Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Xivren
        +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    1,278
    Reputation
    +263
    Location
    Arctic World

    Status
    Anonymous
    Buonasera cari lettori, rieccoci al nostro consueto appuntamento.
    Facciamo il riassunto della situazione: Rayshin si è risvegliato, sempre nella base dell'Ordine di Yeni Aci, ed ha scoperto alcune mutazioni nel suo corpo che all'inizio lo hanno spaventato. In particolare la presenza di due creature, chiamate Kibir ed Hamset, non gli è stata di grande aiuto, mentre invece Irene sì. La ragazza doveva portarlo da Diell, ma nel tragitto sono stati interrotti da Louis, che intentde eliminare Rayhsin. Prima che i due potessero affrontarsi in duello, arriva Delver.
    Scopriamo cosa succederà.


    CAPITOLO 27 – I PIANI DI DIELL

    Kalesi - ????

    "B-U-O-N-G-I-O-R-N-O!" esclamò allegramente Delver, emergendo saltellando dal varco generato dalla sua esplosione: a quanto sembrava l'uomo agiva con assoluta naturalità, ignorando polvere e detriti.
    In quel momento Irene scese alle sue spalle, piegando il busto in avanti mentre portava la mano destra sul cuore, e lo salutò: "Buongiorno, Sommo Delver! Che cosa ci fa qui?".
    L'uomo parve accorgersi solo ora della presenza della ragazza, e smettendo di saltellare dichiarò: "Oh, ma buongiorno Irene! Che ci faccio qui, chiedi? Beh, vedi, stavo cercando Louis, e mi è sembrato di udire la sua voce provenire da qui! Così mi sono subito precipitato qui dal Corridoio Nord... ma a quanto pare non c'è!", e detto quello si spostò a destra e sinistra cercando il ragazzo, anche se con scarsi risultati. Proprio per questo motivo sospirò afflitto.
    Irene, dal canto suo, guardò oltre le spalle di Delver e vide che, dietro di lui, c'era un altro varco nella parete dell'altro corridoio, e così anche in quello dopo ancora. Tristemente sussurrò: "Il Sommo Ierofante si arrabbierà terribilmente, Sommo Delver...".
    Delver la avvicinò e le posò una mano sulla spalla, cercando di tirarle su il morale: "Suvvia Irene, non è poi così grave! Sono anni che consiglio al Sommo Ierofante di mettere le porte da un corridoio all'altro... così il tutto sarebbe anche più comodo! Ma non vuole darmi retta, uffa!".
    Irene sospirò, riflettendo che tutto sommato Delver aveva ragione: andare da Rayshin continuando a svoltare di corridoio in corridoio era stato piuttosto snervante, oltre che una perdita di tempo. "Tanto vale appoggiare la sua proposta al prossimo Consiglio, in fondo le risorse non ci mancano!" pensò.
    "Comunque, se è in cerca di Louis, lo troverà là!" gli disse la ragazza, per poi voltarsi ed indicare con il dito una parte del corridoio coperta dalle macerie. Delver sorrise, e si diresse subito lì: dopo alcuni passi si fermò di colpo, ed il viso si distorse in una smorfia per cercare di non ridere.
    Davanti a lui erano presenti sia Rayshin che Louis, entrambi storditi dall'esplosione ma svegli, coperti dai frammenti del muro. In particolare una riga di sangue solcava la fronte di entrambi i ragazzi, dopo l'urto che avevano avuto l'un con l'altro.
    "Ohi ohi... la mia testa..." borbottò irritato Louis, sollevandosi da terra e lasciando cadere i pezzi di muro dal suo corpo, per poi portarsi una mano sulla ferita alla testa e massaggiandola: non si accorse però che uno dei pezzi che aveva sul petto, di notevole spessore, scivolando schiacciò la mano sinistra di Rayshin, che così esclamò un lievissimo grido di dolore.
    Sollevandosi in fretta, si massaggiò e soffiò sulla mano indolenzita, gridando: "Razza di imbecille, guarda cosa hai fatto!", rivolgendosi a Louis.
    "Io!? E tu che mi hai dato una zuccata in testa, eh? Idiota!" ribatté Louis, imitando il ragazzo ed alzandosi.
