Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    CITAZIONE (@Tag@ @ 5/12/2014, 23:16) 
    Capitolo bellissimo, e sopra non vedo l'ora di vedere gli altri vizi capitali :asd: ispirano powosità sti mostri xD
    Che dire? Aspetto con ansia il prossimo capitolo :pip:

    sei una persona crudele :c non ti sei fatto più sentire T.T

    Grazie mille Tag caro, sono contento di vederti ancora da queste parti, e soprattutto che i capitoli ti piacciano ancora. Spero allora che con questo capitolo i Vizi Infernali ti piacciano.

    Ebbene cari lettori, ecco il nuovo capitolo.
    Come ricorderete nel precedente capitolo abbiamo lasciato Esteban quasi ucciso da Abegaila, l'Ibrida che con i suoi Alleati della Giustizia ha previsto e contrastato ogni sua mossa. All'improvviso però Esteban si è rialzato da terra, subendo una trasformazione fisica che ne ha alterato le fattezze ma soprattutto il Deck, facendogli pescare un nuovo mostro chiamato "Vizio Infernale - Luxuria".
    Vediamo come finirà il duello, ma prima vedremo anche cosa è effettivamente successo nella mente del bambino durante la sua perdita di sensi, ritrovando quindi ovviamente il buon caro vecchio Zahkia.
    Buona lettura, dunque.


    CAPITOLO 48 – L'ORIGINE DI TUTTO, IL DUNYAKAT

    Mercoledì 15 Novembre - Ore 19:30 - New York, Other

    Esteban aprì gli occhi di colpo.
    Attorno a lui vide soltanto oscurità informe che scorreva come un corso d'acqua verso il basso, dove si perdeva in una voragine senza fondo più nera della notte. Non percepiva alcun rumore, eccetto il suo affannoso respiro ed il frusciare dei suoi abiti quando si mise in posizione eretta: i suoi piedi non toccavano alcuna superficie solida, ma nonostante ciò non ebbe problemi a tirarsi su. "Dove... dove sono?" chiese a mezza voce il bambino, confuso e spaventato da quel posto così silenzioso eppure così spaventosamente vuoto.
    In sua compagnia non c'erano neppure i due sciacalli, cosa che percepì immediatamente esclamando: "Un momento... Sono io! Io! Finalmente se ne sono andati!". Di colpo dopo questa scoperta tutte le paure di Esteban svanirono: finalmente si era liberato dell'influenza di quelle due creature, tornando dopo tanto tempo in sé. Da quando aveva perso suo fratello maggiore quegli esseri avevano preso possesso del suo corpo e della sua mente, isolando la sua coscienza in uno stato di isolamento apparentemente senza fine. Solo una volta era riuscito a liberarsi dalla loro influenza, ma solo per pochi secondi: l'ultima cosa che ricordava di aver visto prima di perdere definitivamente i sensi era il Colosseo di Roma e due gladiatori che combattevano, poi il nulla assoluto.
    Ora invece aveva ripreso coscienza di sé, non percependo la presenza dei due sciacalli nella sua mente e sentendosi, di conseguenza, più leggero e più libero. Finalmente poteva pensare da solo, dire ciò che lui voleva dire e fare ciò che desiderava, senza più essere controllato da qualcun altro. La gioia della rinnovata libertà fu tale che per poco non si accorse della comparsa, da una scintilla di luce bianca e verde, della sua adorata bambola. Con un gemito di sorpresa Esteban sollevò il capo verso l'oggetto, che lentamente discese verso il basso fino a posarsi sulla sua mano destra, senza emettere alcun suono.
    Esteban la guardò per qualche secondo, per poi stringerla al petto e piangere silenziosamente. "Tu sei tutto ciò che mi resta del mio fratellone... Tutto ciò che ho..." sussurrò tra un singhiozzo e l'altro.
    "Coraggio Esteban, un bambino grande come te non dovrebbe piangere!" ribatté una voce nell'oscurità in tono ironico nei suoi confronti. Esteban allora si staccò dall'abbraccio con la bambola, tuttavia sempre tenendola in mano, e guardandosi più volte attorno chiese a voce alta: "Chi è? Chi parla?".
    Davanti a lui il flusso di oscurità si aprì in una fessura a forma di un romboide, e da essa fuoriuscì un uomo coperto interamente da un lungo e pesante cappotto marrone, con il colletto che gli copriva metà del viso lasciandogli scoperti solo gli occhi, neri ed asiatici. L'uomo commentò con lo stesso tono di prima: "Ci siamo incontrati poche volte, dalla tua nascita ad oggi, eppure non pensavo che ti fossi dimenticato così tanto di me! Il mio nome è Zahkia, non te lo ricordi?".
