Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Salve cari lettori, qui è sempre Xivren che vi parla.
    Allora, senza ulteriori indugi andiamo avanti con un nuovo capitolo. Nel precedente si è svolto il duello tra Rayshin e Louis, e per quanto il figlio del Ministro Elger ci abbia provato il suo avversario ha dominato il duello, vincendo alla fine. Seppur senza difficoltà, comunque.
    Perdendo però quel duello Rayshin ora dovrà unirsi all'Ordine di Yeni Aci, siccome quello era l'accordo "stipulato" con Diell prima di iniziare il gioco.
    Rayshin rispetterà la parola data? Oppure no? Come promesso oggi sapremo qualcosa in più sul passato di un personaggio particolare, spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
    Buona lettura.


    CAPITOLO 29 – IL MINISTRO DELLA SCIENZA

    Martedì 7 Novembre - Ore 12:54 - Kalesi

    "Ora, carissimo Rayshin, sei pronto ad unirti a noi ed iniziare una nuova, fantastica avventura nel mondo dei P... volevo dire, con noi?" chiese baldanzoso Diell, mentre aiutava il ragazzo a rialzarsi.
    Rayshin stesso si meravigliava di come si fosse ripreso in fretta dalla batosta dell'ultimo attacco: aveva ancora male alla spalla, in particolare gli sembrava che due lame roventi gli fossero rimaste sotto la pelle, ma per tutto il resto poteva ritenersi in ottima salute. Il che era particolarmente strano vista la potenza dell'attacco di Arcibestia Eval Ropen.
    Ripensando a quell'attacco Rayshin si voltò verso Louis, e vide che Delver stava tenendo per il colletto il ragazzo, sollevandolo senza apparente difficoltà da terra. "Eh-uhm... Rayshin, penso che Louis debba dirti qualcosa, vero?" disse il Dadoducco, in particolare avvicinandosi all'orecchio del suo sottoposto sorridendo malignamente. Dopo ciò appoggiò Louis a terra, spingendolo però verso il ragazzo.
    "Beh... ecco... Io, insomma... Mi scuso per aver esagerato nel nostro duello! Avrei dovuto... trattenermi..." articolò il membro dell'Ordine, in evidente imbarazzo tanto da arrossire in viso. Benché si scusasse, non ebbe il coraggio di guardare negli occhi Rayshin, per cui si limitò a fissare i drappi neri che decoravano la cima del portone di Diell.
    "Oh... Beh, non preoccuparti! Infondo lo scopo di ogni duellante è vincere con tutte le proprie capacità, ed io non ci sono riuscito: ho ricorso a tutte le mie carte, ma a quanto pare alla fine i miei Costellazione non hanno potuto fare nulla contro le tue Arcibestie! Per cui, complimenti al vincitore!" gli rispose Rayshin. Una parte del suo animo bruciava per l'umiliazione subita e per aver perso miseramente, ma il ragazzo non era il tipo da prendersela contro qualcuno che aveva vinto meritatamente come aveva fatto Louis.
    A prova di ciò porse spontaneamente la mano verso Louis, sorprendendo lo stesso avversario. Dopo una breve esitazione il membro dell'Ordine gli strinse la mano sportivamente, e Rayshin pensò: "Massì, alla fine mi sono divertito parecchio! Vorrà dire che la prossima volta mi impegnerò di più!", e sorrise felice.
    Ma la sua felicità fu ben presto interrotta da Diell, che si schiarì con forza la gola per richiamare la sua attenzione. "Allora, caro Rayshin, che mi dici?" chiese ironico il bambino, incrociando le braccia al petto.
    Rayshin sospirò, ed abbassò lo sguardo: "Ci siamo... Se avessi vinto magari le cose sarebbero andate diversamente, ma siccome ho perso... E' tempo di affrontare a testa alta le avversità, come mi ha insegnato sempre mio padre! Ricordati che lo fai anche per Esteban, e lui è la cosa più importante di tutte!" pensò il ragazzo, per poi prendere il coraggio davanti ad una simile decisione.
