Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Salve cari lettori, vi ricordate ancora di me?
    Sì, so che per una settimana non mi sono fatto vivo, ma una volta durante l'anno persino io mi prendo una vacanza al mare :asd: . Ciò nondimeno ora sono tornato, e soprattutto nel mentre ho anche sistemato e pronti i prossimi eventi nella fan fiction: ho deciso di tagliare alcune parti inutili nei prosssimi capitoli, siccome non avevano alcuna utilità, e di ordinare il tutto.
    Per cui, facciamo il punto della situazione. Nel precedente capitolo abbiamo seguito Esteban nella visione di Dinef, ed il bambino ha visto il passato di Isroth e Icero: ha così scoperto come effettivamente i due fossereo gladiatori prima di diventare Ministri, e che è stato proprio questo passato a rendere folle Icero e a portarlo a fare... quello che ha fatto. Come se non bastasse il sogno è stato manipolato da Zahkia per mostrare a Esteban anche un certo "lato oscuro" dell'Imperatore, cosa che non era nelle intenzioni di Dinef.
    Oggi torniamo da Rayshin, che ricorderete essere momentaneamente sotto il controllo di Kibir e Hamset, a Kalesi, l'aeronave dell'Ordine di Yeni Aci.


    CAPITOLO 36 – PROSSIMO OBIETTIVO, L'OTHER

    Venerdì 10 Novembre - Ore 09:15 - Kalesi

    "Non vorrei sembrarvi scortese, ma sinceramente preferisco il caro Rayshin normale!" esclamò lo Ierofante, fissando con un sorrisetto beffardo il ragazzo portatogli davanti da Emas.
    A qualche metro di distanza dai tre Delver fece sedere il sottoposto a terra, chiedendogli: "Come ti senti, Louis? Sei ancora tutto intero?". Nel mentre aveva appoggiato la mano sulla spalla ferita del ragazzo, ed un piccolo gruppo di fili aveva cominciato a cucire la ferita, fermando così anche la perdita di sangue.
    "Anf... Non si preoccupi, Sommo Delver: la ferita si rimarginerà da sola tra un po'... Ma.... Ma..." cominciò a dire Louis, mentre cercava di riprendere fiato dall'ultimo colpo della Virtù Cardinale. Un brivido di dolore lo costrinse però a fermarsi, mentre si stringeva la spalla dolorante.
    Il Dadoducco si accigliò a quelle parole, e chiese ancora: "Ma cosa, Louis?".
    Il ragazzo si calmò, e spostando lo sguardo su Rayshin borbottò: "Non so cosa gli sia successo, ma è troppo pericoloso in questi casi... Rischiamo che sia lui a distruggerci...".
    Delver lo fissò dubbioso per qualche istante: lo sguardo del ragazzo era serissimo in quelle parole, e le disse senza alcun dubbio o esitazione. Fissò anche lui Rayshin, riflettendo: "Uhm, potrebbe distruggerci, ma potremmo usarlo noi per distruggere il resto... O ci darà tutto oppure ci toglierà tutto: com'è interessante!", e sorrise.
    Dal canto loro Kibir e Hamset non gradirono molto le parole del bambino, e ribatterono acidamente: "Ci dispiace non essere di tuo gradimento, Icero... Ma se è per questo neppure tu lo sei mai stato, ottant'anni fa come adesso!".
    Lo Ierofante si grattò la guancia con indifferenza, dichiarando svogliatamente: "Ammetto di avervi sottovalutati, anni fa... Ma infondo su di voi non avevo alcuna informazione! E non potete neppure negare di essere stati trattati piuttosto bene, ai tempi: Lasyrindes di certo non avrebbe fatto altrettanto!".
    "Se quello che hai fatto ai corpi di Rayshin e suo fratello è "trattare piuttosto bene", allora sei ancora più folle di quanto credevamo! Ma d'altronde la stupidità sembra essere un gene della vostra famiglia, proprio come per Isroth..." ribatterono di nuovo i due cani al posto di Rayshin.
