Ed ora io conosco pure la vostra posizione, dunque non avete modo di sfuggirmi... Oh oh oh, che predatore nato che sono!» dichiarò Nicolas abbassando la maniglia della finestra, per poi saltare sul bordo di quella una volta completamente aperta.
    «Aspetta! Dove avete portato Louis!? L'avevi detto!» intervenne Delver, puntando entrambe le mani verso l'Ibrido.
    Nicolas si grattò le antenne del cappello con fare pensieroso, per poi rispondergli: «Ah! Oh... Beh, io avevo detto che, se volevate sperare di rivederlo, vi conveniva lasciarmi libero. Ed in effetti questa mia dichiarazione ti ha dato un po' di speranza, no? Però io non ho mai detto che io avrei voluto dirvelo... Caspita, sei stato così presuntuoso da mettere i tuoi desideri sopra quelli di qualcun altro! Per cui, insomma... attaccati a questo e succhiarlo». Detto ciò, frugò nelle tasche frontali dei pantaloni ed estrasse una busta contenente un ghiacciolo alla fragola, che lanciò a Delver. Si voltò quindi di novanta gradi per evitare il flusso di fili che il Dadoducco gli scagliò immediatamente contro, e con una risata sparì nell'oscurità della notte.
    Come prima nessuno parlò, e passarono diversi secondi di silenzio assoluto.
    «Beh, che dire: è un tipo davvero simpatico!» commentò all'improvviso Esteban allegramente, per poi lanciare un'occhiata di traverso ai due membri dell'Ordine ed a Irene. «Adesso tocca a voi fare il vostro lavoro, no? Infondo era questo che volevate, per cui è meglio che il vostro piano fallisca nel migliore dei modi, altrimenti non vi perdonerò mai per avermi fatto perdere così tanto tempo!» disse ringhiando tra i denti, per poi stringersi le spalle con noncuranza e voltarsi.
    Emas inspirò con calma, e Delver commentò: «Seppur con un forte mal di testa, almeno abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Beh... suppongo che solo un pazzo possa far ragionare un pazzo».
    Esteban, nel mentre, aveva raccolto il gelato di Nicolas. Dopo aver aperto la confezione, lo leccò e, con un sorriso in volto, dichiarò: «Uhm... Gustoso!».


    E con questo finisce il capitolo, cari lettori.
    Siamo dunque in procinto di una straordinaria collaborazione tra l'Ordine e gli Ibridi per fronteggiare il Principe! E tutto per merito di Nicolas: quanti potenti e celebri diplomatici sarebbero riusciti a realizzare una simile alleanza? O, per meglio dire, in quanti ce l'avrebbero fatta dovendo convincere Esteban a collaborare? Soltanto una... mente come Nicolas avrebbe potuto sviluppare un piano d'azione tale da sembrare credibile anche ad Esteban.
    Adesso il bambino non ha che gustarsi il suo amato gelato mentre assiste alla realizzazione del suo piano (che poi sarebbe quello di Delver copiato e capovolto da Nicolas, ma lui è stato più che felice di farlo passare per suo) che comporterà la possibile distruzione di entrambi gli schieramenti. Ma andrà davvero così?
    Vi dico subito che dal prossimo capitolo entreremo nell'effettiva e diretta battaglia contro il Principe, per cui non avrete più tediosi capitoli di pianificazione ma capitoli di duelli che non sono bravo a strutturare! Spero dunque di rivedervi in questo climax della saga che, nel suo svolgimento e nella sua conclusione, svelerà molteplici misteri e verità sul passato di alcuni personaggi. Al prossimo capitolo, mi raccomando: buona serata :ciao: .
     
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