Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    Salve, gentili lettori!
    Perdonate il ritardo, ma ne ho approfittato per andare un po' avanti con gli altri capitoli e con la trama. Ma ora riprendero le pubblicazioni ordinarie.
    Orbene, questo capitolo sarà, diciamo, una sorta di flashback: negli ultimi capitoli, dopo l'assalto dei due ragazzi, siamo rimasti con Francesco/Elsmay e Lyedar, e ci siamo dimenticati di Ofelia.
    In questo e nel prossimo capitolo, vedremo che cosa è successo a lei ed al gruppo di Rayshin mentre Elsmay e Lyedar duellavano.
    Buona lettura.


    CAPITOLO 15 – L'IBRIDA

    Domenica 4 Novembre - Ore 16:42 - Villa Elger, Monte Bianco, Regno Europeo

    "Non abbiamo tempo da perdere!" gridò Irene, per afferrare ancora una volta il colletto di Esteban, mentre il bambino continuava a divincolarsi.
    Rayshin, mentre Irene lo teneva per il braccio la udì sussurrare: "Anche se senza la Coscienza... ci penserà Elsmay!", pur non capendo né a cosa si riferisse con "Coscienza" né per "Elsmay". Sentì soltanto la cameriera serrare di più la presa, dal momento che altro non poteva fare.
    Come successo poco prima, la velocità con cui Irene si spostava era tale da impedire al ragazzo di poter anche solo intravvedere lo spazio circostante, tanto le immagini scorrevano veloci. Ma dai leggeri movimenti del polso della donna, capì che stavano salendo sempre più.
    "Irene, siete pronti per quest'evenienza, o no?" chiese Inamor, benché Rayshin non la vedesse in alcun modo. In compenso le voci poteva percepirle chiaramente, senza alcuna interferenza.
    "Certamente, Madame! Francesco ed io eravamo stati istruiti a dovere, nel caso qualche minaccia si fosse presentata! Ma non dovete preoccuparvi, se lui si occupa del ragazzo, noi non avremo alcuna difficoltà nel fuggire e mettere i due Signorini in salvo!" rispose la cameriera, mentre pareva svoltare a sinistra. La sua voce lasciava trasparire una profonda e certa sicurezza in ciò che diceva, ed anzi sembrando quasi rassicurante.
    "Lo spero bene, infondo vi abbiamo incaricati di proteggerli per questo motivo!" dichiarò Elger, anche lui in grado di tenere il passo con la donna. "Anche se sinceramente mi aspettavo che fosse Lasyrindes in primo a fare la prima mossa, verso Rayshin e Esteban! Mi chiedo perché abbia tergiversato troppo..." continuò il Ministro, confondendo ancora di più Rayshin con quelle parole.
    Prima però che qualcuno dei presenti potesse rispondere, una voce lo fece: "Non preoccupatevi, tanto ci siamo noi!", e che Rayshin riconobbe essere quella di Ofelia.
    Subito dopo, Irene si fermò di scatto, esattamente come Elger e Inamor, mentre i due ragazzi per l'improvviso fermo vennero sbalzati in avanti. Nonostante la forza della spinta, Irene riuscì a tenerli senza alcun problema.
    Esteban, mentre si metteva una mano davanti alla bocca, chiese piuttosto arrabbiato: "Che diavolo succede, ora!?", e presto ottene risposta.
    Davanti a loro apparve Ofelia, sospesa a mezz'aria, che spalancò il suo mantello: da esso fuoriuscì uno stormo di centinaia di pipistrelli costituiti, a quanto sembrava, di ombra.
    Irene mollò un attimo i due ragazzi, per poi spiccare un balzo verso la ragazza e le sue creature, portando le braccia incrociate al petto, mentre compariva davanti a lei uno stemma che Rayshin non riuscì a riconoscere.
    Dallo stemma fuoriuscì una strana creatura, chiaramente un volatile. Dal piumaggio rosso chiaro, quasi tendente al rosa, era grande quasi quanto il busto di una persona, benché l'apertura alare fosse di molto maggiore. Non presentava alcun becco sulla faccia, piatta e con due occhi giallastri. Sul collo portava un fitto piumaggio, principalmente diviso in quattro ciuffi dritti in tutte le direzioni, mentre il sulla schiena presentava quella che, ad una prima vista, sembrava essere una terza ala più piccola. Il corpo, dalla forma affusolata, terminava con una bizzarra coda, suddivisa in due parti parallele ed a forma di curva.