    Prima che potessero continuare Icero alzò il braccio destro per poi abbassarlo di colpo, con uno spadone stretto nella mano. L'impugnatura era piuttosto corta rispetto alla lunghezza complessiva dell'arma, mentre invece la guardia metallica era incredibilmente massiccia: il centro era occupato da un curioso ingranaggio circolare, formato da una stella metallica dorata a tre punta sovrapposta ad una grigiastra. La lama era piuttosto larga e non particolarmente lunga, benché arrivasse tranquillamente ad un centimetro dalla fronte del ragazzo: era realizzata in metallo biancastro, con diverse venature irregolari attraversate da quella che sembrava essere energia rossastra, e con la punta molto sottile.
    Avvicinando la lama al volto del ragazzo le venature brillarono, mentre il bambino disse freddamente: "Quello che io volevo fare, e che voglio fare ancora oggi è scatenare una macchina dalla potenza distruttiva incredibilmente più grande di qualsiasi altra mai vista nella storia dell'uomo! E non permetterò di certo che siate voi due bestiacce, o quelle di Esteban, ad ostacolarmi nel mio piano! Dite che sono folle? Ebbene, avete ragione, ma questa follia è indirizzata al bene supremo di mio fratello: questa è una cosa che nessun altro al mondo oltre a me capirà mai! Quindi statevene zitti!".
    A quelle parole ed allo sguardo del bambino Kibir e Hamset rimasero in silenzio, spaventati dalla pazzia senza ragione che traspirava da Icero. Dopo qualche istante però aggiunsero: "Stai pur certo che non ti lasceremo usare il Signorino, e neppure suo fratello! Noi quattro li proteggeremo da te anni fa, e lo faremo anche oggi! Proprio per questo ora ne abbiamo preso il controllo, in modo tale che non abbia mai più nulla a che fare con un essere disgustoso come te!".
    Lo Ierofante allora sorrise come suo solito, sussurrando alle due creature allegramente: "Temo proprio che non siate nella condizione di opporvi!".
    A quelle parole la spada nella sua mano cominciò a brillare dall'elsa fino a raggiungere la punta, e cominciò ad allungarsi fino a cambiare completamente forma. Quando la luce si affievolì lo Ierofante reggeva in mano un caduceo metallico: l'asta dorata era circondata dalle spire di due cavi metallici al posto dei classici serpenti, che dal fondo del bastone salivano quasi fino alla cima. Una volta lì andavano ad attaccarsi sotto un'estensione occupata al centro dallo stesso bizzarro ingranaggio della spada. Da essa poi si allungavano verso il basso due ali metalliche, attraversate anch'essa da venature nelle quali scorreva però energia dorata.
    Salutando con la mano sinistra Icero puntò il caduceo verso Rayshin: i due "serpenti" si mossero come mossi da vita propria e si allungarono verso il ragazzo. Essi avvolsero quindi quella in apparenza sembrava essere solo aria sopra le spalle di Rayshin, ma dopo pochi istanti al loro interno si concretizzarono le due creature del ragazzo, Kibir e Hamset.
    Cercando di liberarsi dal serpente che lo avvolgeva Kibir chiese, tra uno sforzo e l'altro: "Che stai facendo, Icero!? E come hai fatto a trovarli ed utilizzarli!?".
    "Lasciatemi raccontarvi un'altra cosa: nella mitologia il caduceo, simbolo di Hermes, rappresentava l'equilibrio tra le cose e, come se non bastasse, poteva unire gli opposti! E siccome quello che stata facendo alla mente del caro Rayshin non è esattamente quello che si può definire "equilibrio" preferisco liberarlo ora da voi due, con permesso! Per cui vi saluto, Kibir e Hamset! Prendetevi cura di Rayshin, ma non cercate mai più di prendere il controllo!" illustrò con un sorriso il bambino, per poi schioccare le dita: a quel comando i due serpenti lasciarono libere le creature, tornando ad avvolgere il caduceo che sparì in una scintilla dorata.
    Sopra il capo di Rayshin si formò di nuovo il volto scheletrico verdastro: aprendo le bocca seghettata i due cani vennero risucchiati al suo interno, mentre cercavano di raggiungere il viso o la gola dello Ierofante. Una volta volta scomparsi nella bocca essa si richiuse, e dissolvendosi in una nube verdastra anche il viso scheletrico scomparve avvolgendo Rayshin.
    "Oh, caro Rayshin? Caro Rayshin? Riesci a sentirmi?" domandò allegramente Icero, tornando al suo posto. Una volta sedutosi sul suo trono ordinò: "Tranquillo Emas, ora puoi lasciarlo andare: non è più pericoloso!".
