Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    Buonasera cari lettori, rieccoci al capitolo della settimana. O meglio, che doveva essere della settimana scorsa, ma siccome ho una vita sociale talmente tranquilla che devo occupare tutta la domenica sera per ragioni personale, purtroppo posso pubblicare solo oggi.
    Allora, come vi avevo detto in questo vedremo in azione i combattimenti che si sono tenuti mentre noi eravamo concentrati su Rayshin ed Esteban. Cominceremo da Delver VS Fari per poi passare momentaneamente a quello Louis VS Nicolas: gli scontri non finiranno nel capitolo di oggi ma nel prossimo, in cui farà la sua comparsa anche il vero antagonista di questa saga.
    In effetti a tal proposito la volta scorsa vi avevo detto che oggi il capitolo sarebbe dovuto essere “LA RICERCA SUL CAMPO DEL DOTTOR GREN”, ma mentre scrivevo il successivo mi sono accorto che, per pura questione di ordine e di chiarezza, era meglio mettere l'ultima parte sul Dottor Gren nel prossimo capitolo, in modo tale che fosse effettivamente incentrato su di lui.
    Per cui in questo assisteremo solo agli scontri, che per quanto non abbiano una funzione strettamente legata alla trama come gli sviluppi dei due fratelli penso siano comunque interessanti almeno per rendere l'idea che gli altri personaggi non si sono girati i pollici nel mentre :asd:
    Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 51 – L'ASSALTO DEGLI IBRIDI

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 18:30 - New York, Other

    "Ah ah ah! Che spasso!" esclamò divertito Delver, con un sorriso estasiato in volto.
    Il Dadoducco dell'Ordine di Yeni Aci si trovava in quel momento a qualche metro da terra, ed aprendo entrambe le braccia una moltitudine dei suoi fili fuoriuscì dalle sue maniche emettendo un forte sibilo nell'aria. Delver scagliò i suoi fili, raccolti in fasci più o meno spessi, come proiettili verso il basso, ed ogni volta che questi impattavano con il terreno emettevano un rumore simile a quello di uno sparo, spaccando la terra e le pietre con enorme precisione.
    L'attacco dell'uomo però era mirato, e concentrato, su Fari, l'Ibrido del Dottor Gren. Il ragazzo allora abbassò il busto e, facendo pressione sulle gambe, spiccò un balzo verso l'alto: in questo modo riuscì ad evitare i fili diretti al suo petto, ma immediatamente vide altri fili staccarsi dai fasci ai suoi lati e mirare di nuovo a lui. L'Ibrido dunque balzò da un fascio di fili all'altro in modo tale da cambiare continuamente la sua posizione ed impedire ai fili di raggiungerlo.
    In pochi secondi Fari raggiunse Delver, e compiendo una piroetta su sé stesso sferrò un calcio verso il collo del Dadoducco, sfruttando anche la velocità che aveva ottenuto in quel percorso ad ostacoli. Ciò che però non aveva previsto fu che la sua gamba impattò contro un reticolato di fili apparso al fianco di Delver, che così facendo riuscì a proteggersi dal colpo di Fari. L'uomo sghignazzò e schioccò le dita della mano destra: immediatamente i fili che costituivano il reticolato si aprirono avvolgendo completamente la gamba di Fari.
    L'Ibrido guardò impassibile la mossa di Delver, ma i suoi occhi ebbero un tremito quando Delver sollevò velocemente il braccio destro per poi riabbassarlo subito dietro di sé: in quel momento i fili che bloccavano il ragazzo si mossero con il braccio, con il risultato che Fari si ritrovò a precipitare a terra venendo scaraventato con forza in mezzo agli alberi del parco. Il Dadoducco, mentre ricadeva a terra con eleganza, staccò i fili che avevano imprigionato Fari, mentre ammirava la nuvola di polvere ed il cigolio del crollo degli alberi causati dal suo attacco.
    La sua contemplazione però fu bruscamente interrotta quando un pino, precedentemente caduto a seguito dell'impatto, fu sbalzato con forza di lato, crollando con un sonoro tonfo mentre da sotto di esso Fari si rialzava: il ragazzo si pulì la tuta nera dalla terra che l'aveva macchiata, ma non presentava alcun danno sul corpo. "Umpf... Sei un marionettista interessante, ma non sei ancora degno di meritare un burattino come me!" osservò non senza ironia l'Ibrido, mentre piegando la testa sia a sinistra che a destra fece scricchiolare le ossa.
