Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Uffa, sono di nuovo in ritardo, ma ieri sera non era serata per il capitolo (tra hacker e troll vari :asd:)
    Comunque, dal prossimo capitolo riprenderò a pubblicarli di domenica, siccome mi sono portato un po' avanti.
    Allora, ricapitolando, nel precedente capitolo Rael ha sconfitto senza alcun problema Irene in un duello, mentre la cameriera doveva andare a recupere Rayshin.
    Nell'atrio della Villa Elsmay è invece impegnato con Lasyrindes: nonostante i potenti mostri Evocati dall'uomo, il potere dell'Imperatore è capace di annullare e cancellare la loro esistenza. Ma Elsmay ha appena attivato tre misteriose carte, con tanto di agitazione dell'Imperatore.
    Vediamo di cosa si tratta, buona lettura.


    CAPITOLO 20 – PARTENZA VERSO L'ORDINE - ADDIO AL PASSATO

    Domenica 4 Novembre - Ore 18:02 - Villa Elger, Monte Bianco, Regno Europeo

    "Come hai fatto ad ottenerle?" chiese accigliato Lasyrindes, indietreggiando di un passo.
    Elsmay sorrise, mentre sollevando il suo stocco le carte di levarono da terra: tre carte diverse, ognuna diversa dall'altra, ma tutte Carte Magia, e con il testo invisibile. Partendo da sinistra c'era "Agonia dell'Inferno", al centro una Carta chiamata "Espiazione del Purgatorio", ed infine la terza ed ultima era "Ascensione Celestiale del Paradiso".
    Per tutta risposta l'uomo spiegò: "In effetti trovare queste tre carte nel suo Impero è particolarmente difficile, se non impossibile! Infondo fu proprio lei a distruggerne ogni copia, circa... mi pare... uhm, centoventitré anni fa?", ed in particolare l'uomo alzò gli occhi al soffitto mentre era intento a calcolare gli anni passati.
    "Centoventiquattro, per l'esattezza... Oh, è notevole che il vostro Ordine possegga tali risorse, no?" dichiarò l'Imperatore, mentre tranquillizzava il tono della sua voce e si ricomponeva.
    "Le nostre risorse sono molto più ampie di queste, anche se non nego che trovare queste carte ci è costato molto... Abbiamo dovuto ricorrere all'intervento di Zahkia, che umiliazione! Il Sommo Ierofante passò i successivi dieci giorni a piangere chiuso in camera..." rispose prontamente l'ex-maggiordomo, superando le tre carte ancora rivolte verso l'alto.
    Lasyrindes assunse un sorriso sprezzante, per poi aprire le braccia e chiedere ancora all'uomo: "Ottimo! E dimmi, il vostro "Sommo Ierofante", o qual dannato Zahkia, vi ha anche detto dell'elevato prezzo nel giocare queste tre carte? Già una sola di esse richiede una forza paragonabile a quella di cento anime, immagino con tre quale sforzo tu debba sopportare!" scherzò Lasyrindes, fingendosi allegro e fanciullesco come suo solito. In realtà l'Imperatore pensò: "In effetti un essere umano si ridurrebbe in polvere solo a stare vicino a quelle tre carte... Invece questo individuo riesce a controllarne tre con il potere del Dunyakat! La sua resistenza è ammirevole, decisamente superiore a quella dei miei Principi, senza dubbio...".
    Ad alcuni metri di distanza, Elsmay rifletté voltando la testa verso le tre carte: "Nonostante il fatto che io sia le abbia giocate contemporaneamente, i loro effetti parassitari si stanno già facendo sentire! Se non mi sbrigo, io stesso sarò in pericolo!". L'uomo si voltò di nuovo verso l'Imperatore, e dichiarò: "Certamente, Sovrano della Vanità! Ma non si preoccupi, siamo piuttosto prevenuti contro queste evenienze... Sennonché non credo di poter dire lo stesso di lei, o mi sbaglio?".
    Lasyrindes crucciò la fronte, e parve sorpreso dalla dichiarazione dell'uomo, se non intimorito. Dopo un istante di silenzio, disse: "Beh... nella vita non si può avere sempre la risposta pronta a tutto, non sono mica come Rael... Anche se ho ancora dei dubbi in merito a quanto tu ne sappia davvero su queste Carte!".
    "Non tema, Sovrano: conosco i loro poteri, e di come essi la influenzino! Il suo potere, per quanto spaventosamente grande, deriva dalla vita: lei potrà anche crearla, distruggerla, trasferirla o farne quello che vuole... Ma queste tre Carte sono state create per distruggere le vostre anime, colpendo tutti e tre i Piani dell'Esistenza in cui lei ha spezzato la sua anima! Ed è con queste carte, che noi possiamo distruggere voi del Duniakat!" dichiarò Elsmay, per poi allungare lungo il fianco lo stocco. Dalle tre carte fuoriuscì una strana energia rossastra, la quale mentre toccava il pavimento trasformava la pietra in polvere, per poi confluire lungo la lama dell'arma di Elsmay. Quando il flusso di energia si interruppe, la lama era diventata di colore rossastro, e quando l'uomo la sollevò brillò per un istante.
    "Ricordi che sono immortale? Qualunque cosa tu possa escogitare, non c'è nulla con cui tu possa minacciarmi, sei un semplice uomo!" gli rispose Lasyrindes, lievemente inquietato da quanto gli stava capitando davanti, tanto da portarsi davanti lo scettro