    Emas guardò titubante il corpo privo di sensi del ragazzo, ma annuendo rispose: "Come desiderate, Sommo Ierofante...", e mollò la presa. Con un salto poi indietreggiò raggiungendo Delver e Louis, senza però perdere d'occhio il ragazzo.
    Il corpo di Rayshin, non più sorretto da Emas, si inclinò in avanti per cadere sulla scrivania dello Ierofante, ma aprendo l'occhio scoperto il ragazzo riprese i sensi e, facendo un passo in avanti, evitò di cadere.
    "Ma cosa... Che è successo... Icero?" borbottò ancora confuso Rayshin, fissando il bambino davanti a lui. Si voltò poi lentamente, tenendosi la testa, ed aggiunse: "Là ci sono Delver, Emas e Louis... Oh, ora ricordo... stavo duellando con lui!".
    "E non è tutto, caro Rayshin, hai anche vinto! Hai duellato splendidamente, visto e considerato che non avevi mai usato le Virtù Angeliche! Certo, ora la forza delle tue carte è un po' cambiata, ma infondo è così deve andare! La prima volta che le usi rivelano tutta la forza latente accumulata nei tuoi anni vita, e poi si stabilizzano!" gli rispose Icero, per poi indicare il Duel Disk che il ragazzo aveva al braccio.
    Rayshin abbassò lo sguardo sollevando il braccio, mormorando confuso: "La forza... diminuita? Ma com'è possibile?", e detto questo estrasse la prima carta dal suo Deck. Era Virtù Angelica – Caritas: leggendo velocemente l'effetto notò che ora vi era scritto: "Una volta per turno, durante la tua Main Phase 1, puoi bandire questa carta dalla tua mano: Evoca Specialmente quanti possibili mostri "Virtù Angelica" dalla tua mano sul tuo Terreno, scoperti in posizione di Attacco. I mostri Evocati da questo effetto non possono attivare i loro effetti, e tornano nella tua mano durante l'End Phase.", mentre a quanto ricordava l'effetto era in parte diverso durante il duello.
    "Però non mi ricordo nulla del duello, eccetto i primi turni... Cosa mi è successo?" chiese allora Rayshin, riponendo la carta nel Deck e smaterializzando il suo Duel Disk.
    "Oh, nulla di preoccupante caro Rayshin! Hai presente Kibir e Hamset, quelle due creature che stanno sempre con te? Diciamo che hanno avuto la cattiva idea di prendere il controllo della tua mente, mentre eri trasportato dall'ebrezza del duello! Nulla di grave, ovviamente, e posso assicurarti che non succederà mai più, finché ci sarò io al tuo fianco!" gli illustrò sinteticamente lo Ierofante, mentre lo indicava con la mano destra.
    Il ragazzo si fermò un attimo a riflettere tra sé e sé: "Hanno preso il controllo della mia mente? Eppure non è mai successo prima: ero certo di riuscire a controllarli senza grosse difficoltà! Perché lo hanno fatto proprio questa volta, in presenza di Icero....", per poi sollevare di scatto il capo. Fissò quindi il bambino e chiese, perplesso: "Come fai a sapere di Kibir e Hamset? Non ne ho parlato con nessuno, da quando sono arrivato qui...".
    Rayshin sapeva che Diell non era mai stato capace di nascondere la sorpresa, ed anche questa volta Icero si tradì: sgranò gli occhi e si morse il labbro, stringendo con forza il bracciolo del suo trono dalla frustrazione. Si calmò però subito, e rispose innocentemente come suo solito: "Suvvia caro Rayshin, non perdiamoci in dettagli di poco conto! La sola cosa importante, e che ora hai potuto verificare, è che ora hai effettivamente la forza per riprenderti tuo fratello! Certo, è ancora una forza grezza e che devi sviluppare, ma ce l'hai! Ed io posso aiutarti in questo, anzi, tutto l'Ordine può aiutarti nel tuo scopo...".
    "In effetti Icero aveva ragione" pensò il ragazzo, "Nel precedente duello non ho potuto fare nulla contro Louis, ma ora sono riuscito a sconfiggerlo senza riportare alcun danno visibile, credo... Se continuerò a servirmi di nascosto di loro, allora diventerò ancora più forte: è un'occasione irripetibile! Anche perché ne va della mia vita...".