    "Io ti ho colpito!? Ma che stupidaggine! Se non sai resistere neppure ad un'esplosione senza farti del male, non è colpa mia! Preditela con te stesso!" gli rispose Rayshin, voltandosi dall'altra parte e ridacchiando divertito.
    Louis divenne rosso in viso, e puntò il dito contro Rayshin gridando infuriato: "Tu, brutto pezzo di... guarda che ho sopportato esplosioni ben più grandi di quella, quando ancora a te cambiavano i pannolini d'oro zecchino!".
    "Eh? Ma come ti permetti! I miei pannolini non erano affatto d'oro, e poi li ho usati solo per due anni! A differenza tua, immagino, no?" ribatté Rayshin, questa volta davvero arrabbiato con Louis. Odiava parlare di quell'argomento, specie dopo l'occasione in cui, da piccolo, fece cadere un suo pannolino sopra il parrucchino di Francesco... o Elsmay, che dir si volesse.
    Intanto, a pochi metri di distanza, a Delver erano cadute le braccia in avanti e pensò afflitto: "Wow, qui nessuno mi calcola...", per poi singhiozzare.
    "Viscido essere rivoltante!" esclamò Louis, per poi preparare un pugno rivolto a Rayshin. Accorgendosene, il ragazzo gridò: "Imbecille!", per poi cercare di colpirlo con la mano destra: non aveva bene idea di cosa fare e soprattutto quali danni arrecare, ma almeno le sue unghie sarebbero servite a qualcosa.
    Di colpo però entrambi i ragazzi si ritrovarono bloccati ed i loro corpi immobili, impossibilitati a muoversi nella posizione in cui erano. Vennero infatti distratti dalla voce di Delver che esclamò: "Salve, baldi giovani! Vi siete accorti che ci sono io?".
    I due si voltarono verso il Dadoducco, e Rayshin notò che aveva la mano destra aperta e puntata verso di loro: in un attimo di riflesso vide che una decina di fili partiva da quella mano ed arrivava probabilmente al loro corpo. Gli era quindi chiaro che l'uomo li stava tenendo bloccati senza alcuna difficoltà, nonostante subito avessero entrambi tentato di divincolarsi e liberarsi.
    "Sommo Delver!" esclamò raggiante Louis, e Rayshin notò di come il suo viso parve illuminarsi alla vista del suo superiore.
    Delver salutò con la mano il ragazzo: "Salve Louis, come...", ma si interruppe subito in quanto si accorse che, muovendo la mano, aveva di conseguenza mosso anche i fili: come risultato, Louis venne spinto a destra e sinistra secondo i movimenti di Delver, urtando così più volte il povero Rayshin, che ovviamente era ancora bloccato.
    "Ops!" esclamò affranto l'uomo, staccando immediatamente tutti i fili che tenevano fermi i due ragazzi, e che rientrarono sotto la sua manica con un lieve sibilo. Appena liberi, Louis ondeggiò per qualche istante, ancora preso dallo sballottamento di pochi istanti fa, mentre Rayshin si allontanò immediatamente da Louis, nonostante il fatto che tutta la metà destra del suo corpo fosse rimasta indolenzita dalle botte ricevute.
    Intanto Irene li aveva raggiunti, ed appena vide lo stato dei due ragazzi chiese subito preoccupata: "Che è successo a loro due? Paiono stremati...". Accorgendosi della sua voce Rayshin, che stava sussurrando tra i denti una serie spaventosa di insulti e maledizioni verso Louis, venne attraversato da un brivido e rispose prontamente: "No no Irene! E' tutto a posto! Al massimo è solo questo... personaggio, ad avere problemi di equilibrio!", per poi indicare prontamente Louis.
    Nel frattempo il membro dell'Ordine si era ripreso completamente, ma non volendo venire sminuito rispetto a Rayshin ribattè subito: "Ma se tu non potevi neppure muoverti! Eri debole all'inverosimile...".
    Prima che potessero continuare i loro litigi Delver, che era anche spazientito del fatto che i due non gli prestassero la dovuta attenzione, si schiarì la gola, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Dopo pochi istanti squadrò Louis e gli chiese: "E' da prima che ti cerco Louis, dov'eri finito? Eve e Zyan ti stanno aspettando!".
