Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Odio davvero quando a causa della mia pessima connessione non posso postare il capitolo in tempo. Uffa.
    Comunque sia, buonasera a voi cari lettori, rieccoci qui. Come abbiamo visto nel precedente capitolo Lasyrindes ha reagito con grande eleganza e nobilità alla notizia che Rayshin ora fa parte dell'Ordine di Yeni Aci. Proprio per questo se l'è presa con Isroth, e come se non bastasse è arrivato anche Esteban a chiedere notizie sul fratello. L'Imperatore ha quindi affidato al Ministro il compito di spiegare la cosa al bambino. Dall'altra parte del mondo Rayshin ha rinunciato al suo vecchio Deck, e per questo è stato "rinchiuso" da Icero in una bizzarra dimensione nella quale rischia di diventare spezzatino per mostri.
    Riuscirà Rayshin a cavarsela? Oppure verrà divorato ed io dovrò cercare un nuovo protagonista? Scopriamo assieme.


    CAPITOLO 31 – L'UOMO CHE ESISTE E NON ESISTE

    ??? - ???, ???

    "Anf... anf... Sono senza fine..." ansimò con il fiatone Rayshin. Non sapeva dirlo con precisione assoluta, ma era passato diverso tempo da quando era stato "rinchiuso" in quella coltre di tenebre. Poteva essere passato un quarto d'ora, o mezz'ora, un'ora... Era incapace di percepire lo scorrere del tempo in quel luogo, così come lo spazio: un momento gli sembrava di aver percorso metri su metri, e dopo credeva di essere rimasto fermo sul posto per tutto il tempo. Come se non bastasse non c'era alcun pavimento o superficie visibile sul quale il ragazzo sapesse di stare appoggiando i piedi.
    Come se ciò non lo confondesse a sufficienza, doveva anche fare i conti con un assalto continuo di creature intenzionate ad ucciderlo. Ognuna di esse fuoriusciva all'improvviso da uno dei globi di luce lì attorno, pronta ad attaccarlo. Per sua fortuna c'erano quelle due bizzarre creature, Kibir e Hamset, a dargli man forte: nonostante fossero più piccoli e minuti rispetto ad alcune grandi creature apparse, non avevano avuto problemi ad abbattere giganti come quelli che erano sembrati essere Sirenide Abissmegalo o Saggiasequioia Silvano. Il tutto sferzando il corpo di quelle creature con movimenti talmente veloci che Rayshin poteva solo scorgere la scia lasciata dal loro corpo etereo.
    Dal canto suo Rayshin aveva anche cominciato a prendere dimestichezza in quello scontro. I suoi primi colpi erano semplicemente state unghiate contro il corpo delle creature, ma dopo poco tempo aveva scoperto di potersi muovere allo stesso modo dei due sciacalli, potendo così colpire quegli esseri in punti più vitali od esposti. Non era però diventato così veloce o capace da poter scansare abilmente gli attacchi nemici: la sua giacca presentava un grosso squarcio dovuto all'assalto di Sfidante Eroico - Doppia Lancia. Il ragazzo era riuscito a spezzare senza troppe difficoltà una delle due lance, ma la creatura era stata più rapida e gli aveva menato un fendente verticale con l'altra arma.
    Quell'occasione gli aveva permesso di vedere dal vivo come si era ripreso dal duello di Louis: il ragazzo aveva così visto la sua ferita brillare di luce bianca, ed immediatamente migliaia di filamenti di energia blu l'avevano ricucita come se Doppia Lancia non l'avesse mai attaccato. Sfruttando l'attimo di confusione della creatura il ragazzo era così riuscito a tranciargli il collo anche attraverso l'armatura, superarlo e fare a pezzi il globo di luce da cui era fuoriuscito. Per sua grande fortuna quelle creature non sembravano avere sangue od altri liquidi vitali, ma semplicemente cominciavano a sgretolarsi in polvere dove colpite.
