Yu-Gi-Oh! La Catena dell'Inesistenza

[AVVENTURA][COMICO][SERIO][VM 13]

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    Proseguiamo, gentili lettori.
    Nell'ultimo capitolo ci siamo spostati prima a Roma, dove abbiamo velocemente visto i giochi nel Colosseo, che hanno però schifato Ofelia e Lyedar.
    Dall'altra parte dell'Impero, Lasyrindes ed i suoi fedeli Principi hanno discusso di cosa fare dei prigioniri dell'Ordine, ed alla fine il povero Rael è stato incaricato di tutto il lavoro.
    Tornati nel Colosseo, lo Ierofante e Elsmay hanno dato prova di alcuni dei loro poteri e hanno deciso di entrare in azione, dividendosi.
    Vediamo cosa succederà.


    CAPITOLO 12 - IL PEGGIOR TRADIMENTO

    Domenica 4 Novembre - Ore 15:00 - Villa Elger, Monte Bianco, Regno Europeo

    Nel mezzo della bufera mediatica, civile e sociale in cui erano entrati a causa degli ultimi avvenimenti, il Ministro Elger, e la sua famiglia, avevano deciso di abbandonare temporaneamente la loro residenza a Finoma e di ritirarsi nella loro Villa Invernale sul Monte Bianco, e da due giorni non uscivano da lì, attendendo la fine del processo.
    Non avevano permesso a nessuno di avvicinarsi, e la servitù era incaricata di allontanare tutti gli eventuali ospiti non desiderati, in quanto la famiglia voleva restare sola. A tal fine, squadre di circa venti persone erano state disseminate lungo tutto il tragitto che portava alla Villa, isolandola dal resto del mondo e dell'Impero.
    Tutto ciò si traduceva nell'infinita noia di Rayshin.
    "Uff... Che noia tremenda! Stare qui, da soli, e per di più al freddo!" esclamò il ragazzo mentre, seduto sul davanzale della finestra nella sua camera, fissava i fiocchi di neve scendere dal cielo coperto.
    Nella sua stanza, Irene stava mettendo un pezzo di legno nel camino scoppiettante: "Signorino Rayshin, dovrebbe sapere che suo padre ha fatto ciò che ha fatto per proteggere lei e la sua famiglia!".
    Rayshin abbassò lo guardo, e dopo aver riflettuto per un po', rispose: "Uhm, immagino tu abbia ragione come sempre! Ma cerca di capirmi: papà è impegnato con il processo, assieme a mamma; Esteban è triste; Francesco è più odioso che mai... L'unica con qui posso parlare sei tu!".
    La cameriera, dopo aver mosso un po' le braci ed i carboni, si alzò e ripose sul vassoio la tazza di the che Rayshin aveva bevuto poco prima, mentre commentava: "La ringrazio molto della sua considerazione nei miei confronti... Ma lei cerchi di capire il povero Signorino Esteban: questo è troppo, specie per un bambino!".
    "Da quando siamo arrivati qui ed è stato informato della morte di Diell, si è rinchiuso in camera piangendo! Papà ha mandato Francesco a controllare che non si facesse del male... Ma non sono molto sicuro della cosa!" le disse Rayshin, voltandosi e fissandola mentre parlava di Francesco.
    Irene parve paralizzarsi per qualche secondo, per poi tornare alle sue faccende domestiche. Voltandosi verso il suo Signorino, gli domandò: "Che cosa c'è che non la convince?".
    Rayshin non rispose subito: si limitò a giocare con una ciocca dei suoi capelli. Poi risistemandosela dichiarò: "Non mi fido di quel buono a nulla di Francesco! Sempre a fare il cagnolino di Esteban, mai una volta che lo critichi! Sembra vivere in simbiosi con mio fratello: se lui gli chiedesse una corda per impiccarsi, sicuramente quel maggiordomo da strapazzo gliela porterebbe fatta d'oro!", ed all'ultimo sfogo saltò giù dal davanzale, per avvicinarsi alla libreria che teneva al fianco del letto.
    "Beh... Diciamo che il mio collega ha molto a cuore la salute di suo fratello! E' raro oggi giorno che un adulto si affezioni e sia fedele così tanto ad un bambino!" fu la pronta risposta della cameriera, che rivolse un sorriso al suo Signorino.
    Sfogliando le pagine del libro che teneva in mano, Rayshin commentò: "Il dottor Fromm diceva che solo chi è fedele con sé stesso può essere fedele con gli altri...", e riposto il libro al suo posto continuò: "Francesco non è fedele con sé stesso: la prova è che si ostina a portare un parrucchino! Un altra persona avrebbe accettato la calvizia, mentre lui invece continua a curarsi i capelli dietro la testa e le sue due basette!".