    "Modera i termini, caro mio "Ibrido perfetto"... Io miro a marionette interessanti, non volgari burattini con solo metà del corpo: c'è una notevole differenza tra i due e ci tengo a sottolinearla! Anche se devo proprio ammettere che tagliarti il corpo a metà non mi dispiacerebbe!" gli rispose offeso Delver, mentre allungava le braccia ai lati sollevando i suoi fili da terra.
    Fari lo guardò confuso per un istante, come se non capisse i discorsi su burattini e marionette dell'avversario, ma poi con uno sbuffo imitò il movimento di Delver. L'uomo vide qualcosa muoversi verso il basso sotto le maniche dell'Ibrido per un istante, e l'istante dopo Fari brandiva due asce da battaglia, entrambe con un manico di media lunghezza interamente in Kesin nero. La lama, anch'essa nello stesso materiale, era curva e rivolta verso il basso, ma estremamente affilata ed incisa verso il manico con motivi a forma di rombo.
    L'Ibrido sollevò entrambe le asce facendole roteare lungo i fianchi, per poi scattare in avanti: Delver ebbe appena in tempo di indietreggiare prima che Fari calasse entrambe le armi verso il basso, spaccando con forza la roccia senza problemi. Successivamente l'uomo, stringendo i denti, chiuse la mano sinistra portandola indietro: immediatamente un gruppo di fili si sollevò da terra e, come lame sottilissime, si mossero per colpire Fari alle spalle. Il ragazzo però, con i suoi riflessi, si abbassò a terra compiendo una giravolta sul fianco sinistro, ed evitò i fili che gli passarono sopra; un secondo dopo Fari scattò di nuovo in piedi e sferrò un colpo, usando il rilievo del cuneo di una delle sue asce.
    L'attacco di Fari colpì il braccio destro di Delver all'altezza della spalla: nell'aria si udì il rumore di ossa spezzate ed un mugolo di dolore dell'uomo, che chiuse per qualche secondo l'occhio destro imprecando tra i denti.
    Fari però non perse tempo e sollevò la seconda ascia senza ritirare la prima, continuando a premere contro il danno inferto, e con un luccichio negli occhi si apprestò a calarla: Delver però si riprese e, muovendo con evidente dolore le dita del braccio destro avvolse con alcuni suoi fili il braccio in movimento dell'Ibrido: questi si aspettava che l'uomo bloccasse di nuovo il suo attacco, come avvenuto poco prima, ma con sua stessa grande sorpresa Delver sfruttò a suo favore la forza e la velocità del suo colpo semplicemente costringendolo a girarsi di centoottanta gradi, dandogli così le spalle.
    Mentre Fari era incapace di fermare il suo colpo, che ora avrebbe colpito il vuoto, Delver alle sue spalle sollevò la gamba e gli sferrò un calcio sul gomito, tirando il braccio con i fili usati poco prima: stavolta furono le ossa dell'Ibrido a rompersi con un sonoro schiocco, e per quanto egli non emise alcun suono il suo corpo venne attraversato da un brivido. Nel momento in cui Delver richiamò i fili che serravano il braccio rotto di Fari, quest'ultimo subì la forza del colpo e venne scagliato a diversi metri di distanza, sparendo dalla vista in mezzo agli alberi e rumori di legno e roccia che si spezzavano.
    L'uomo allora guardò il suo braccio e, con un sorriso di sfida, sussurrò: "Meglio prendere qualche precauzione, prima di passare al secondo atto dello spettacolo!", e detto ciò indietreggiò con balzi nell'oscurità del parco, nascondendosi.