    "Dov'ero finito mi chiede, Sommo Delver! E' ovvio: sono venuto qui per eliminare quella cosa, dopo tutto quello che ci ha fatto passare! Il solo fatto che cammini qui con noi è un insulto, anzi, un vero e proprio oltraggio alla memoria di tutti i nostri compagni caduti! Non posso e neppure voglio tollerarlo!" gli rispose con forza Louis, per poi indicare con evidente ostilità Rayshin. Intanto il ragazzo si era accorto che, nel parlare dei suoi compagni caduti, il membro dell'Ordine ebbe per qualche istante gli occhi lucidi, benché non lo diede a vedere.
    Delver si grattò il mento, fissando intensamente il suo sottoposto, e poi si voltò verso Irene alle sue spalle, scostando anche la sua treccia e chiedendole: "E voi due invece che ci fate qui? Ricordo che il Sommo Ierofante voleva vedere Rayshin... anche se non immaginavo così presto!".
    La ragazza fissò fugacemente Rayshin, per poi rispondere al superiore: "E' proprio così, Sommo Delver! Il Sommo Ierofante mi ha chiesto espressamente di portargli il Signorino Rayshin, anche a costo di svegliarlo! In effetti pure io mi chiedo il motivo di questa fretta...".
    Delver annuì sommessamente, incrociando le braccia al petto. Rifletté per alcuni istanti, e poi ordinò: "Irene, vai pure! Accompagniamo io e Louis dal Sommo Ierofante, per cui prenditi tutto il resto della giornata per te!". Subito dopo avanzò, ed appoggiò voltandosi verso Irene la mano sulla spalla di Rayshin. Il ragazzo sollevò lo sguardo dubbioso verso quell'uomo, ma nei suoi occhi non scorse alcun intento negativo nei suoi confronti. O meglio, rispetto all'odio chiaro che Elsmay e Louis gli avevano presentato fin da subito, Delver sembrava quantomeno più "umano". Dopo Irene era probabilmente l'unico tra i membri dell'Ordine che non sembrava volerlo ucciderlo in modo orribile.
    Irene subito ebbe da obiettare, ma poi si zittì subito: l'ordine arrivava da un suo superiore, per cui doveva rispettarlo. "Sono certa che il Sommo Delver non farà del male al Signorino Rayshin, per cui posso lasciarlo in mani sicure!" pensò rincuorata la ragazza, e quindi salutò il Dadoducco e gli altri due ragazzi con lo stesso saluto di prima. Subito dopo il suo corpo si dissolse in una serie di piume nere, o meglio corvine, che presto sparirono alla vista dei presenti.
    "Wow..." esclamò sottovoce Rayshin, davanti al modo con cui Irene si era appena dileguata.
    "Bene, ragazzino, andiamo!" esclamò allegramente Delver battendo una pacca sulla spalla di Rayshin e per poi avviarsi: non si accorse però che il colpo che aveva dato era stato così forte da spostare Rayshin in avanti e farlo sbuffare. Non dandoci troppo conto, Rayshin lo seguì.
    "Ma... ma... Sommo Delver, non lo uccidiamo!?" esclamò allibito Louis, che non poteva credere al fatto che Delver non volesse alzare un dito sul ragazzo, e che anzi si era appena proposto di accompagnarlo verso Diell.
    Gli altri due presenti si voltarono di scatto verso Louis, che continuò: "Non possiamo lasciarlo in vita! A causa sua i nostri compagni sono morti! E se lo portiamo dal Sommo Ierofante, non oso immaginare cosa potrebbe fargli... E' troppo pericoloso!", terminando con un ringhio di rabbia rivolto al ragazzo, mentre dalla sua manica fuoriusciva un'altra lancia bianca.
    "Uhm... uhm... ucciderlo... in effetti è un pericolo non da poco, considerati tutti i problemi che ci ha dato in passato... hai ragione, Louis...." borbottò dubbioso Delver, per poi riflettere sulle parole di Louis. Nell'udire quelle parole provenire dalla bocca del Dadoducco, Rayshin impallidì di colpo: se anche lui era d'accordo con l'idea di ucciderlo, per lui le cose si mettevano davvero male. Specie per il fatto che non aveva vie di fuga: davanti c'era Delver, dietro Louis ed ai lati pareti di pietra troppo spesse, e soprattutto Irene non c'era più.
    Deglutendo quando vide Delver piegare il busto verso di lui, fissandolo con gli occhi serrati, Rayshin si portò un braccio davanti al petto, sudando freddo. Alle sua spalle udì Louis avvicinarsi, intanto.