    Irene, in quel momento, non sapeva cosa obiettare, perciò fissò la punta delle pulitissime scarpette bianche che si vedevano da sotto la gonna nera.
    "Uhm, forse ho esagerato anch'io, perdonami..." sussurrò Rayshin, riconoscendo che in effetti il suo odio verso Francesco aveva preso il sopravvento sulle sue capacità razionali.
    Ma prima che Irene, che aveva sollevato il capo, potesse rispondere, in tutta la Villa risuonò il campanello della porta di entrata. Irene esclamò subito: "Ma come...".
    "Strano! Nessuno può avvicinarsi alla Villa, in quanto tutte le strade di accesso sono bloccate dalla nostra scorta personale... Chissà chi sarà?" chiese a voce alta Rayshin, che nonostante tutto era felice che qualcuno fosse arrivato ad interrompere la noia che aleggiava in quella villa.
    Subito dopo, i due si precipitarono fuori dalla stanza, e dopo aver percorso le varie scalinate che portavano ai piani inferiori, presero il corridoio che portava all'atrio, ovvero una stanza di notevoli dimensioni, abbellita da un grande tappeto circolare finemente decorato. Davanti alla porta di entrata si trovavano anche Francesco ed altri membri della servitù della famiglia, ed il primo salutò con un cenno benevolo di capo Irene e squadrò freddamente Rayshin.
    Prima che i due nuovi arrivati potessero rispondere, Francesco aprì la porta, rivelando chi c'era la fuori.
    Lyedar e Ofelia si stavano pulendo le due pesanti pellicce dai fiocchi di neve, e la ragazza in particolare sbatteva anche il suo ombrello contro la colonna di marmo che abbelliva l'entrata.
    "Salve Rayshin!" esclamarono in coro i due, dopo averlo visto dietro a Francesco.
    "Posso sapere che cosa ci fanno lor signori qui? Non siete autorizzati a venire, a quanto mi risulta... Nessuno lo è!" fece notare loro freddo Francesco, guardandoli dall'alto, in quanto i due ragazzi arrivavano circa al suo ventre.
    Solo in quel momento i due ragazzi parvero accorgersi della sua presenza, e Lyedar rispose: "In verità dopo aver detto chi siamo, ed aver chiesto gentilmente il passaggio, ci hanno lasciati passare senza problemi, caro pinguino!".
    Tutto ciò indispettì decisamente il maggiordomo, che strinse i pugni, furente.
    Prima che potesse succedere qualcosa di spiacevole, tipo Francesco che prendeva a calci i due, Rayshin intervenì: "Francesco, loro sono miei cari amici, assicuro io per loro! Ora entrate, fuori fa freddo...", e subito Irene prese le due pellicce dei ragazzi mentre entravano, anche se Ofelia volette tenersi l'ombrello.
    Francesco non disse più nulla, mentre lanciava un'occhiata di ghiaccio a Rayshin, ed a sua volta il ragazzo gli rispose con una risatina divertita.
    I tre raggiunsero la camera di Rayshin, ed una volta entrati Lyedar esclamò, sorpreso: "Che camera pallosa!", per poi ricevere una gomitata da Ofelia.
    "Noto che il tuo sarcasmo non è diminuito in questi giorni, Lyedar!" gli rispose Rayshin, che nonostante tutto era felice di poter udire di nuovo le sue battute.
    Ofelia, in quel momento, intervenne, sedendosi su una piccola sedia vicino al comodino del suo amico: "Rayshin, anche il sarcasmo, o peggio l'odio, delle altre famiglie nobili sta salendo in questi giorni verso di te e la tua famiglia! Oggi al Colosseo avresti dovuto sentirli...".
    Lyedar, mentre si massaggiava la guancia, aggiunse: "Infatti! Tutti i gladiatori ed i nobili a volervi vedere combattere nell'arena! Alcuni parlano anche di un attentato ai vostri danni!".
    Rayshin si fermò a riflettere: le informazioni che i suoi due amici gli avevano appena rivelato le aveva già prese in considerazione, infondo non era uno sprovveduto. In compenso ciò che lo sorprendeva era il fatto che si fosse giunti già alle minacce verso la loro persona, una cosa davvero sorprendente.
    "E tuo fratello come sta?" chiese ancora Ofelia, mentre si appoggiava all'ombrello.
    "Beh, più che dal processo è molto scosso dalla morte di Diell, in quanto era il suo migliore amico... Pensata che sono due giorni che non mette piede fuori dalla sua stanza!" le rispose Rayshin, tentando di non dare troppo peso alla cosa.
    Lyedar, mentre fissava scuotendo la testa i volumi nella libreria di Rayshin, commentò: "Già prima non era normale, ma ora arrivare a tanto! Sai almeno che cosa combina tutto da solo, nella sua stanza? Sai, non vorrei mai che compiesse atti, diciamo, pericolosi alla sua integrità fisica e spirituale!".