    Esteban lo guardò sorpreso, per poi commentare seccatamene: "Non ho la più pallida idea né di cosa tu stia dicendo né di chi tu sia ... Che cosa vuoi da me?".
    Zahkia ridacchiò, commentando: "Eh eh... A differenza di tuo fratello non hai mai brillato per curiosità nei confronti delle altre persone, eccetto che per quel tuo vecchio amico Icero...". La sua voce lasciava però trasparire una certa vena di nostalgia, quasi di tristezza dovuta ad eventi passati e persi per sempre.
    Ma Esteban non fece tanto caso al suo tono di voce quanto più al fatto che quell'uomo sembrava conoscere suo fratello maggiore, e d'istinto domandò: "Come conosci me e mio fratello? E come sai di Diell... voglio dire, di Icero?".
    "So molte più cose di quante tu possa immaginare Esteban... Ma per rispondere alle tue domande, ti dirò che conosco voi due fin dal giorno in cui siete stati creati, mentre invece Icero... beh, diciamo che tra noi due non scorre buon sangue!" gli rispose enigmatico Zahkia.
    "Eppure quando prima è nato Rayshin, e poi quando sono nato io, gli unici presenti erano i nostri genitori! Stai mentendo!" ribatté con forza Esteban. Era certo che i suoi genitori non avrebbero mai permesso ad uno sconosciuto di assistere alle loro nascite, meno che mai ad un individuo inquietante come quello che aveva davanti.
    L'uomo incrociò le dita davanti al petto, e con calma gli chiese: "Oh, davvero? E tu come fai a saperlo, ricordi ogni dettaglio delle vostre nascite?".
    Esteban fece per rispondergli di sì, ma non appena aprì bocca la voce gli si spense in gola: non era vero. Ora che quell'uomo glielo faceva notare, non aveva nessun ricordo della sua nascita, neppure il più piccolo. Peggio ancora ricordò che diverse volte i suoi genitori o Francesco, il suo maggiordomo, gli avevano raccontato qualcosetta sulla sua nascita dopo le sue insistenti domande, ma ora che cercava quelle informazioni non le trovava. Non ricordava neppure più il suo compleanno o dove esattamente fosse nato: tutti quei ricordi erano sprofondati in un buco nero, spariti per sempre. Il ricordo più lontano che in quel momento riuscì a pensare fu solo il momento in cui gli venne donata la bambola che ora stringeva in mano da suo fratello, ma prima il nulla.
    Sorridendo sotto il cappuccio a quel silenzio Zahkia gli si avvicinò, la parte bassa del cappotto che ondulava lentamente, commentando: "Il tuo silenzio in questo caso è più eloquente di mille parole, sai? I ricordi sono preziosi, perché ci permettono di viaggiare verso un passato più felice del presente, ma se tali ricordi sono fasulli ci ritroviamo infine vuoti come una bambola... Su, Esteban...", e allungandogli la mano destra lentamente.
    Il bambino, ancora spossato da quella nuova ed inquietante scoperta, fece per prendere la mano dell'uomo, ma un lampo nella sua mente lo fece indietreggiare di un balzo. Guardando in cagnesco Zahkia Esteban dichiarò: "Mi ricordo di quel braccio! Tu eri nella visione di Dinef! Tu mi hai mostrato tutte quelle cose, compresa la distruzione dell'anfiteatro... Sei un servo dell'Imperatore!".
    Zahkia sospirò, commentando: "Uff... Almeno ora sai di avermi già incontrato almeno una volta...".
    "Non cambiare discorso! Ecco finalmente chi sei: un cane dell'Imperatore! Che vuoi da me? A Lasyrindes non bastava avere Isroth e quel Principe fannullone a controllarmi!? Digli che io non sono il suo animaletto!" gli gridò contro Esteban infuriato, scattando in avanti ed allungando il braccio destro, le sue lunghe unghie nere dirette al collo dell'uomo.
    L'attacco del bambino andò a segno, ma non appena l'unghia del suo dito medio toccò il cappotto dell'uomo questi sparì dalla sua vista, senza lasciare traccia. Esteban percepì di nuovo la sua presenza, e di voltò all'indietro ritrovando Zahkia a qualche metro di distanza.
    "In effetti Lasyrindes vorrebbe che tu diventassi il suo animaletto, ma per fortuna ciò non è ancora successo... Ma non preoccuparti, non sono un suddito dell'Imperatore, né tanto meno un suo alleato!" gli spiegò Zahkia passandosi una mano tra i capelli, sistemandoseli con non curanza.