    "Beh, ma chi se importa! I nemici di ieri sono gli amici di oggi! Non voglio mica che muoia, o che tu lo uccida!" esclamò sorridendo Delver a Rayshin: ad entrambi i ragazzi caddero le braccia per la naturalità con cui lo aveva detto, specie a Louis. "Su su, non facciamo aspettare il caro "Diell", non trovi Rayshin?" aggiunse subito Delver, per poi riprendere il cammino.
    Rayshin abbozzò un "Ehm... sì..." confuso, ma anche sollevato da come la situazione era cambiata: finalmente poteva quasi sentirsi al sicuro, almeno fino a quando Delver non avesse cambiato idea. Ma c'era qualcosa nelle sue parole che faceva credere al ragazzo che esse fossero sincere, e per questo lo seguì.
    "Ma... ma... Sommo Delver! Lui è un insulto alla memoria di..." cominciò ad obiettare Louis, raggiungendo correndo i due che lo avevano lasciato indietro, per poi zittirsi subito quando Delver si voltò verso di lui: Rayshin vide che gli occhi dell'uomo, benché avesse al massimo cinque o sei anni in più di Louis, erano molto più maturi e sopratutto profondi, come se avessero visto e patito molte più cose di quanto potessero lasciare intendere.
    "Louis, è vero: i nostri compagni sono morti, ora non ci sono più... Ma non è stato questo ragazzo ad ucciderli, né a far loro del male! So come ti senti, sei arrabbiato, ed anch'io lo sono: so che vorresti fare a pezzi il mondo per questo, ma non puoi scaricare tutto il tuo odio su una persona come Rayshin! Usalo per combattere il mondo, per distruggerlo come da anni facciamo, e vendicati contro chi lo ucciso! Credi forse che i nostri compagni morti ti lascerebbero uccidere "l'oggetto" della loro ultima missione, che tu così infangassi i loro sforzi e soprattutto la loro morte?" gli disse Delver, senza distogliere o spostare lo sguardo dal ragazzo.
    Louis rimase in silenzio per qualche istante, poi chinò il capo e riprese a camminare verso la fine del corridoio, con grande piacere di Delver che esclamò sorridente: "Ecco che ora è tutto a posto, no?".
    Passando vicino a Rayshin, Louis alzò lo sguardo verso il ragazzo e borbottò: "...Scusami per la reazione di prima...", per poi zittirsi e spostare lo sguardo.
    "Ah... ehm... sì, va bene..." rispose confuso Rayshin: era incredibile come solo pochi istanti prima quel ragazzo tentasse di ucciderlo, e come quasi aveva fatto, mentre ora gli aveva chiesto scusa. Evidentemente il carisma che Delver aveva esercitato su di lui era stato tale da fargli superare l'odio, e di questo Rayshin fu molto sorpreso. "Beh, almeno ora non dovrebbe più cercare di uccidermi! Finalmente le cose stanno prendendo il verso giusto, alla buon'ora!" pensò felice Rayshin.
    "Comunque resti sempre un idiota!" aggiunse subito Louis, rivelando che comunque Rayshin non gli andava particolarmente a genio. Ma non sembrò voler continuare la discussione, ed infatti poi si zittì.

    ---


    Rayshin passò il restante tempo del viaggio a bruciare dentro d'odio verso Louis, specie per il suo ultimo ed irrispettoso commento. Ma non volendo abbassarsi al suo livello, il ragazzo rimase in silenzio a consumarsi silenziosamente nell'antipatia verso quel ragazzo.
    I tre avevano superato un'intera sezione di Kalesi, ed ora si trovavano all'interno di un ascensore, realizzato interamente in vetro, e stavano salendo. Rayshin era certo che la lega di quel vetro fosse la stessa dei vetri che aveva visto nella Sala in cui si era risvegliato la prima volta, ed anche queste volta gli permettevano di vedere tutta la zona: sotto i suoi piedi vi era un gigantesco cortile realizzato quasi interamente in metallo nero, e ben illuminato da molteplici luci.
