Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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  1. Xivren
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    Proseguiamo con un nuovo capitoli, messeri e signore.
    Nell'ultimo capitolo, svoltosi interamente a Villa Elger, abbiamo visto come la famiglia di Rayshin abbia regiato allo scandalo di Esteban. Nella noia di Rayshin sono arrivati Lyedar e Ofelia, i suoi presunti migliori amici.
    Dopo aver consolato Esteban per la morte di Diell, i due fratelli hanno scoperto del tragico destino che attende loro e la famiglia, e quando pareva che niente postesse andare più storto di così... Lyedar e Ofelia hanno cominciato a eliminare senza pietà la servitù della Villa, mirando anche a Elger e Inamor. Dopo essere stati protetti da Francesco, il maggiordomo è sceso in campo contro Lyedar, in quanto Ofelia è scappata inseguendo Irene, Rayshin e fretellino più genitori.
    Vediamo come andrà avanti il duello, e per di più vedremo anche lo Ierofante in azione.

    N. B. Se nel capitolo vi capiterà di leggere alcune stranezze negli effetti delle carte, non temete: sono voluti, e presto saprete anche il perché.


    CAPITOLO 13 - LO IEROFANTE

    Domenica 4 Novembre - Ore 16:47 - Villa Elger, Monte Bianco, Regno Europeo

    "Non è stata una mossa idiota, perché segnerà la tua sconfitta!" disse con gelida sicurezza Francesco, mentre la luce generata da Borz lasciò posto ad un oggetto molto diverso: una bellissima coppa in oro, decorata da finissime rifiniture e da due sottili manici.
    Dalla coppa fuoriuscirono tre differenti carte, prima avvolte da uno strato di luce, per poi rivelarsi per ciò che erano, mentre Francesco spiegava: "Per effetto di Borz, se equipaggiato ad una Nobili Armi, posso rivelare tre carte Nobili Armi dal mio Deck, poi tu dovrai sceglierne una a caso: la carta scelta finirà nella mia mano! Ordunque, scegli tra queste tre carte, Excaliburn, Destino o Caliburn!". Finita la spiegazione, le tre carte si girarono, impedendo a Lyedar di vederle, e poi ruotarono casualmente, senza fermarsi.
    Il ragazzo tentò di seguire con lo sguardo le tre carte, ma dopo pochi istanti non fu più capace di continuare, e quindi sbuffando scelse: "Ufff, che cosa pallosa: vada per la quella centrale!", ed a quelle parole le tre carte si fermarono.
    La carta selezionata da Lyedar, dopo essersi fermata, si posò nella mano di Francesco, mentre le altre due finirono subito al Cimitero. Il maggiordomo non perse tempo, ed attivò subito la nuova Carta: "Attivo dalla mia mano Nobili Armi del Destino, che equipaggio subito a Medraut! Con queste armi supreme, Medraut non potrà essere distrutto in battaglia o dagli effetti delle carte, fino ad una volta per turno!".
    In quello stesso momento al Cavaliere comparve uno scudo, interamente di metallo e rifinito da alcune venature, mentre invece la sua spada mutò ancora una volta, diventano più lunga e con una lama di metallo molto più scuro. L'elsa, invece, divenne più corta e decorata con una sfera rossastra. Come accaduto in precedenza, un'aura nera avvolse il corpo di Medraut, mentre la sua ombra si animava, ed il suo livello saliva (LV 4 --> 5).
