Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Buonasera cari lettori!
    Dunque, andiamo avanti con il Capitolo 57. Nello scorso abbiamo visto come il Principe dell'Acqua sia finalmente entrato in azione, proprio mentre sia l'Other che gli Ibridi stavano per contendersi il possesso dei due fratelli. La sua minaccia è tale da aver fatto immediatamente cessare le ostilità tra i due schieramenti, che adesso paiono molto preoccupati su cosa accadrà.
    Pertanto, cosa accadrà? Lo scopriremo assieme. Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 57 – MARE IN TEMPESTA

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 22:24 - New York, Other

    «Uhm... L'architettura di questo posto è decisamente noiosa. Del resto tutti gli stili, una volta visti, sono noiosi» commentò il Principe, mentre posava lo sguardo sulla facciata di una banca posta all'angolo dell'incrocio stradale alla sua destra.
    Da quando era arrivato in quella città nell'Other, inoltre, aveva trovato ben poco di interessante. Nulla lo aveva colpito, né negativamente né positivamente: i costumi e le usanze della gente erano monotoni e praticamente identici a quelli della corrispettiva nell'Impero; il cibo non era niente di eccezionale, forse con l'eccezione di qualche saporita bevanda effervescente nei primi due o tre sorsi; la struttura della città e la sua estensione erano decisamente inferiori rispetto alle grandi città imperiali come La Capitale, Finoma, Berlino o San Lasyrindesburgo; la Presidentessa Seref era sì stata gentile, ma allo stesso tempo non aveva brillato per originalità caratteriale, anzi sembrava essere soltanto un normale leader politico intenzionato a fare il bene del proprio popolo; gli incontri e le parate in onore agli accordi tra Impero ed Other erano stati alquanto pomposi e, allo stesso tempo, noiosi nella loro scenografia.
    Un altro periodo di grigiore in un'esistenza grigia. La coltre di stelle e la Luna piena sopra la sua testa, che in quel momento brillavano nel limpido cielo bluastro, non erano state capaci di trattenere la sua attenzione che per pochi secondi. Miglior risultavano avevano tuttavia ottenuto le colonne di fumo e di polvere sollevatesi dagli scontri che nelle ore precedenti avevano distrutto una certa parte della metropoli: osservandole dall'alto, pochi minuti prima, aveva constato che gli incendi e gli allagamenti erano stati alquanto artistici e carini alla vista, specie se travolgevano centinaia di persone senza che queste se ne accorgessero.
    Per sua immensa sfortuna non aveva però il tempo di ammirare quello spettacolo così inusuale, poiché Dinef lo aveva chiamato a rapporto.
    Il Principe ricordava ancora bene le parole di Dinef, quando questi era comparso all'improvviso mentre stava dormendo a mollo nella vasca da bagno: "La situazione rischia di sfuggirci di mano. Dobbiamo intervenire: vai e recupera i due Risebell con ogni mezzo". Pertanto, vestendosi con cura ed asciugandosi i capelli in modo tale da non presentarsi disordinato, era stato costretto a lasciare l'Ambasciata dell'Impero poco prima che questa venisse schiacciata dal crollo di uno dei grattacieli lì vicino. Togliendosi la polvere dagli stivali aveva visto, ad un centinaio di metri, Gaap iniziare un duello contro un uomo dall'aspetto bizzarro con cinque bracci di metallo in, gli era parso, Kesin. Probabilmente era stato uno di quei due a causare quel crollo, ma infondo quando si trattava di Gaap la distruzione era sempre dietro l'angolo.
    Dinef si era raccomandato di agire in fretta, asserendo inoltre che eventuali ritardi o fallimenti avrebbero suscitato le ire dell'Imperatore. Pertanto, piuttosto che dover poi anche solo essere in presenza di un Lasyrindes infuriato, il Principe era stato ben pronto a scendere in strada per trovare i due fratelli. Correndo aveva ispezionato nei minuti precedenti tutte le strade ed i vincoli di quella città, per quanto aggirò un enorme cratere in cui un vecchio armato di spada stava prendendo a pugni un essere dalla pelle nera e quattro disgustosi tentacoli.
    Per esclusione non gli restava che quel viale: non era più necessario correre, per cui decise di prendersela con tutta calma. Infondo non era più lungo di cinque chilometri, e se tra poco sarebbe dovuto andarsene tanto valeva dare un'ultima occhiata a quel posto.