    "Non mi fido di te! Se non sei con l'Imperatore allora farai parte dell'Ordine di Yeni Aci! Razza di vile verme, dove avete portato il mio fratellone!?" non lo ascoltò Esteban, ripartendo all'attacco verso Zahkia. Il bambino, con un balzo, arrivato a pochi centimetri dall'uomo girò su sé stesso, allungando la gamba e pronto a colpirlo nel costato con il tallone. Ma, per sua sfortuna, anche questa volta Zahkia sparì prima che potesse essere colpito, questa volta ricomparendo alle spalle del bambino e cingendogli il busto con le braccia.
    Esteban cercò di divincolarsi da quella stratta, ma con il busto e le braccia immobilizzate poté solo tentare inefficaci calci sulle gambe dell'uomo, che però non risentì minimamente dei colpi. Mentre il bambino gridava ed urlava Zahkia tuonò all'improvviso con voce imperiosa: "ORA VUOI CALMARTI!? NON SONO TUO NEMICO!".
    Esteban si zittì di colpo, sollevando il capo per vedere da vicino l'uomo che in quel momento lo bloccava dall'alto della sua statura. Rimase un attimo a fissare quegli occhi neri e freddi come l'oscurità che li circondava, eppure così stranamente familiari, e poi scoppiò in singhiozzi sommessi, lasciando cadere il busto in avanti e piangendo: "I miei ricordi.... La mia infanzia... Tutto perduto, i momenti con Rayshin...". Nella sua testa si stava facendo sempre più largo la solitudine assoluta, sia per gli eventi passati che aveva vissuto, che per il presente che stava vivendo. Non solo aveva perso prima il suo unico amico, poi la famiglia, poi il fratello maggiore, adesso anche i ricordi della sua infanzia.
    Zahkia, con un ulteriore sospiro, lo lasciò libero senza avergli fatto alcun male, aiutandolo anche a rimettersi in piedi. L'uomo allora cercò in silenzio nelle tasche sulla vita del suo cappotto, estraendo così un fazzoletto bianco che porse al bambino.
    Mentre Esteban si asciugava le lacrime che gli solcavano il viso sulla parte sinistra, l'uomo spiegò: "Come dicevo, non sono tuo nemico: non sono né al soldo di Lasyrindes né al soldo di Icero, per quanto per quest'ultimo abbia alcuni... contatti con un suo sottoposto! Non sono qui né per attaccarti né per portarti da chicchessia; non ho fatto nulla di male a tuo fratello né ho intenzione di farlo... Ora sei più tranquillo?".
    Il bambino, per quanto con tutt'altri pensieri ed interessi in testa, annuì sommessamente mentre pensava: "D'altronde peggio di così... Ormai cosa costui voglia non ha più importanza...". Tuttavia trovò almeno la forza per porgli la sua iniziale domanda: "Allora puoi dirmi chi sei?".
    Zahkia sorrise e dichiarò: "In effetti questa è una domanda molto complessa... Per farla breve, puoi vedermi come colui che ha creato ogni cosa relativa al Duel Monsters da te tanto amato, a partire dalle singole carte materiali passando per lo stesso Lasyrindes fino ad arrivare... beh, a voi due!".
    Di colpo Esteban lo guardò stupefatto, mentre uno strano sospetto maturava dentro di lui: se quella persona era davvero chi lui pensava, allora era stato il primo ad opporsi all'Imperatore quando questi comparve per la prima volta nel mondo, e che dopo la realizzazione dell'Impero era stato l'uomo più ricercato in tutta la storia da tutto il mondo per motivi celati da segreto di stato. Con la bocca tremante fece sentire questo sospetto, commentando debolmente: "Ma... ma allora tu sei lui... Kazuk...", ma venne tempestivamente interrotto da Zahkia che gli mise l'indice destro sulle labbra.
    "Sono stato chiamato in molti modo dagli esseri umani, ogni volta che volevo entrare in contatto con degli esseri tanto bizzarri: Pericle, Adriano, Carlo, Leonardo, Oliver, Cagliostro, John e così via... Zahkia è solo l'anagramma del mio ultimo nome umano, e l'ho tenuto per ricordarmi per sempre il mio errore! Ma per risponderti, puoi chiamarmi con il mio vero nome... Dunyakat!" gli illustrò l'uomo davanti a lui, assumendo nel frattempo ad ogni nome che pronunciava un diverso volto ed aspetto fisico, per poi tornare a quello con cui si era presentato all'inizio.
    Esteban lo guardò confuso, e quando l'uomo gli tolse il dito dalle labbra balbettò: "Du... Dunyakat? Che cosa significa?". Aveva riconosciuto tutte le identità dell'uomo ed il loro significato, ma ignorava il significato di quel nome che, come la stessa presenza dell'uomo, generava in lui quasi un sentimento di nostalgia.