    "Oh oh, adesso i suoi soldatini sono entrambi di Livello 5: ora capisco a dove voleva arrivare! Notevole, per essere un maggiordomo!" esclamò Lyedar sorridendo, mentre dopo il cenno di capo di Francesco i suoi due mostri lasciavano cadere le spade, per diventare due sfere di energia viola. Entrambi vennero risucchiati in un portale dimensionale, che esplose al grido di Francesco: "Il Cavaliere più potente, simbolo della mia fedeltà! Con le tue spade, spazza via dalla tua nobile strada ogni nemico che minaccia il tuo regno! Evocazione Xyz! Appari, Nobile Cavaliere Sacro di Re Artorigus!".
    Dal portale emerse un nuovo Cavaliere, anche se completamente diverso da Medraut e Borz: il suo aspetto, come l'abbigliamento, erano molto più maestosi e regali, tanto da sorprendere persino Lyedar. Nel suo sguardo si vedeva una profonda serietà e saggezza, nonostante la giovane età del Cavaliere, tanto che era quasi impossibile poterlo guardare negli occhi senza esitazione. La sua armatura gli forniva una protezione completa, coprendogli ogni parte del corpo ad eccezione della testa, senza però limitare i suoi movimenti. Di un purissimo metallo grigio, alcune placche erano decorate da bordi finemente rifiniti in oro, benché presentasse alcune fessure nerastre. Invece le spalle erano coperte da una candida peliccia dorata, dalle quale si estendeva un lungo e immacolato mantello rossastro, decorato all'estremità bassa dalla stessa pellicia. Appena entrò in campo, la pietra che portava sulla fronte brillò di luce rossastra (ATK 2200 DEF 2200 RANK 5).
    "Bah... che mostro patetico! Tante storie per evocare un mostro senza alcuna spada, e con valori discreti! A che gioco stiamo giocando?" chiese ancora una volta sarcastico Lyedar.
    "Attivo quindi l'effetto di Artorigus! Quando viene evocato, posso scegliere fino a tre Nobili Armi dal mio Cimitero, ovviamente con nomi differenti, ed equipaggiale a lui! Tornate a servire il vostro padrone: Excaliburn, Destino e Caliburn!" continuò il maggiordomo, senza degnare di attenzione il ragazzo.
    Dalle fessure nere della sua armatura cominciò a fuoriuscire del "fumo" azzurro, per poi condensarsi sopra il suo capo: al suo interno apparvero le tre spade scelte da Francesco, ed una volta che il fumo sparì, mentre le tre armi cadevano a terra Artorigus le prese tutte. Nella mano destra brandiva le già viste Nobili Armi del Destino e Caliburn, mentre invece nella mano sinistra portava Excaliburn: più grande rispetto alle altre due, era costituita da due differenti lame dalla stessa forma, benché attraversate una da energia bluastra e l'altra da un'energia arancione. L'elsa, invece, era più simile a Caliburn, anche se più ampia. Il fumo, piuttosto che sparire, cominciò ad attraversare le lame delle tre spade, mentre aleggiava attorno a Artorigus, il quale trasse tutti i benefici dalle spade (ATK 2200 --> 2700 DEF 2200 RANK 5).
    "Con il mio mostro più fidato, ti cedo il turno..." concluse Francesco.