    Con suo grande dispiacere una conosciuta voce squillante, a circa un chilometro di distanza, lo distolse da quella sua ricognizione architettonica: «Ehy, Nizlar! Datti una mossa, siamo qui!».
    Il Principe abbassò dunque lo sguardo e borbottò: «Oh diamine, quanto è fastidioso...», per poi annuire di rimando al lontano Esteban.
    Quel bambino iperattivo, fin dal suo arrivo alla Capitale, era decisamente stato una fonte inesauribile di fastidi e guai: forse per la sua mente controllata e dominata dai due Demiurghi, o forse perché già pazza di suo. In qualche modo Rael era stato capace di convincerlo a presentarsi all'Imperatore, ma nessun altro aveva avuto altrettanto successo: si era fatto beffa dell'esuberanza e dei gusti della povera Tinari; aveva liquidato subito come idiota lo sfortunato Aion; non aveva intaccato in alcun modo la fredda rigidità di Dinef, per cui i due si ignoravano ogni volta; obbediva a Lasyrindes unicamente per cieco terrore che questi lo fulminasse nuovamente scagliandolo fuori dalla finestra, come aveva fatto volta che aveva rotto la sua preziosa collezione di peluche in bottiglia. Neppure con lui era stato normale, dandogli del pigro e dello svogliato cronico.
    Ma infondo era sempre stato Rael quello abile con i bambini, come era l'unico per il quale Esteban avesse una certa forma di rispetto che non venisse dalla paura. Ecco perché si era opposto, settimane fa, alla decisione di Lasyrindes di mandare lui con il bambino nell'Other: Rael di certo sarebbe stato più interessato e più professionale, e lui allo stesso tempo avrebbe avuto giorni liberi per dormire tranquillamente.
    Non aveva tuttavia il tempo per lamentarsi con sé stesso di come il mondo non volesse lasciarlo in pace, per cui sollevò la mano destra e gridò: «Sto arrivando, non preoccuparti! Nel mentre, perché non vieni più avanti tu?». "In questo modo avrò meno passi da fare!" pensò, sorridendo al pensiero di limitare sforzi inutili.
    La risposta di Esteban non arrivò, poiché uno stridulo sibilo nell'aria la coprì: un istante dopo il Principe si ritrovò a dover afferrare con la mano un paio di fili che, nel loro tragitto, avevano tranciato di netto la strada davanti a loro. Lo spostamento d'aria dovuto al loro attacco precedette il crollo dello spazio davanti a lui, che finì nei parcheggi sotterranei di New York in un fragore assordante.
    Soltanto allora si accorse che, oltre ad Esteban ed a quello che sembrava essere Rayshin, dietro di loro c'erano due gruppi di persone: il primo era costituito dai membri dell'Ordine di Yeni Aci, con alla testa due giovani uomini di cui uno, con una lunga treccia, gli aveva mosso contro quell'attacco; l'altro era costituito da persone che non gli dicevano nulla, ma che indossavano tutte bizzarri costumi ed avevano in mano armi in metallo nero. «Oh, altre persone. Suppongo dovrò occuparmi di loro... che barba!» commentò il Principe, tirando poi a sé i fili e strappandoli di netto.
    Ignorando il mormorio di stupore che si era sollevato, a quell'azione, tra i membri dell'Ordine, e l'imprecazione dell'uomo con la treccia, il Principe osservò incuriosito i fili che gli erano rimasti in mano: «Uhm... Notevole, non si tratta né di stringhe di metallo né di qualsiasi altro materiale. Un allineamento di puri atomi raccolti l'uno sull'altro, sottile circa un millimetro ma potente a sufficienza da sbriciolare e distruggere qualunque cosa con cui entri in contatto: da semplice cemento fino anche, in numero, stelle e pianeti. L'Ordine ha davvero risorse affascinanti...». Strinse poi la mano, ed i due fili si dissolsero nulla: «... per quanto non sia nulla di davvero impressionante».
    Il gruppo dell'Ordine, allora, si mise in moto: una giovane donna prese con sé sia Esteban, che la insultò pesantemente, e Rayshin, portandoli dietro la folla e sparendo dalla sua vista; gli altri invece si dispersero in diverse direzioni materializzando i loro Duel Disk.
    "Uhm, penso vogliano scappare piuttosto che affrontarmi... Da quando sono così codardi?" rifletté il Principe, per poi puntare in direzione dell'uomo con la treccia la sua pistola destra: una rivoltella in metallo argenteo, con una canna lunga circa venticinque di centimetri decorata da motivi simili ad onde marine in Kesin, poi raccolti fino ad avvolgere interamente l'impugnatura, lasciando così libero il cilindro a sei cartucce in metallo trasparente.