    Sul luogo dove Fari era stato scagliato il suo corpo giaceva appoggiato di schiena su una grande roccia grigio-azzurra posta come decorazione: la testa era stata fracassata dall'impatto, e giaceva piegata immobile innaturalmente sul fianco sinistro. Il braccio rotto, piegato verso l'esterno, si mosse e, contorcendosi in un rumore di carne e muscoli che si riparavano, tornò al suo posto come nuovo. Il ragazzo allora si portò entrambe le mani alla testa e, sollevandola, con un sonoro "crac" se la rimise a posto. "Uhm... Sto cominciando ad annoiarmi..." mormorò quasi con tristezza mentre, rialzandosi, prendeva in mano le sue asce e si dirigeva al seguito di Delver.

    ---


    Ore 19:15 - New York, Other

    Nicolas si ergeva in piedi, in perfette condizioni, in mezzo a decine di lance d'ossa piantate nel terreno attorno a lui, e si portò al naso un fazzoletto rosa decorato con girasoli dorati. "Accidenti, non sono propriamente sicuro che queste cose siano pulite! Infondo le hai espulse tu dal tuo corpo... Non è che provi piacere nello spargere i tuoi escrementi?" chiese l'Ibrido con visibile disgusto negli occhi.
    Davanti a lui vi era invece Louis: il membro dell'Ordine, che aveva circa la stessa età ed costituzione del suo avversario, per quanto privo di danni ansimava con fatica, la fronte ed il viso madidi di sudore. Alle sue spalle il parco era caratterizzato da molti alberi tagliati a metà e quindi caduti a terra, alcuni ancora con lame d'ossa piantante nella corteccia, mentre altri invece erano scomparsi per metà lasciando solo sagoma fumante.
    "Anf... Come... Come fai a schivare sempre i miei attacchi?" chiese Louis, passandosi una manica dell'uniforme dell'Ordine sulla fronte.
    Nicolas gli sorrise e frugò dentro la sua giacca da prestigiatore: ne uscì con una decina di buste di carta strette tra le dita di ciascuna mano, ed esclamò: "Oh, ma che gusto ci sarebbe nel dirti la verità? E' invece il momento di un bel quiz a premi chiamato "Indovina il potere che non riesci ad indovinare!": funziona così, scegli una delle seguenti buste ed io l'aprirò... Se la risposta sarà...", ma non riuscì a finire la frase.
    Louis aveva gonfiato le guance e, soffiando, rilasciò un getto di uno strano liquido giallastro, diretto verso Nicolas: l'Ibrido con uno sbuffo lanciò in aria le buste e si mosse con estrema precisione da un lato all'altro, talvolta abbassandosi o saltando, evitando così il getto dell'avversario. Il liquido giallastro colpì le lance d'ossa senza causare danni, ma quando toccava il terreno o un albero lo sciolse in pochi secondi, riducendoli in un solco fumante mentre venivano corrosi.
    Louis interruppe l'attacco inefficace, mentre Nicolas dal canto suo con un movimento di spalle fece scendere il suo cilindro dal braccio fino alla mano, sollevandolo per raccogliere tutte le buste mentre ricadevano a terra. L'Ibrido dunque vi frugò all'interno e vi estrasse un cartellino bianco contrassegnato da una "X" rossa, mentre spiegava: "Ahi ahi ahi, signor Louis, mi è caduto sui succhi gastrici!".
    "Basta prendermi per il culo! Pensi di essere divertente con questo comportamento da buffone?" sbottò con i nervi a pezzi Louis, inveendo contro il suo avversario con rabbia.
    "Sì!" gli rispose con un largo sorriso Nicolas, girando il cartellino che teneva in mano e mostrando la scritta a caratteri verdi "YES!".
    A quel punto Louis con un grido di esasperazione si avventò con un salto su di lui, mentre qualcosa sotto la sua uniforme, all'altezza delle spalle, cominciò a contorcersi: cominciando dalle semplici falangi due braccia ossee spuntarono dal suo corpo, per poi essere subito ricoperti da muscoli, tessuti, cellule ed infine dalla pelle.
    L'impatto causò un cratere che sollevò una gran nube di polvere, nella quale Louis si voltò subito verso Nicolas cercando di colpirlo con quattro differenti pugni: nessuno dei suoi colpi andò a segno, mentre l'avversario li schivava tenendo tranquillamente gli occhi chiusi. Neppure quando Louis creò da ogni mano una lama d'ossa riuscì a colpire Nicolas, che continuò a schivare senza problemi. Anzi, il prestigiatore balzò con un salto sopra le lame di Louis e, una volta arrivato in alto, con un colpo di tallone colpì la nuca di Louis, facendo perdere a questi l'equilibro e causandone la caduta in avanti.