    FRANCESCO: 4500
    LYEDAR: 4000

    "Uff, che turno statico! Adesso vedrai come bisogna duellare: pesco!" dichiarò Lyedar, mentre iniziava il suo turno estraendo una carta dal Deck.
    "Non puoi fare nulla, contro Artorigus..." gli rispose freddo Francesco, fissandolo con uno sguardo serissimo. Al fatto che Lyedar aggrottò un sopraciglio, il maggiordomo spiegò: "Con Caliburn io potrò aumentare i miei Life Points ogni turno, Excaliburn fa sì che Artorigus non possa essere bersagliato da effetti delle tue carte, ed infine Destino impedisce che venga distrutto in battaglia o dagli effetti fino ad una volta per turno! Non hai molte vie di fuga...".
    "Oh, ma non temere, ne uscirò fuori! Attivo la mia Carta Magia Assalto dei Re di Fuoco: con essa, se non controllo mostri, posso Evocare Specialmente un mostro Re del Fuoco dal mio Deck, anche se con gli effetti annullati ed alla End Phase se ne dovrà andare! Fenice che risorge dalle ceneri... porta tra di noi rinnovamento per i giusti e terrore per i malvagi... Custode dell'Immortalità, appari: Re del Fuoco Alto Avatar Garunix!" gridò Lyedar, mentre da un turbinio di fiamme apparve la sua enorme fenice, grande all'incirca il doppio di Artorigus in altezza, mentre dalle immense e bellissime ali rossastre nascevano alcune lingue di fuoco. L'armatura nerastra, in netto contrasto con quella chiara e rassicurante di Artorigus, risplendeva sfavillante, e con innaturale delicatezza atterrò alle spalle di Lyedar sulle zampe artigliate, mentre la lunga coda continuava a dimenarsi nell'aria, esattamente come le fiammelle giallastre sulla sua punta e sul collo della creatura (ATK 2700 DEF 1700 LV 7).
    "Uhm, e cosa vorresti fare con quel superbo volatile? Anche se nella mia Stanby Phase ritornerà in campo, Artorigus non verrà distrutto grazie a Nobili Armi del Destino!" gli chiese Francesco, dubbioso sull'efficacia della mossa di Lyedar.
    "Lo vedrai, ma prima di ciò attivo dalla mia mano l'effetto di Blaster, Drago Sovrano degli Inferi! Scartandolo assieme a Mago Flamvell, posso distruggere una carta sul Terreno!" continuò Lyedar, e dopo aver spedito le sue due carte al Cimitero alle sue spalle si formò la forma di un drago costituito unicamente di fiamme.
    Francesco sorrise sprezzante, osservando: "Mi dispiace, ma come ti ho detto non puoi distruggerlo, grazie a Nobili Armi del Destino, senza contare che Excaliburn ti impedisce di selezionarlo!", e Artorigus incrociò le sue tre spade, pronto a proteggersi.
    In quello stesso momento, il drago si abbatté su Garunix, distruggendolo completamente.
    "Ma cos..." sussurrò Francesco sconcertato, mentre Lyedar gli spiegò: "Scelgo di distruggere il mio Garunix! Ma non è stato inutile, perché ora Evoco Re del Fuoco Avatar Yaksha, in posizione di Attacco!".
    Da una fiammella sul Terreno del ragazzo comparve quindi il suo guerriero mezzo umano e mezzo tigre, con la sua lunga criniera azzurra portata dietro le spalle, tranne che per due ciocche sul petto. Brandendo il suo bastone, Yaksha fece la sue entrata in campo, ruggendo (ATK 1800 DEF 200 LV 4).
    "Adesso dalla mia mano attivo la Carta Magia Cerchio dei Re di Fuoco: con essa, posso selezionare un mio mostro di tipo Fuoco sul Terreno, ed un altro dal mio Cimitero! In questo modo distruggo Yaksha, ed al contempo faccio tornare Specialmente Mago Flamvell!" dichiarò Lyedar, mentre il suo mostro, sprofondando in una pozza di lava, lasciava il suo posto ad un essere dalla pelle piuttosto chiara, dai capelli rossastri e da uno scettro formato proprio dalla lava da cui era sorto (ATK 1400 DEF 700 LV 4).
    "Uhm, ora hai evocato un mostro persino più debole di prima, che cosa vuoi fare?" gli chiese ancora una volta Francesco, che non poteva prevedere le intenzioni del suo avversario.
    "Vedi, caro Francesco, quando Yaksha viene distrutto dall'effetto di una carta, per suo effetto posso distruggere una carta nella mia mano o che controllo! Quindi distruggo Re del Fuoco Alto Avatar Garunix nella mia mano! E posizionando una carta coperta, termino il mio turno!" concluse dopo un lungo turno Lyedar, mentre una carta nella sua mano veniva completamente arsa dalle fiamme, ed un'altra compariva coperta sul Terreno.