    Rayshin aggrottò un sopracciglio, ma nonostante tutto gli rispose, inserendo anche una discreta dose di sarcasmo: "Non temere Lyedar: non tutti sono perversi come te o Ofelia!".
    "Touché!" disse ridendo Lyedar, mentre si divertiva a mettere al contrario i volumi.
    Mentre Rayshin sorrideva allo strambo comportamento del suo amico, fissò il soffitto della sala, dichiarando: "In realtà non fa altro che mangiare, per appianare il dolore... Francesco gli porta sempre tanti di quei vassoi stracarichi di piatti! Ed il fatto strano è che una volta entrati non escono più!".
    Ofelia gli chiese subito: "Tuo fratello mangia l'argento!? Davvero!?".
    Il ragazzo sgranò gli occhi: per la prima volta Ofelia aveva detto qualcosa in puro stile Lyedar, non poteva crederci. Temette che la stranezza del suo amico potesse essere contagiosa, per cui rispose dopo qualche esitazione: "Ehm... Ecco... In realtà non credo, anche se tutti i piatti su cui mangia sono d'oro, non argento... Per cui ritengo che se li tenga in camera!".
    "Ed allora andiamo in questa stanza! Infondo che fratello maggiore saresti, se non controllassi tuo fratello?" gli chiese retoricamente Lyedar. Anche in questo caro a Rayshin parve una frase detta da Ofelia, piuttosto che da Lyedar. Forse stava lavorando troppo con la fantasia.
    "Uhm... Ok, andiamo pure! Tanto non ci costa nulla!" confermò Rayshin, e detto ciò i tre si avviarono verso la camera di Esteban.
    Ritornando nell'atrio, presero un corridoio alla loro sinistra, che portava all'ala della Villa di Esteban, esattamente come quella a destra era quella di Rayshin.
    Il ragazzo sapeva che suo fratello aveva fatto realizzare la sua stanza da letto al piano terra, in quanto giustificò la cosa come via di fuga in caso di incendi. Già dalla primissima entrata si vedeva un netto mutamento di stile rispetto a quello di Rayshin: tutto il complesso era realizzato secondo il contrasto tra bianco e nero, con un'architettura molto più semplice e rigida rispetto a quella armoniosa dell'ala di Rayshin.
    Il pavimento era costituito da una serie di lastre quadrate di colore nero, con alcuni motivi interni bianchi; le pareti erano di un bianco ammagliante, anche se attraversate da una striscia di piastrelle nerastre; i pochi mobili ornamentali presenti erano posti davanti a colonne rettangolari di marmo, con i capitelli in diorite nera; ed infine il soffitto era intervallato da una serie di lampadari in metallo nero. Il complesso dava l'idea di essere entrati in un mondo costituito solo di bianco e nero.
    "Ehm... Solo io mi sento leggermente a disagio, qui?" domandò Lyedar che, mentre si era fermato per tentare di aprire il cassetto di un piccolo mobiletto, aveva scoperto essere solo finto.
    Rayshin, mentre camminava, non rispose subito, anche se poi confessò: "In effetti Esteban ha... uno strano gusto estetico... Oh! Ora siamo arrivati!", e detto questo i tre svoltarono a fianco delle scale che portavano ai piani superiori.
    Si ritrovarono davanti Francesco, che sorvegliava in piedi la porta che dava alla camera di Esteban: il viso del maggiordomo non tradì alcuna sorpresa, nel vedere sbucare i tre.
    "Che cosa ci fa qui, Rayshin?" fu tutto ciò che Francesco disse.
    Rayshin non voleva mettersi a discutere davanti ai suoi due amici, ma comunque tentò di essere il più cortese possibile con il maggiordomo: "Vorremmo solo salutare Esteban, se possibile!".
    Francesco non mosse un solo muscolo, e sempre con le braccia dietro la schiena rispose: "Porterò i vostri saluti al Signorino Esteban, nessun problema!".
    "No, temo che tu non abbia capito: noi vogliamo entrare in quella stanza, di persona!" gli rispose Rayshin, che nonostante tutto riusciva ancora a trattenere la rabbia.
    Francesco sorrise beffardamente, e rispose: "Non ne vedo il motivo: il Signorino Esteban è già abbastanza triste da solo, per la morte di Diell... Se vedesse lei in questo momento, chissà come si rattristerebbe!".
    Il ragazzo, rosso in volto, inspirò profondamente, mentre Lyedar sussurrava ad Ofelia: "Propongo un piano di fuga immediata prima della tempesta!".