    Strizzando un occhio, l'Araldo dell'Ordine di Yeni Aci"Uhh... Non credevo che mi avrebbero causato così tanti problemi... Devo sprigarmi!".
    Subito dopo Elsmay gridò: "La sua immortalità è fasulla, o meglio non assoluta, ma... Non le dispiacerà, se la finisco qui!", e si lanciò contro l'Imperatore.
    "PAZZO!" urlò Lasyrindes sollevando il suo scettro, mentre attorno al suo corpo si formarono centinaia di lance costituite di energia dorata. Immediatamente l'Imperatore, con un gesto dello scettro, le lanciò contro Elsmay.
    L'uomo, nonostante la pressione dell'energia sulla sua spada, riuscì a schiavare la maggior parte della lance, spostandosi di fianco e spiccando una capriola verso l'alto. Nel fare questo due lance di energia lo colpirono al fianco destro ed alla gamba destra, piantandosi nella carne. Soffocando un gemito di dolore, Elsmay vide che le due lance cominciavano a strappargli lentamente la pelle e la carne attorno alle ferite, per assorbirla al loro interno
    "NON PUOI FARCELA! NON PUOI!" gridò ancora Lasyrindes puntando il suo scettro contro l'uomo, per poi farlo scendere lungo il fianco e preparare così un fendente verso l'alto, mentre le cinque ed affilatissime gemme all'estremità brillarono.
    Ma prima che potesse fare attaccare, Elsmay lo trafisse alla spalla sinistra con lo stocco, colpendolo di punta.
    Lasyrindes emise un grido disumano, mentre la lama si spingeva sempre più in profondità, e curiosamente dalla ferita e dal taglio fuoriuscivano scintille di luce dorata. I lunghissimi capelli dell'Imperatore, così come la tunica ed il mantello cominciarono a sparire lungo i bordi, e man mano che Elsmay si spingeva in profondità gridò: "VATTENE!!".
    Lasyrindes soffocò il dolore, ed afferrò con la mano sinistra la lama di Elsmay: con un rapido gesto di polso la estrasse velocemente dal corpo. Al tocco con la lama la pelle della sua mano cominciò fumare, come se scottata.
    Stringendo la presa attorno al suo scettro, Lasyrindes scagliò un tremendo colpo al suo avversario, infliggendogli una profonda ferita dal bacino alla spalla destra ed indietreggiando.
    Gemendo dal dolore, Elsmay si allontanò di diversi balzi da Lasyrindes, mentre notava che le scintille di luce continuavano ad uscire dalla ferita dell'Imperatore.
    Lasyrindes, gridando, tentò di tapparla con la mano, ma la ferita sembrava troppo grave, e si distrasse un secondo: sfruttando quell'attimo di distrazione, Elsmay ritornò all'attacco, questa volta spingendo con entrambe le mani lo stocco all'altezza del cuore di Lasyrindes.
    Centrando il suo bersaglio, Lasyrindes, con un ultimo grido, si trasformò una nube confusa di enegia biancastra, avvolgendosi nella tunica. Mentre la nube si contorceva su se stessa, sfrecciò e si scontrò con il soffitto: Lasyrindes lo fece a pezzi senza alcun problema, mentre la sua voce gridava: "Te ne pentirai, sporco umano! La mia Catena...", ma prima che Elsmay potesse aggiungere altro la nube di Lasyrindes era scomparsa nel cielo grigio.
    Dopo qualche istante, l'uomo cadde sulle ginocchia, ansimando tremendamente. Fece per appoggiare il braccio con cui aveva brandito lo stocco al cuore di Lasyrindes a terra, ma scoprì essere stato rotto in più punti.
    Soffocando un gemito di dolore, Elsmay lentamente si rialzò, voltandosi verso le sue tre carte, e con grande sorpresa scoprì che erano state colpite da una decina di lance di Lasyrindes. Pochi istanti dopo, le tre Carte sparirono in un lampo di luce biancastra, e le lance le seguirono.
    Sollevando il suo Duel Disk, l'uomo prese le tre Carte dalla Zona Magie e Trappole, e se le mise nel taschino sul petto. Riprendendo fiato, Elsmay smaterializzò il suo Duel Disk, per poi sedersi su uno dei frammenti di muro lì vicino.
    "Anf... Sono riuscito a... a metterlo in fuga... benché se Lasyrindes fosse rimasto qui un secondo di più mi avrebbe ucciso sicuramente... anf.... senza contare che è riuscito a limitare i poteri delle mie carte, prima di essere colpito... E' troppo potente: se avessi inflitto due ferite del genere ad uno dei cinque Principi, il loro corpo sarebbe diventato subito polvere, mentre solo la mano del Sovrano ha riportato qualche scottatura ..." ansimò Elsmay, fissando la lama del suo stocco. Con un rapido movimento di polso fece scendere lentamente l'arma nel fodero, per poi alzarsi.
    "Uhm... al braccio si penserà Emas, lui lo sistemerà! Ma ora... ora devo andare da Rayshin, e poi io ed Irene potremo andarcene!" concluse l'uomo, avanzando di alcuni passi.
    Subito dopo, uno strato di ombra lo avvolse completamente, e quando si diradò Elsmay era sparito.