    "Merda!" esclamò Louis cadendo a terra, per poi subito rialzarsi spingendosi con le quattro braccia ed allontanandosi, guardingo, da Nicolas. "Assurdo! Non solo non riesco a colpirlo, non cerca neppure di guardare i miei attacchi! E' come se riuscisse a prevedere le mie mosse... Ma uno come lui non può avere una tale predisposizione per lo scontro!" ragionò in fretta Louis, mentre le braccia supplementari gli rientravano nel corpo attraverso i fori dell'uniforme.
    Nicolas si voltò verso di lui e, dopo averlo guardato per qualche secondo, sbuffò affranto: "Uffa, uffa e ancora uffa! Detesto quando le persone con cui interagisco assumono quell'espressione confusa e stupita in volto... Mi fa quasi sembrare perfettamente sano di mente! Per togliertela ti spiegherò tutto...". Detto ciò disegnò con il braccio sinistro un arco nell'aria, e dal nulla gli apparve davanti al volto un tomo aperto, con la copertina nera priva di titoli e decorata con incastri di Kesin nero.
    "Vedi anche tu questo libro volante? Sì? Bene, allora non ho le allucinazioni, non ancora almeno... Comunque, questo simpatico libro mi fornisce tutte le informazioni che desidero sul futuro, vedi?", e detto ciò mosse con il braccio il tomo verso Louis.
    Il membro dell'Ordine guardò il libro e notò che la pagina di sinistra era l'unica scritta, ed aguzzando lo sguardo vi lesse in successione: "FACCIO APPARIRE A MEZZ'ARIA IL LIBRO, TEMENDO DI ESSERE PREDA DA ALLUCINAZIONI – SPIEGO AL TIZIO QUI DAVANTI COME FUNZIONA IL SUO POTERE E GLIELO MOSTRO – LUI LEGGE E SI CONFONDE ANCORA DI PIU'", per poi fermarsi all'improvviso a mezza pagina.
    Nicolas allora schioccò le dita ed il tomo si chiuse con un tonfo, sparendo poi di nuovo, mentre continuava: "Ho una visione a trecentosessanta gradi su ogni avvenimento futuro, e tutte le informazioni che desidero appaiono su questo libro, che le trasmette con largo anticipo al mio cervellino... Per esempio, se volessi sapere quale sarà il tuo prossimo attacco, o quale sarà il tuo prossimo discorso, o chi sarà il prossimo in questa metropoli a starnutire: tutto questo può comparire secondo la mia volontà sul libro, adesso!".
    Louis ascoltò allibito quel potere, per poi riprendersi dopo un momento iniziale di scena muta e ribattere: "Ma... Ma gli Ibridi possono far sfogo dei loro poteri soltanto dalla Liberazione del Primo Sigillo in poi! Tu non hai fatto niente di tutto questo, durante il nostro incontro!".
    L'Ibrido scoppiò a ridere a crepapelle, piegandosi persino in due in avanti con le braccia sullo stomaco, per poi rispondergli: "AH AH AH! Ohi ohi ohi, non sono pronto per tali frasi comiche, devo prepararmi a dovere! Suvvia, mio caro Louis, io e te siamo Ibridi particolari, diversi dagli altri: nel mio caso, siccome non sono propriamente uscito con il marchio di fabbrica certificato al 100%, la forma non alcuna importanza! I miei poteri non richiedono necessariamente di trasformarmi per attivarsi: posso anche usarli nel mio aspetto normale, anche perché non voglio diventare un brutto mostro coperto da una tunica nera con scheletri... Eccetto che ad Halloween e vincere, oltre al premio per il miglior costume, anche un sacco di dolci! Capisci, cosa voglio dire? Neppure tu, che sei un Ibrido, ti trasformi...".
    "Non osare mai più paragonarmi a voi! Io non sono un Ibrido, non sono come voi che vi fate manovrare da quel bastardo di Gren! Tu e tutti gli altri siete solo pupazzi nelle sue mani, fantocci senza nome che verranno sostituiti alla prima occasione... Io invece sono Louis, Maestro dell'Ordine di Yeni Aci, e sottoposto del Sommo Delver!" gridò infuriato il membro dell'Ordine, ritornando all'attacco con più vigore e furia di prima.