    "Senza contare che non vedo motivo per cui lei ed i suoi due amici bischeri dovreste passare a bighellonare qui attorno: andate a perdere tempo ed a infastidire qualcun altro, se non vi dis...", ma Francesco non riuscì a terminare la frase.
    Rayshin gli mollò uno schiaffo che riecheggiò in tutta il corridoio, lasciano sbigottiti Lyedar e Ofelia. Lo stesso Francesco, con la guancia rossa, aveva assunto un'espressione di puro stupore.
    "Togliti subito da quella porta, e lasciami passare: è mio fratello, non osare contraddirmi..." disse semplicemente Rayshin, senza alzare lo sguardo.
    Francesco non rispose subito, ma dopo qualche istante si fece da parte e lasciò entrare i tre, aprendo loro la porta.
    Rayshin entrò per primo, senza dire nulla, mentre i suoi due amici erano troppo sorpresi per dire qualcosa.
    Alle loro spalle, Francesco però sorrise a trentadue denti, prima di chiudere la porta.
    Se il corridoio li aveva messi a disagio, la stanza di Esteban era molto peggio: completamente oscurata da pesanti tendoni, il camino ed il riscaldamento erano spenti, ed il freddo regnava sovrano. Tutto l'arredamento era in disordine, con vasi e tavolini rovesciati a terra, quadri appesi per puro caso al muro e pronti a cadere, tappeti e mensole coperte di polvere ed letto con tutte le coperte cadute a terra.
    Come se non bastasse, non c'era neppure l'ombra di alcun vassoio.
    "Ehm... Rayshin?" cominciò a dire Lyedar, per poi essere zittito da Ofelia, con uno sguardo che gli diceva di lasciare in pace Rayshin dopo la sfuriata con Francesco.
    Con gran sorpresa dei due, il loro amico si voltò felice come nel suo solito, chiedendo: "Sì, Lyedar?".
    Lyedar deglutì, e poi disse: "Solo a me questa stanza pare la cripta di Dracula?", ed Ofelia a sua volta disse: "In effetti questa stanza dimostra la foga con cui Esteban ha affrontato la morte di Diell..."
    "Oh oh, vi sbagliate!", e detto questo Rayshin si mise a ridere di gusto, sinceramente.
    Dopo qualche istante, il ragazzo smise di ridere, e spiegò: "Vedete, così è come Esteban tiene la sua stanza normalmente! Non vuole che nessuno gliela sistemi, ed ha portato alla disperazione tutta la servitù incaricata di servirlo, eccetto Francesco! In pratica questa stanza non vede la pulizia da, diciamo, 8 anni, mi pare...".
    Ofelia, sorpresa da quanto Rayshin le aveva appena rivelato, si sedette sul materasso del letto a baldacchino, fissando le coperte a terra e commentando: "Uhm... Non credo che faccia molto bene alla sua salute! Potrebbe ammalarsi!".
    Prima che Rayshin potesse risponderle, in quanto Lyedar stava giocando a calpestare i fiori secchi sul pavimento, una voce disse: "Io in realtà mi trovo bene, qui.".
    I tre ragazzi, non vedendo nessun altro oltre a loro in quella stanza, assunsero un'espressione stupita in volto, specie per il fatto che quella voce fosse molto simile ad Esteban.
    "Qui sotto..." disse ancora tale voce, e tutti e tre fissarono i propri piedi: Ofelia vide la testa di Esteban fissarla da sotto il letto, pallida e con il viso solcato da quelle che erano state lacrime.
    Con un grido di spavento, Ofelia saltò giù dal letto, allontanandosi il più in fretta possibile, mentre Lyedar ebbe una reazione analoga, saltando in braccio a Rayshin, che invece non si scompose.
    "Beh? Che cosa ci fate qui?" chiese loro Esteban, fissandoli sempre al contrario e da sotto il letto.
    Mentre Lyedar scendeva a terra, Rayshin disse: "Fratellino, siamo venuti a vedere come stai, dopo tutto questo...", per poi avvicinarsi.
    Il bambino scivolò fuori dal letto, e rialzandosi da terra si ripulì l'elegante completo di colore bianco: "Non posso ancora credere che Diell... che Diell...", ma non riuscì a finire la frase perché scoppiò a piangere, sedendosi dove poco prima c'era Ofelia.
    "Povero caro, quanta tenerezza..." sussurrò la ragazza, mentre Lyedar annuiva, scambiandosi l'un l'altra uno sguardo d'intesa.
    Rayshin si sedette al suo fianco, e lo strinse a sé, tentando di consolarlo: "Su su, Esteban... Forza... Devi superare questo momento...", e mentre lo abbracciava notò che suo fratello minore stringeva al petto la bambola che gli aveva regalato.