    FRANCESCO: 4500
    LYEDAR: 4000

    "Alla fine hai rinunciato a due Garunix... Che spreco di carte!" esclamò Francesco mentre pescava una carta dal suo Deck.
    Mentre l'aggiungeva alla sua mano, però emise un sussulto: "No... con due distrutti tu puoi...".
    Lyedar sorrise, ed il pavimento cominciò a tremare: getti di lava emersero con forza, riducendo in cenere Mago Flamvell e mirando anche a Artorigus, che invece assorbì tutto il getto di lava nella sua Nobili Armi del Destino, senza alcun problema. Dalle roccie rimaste dall'esplosione, emerse ancora una volta Re del Fuoco Alto Avatar Garunix, questa volta nel pieno della sua forza e con un potente ruggito (ATK 2700 DEF 1700 LV 7).
    "Non posso crederci... Avevi previsto tutto!" gridò Francesco, mentre ancora una volta getti di lava fuoriuscivano dal Terreno.
    "Esatto! Grazie al fatto che mi hai illustrato gli effetti della tue carte, ho elaborato una strategia proprio per buttare giù il tuo mostro! Con il primo Garunix esaurisco la possibilità che Nobili Armi del Destino protegga il tuo mostro dall'essere distrutto dall'effetto di carte, mentre con il secondo Garunix potrò distruggerlo definitivamente! Senza contare che i loro effetti non bersagliano, e quindi Excaliburn non serva a nulla!" gli spiegò sorridendo Lyedar, mentre Artorigus, riconoscendo la sua sconfitta, con grande nobiltà lasciò cadere a terra le sue armi, ed attese stoicamente di essere travolto dalla lava, sparendo completamente assieme al primo Garunix. Dal Terreno quindi emerse una seconda Fenice, identica alla prima (ATK 2700 DEF 1700 LV 7).
    Mentre Francesco si copriva il viso a causa della tremenda esplosione, gridò: "Attivo l'effetto di Artorigus! Quando viene mandato al Cimitero, posso selezionare nel mio Cimitero un Nobile Cavaliere di Livello Quattro o superiore, ed Evocarlo Specialmente: torna tra noi, figlio rinnegato del re Artorigus! Nobile Cavaliere Medraut!", ed una volta che il Terreno si raffreddò dalla lava, lo stesso Cavaliere comparso all'inizio del duello tornò in campo (ATK 1700 DEF 800 LV 4).
    "Uff, ancora lui tra i piedi! Ma non ha importanza, posso vincere tranquillamente..." pensò tra se e se Lyedar, assumendo però un'espressione seria mentre fissava il suo avversario.
    "Grr... Come hai osato distruggere il mio Cavaliere!? Il mio mostro più fedele!? Questo è inaccettabile: solo un'altra persona si spinse fino a tanto..." gli gridò contro Francesco, con una foga tale da spaventare Lyedar.
    "Non dovevi farlo... Adesso io..." disse ancora il maggiordomo, ma fu interrotto dal suono del suo cellulare.
    Dopo esserselo portato all'orecchio, rispose: "Che cosa c'è?", in tono piuttosto seccato e nervoso.
    Dall'altra parte del telefono, il maggiordomo udì la voce di Irene, agitatissima, che lo informava gridando: "Francesco! E' successo un disastro! Una disgrazia!".
    Piegando leggermente il busto, per evitare che Lyedar potesse udire la loro conversazione, anche se impossibile vista la distanza, Francesco chiese: "Cos'hai, Irene?".
    "Il Signorino Esteban è sparito da diversi minuti! Non è più con me!" gli rispose subito Irene.
    Per tutta risposta, Francesco schiacciò con la mano il cellulare, riducendolo a pezzi, furente e gridando dalla rabbia.