    "Forza Padroncino! Ne restano poche centinaia da abbattere, ma se continuiamo con la grazia e l'eleganza che ci ha distinto fin'ora, possiamo farcela!" esclamò Kibir, mentre azzannava un altro globo di luce dissolvendolo in polvere. A loro vantaggio le due creature non sembravano patire alcuna fatica dallo scontro ma, anzi, sembravano persino più energiche.
    Rayshin sbuffò sottovoce: "Uff! La fa facile lui, io non sono abituato a questo genere di barbarie! Spero almeno che non soffrano troppo quando gli attacchiamo...". Mentre rifletteva sulle proprie azioni si scagliò verso un globo di luce dal quale cominciava a formarsi pericolosamente una macchia nera, sinonimo di probabile prossimo mostro assassino.
    Lo colpì con la mano destra, ma con sua grande sorpresa qualcosa di invisibile lo bloccò generando una scossa elettrica azzurra. Il ragazzo allora indietreggiò con un balzo, pensando sorpreso: "Ma cosa... Non è mai successo prima...", per poi fissare sbigottito la creatura che si era appena formata. La conosceva fin troppo bene: Costellazione Ptolemy M7.
    Nel vedere quella che un tempo era stata la sua carta migliore, con cui aveva condiviso e vinto moltissimi duelli, e che ora avrebbe cercato di ucciderlo, ebbe un tuffo al cuore. Riluttante ritornò all'attacco, lanciandosi in un impatto frontale con la creatura. Il ragazzo vide allora Ptolemy M7 aprire entrambe le mani e caricare due sfere di luce circondate da elettricità brillante. Sorrise compiaciuto, ed ad un metro dalla creatura si spostò rapidamente verso l'alto, pronto a decapitarla con un colpo dall'alto verso il basso. La velocità di Rayshin era stata tale che il mostro non era stato capace di reagire, ed ora il suo collo era scoperto ed indifeso.
    O almeno così pensava Rayshin, siccome l'ala destra del mostro si sollevò immediatamente e si frappose tra il colpo di Rayshin ed il collo di Ptolemy M7. L'impatto generò una scarica di scintille rosse, ma per quanto Rayshin si sforzasse di andare a fondo l'ala era troppo resistente. Aprendola e muovendola verso l'alto il mostro scacciò con forza il ragazzo, con una forza tale da scaraventarlo a qualche metro di altezza.
    "Accidenti!" esclamò lui, che però non aveva riportato danni da quella mossa, se non essere sbalzato verso l'alto ad alta velocità. Con sua grande fortuna la sua salita si fermò, ma con sua grande sfortuna fu la coda di Ptolemy M7 a colpirlo di fianco, facendolo precipitare verso il basso.
    Rayshin tossì una discreta quantità di sangue nero, ma aveva il braccio sinistro ancora stordito ed inutilizzabile dal colpo di coda della creatura. Probabilmente tra qualche secondo sarebbe tornato come prima, ma scoprì subito che probabilmente non sarebbe arrivato fino ad allora.
    Stava cadendo proprio sopra Ptolemy M7, e la creatura aveva appena drizzato il collo e la testa: piuttosto che aprire le mascelle per mangiare il ragazzo (come tra l'altro Icero aveva detto) convogliò rapidamente centinaia di particelle sopra la bocca, formando così una sempre più grande sfera di luce brillante pronta ad esplodere.
    "Padroncino!" esclamarono Kibir ed Hamset, che si diressero rapidamente verso la creatura che aveva ormai caricato il colpo. Aprendo le zanne affilate si fiondarono sul collo di Ptolemy M7, pronti a strapparglielo. Una saetta gialla però si frappose tra loro due e la creatura, bloccandoli entrambi con un'asta di luce. Quando essa si concretizzò si rivelò essere nientemeno che Costellazione Pleiades.