    A questa tenera visione, anche a Rayshin vennero le lacrime agli occhi, commosso dalla tenerezza di suo fratello, che in quel momento avrebbe voluto proteggere da tutti i mali del mondo, senza alcuna esitazione e senza alcun ripensamento.
    Esteban parve calmarsi, ma restò comunque attaccato a Rayshin, sussurrando: "Almeno tu... fratellone... non mi lascerai mai...". Il bambino sapeva che, se fosse successo, non sarebbe riuscito a sopravvivere senza suo fratello maggiore, in una vita priva di senso e senza della figura che egli amava con tutto il suo cuore.
    Prima che Rayshin potesse rispondergli, Francesco spalancò velocemente la porta, entrando nella stanza, mentre tutti si voltarono verso di lui.
    Superando senza degnare di uno sguardo i due fidanzati, arrivò da Rayshin e Esteban gridando: "Tutti fuori! Presto!", ed li afferrò per le mani.
    Nel giro di pochi secondi, i due fratelli si ritrovarono ad essere portati di forza fuori dalla stanza di Esteban, pur non avendo idea di cosa stesse succedendo.
    Seguiti a ruota da Lyedar e Ofelia, anche se il primo era piuttosto indispettito dal fatto che Francesco lo avesse ignorato, i due fratelli vennero trascinati per tutto il corridoio poco prima percorso.
    "Che succede, Francesco?" chiese velocemente Rayshin, in quanto per tenere il passo spedito, ma comunque passo, del maggiordomo doveva correre, come il fratellino.
    "Signorino Rayshin, non c'è tempo da perdere! I vostri genitori vi stanno aspettando nell'atrio, dobbiamo sbrigarci! Il tempo è poco..." gli rispose di fretta il maggiordomo.
    Avendo ottenuto una risposta evasiva, Rayshin non potette continuare a chiedere, ma fu inoltre sorpreso, se non spaventato, da una cosa: Francesco lo aveva chiamato "Signorino", dopo anni ed anni di freddezza. Ed anche in quella corsa, Francesco non stringeva il suo polso, ma semplicemente lo portava dietro di sé, come se fosse parte del suo corpo.
    Rayshin era senza parole, mentre invece Lyedar e Ofelia parlottarono di corsa tra di loro, e nello specifico Lyedar sussurrò: "Sono due ore che devo andare al bagno... Non resisto più!".
    La sorpresa del ragazzo aumentò ancora quando, una volta arrivati nell'atrio, vide i suoi genitori assieme alla trentina di servitù e personale che in quel momento prestava servizio alla Villa.
    "Signori, vi ho portato i Signorini!" disse velocemente Francesco, mentre si inchinava e lasciava andare i due ragazzi.
    I due così si ritrovarono davanti i loro genitori, ed Inamor esclamò: "Rayshin! Esteban! Dov'eravate finiti? Non sarete mica andati a bighellonare, no?".
    Mentre riprendeva fiato, a differenza di Francesco che pareva non provato dalla corsa, Rayshin le rispose: "No, mamma! Eravamo in camere di Esteban...anf...".
    "Figli, abbiamo poco tempo! Dobbiamo andarcene al più presto da qui, subito!" esordì Elger, il padre dei due, con tono piuttosto agitato. Rispetto alla rivolta nel Regno Cinese, indossava un abito molto più raffinato, di colore rosso magenta, mentre invece portava ancora la Corona tipica di tutti i Ministri dell'Impero.
    Rayshin si preoccupò un po' nel vedere suo padre, il Ministro con il più alto grado in tutto l'Impero, accigliato così, e d'istinto chiese: "Che diamine succede, di così urgente?".
    Elger inspirò profondamente, e rispose, scuro in viso: "Rayshin, abbiamo saputo che la sentenza del processo è già stata decisa dal Sommo Imperatore e dal Principe Aion, anche se non ancora resa pubblica!".
    "Oh! E' un'ottima cosa, ma che cosa hanno deciso?" chiese innocentemente Esteban, sorridendo al padre ed alla madre, mentre in sé sperava nella miglior soluzione possibile.
    I due genitori si guardarono un attimo, deglutendo, e poi abbassando lo sguardo a terra, senza riuscire a trovare le parole adatte.
    "Il Signor Elger è stato condannato all'esilio dall'Impero, Madame Inamor alla prigione a vita, e i due Signorini, come tutto il resto della servitù, ad essere usati come combattenti nell'Anfiteatro di Roma... Questa è la sentenza, come me l'hanno illustrata i Signori..." illustrò tutto d'un fiato Francesco, alle loro spalle.
    Cercando la conferma, i due fratelli guardarono i loro genitori, ed essi annuirono.
    Per Rayshin ed Esteban il mondo parve fermarsi in quello stesso istante. Esteban cominciò a singhiozzare dalla disperazione.