    La creatura, sbattendo le ali, si lanciò contro i pipistrelli di Ofelia: lungo il tragitto li colpì tutti, esibendosi in diverse acrobazie aeree e distruggendo le creature d'ombra sferzandole con le ali e con la coda. Una volta colpiti, i pipistrelli semplicemente si dissolvevano in una nuvoletta nerastra.
    Dopo aver superato e distrutto tutte le creature, il volatile puntò su Ofelia, pronto a colpirla. La ragazza emise uno sbuffo divertito, e con riflessi innaturali evitò il colpo della creatura, spostandosi poco di lato. Non perse però tempo ad appoggiare il suo mitra sotto il petto della creatura, ed a sparare un proiettile.
    Colpito, il volatile sparì in una luce rossastra, mentre lo stemma davanti ad Irene spariva.
    "Credo che tu debba impegnarti di più, con me!" dichiarò Ofelia, scendendo a terra senza alcuna difficoltà o apparente danno.
    "Ma cosa diamine è successo?" balbettò senza parole Rayshin, che non poteva credere a quanto appena visto: non solo Ofelia aveva generato pipistrelli, ma a sua volta Irene aveva creato dal nulla una creatura che lui non aveva mai visto, e che la ragazza aveva annientato.
    Elger si voltò verso di lui, e con tutta calma rispose: "Irene ha solamente evocato Alanera – Calima la Foschia per difenderci dall'attacco della ragazza... Anche se non è bastato a fermarla!", e mentre commentava quest'ultimo punto emise uno sbuffo di irritazione.
    "Ma... ma quindi ha evocato davvero una carta?" chiese curioso Esteban, che a differenza di Rayshin non pareva troppo agitato dalla cosa. Anzi, nei suoi occhi brillava una certa eccitazione per quanto appena visto.
    "Sì, per farvela breve sì!" gli confermò il padre, per poi fissare le due donne al centro del corridoio, quasi ad aspettare la loro prossima mossa.
    "Che meraviglia!" esclamò il bambino, e Rayshin si voltò sorpreso verso di lui, quasi meravigliato della leggerezza con cui suo fratello minore prendeva la vicenda. "Chissà, magari anche Francesco può farlo! Wow... appena posso gli chiedo di evocarmi quel soffice cosino di Watapon!" continuò Esteban, esultante di gioia.
    "Caro, non è esattamente così... Vedi..." cominciò a spiegare Inamor, per poi interrompersi perché Irene aveva appena preso la parola: "Che cosa sei?", rivolgendosi a Ofelia.
    "Oh oh! E perché dovrei dirtelo? O meglio, vediamo se lo meriti! Anzi, se riesci a sconfiggermi, te lo dirò e ti darò una caramella!" le rispose Ofelia, e con l'ultima esclamazione scattò verso Irene, caricando la sua arma e puntandogliela contro.
    Irene, dal canto suo, fu più veloce e colpì Ofelia con un calcio al petto prima che la ragazza potesse sparare, ma accadde qualcosa che non aveva previsto: appena colpita, Ofelia si disperse in una serie di pipistrelli di tenebre, con lo stupore di Rayshin ed Esteban. Inamor e Elger invece erano immobile e silenziosi come prima.
    Mentre i pipistrilli volavano attorno ad Irene, la voce di Ofelia commentò: "Nel caso non lo sapessi, nulla a questo mondo può colpirci! Mi dispiace per te...", ed un pipistrello costrinse Irene a voltarsi per scacciarlo con un pugno.
    Ma mentre era distratta, un gruppetto di pipistrelli si raggruppò davanti al petto della cameriera, diventato un groviglio privo di logica e tremante: da esso emerse il braccio destro di Ofelia, con il mistra puntato.
    Irene però se ne accorse, ed afferrando il polso della ragazza deviò il colpo partito pochi istanti prima dall'arma, che distrusse una colonna di marmo sulla destra. Senza perdere tempo, Irene prese l'arma e colpì con una gomitata tremenda poco sopra il braccio di Ofelia, dove in apparenza Rayshin vide soltanto il vuoto.