    L'intervento del mostro armato di lancia, che bloccò così il passaggio ai due sciacalli, fu più che sufficiente: battendo i denti Ptolemy M7 fece esplodere la sfera ormai completa, che divenne così un raggio di luce pronto a colpire Rayshin dal basso.
    Il rumore generato da quel colpo era tale da coprire persino le grida di Kibir e Hamset, che velocemente avevano disarmato Pleiades e mozzatogli il braccio destro; grida per altro rivolte verso il loro Padroncino.
    "Dannazione!" pensò disperato Rayshin nel vedere la colonna di luce salire sempre più: tra pochi istanti lo avrebbe colpito, e lui era non poteva scansarsi o pararla. Sarebbe stato travolto in pieno da quel colpo devastante, senza possibilità certa di sopravvivere da quella distanza ravvicinata. Il suo ultimo pensiero andò al fratellino, che probabilmente non avrebbe mai più potuto vedere a causa di quella che un tempo era stata la sua carta più cara, e chiuse gli occhi.
    "Accidenti, dovresti stare più attento la prossima volta, sai?" gli disse una voce maschile, e che il ragazzo riuscì ad udire chiaramente nonostante il raggio di Ptolemy M7. Avvertì una piccola superficie morbida sotto la sua schiena, e riaprendo gli occhi scoprì di essersi fermato dalla sua caduta.
    Abbassando lo sguardo il ragazzo vide finalmente cosa lo aveva fermato e contemporaneamente difeso dal colpo della creatura: la mano di un uomo, coperto interamente da un pesante cappotto marrone scuro e dall'aria piuttosto trascurata. La mano stessa era coperta da un guanto in pelle nera, mentre il viso dell'uomo era coperto fino gli occhi dal colletto chiuso del cappotto.
    Scostandosi ulteriormente Rayshin vide che con l'altra mano l'uomo aveva fermato da solo il raggio del mostro, tant'è che ora il suo guanto nero emetteva un piccolo fumo grigiastro, pur essendo ancora integro. Di sotto Kibir ed Hamset avevano già sistemato Ptolemy M7 facendone a pezzi il corpo, e siccome ora si stava dissolvendo il polvere era chiaro che avevano anche distrutto il globo.
    Solo allora realizzò di essere ancora sorretto dalla mano, e con un: "Ah!" terrorizzato ed imbarazzato scese velocemente dall'uomo. Guardandolo meglio vide che era chiaramente di origine asiatica, e che portava i capelli neri e divisi in due parti sulla fronte, ed intravide un paio di baffi neri e corti.
    Da sotto notò con la coda nell'occhio Kibir e Hamset risalire velocemente, e capì che tra poco avrebbero fatto a pezzi il corpo di quell'uomo. Nonostante sicuramente era una creatura come tutte quelle apparse fin'ora Rayshin gli gridò comunque: "Allontanati da loro!". Lo fece sia per riconoscenza per averlo salvato da morte certa, ed anche perché era quanto di più simile ad un vero essere umano aveva visto in quello spazio distorto.
    L'uomo allora si voltò lentamente verso i due cani, ed aprì le braccia per farsi vedere ancora di più, mentre il suo cappotto oscillava. "Pazzo!" gli gridò contro Rayshin, e spiccò un balzo in avanti per scostarlo da lì, ma si bloccò a mezz'aria ammutolito.
    Kibir e Hamset avevano raggiunto l'uomo, ma piuttosto che dilaniarlo gli stavano invece saltando addosso e facendo le feste, come il più fedele cane fa al proprio padrone. Per la prima volte il ragazzo li vide non mostrare le zanne, ma un sorriso contento ed affettuoso.
    "Su su... Buoni, state facendo un ottimo lavoro... Ora continuate a farlo!" disse l'uomo, accarezzando i due cani dietro le orecchie. Alle sue parole le due creature risposero con un allegro guaito, e ritornarono a distruggere i globi di luce dopo aver disegnato un cerchio attorno all'uomo.