    ---


    Ore 18:10 – La Capitale

    "Merda... Credo di averlo perso qui da qualche parte..." borbottò Aion.
    Il Principe stava cercando un oggetto perduto sotto il tavolo presente nella sala delle riunioni tra i Principi e l'Imperatore. Aveva già rovesciato il trono e sfasciato tutto il tessuto porpora che lo rendeva confortevole, senza però ottenere alcun risultato.
    "Deve essermi caduto mentre ballavo con Lisanne... Ma dove accidenti è?" si chiese il Principe, infilandosi sempre più a fondo.
    Dopo qualche istante di ricerca, il suo corpo si drizzò, mentre osservava: "Uhm, mi pare di udire un flebile spostamento d'aria da qualche parte... Ed una grande forza che sta arrivando qui!". Subito dopo fece per alzarsi, ma dimenticandosi che era ancora sotto il tavolo battè leggerissimamente la testa sul legno.
    Gridando una vergognosa e mostruosa serie di parolacce, il Principe si rialzò massaggiandosi la testa. Appena tornato il piedi, udì la cupola di vetro sopra la sua testa esplodere in una pioggia di frammenti lucenti, mentre qualcosa di molto pesante atterrava al centro vuoto del tavolo, sollevando anche un gran polverone.
    Tossendo lievemente, Aion sollevò il braccio, ed all'istante tutta la polvere presente nella sala si spostò verso la cupola, ed uscì all'aria aperta. Il Principe vide quindi ciò che era gli era caduto davanti, ed emise: "Oh santo ciel...".
    Lasyrindes giaceva appoggiato di schiena al tavolo, con i vestiti sgualciti e due profonde ferite da cui fuorusciva ancora una piccola quantità di sangue, che stranamente era di colore nero. La corona, integra e perfetta, gli era però caduta sul fianco, ed una lunga serie di capelli gli copriva la faccia, impedendo di scorgerne l'espressione. L'Imperatore ansimava lievemente, e pareva stanco.
    Saltando il tavolo ed atterrando al centro, Aion si avvicinò all'Imperatore, chiedendo accigliato: "Sommo Lasyrindes! Che cosa vi è successo? State bene?", per poi piegarsi sul ferito, che emise un: "...Aion...".
    "Siete ferito! Dovete immediatamente farvi curare, anche se sono ferite leggere! Ma cosa avete fatt..." cominciò a chiedere Aion, per poi scostare i capelli dalla fronte di Lasyrindes. Ma la mostruosità che vide al posto del volto dell'Imperatore lo fece talmente inorridire da zittirlo e farlo sbiancare.
    Lasyrindes lo afferò di scatto per il coltello con le mani artigliate, avvicinandoselo alle fauci della bocca. Aion tentò di distogliere lo sguardo, ma la voce di Lasyrindes gli ordinò: "... Preparate i... i Campioni dei Tornei dell'Incoronazione... e portateli all'Abazia...subito!", seppur con un filo di voce.
    "Ma... Sommo Lasyrindes... prima dovreste..." tentò di obiettare Aion, per essere prontamente zittito dall'Imperatore, che gridò: "PORTATELI ALL'ABAZIA!!".
    Staccandosi dalla presa, ed arretrando velocemente, il Principe dichiarò: "Eh... vado! Vado immediatamente, Sommo Lasyrindes, come ordinate!", e dette quelle parole, Aion sparì in un vortice di fiamme.
    Rimasto solo, Lasyrindes allungò debolmente la mano destra, per riprendere la corona che gli era caduta.
    "Hanno preso... hanno preso i due... le Stelle..." sussurrò Lasyrindes, per poi addormentarsi.