    Lo Ierofante allora continuò, puntiglioso: "Allora, caro Rayshin? Allora? Allora? Sei convinto della nostra alleanza?", mentre si sporgeva in avanti appoggiando il busto sulla scrivania.
    Rayshin allora sospirò e rispose, cercando di mostrarsi il più contento possibile: "Certamente Icero! Ora ho capito che solo grazie a te avrò la possibilità di ottenere il potere necessario per strappare mio fratello a Lasyrindes! Proprio per questo voglio restare al tuo fianco e diventare più forte: solo l'Ordine di Yeni Aci può aiutarmi in questa missione!", sorridendo persino a quel bambino che un po' lo inquietava. L'idea di unirsi ad una mente instabile come quella di Icero non lo entusiasmava particolarmente, e quel suo sorrisetto come se tutto fosse sotto il suo controllo ancora meno. Ma doveva fare di necessità virtù, almeno per il bene di suo fratello minore.
    "Magnifico! Stupendo! Perfetto! Sapevo di poter contare su di te, caro Rayshin! Ma temo che per il nostro prossimo incarico, tu non potrai stare al mio fianco, eh eh!" rispose ridacchiano il bambino, apparentemente non accorgendosi della manipolazione di Rayshin. Il suo tono lasciava solo trasparire cristallina gioia e felicità per le parole del ragazzo, senza nessun dubbio o sospetto sulle sue vere intenzioni.
    Anche dal canto suo Rayshin non capì a fondo le parole del bambino, e per questo chiese perplesso: "A cosa ti riferisci, Icero? Cosa sarebbe questo nostro prossimo incarico?".
    Il bambino gli sorrise, e batté le mani: alle sue spalle si materializzò lo schermo olografico già visto da Rayshin in precedenza, anche se i margini questa volta apparivano più disturbati. Accorgendosene il bambino borbottò arrabbiato: "Uffa, i danni causati dalle Virtù Angeliche sono più massicci di quanto pensassi, ma poco importa...".
    Voltandosi di nuovo verso Rayshin Icero gli chiese: "Sai cosa succederà tra pochi giorni, caro Rayshin? Sarà il 15 novembre: ti dice nulla questa data?".
    Il ragazzo si fermò qualche istante a pensarci, e subito dopo aver capito a cosa Icero si riferiva esclamò: "Ma certo! La Parata della Pace: ogni anno, in alternanza tra l'Impero e l'Other, si tiene questo evento che celebra la ricorrenza della pace firmata tra le due potenze! In effetti quest'anno dovrebbe tenersi a New York, essendo la metropoli più grande dell'Other!".
    Davanti a Icero si materializzò uno piccolo schermo virtuale, ed il bambino vi premette un tasto: immediatamente sullo schermo alle loro spalle passò una mappa della metropoli, con tanto di nomi delle strade e dei palazzi più importanti. Allora Icero rispose: "Precisamente, caro Rayshin! Ecco quale sarà il nostro prossimo incarico: rendere, diciamo, interessante la Parata e tutti gli eventi legati ad essa! Come di certo saprai ci saranno anche alcuni dei membri più importanti dell'Impero, e sono proprio loro l'importante! Sicuramente si aspettano che noi attaccheremo l'evento, cosa che puntualmente faremo, e che ci porteremo dietro te: per questo motivo porteranno Esteban con loro, in modo tale che uno attiri l'altro! E' l'occasione migliore per recuperare tuo fratello, non credi?".
    Rayshin fissò per qualche momento la gigantesca cartina davanti a lui, per poi chiedere lievemente inquieto: "Che cosa intendete per "attaccare l'evento"? Non vorrai dirmi che...", e si interruppe incapace di andare avanti talmente l'idea gli faceva ribrezzo.
    "Oh, ma certo caro Rayshin! Beh, come sai un gentiluomo non rivela mai i suoi segreti, ma ti darò qualche indizio: il nostro attacca riguarda... uccidere! Ovviamente con qualche bell'esplosione o fuoco d'artificio come contorno, ed altre formalità del genere che ci hanno reso famosi!" gli rispose il bambino, sorridendo come suo solito.
    Rayshin impallidì per la spontaneità con cui Icero aveva detto una cosa così mostruosa, e deglutendo osservò a mezza voce: "Ma... ma è un evento per la pace... Ci saranno persone innocenti, ci saranno bambini... E voi volete... volete... E' mostruoso!".