    Nel vederli sfrecciare verso il basso l'uomo osservò compiaciuto: "Nonostante non vogliano darlo a vedere, la loro nuova forma bestiale gli piace... Eh eh...", benché il colletto impedisse di vedere l'espressione del volto. Subito dopo si voltò verso Rayshin, mentre il ragazzo continuava a chiedersi sospettoso: "Ma chi diamine è questo tizio? Kibir e Hamset non lo hanno attaccato, ma anzi gli hanno fatto le feste!".
    "Perdonami Rayshin se sono comparso così all'improvviso, ma ho visto che avevi alcune difficoltà con Costellazione Ptolemy M7... Così ho pensato di evitare di farti diventare pappa per quella creatura!" continuò l'uomo, avvicinandosi al ragazzo. Mentre si muoveva Rayshin notò di come non muovesse le gambe e che, anzi, sembrava non averle neppure, ma concluse che probabilmente il lungo cappotto gliele copriva.
    "Oh... beh... La ringrazio per avermi aiutato, davvero... Ma, ecco, lei chi è?" chiese Rayshin che, incapace di fidarsi di quella figura, indietreggiò di un passo. Per quanto lui ne sapeva poteva essere un altro mostro pronto ad attaccarlo, e per questo preferiva mantenere le distanze.
    L'uomo rise divertito, per poi rispondere: "Ah ah ah! Se temi che io sia venuto qua per attaccarti o farti del male, ti sbagli! Non sono un mostro, stai tranquillo, a differenza di loro...", e detto ciò indicò un globo alla sua sinistra. Rayshin seguì il braccio con lo sguardo e notò che all'interno di quel globo si stavano accumulando sempre più macchie nere, e rifletté agitato: "Se ognuna di quelle macchie è un mostro, allora è meglio allontanarci al più presto da qui!".
    "Non preoccuparti, non ci attaccheranno! O almeno, finché ci sarò io... Per cui non spaventarti Rayshin: nulla ci ostacolerà durante il nostro dialogo!" rispose prontamente l'uomo, tornando a fissare da sopra il cappuccio Rayshin. A quelle parole il ragazzo trasalì: non aveva detto a voce alta la sua preoccupazione, ma l'aveva solo pensata. Come poteva quell'uomo esserne a conoscenza, senza che lui ne avesse minimamente fatto cenno?
    Deglutendo decise comunque di lasciare perdere la questione, ed allora osservò: "Però lei ha detto cosa non è, mentre io le avevo chiesto il contrario!", continuando a squadrare dubbioso quella persona.
    "Oh, questo è un dettaglio Rayshin, non è particolarmente importante... Specie se lo chiedi ad una persona che tecnicamente non dovrebbe neanche più esistere! Dimmi, quando eri piccolo ti sei mai chiesto quale fosse il vero nome del Gatto con gli Stivali, la tua favola preferita?" gli rispose semplicemente l'uomo, restando vago ed al contempo puntiglioso.
    Un'altra volta Rayshin ebbe un brivido. Quello sconosciuto sapeva apparentemente alcune cose, se non tutto, della sua infanzia: era vero che da piccolo adorava quella storia, ma gli unici a saperlo erano i suoi genitori. Il fatto che quell'uomo invece lo sapesse lo spaventava ancora di più. Come se non bastasse, neppure la prima parte del suo discorso non aveva alcun senso, ed infatti gli chiese: "In che senso lei non dovrebbe più tecnicamente esistere? Eppure è qui davanti a me!".
    A quella domanda l'uomo abbassò lo sguardo per alcuni istanti, e Rayshin giurò di scorgerci un'innaturale ed eterna tristezza, come se qualcosa tormentasse quella persona da sempre. Non era però sofferenza esternata come quella di Emas, ma qualcosa si più profondo, interno e singolo.