    Nicolas sospirò sconsolato mentre schivava, come prima, gli affondi dell'avversario, mentre commentava: "Suvvia, non ti sembra di esagerare un pochetto? Ok, forse Gren sarà un fanfarone pieno di sé con la puzza sotto il naso pieno di complessi di inferiorità nei confronti del resto del mondo, ma ti posso garantire che... Nah, scherzo, hai ragione: è un gigantesco bastardo, ma non è questo il punto! Specie detto poi da te, che sei stato il suo primo pupazzo!". Sottolineando in particolare quell'ultima parte del discorso sul volto di Nicolas si fece largo un sorriso estremamente sadico, mentre i suoi occhi violetti brillarono.
    "Zitto! Zitto! Io non sono mai stato il suo pupazzo! Io ero... io ero..." cominciò a dire Louis, per poi bloccarsi all'improvviso. In quel momento gli ritornarono alla mente alcune parole, parole lontane e risalenti ad anni e anni fa dette da un individuo con il volto nascosto da folti capelli castani ma che lasciavano vedere un caldo sorriso: "Ti ringrazio, Louis... Tu sei la persona più cara che io abbia mai avuto: sei come un figlio, un figlio che mi ha salvato la vita più volte...".
    Immediatamente però quella scena calorosa e famigliare svanì dalla sua mente, lasciando posto ad una porta aperta su una stanza nell'oscurità, e la stessa voce di prima che ora gridava infuriata: "Chi se ne importa di lui! Louis ormai mi serve solo per il suo corpo e le sue abilità... Non mi è più di alcuna utilità: per cui portatemelo immediatamente, ora!".
    Il ricordo però svanì quando Nicolas, sfruttando l'attimo di debolezza del suo avversario, afferrò il braccio di Louis e lo sollevò in aria, facendogli pressione da sotto e facendolo cadere con forza a terra di schiena. Il membro dell'Ordine tossì, mentre Nicolas gli schiacciò il ginocchio destro sullo stomaco e gli bloccava le braccia, avvicinandosi sussurrante: "Eri soltanto un pezzo di ricambio, sfruttabile fino a quando potevi essere sfruttato e poi, quando inutile, sostituito! E' questo che volevi dirmi, vero? E' per questo motivo che sei fuggito da Gren, vero? E' per questo motivo che sei caduto nella disperazione più nera, vero? Vero? ".
    "NO! Non è andata così... Io... io me ne andai perché non potevo più seguire una persona del genere! Chi mai resterebbe con un essere che è pronto ad ucciderti nel letto, nemico o amico che sia?" tentò di difendersi Louis, evidentemente agitato e tremante, ma non si accorse neppure di aver dato involontariamente ragione a Nicolas.
    L'Ibrido, infatti, sempre sorridendo, si avvicinò sempre di più e gli chiese semplicemente: "Te ne sei andato perché non potevi più seguirlo, o perché infondo non avresti mai voluto seguirlo?".

    ---


    Ore 19:22 - New York, Other

    "Uff... Nient'altro da offrirmi, marionettista?" borbottò Fari, mentre con un rapidissimo movimento della sua ascia destra tagliava al petto l'uomo davanti a lui.
    Alle sue spalle vi era una scia di cadaveri di esseri umani, tutti stesi a terra con il corpo finito sempre con un solo colpo di ascia al petto o sulla schiena. Davanti a lui invece centinaia di uomini e donne avanzavano armati di mazze, tubi, coltellini e quant'altro: non si muovevano di volontà propria, ma camminavano immobili con lo sguardo fisso nel vuoto e regolarmente come macchine.
    "Non ti piacciano le marionette che ti ho mandato contro? Infondo siete stati voi a rendere così gli abitanti di New York, no? Grazie a voi mi è ancora più facile controllarne non solo i muscoli ma anche i nervi!" esordì allegra la voce di Delver, proveniente da qualche parte.