    Presse il grilletto, ed il cane della rivoltella sparò il primo colpo, per quanto nel cilindro non ci fosse alcunché distinguibile. In quello stesso momento l'uomo con la treccia allungò la mano destra davanti a sé, formando una rete di fili che accolse il proiettile prima che potesse colpirlo: questo brillò per un secondo, per poi disperdersi nell'aria in piccole gocce d'acqua.
    «Oh, a quanto pare riescono a rivaleggiare con la velocità dei miei attacchi... Che questo faccia di loro degli umani di luce?» osservò sorpreso il Principe: forse aveva trovato, dopotutto, qualcosa di vagamente interessante in quella giornata. Certo, non mancò di osservare con la rete di fili creata da quell'uomo si ruppe poco dopo il suo proiettile, ma che fosse stata così rapida nel pararlo era quanto meno apprezzabile.
    «Dopo dovrò complimentarmi con lui...» iniziò a decidere il Principe, per poi interrompersi quando, girando di novanta gradi, evitò il colpo di un gigantesco martello di quel materiale nerastro. Un omaccione il cui corpo era coperto da una serie di lame che, toccandosi tra di loro, si penetravano a vicenda come se il loro metallo fosse liquido, commentò: «E' di questo che dovremmo aver paura!? Proiettili di acqua? Ma per favore!», e sollevò nuovamente il suo martello per mirare un colpo discendente verso la testa del Principe.
    Non fu tuttavia veloce come l'altro uomo, poiché il secondo proiettile sparato dal Principe lo colpì alla testa: nessuna ferita esterna, nessuna goccia di sangue, nessuna crepa nell'elmo con delle enormi corna taurine, e tuttavia il suo corpo si dissolse in polvere. A tale spettacolo tutte le altre persone in costume attorno a lui si fermarono, ammutolite e bianche dal terrore in viso.
    «Uhm... Questo metallo mi sembrava famigliare. Sembra Kesin, per quanto manchi in sé di capacità offensive. Che sia sintetico?» domandò il Principe osservando il martello. Spostando lo sguardo su quelle persone in costume aggiunse: «L'aspetto di quel tizio ed il suo martello mi ricordano molto quello degli Sfidanti Eroici che tempo fa invademmo... Ed anche voi sembrate essere del Dunyakat, per quanto in realtà siete umani. Cosa siete? Incroci interdimensionali? Ibridi?».
    Per tutta risposta quel gruppetto fuggì, cercando di tornare dai loro compagni che, decisamente più saggi, erano rimasti lontani. Il Principe sbuffò e sparò il terzo proiettile: il gruppetto di Ibridi si dissolse in polvere nello stesso istante, lasciando nient'altro che le loro armi in Kesin sintetico a terra.
    Alcuni bambini in costume gridarono spaventati, mentre una giovane ragazza dai tratti demoniaci e le ali da pipistrello si portò disgustata la mano alla bocca. Avanzando verso di loro il Principe non poté sopportare i loro sguardi terrorizzati, così noiosi nella loro disperazione, e cercò di rassicurarli: «Non temete, non ho fatto alcuna stregoneria oscura. E' solo che, purtroppo, in questo mondo io domino i liquidi e l'acqua: poiché i corpi dei vostri compagni contenevano sangue, mi è bastato commutare anche le loro cellule e tutto ciò che componeva il loro corpo in acqua e dissolvere i loro atomi. Se è il dolore che vi preoccupa non preoccupatevi, i miei proiettili di acqua non perforano i corpi ma li penetrano senza arrecare danno, per poi distruggerli dall'interno: pertanto qualunque sia la vostra resistenza, un'armatura di diamanti o un universo intero, è inefficace. Siete più rilassati, adesso?».
    «Decisamente, bastardo!» rispose una voce proveniente dal centro del gruppo di Ibridi. Una figura dai tratti umani, ma composta da un vortice di venti e fumo fece capolino a pochi metri dal Principe, dichiarando: «Hai bisogno di acqua per colpire, dunque? Ridicolo! Io ho un corpo etereo, immateriale! Ficcati i tuoi proiettili d'acqua nel culo, perché con me sono inefficaci!», per poi lanciargli contro due chakram in Kesin sintetico con le lame decorate da affilati spuntoni.