    "Prima di rispondere alla tua offerta, posso farti due domande Diell?" chiese quindi il ragazzo, fissando dritto negli occhi il bambino. Al fianco di Diell Delver teneva sotto controllo la conversazione, benché stessa intrecciando i fili delle sue dita cercando di formare una ragnatela.
    "Uhm... Perché no, caro Rayshin?" rispose soltanto il bambino, per poi chiudere gli occhi e sorridergli come suo solito.
    "Perfetto, prima domanda: se riuscirò a recuperare Esteban grazie al vostro aiuto, una volta che saremo assieme cosa farai di noi due? O meglio, che cosa vuoi da noi?" cominciò a chiedere il ragazzo, mimando la posizione dello Ierofante.
    Diell, nonostante la domanda fosse più che legittima, assunse un'espressione stupita appena la sentì, come se Rayshin avesse detto un'eresia. Poi però si ricompose, e disse: "Come ti ho detto prima, Rayshin, tu vivi ancora in un mondo fatto di illusioni e spettri: pensi di conoscere la realtà, quando invece non sai neppure cos'è! E come te molta altra gente nel mondo, anzi, quasi tutta... Sai qual è lo scopo del mio Ordine? Sai cosa significa il nostro nome?".
    Rayshin ci rifletté un secondo, e scosse la testa in silenzio: non voleva interrompere con i suoi pensieri il discorso di Diell.
    "Ecco... Il nostro nome significa "Nuovo Dolore"... Non posso ancora dirti quale sia il nostro scopo per filo e per segno, ma sappi che noi siamo coloro che porteranno alla gente questo nuovo dolore! Mediante esso potremo spezzare l'illusione utopistica, il sogno nel quale oggi tutto il mondo vive, e farlo precipitare nella realtà, quella vera! Noi siamo coloro che riformeranno il mondo, distruggendo tutto ciò che esiste e ricostruendo tutto da zero, noi siamo i nuovi Messia della verità!" riprese il discorso Diell, allungando la mano aperta verso Rayshin. Si interruppe alla fine, come se non fosse troppo sicuro di aver detto le cose correttamente, ed infatti ritornò il braccio sotto il mantello.
    "Ma per fare questo, per raggiungere il nostro scopo nella sua interezza, abbiamo bisogno di più potere! Un potere che ora noi non disponiamo, come non lo dispone l'Impero e nemmeno l'Other! E quel potere... siete voi due, Rayshin ed Esteban! Noi vogliamo voi due per realizzare il nostro obiettivo, e riformare il mondo! Ed è solo con voi due, che potremo farlo: ecco perché sia l'Impero che l'Other vi vogliono, per fermarci ed utilizzarvi per i loro scopi illusori ed utopistici... Per cui, detto papale papale, vogliamo usarvi per il nostro sogno! Nel tuo caso, caro Rayshin, diciamo che tu sfrutterai noi per raggiungere il tuo scopo, cioè salvare tuo fratello, e noi useremo voi per raggiungere il nostro! Che ognuno sfrutti l'altro fino a quando saremo utili, e poi che ognuno vada per sé!" concluse Diell, aprendo entrambe le braccia ed alzandole con solennità, per poi sorridere allegramente a Rayshin.
    Il ragazzo subito non rispose: quanto Diell gli aveva appena detto lo aveva sconvolto particolarmente, e si mise la mano destra sul viso. Farsi usare da Diell per il suo folle scopo dovuto a troppe letture della Bibbia cristiana o altre stupidaggini non era una prospettiva che lo allietava molto, anzi: si sentiva trattato come un oggetto, un pezzo conteso tra tre forze mondiali per raggiungere i loro scopi. Ma d'altro canto lo stesso poteva dirsi per suo fratello, e il pensiero di sapere Esteban sfruttato da qualcuno, anche Lasyrindes stesso, era ancora più intollerabile. Sorridendo con il viso nascosto rifletté: "Ebbene, e sia! Vogliono usarmi per i loro scopi, facciano pure! Se ciò mi porterà da Esteban, va benissimo: faremo vedere al mondo intero che noi due non siamo pezzi di un puzzle da usare a piacimento, ma molto di più! Sfrutterò l'Ordine di Yeni Aci per tornare da Esteban, ed una volta salvato lui...".