    I due avversari erano giunti nel parcheggio sotterraneo di un grattacielo ai margini di Central Park, dopo che lì Delver si era rifugiato per ripararsi la ferita al braccio e Fari lo aveva inseguito. La zona era illuminata da pallide luci provenienti dai neon sul soffitto, ma non vi era anima viva, eccezion fatta per Fari e per le persone davanti a lui, per quanto queste ultime risentivano ancora dell'attacco causato dagli Ibridi per invadere la metropoli.
    L'Ibrido sbuffò ancora e, con un balzo, schivò l'affondo di un pompiere armato di accetta ed, atterrandovi alle spalle, compiendo una giravolta su sé stesso uccise lui più altre cinque persone attorno senza alcuna difficoltà abbassando e rialzando velocemente entrambe le asce.
    Fatto ciò appoggiò momentaneamente le asce a terra e chiudendo gli occhi mormorò: "Liberazione del Primo Sigillo: Sigillo di Enoch!". In quello stesso istante tutte le persone attorno a lui vennero scaraventate all'indietro da una spaventosa onda d'urto, mentre dai piedi di Fari una disgustosa poltiglia ribollente nera si espanse assorbendo al suo interno tutti i cadaveri lasciati alle sue spalle.
    "Direi che possiamo giocare in due a questo gioco, se permetti!" esclamò l'Ibrido, riaprendo con decisione gli occhi che ora avevano la sclera completamente nera. La poltiglia nera allora si appiattì a terra rivelando di nuovo i cadaveri: la loro pelle era diventata bianca, con attorno alle mani, agli occhi, alla bocca e alla ferita inferta un reticolo di vene pulsanti nerastre.
    La poltiglia allora si alzò da terra e si attaccò alla schiena di Fari, suddividendosi in tanti tentacoli quante erano i cadaveri a cui era attaccata. L'Ibrido li squadrò con superbia e fece cenno verso le persone controllate da Delver, che nel mentre si stavano rialzando: immediatamente i cadaveri, emettendo versi disumani, attaccarono le persone usando le unghie ed i denti, strappando e lacerando loro carne. A nulla valsero i colpi contro di loro: persino i proiettili delle pistole che li colpivano non bloccavano la loro avanzata, quale che fosse l'entità del danno.
    "Oh, che spettacolo... Dunque è questo l'Ibrido che incarna la Morte! Notevole, non c'è che dire, ma per quanto tu possa manovrare quelle persone non sarai mai un marionettista come me!" commentò estasiata la voce di Delver, rivelando però alla fine quasi una nota di disgusto.
    Fari riprese silenziosamente in mano le asce, e commentò esausto: "Lo sai, mi ricordi molto Nicolas: sempre spensierati, allegri, felici e stupidi anche in battaglia... Ma che ne diresti di smetterla con queste cazzate? Sei fuggito via come un cagnolino, e non ci vuole certo un genio per capire che sono più forte di te! Non hai né le capacità né le tattiche per sconfiggermi, quindi perché non esci allo scoperto e ti lasci uccidere?".
    Dopo qualche istante di silenzio la voce di Delver commentò divertito: "Wow... Non pensavo di incontrare nella mia vita una persona che facesse così schifo a nascondino come te! Che delusione, sei una vera delusione!".
    L'Ibrido strinse i denti dalla rabbia e, sgranando gli occhi con il viso rosso, gridò: "NON PRENDERTI GIOCO DI ME!", mentre balzando vicino ad una delle persone controllate da Delver vi afferrò con entrambe le mani i fili che ne controllavano i movimenti tirandoli a sé.
    Il Dadoducco emerse dalla vetrata di una stanza di servizio sulla sinistra, incapace di liberarsi dai fili che ora avevano permesso a Fari di trovarlo: l'Ibrido, con uno sguardo folle in viso, vi balzò contro con una tale forza da spezzare l'asfalto ai suoi piedi, e girando su sé stesso tagliò con entrambe le asce il corpo dell'uomo in tre pezzi.
    "Chi è adesso la delusione, eh!? EH!?" chiese furioso Fari, ma la voce gli si strozzò in gola quando abbassò lo sguardo verso l'uomo che aveva appena ucciso: per quando indossasse la divisa di Delver, non era lui. Quell'uomo aveva i capelli rossicci di media lunghezza, stretti alla buona maniera in una treccia improvvisata, per questo da lontano Fari lo aveva scambiato per Delver.