    Zahkia sghignazzò divertito, dichiarando: "Tipico di Lasyrindes fare di tutto per tenere all'oscuro le persone a lui vicine... Mio caro Esteban, secondo te esseri come te e tuo fratello sono "umani"? Concorderai con me che un essere capace di controllare la luce e la vita di tutto ciò che esiste come Lasyrindes non sono proprio umani, vero? Ebbene, guarda questa carta...", e dopo quelle parole schioccò le dita.
    Davanti al viso di Esteban comparve una Carta Mostro chiamata "Sovrano della Vanità". Il bambino la guardò confuso, non capendo dove l'uomo volesse arrivare con quel discorso, ma poi osservò meglio il mostro rappresentato. Per la sorpresa gli scappò quasi un grido dalla bocca, ma per sua fortuna riuscì a darsi un minimo di contegno: nonostante il differente vestito, l'essere rappresentato nella carta in questione era senza alcun dubbio l'Imperatore. Avevano lo stesso volto, gli stessi lineamenti eleganti e bellissimi, e per quanto Lasyrindes portasse i capelli lunghi fino ai piedi ne percepì una forma simile a quella del mostro sulla carta.
    Mentre in un silenzio quasi religioso osservava quella carta Zahkia gli chiese ancora: "E che mi dici di queste due carte?", per poi schioccare ancora le dita.
    Ai lati di "Sovrano della Vanità" comparvero altre due carte, anch'esse Carte Mostro. Esteban voltò distrattamente il viso verso quella di destra, continuando però a restare concentrato su "Sovrano della Vanità", ma quando guardò per la prima volta la nuova carta il suo cuore quasi smise di battere. Sotto il nome "Risebell il Modificatore delle Stelle" c'era lui stesso, senza alcun dubbio. Anche i due sciacalli erano presenti attorno al mostro nell'immagine, identico al bambino in tutto e per tutto: il colore della pelle, i capelli, l'occhio rosso, l'oggetto nero sull'occhio destro, persino i lineamenti.
    "Ma... ma... questo... cosa significa?" fu tutto ciò che il bambino riuscì a dire. Non un solo pensiero che aveva in quel momento in testa era finito, ma tutto si ingarbugliava in un gomitolo confuso di idee e sensazioni prive di qualsiasi senso o nesso.
    "Questo è il Dunyakat! Tu, tuo fratello, l'Imperatore ed i Principi... tutti voi non siete umani, ma siete stati generati nella dimensione chiamata Dunyakat, il mondo della verità però strettamente legato, come in simbiosi, alla dimensione umana! Un'altra realtà costituita a sua volta da centinaia di mondi, alcuni fisici ed altri astratti, abitati e popolati dalle creature più disparate..." dichiarò ad alta voce Zahkia, facendo comparire alle sue spalle migliaia di Carta Mostro, Magia o Trappola in continuo scorrimento.
    "E' logico che tu non abbia subito riconosciuto le tue vere origini, Lasyrindes ha personalmente distrutto le carte in questione e tutte le persone a loro conoscenza... Tant'è che oggi le tre carte che vedi non si trovano più in circolazione!" aggiunse Zahkia, sollevando il braccio destro: tutte le carte alle sue spalle si concentrarono in un'unica onda che scomparve, in qualche secondo, nella sua manica.
    Esteban, ancora stravolto da quelle rivelazioni, passò rapidamente alla terza carta, chiamata "Risebell lo Psycher delle Stelle". Sembrava una versione più grande dell'altro Risebell, cresciuta e più potente. All'inizio quell'immagine non gli disse niente, ma poi capì. "Fratellone..." fu tutto ciò che riuscì a dire guardando quella carta.
    Restò dunque in silenzio per qualche istante, per poi chiedere quasi senza voce: "Quindi... io ed il mio fratellone veniamo da dentro di te?".
    L'uomo gli sorrise con calma chiudendo gli occhi, rispondendogli: "Oh, assolutamente no! In effetti non mi sono specificato poco prima... Vedi, il Dunyakat è in sé l'intera dimensione, mentre io sono solo la manifestazione fisica della sua volontà: sono la sintesi del tutto, come un indice che permette di raggiungere tutti i differenti capitoli di un libro più grande! In quanto tale conosco ogni cosa di ogni essere vivente e no, ma non posso modificare di persona nulla di quanto succede, salvo rari casi in cui ho assunto forma umana per connettere le due dimensioni!".
    Esteban allora abbassò lo sguardo, cercando di rimettere in ordine i suoi pensieri dopo tutte quelle rivelazioni. Quando decretò di esserci riuscito a sufficienza, chiese all'uomo: "Ok, quindi se ho ben capito noi in realtà siamo viaggiatori provenienti da un'altra dimensioni che per qualche motivo siamo finiti nell'altra originariamente sotto forma di carte... Ma, tutto ciò a cosa ha a che fare con me o con mio fratello? Perché ci è successo tutto questo?".