    ---


    Ore 18:13 - Villa Elger, Monte Bianco

    "Ahhh!" gridò Irene, agonizzante.
    Rael, dopo averla raggiunta a seguito del volo che l'ultimo attacco le aveva causato, la aveva afferrata per il collo, sollevandola senza problemi con una mano sola da terra.
    "Allora? Ti è piaciuto che cosa ha fatto questo "mostro", eh!? EH!?" chiese forsennatamente il Principe, stringendo la presa attorno alla gola della donna.
    Irene continuò ad annaspare aria, senza riuscire a rispondere alle provocazioni dell'uomo.
    Il volto di Rael si contorse in un sorriso che davvero raggiungeva l'inquietante, mentre diceva: "Non chiami più i tuoi piccoli volatili a difenderti? Cos'è: dopo aver perso contro di me, si sono ricordati di quando io li attaccai? O forse ti hanno abbandonata? Hanno forse capito che la loro Signora è una buona a nulla?".
    Neppure questa volta Irene disse nulla, ma rispose con un tremendo calcio al mento di Rael. Colpito alla sprovvista, Rael lasciò la presa, mentre un filo di sangue nerastro gli usciva dalle labbra.
    Irene cadde a terra, atterrando sulle braccia: tossì copiosamente, mentre tentava di riprendere fiato.
    A circa un metro da terra, Rael si passò il polso sul mento, e vide il sangue che gli colava dalla bocca. Estraendo con cura un fazzoletto in pizzo bianco dalla tasta, si ripulì con grande calma, ed una volta finito il lavoro ripose il fazzoletto nella tasca.
    "COME HAI OSATO COLPIRMI!? DANNATA FECCIA, NON AVRESTI DOVUTO!!!" gridò Rael, estraendo dalla manica il ventaglio che aveva riposto.
    Spalancandolo, mirò un colpo al collo di Irene che, ancora a terra, era indifesa contro le lame letali con cui il ventaglio era costituito.
    La donna si accorse però del colpo, ma non potendo fare nulla semplicemente chiuse gli occhi, sorridendo ed aspettando la sua fine.
    Con sua grande sorpresa, la fine parve non arrivare, e riaperti gli occhi vide.
    Elsmay aveva fermato il ventaglio di Rael con lo stocco, usando ancora il braccio sano. Irene vide però che il suo superiore aveva l'aria e l'aspetto piuttosto provato, e vide che sotto il braccio destro teneva un corpo immobile, benché non potesse riconoscerlo subito.
    Aguzzando la vista riconobbe Rayshin, che sembrava privo di sensi, mentre invece il braccio di Elsmay tremava, come se provato da uno sforzo estremo.
    "Elsmay!" gridò la donna, mentre Rael si allontanò con uno scatto dall'uomo, sempre però tenendo il ventaglio davanti al petto.
    Lasciando scivolare a terra il ragazzo, che come successo al fratello minore sprofondò nell'ombra di Irene, Elsmay si voltò verso la ragazza, sorridendole: "Ciao Irene! Ci ho messo un po' ma alla fine sono arrivato!".
    La ragazza lo abbracciò subito, benché l'altezza tra i due fosse piuttosto notevole. Elsmay non parve meravigliato da tale reazione, ed anzi appoggio la mano ancora sana dietro la testa di Irene.
    La cameriera, con le lacrime agli occhi, sorrise prima all'uomo, e poi portò lo sguardo al braccio immobile di Elsmay, chiedendo: "Elsmay... il tuo braccio... che è successo?".