    "Novantadue milioni e ottocento mila ... Sai cos'è questo numero, caro Rayshin? " gli chiese allora freddamente il bambino, non sorridendo più. A quella domanda Rayshin scosse il capo, confuso e perplesso su dove il bambino volesse andare a parare.
    Icero allora sogghignò orribilmente, e con una luce negli occhi rispose: "E' la stima di tutte le vittime che l'Ordine di Yeni Aci ha fatto fino ad oggi, seguendo i miei ordini! Chi è la causa di tutte le guerre che nell'ultimo mezzo secolo hanno attraversato il mondo? Chi è la causa di tutti gli attacchi terroristici tra Impero e Other? E tu credi davvero che qualche bambino in più o in meno possa farmi differenza? Non è tanto il numero in sé ad importarmi: la stragrande maggioranza delle vittime nell'Impero viene fatta tornare in vita da Lasyrindes, e nell'Other Gren crea così i suoi Ibridi... Ma la paura ed il terrore non se ne vanno via! Mi credi mostruoso solo per questo evento? Avresti dovuto dirmelo un bel po' prima, non credi?".
    Rayshin non sapeva cosa rispondere. Se prima Icero lo inquietava, ora lo disgustava terribilmente: si era accorto recentemente che Lasyrindes era più mostruoso di quanto sembrava, ma per quanto impossibile Icero era ancora peggiore dell'Imperatore. Non aveva alcun briciolo di umanità in lui, non aveva alcun cuore, non aveva alcuna anima. Era soltanto un mostro.
    Leggendo quei pensieri negli occhi di Rayshin Icero scherzò, ridendo: "Stai pensando che io non abbia cuore, caro Rayshin? Che io non abbia più un'anima? Beh, siccome passeremo molto tempo insieme, è meglio che tu ora lo sappia: io non ho più l'anima! A seguito di quell'incidente, ottant'anni fa, la mia anima venne fatta a pezzi e staccata dal mio corpo, finendo in un'altra, diciamo, realtà! In mancanza dell'anima io non posso morire, e neppure il mio corpo può essere distrutto... Ed in mancanza di un corpo l'anima continua ad esistere ma non può essere distrutta o cancellata... La mia, a differenza di Lasyrindes che dipende sui Regni in cui ha diviso la sua anima, è un'immortalità assoluta, seppur più svantaggiosa!".
    A quelle parole Rayshin capì tutto. Capì come Diell era sopravvissuto al colpo di Delver all'Istituto, come era sopravvissuto quando al loro primo incontro gli aveva reciso la gola, e di come era sopravvissuto anche al potere di Lasyrindes. L'unica cosa che fu capace di dire, sudando, fu: "E fammi indovinare... Ad aver distrutto Pechino sei stato tu, vero?".
    Nell'udire quella domanda Icero sollevò un sopracciglio, chiedendo confuso: "Pechino... distrutta? Ma cosa stai dicendo, caro Rayshin?", e subito dopo digitò qualcosa sullo schermo virtuale davanti a lui.
    L'immagine sull'ologramma alle sue spalle tremò un attimo, per poi sparire. Al suo posto vi era ora una ripresa dall'alto della metropoli di Pechino, che Rayshin vide essere in perfetto stato. A quella visione il ragazzo osservò con un filo di voce: "Ma... I notiziari avevano detto che... Pechino era stata rasa al suolo... Eppure...".
    "In effetti era nostra intenzione farla saltare in aria, una volta che la ribellione di Ling-Dao fosse fallita! Ma per nostra sfortuna è intervenuto Rael a sventare il piano... Mai che quello possa starsene in pace... Comunque sia il Principe ha messo sotto "quarantena" Pechino dopo aver eliminato ogni traccia di esplosivo che Emas aveva piazzato con tanta fatica, dannato Ciel!" spiegò con rammarico Icero, sbuffando dalla rabbia come se Rael gli avesse fatto un torto.
    La ripresa allora scese velocemente per le strade della metropoli, e Rayshin vide steso a terra il corpo di un uomo, morto a causa di diversi colpi da arma da fuoco. Il ragazzo allora vide una luce dorata brillare dalle ferite dell'uomo, ed una volta affievolita il corpo dell'uomo era perfettamente in salute, tant'è che come in brutto sogno l'uomo si girò sul fianco, sbuffando. A qualche metro di distanza dall'uomo lo stesso fenomeno avvenne sul corpo di una donna.