    Zahkia, a quella domanda, per la prima volta si scurì in viso, quasi come se avesse paura di cosa stesse per dire, per poi dichiarare: "Non è del tutto esatto... L'unico viaggiatore dimensionale qui è Lasyrindes, che venne portato nel mondo umano dalla mia allora incarnazione terrena! Voi invece siete solo "materiale" che lui desidera per realizzare qualcosa, e che ha cercato disperatamente di portarsi dietro per tutto questo tempo! Ecco perché desidera così tanto avere te e tuo fratello sotto la sua ala!".
    "Ok, va bene, ma allora a cosa gli serviamo? Da come ne parli sembri non saperlo neppure tu... Eppure prima hai detto che sapevi ogni cosa!" ribatté Esteban, ora scettico su quanto l'uomo gli aveva detto poco prima.
    "In effetti è vero, non lo so... Lasyrindes, dalla notte dei tempi, è l'unico essere capace di sottrarsi in misura più o meno maggiore a me: la sua stessa esistenza e di come sia diventato quello che è un enigma nel Dunyakat, ma posso dirti una cosa... Fai in modo che lui non riesca ad utilizzare né te né tuo fratello, altrimenti vedrai tutto il tuo pianeta, e probabilmente non solo, bruciare fino a diventare cenere!" gli spiegò Zahkia, indicandolo poi con decisione e mimando successivamente con la mano un'esplosione.
    Esteban allora ritrovò un briciolo della sua baldanza e spavalderia, alzando le spalle divertito e dichiarando: "Per quel che me ne importa! L'Imperatore potrebbe anche sterminare tutti gli esseri umani, ma non permetterò mai che usi Rayshin, a costo di morire! Noi due non siamo strumenti di nessuno! Tanto vale unirmi all'Ordine di Yeni Aci, allora: almeno starò con mio fratello!".
    Zahkia a quelle parole lo fermò subito, ribadendogli con forza: "Se Lasyrindes darebbe fuoco al mondo per divertimento, Icero darebbe fuoco al mondo per Isroth! Non ricordi proprio quello che lui fece con te e Rayshin cinquant'anni fa? Nulla?".
    "Eh? Ma se io ho solo dodici anni, quasi tredici..." commentò il bambino alzando il sopracciglio destro.
    "Uff, quante cose da fare..." commentò quasi con stanchezza Zahkia, per poi toccare con la mano la fronte di Esteban.
    Il bambino non fece in tempo a scansarsi che un'improvvisa scarica elettrica attraversò il suo corpo. Di colpo in mente gli vennero centinaia di immagini di lui, suo fratello ed Icero. Macchinari elettrici, contenitori di vetro contenenti liquidi dai colori più disparati ed al loro interno cadaveri di esseri umani, strumenti di lavoro macchiati di sangue rosso ed altri macchiati di nero, Icero che lavorava senza sosta davanti a decine di computer, con davanti lui e Rayshin privi di sensi avvolti da cavi elettrici attaccati alla loro carne, penetrando in profondità e con appesi diversi fogli pieni di appunti: tutti questi ricordi più altri balenarono di colpo nella sua mente con la stessa forza di un fiume in piena.
    "Al momento non posso fare di più... Ma per lo meno adesso dovresti ricordare un po' di più, Esteban!" commentò l'uomo staccandosi dalla fronte del bambino per ritornare al suo posto.
    Esteban rimase immobile per qualche secondo, boccheggiando nell'aria senza emettere alcun suono e con il corpo inclinato all'indietro.
    Quando quella scarica di ricordi finì gridò improvvisamente, accasciandosi a terra in preda al panico, reggendosi la testa con entrambe le mani. Tutto il suo corpo tremava e si contorceva mentre ciò che gli era successo in passato tornava nella sua mente, ogni tassello riprendendo in suo posto in un grande puzzle.
    Tutto il corpo gli bruciava come se fosse stato gettato nel fuoco, facendole anche sudare in fronte. Tra un gemito e l'altro Esteban vide il suo corpo avvolgersi in un'aura nera, e dalle mani a terra nascere scintille di energia elettrica verdastra. Il Duel Disk che aveva al braccio mutò anche di aspetto, passando da un'ala angelica azzurra ad una nera, con le piume affilate e terminanti con una croce rossastra. Scorse le carte del suo deck venire avvolte dalla stessa aura oscura e la carta “Risebell il Modificatore delle Stelle” venire assorbita dalla sua bambola, ma dovette chiudere gli occhi a causa del dolore.