    Riprendendosi dal sorriso ambiguo che aveva in volto senza darlo a vedere, si ricompose e chiese ancora: "Ok... Ed ultima domanda: se io non accettassi di unirmi al tuo Ordine, che cosa mi succederebbe?".
    A quella domanda Diell invece ridacchiò divertito, per poi guardare Rayshin rispondendogli: "Se tu non accettassi il mio invito... Io ti ucciderò ora, caro Rayshin!", e sorrise innocentemente. Il fatto che dopo parole tanto dure e mostruose qualcuno potesse sorridere così spontaneamente inquietò Rayshin, che capì subito come i suoi propositi sarebbero stati difficili. Ma non si diede per vinto.
    "E va bene... Dopo queste due risposte, accetto l'invito ed entro a far parte del tuo Ordine, Diell..." rispose Rayshin con voce grave, come se temesse di essere fulminato mentre pronunciava quelle parole. In realtà il ragazzo pensò: "Sì! Troverò mio fratello con l'aiuto di questa gente, e poi noi due ce ne andremo da tutto e da tutti!", e rincuorato da quel sorriso si esibì nello stesso inchino che i membri dell'Ordine rivolgevano ai loro superiori. Nel caso di Rayshin però l'inchino era finto, ma tanto valeva dare l'idea che per lui fosse importante.
    "Yuppie! Che notizia fantastica! Incredibile! Geniale! Super! Bellissima!" gridò Diell, saltando più volte sul posto ed alzando le braccia al cielo, come un bambino che finalmente riceve una caramella dalla madre per essersi comportato bene.
    "Non te ne pentirai, caro Rayshin! Ma ora è ora di andare a comunicarla!" continuò Diell, per poi voltarsi saltellando verso il portone della sua residenza a Kalesi. Vedendolo Delver ritirò i fili all'interno delle sue maniche, disfacendo così l'intreccio tessuto con tanta precisione, e lo seguì.
    A quell'affermazione Rayshin rimase piuttosto interdetto, e mentre raggiungeva gli altri tre membri dell'Ordine chiese: "Ma cosa intendi dire con "comunicarla", Diell... E a chi?".
    Entrando dinuovo nella sua sala Diell rispose ridendo: "Eh eh... Ma è ovvio, all'Impero ed all'Other, no?", e così dicendo si sedette con un salto sulla sua sedia. Nonostante non ci fosse alcun cuscino ad attendere il suo corpo, ma solo duro e freddo legno, il bambino non diede segno di nessun dolore.
    Prima che Rayshin potesse chiedere ancora il bambino premette un pulsante sulla sua scrivania, e davanti ai quattro si accese un grande schermo come quello della Sala delle Riunioni, e dopo pochi secondi l'ologramma si sintonizzò su ciò che Diell voleva vedere.
    A quella vista Rayshin ebbe un salto al cuore: davanti ad un tavolo circolare, seduti agli opposti, vi erano due persone. La prima era nientemeno che Lasyrindes in persona, che stava leggendo a voce alta un documento alle persone davanti a lui. L'Imperatore indossava la sua consueta tunica, benché in quell'occasione si vedeva chiaramente che era stata decorata con gioielli brillanti e filamenti in oro, mentre a fianco del suo trono era appoggiato il suo scettro.