    "Vedi, per fartela semplice, questo spazio in cui ora ci troviamo non esiste: non fa né parte del nostro mondo, e neppure parte di quell'altro... E' un luogo immaginario, che all'esterno non esiste ed in cui è impossibile accedervi, ma all'interno esiste eccome... Ed io, essendo parte di questo spazio, al contempo esisto per chi si trova al suo interno e non esisto per chi ne è fuori!" spiegò l'uomo, accarezzando dolcemente un globo di luce ai suoi piedi ed ormai quasi completamente diventato nero.
    Rayshin rimase alcuni secondi zitto, per tentare di dare un senso logico alle parole dell'uomo. In sostanza si trova in una dimensione che contemporaneamente esisteva e non esisteva, il tutto però con la condizione che solo coloro che ne erano all'interno potevano sapere della sua esistenza. "Uhm... come il paradosso del gatto di Schrodinger... Ho sempre odiato le lezioni di fisica, eppure ora tornano utili!" pensò il ragazzo.
    "E... quindi, di cosa vuole parlare?" chiese quindi Rayshin, lasciando perdere la questione legata a quello spazio. Preferiva molto di più sapere perché quel tizio volesse tanto parlare con lui.
    A quella domanda l'uomo si alzò di scatto, esclamando: "Oh, certo! Scusami, ogni volta che ammiro queste creature mi perdo sempre nei miei ricordi... Comunque sia, perché sei qui Rayshin?".
    "Beh, sono qui perché una persona, o meglio un bambino, mi ci ha portato! Credo..." rispose subito Rayshin, chiedendosi effettivamente come lo Ierofante fosse stato capace di farlo entrare in uno spazio che non esisteva. "D'altronde da lui non posso che aspettarmi eventi del genere..." pensò sconsolato.
    L'uomo ribatté subito, come se fosse già a conoscenza della risposta di Rayshin ancor prima che lui la formulasse: "So bene che Icero ti ha portato qui, ho visto tutta la scena! Io però voglio che tu mi dica il vero motivo, quello che ti ha spinto ad accettare i suoi piani: voglio che tu me lo ripeta!".
    Il ragazzo storse il labbro dubbioso. Se quell'uomo aveva assistito a tutto il suo incontro con Icero, allora perché voleva sentirsi ripetere quanto già sapeva? "Da qualsiasi angolazione guardi questo tizio, è strano, molto strano!" rifletté, sperando che l'uomo non leggesse anche quel pensiero.
    Dopo un sospiro decise di rispondere alla domanda dell'uomo, spiegando chiaramente: "Ho accettato di unirmi ad Icero per avere la forza sufficiente per trovare mio fratello: né io posso stare senza di lui, né lui può stare senza di me! Dopo che saremo tornati insieme potremo andarcene da questo Impero, da questo Ordine di Yeni Aci, e tutto sarà finito! Non ci interessa nulla di cosa succede nel mondo, per cui facciano quello che vogliono... Noi fuggiremo via...".
    "Capisco..." rispose semplicemente l'uomo, per poi voltarsi e fissare lo spazio vuoto alla sua sinistra. Sembrava assorto nei suoi pensieri, e non emetteva né alcun suono né alcun movimento: sembrava non respirare neppure più.
    Dopo qualche istante di silenzio assoluto l'uomo si mosse verso Rayshin, allungando il braccio destro verso il ragazzo e dichiarando: "Fuggire, sicuro? Lo avete fatto una volta, e non è andata bene... Anzi, è andato tutto a catafascio!". La sua voce era diventata più fredda e più cupa, come se non provenisse dalla sua bocca ma da tutta l'oscurità presente in quella dimensione.
    Prima che Rayshin potesse fare, dire o pensare qualsiasi cosa l'uomo gli toccò la fronte con la mano destra.