    Ancora sofferente fisicamente e psicologicamente il bambino riuscì solo più ad udire la voce di Zahkia dirgli: "Ricordati quanto ci siamo detti Esteban su Lasyrindes! Porta via tuo fratello da Icero, altrimenti tutto ciò che conosci verrà distrutto: il pianeta Terra, il tuo universo, il Dunyakat, me...!".
    Poi Esteban perse la voce dell'uomo all'aumentare del dolore fisico. Adesso era come se il suo corpo fosse percosso da una forza invisibile, molto forte e pesante che continuava a tormentarlo.
    All'ennesima fitta di dolore Esteban aprì gli occhi, e si accorse di non essere più nell'oscurità.
    Si trovava di nuovo nella cupola creata dall'Ibrida, di nuovo nel mezzo del loro duello. Lei era a qualche metro di distanza, che lo guardava con una ferita sul viso e con un'espressione stupita in viso.
    Abbassò lo sguardo e vide al suo fianco vi erano i due sciacalli, ed immediatamente la sua mente venne di nuovo tartassata dalla loro. Le due creature erano tornate all'attacco per prendere il controllo del suo corpo e della sua mente, e consci di ciò non lo guardavano neppure.
    Ma questa volta il bambino non voleva dargliela vinta: lui aveva una missione da compiere, non loro. Combattendo mentalmente con i due esseri si strinse la testa con le mani, sussurrando: "No... no... Ascoltate me... me... ME!".
    A quel grido i due sciacalli si voltarono per la prima volta verso il bambino, abbaiando ed alzandosi in volo: iniziarono a circondarlo interamente con le loro code evanescenti in pochi secondi, fino a formare una specie di copertura attorno a tutto il suo corpo.
    "Basta! Sono io il padrone, non voi! IO! ED ORA LASCIATEMI!" gridò Esteban, rilasciando al contempo una tremenda scarica elettrica dalle sue braccia. La copertura si dissipò subito, sbalzando a terra i due sciacalli mentre i fulmini verdastri si allungavano su tutta la cupola, fendendo e spezzando senza problemi l'acciaio di cui era fatta.
    Il bambino, mentre riprendeva fiato, diminuì progressivamente l'intensità della scarica mentre abbassava le braccia, vittorioso: finalmente era tornato padrone del suo corpo, dopo tanto tempo. La presenza delle due creature era ormai staccata dalla sua mente, rendendolo di nuovo padrone di sé. Solo allora da una scintilla di luce verde riapparve la sua cara bambola sogghignante, che continuò a volteggiare attorno a lui.
    "Ma cosa diamine è successo!?" commentò nel mentre Abegaila, che aveva fatto di tutto per evitare le scariche elettriche che avrebbero potuto inavvertitamente toccarla: altrettanta fortuna non ebbero i suoi due mostri, che invece vennero danneggiati in una serie di esplosioni a catena lasciando cadere a terra diverse lastre di metallo più o meno grandi.
    "E' successo che finalmente avrò l'onore di ripagarti per tutto quello che mi hai fatto passare prima, Abegaila!" le rispose solo allora Esteban, ora con il suo consueto sorriso in viso.

    ABEGAILA: 1600
    ESTEBAN: 400

    "Come questi due hanno detto poco fa, Evoco Specialmente Vizio Infernale – Luxuria in posizione di Attacco!" riprese in duello il bambino, giocando la sua carta. Sul suo terreno allora vuoto apparve un enorme anello d'agento, al cui interno si formò una stella a cinque punte di fiamme ardenti. Successivamente da una sagoma nera si manifestò un essere dall'aspetto umanoide: un angelo con due ali di piume bianche come la neve, eppure con il corpo nero come la cenere, apparve davanti alla stella. Aveva il corpo coperto da una tunica nera con i bordi dorati, stretta in vita da una catena d'argento che scendeva fino all'interno della terra, similmente ai polsi che erano cinti da due manette d'acciaio dalle quali altrettanti catene lo legavano all'anello d'argento (ATK 7000 DEF 7000 LV 8).
    "Im.. impossibile... Settemila punti d'attacco!? No, no, no, no... E' un errore, non può essere altrimenti!" sbiancò all'improvviso Abegaila quando il mostro di Esteban scese in campo e rivelò la sua potenza, grosso modo il doppio della sua Armatura Decisiva Alleato della Giustizia.
    "Oh, non preoccuparti mia dolce piccina, devi sapere che quando Vizio Infernale - Luxuria viene Evocato sul mio Terreno perde tanti punti di Attacco e di Difesa quanto quelli del mostro più potente sul Terreno del mio avversario, oltre che a permettermi di aggiungere alla mia mano un mostro "Vizio Infernale" dal mio Deck alla mano, in questo caso Vizio Infernale – Ira!" spiegò Esteban con falsa compassione per l'avversaria, mentre l'attacco del suo mostro scendeva (ATK 7000 --> 3700 DEF 7000 --> 3700 LV 8) quando le ali dell'angelo vennero avvolte dalle stesse fiamme della stella.