    Inoltre, vi erano numerose molteplici piattaforme metalliche sollevate di diversi metri dal pavimento più basso, ed attraversate da curiosi circuiti di energia, o luce, bluastra. Lungo la parete circolare davanti al ragazzo vi erano balconi e porticati, intervallati da colonne sempre in metallo, che si perdevano nell'oscurità. Infine, vicino a loro il ragazzo vedeva altri cavi metallici e la piccola piattaforma di cui erano dotati per il passaggio di altri ascensori, che aveva visto poco prima di salire.
    Per tutta la durata del viaggio nessuno dei tre aveva parlato, neppure Delver che invece aveva continuato a giocare con la sua treccia. Rayshin avrebbe voluto chiedergli più informazioni in merito a tutti gli oggetti ed alle macchine che aveva visto durante il tragitto, ma ogni volta sapeva che non avrebbero mai detto nulla delle loro attrezzature ad uno sconosciuto.
    "E' un posto incredibile, eppure... Eppure allo stesso tempo è vuoto, è tutto freddamente metallico..." pensò incuriosito Rayshin, quando Delver allungò le braccia e prese la parola.
    "Stiamo arrivando!" esclamò, per poi avanzare di qualche passo, mentre Rayshin deglutì: l'ascensore percorse gli ultimi metri, ed una volta arrivato al soffitto nero entrò in uno scompartimento realizzato con le sue esatte dimensioni. Restando dunque al buio per qualche istante, Rayshin vide poi l'ascensore rallentare velocemente e fermarsi allo stesso livello del nuovo pavimento. La porta si aprì, e le due ante realizzate in vetro si alzarono di qualche centimetro e si spostarono verso l'esterno, in modo tale da poter permettere ai tre di uscire.
    Appena Delver appoggiò lo stivale a terra, le luci si accesero, rivelando un nuovo corridoio: più corto rispetto agli altri attraversati dal ragazzo prima, era decorato da entrambi i lati di rilievi e incisioni classiche raffiguranti uomini e creature della mitologia greca. Il pavimento era invece coperto da un tappeto viola con i bordi color magenta, ed il soffitto era occupato da architravi realizzate in pietra.
    "Bene ragazzi, andiamo!" disse Delver, e si incamminò per poi essere seguito senza problemi da Louis.
    Rayshin rimase un attimo a contemplare la stanza, per poi accorgersi che i due si erano già avviati, ed allora li seguì. Percorsero tranquillamente e con sicurezza il corridoio, e Rayshin poté ammirare una stupenda incisione nella pietra del mito di Teseo contro Medusa, seguito dal furto di Prometeo del fuoco.
    Arrivato alla fine del corridoio il ragazzo si trovò davanti un portone, realizzato sempre in pietra, ma privo di decorazioni particolari se non alcune linee geometriche.
    Delver fece per battere su di esso, ma si bloccò quando tutti e tre udirono delle voci provenire dall'altra parte. Ridendo, si appoggiò con l'orecchio al portone, per sentire meglio, cosa che poi fecero prontamente gli altri due.
    "...dobbiamo cacciarlo! Non ci è di alcuna utilità!" sbottò una voce, che Rayshin riconobbe essere quella di un Elsmay particolarmente adirato.
    Subito dopo una voce più giovane e debole ribatté: "Non è detto! Anche lui ci sarà particolarmente utile, visti i poteri di cui dovrebbe disporre!". Era la voce di Diell, che invece appariva calmo e rilassato come suo solito.
    Elsmay sospirò rumorosamente, e continuò: "Ma non ci serve! A noi servono più i poteri del fratello che i suoi! E' pur vero che quello stupido moccioso viziato è decisamente più odioso di Rayshin, ma almeno ci sarebbe più utile!". A quelle parole Rayshin si staccò inorridito dal portone, sconvolto. Che Elsmay lo odiasse ormai era una cosa che aveva appurato da anni e che non lo infastidiva, ma che ora rivelasse anche di odiare Esteban, era troppo. Non poteva assolutamente tolleralo.
    Mentre Diell rispondeva: "Comunque sia, se noi ci teniamo il caro Rayshin l'Imperatore non avrà mai modo di...", Delver vide che Rayshin batté più volte il pugno sul portone, rovinando tutto l'ascolto.
    In particolare notò che i colpi avevano causato più crepe in quel portone, ed a quella vista l'uomo sorrise pensando: "Riuscire a colpire il Cancello e danneggiandolo... Questo ragazzino è un vero spasso!".