    "Ma cosa..." borbottò confuso mentre scendeva a terra insieme ai tonfi dei resti del corpo dell'uomo, per poi udire un rumore di passi alle sue spalle e voltarsi.
    Il vero Delver adesso si trovava oltre l'entrata del parcheggio sotterraneo, sopra una piccola salita all'esterno del grattacielo: indossava una camicia bianca con una cravatta nera, assieme a dei pantaloni dello stesso colore con tanto di bretelle. Ciò che però notò immediatamente Fari fu la mano destra di Delver aperta verso di lui, e sollevando lo sguardo vide che tutte le colonne di cemento ed il soffitto del parcheggio erano stretti dai fili dell'uomo.
    "Come ho detto, la delusione sei tu!" dichiarò con un sorriso Delver, per poi abbassare il braccio: in quel momento i fili fecero a pezzettini le colonne ed il soffitto, mentre all'esterno altri fili facevano lo stesso con il grattacielo. Fari non fece in tempo a correre verso l'uscita imprecando un: "Dannaz..." che duecento e più piani di cemento, pietra e metallo caddero addosso a lui ed ai suoi cadaveri, mentre il grattacielo crollava su sé stesso. Nessun detrito, per quanto grande, colpì Delver, che si protesse con una cupola di fili che tagliarono apposta ogni possibile pericolo.
    "Uff... Per ora dovrei averlo bloccato almeno il tempo di raggiungere Rayshin... E pensare che ho dovuto persino indossare gli abiti di quel tizio là! Che mestiere duro, il mio!" borbottò seccato il Dadoducco massaggiandosi le spalle, mentre voltandosi se ne andava con calma dall'edificio ormai ridotto ad un cumulo di macerie.
    Non ebbe il tempo a svoltare l'isolato che proprio le macerie del grattacielo esplosero verso l'alto: danneggiando i grattacieli vicini le macerie causarono una pioggia di vetri trasparenti che si infransero sul terreno, mentre una voce al limite della furia esclamava: "Liberazione Secondo Sigillo: Sigillo di Qumran!".
    Con una velocità spaventosa Fari emerse come un missile dalla nube sollevata dal suo ritorno, con un aspetto completamente nuovo: adesso la pelle del suo corpo era diventata nera, le dita delle mani trasformate in tentacoli mediamente lunghi che avvolgevano completamente l'asta delle sue sua asce. Aveva perso la maglia della tuta, restando a petto scoperto e rivelando così quattro enormi tentacoli ognuno dei quali con un occhio rosso in prossimità della punta, mentre due lunghi corni biancastri gli scendevano dalla fronte dietro la testa. Infine, ora la sclera dei suoi occhi era completamente bianca e priva di pupille.
    L'Ibrido si fiondò su Delver lasciando a questi solo il tempo di pensare: "Ma certo! Se si definisce l'Ibrido più forte di certo è di Grado XXX! Quindi vuol dire che può contare su almeno due Sigilli!", ma l'uomo non fece in tempo ad incrociare le braccia al petto che l'ombra delle due asce di Fari gli fu sulla testa.
    "Quanta tristezza vederti in questo stato Delver... Spero tu non abbia sofferto troppo..." mormorò una voce triste, quando le lame di Fari impattarono contro una superficie invisibile generando una marea di scintille rossastre. Il Dadoducco vide davanti a sé quattro sfere brillanti disposte a quadrato tra lui e Fari, e nell'area delimitata da esse vi era proprio il muro invisibile che lo aveva protetto dall'attacco dell'Ibrido.
    Fari guardò confuso quello strano fenomeno e, per non rischiare eventuali altre sorprese, facendo leva su due dei suoi tentacoli sulle spalle si allontanò di qualche metro dal suo avversario, il quale si lamentò: "Certo che ce ne hai messo di tempo, tu! Ancora un po' e ci restavo secco: dovresti vergognarti, Emas!".