    Dietro l'Imperatore vi erano due uomini in piedi, anch'essi ben conosciuti da Rayshin: il primo era il Ministro Isroth, che fissava immobile le tre persone che aveva davanti con le mani appoggiate sul pomolo del suo bastone da passeggio. Anche il Ministro della Giustizia indossava il suo consueto cappotto bianco, ma non era stato decorato con alcun gioiello a differenza di Lasyrindes. Il ragazzo sapeva bene che Isroth non aveva mai amato indossare quelli che chiamava "inutili gingilli".
    Il secondo invece era un uomo basso e decisamente grasso, col il corpulento fisico avvolto da una pelliccia marroncina fino ai piedi. L'uomo, sui quarant'anni, aveva i capelli neri tagliati corti e pettinati in una frangia verso sinistra, ma sulla nuca aveva un piccolo numero di ciuffi ribelli che non era mai stato capace di pettinare. Gli occhi marroni erano perennemente preoccupati, come se l'uomo aspettasse il peggio o qualcosa di molto spiacevole. Si vedeva chiaramente che cercava di insalivarsi la bocca probabilmente asciutta, facendo assumere curiose forme al doppio mento che aveva. La pelliccia dell'uomo era decorata lungo la cintura, i polsi ed alla base da una serie di catenine dorate intervallate da piastre dorate sulle quali erano incastonate perle di color rosa.
    "Ma quelli sono l'Imperatore, il Ministro della Giustizia Isroth ed anche Monold, il Ministro dell'Economia e del Tesoro!" esclamò allibito Rayshin: vedere assieme l'Imperatore stesso con due dei Ministri più importanti (Monold) e potenti (Isroth) era un evento unico nel suo genere, e che poche volte accadeva. Significava che qualcosa di grosso stava per accadere, od era già successo.
    Il ragazzo si voltò quindi verso gli altri tre personaggi della scena, e deglutì nervoso: un uomo, sui trent'anni, ascoltava silenziosamente la lettura di Lasyrinde con le braccia lungo il tavolo. La divisa che portava, meno decorata e sfavillante di quella di Lasyrindes, ma che comunque presentava decorazione argentate, era rossa accesa per termire alle estremità delle braccia con rombi neri, di dimensioni sempre maggiori. Dall'anello decorato con una pietra nera che portava alla mano sinistra il ragazzo capì immediatamente che era un Ambasciatore dell'Other, ed anche di una certa importanza.
    Ma ciò che impensierì davvero Rayshin furono le persone alle spalle dell'Ambasciatore, e che conosceva benissimo: Lyedar ed Ofelia. I suoi due vecchi compagni erano in piedi dietro la ricca sedia dell'uomo, con divise pressoché identiche alle sue, eccetto quella di Ofelia che al posto dei pantaloni aveva una lunga ed ampia gonna fino ai piedi. Lyedar in particolare stava giocherellando con l'anello alla mano, mentre Ofelia invece guardava dritta Monold, con grande imbarazzo ed esitazione dell'uomo.
    "Ma che succede?" chiese allora Rayshin, voltandosi verso Diell: l'unico problema era che Diell non c'era più, ma era sparito.
    "Non lo sai, Rayshin? Oggi è stato fissato un incontro tra l'Impero e l'Other in merito alla guerra che hanno appena iniziato contro di noi! Per prepararsi a tale esigenza ed a tale sforzo l'Impero, che come sai dal punto di vista prettamente economico, della ricchezza e delle risorse è lo stato più ricco al mondo, ha deciso di fornire una parte di tali risorse all'Other, che invece è più limitato! Dal canto suo l'Other, che vanta forze armate e militari più forti e più numerose, ha reso disponibili all'Impero le sue squadre per la guerra! Ed ora Lasyrindes stesso e l'Ambasciatore inviato dall'Other stanno siglando l'accordo!" spiegò velocemente Delver, mentre anche lui fissava la scena dello schermo.