    "Ma che cazzo fai, idiota!? Non puoi mica comportarti così!" esclamò Louis, per poi superare Delver e scostare dal portone il ragazzo, anche se ciò non calmò la sua rabbia.
    Udendo un veloce fruscio dall'altra parte del portone, Rayshin lo vide aprire lentamente dall'interno, ma ancor prima che fosse aperto completamente vi entrò di corsa.
    Il ragazzo si ritrovò in una grande sala dorata, dalla forma circolare eccetto per una scalinata a nord che portava probabilmente in un'altra sala. Davanti a lui trovò Elsmay, che lo fissò con il suo consueto disprezzo, il quale a sua volta si trovava davanti ad una scrivania. Il mobile era realizzato in larice e decorato con alcune rifiniture dorare a forma di fiore, con una grande centrale che prendeva la forma dello stemma dell'Ordine. Su di essa erano appoggiati più fogli in ordine preciso e scrupolo, ma dietro di essi emergeva chiaramente il busto di Diell.
    Il bambino, vedendo arrivare prima Rayshin e poi Delver con Louis scese velocemente dall'alta sedia di legno sulla quale sedeva, e spostandosi il mantello esclamò: "Rayshin, sono contendo di vederti!".
    "Viscido verme! Ritira quello che hai detto!" gridò subito il ragazzo, senza notare il saluto del bambino, indicando Elsmay con rabbia. L'uomo restò immobile per qualche istante, senza rispondere, ma continuando a fissare freddamente il ragazzo.
    "Ehi, Delver... che succede? Rayshin mi fa paura!" chiese sussurrando Diell, che evitando di avvicinarsi a Rayshin aveva raggiunto il Dadoducco e Louis.
    Delver rise lievemente imbarazzato, e grattandosi il capo rispose: "Beh... Diciamo che prima di entrare Rayshin ha... sentito l'opinione di Elsmay su suo fratello, Sommo Ierofante! Per cui si è un pochettino arrabbiato, come vede!".
    Il bambino assunse prima un'espressione stupita, poi voltandosi verso Rayshin esclamò un: "Ohhh..." di sorpresa. "Questo può essere un bel problema!" aggiunse subito dopo, ed il suo tono di voce tradiva una certa preoccupazione: "Se il caro Rayshin farà arrabbiare Elsmay, che succederà al mio povero e stupendo salotto?".
    Intanto Elsmay si era finalmente degnato di parlare al ragazzo, e gli domandò: "Che cosa dovrei ritirare di così grave?", senza però rivelare alcuna scompostezza davanti alla rabbia del ragazzo.
    Rayshin si morse il labbro dalla rabbia, tanto da farsi scorrere una striscia di sangue fino al mento. Non si accorse neppure che il suo sangue era di colore nero, mentre ribatteva: "Che cosa, dici!? Sei stato tu prima a dare ad Esteban dello "stupido moccioso viziato"! E non negarlo, l'ho udito chiaramente!".
    Elsmay restò in silenzio, alzando il capo e fissando il soffitto a copula del salotto. Sfruttando quel silenzio, il ragazzo continuò: "Non hai un minimo di cuore!? Per Esteban eri una delle persone più importanti che aveva, ti adorava! Ed ora lo appelli così!? Mi fai schifo!".
    "Con permesso, Sommo Ierofante... Pensi a quanto le ho detto... Delver, Louis..." disse con calma Elsmay, rivolgendo lo stesso inchino che Irene aveva fatto prima agli membri dell'Ordine nella sala, per poi sparire disperdendosi in una serie di particelle di luce bluastra.
    "Hey, aspetta!" gridò Rayshin, scattando verso Elsmay, ma troppo tardi: il ragazzo attraversò le ultime particelle di luce presenti, ma l'uomo ormai non c'era più. Constatandolo, il ragazzo sussurrò tra i denti: "Dannazione!".
    Voltandosi in fretta si rivolse a Diell, chiedendogli: "Diell! Dov'è andato Elsmay?", ma con sua grande sorpresa si trovò davanti solo Delver, che stava ridendo cercando di contenersi il più possibile, e Louis, che scuoteva la testa con disappunto.
    "Caro Rayshin, ti ho detto che l'irruenza non è una dote che ti s'addice, sai?" pronunciò la voce del bambino, e voltandosi di nuovo Rayshin vide che Diell era ricomparso sulla sua sedie, come se nulla fosse successo, e soprattutto senza che lui se ne accorgesse.