    "Pensavo che con quel numero di vittime ci avrebbe messo più tempo, e che soprattutto gli avrebbe occupato una maggiore percentuale del suo potere... Beh, ormai quel che è fatto e fatto, pian piano l'Imperatore sta riportando in vita tutte le vittime della Ribellione!" continuò Icero, senza neppure guardare quella ripresa.
    "Ma come può fare una cosa del genere con milioni di persone? E soprattutto perché lo fa? Pensavo che a Lasyrindes non importasse molto dei suoi sudditi, almeno a quanto mi hai fatto capire qui..." osservò dubbioso Rayshin, per poi rivolgersi di nuovo a Icero.
    "Come, mi chiedi? Secondo te perché fin dalla nascita ad ogni suddito dell'Impero viene impiantato nel corpo un Duel Disk e donato un Deck? Ricordati che con essi Lasyrindes ha un limitato controllo su ogni persona, ed ognuna di esse può essere soggetta al suo potere! Sul suo interesse, a lui non interessa minimamente chi vive o chi muore nel suo Impero, ma praticamente deve limitare al minimo le perdite per poter preparare così la sua Catena!" spiegò il bambino, indicando anche il braccio di Rayshin dove fino a poco prima vi era il suo Duel Disk.
    Prima che Rayshin potesse chiedere altre spiegazione lo Ierofante riprese immediatamente la parola, silurando la questione con un veloce gesto della mano: "Su su, ora non ci importa di lui! In merito alla Parata, ho deciso che prenderai parte alla squadra di Delver: non dovrai scatenare così alcun attacco, sei contento? Agirete come diversivo prendendo parte agli eventi della Parata, mentre ci penserà Emas a dare spettacolo! Qualche obiezione, Delver?", e si sporse verso il Dadoducco a qualche metro da lui.
    Delver rispose sollevando la mano, dichiarando solare: "Nessun problema! In questo modo sono certo che Rayshin e Louis diventeranno ancora più amici! E poi potrò divertirmi a vedere di cosa è capace!".
    A quelle parole Louis drizzò la schiena, probabilmente per obiettare qualcosa su di lui, ma l'attenzione di Rayshin fu ripresa da Icero che concluse: "Perfetto! Allora sarà Delver a spiegarti il resto! Buon divertimento caro Rayshin, e mi raccomando: tieni gli occhi aperti per Esteban!".
    "Ma... tu non parteciperai alla Parata?" chiese allora il ragazzo allo Ierofante.
    Icero ridacchiò, e rispose: "Oh oh, non sono mai stato un tipo amante della pace, caro Rayshin! Per me quella Parata è come un pugno sui denti! Ma non preoccuparti, non ti perderò di vista neppure un istante, nemmeno mentre dormi! Ora vai, e buona Parata!".
    C'erano moltissime cose su cui Rayshin avrebbe voluto discutere con il bambino: lo scopo di Lasyrindes, la Catena, come potesse aver ucciso lui così tante persone, che lo disgustava e così via. Ma a conti fatti capì che meno stava a contatto con quel bambino più lui sarebbe stato meglio, e quindi non ci pensò due volte a rivolgergli l'inchino comune tra i membri dell'Ordine per poi voltarsi.
    Raggiunse quindi Delver e Louis, accorgendosi che Emas era sparito nel mentre. Non se ne curò troppo, in fondo non gli importava particolarmente di quelle persone, e quindi seguì i due membri dell'Ordine fuori dalla sala dello Ierofante.
    Rimasto solo Icero premette un tasto sul suo piccolo schermo virtuale, e la porta della sua sala si richiuse da sola. Tirando un sospiro stanco, borbottò: "Uff, per ora non si ricorda ancora di me e del passato... Spero che quelle due bestiacce non gli dicano nulla!".
    "Maestro, probabilmente ve ne siete accorto, ma a Rayshin non importa niente di noi: perché vi fate usare da lui in questo modo?" chiese allora una voce nell'aria. In quello stesso istante l'ombra proiettata dal trono su cui il bambino era seduto si allungò, e da essa emerse nientemeno che l'Araldo dell'Ordine di Yeni Aci: Elsmay.