    A quella spiegazione Rayshin emise un "Ohhh..." di sorpresa: sapeva benissimo che qualunque incontro relativo al governo non solo dell'Impero stesso, ma anche nei rapporti con l'Other, veniva ripreso e trasmesso dal vivo a tutto l'Impero per ordine di Lasyrindes. In questo modo al popolo nessuna decisione ufficiale presa dall'Imperatore veniva nascosta ma anzi, chiunque poteva vederla: era sinonimo di chiara onestà e fiducia dell'Imperatore nei confronti del popolo, ma anche il contrario. E per un incontro del genere il ragazzo era certo che gran parte dei sudditi di Lasyrindes erano davanti agli schermi dei loro televisori a prenderne visione, e sicuramente anche nell'Other la cosa era analoga.
    "Se invece ti chiedi dove sia finito il Sommo Ierofante... Beh, tra poco lo saprai! Quindi, godiamoci questo spettacolo!" continuò Delver, questa volta voltandosi verso il ragazzo ed appoggiandogli una mano sulla spalla, come se avesse inteso il suo prossimo dubbio.
    Rayshin allora annuì, e rimase in silenzio a fissare l'incontro trasmesso.
    Dopo quelli che saranno stati cinque o sei minuti, il ragazzo vide e sentì che Lasyrindes aveva finito la lettura del documento e, dopo averlo appoggiato sul tavolo, lo aveva firmato usando una raffinata ed elegante piuma d'oca con pennino dorato.
    Fatto ciò aveva passato il documento a Monold senza guardarlo, e l'uomo si mosse subito verso l'Ambasciatore portandoglielo. Arrivato davanti ad Ofelia, la quale gli rivolse un delicato e formale sorriso, l'uomo appoggiò velocemente il foglio davanti all'Ambasciatore. Quest'ultimo estrasse serio una penna a sfera dal taschino sul petto e lo firmò sua volta, per poi timbrarlo con forza.
    "Magnifico! Sono sicuro che questo proficuo accordo renderà solo il meglio ad entrambi!" esclamò allegro Lasyrindes, prendendo in mano il suo scettro. Subito dopo aggiunse, velando abilmente una certa ironia nella voce: "E' sempre un piacere per me e per il mio Impero aiutare coloro che hanno bisogno di aiuto, caro alleato!".
    "La sua generosità non ha eguali, Imperatore Lasyrindes! E' davvero magnifico vedere anche come lei si sia così ripreso dalla malaugurata scomparsa del Ministro Elger..." gli rispose velenoso l'Ambasciatore dell'Other, sorridendo falsamente.
    "Beh, la perdita di Elger indubbiamente è stato un duro colpo per me e per l'amministrazione del mio Impero, era un uomo così capace... Ma ciò non può esimermi dai miei doveri davanti al mio popolo!" ribatté commosso Lasyrindes, o almeno dando l'impressione di esserlo sinceramente.
    "Oh oh oh! E' bello vedere come chi prima si faceva la guerra sanguinosa ora è diventato davvero così falsamente gentile e smielato!" disse una voce, benché nessuno dei personaggi attorno al tavolo avesse parlato. Dal canto suo Rayshin riconobbe essere la voce di Diell, e ciò lo inquietò molto.
    A quelle parole l'Imperatore e l'Ambasciatore si alzarono di scatto dai loro seggi, mentre le persone alle loro spalle ebbero un sussulto. "Chi parla?" chiese immediatamente Lasyrindes, benché la sua voce non rivelasse alcun timore.
    Per tutta risposta Rayshin vide che al centro del tavolo cominciarono a condensarsi alcune particelle di luce dorata, e che presto sparirono per lasciare posto a colui che aveva parlato: Diell in persona. Il bambino si era tirato su il cappuccio ed aveva così il volto coperto, impedendo ai presenti di riconoscerlo..
    "Sommo Lasyrindes, non credevo che mi avesse già dimenticato dopo così poco tempo! Un suo vecchio suddito così... fedele!" ironizzò il bambino, inchinandosi con spregio davanti all'Imperatore ed ai due Ministri. A Rayshin però parve che lo Ierofante ebbe un istante di esitazione quando posò lo sguardo su Isroth, che dal canto suo aveva preso in mano il suo bastone e rivelando la lama al suo interno.