    ---


    Ore 16:55 - Prigione di Lo, Regno Indiano

    "Generale Nuk, abbiamo completato i preparativi, come da ordini!" esclamò un giovane soldato, interamente coperto da una divisa militare, nera a strisce grigiastre. Le maniche, nella parte tra le spalle ed il gomito, erano più gonfie rispetto al normale, mentre per il resto del corpo era piuttosto attillata.
    Il giovane stava scortando il Generale Nuk, lo stesso che aveva affiancato Elger nella guerra contro la ribellione di Ling-Dao pochi giorni prima. In un'elegante, sebbene aderente, completo nerastro, il sessantenne Generale faceva ancora la sua distinta e nobile figura, nonostante velasse negli occhi una certa preoccupazione.
    I due stavano attraversando una larga piazza rettangolare interamente di pietra e priva di qualsivoglia decoro, restando fredda e silenziosa, interrotta solo dal respiro del centinaio di uomini, armati, che facevano da guardia al Generale.
    Il Generale, mentre camminava, trascinava una grosso sacco di plastica nerastra di un certo peso, tanto che doveva trascinarlo a terra.
    Nonostante ciò, Nuk non ebbe problemi a chiedere al soldato: "Avete preso tutte le precauzioni possibili?", velando anche una certa agitazione.
    "Indubbiamente, Generale, tutto verrà fatto nel più completo anonimato, senza che nessuno sappia di lei!" gli rispose subito il soldato, continuando a camminare al suo fianco.
    Dopo qualche istante di silenzio, Nuk fissò il sacco, sussurrando: "Bene... In questo modo sarà il mio ultimo incarico...", e mentre continuava a camminare continuava a scuotere la testa.
    Il soldato si fermò, perdendo alcuni passi da Nuk, per chiedergli: "Generale, che cosa intende dire?".
    "Non posso tollerare come il Sommo Imperatore stia agendo in questo periodo... Dopo questo ultimo incarico, rassegnerò le dimissioni... Me ne andrò nella mia residenza nel Regno Africano!" illustrò Nuk, rivelando anche una certa felicità e gioia nell'ultima frase.
    Raggiungendolo, il soldato gli fece notare: "Ma, Generale, con tutti i meriti che nel corso della sua carriera... Non può lasciate l'Esercito Imperiale!".
    "Ragazzo, ognuno di questi meriti per me è una tremenda cicatrice! Ogni sera, prima di dormire, mi vedo tutte le anime delle persone uccise nelle mie guerre, che reclamano vendetta! Non posso andare avanti così..." sbottò Nuk, voltandosi verso il soldato.
    Quest'ultimo, sorpreso dalla rabbia del Generale, non disse nulla, mentre una nuvola copriva la luna che, piena, splendeva nel cielo, lasciando il cortile illuminato solo dall'impianto elettrico.
    "Perdonami... Non avrei dovuto sfogarmi con te... I miei problemi di 80 anni fa sono solo miei..." rispose Nuk, dopo una profonda inspirazione con cui si calmò i nervi, tornado a camminare.
    "Generale, ma tornado indietro di 80 anni, lei si riferisce a...." chiese, a suo malgrado curioso, il soldato.
    "Esattamente, ma ti prego di non dire una sola parola... Ancora oggi non riesco a capacitarmi di ciò!" disse Nuk, scurendosi in viso.
    "Oh oh oh, se è per quello anch'io sono ancora sorpreso oggi!" rispose una voce nell'aria, che non proveniva né da Nuk, né dal soldato al suo fianco o dagli altri presenti nel cortile.
    Il Generale si paralizzò, ed in quello stesso momento tutti i lampioni che illuminavano il cortile esplosero in una pioggia di frammenti di vetro, facendo piombare il cortile nella più completa oscurità.
    "Chi va là? Mostrati!" gridò Nuk, appoggiando la mano sull'elsa della spada che portava al fianco destro.
    La nuvola che copriva la Luna in quel momento si spostò, illuminando il cortile e rivelando una piccola figura, alta quanto un bambino, benché coperta dalla testa ai piedi da un mantello nero, impedendo di vederne il volto: lo Ierofante.
    "I miei omaggi, Capitano Nuk!" esordì la figura, esibendosi in un inchino rivolto verso Nuk.
    "Chi diavolo sei? Identificati immediatamente!" esclamò il soldato a fianco del Generale, mentre tutti gli altri soldati sollevavano le loro armi verso la figura, producendo un rumore metallico.