    Immediatamente la scena attorno al ragazzo cambiò, e lo spazio nero scomparve: ora si trovava in quello che sembrava il vicolo di una città, ed a giudicare da quanto si poteva scorgere dai muri e dalle facciate delle abitazioni era una città quantomeno medioevale, se non più antica. Lungo i margini del vicolo erano accatastati rifiuti, casse e spazzatura: chiaro segno che quella era la parte più povera della città. Era notte, e nel cielo si vedeva quella che sembrava essere una Luna, solo che brillava di una luce verdastra quasi innaturale. Pioveva con forza, tant'è che per le mattonelle della strada si era formato un piccolo corso d'acqua.
    Rayshin udì il rumore di qualcuno che ansimava tremendamente e che proveniva dall'oscurità del vicolo, ed a giudicare dal rumore dei passi erano almeno due persone che correvano. Un lampo illuminò tutto il vicolo, ed il ragazzo vide due bambini correre terrorizzati. Avevano pochi anni di differenza, e quello più grande, di circa dieci anni, teneva per mano il più piccolo mentre correvano. Fissandoli meglio Rayshin scoprì con immenso orrore che quei due bambini erano identici a lui ed Esteban da piccoli, almeno nei lineamenti. Indossavano però abiti logori e sporchi, come se fossero due senzatetto, ed erano macchiati di sangue fresco.
    I due bambini scomparirono di nuovo nell'oscurità del vicolo, mentre sulla tetto di una casa lì vicino salirono cinque figure, coperte da fradici mantelli. L'oscurità della notte non permise a Rayshin di distinguerli chiaramente, ma vide che uno di loro agitò la mano e schioccò le dita: a quel comando gli altri quattro si fiondarono verso la direzione che i bambini avevano preso, sparendo a loro volta mostrando zanne affilate al posto dei denti.
    Solo allora un altro lampo illuminò la figura: coperto interamente da un mantello bluastro, sotto il cappuccio vi era un giovane dai capelli neri e gli occhi azzurri, che però sembravano annoiati e stanchi. Sopra l'occhio destro presentava uno strano simbolo simile ad un tatuaggio, con dei motivi a forma di onde dell'oceano.
    Quando la luce del lampo finì tutto ripiombò nell'oscurità, e Rayshin si ritrovò di nuovo davanti all'uomo circondato dai globi di luce.
    Automaticamente il ragazzo si staccò dall'uomo: sudava freddo, ed ansimava affannosamente senza che se ne rendesse neppure conto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, e cadde sulle ginocchia tremando. Quella visione, reale e no, lo aveva prosciugato di ogni forza, e gli passava ancora davanti terrorizzandolo.
    "Immagino che forse ho esagerato un po'... Beh, per fortuna mi sono fermato prima di rovinare ancora di più la cosa! Come ti senti Rayshin?" chiese preoccupato l'uomo, avvicinandosi e porgendo la mano al ragazzo. Rayshin allora cominciò a tranquillizzarsi, mentre il suo respiro tornava sempre più normale. Dopo alcuni istanti afferrò la mano dell'uomo, e con il suo aiuto si rialzò ansimando: "Che... che cos'era quella... cosa?".
    L'uomo lo squadrò come se volesse accertarsi che fosse ancora tutto intero, e nel mentre rispose: "Mi dispiace averti traumatizzato così tanto, non era mia intenzione... Comunque, quello che hai appena visto era parte di te ed Esteban, ciò che avete vissuto prima di... Beh, prima di giungere in questo mondo!".
    "Ma cosa... Prima di...Perché me l'ha fatta vedere?" chiese ancora il ragazzo, ormai quasi tranquillizzato. Si era passato il braccio sulla fronte e sul viso asciugandosi il sudore, ed ora si sentiva leggermente meglio.