    Lasyrindes si battè la mano sulla corona, e disse tristemente: "Oh, quale destino crudele! Che errore imperdonabile dimenticare il nome di un mio suddito! Ma d'altro canto dimmi, di grazia, chi sei tu?", per poi puntare lo scettro verso Diell.
    Alzandosi verso l'Imperatore Diell rispose allegramente: "I miei omaggi, mondo intero! Sono emozionato, davanti ad un grande pubblico! Sono lo Ierofante dell'Ordine di Yeni Aci, per servirvi! Io...", ma non poté purtroppo proseguire.
    A quelle parole tutti i presenti erano indietreggiati con un balzo dal tavolo, in particolare l'Ambasciatore dell'Other che si mise dietro i due Ibridi per proteggersi. Fu infatti Ofelia la prima ad agire, estraendo una pistola con la canna medio-lunga dalla manica e sparando due colpi verso lo Ierofante.
    "Eh?" esclamò annoiato il bambino, spiccando un balzo verso l'alto ed evitando così i due proiettili. Troppo tardi si accorse però che così aveva abboccato al diversivo della ragazza: sopra di lui c'era infatti Lyedar, con in mano la sua falce a due lame. Premendo al centro dell'asta il ragazzo divise la falce in due parti, collegate l'una con l'altra mediante una catena nera. Il ragazzo sferrò un colpo con la prima parte della falce verso Diell, e siccome il bambino era ancora in moto la lama lo trafisse alla spalla destra, sprofondando fino all'asta. Con un secondo colpo Lyedar colpì Diell alla spalla sinistra, per poi scendere a terra con la catena stretta tra le mani. In questo modo portò con sé il corpo di Diell, che nonostante le ferite riportate era ancora vivo, e lo fece schiantare con forza contro il tavolo.
    Mentre il bambino tentava di divincolarsi via, anche se le due lame e la catena di Lyedar bloccavano ogni suo movimento, Monold ruppe con entrambe le mani una delle perle rosa che portava attorno alla vita, e si scagliò contro Diell. Caricando il braccio destro, il Ministro dell'Economia colpì con un devastante pugno il corpo del bambino: il colpo fu talmente forte da sfondare il tavolo e sfracellare Diell, che ora giaceva immobile, contro il pavimento in marmo.
    Dalla sua postazione da spettatore, Rayshin restò immobile e con la bocca aperta: quello che aveva appena visto era assolutamente incredibile, benché tutto il mondo lo avesse visto come lui. Si voltò verso Louis e Delver, e con grande sorpresa vide i loro visi perfettamente calmi, e non capì. Non capì come potevano restare così tranquilli davanti al loro capo ucciso da due lame lunghe un metro e mezzo nel corpo e da un pugno devastante allo stomaco. Tant'è che ora Diell giaceva immobile, morto, sul pavimento.
    Solo allora Lasyrindes si avvicinò al corpo di Diell, fissandolo con innaturale allegria. Piegandosi sulle ginocchia appoggiò la mano sul petto del bambino, e sul palmo della sua mano si formò una piccola sfera, realizzata in quello che sembrava cristallo, e che splendeva all'interno di una calda luce dorata.
    Fissando quella piccola sfera di luce, Lasyrindes allora la distrusse chiudendole la mano sopra: si udì un rumore secco, e la sfera si ruppe in migliaia di frammenti che ricaddero sul pavimento.
    "Ehm... Che cos'ha fatto Lasyrindes ora?" chiese confuso Rayshin, che questa volta non era sbalordito da quanto visto, ma solo confuso.
    "Vedi Rayshin, Lasyrindes controlla la Luce, e la Luce è la vita: il suo potere quindi gli permette di controllare, entro certi limiti, la vita di ciò che esiste! Ora Lasyrindes ha preso in mano la vita, l'esistenza, l'anima, chiamala come vuoi, del Sommo Ierofante... In pratica quella sfera di luce, e l'ha distrutta! Il che significa una morte assoluta, senza possibilità di tornare in vita in alcun modo!" spiegò Delver, mimando i movimenti dell'Imperatore al ragazzo.