    "Poco cambia! Se mi attacca Cancello Cosmico perderò comunque..." pensò agitata la ragazza, per poi dichiarare: "Non ti permetterò di attaccarmi! Attivo dal mio Cimitero l'effetto della Carta Trappola Supporto dell'Alleato: Bandendo dal mio terreno il Mostro Evocato per suo effetto posso distruggere un mostro sul terreno dell'Avversario di Livello pari od inferiore! Rinuncio quindi a Cancello Cosmico di Livello 8 per distruggere il tuo mostro!".
    I resti del suo mostro sparirono dalla base di Armatura Decisiva per tramutarsi in un getto d'energia elettrica dorata diretta a Luxuria, che tuttavia venne bloccato da un muro invisibile. Tale inaspettata reazione sconcertò l'Ibrida al punto da ridurla al silenzio, mentre Esteban le spiegò: "Vedi, se nella mia mano c'è almeno un mostro "Vizio Infernale" Luxuria non può essere bersagliato e distrutto dagli effetti delle carte... Che sfortuna, ovviamente per te!".
    Abegaila guardò esterrefatta il mostro, ma poi ritrovando il suo coraggio ribatté: "E allora, anche se adesso mi attaccassi non perderei ancora, ma sopravviverei con un danno di soli 400 Life Points!".
    Esteban rise sonoramente in faccia alla ragazza, ribattendo: "Ah ah ah ah! Come sei ingenua! Attivo l'effetto di Vizio Infernale – Luxuria: una volta per turno mi è permesso prendere il controllo di un mostro sul terreno del mio avversario, a costo poi di distruggere poi tale mostro alla fine del mio turno! Per cui adesso vediamo quanto ti è fedele la tua Armatura Decisiva!".
    Le catene che attaccavano Luxuria alla terra allora si sollevarono con un sonoro cigolio metallico ed andarono ad avvolgere interamente l'enorme macchina dell'avversaria, mentre Esteban gridava: "Fuoco alleato!".
    Abegaila non ebbe neppure il tempo per maledire il suo avversario che i due cannoni laterali di Armatura Decisiva e quello centrale ruotarono di novanta gradi e la puntarono, iniziando a caricarsi. Dopo pochi secondi spararono tutti e tre lo stesso colpo che prima l'Ibrida aveva inferto ad Esteban, colpendola in pieno e spezzandole parte dell'armatura metallica che indossava.
    Abegaila cadde a terra in un grido di dolore, ferita ed ora sconfitta definitivamente dal suo stesso mostro mentre il colpo faceva crollare definitivamente il soffitto della cupola, distruggendola (LIFE POINTS ABEGAILA: 0)

    ABEGAILA: 0
    ESTEBAN 400
    WINNER - ESTEBAN

    I due mostri sparirono dal terreno, che però non si riprese dai danni del duello.
    Esteban cadde in ginocchio: la fatica e lo stress mentale e fisico che aveva subito in quegli ultimi minuti lo avevano stancato più di quante avesse immaginato. Ciò tuttavia non impedì al bambino di mantenere il suo sorriso, felice mentre pensava: "Alla fine... alla fine posso salvare mio fratello... Con questo potere...".
    Restando sempre in ginocchio si voltò verso i due sciacalli, ancora tramortiti dal suo sfogo di poco prima. Avvicinandosi li accarezzò con calma, guardandoli però freddamente. Le due creature allora prima mossero le orecchie e poi riaprirono debolmente gli occhi, fissando il bambino sopra di loro.
    Guairono però quando un'ombra apparve alle sue spalle: Abegaila si era rimessa in piedi, ancora danneggiata dalla sconfitta, e brandiva la sua lancia nera portata dietro il busto.
    "Per mio Padre non posso permettermi di lasciarti in vita! Muori moccioso!" gridò euforica mentre calava la lama sul bambino di spalle, che sembrava non essersene minimamente accorto. I due sciacalli erano ancora a terra e non poterono fare nulla per impedire il colpo.
    Esteban però semplicemente sollevò in silenzio l'avambraccio che, all'impatto con la lama della lancia, la mandò in frantumi. Frammenti di Kesin nero caddero a terra nel silenzio stupefatto di Abegaila, ora con in mano poco meno che il fondo dell'asta della sua arma. "Ma cosa... come... chi..." balbettò l'Ibrida, per poi ritornare seria e caricare in entrambe le mani una sfera di energia elettrica, che poi scagliò con forza contro il bambino.