    Mentre l'uomo lo raggiungeva al suo fianco Icero rispose ridendo allegramente: "Ah ah ah! Suvvia Elsmay, il suo interesse verso di me non ha alcuna rilevanza! Entrambi abbiamo lo stesso obiettivo: trovare il caro Esteban! Solo che lui vuole farlo senza dare nell'occhio, io invece voglio farlo divertendomi!".
    L'uomo si voltò verso lo Ierofante, osservando dubbioso: "E' lo stesso discorso che le ho fatto giorni fa, prima che Rayshin arrivasse! Al suo stato attuale è piuttosto pericoloso, basta vedere i danni che nel duello ha fatto qui! Ma una volta che avrà trovato suo fratello minore, di certo sarà ancora più difficile controllarlo: è troppo pericoloso lasciarlo libero di agire così!".
    "Sarà pure diventato ancora più abile con il suo nuovo Deck ora, ma di certo non è diventato così forte da causare un problema a Delver, o Emas o te! A me importa solo che usi quel suo potere alla Parata per due cose: prima, recuperare Esteban; seconda, distruggere colui che Lasyrindes ha mandato in sua voce!" rispose stingendosi le spalle Icero.
    A quelle parole Elsmay batté le mani sulla scrivania, esclamando: "Non ce la farà mai a battere un Principe! Non è ancora diventato così forte da compiere una cosa simile! E' una follia!".
    Il bambino allora schioccò le dita, ed indicò con la mano il suo sottoposto, ordinando: "Ecco perché anche tu lo aiuterai in questa missione! Con il tuo aiuto e la tua esperienza potremo distruggere uno dei cinque Principi di Lasyrindes: prenderemo due piccioni con una fava!".
    "E' una pazzia! Nessuno conosce l'esatta estensione delle capacità dei Principi dell'Impero, neppure io! E non mi lancio in battaglie in cui non conosco nulla del nemico: l'ho fatto una volta, e mi è servito da lezione!" gli rispose Elsmay, paonazzo in viso.
    "A tal proposito, sai qual è il Principe mandato da Lasyrindes, Elsmay? Lo sai? E' lui..." aggiunse Icero, volutamente provocando il membro dell'Ordine.
    Quelle parole, in particolare il riferimento al Principe, ebbero l'effetto sperato dal bambino su Elsmay: l'uomo abbassò lo sguardo, fissando le proprie mani senza parlare. Un paio di gocce di sudore solcavano la sua fronte rugosa, e caddero sulla scrivania dello Ierofante nel più completo silenzio.
    "E' un'occasione più unica che rara! Non ci sarà probabilmente più un evento in cui lui prende personalmente parte! E' la tua occasione per vendicarti di ciò che ti ha fatto anni fa!" aggiunse mellifluo lo Ierofante, avvicinandosi all'orecchio di Elsmay.
    L'uomo allora si alzò e, inchinandosi al bambino, cominciò a sprofondare nella sua ombra dichiarando: "Con il suo permesso, Maestro, vado a prepararmi per la Parata...".
    Icero lo salutò allegramente con la mano, ed Elsmay sparì completamente dalla sala.


    Fine del capitolo, cari lettori.
    Allora, come avete letto Kibir e Hamset si ricordano benissimo di quello che Icero fece loro ottant'anni fa, ed hanno cercato in tutti i modi di proteggere Rayshin dallo Ierofante. Il bambino però si è rivelato essere in possesso degli Artefatti (sì, avete capito bene: gli Artefatti, Icero ha il controllo di tali oggetti, ma niente Mani o cose simili), liberando così la mente di Rayshin.
    Il ragazzo è ora quindi convinto che grazie all'Ordine potrà salvare il fratello minore, benché le rivelazioni sulle atrocità di Icero lo disgustino fin nel profondo della sua anima.
    Nel prossimo capitolo per la prima volta ci spostiamo nell'Other, e ci resteremo per un bel po'. Comincerà l'evento tanto citato, la Parata per la Pace, a cui prenderanno parte tutti o quasi i personaggi più importanti apparsi fin'ora.
    Al prossimo capitolo, cari lettori (e state tranquilli, ora non ho più vacanze che mi facciano assentare dal forum). Per cui alla prossima domenica :ciao:

    P.S. Quanto prima vi fornirò gli effetti definitivi delle Virtù Angeliche di Rayshin, non appena avrò scritto bene i loro lore.

    Edited by Xivren - 3/8/2014, 22:16
     
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