    A quella spiegazione, il ragazzo sbottò: "Ed allora come ve ne potete stare così tranquilli alla morte del vostro Sommo Ierofante, eh!?".
    Delver allora gli mise la mano sulla fronte e lo spinse all'indietro, dicendo sottovoce: "Non si piange la morte, morto un Papa se ne fa un altro! Anche se in questo caso...", e tornò a fissare lo schermo, imitato da Rayshin.
    "Beh, un incontro proficuo! Abbiamo anche eliminato il cervello del nostro nemico, per cui cosa potremmo volere di più, cari signori! Un perfetto lavoro di squadra, propongo persino di festeggiare!" esclamò Lasyrindes, lanciando in aria il suo scettro e riaffellandolo al volo mentre tornava dai suoi Ministri. Solo allora Rayshin si accorse che tra tutti i presenti solo Isroth non si era mosso dal suo posto, ma anzi guardava con tristezza il corpo di Diell.
    "Uh... Ma guarda che maleducazione! Trattare così un ospite indifeso, vergognatevi!" gridò offesa la voce di Diell, e con immane orrore tutti i presenti, eccetto Lasyrindes che invece parve solo sorpreso, si voltarono verso il bambino e videro una scena tremenda.
    Diell aveva alzato il braccio destro, benché la spalla fosse distrutta dalla lama della falce, ed aveva afferrato la catena di Lyedar: facendo pressione con il polso il bambino spezzò la catena senza alcun problema, come se fosse di carta. Libero di muoversi, il bambino si alzò con difficoltà, ed afferrò con entrambe le mani le due falci che lo rallentavano. Con lo stesso movimento le spezzò in due, e lasciò cadera a terra le due piccole aste; fatto ciò afferrò il resto delle lame ancora conficcate nel suo corpo, e con una smorfia di dolore le estrasse dalle ferite, sporcandosi le mani di sangue.
    "Tu dovresti essere... " borbottò Lasyrindes, grattandosi il capo confuso, benché non sembrasse troppo impressionato. Gli altri presenti nella sala, eccetto Isroth, fissavano spaventati e con orrore il bambino che, sistemandosi il mantello, aveva compiuto un passo in avanti.
    "Dovrei essere morto, dice? Sono stato travolto dagli eserciti degli Arcidemoni, sono sopravvissuto alle fiamme dello Spirito delle Fiamme, ed ho anche gustato il metallo del Re delle Macchine! Cosa le fa credere che una tecnica del genere possa fermarmi, od uccidermi?" gli chiese di rimando Diell, voltandosi verso l'Imperatore e fissandolo immobile, mentre il suo sangue macchiava il pavimento.
    "Wow, non si può certo dire che non le hai prese! Ma che cosa vuoi da noi?" chiese Lasyrindes, ora incuriosito dal comportamento di Diell e guardandolo spavaldo.
    Diell rise, e si voltò verso Isroth, che deglutì. Fissando per istanti che sembrarono interminabili il Ministro della Giustizia, il bambino allungò il braccio verso l'anziano uomo, con la mano dritta e le dita chiuse. Nel vedere che Isroth non rispondeva al gesto, che a quanto il bambino dava ad intendere l'uomo doveva conoscere, Diell sospirò sconsolato.
    "Sono venuto qui per dirle, caro Lasyrindes, due cose! La prima, e che penso le interessi molto, è che le mie file si sono rafforzate di un nuovo alleato! Esatto, colui che controlla i due dei di ciò che è immaginario si è unito a me!" rispose allora Diell, voltandosi verso Lasyrindes.
    A quelle parole Lasyrindes per la prima volta dall'arrivo del bambino si scompose, gridando sbigottito: "COSA!? NO!!", per poi stringere con forza il proprio scettro mentre stringeva i denti.