    "Sono venuto qui a recuperare i miei sottoposti, catturati dal Ministro Isroth! Infondo, mi sono sempre ritenuto un bravo Ierofante..." dichiarò la figura, ricomponendosi.
    "L'Ordine di Yeni Aci!" gridò il Generale Nuk, mentre tutti i suoi uomini caricavano le armi. "Che cosa vuoi?" chiese Nuk allo Ierofante.
    Girando su sé stesso, il bambino coperto dal mantello canticchiò: "Voglio solo salvare i miei uomini, poi me andrò! Giurin giurello! Ma ora, Capitano, sareste così gentile da consegnarmeli?".
    Nuk esitò un momento, poi afferrò il sacco nero che aveva portato con sé, e lo lanciò davanti alla figura, esclamando: "Questo è tutto ciò che è rimasto di loro!".
    Dopo che il sacco cadde a terra, producendo un rumore sordo e flaccido, lo Ierofante si piegò ad aprirlo, in silenzio. Dopo aver visto cosa c'era all'interno, con innaturale freddezza chiese: "Che cosa significa mai, questo? Il resto dei loro corpi dove sono?".
    "Il Principe Aion ha deciso la pena da infliggere ai sei prigionieri, e come vedi davanti a te, ecco la loro fine... Tra pochi giorni saranno esportati nell'Other, come carne di vitello! Almeno, queste sono le intenzioni del Principe... che schifo..." illustrò il Generale, portandosi una mano alla bocca, come profondamente disgustato dalla cosa.
    "Ovviamente lei non si è opposto... Tipico!" disse la figura incappucciata, muovendo un passo verso il Generale.
    "Fermati! Non un altro passo!" gridò il soldato a fianco di Nuk, con gli altri soldati pronti a fare fuoco.
    "E' una cosa tra me e il Capitano, non interferite!" dichiarò lo Ierofante, spazientito dall'impudenza del soldato. Subito dopo un sibilo nell'aria, le teste di tutti i soldati presenti caddero a terra, in un lago di sangue, lasciando solo Nuk, senza parole per quanto era appena successo.
    Il Generale, terrorizzato dalla cosa, gridò: "Cosa... Come... Maledetto!", e sguainando la spada si scagliò contro lo Ierofante.
    "Quel braccio insolente... tagliamolo..." disse lo Ierofante, senza tradire alcuna emozione nella sua voce.
    Nuk potè solo vedere un'ombra velocissima, dalla forma appuntita, correre sul pavimento, e poi cadde a terra, mentre il suo braccio sinistro, con cui brandiva la spada, cadde a pochi passi da lui.
    Con un grido di dolore, Nuk si portò la mano destra alla spalla mutilata, mentre si contorceva a terra nel suo stesso sangue.
    "Capitano Nuk, mi aspettavo che restasse più fedele ai suoi ideali... Vedo che però il tempo l'ha cambiata! Mi ha deluso molto, Capitano!" gli rinfacciò la figura, ora a pochi centimetri da lui, in piedi.
    "Uhhh.... Come osi parlarmi... così!? E poi... e poi... perché continui a chiamarmi Capitano!?" disse Nuk, mentre tentava di alzarsi, ma il dolore era talmente forte che ricadde di schiena, tossendo anche sangue dalla bocca.
    "Non si ricorda? Quello era il suo grado, ricorda? L'ultima volta che ci vedemmo, lei portava la divisa da Capitano, e quel giorno aveva anche una carinissima cravatta gialla!" gli rispose lo Ierofante, mentre il vento sollevava di poco il suo cappuccio, rivelando un sorriso a trentadue denti.
    Non appena Nuk udì quelle parole, un'infinità di pensieri gli affollò la mente: genti che soffrivano e piangevano, corpi mutilati conservati in un liquido verdastro in capsule di vetro, sostanze chimiche, un'esplosione di proporzioni gigantesche... E poi un volto. Uno soltanto, sorridente.
    "Tu... O mio Dio... sei proprio tu..." sussurrò Nuk. Adesso nel suo volto non c'era altro che terrore, orrore e disgusto per la persona che aveva davanti. Aveva persino scordato il dolore alla spalla, mentre il terrore si impadroniva di lui.
    "Esatto..." rispose lo Ierofante, per poi abbassarsi il cappuccio e rivelando il suoi volto a Nuk, continuando: "E' contento di rivedermi, Capitano Nuk?".
    "Non... non può essere... tu... il male assoluto... ancora vivo! Dannato schifoso mostro!" gridò ancora una volta Nuk, prima che lo Ierofante, senza dire niente, gli causava un doppio taglio sul petto, uccidendolo.
    "L'arroganza delle nuove generazioni... che tristezza..." commentò lo Ierofante, per poi fissare la luna piena sopra la sua testa.