    Invece, con suo grande stupore, udì il verso di Ofelia e la gomitata di Irene che colpiva qualcosa di solido e concreto. Spiccando un balzo all'indietro, Irene uscì dallo stormo di pipistrelli, mentre questi cominciavano a muoversi in maniera molto diversa.
    Dopo il colpo della cameriera, i pipistrelli avevano cominciato a raccogliersi uno addosso all'altro, formando una nube confusa e deforme, e che presto assunse le sembianze e la forma di Ofelia, che si era portata la mano alle labbra. Il colpo di Irene le aveva infatti perdere una discreta quantità di sangue dal labbro, e per questo sembrava piuttosto infuriata.
    "Come... come hai fatto a colpirmi!? Niente può farlo, non in forma di..." cominciò a dire Ofelia, per essere prontamente interrotta da Irene, che prese la parola.
    "La debolezza del vostro potere è che, se concretizzate una parte del vostro corpo, vi rendete tangibili, anche se invisibili! Con un occhio pronto ed allenato al vostro genere, non è un problema colpirvi!" illustrò velocemente Irene, mentre toglieva tutti i colpi dall'arma di Ofelia e se li metteva nel vestito.
    Voltandosi, arrivò davanti a Esteban, e gli consegnò il mitra privo di munizioni, dichiarando: "Signorino, mentre me la sbrigo lei giochi con questo, dovrebbe essere il suo genere di giocattoli! Ma stia attento, pesa un po'...".
    Si girò quindi verso Rayshin, scambiandogli un solo sguardo, ma che il ragazzo riuscì a capire senza problemi: "Non si preoccupi, Signorino, tutto si risolverà!".
    "Urrà! Che meraviglia! Guarda, Rayshin: sono un mitragliatore, ora comincio a sparare!" esultò felice Esteban, fingendo di sparare tutt'attorno, ed inquietando ancora di più il ragazzo.
    Irene quindi scattò verso Ofelia, sparendo per pochi secondi alla vista del ragazzo. Ricomparve però subito sopra Ofelia, pronta a sferrarle un colpo di tacco alla spalla sinistra.
    "Maledizione!" esclamò la ragazza, che per essersi asciugata il sangue con un fazzolettino non si era accorta della mossa della cameriera.
    Rayshin vide il vestito sulla spalla di Ofelia gonfiarsi, per poi strapparsi e rivelare cosa c'era sotto: una gigantesca ala di pipistrello, nera come la notte. L'ala parò il colpo di Ofelia, per poi aprirsi e costringere Irene ad indietreggiare.
    La cameriera esclamò un: "Dannazione!", mentre con una capovolta tornava a terra.
    Subito dopo, strappando parte del vestito, fuoruscì anche l'ala destra di Ofelia, che presentava quindi due grandi ali da pipistrello: "Non credere che finisca così, donna! Sono stata creata per sfide molto più difficili di questa!", commentò superba.
    La ragazza ripartì all'attacco, e mentre correva verso Irene si disperse ancora una volta in uno stormo di pipistrelli di tenebre, come la mossa fatta poco prima. Questa volta il volo dei pipistrelli era molto più veloce, tanto da provocare profonde crepe sui muri e sul pavimento quando passavano.
    Irene attese l'arrivo dei pipistrelli, e quando le creature furono a pochi centimetri da lei, cominciò a colpirle con agili calci e colpi, colpendo ogni pipistrello ed impedendo ai restanti di colpirla muovendosi così velocemente che Rayshin non riusciva quasi a vederla.
    "Wow! Sta distruggendo tutti qui topi volanti!" esclamò Esteban, che non riusciva a staccare gli occhi dal combattimento, e si era anzi tranquillamente seduto a terra.
    Rayshin annuì, concordando con il fratellino, ma Elger commentò: "Guardate meglio: le cose sono molto diverse!", e puntò il dito verso lo stormo delle creature.
    Seguendo il padre, Rayshin osservò con orrore di come i pipistrelli, dopo essere stati colpiti, questa volta non sparivano ma si ricomponevano, come se nulla fosse accaduto.
    Intanto Esteban aveva gettato alla sua sinistra il mitra, borbottando: "Ma io voglio la mia bambola! Uffa...".
    "Per quanto ancora riuscirai a sopportare questo attacco? Sinceramente non fai altro che stropicciarmi un po' il vestito..." commentò divertita la voce di Ofelia, all'interno dello stormo.