    "Ma... ma... il Ministro Isroth... lui..." cominciò a balbettare Rayshin, mentre gli mancava l'aria.
    "Isroth ha tentato tutto il possibile per salvarci, ma non può opporsi ad un Principe, o all'Imperatore stesso..." gli rispose Inamor, tentando di sorridere come sempre.
    "Ora però dobbiamo andarcene da qui, prima che le Unità dell'Imperatore arrivino! Se devono farmi affondare, porterò con me quanti possibili! Infondo, sono pur sempre un Ministro..." dichiarò Elger, per poi aggiungere: "Suvvia, voi due, non siate così sconvolti! Mi farebbe piacere vedere un sorriso da voi due, i miei amati figli!", per poi abbracciarli teneramente tutti e due.
    "Ma... se fuggiamo, dove andremo?" disse con voce strozzata Rayshin, fissando il padre, che gli ricambiò un sorriso sincero, rassicurandolo: "Oh, caro Rayshin, non preoccuparti! Ho molte risorse, e pensavo di...".
    Non completò la frase perché in quello stesso momento arrivarono Lyedar e Ofelia, rimasti precedentemente indietro ed ansimando.
    "Uff... scusateci, ma... Lyedar è dovuto andare al bagno! Uff..." spiegò Ofelia, appoggiandosi al suo ombrello per riprendere fiato.
    Alzandosi, Elger si avvicinò a Inamor, chiedendo: "E questi due ragazzi chi sono? Cosa ci fanno qui!?".
    Rayshin solo in quel momento si accorse di essersi dimenticato dei suoi due amici, e velocemente illustrò: "Oh, loro sono Lyedar e Ofelia, due miei amici che oggi sono venuti a farci visita!", anche se in realtà pensò: "Ma al piano terra non ci sono bagni... Ci sono solo le scope e le decorazioni di Natale!"
    "Francesco! Avevamo ordinato agli altri di non far passare nessuno!" gridò Inamor, rivolgendosi al maggiordomo che, in quel momento, fissava i due ragazzi.
    "Ma loro hanno detto che li hanno lasciati passare!" disse a sua difesa il maggiordomo, mentre frugava nella tasca destra ed estraeva un cellulare.
    Dal canto suo, Ofelia disse: "Esatto! Lo abbiamo chiesto in maniera gentile e ci hanno lasciato passare, che cari...", e Lyedar annuì, sorridendo.
    Francesco, invece, aveva composto un numero, e dopo aver atteso qualche minuto, debolmente disse: "Dalle postazioni di blocco non risponde nessuno...".
    "Non importa! Voi due, fateli andare via di qui!" ordinò Elger, mentre chiamava due camerieri alle sue spalle che, al comando, si avvicinarono a Lyedar e Ofelia per accompagnarli, non senza effettuare una certa spinta, alla porta di uscita.
    Mentre Rayshin tentava di fare ordine nei suoi pensieri, a causa dello svolgersi rapido degli eventi e delle cose, Lyedar esclamò: "Ma perché non possiamo restare? Noi... dobbiamo restare!", e dopo queste parole i due camerieri che accompagnavano i ragazzi caddero a terra, privi di vita.
    Solo dopo ciò i presenti videro Lyedar brandire una falce, alta quanto il suo corpo, che presentava due lame ricurve opposte, ed entrambe coperte di sangue, secco e recente, mentre questi commentava: "Quanta maleducazione! Non l'accetto, cazzo! Esattamente come quegli idioti giù per la strada...".
    Rayshin, suo fratello e tutti i restanti membri della servitù della villa erano rimasti senza parole, ed anzi senza alcuna spiegazione di ciò che era appena accaduto. Il ragazzo non poteva neppure immaginare che Lyedar avesse sventrato, con un unico colpo, i due camerieri, visto che lo conosceva come un amico spensierato e socievole.
    "Uff, Lyedar, come sei sempre precipitoso nelle cose! Ora il piano è saltato!" esclamò Ofelia mentre, sollevando l'ombrello che portava con sé, e togliendo la copertura in stoffa nera, rivelando ciò che sembrava essere un fucile mitragliatore modello "MP40", dall'aspetto molto raffinato.
    Puntandolo davanti a sé con un sorriso, cominciò a sparare sorridendo sui presenti, crivellando di colpi tutti i camerieri e cameriere, e rivelando così una capacità di fuoco e precisione molto superiori a quanto l'arma potesse far intendere ad una prima vista.
    La precisione della ragazza, che restava tranquillamente sul posto senza alcuna difficoltà, evitò con una cura incredibile Rayshin ed Esteban, rimasti sbaccaliti, mentre non si fece scrupoli a passare su Elger e Inamor.