    "E' la verità! Ma adesso passiamo alla seconda questione, signori..." cominciò a dire Diell, per poi interrompersi spontaneamente. Aprendo le braccia e scostando il mantello, il bambino si sollevò da terra e con solennità salì verso il soffitto della sala, per poi fermarsi.
    "Vista la cortesia del vostro invito, sono qui per dirvi che io e l'Ordine di Yeni Aci rispondiamo allo stesso modo alla vostra dichiarazione di guerra! Vedremo chi trionferà da questa guerra colossale: lei, Lasyrindes, Imperatore dell'Impero di Sonsuza" e lì indicò Lasyrindes: "affiancato da nientemeno che dall'Other, diretto e controllato da Milady Seref..." e lì indicò i tre rappresentanti dell'Other.
    Dopo il bambino fece una pausa, ed abbassandosi velocemente il capuccio rivelò il suo volto, per aggiungere: "Oppure io, il precedente ed ultimo Ministro della Scienza dell'Impero, colui che ott'anni fa tramò contro il mondo intero! Io, Icero!" e nel dire quelle parole alle sue spalle comparvero sette grandi globi di luce che illuminarono solennemente il corpo del bambino. In particolare all'interno di ciascun globo vi era una figura nera, simili ad un oggetto.
    "Icero, che stai cercando di fare!?" sbottò allora Isroth, avvicinandosi senza problemi al bambino con rabbia.
    Dolcemente Icero abbassò il capo verso il Ministro, e fissandolo con i suoi occhi azzurri rispose: "Quello che feci ottant'anni fa, fratellone, anche se oggi entrambi siamo invecchiati! Il tuo caro fratello minore renderà il mondo un posto solo per noi due, e nessun altro! Ma fino ad allora... Buona notte, signori miei!".
    Dette quelle parole il bambino si dissolse in una serie di particelle di luce dorata, seguito a ruota dai sette globi di luce, e com'era arrivato all'improvviso sparì dalla sala.
    Dopo la sparizione del bambino i presenti nella sala rimasero in silenzio per qualche istante, come paralizzati. Il primo a parlare fu ovviamente Lasyrindes, che esordì: "Beh, abbiamo siglato il nostro accordo, no? In merito alla precedente questione, accettiamo volentieri il vostro invito all'evento... Ma adesso vogliate scusarmi, ho faccende urgenti da sbrigare! Arrivederci!".
    Ciò detto si voltò di scatto ed uscì dal campo visivo delle riprese, non prima di aver salutato formalmente i tre rappresentanti dell'Other. Venne seguito a ruota da un pallido Monold, mentre Isroth fissò ancora per qualche istante il posto dove pochi istanti prima c'era Icero, e poi lo seguì anche lui.
    Dal canto loro i tre rappresentanti dell'Other risposero con un inchino doveroso all'Imperatore, e quindi si avviarono anche loro, senza però dire una sola parola.
    Spariti tutti i presenti all'incontro la trasmissione finì, e lo schermo nella sala dello Ierofante si spense.


    E così il piccolo Diell non solo si è rivelato capitoli fa essere lo Ierofante dell'Ordine di Yeni Aci, ma oggi si scopre essere anche nient'altro che Icero, la persona nominata tempo fa da Isroth. A quanto rivelato dallo stesso Icero egli era l'ultimo Ministro della Scienza e della Ricerca dell'Impero, cosa che sembra avergli attribuito una pessima fama, ed è anche il fratello minore del Ministro Isroth.
    Quante complicazioni con questi vincoli di parentele e non, mi sembra di aver realizzato una soap opera :asd:
    Comunque sia, nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Rayshin a queste ultime rivelazioni, non più come suddito dell'Impero ma come membro dell'Ordine di Yeni Aci.
    Che dire, vi ringrazio per la lettura e vi saluto al prossimo appuntamento.

    Edited by Xivren - 23/11/2016, 00:13
     
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