    Il membro dell'Ordine di Yeni Aci tranquillizzò la cameriera, sussurrandole: "E' rotto in circa quindici punti, mentre tutti i nervi sono stati fatti a pezzi, e le ossa distrutte... Ma tanto ci penserà Emas, non preoccuparti...".
    Subito dopo scansò Irene, per voltarsi di scatto e parare così i diversi colpi che Rael gli stava sferrando. Il Principe spiccò un balzo, usando l'aria come superfice, verso il soffitto della stanza, per poi tornare in un affondo verticale. Elsmay lo imitò, brandendo lo stocco e scontrandosi con il ventaglio di Rael.
    L'incontro tra le due lame generò una quantità di scintille non indifferenti, benché nessuna delle due armi riportasse danni. Ancora in quella posizione, Rael chiese all'uomo: "E tu chi saresti, di grazia?".
    "Accidenti... un Principe che chiede il mio nome, che onore... Sono Elsmay, membro dell'Ordine di Yeni Aci!", rispose prontamente l'uomo, per poi staccarsi dallo scontro e tornare a terra, mentre Rael rimaneva sospeso a circa quattro metri di altezza.
    "Quanti insetti ci sono oggi da sterminare... Un secondo! Tu eri con il Sommo Lasyrindes: come hai fatto a superarlo!?" chiese immediatamente Rael, abbassando il ventaglio.
    Elsmay sorrise, e dichiarò: "E' stata dura, ma almeno sono riuscito a farlo fuggire! Cosa che, se permetti, facciamo anche noi, ora!", mentre alle spalle dei due si formava lo stemma dell'Ordine di Yeni Aci, di dimensioni persino più grandi rispetto a Elsmay.
    "NO!" gridò Rael, disegnando un arco con il ventaglio: a quell'azione si formarono diverse lame circolari d'aria, dalla forma piatta ed in continua rotazione. Le lame partirono subito verso i due membri dell'Ordine, trafiggendo il terreno davanti a loro.
    Ma il corpo dei due era già quasi stato smaterializzato, e le particelle di luce (bluastre nel caso di Elsmay, e nere nel caso di Irene) erano già state assorbite dallo stemma. Quanto le lame raggiunsero il punto in cui i due erano presenti poco prima, restava solo il braccio di Elsmay.
    "Arrivederci, Ciclone Distruttivo!" salutò la voce di Elsmay, mentre dalla sua mano si staccava una piccola sfera metallica di colore nerastro. Subito dopo, anche la punta delle sue dita sparì, così come lo stemma.
    Rael vide la sfera avanzare lentamente, mentre era attraversata da alcune scariche nerastre. Realizzando cosa aveva davanti, Rael esclamò un: "Maledizione!", facendo sparire il suo ventaglio, mentre la sfera nerastra venne avvolta da una luce biancastra.
    Esplodendo, la sfera distrusse l'intera Villa Elger, spezzando e distruggendo senza alcuna difficoltà tutto ciò che trovava davanti a sè. Immediatamente la pressione generata dall'esplosione cominciò a risucchiare gran parte dei resti della Villa verso il suo centro, per poi sparire in un sonoro schiocco e lasciando così cadere a terra i blocchi marmorei.
    L'esplosione lasciò in piedi solo le mura esterne della Villa, e rovinò solo lievemente le due torre che fungevano da residenza per Rayshin e Esteban.