    Ma accadde una cosa che nessuno aveva previsto, eccetto i due adulti, che non si spostarono di un millimetro: Francesco, comparendo davanti ai due adulti, con una velocità sovrumana aveva parato ogni singolo proiettile, fermandolo con le dita in modo tale che, una volta finita la raffica di Ofelia, fece cadere a terra tutti i proiettili, fissando i due ragazzi, che esclamarono un "Ohhh..." di sorpresa.
    "Ma che state facendo..." fu tutto ciò che Rayshin disse, mentre Esteban, terrorizzato, si nascondeva dietro di lui.
    "Oh! Caro Rayshin, stiamo soltanto completando la missione per cui siamo qui! Certo, non c'era tutta questa fretta, ma qualcuno non ha avuto pazienza!" dichiarò tranquilla Ofelia, fissando Lyedar che, chiamato in causa, aveva fatto finta di niente.
    "Uhm, immagino che le vostre famiglie vi abbiano mandato ad uccidere il Ministro ed i suoi famigliari, più eventuali testimoni!" dichiarò freddo Francesco, mentre fissava i cadaveri degli altri camerieri uccisi dalla ragazza.
    Lyedar scoppiò a ridere, mentre appoggiava la sua falce alla spalla sinistra, emettendo un tintinnio metallico: "Ah ah ah! Che stupidaggine! E' il motivo per cui siamo qui fin dalla nostra nascita! Non ci abbassiamo mica così tanto a venire in un brutto Impero come il vostro!".
    "Ma... cosa intendi, Lyedar?" domandò ancora Rayshin, appoggiando una mano alla spalla di Esteban, che tremava terrorizzato.
    "Intendo questo!" gridò il ragazzo, per poi scagliarsi contro Elger e Inamor, con la falce pronta a colpirli.
    Ma anche questa volta i piani dei due ragazzi vennero contrastati: Irene, comparendo dal nulla, aveva fermato con il gomito e la gamba l'asta della falce, per poi scaricare una gomitata a Lyedar che lo costrinse a tornare al fianco di Ofelia, usando la lama della falce per rallentare la spinta.
    Sulla scalinata, Irene invece atterrò davanti a Rayshin e Estaban, facendo loro da scudo e proteggendoli.
    "Irene! Prendi i due ragazzi ed i Signori, e andatevene via! Io mi occuperò di questi due!" gridò Francesco alla sua collega, mentre invece saltò davanti ad i due fidanzati, materializzando un Duel Disk simile alla lama di una spada.
    "Subito, Francesco! Stai attento!" gli gridò Irene, per poi afferrare per i polsi i due ragazzi, sussurrando loro: "State tranquilli, non dovete aver paura!".
    Rayshin voleva risponderle, in quanto Esteban era ancora scosso da ciò che aveva appena visto, ma accadde una cosa che lo lasciò senza parole: Irene trasportò lui e suo fratello davanti ai loro genitori, in una frazione di secondo, in cui gli parve che tutta la realtà davanti ed attorno a lui scomparisse, diventando solo una semplice serie di colori, tale era stata la velocità con cui Irene aveva percorso quei cinque-sei metri che lo separavano dai genitori. Una volta arrivati, tutto riprese le sue dimensioni e forme reali.
    Esteban, invece, gridò: "La bambola! L'ho dimenticata in camera!", ma non poté obiettare oltre perché Irene, assieme ad i suoi genitori, si rimise in azione, mentre i due sembravano non avere alcuna difficoltà a starle dietro, lasciando così l'atrio.
    "Oh oh, se sperano di andarsene si sbagliano!" dichiarò Ofelia, per poi cominciare a seguirli. Per sua sfortuna le apparve davanti Francesco, fermandole l'arma con una mano e preparando l'altra in un pugno rivolto alla sua faccia.
    Lyedar, a sua volta, si presentò sopra la testa di Francesco, mirando un fendente verticale con la falce, costringendo così l'uomo a lasciare l'arma ed usare entrambe le mani per fermare la lama.
    Dopo questo risultato, Lyedar gridò: "Ofelia!", e la ragazza sparì dalla loro vista, inseguendo Irene e gli altri, libera dalla presa di Francesco.
    "Bastardi..." sussurrò Francesco mentre tornava a terra, davanti a Lyedar il quale esclamò: "Suvvia suvvia, ci sono io con te!", e detto ciò piantò a terra la propria falce per materializzare il suo Duel Disk.
    "Temo proprio che non ti piacerà molto, la cosa! Ma io tenterò di finire il più presto possibile, per proteggere i Signori ed i Signorini!" gli rispose Francesco, inserendo il suo deck.
    I due avversari, quindi, gridarono "Duello!", ed i loro Duel Disk si illuminarono.