    Esteban allora si voltò verso di lei e liberando dai suoi polsi anch'egli energia elettrica, che all'impatto dispersero senza alcun problema il colpo di Abegaila in una pioggia di scintille dorate a terra. L'elettricità di Esteban non solo dissipò il colpo dell'Ibrida, ma quando la raggiunse le trapassò il corpo da parte a parte all'altezza delle spalle, del ventre e delle ginocchia.
    Abegaila cadde a terra sputando sangue nero, simile a quello che usciva dalle sue ferite e poi contorcersi dal dolore, tuttavia incapace di rimettersi in piedi da sola per le ferite.
    Esteban la guardò per qualche istante contorcersi a terra, e poi tornò dai due sciacalli che ora erano tornati il piedi. Piegandosi sulle ginocchia li guardò entrambi, e poi commentò: "Noi tre siamo sempre stati assieme, fin dalla mia creazione, non è forse così? Allora per quale ragione farci la guerra, quando invece possiamo collaborare? Vogliamo tutti la stessa cosa, ritrovare e ricongiungerci a Rayshin...". Detto ciò tesi la mano verso le due creature che, dopo qualche secondo di titubanza, si gettarono su di lui leccandogli contenti le guance.
    Esteban rise davanti al comportamento di quelle due creature ed al loro affetto, dichiarando: "Come pegno di pace vi ho preparato una cena che di certo non disdegnerete... Servitevi pure!", e detto ciò indicò alle due creature l'Ibrida a terra.
    Abbaiando dalla felicità le due creature si diressero verso la loro cena, e mentre le grida di Abegaila risuonavano per tutto il parco Esteban guardò le stelle nel cielo in silenzio. Quando l'Ibrida non si mosse più e non emise più alcun suono dichiarò deciso: "Bene, adesso andiamo dal mio fratellone!", richiamando con un gesto della mano la bambola davanti a sé e guardandola con un sorriso.


    E così finisce il capitolo, cari lettori.
    In effetti in questo capitolo ci sono state un bel po' di informazioni, non trovate? Abbiamo innanzitutto capito che cosa è effettivamente il Dunyakat così tante volte nominato: esso è la dimensione di provenienza dell'Imperatore, dei Principi ma anche di Esteban e Rayshin, e Zahkia ne è niente meno che la rappresentazione fisica. Una dimensione diversa dalla nostra e che tuttavia ha subito "l'evasione" dell'Imperatore che, per motivi sconosciuti allo stesso Zahkia, è venuto nel nostro mondo.
    Inoltre, e questa sì che è una grande sorpresa, che Esteban e Rayshin sono effettivamente i due Risebell (già, perché prima non si era assolutamente capito, no no :asd: ). La loro scoperta in ritardo però è giustificata dal fatto che ogni singola copia delle loro carte è stata distrutta dall'Imperatore assieme a "Sovrano della Vanità", ovvero lo stesso Lasyrindes, per non lasciarne alcuna traccia. Chiaramente tale scoperta ha devastato il giovane Esteban, ma non quanto i ricordi che ha ottenuto da Zahkia su Icero e su ciò che questi ha fatto in passato con loro. Tali immagini erano orribili a tal punto da sconvolgerlo, ma gli hanno anche permesso di maturare il suo vero Deck allo stesso modo che Rayshin fece con le sue Virtù Cardinali.
    Tale Deck è appunto quello dei Vizi Infernali, che per quanto oggi si sia solo visto Luxuria immagino avrete già capito lo stile: sono indistruttibili agli effetti delle carte come le Virtù Angeliche e possono essere Evocati Specialmente senza tributi nelle analoghe condizioni, ma a differenza delle Virtù non permettono di Evocare subito il loro simile, ma invece lo aggiungono alla mano. Inoltre hanno tutte e sette 7000 punti di Attacco e Difesa, che però scendono quando entrano in campo in base al mostro più potente dell'avversario. E poi ovviamente ognuna ha il suo effetto speciale.
    Questo Archetipo ha devastato con una sola carta Abegaila, che oltre ad aver perso nel duello è anche stata sconfitta nello scontro fisico con il nuovo Esteban, che l'ha usata come cibo per i suoi sciacalli.
    Ebbene, dopo la prima sconfitta dell'Ibrida speciale creata da Gren, cosa succederà? E come si comporterà adesso Esteban davanti all'Imperatore ed ai suoi, ora che conosce la verità? Riuscirà a salvare Rayshin dal pericoloso Icero, o anche lui verrà catturato?
    La risposta non sarà nel prossimo capitolo, ma torneremo indietro nel tempo al duello di Rayshin contro l'altro Ibrido del Dottor Gren, per vedere se anche il fratello maggiore se la caverà.
    Alla prossima domenica allora cari lettori, buona notte :ciao:

    Edited by Xivren - 11/3/2017, 22:04
     
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