    Portandosi entrambe le pistole davanti al viso il Principe respinse l'attacco, scagliando via i due chakram commentando: «In effetti è pur sempre Kesin, per quanto sintetico. Non posso distruggerlo, per cui mi limiterò a distruggere te», e puntò contro quella figura eterea la sua pistola sinistra. Si trattava di una rivoltella identica in tutto e per tutto all'altra, ma in questa le decorazioni in Kesin lasciavano libera l'impugnatura ed avvolgevano l'intera canna.
    Sparò un colpo, ed un proiettile azzurro attraversò l'Ibrida per poi disperdersi in gocce dopo pochi metri. «Allora? Tutta qui la forza dei grandi Principi dell'Impero? Nient'altro che una pistola ad...» cominciò a deriderlo l'Ibrida, ma poi scorse quello che avrebbe dovuto essere il suo braccio: una serie di strisce d'acqua si stavano allungando, come vene, all'interno del suo corpo, ed avevano come epicentro la zona dove il proiettile l'aveva colpita.
    «Sei immateriale, mi hai detto. Magari sarai anche uno spettro, ma non ha importanza. La mia stessa presenza genera acqua, pertanto non mi serve che tramutare la tua presenza in un liquido o immettere questo al tuo interno riscrivendone la struttura molecolare: sarai pure immateriale, ma finché esisti non è un problema. Adesso che hai dell'acqua dentro di te puoi immaginare cosa succederà?» le chiese il Principe, per poi puntare davanti al suo viso la pistola destra.
    L'Ibrida urlò e si allontanò a gran velocità, ma prima che il suo grido potesse finire il proiettile della rivoltella l'aveva già distrutta. «Almeno io ci sono andato leggero. Se ci fosse stato Rael chissà cosa avrebbe fatto con quel corpo etereo... Dovrò chiederglielo» borbottò il Principe, per poi posare lo sguardo sul restante gruppo di Ibridi.
    Li fissò per qualche secondo, e dichiarò: «Non siete niente di che. Ho compiti molto più importanti che stare a giocare con voi», per poi salire con un paio di balzi in cima al grattacielo davanti a loro.
    Guardando la metropoli sotto di sé scosse la testa con disappunto: quegli esseri in costumi assurdi si erano rivelati alquanto fallimentari come avversari, inferiori alle sue aspettative sotto diversi aspetti. Appena visti aveva avuto l'idea di indagare sulle loro caratteristiche e su quali fossero le loro origini, dato che sembravano legati sia al mondo terrestre che a quello del Dunyakat, ma chiaramente non potevano che deluderlo, come tutti i suoi avversari del resto.
    Al contrario, non vedeva l'ora di vedere nuovamente i fili di quell'uomo con la treccia, ma per far ciò avrebbe dovuto portarlo allo scoperto, e di certo lui ed i suoi compagni dell'Ordine si erano probabilmente rifugiati in qualche posto. Per cui doveva cancellare la noia di quegli Ibridi e stanare i membri dell'Ordine: due compiti che, tuttavia, poteva risolvere con facilità.
    Infondo all'Imperatore non importava che recuperare i due fratelli, mentre non aveva interesse per le condizioni dell'Other: poteva dunque considerare, almeno in quell'occasione, revocato il suo divieto di poter combattere liberamente. Ancora più importante, se fosse riuscito in quella missione chissà come Lasyrindes lo avrebbe ricompensato: forse gli avrebbe anche dato una pacca di incoraggiamento sulle spalle. "Sì, renderò orgoglioso il Sommo Lasyrindes!" si disse, abbozzando anche un sorriso sul volto mentre sollevava al cielo entrambe le mani.
    Un rumore sordo scosse l'intera metropoli, ed alle sue spalle l'acqua al largo di New York si sollevò per centinaia di metri verso il cielo, trascinando con sé navi mercantili ancorate nel porto e navi di turisti arrivate per la Parata della Pace. Il Principe udì sotto di sé le grida e le imprecazioni di quel gruppo di Ibridi, ed allora abbassò le mani: in quello stesso momento la montagna di flutti bluastri si abbatté su New York.