    Schiarendosi la voce, Diell proseguì: "Ma dov'è Irene? Avevo chiesto a lei di portarti da me!".
    "Sommo Ierofante, mi sono preso il permesso di congedare Irene e di accompagnare da lei Rayshin personalmente, accompagnato da Louis! Spero che ciò non la infastidisca!" rispose subito Delver, avanzando verso la scrivania del suo superiore, ma tenendo comunque un atteggiamento rispettoso verso il bambino.
    Diell guardò incuriosito Delver, e poi sorrise allegramente: "Oh, ottimo! Mi piaci quando prendi l'iniziativa Delver!" disse, battendo compiaciuto le mani. Sempre allegro si rivolse al ragazzo: "Allora caro Rayshin, ti piace la mia Kalesi? Sono stato bravo a realizzarla, non trovi?".
    Ma Rayshin non badò a quelle parole, e chiese ancora una volta: "Dov'è andato Elsmay? Voglio saperlo subito!".
    Il bambino, a quella domanda, divenne serio e guardò intensamente Rayshin con i suoi occhi azzurri, per poi rispondere alla sua domanda con un'altra domanda: "E che cosa vorresti fargli?".
    "E' ovvio! Non gli permetto di insultare mio fratello in quel modo! Deve pagarla cara!" rispose adirato il ragazzo, stringendo i pugni con forza.
    "E tu te la prendi con un pensiero che non da alcun danno reale, mentre invece tuo fratello nella realtà è da solo?" chiese pungente Diell, senza cambiare espressione.
    A quella domanda, così diretta, Rayshin ebbe un secondo di indecisione, tanto ne fu spiazzato. Voleva tanto ribattere, ma non trovava come: il bambino, con quella domanda, aveva pienamente ragione, rispetto alla furia che si era impossessata poco prima di lui. Riconoscendo di aver sbagliato, Rayshin abbassò il capo silenziosamente.
    Diell si appoggiò allora ad uno dei braccioli della sua sedia, e riprese la parola: "Aiutare tuo fratello è proprio il motivo per cui ti ho chiamato qui, caro Rayshin! Lasyrindes non lo lascerà mai andare, a meno che non sia tu stesso a salvarlo!".
    Immediatamente il ragazzo risollevò il capo, come illuminato, e balbettò confuso: "Che... cosa intendi dire, Diell?".
    "Vuoi ritornare da tuo fratello, il caro Esteban? Non vuoi lasciarlo da solo? Ebbene, io posso aiutarti con immenso piacere, anzi... Tutti noi possiamo aiutarti in questa impresa!" esclamò euforico il bambino, saltando in piedi sulla sua stessa sedia ed avvolgendosi nel suo mantello nero.
    "E come pensi di farcela?" chiese immediatamente Rayshin, che dopo un primo istante di felicità per la proposta dello Ierofante era tornato dubbioso sulla sua buona volontà. Infondo, era pur sempre un terrorista.
    Diell allora sorrise, e piegò in avanti il busto verso Rayshin. Dopo qualche istante di silenzio rispose allegramente: "Quello che ti ho già detto ieri: unisciti all'Ordine con noi! E noi ti aiuteremo!".
    "Di nuovo questa proposta..." pensò sconsolato Rayshin: "Unirmi all'Ordine di Yeni Aci... Diventare un terrorista contro l'Impero e l'Other... Combattere contro l'Imperatore, il grande Lasyrindes! Assurdo!".
    Come se lo avesse letto nel pensiero, Diell gli chiese di nuovo, con voce melliflua: "Stai pensando di non potercela fare? Di non poterti ribellare a Lasyrindes? E' così, caro Rayshin?".
    Per tutta risposta il ragazzo rimase in silenzio, senza proferire alcuna parola o commento.
    Prendendo quel silenzio per un "Sì", come tecnicamente era, il bambino allora drizzò la schiena e disse schifato: "Mi sorprendi Rayshin! Abbandonare il tuo amato fratellino solo per paura dell'Imperatore! Pensavo che lui fosse importante per te, ed invece non sei poi tanto diverso da Elsmay, vedo! Vergognati!".