    L'uomo rispose prontamente: "Hai detto di voler fuggire una volta che sarai tornato da Esteban, ed io ti ho fatto vedere che una volta lo avete fatto! Avete provato a fuggire, a nascondervi, ma lui... Il Principe dell'Acqua non vi ha dato pace per ordine dell'Imperatore, continuando a seguirvi! Ed ecco perché mi sono presentato qui, ora: Rayshin, sapevo benissimo che cosa volevi fare una volta trovato tuo fratello minore, ma voglio farti anche riflettere... Pensi davvero di poter fuggire? Di poter abbandonare tutto? Che le forze di Lasyrindes non vi cercheranno? E' questo che vuoi, quindi? Ottenere il potere necessario solo per fuggire?".
    "Ma... io..." cominciò a rispondere Rayshin, ma l'uomo continuò pungente: "Credi davvero che Icero sia così sprovveduto da lasciarsi manipolare da te solo per poi lasciarti fuggire via? Credimi se ti dico che, tra tutti i tuoi nemici attuale, Icero è molto più temibile di Lasyrindes: lui non si fermerà davanti a niente, neppure davanti ai suoi compagni, pur di usarvi! Non si farà alcuno scrupolo ad usarvi come meri oggetti per i suoi piani, per completare quanto ha iniziato ottant'anni fa! Non prenderlo sottogamba, perché altrimenti ti ritroverai a scatenare qualcosa di spaventoso ancor prima che tu lo realizzi!":
    Detto ciò l'uomo allungò la mano verso la sua destra: un globo di luce bianca, l'unico tra quell'infinità che non era diventato nero ma che anzi era rimasto puro, si mosse da solo verso di lui. In quello stesso istante Kibir ed Hamset si materializzarono dal nulla appoggiandosi alle spalle di Rayshin, mentre il primo sussurrava: "Oh oh, Padroncino! Ci siamo!".
    "Ecco qui... Questo è quello per cui sei venuto, ed è ciò con cui ripartirai da zero! Non è poco, ma sappi che almeno loro non ti tradiranno mai, assieme a quelle due graziose creature con te! Purtroppo il mio tempo è scaduto, ma sono certo che ne saprai fare buon uso!" continuò l'uomo, allungando il globo verso Rayshin lentamente.
    Il ragazzo allungò il braccio per prenderlo, e non appena entrò in contatto con la sua pelle il globo esplose in una piccola luce bianca, per poi dissolversi nel nulla. "Che cosa...", commentò Rayshin, ma non riuscì a finire la frase.
    Lo spazio attorno a lui cominciò a contorcersi, come se stesse diventando liquido. Il ragazzo venne quindi tratto da una forza invisibile, assieme ai due sciacalli, e venne trascinato all'indietro.
    Avrebbe voluto parlare ancora con quell'uomo e porgli altre domande, ma quel tizio spariva sempre di più dalla sua vista, avvolto dall'oscurità come se lo reclamasse. "Aspetta! Non andartene!" gridò Rayshin, ma ormai l'uomo era scomparso.
    La sua voce però gli arrivò comunque all'orecchio, dicendogli: "Ah, fammi un favore! Se vedi Delver... Digli che io, Zahkia, lo saluto!", e subito dopo il ragazzo si ritrovò di nuovo nello studio di Icero.


    E così finalmente, dopo ben 31 capitoli, Zahkia è finalmente apparso! *coro angelico di sottofondo per l'occasione*
    Come avete visto fa parte di quella bizzarra dimensione, ed è apparso proprio ed unicamente per parlare con Rayshin. Lo ha sì messo in guardia dal futuro e dai piani di Lasyrindes e di Icero, ma gli ha anche fatto vedere qualcosa del suo passato. Ovviamente c'è da chiedersi se quei due bambini erano davvero Rayshin ed Esteban, oppure loro simili.
    Chi può saperlo? Lo sapremo nella prossima puntata, in cui Rayshin ritorna nella "sua" dimensione dopo aver finalmente trovato il nuovo Deck.
    Alla prossima cari lettori, buona serata :ciao: .
     
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407 replies since 1/11/2013, 14:37   8588 views
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