    FRANCESCO: 4000
    LYEDAR: 4000

    "Siccome ho più fretta, comincio io pescando! Appari, figlio rinnegato del Re: Nobile Cavaliere Medraut!" cominciò Francesco, mentre sul suo lato del campo compariva, sguainando solennemente la spada, un cavaliere con un'armatura grigiastra. Tale armatura gli copriva il petto, le spalle, gli avambracci, il bacino e le caviglie. Il resto del corpo era coperto da un'elegante e pesante tunica marroncina, decorata con alcune strisce verticali di colore arancione, mentre un mantello rossastro, benché lacerato da numerosi tagli alla fine, gli copriva le spalle (ATK 1700 DEF 1000 LV 4).
    "Adesso equipaggio Medraut con un'arma più potente, ovvero Nobili Armi - Caliburn! Essendo equipaggiato con una "Nobili Armi", Medraut diventa di livello 5, ed il suo Attributo diventa Oscurità! Senza contare che Caliburn aumenta il suo Attacco di 500 punti, ed io guadagno 500 Life Points!" continuò il maggiordomo, mentre l'arma del Cavaliere mutava in una spada più lunga e sottile, attraversata da due striscie di luce azzurra e con un'elsa dorata dalla forma triangolare. Allo stesso tempo, Medraut venne avvolto da un'aura di tenebre, e la sua ombra si sollevò da terra, assumento un ghigno maligno, esattamente come il volto del Cavaliere, non più rassicurante come prima (ATK 1700 --> 2200 DEF 1000 LV 5). Infine, anche Francesco venne avvolto da un'aura oscura, anche se sparì non appena i suoi Life Points smisero di aumentare (LIFE POINTS 4500).
    "Ora invece attivo l'effetto di Medraut, con cui posso Evocare Specialmente, se non controllo altri mostri, un Nobile Cavaliere dal mio Deck, in posizione di Difesa: appari, custode del Santo Graal: Nobile Cavaliere Borz!", e sul Terreno di Francesco apparve quindi un secondo cavaliere: era protetto da un'armatura più completa di Medraut, di colore blu e decorata con alcuni motivi argentei e gemme rossastre, e sempre con la stessa tunica, mentre il suo mantello rossastro era però limpido ed integro. In compenso, non presentava alcuna arma visibile (ATK 1700 DEF 900 LV 4).
    Appena sceso in campo Borz, l'arma di Medraut tornò normale, esattamente come la sua espressione ed i suoi punti di Attacco e Livello (ATK 2200 --> 1700 DEF 1000 LV 4), tutto ciò causando una discreta sorpresa a Lyedar, alla quale Francesco rispose sicuro: "Avendo attivato l'effetto di Medraut, sono costretto a rinunciare alla Nobili Armi che gli avevo equipaggiato! Ma non temere, perché così facendo si attiva l'effetto di Caliburn, che dal Cimitero se viene distrutta, posso equipaggiarla ad un Nobile Cavaliere sul mio Terreno, in questo caso Borz! Inutile dirti che Borz subisce le stesse modifiche di Medraut!".
    Dopo tale spiegazione, Lyedar vide che la spada comparsa poco prima veniva impugnata di nuovo dal nuovo Cavaliere, che venne quindi avvolto da un'aura di tenebre, non mutando però l'espressione gentile di Borz (ATK 1700 --> 2200 DEF 900 LV 5).
    "Oh oh oh! Tutto questa mossa per avere solo due mostri con valori irrosori sul Terreno, e per di più con Livelli diversi! Che idiota..." rise Lyedar, battendosi più volte la mano sulla fronte.
    Ma le sue risate furono interrotte da un fatto che non aveva previsto: piantando Caliburn nel pavimento, Borz avvolse le proprie mani in una luce chiarissima, pura e calda, mentre Francesco, serio più che mai, gli disse: "Non è stata una mossa idiota, perché segnerà la tua sconfitta!", e dette quelle parole la luce di Borz scomparve, lasciando al suo posto un qualcosa che fece assumere, per la prima volta dall'inizio del duello, un'espressione seria a Lyedar.


    E così finisce il capitolo.
    Scusate la lunghezza, ma ho ritenuto doveroso mettere tutto fino all'effetto di Borz.
    Allora, come avete visto Lyedar e Ofelia hanno gettato la loro maschera, rivelandosi per quello che sono, ma chi sono in realtà? Perché stanno agendo così?
    Ed ancora, com'è possibile che le capacità fisiche di Irene e Francesco arrivino a tanto, fermando proiettili a mani nude? E non dimenticate che anche Elger e Inamor sembrano come loro, tenendo la loro velocità.
    Ora, chissà come finirà il duello tra Lyedar e Francesco: il maggiordomo pare sicuro delle sue capacità, ma neppure Lyedar è così stupido da perdere.
    Per sapere la fine del duello, leggete il prossimo capitolo e quello successivo.
    A presto, allora.
     
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