    A quell'accostamento con Elsmay Rayshin rispose con forza, come se lui stesso fosse stato ferito: "No! Non ho detto questo! Che sia il Sommo Lasyrindes, il mondo, o chiunque: per tornare da Esteban sarei disposto a diventare nemico di tutti loro! Ma... ma...", per poi zittirsi imbarazzato.
    "Ma cosa?" chiese curioso Diell, riprendendo le parole di Rayshin.
    Con un profondo sospiro, Rayshin finì la frase: "Ma come posso sapere che una volta unitomi a voi io avrò la forza per scontrarmi con il Som... anzi, con Lasyrindes?". In realtà Rayshin non si sarebbe mai sognato di mettersi contro il suo tanto stimato ed onorato Imperatore, specie dopo ben sedici anni di vita in cui non si era mai permesso, e non aveva mai permesso per le sue capacità, che qualcuno parlasse male dell'Imperatore. Ma se si parlava di Esteban qualunque onore e rispetto che Rayshin portava verso chiunque veniva meno, rispetto alla priorità del fratellino.
    Alle sue spalle udì Delver battersi la mano imbarazzato sulla fronte, mentre Louis esprimeva un vergognoso: "Idiota...".
    Davanti a lui invece Diell chiese unicamente, senza alcun imbarazzo od odio: "E' quindi questo il motivo della tua titubanza?". E quando Rayshin annuì senza guardarlo, sorrise a trentadue denti, pensando: "Ottimo! Eccellente!".
    "Bene! Allora in questo caso permettimi di mostrarti che cosa potresti fare unendoti a noi! Venite tutti con me!" esclamò a voce alta Diell, ma quando il ragazzo spostò lo sguardo dove il bambino doveva esserci scoprì che la sedia era di nuovo vuota.
    Voltandosi dietro vide che Diell, seguito da Delver e Louis, stava uscendo dalla stanza per mezzo del portone dal quale poco prima era entrato. Esclamando un "Aspettate!" Rayshin li raggiunse fuori dalla stanza, ritornando nel corridoio di poco prima.
    Vedendolo arrivare Diell sorrise, e si rivolse con calma a Louis: "Potresti farmi un favore, Louis?". A quella domanda Louis si inchinò prontamente al bambino e rispose: "Certamente, Sommo Ierofante! Che cosa posso fare per lei?".
    Diell allora indicò Rayshin e disse: "Affronta il caro Rayshin a duello, e mostragli un pochettino della nostra forza!".
    I due ragazzi ebbero un sussulto di sorpresa a quella richiesta, tanto che Louis stesso perse la sua postura solenne. Dal canto suo, Rayshin pensò dubbioso: "Ma che cosa intende fare?".
    Delver, che invece non si era scomposto minimamente, aveva battuto una pacca sulla spalla a Louis dicendogli: "Fagli vedere chi sei!", per poi allontanarsi con un sorriso.
    A sua volta Diell si era invece avvicinato a Rayshin spiegandogli: "Non prendertela, caro Rayshin! Ma in questo modo Louis ti farà vedere quale potere otterresti nell'unirti a noi! Ma non temere, non ci andrà pesante! Divertiti!". Detto quello raggiunse Delver correndo con le braccia aperte, canticchiando allegramente.
    I due ragazzi allora si squadrarono un'occhiata perplessa, ma subito dopo entrambi cambiarono espressione: era proprio quello che volevano. Il loro precedente duello era stato interrotto da Delver, ed ora che Louis non voleva più uccidere Rayshin quella era l'occasione perfetta per scontrarsi.
    I due allora si misero uno davanti all'altro, materializzando i loro Duel Disk. Pescando ognuno le proprie rispettive cinque carte esclamarono: "DUELLO!", e diedero inizio alla sfida.


    E così finisce questo capitolo.
    Louis è riuscito a desistere dalla voglia di fare a pezzi Rayshin, anche se i due non sono certamente in buoni rapporti. Tanto è vero che ora dovranno affrontarsi a duello.
    Elsmay invece, beh, è sempre Elsmay.
    Diell invece sembra avere garandi progetti per Rayshin, e sembra voler sinceramente aiutare il ragazzo a trovare il fratellino.
    Ma sarà davvero così? A cosa mirerà davvero Diell, e con lui l'Ordine che comanda?
    A presto la risposta, lettori cari.
    Buona serata.
     
    Top
    .
407 replies since 1/11/2013, 14:37   8588 views
  Share  
.