    ---


    "Wow! Che figata! Hai visto, cara? Quella era senza dubbio una scaglia di Kesin!" esclamò Lyedar, fissando l'esplosione della Villa.
    Lyedar e Ofelia si trovavano a qualche chilometro dalla Villa, entrambi a diversi metri di altezza: la ragazza si librava per mezzo delle due ali da pipistrello che aveva già dimostrato nello scontro contro Irene, mentre il ragazzo presentava due grosse ali piumate, di colore rosso molto accesso, e le piume più interne invece erano nerastre. Sulle estremità di ciascuna piuma, ardeva una fiammella dorata. Inoltre, a differenza dello scontro con Elsmay, il loro corpo era di nuovo integro, come i loro vestiti.
    "Lyedar, non è il momento per queste cose! Dobbiamo allontanarci, prima che ci scoprano! Figurati se Rael è stato sconfitto da quell'esplosione!" gli rispose Ofelia, portandosi la mano al cappello che rischiava di perdere a causa della corrente d'aria.
    Lyedar rise divertito, per poi dire: "Oh, suvvia, Ofelia! Ora che Lasyrindes non c'è più, magari possiamo recuperare i due mocciosi, non credi?".
    Prima che Ofelia potesse rispondere al ragazzo, una voce nella loro mente dichiarò: "Figli miei cari, è tempo di tornare a casa! La missione è interrotta, per ora: tornate immediatamente nell'Other!", per poi sparire in un suono metallico.
    "Subito, Dottor Gren!" risposero all'unisono i due, e prendendosi teneramente per mano volarono oltre lo strato di nubi grigiastre.


    Orbene, come avete visto Lasyrindes si è dato alla fuga. Le tre carte di Elsmay (benché appariranno ancora, ed anche in duelli a carte con i loro effetti) lo hanno ferito in maniera tale da dover tornare alla Capitale. Lì ha chiesto ad Aion di portare i Campioni ad una misteriosa e fantomatica Abazia: cosa si celerà là?
    Inoltre, anche Elsmay ed Irene se ne sono andati, portando con sè i due fratelli e scappando da Rael. Come ogni gruppo terroristico che si rispetti, hanno anche cancellato il loro passaggio, ed avete visto una delle funzioni del Kesin. Cosa succederà ora a Rayshin ed Esteban, prigionieri dello Ierofante?
    Infine, anche Lyedar ed Ofelia sono tornati, e come vedete sono in perfetta forma. Come potranno mai essersi ripresi?
    La risposta a queste domande non sarà nel prossimo capitolo, ma con quello concluderemo la seconda parte del Primo Atto: ricompariranno due personaggi "famosi", e che in questa parte della trama non sono apparsi come nella precedente.
    A domenica, allora :ciao:

    Edited by Xivren - 2/4/2014, 22:33
     
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