    ---


    Ore 17:01 - Villa Elger, Monte Bianco, Regno Europeo

    Francesco era rimasto per qualche secondo in silenzio, fissando i resti del suo cellulare a terra.
    Lyedar, alla distanza di qualche metro, non poteva sapere ciò che Francesco aveva udito da Irene, ma spazientito dalla perdita di tempo disse: "Uhm... Possiamo continuare?".
    Francesco si voltò verso il suo avversario, e riprese il duello: "Adesso io, controllando un mostro Normale di Attributo Luce, posso Evocare Specialmente dalla mia mano il Cavaliere più nobile nell'animo, forte e potente quanto il sole: Nobile Cavaliere Gawayn, in posizione di Difesa!", mentre sul suo Terreno compariva un secondo Cavaliere, dall'armatura di un arancione caldo e puro, molto più completa a livello di protezione rispetto a Medraut. Portava inoltre un mantello azzurro, tendente al verde scuro, lungo fino alle caviglie. I capelli biondi invece gli arrivavano fino alle spalle, ed il viso dimostrava una certa espressione grave, come preoccupato e serio per il combattimento che gli si presentava davanti. Quando apparve, si inginocchiò a terra, puntando la lama della sua spada davanti al volto, in segno di difesa (ATK 1900 DEF 500 LV 4).
    "Ora evoco anche Synchron Sconosciuto, in posizione di attacco!" continuò il maggiordomo, mentre compariva anche una bizzarra sfera metallica, che a quanto poteva sembrare ad una prima vista era costituita da scarti quali lamiere e pezzi di ferro rovinati, convergenti verso un occhio metallico rossastro posto al centro della figura, proprio sotto due antenne giallastre (ATK 0 DEF 0 LV 1).
    Sorridendo, Francesco agì: "Synchronizzo Synchron Sconosciuto, di Livello 1, e Nobile Cavaliere Gawayn, di Livello 4: andate!", e detto ciò la piccola sfera metallica si trasformò in un anello di colore verde, mentre Gawayn, spiccando un balzo, lo attraversò, diventando quattro piccole sfere di luce biancastra. In seguito ad un'esplosione di luce nera come le tenebre, Francesco gridò: "Appari, Cavaliere dall'animo corrotto, un tempo fedele al suo Re! Portatore di rovina e sventura, vieni, Ignobile Cavaliere dell'Alto Laundsallyn!".
    Da quella esplosione si formò un nuovo guerriero, ma completamente diverso da quelli apparsi fino a quel momento: più spaventoso di Medraut quando questi era avvolto dallo strato di tenebre, Laundsallyn sembrava essere le tenebre stesse, che si confondevano nella sua armatura di colore nero, lucidata e brillante di un'aura malvagia, mentre come Artorigus presentava fessure nere. Anche le placche della sua armatura erano decorate da bordi dorati, ma questi erano squadrati e rigidi, non armoniosi come Artorigus. Ma ciò che incuteva più paura rispetto a tutto il resto era il suo volto, incorniciato da lunghi e lisci capelli neri: esprimeva puro furore e follia, nei suoi occhi brillanti di luce rossastra, mentre la bocca era costantemente in un ghigno perenne (ATK 2100 DEF 900 LV 5).
    "Ecco il genere di mostro che a Ofelia non piacerebbe..." tentò di ironizzare Lyedar, benché neppure lui si sentisse a suo agio con quel Cavaliere.
    Con un sospiro, Francesco dichiarò: "Equipaggio il mio mostro con Nobili Armi - Arfeudutyr!", e dalle fessure presenti nell'armatura di Laundsallyn fuoruscì del fumo come Artorigus, anche se di un colore rosso sangue. Avvolgendo la mano destra del Cavaliere, quando si diradò rivelò nascosta una nuova spada, dall'elsa e lama di metallo oscure, anche se la lama venne immediatamente illuminata da una luce rossastra, e Laundsallyn assumeva un'espressione estasiata, vedendo la nuova arma.
    "Arrivando l'effetto di Arfeudutyr, rinunciando permanentemente a 500 punti di Attacco di Laundsallyn, posso distruggere un tuo mostro sul Terreno! Inutile dire che distruggo Garunix!" continuò Francesco, mentre il suo Cavaliere generava una sfera di energia, creata con la stessa luce rossastra che scorreva nella sua spada, per poi scagliarla contro Garunix: la fenice venne completamente distrutta, anche se il Cavaliere si indebolì (ATK 2100 --> 1600 DEF 900 LV 5).
    "Oh merda! Stupido soldatino!" esclamò Lyedar, mentre si riparava dall'espolosione della sua creatura. Subito dopo, però, rifletté: "Calmati! Ho Forza Riflessa, in questo caso!", mentre fissava la sua carta coperta.
    Notando ciò, Francesco sorrise, ed esclamò: "Attivo la mia ultima carta: Tifone Spaziale Mistico: con essa distruggo la tua Carta coperta!", ed in quello stesso momento un vortice di vento fortissimo, intervallato da scariche di elettricità, riduceva a pezzi Forza Riflessa di Lyedar, lasciandolo a campo scoperto e preda dei Cavalieri.
    "Attaccate!" gridò Francesco.


    E così si conclude il tredicesimo capitolo.
    Allora, nonostante la mossa di Lyedar Francesco sembra essere in vantaggio costante rispetto al ragazzo. Anche se, per vedere l'attesisima (ma anche no) fine del duello dovrete aspettare il prossimo capitolo.
    In compenso in questo capitolo avete rivisto lo Ierofante, che come aveva detto nel Capitolo 11 si è diretto verso i suoi compagni, per poi scoprire la loro ingloriosa fine.
    Inoltre, prima di morire, Nuk pare aver riconosciuto lo Ierofante, che senza problemi si è levato il cappuccio davanti al morente Generale, che non ha avuto una reazione, diciamo, molto entusiasta nel riconoscerlo.
    E guarda caso, lo Ierofante compare proprio dopo che Esteban si allontana da Irene: cosa significherà mai questo?
    Aspettando eventuali commenti, vi auguro buona lettura, e vi do appuntamento, come sempre, alla prossima settimana.
    Vedrete la fine del duello tra Lyedar e Francesco, più una piccola sorpresina...

    Edited by Xivren - 27/1/2014, 22:15
     
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