    Decine di palazzi, di strade e di materiali vennero distrutti nelle prime centinaia di metri dalla costa, mentre l'acqua travolgeva le costruzioni più piccole finendo per toccare gli ultimi piani dei grattacieli più alti. Gli impianti elettrici esplosero uno dopo l'altro, generando ondate di scosse per decine di metri ed illuminando le profondità di quella nuova città sommersa, proiettando così inquietanti riflessi verso il cielo notturno ed i tetti dei palazzi. Nessun grido umano, tuttavia, rispose a quel maremoto, dato che tutti i presenti erano ancora in quel bizzarro stato di torpore ipnotico, ma almeno nessun suono sgraziato gli tormentò le orecchie.
    Un vantaggio non indifferente, infondo.

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    «A quanto pare il Principe Nizlar ha deciso, una volta tanto, di impegnarsi. Come reagirà l'Imperatore? L'Other di certo lo considererà un atto di guerra, e l'Imperatore ha altri pensieri più urgenti al momento» domandò il Ministro Isroth, osservando le correnti di acqua marina che, a qualche decina di metri sotto il tetto del palazzo dove si trovava, correvano per le vie di New York.
    «Oh, eventi di così bassa entità di certo non lo toccheranno. Ma infondo è meglio così, agiremo indisturbati senza arrecargli alcun fastidio per queste... sciocchezze burocratiche» gli rispose il Principe Dinef, al suo fianco.
    Isroth sbuffò e, fissando il suo bastone da passeggio, commentò: «Tuttavia non posso fare a meno di pensare a quanto la cosa sia rischiosa. Che cosa accadrebbe, se fallissimo?».
    A quel dubbio Dinef rise di gusto: una risata che, da sempre, faceva scorrere un brivido di paura lungo la schiena del Ministro, nella sua finta umanità che strideva con il tono freddo ed inespressivo con cui era posta. «Fallire, mio caro Isroth? Non direi, ci siamo preparati per anni a questo evento... Anzi, lo abbiamo preparato. Questo è il primo passo del piano per celebrare la forza e la potenza del Sommo Lasyrindes su ogni cosa: ecco perché è necessario che Nizlar agisca! Ecco perché è necessario che Rayshin ed Esteban intervengano contro di lui! Ecco perché li abbiamo fatti incontrare: tutto a questo scopo, tutto!».
    Dietro di loro Iolos guardava, in silenzio, le stelle in cielo.


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Dunque, so cosa mi direte. "Ma Xivren! Due settimane e ci offri un capitolo così corto?", ed avete anche ragione, ma lasciatemi spiegare. In primo luogo agli impegni scolastici cui accennavo se ne sono aggiunti altri privati, facendomi perdere molto tempo che invece doveva essere destinato alla storia; in secondo luogo la parte cui feci cenno alla fine dell'altro capitolo, sul legame tra Elsmay ed il Principe, alla fine ho deciso di metterla per intero nel prossimo, in modo tale da renderla unita e non spezzata in due. Per cui la parte "mancante" in questo capitolo la troverete nel prossimo, tranquilli :asd: .
    In ogni caso è successo quello che Zadkal aveva ironicamente previsto: il Principe ha deciso di stanare direttamente i due fratelli ed i membri dell'Ordine senza perdere tempo in atti di combattimento, tattiche e strategie che hanno invece dominato il conflitto tra questi e gli Ibridi. No no, ha preferito lanciare un vero e proprio "tsunami" sulla metropoli, dopo aver preso a calci alcuni Ibridi come sport. Così abbiamo anche visto di cosa è effettivamente capace, cioè di modificare a suo piacimento materia, forze e leggi fisiche sfruttando il suo illimitato controllo dell'acqua, ed allo stesso tempo attaccare ad una velocità talmente enorme da non lasciare scampo ad Ibridi sprovveduti.
    Il suo attacco che effetti avrà avuto su Delver, Emas e compagni? Gli Ibridi saranno annegati? Che cosa pianifica Dinef tra il Principe e Rayshin ed Esteban, e perché ha dichiarato che tale obiettivo è direttamente legato alla gloria ed al benessere dell'Imperatore?
    Per le risposte a queste domande attendete il prossimo capitolo, in cui Elsmay arriverà a fronteggiare il Principe, rivelando il passato che è intercorso tra i due, ed un nuovo, decisivo duello inizierà. Un duello che da solo potrebbe decidere le sorti del mondo e della realtà.
    Per sapere chi prenderà parte a tale duello vi aspetto tra due settimane con il capitolo 58. Fino ad allora, buona serata cari lettori :ciao: .

    P.S. Per coloro che li apprezzano non temete, né Gren né Gaap sono affogati :asd: . Ed il loro duello continuerà.
     
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