    Continuando a colpire e schivare i pipistrelli, Irene dichiarò: "Beh... fossi almeno sufficientemente coraggiosa per attaccarmi direttamente, piuttosto che in questa forma! Ma non lo sei...", e la sua voce non tradiva alcun cenno di stanchezza o di fatica.
    "Oh, se vuoi ti accontento!" esclamò ancora Ofelia. Da un gruppo di pipistrelli, che volteggiavano sopra Irene, emerse il suo braccio destro con una nuova arma: un bazooka.
    Appena Irene lo notò, imprecò: "Accidenti!", ma il colpo partì prima che lei potesse fare qualcosa.
    L'impatto dell'esplosione fu tale da fare a pezzi tutto ciò che ci trovava attorno, distruggendo i muri, il soffitto ed il pavimento. L'onda d'urto non tardò a colpire Rayshin ed i suoi famigliari, ed il ragazzo non poté far altro che ripararsi con entrambe le braccia, esattamente come i suoi genitori. Nonostante ciò, la forza fu tale da sbalzarlo indietro di qualche metro. Cercando di resistere, il ragazzo riuscì a non cadere a terra, purché ancora stordito dall'esplosione.
    Nonostante i suoi sensi non fossero ancora perfettamente ristabiliti, la prima cosa che fece fu gridare: "Fratellino!", cercando Esteban mentre la polvere ed il fumo generato dall'esplosione gli copriva quasi completamente la vista.
    Avanzando di qualche incerto passo, il ragazzo si ritrovò una mano sulla spalla, e voltandosi di scatto trovò suo padre, Elger. "Rayshin, stai bene?" gli chiese, mentre al suo fianco comparì Inamor.
    "Sì... Ma Esteban... Irene... dove sono?" chiese il ragazzo, guardandosi attorno accigliato. Ora che ci faceva caso, non vedeva più neppure Irene, anche se una vocina, nella sua mente, gli diceva: "Non può essere sopravvissuta... Accettalo!".
    Ignorando tale voce, Rayshin continuò: "Li avete visti?", rivolgendosi ai suoi genitori. "Non sei riuscito a proteggere tuo fratello!" continuò quella vocina nella mente, anche se questa volta Rayshin fu costretto a battersi un colpo sulla testa per ignorarla.
    "Oh, caro Rayshin, non penserai che Irene sia morta, no? Guarda meglio!" gli risposte Inamor, per poi puntare il dito davanti a loro tre.
    Aguzzando la vista, Rayshin vide la sagoma di Irene, ancora in piedi, con sopra la testa una grossa macchia nera, dalla forma indefinita. Mentre il fumo si diradava, Rayshin poté distinguere meglio la macchia, o meglio il volatile: più piccolo rispetto al precedente, aveva un corpo tozzo e basso, ma con un'apertura alare decisamente maggiore. Il piumaggio era nero, con alcuni riflessi bluastri, ed in particolare il petto era coperto da un grande e lucido scudo metallico.
    I pipistrelli continuavano a volare attorno all'ansimante cameriera, anche se un piccolo gruppo si concentrò a pochi metri da Irene, formando il busto e la testa di Ofelia, mentre il resto del corpo era costituito da pipistrelli.
    "Uffa, sei riuscita a fermare il mio colpo, ancora una volta!" borbottò la ragazza, velando un certo dispetto. Al silenzio di Irene, Ofelia mosse leggermente la testa: due pipistrelli attaccarono il volatile sul collo, penetrando nella corazza dall'esterno. Sferzandolo, il volatile emise un grido acuto, mentre esplodeva come successo al precedente.
    "Oh oh, ed ora che cosa vuoi fare? Pensi di poter evocare ancora una volta Mistral, lo Scudo d'Argento per proteggere i tuoi padroni, vero? Chissà..." chiese ancora Ofelia, canzonando la cameriera.
    Irene non rispose subito, ma si girò per constatare le condizioni delle quattro persone che stava proteggendo. Sorrise nel vedere che Rayshin stava bene, e che l'esplosione non aveva ferito né lui né i suoi familiari. Si stupì dell'agitazione che correva tra i tre, specie nel caso di Rayshin, per poi accorgersi di una cosa: Esteban era sparito.
    Ofelia, incuriosita dal comportamento della cameriera, la imitò subito, ed anche lei vide chiaramente che mancava Esteban al gruppo.