    Al suo fianco infatti era appena arrivato Emas, l'altro Dadoducco dell'Ordine di Yeni Aci che era inizialmente stato mandato da Icero ad organizzare l'attacco contro la Parata. Emas si pettinò il ciuffo di capelli neri che gli copriva l'occhio destro, scusandosi affranto verso il compagno: "Perdonami Delver... Ho fatto più in fretta che ho potuto, affidando ai miei sottoposti l'incarico di preparare il tutto... Ma dimmi, con chi abbiamo a che fare?".
    Delver ridacchiò verso il nuovo arrivato, per poi indicargli Fari dichiarando sorridendo: "Abbiamo a che fare con qualcuno che già ora è più forte di noi due messi assieme! Ti basta, come informazione?".
    Emas fischiò dalla sorpresa, per poi richiamare con un gesto della mano le sue quattro sfere commentando: "Allora penso dovremo fare sul serio, dopo tanto tempo... Che ne dici di affrontarlo assieme, Delver?".
    "Umpf! Vedi di non starmi troppo tra i piedi!" commentò Delver, incrociando le braccia al petto: a quel gesto lo stemma dell'Ordine di Yeni Aci apparve brillante di una luce rossastra per qualche secondo. Lo stesso gesto fece Emas con calma, guardando con sospetto e tristezza il suo avversario.
    Le sfere di Emas cominciarono ad ingrossarsi a dismisura mentre la loro luminosità calava, rivelando essere di metallo e formate da diverse placche divise tra di loro da sottili venature nere: le sfere si aprirono, rivelando al loro interno il corpo di un drago in posizione fetale, mentre le placche metalliche si sistemavano sul loro corpo formandone un'armatura a piastre sulle ali e sulla coda. Il petto in particolare era però occupato da una placca più grande delle altre su cui era dipinto un occhio rosso in stile vagamente egizio.
    Nel mentre davanti a Delver erano apparse inizialmente due fiammelle violastre, che però si erano subito concretizzate in altrettante creature dal corpo meccanico, coperto interamente da un'armatura spessa e scura. La prima creatura era una bestia simile ad una tigre dai denti a sciabola, la seconda invece dalle ali che aveva sulla schiena sembrava un drago. Dalla punta delle dita di Delver partirono spessi fili color violetto che si attaccarono al corpo delle creature, illuminando loro gli occhi.
    Emas balzò sulle spalle di un enorme drago dorato dall'armatura arancio chiaro e con gli artigli nerastri, che si librò in volo, mentre Delver cominciò a muovere i fili delle sue creature commentando con un sorriso ironico: "Ebbene, vediamo chi la spunta!".


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    Come avete letto lo scontro tra Delver e Fari si è inizialmente svolto con un'apparente parità tra i due, in quanto entrambi sono riusciti ad infliggere qualche danno all'altro. Dico apparente perché Delver manca del fattore rigenerativo di cui l'Ibrido è dotato, ragione che l'ha portato a nascondersi momentaneamente per riprendersi. Allora, nascosto in un parcheggio, con un trucco ha tentato di intrappolare momentaneamente Fari sotto le macerie del palazzo con lo scopo di mettere al sicuro Rayshin, ma purtroppo l'Ibrido ha spezzato il Secondo Sigillo (rendendosi il primo a farlo in scena) e lo ha attaccato. Per fortuna però Emas dell'Ordine è giunto in soccorso di Delver in extremis, ed i due Dadoducchi hanno svelato i loro assi nella manica come per altro fece Irene nel suo scontro contro Ofelia: i draghi Ieratici per Emas ed i Bambolaombra per Delver.
    Dall'altra parte il duello tra Louis e Nicolas si è svolto a senso unico per il secondo, completamente umiliando il membro dell'Ordine con la sua capacità di avere una visione chiara del futuro. Nessun attacco di Louis infatti ha colpito l'Ibrido, che l'ha atterrato ed ha cominciato a tormentarlo psicologicamente con il suo passato come Ibrido.
    Come finiranno questi scontri? Delver ed Emas riusciranno a resistere contro un avversario del genere? Louis cosa dovrà sopportare da Nicolas? E cosa farà ora il Dottor Gren?
    La risposta a queste domande nel prossimo capitolo cari lettori, e vi do dunque appuntamento a domenica.
    Buona serata :ciao:

    Edited by Xivren - 12/10/2015, 19:56
     
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