    "Bene! Quel bambino da solo è una preda facile!" gridò la ragazza, per poi passare oltre Irene e dirigendosi verso i genitori di Rayshin, assieme ai restanti pipistrelli.
    Ma, con suo grande stupore, Ofelia andò a sbattere contro qualcosa di invisibile e simile ad una parete, a pochi passi da Rayshin. "Ma che diamine..." borbottò la ragazza, per poi tentare di tornare da dove era arrivata, e scontrandosi ancora una volta.
    Portandosi una mano al naso, Ofelia guardò sotto la nebulosa di pipistrelli e ali che dovevano costituire le sue "gamba", e si accorse che sotto di lei era presente, sul pavimento, uno stemma di luce biancastra, identico a quello usato da Irene.
    "Un campo di contenimento! Ma quindi tu hai..." esclamò Ofelia, per poi fissare Irene, che sorrise compiaciuta e spiegò: "In quanto Ibrida, non puoi opporti ad un campo di contenimento di questa portata, neppure fossi una Pura! Resta lì per un po'...".
    Subito dopo, Irene attraversò tranquillamente in campo di contenimento, senza alcun problema, e dando così le spalle a Ofelia.
    "Aspetta! Se tu puoi fare una cosa del genere, significa che anche il mio amato Lyedar..." cominciò a dire la ragazza, impallidendo visibilmente.
    "Significa che il tuo Lyedar avrà diversi problemi con Francesco, siccome anche lui può usare il campo di contenimento! Senza contare che lui è molto, ma molto più potente di me!" concluse Irene, voltandosi un'ultima volta verso la ragazza e guardandola con la stessa superbia con cui un vincitore guarda solitamente lo sconfitto.
    Arrivata davanti a Rayshin, Irene chiese: "Che cosa succede, Signorino?", ed Elger rispose subito: "Irene, Esteban è sparito dopo il colpo della ragazza! Se l'altro Ibrido dovesse catturarlo, non potrebbe resistere!".
    "Irene! Tu puoi trovare mio fratello, vero? Vero?" le chiese accigliato Rayshin, guardandola disperato.
    Sorridendo teneramente, la cameriera mise le mani sulle spalle di Rayshin, e gli rispose: "Certamente, Signorino! Non si preoccupi, tra poco tornerò con il Signorino Esteban! Nel frattempo..." e qui si voltò verso Inamor ed Elger: "... la ragazza non vi darà più problemi, ridotta com'è! Nel frattempo, potete chiederle che cosa volete, finché noi non ritorneremo!", e detto questo Irene sparì dalla vista di Rayshin.
    Il ragazzo vide i suoi genitori voltarsi alle loro spalle, e capì che Irene stava tornando verso l'atrio, a recuperare Esteban.
    Subito dopo, Rayshin udì: "Beh... non tutti i mali vengon per nuocere, no?", e voltandosi vide sua madre avvicinarsi a Ofelia, ancora bloccata a mezz'aria con il corpo incompleto.
    "Che cosa desidera, Signora?" chiese innocentemente Ofelia, abbassando lo sguardo verso la donna, che le sorrideva compiaciuta.
    Imitando suo padre, Rayshin raggiunse Inamor, mentre la donna chiedeva semplicemente: "Dicci qualcosa di te, Ibrida Ofelia, se non ti dispiace!".
    Ofelia non parve troppo sorpresa della domanda, e chiudendo gli occhi sogghignò.


    E così finisce il nostro nuovo capitolo.
    Dopo un allegro scontro tra le due donne, alla fine Irene ne è uscita vincitrice, imprigionando Ofelia. In questo modo Rayshin ed i suoi genitori potranno fare le domande che ritengono più opportune alla ragazza, mentre Irene sta recuperando quel monello di Esteban.
    Nel prossimo capitolo, otterrete alcune risposte sugli Ibridi e sullo scopo di Ofelia e Lyedar.
    Non mancate, mi raccomando!

    P.S. Siccome vi parlo sempre di stemma dell'Ordine di Yeni Aci, ve l'ho anche disegnato. O meglio, ne ho disegnata metà e poi l'ho specchiata, ma non ditelo a nessuno...
    Eccolo qui:


    Edited by Xivren - 2/3/2014, 18:49
     
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